Finché c'è guerra c'è speranza
Finché c'è guerra c'è speranza è un film del 1974 diretto e interpretato da Alberto Sordi.[1]
Trama
[modifica | modifica wikitesto]Pietro Chiocca, romano trapiantato a Milano, è un uomo di cinquantatré anni, ex commesso viaggiatore nel campo delle pompe idrauliche, che da quindici anni si è riconvertito a un più lucroso commercio internazionale di armi, idea venutagli dopo che dei clienti mediorientali dell'azienda per la quale lavorava, a seguito dello scoppio di una guerra interna, avevano sospeso gli ordini per i suoi articoli, mentre erano aumentati considerevolmente gli ordini per le armi.
Pietro gira continuamente per i Paesi del terzo mondo, dilaniati dalle guerre civili, per vendere armi di vario tipo, e sembra non curarsi particolarmente delle conseguenze delle sue azioni, interessato solo al grande profitto che ne deriva, con il quale può garantire alla sua famiglia, composta dalla moglie Silvia, dai tre figli Ricky, Giada e Giovannone, dalla suocera e dallo zio, un alto tenore di vita. I familiari, però, sembrano non nutrire grande affetto per lui, anzi se ne disinteressano e lo tengono in considerazione solo per il reddito che riesce a portare a casa. La moglie Silvia è l'unica a sapere del suo vero mestiere, mentre invece i figli non ne sono al corrente.
Il film si apre con un viaggio di ritorno a Milano: nel mezzo di una sua missione, Pietro riesce a trovare uno spiraglio di tempo libero per riuscire a passare una notte a casa insieme alla moglie. Ma al termine del viaggio, va a letto e si addormenta da solo perché la moglie è impegnata in una partita a Bridge in salotto e non lo considera minimamente. Anche i figli, da lui svegliati, nemmeno lo salutano e lo allontanano irritati dalle camere. Dopo poche ore di sonno, all'alba Pietro deve svegliarsi per ripartire per l'Africa; quindi esprime il suo disappunto alla moglie e si prepara.
La missione è in uno stato africano, al cui governo Pietro sta cercando di vendere delle armi per sedare eventuali ribellioni. All'arrivo nota per la strada dei manifesti affissi da un partito che propone di investire nell'agricoltura, cioè nella costruzione di canali, anziché nell'esercito. Arriva in un hotel in cui ha in programma un appuntamento con il ministro della guerra, e chiede spiegazioni al ragazzo italiano che dovrà fargli da interprete: questi gli spiega che è opinione diffusa in parlamento che investendo nei canali di irrigazione si potrebbe prevenire la fame e quindi le rivolte, rendendo non necessari gli investimenti in armi.
Giunto il momento dell'incontro, Pietro, davanti al rischio di vedere sfumato l'affare dopo tutti i suoi sforzi, esprime le sue preoccupazioni direttamente al ministro che risponde che la decisione finale dipende dal voto di otto senatori in una prossima votazione in parlamento. Pietro si fa quindi fornire i nomi dei senatori, chiedendo anche chi di loro ha moglie. Arrivati al giorno cruciale i senatori, che hanno ricevuto omaggi da parte di Pietro, votano a favore dell'investimento in armi e non nei canali. All'uscita dal parlamento ci sono manifestazioni indignate, presto represse con la forza dai militari, in cui un ragazzo perde la vita.
Al pranzo che segue, Pietro conosce l'anziano presidente dello Stato, molto entusiasta degli acquisti in armi. Successivamente Pietro, in un resoconto telefonico con il suo principale dell'azienda per la quale lavora (la PanaExport), descrive questo presidente come "megalomane" e attratto dalle loro armi "come un bambino in un negozio di giocattoli".
Ben presto Pietro scopre che però nello stesso hotel alloggia il suo rivale spagnolo Balcazar, intenzionato a scippargli l'affare e vendere le sue armi al governo. Anche lui opera senza disdegnare la corruzione: ha fatto dei regali alle quattro mogli del ministro. Pietro riesce ad avere la meglio corrompendo con trecento dollari a testa i due mercenari tedeschi assunti per testare le armi: durante l'esposizione e la prova della merce di Balcazar le mitragliatrici sembrano ingripparsi nonostante fossero in realtà perfettamente funzionanti; poche ore dopo, invece, quelle di Pietro fanno una buona figura alla loro prova nonostante la dubbia qualità.
Pochi giorni più tardi, durante una sfilata per mostrare le nuove armi, queste si rivelano per quello che sono, cioè difettose, causando a Pietro una grande umiliazione davanti al presidente che gli sputa in faccia. Al ritorno in Italia, il suo principale afferma che le armi erano state quindici anni in mare, confermando quindi che si trattava di materiale di scarsa qualità, recuperato probabilmente da un relitto e malfunzionante.
La moglie Silvia, accompagnando Pietro in auto, gli mostra una lussuosa villa nel verde, afferma di desiderarla ardentemente perché non sopporta più il centro di Milano e infine gli chiede di comprarla. Il prezzo, però, è proibitivo e Pietro lo fa presente, causando il pianto e il malcontento di Silvia.
Per rifarsi della brutta figura in Africa, la PanaExport lo manda a un'asta in Francia: l'esercito ha intenzione di disfarsi di vecchie armi. La richiesta dell'azienda è di ottenere solo le armi leggere. Pietro, quindi, sul volo per recarsi all'asta si accorda con i concorrenti delle altre ditte (compreso Balcazar) per dividersi in anticipo gli articoli da acquistare. Tuttavia si accorgono che sul volo è presente Jepson, un rappresentante della Interarms, l'azienda più ricca e influente nel campo, che con ogni probabilità si sta recando all'asta per acquistare in blocco tutta la merce in vendita. Formulando una proposta di acquisto in blocco, per regolamento, avrebbe avuto la meglio su tutte le altre offerte di Pietro e rivali per i singoli settori. Quindi Pietro inventa uno stratagemma: all'arrivo in aeroporto, spacciandosi per un membro dell'Organizzazione mondiale della sanità, riesce a far trattenere Jepson ai controlli, facendolo sospettare di essere malato di colera. A quel punto, all'asta, tradisce gli accordi presi in precedenza con i rivali e formula una proposta di acquisto in blocco (quella che avrebbe dovuto proporre Jepson) ma non a nome della sua PanaExport, bensì a nome della Interarms, per la quale quindi riesce a ottenere tutte le armi (di fatto si sostituisce a Jepson).
Poco dopo viene contattato da Samuel Cummings, proprietario della Interarms, che ammirando il gesto, l'astuzia e le capacità di Pietro, lo assume nella sua azienda. Le entrate assai maggiori garantitegli dal nuovo impiego permettono a Pietro di acquistare la villa desiderata da Silvia, e tutta la famiglia si trasferisce nella nuova residenza. I figli inizialmente non sono entusiasti, ma ben presto cambiano idea per l'abbondanza di spazi.
Tutto sembra così andare a gonfie vele, finché un giorno Pietro viene mandato in uno stato africano in fase di colonizzazione dai portoghesi. Il governo ha bisogno di acquistare dei mezzi volanti da usare contro i ribelli del movimento di liberazione nazionale. Nonostante si trattasse di ottimi mezzi, Pietro offre regali sia al pilota che aveva l'incarico di provarli sia al generale Gutierrez, intermediario della trattativa. Riesce a vendere due unità in più, ma Gutierrez aggiunge una clausola: la Interarms dovrà, in cambio, acquistare dal governo delle vecchie armi non più utilizzate. Pietro accetta, anche se rimane turbato per l'acquisizione di queste vecchie armi che difficilmente sarebbe riuscito a rivendere a qualcuno. Proprio mentre è immerso in questi pensieri, si intromette lla sua camera d'albergo un giornalista italiano del Corriere della Sera, che afferma di essere in contatto con i ribelli del movimento di liberazione nazionale e che a questi sarebbero molto utili le vecchie armi usate dell'esercito: gli promette quindi una possibilità di vendita rapida per questa merce e un secondo guadagno. Pietro, per riflettere sulla proposta, rimane nel paese e per questo il generale Gutierrez, avendo già dei sospetti, gli offre di passare del tempo in una sua villa sul mare in compagnia di una prostituta. Pietro è costretto ad accettare la proposta di Gutierrez, per non insospettirlo.
Al momento stabilito riceve in questa villa la visita del giornalista per recarsi all'accampamento segreto dei ribelli, ma prima della partenza nella sua valigia viene nascosto un trasmettitore radio da colei che sembrava un'ingenua prostituta ma era in realtà una spia di Gutierrez. Durante il viaggio in auto, Pietro esprime al giornalista il suo punto di vista cinico sull'attività di vendita di armi: per lui, il prodotto in sè non è né buono né cattivo, perché questo dipende dall'uso che se ne fa e quindi è responsabilità del compratore, non di chi lo vende. I due arrivano all'accampamento ribelle e il giornalista lo lascia, ma non prima di aver scattato delle foto di nascosto. Pietro si siede e attende di essere ricevuto dal capo dei ribelli, e vede passare innanzi a sè decine di barelle cariche di ribelli feriti. In tarda serata, la processione di barelle termina e Pietro viene convocato per essere ricevuto nella capanna del capo, scoprendo così che il capo è chirurgo e fino a quel momento era impegnato a operare e curare i feriti. Nel corso del colloquio, questi chiede a pietro cosa pensa l'opinione pubblica italiana della loro lotta di liberazione e se i media ne parlano, se c'è informazione in proposito: Pietro è visibilmente spiazzato dalla domanda e non riesce a dire che in Italia c'è poco interesse per questa guerra civile. Ma il dialogo si interrompe perché l'accampamento viene bombardato: l'esercito ne ha scoperto la posizione grazie al trasmettitore radio nella valigia. Pietro si salva per tempo, rimanendo però terribilmente scioccato dall'accaduto e dalla vista dei molti che in questa operazione hanno perso la vita.
Al ritorno a casa, scopre che il giornalista del Corriere ha scritto un articolo su di lui, dal titolo «Ho incontrato un mercante di morte». Deve quindi affrontare lo sdegno e il disprezzo dei propri familiari, nonché dei vicini e dei conoscenti tutti. Mostra una certa comprensione davanti alle critiche dei figli, perché non sapevano nulla del suo mestiere, ma è più inflessibile nei confronti della moglie, perché lei sapeva. In un accorato monologo, motivato anche dallo shock che l'ultima commessa gli ha causato, si difende spiegando di aver svolto questo lavoro, rischiosissimo a faticoso, per garantire a essi un alto tenore di vita, ricevendo per giunta in cambio ben poca gratutudine. Afferma inoltre che le guerre sono causate non solo dalle tensioni tra popoli, ma anche dal bisogno di mantenere il benessere occidentale e dall'avidità della società consumista, chiamandoli in causa: le colpe non sono solo dei governi e dei regimi, ma anche, indirettamente, della gente oziosa e viziata come loro. Pietro gli propone quindi una scelta: avrebbe potuto continuare con il lavoro di venditore di armi, lasciandoli continuare a vivere come avevano vissuto fino a quel punto, oppure sarebbe potuto tornare al suo vecchio e onesto lavoro di venditore di pompe idrauliche ma loro avrebbero dovuto accettare un drastico abbassamento del tenore di vita. Gli lascia tempo per decidere, mettendosi a letto: chiede alla sua famiglia di svegliarlo dopo un'ora nel caso volessero farlo continuare a vendere armi, o di lasciarlo dormire fino al giorno dopo, nel caso volessero fargli cambiare mestiere. Posta di fronte all'alternativa di una rinuncia all'altissimo tenore di vita, la sua famiglia preferisce ignorare l'origine dei guadagni e dà incarico alla domestica di svegliarlo (per giunta in anticipo: dopo soli tre quarti d'ora, anziché un’ora come da lui richiesto). Al suo risveglio, Pietro si prepara ed esce, osservando rassegnato da lontano come ognuno sia tornato alle sue occupazioni senza nemmeno salutarlo: la moglie al circolo chic del vicinato e i figli con i loro amici; e infine prende un nuovo volo, per piazzare una nuova vendita di armi.
Personaggi
[modifica | modifica wikitesto]- Pietro Chiocca, il protagonista, apparentemente ingenuo ed esilarante, disposto a tutto pur di accontentare i capricci della sua volubile famiglia, è considerato dalla critica cinematografica l'incarnazione del qualunquismo[2].
- Silvia, la moglie del protagonista, conduce una vita vacua, inseguendo i capricci suoi e dei suoi viziatissimi figli; questo spingerà il marito ad assumere sul lavoro comportamenti sempre più spregiudicati pur di permettere ai suoi famigliari un tenore di vita sempre più alto.
- Balcazar, trafficante d'armi di Barcellona e sleale concorrente di Pietro.
- Rabal, pilota di jet della ex colonia portoghese. Nel volo di prova Pietro gli regala alcuni oggetti d'oro perché riferisca al generale Gutierrez che quello era un ottimo aereo.
- Sonzo, titolare della Panaexport, la prima ditta di armi per la quale lavora Pietro.
Produzione
[modifica | modifica wikitesto]Riprese
[modifica | modifica wikitesto]La vicenda è ambientata in due paesi africani, dapprima in una ex colonia francese e successivamente in una ex colonia portoghese teatro di una lunga guerriglia indipendentista, fino a pochi anni prima della rivoluzione in Portogallo.
Le riprese si tennero interamente nel francofono Senegal, il che è deducibile dalle insegne dell'elicottero e dal supporto dalla compagnia aerea Air Afrique, che all'epoca collegava tutte le ex colonie francesi del continente africano. Il personaggio del Ministro della Guerra dello stato africano, nel primo colloquio, si rivolge al protagonista in lingua bambara.
Le scene di guerriglia e dei bombardamenti aerei sono principalmente filmati di repertorio dell'impiego di napalm nella guerra in Vietnam.
Cast
[modifica | modifica wikitesto]- Il ruolo della moglie di Chiocca fu inizialmente pensato per Monica Vitti, storica compagna artistica di Sordi; in seguito venne contattata anche Dori Ghezzi che però, a causa di un errore del suo agente, si presentò in ritardo al provino e perse la parte, affidata a Silvia Monti[3].
- Cameo dell'allora capofila mondiale del traffico d'armi leggere Samuel Cummings. Sordi lo contattò di persona per chiedergli l'autorizzazione ad usare il suo nome nella pellicola, con l'interpretazione di Orson Welles. Il controverso imprenditore chiese in contropartita, a fine di un ritorno di immagine, d'interpretarsi egli stesso[3][4].
- Nel film compare Marcello Di Folco, caratterista caro a Federico Fellini, prima di divenire Marcella Di Folco.
Colonna sonora
[modifica | modifica wikitesto]Il tema principale O rugido do Leao di Piero Piccioni, fu in seguito il tema musicale della sigla del programma RAI 2 Storia di un italiano, narrazione della storia del Novecento italiano attraverso i film di Alberto Sordi.
Distribuzione
[modifica | modifica wikitesto]Il film, che ottenne da parte dell'allora Ministero del Turismo e dello Spettacolo il nulla osta film alla proiezione n. 65721 del 14/12/1974, come previsto dalla legge n. 161 del 21 aprile 1962, venne distribuito nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 20 dicembre 1974[5][6].
Accoglienza
[modifica | modifica wikitesto]Incassi
[modifica | modifica wikitesto]Al botteghino il film ha incassato 948.994.000 lire[7], classificandosi al 22º posto tra i film di maggior successo della stagione cinematografica italiana 1974-1975.[8]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Ove non indicato diversamente, le informazioni contenute in questa voce hanno come fonte: Mymovies.it
- ^ Festival Villa Basilica
- ^ a b FINCHE' C'E' GUERRA C'E' SPERANZA - Le curiosità
- ^ Il 20 e il 21 aprile, al cinema Trevi, la rassegna "Sordi politico" offre uno spunto critico sull'opera di attore e regista di Alberto Sordi., fondazionecsc.it.
- ^ Finché c'è guerra c'è speranza – Nulla osta film alla proiezione n. 65721 del 14/12/1974, cinecensura.com.
- ^ Finché c'è guerra c'è speranza – Release Info, imdb.com.
- ^ Riccardo Napolitano (a cura di), Commedia all'italiana: angolazioni controcampi, vol. 1, Roma, Gangemi, 1986, p. 228, ISBN 88-7448-157-8.
- ^ Stagione 1974-75: i 100 film di maggior incasso, su hitparadeitalia.it. URL consultato il 2 giugno 2021.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Finché c'è guerra c'è speranza, su MYmovies.it, Mo-Net s.r.l..
- Finché c'è guerra c'è speranza, su Movieplayer.it, NetAddiction s.r.l..
- (EN) Finché c'è guerra c'è speranza, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) Finché c'è guerra c'è speranza, su AllMovie, All Media Network.
- (EN) Finche c'è guerra c'è speranza, su Rotten Tomatoes, Fandango Media, LLC.
- (EN, ES) Finché c'è guerra c'è speranza, su FilmAffinity.
- (EN) Finché c'è guerra c'è speranza, su Box Office Mojo, IMDb.com.
