Finché c'è guerra c'è speranza

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Finché c'è guerra c'è speranza
Alberto Sordi in una scena del film
Paese di produzioneItalia
Anno1974
Durata116 min
Rapporto1,85:1
Generecommedia
RegiaAlberto Sordi
SoggettoAlberto Sordi
SceneggiaturaAlberto Sordi, Leo Benvenuti, Piero De Bernardi
Casa di produzioneRizzoli Film
Distribuzione in italianoCineriz
FotografiaSergio D'Offizi
MontaggioRuggero Mastroianni
MusichePiero Piccioni
ScenografiaArrigo Breschi
CostumiBruna Parmesan
TruccoFranco Rufini
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Finché c'è guerra c'è speranza è un film del 1974 diretto e interpretato da Alberto Sordi.[1]

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Pietro Chiocca, commerciante romano di pompe idrauliche trapiantato a Milano, riconvertitosi a un più lucroso commercio internazionale di armi, gira per i paesi del Terzo mondo, dilaniati dalle guerre civili. Per mezzo di alcune astuzie, riesce a prevalere su un suo rivale, diventando dipendente di un'industria più importante e assai più redditizia.

La sua famiglia, già benestante e residente nel centro di Milano, può finalmente trasferirsi in una lussuosa villa nel verde, esaudendo così il desiderio di una viziatissima moglie.

Tutto pare andare a gonfie vele, finché un giornalista del Corriere della Sera, che gli aveva procurato il contatto per la vendita di armi a un movimento di liberazione nazionale in uno stato africano colonizzato dai portoghesi, denuncia all'opinione pubblica l'operato di Chiocca con un articolo dal titolo «Ho incontrato un mercante di morte».

Davanti allo sdegno e al disprezzo dei propri familiari, Chiocca si offre di tornare al suo vecchio e onesto lavoro, ma costoro, posti di fronte all'alternativa di una rinuncia all'altissimo tenore di vita, preferiscono ignorare l'origine dei guadagni del loro capofamiglia.

Personaggi[modifica | modifica wikitesto]

  • Pietro Chiocca, il protagonista, apparentemente ingenuo ed esilarante, disposto a tutto pur di accontentare i capricci della sua volubile famiglia, è considerato dalla critica cinematografica l'incarnazione del qualunquismo[2].
  • Silvia, la moglie del protagonista, conduce una vita vacua, inseguendo i capricci suoi e dei suoi viziatissimi figli; questo spingerà il marito ad assumere sul lavoro comportamenti sempre più spregiudicati pur di permettere ai suoi famigliari un tenore di vita sempre più alto.
  • Balcazar, trafficante d'armi di Barcellona e sleale concorrente di Pietro.
  • Rabal, pilota di jet della ex colonia portoghese. Nel volo di prova Pietro gli regala alcuni oggetti d'oro perché riferisca al generale Gutierrez che quello era un ottimo aereo.
  • Swonson, titolare della Panaexport, la prima ditta di armi per la quale lavora Pietro.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Riprese[modifica | modifica wikitesto]

La vicenda è ambientata in due paesi africani, dapprima in una ex colonia francese e successivamente in una ex colonia portoghese teatro di una lunga guerriglia indipendentista, fino a pochi anni prima della rivoluzione in Portogallo.
Le riprese si tennero interamente nel francofono Senegal, il che è deducibile dalle insegne dell'elicottero e dal supporto dalla compagnia aerea Air Afrique, che all'epoca collegava tutte le ex colonie francesi del continente africano. Il personaggio del Ministro della Guerra dello stato africano, nel primo colloquio, si rivolge al protagonista in lingua bambara. Le scene di guerriglia e dei bombardamenti aerei sono principalmente filmati di repertorio dell'impiego di napalm nella guerra in Vietnam.

Cast[modifica | modifica wikitesto]

  • Il ruolo della moglie di Chiocca fu inizialmente pensato per Monica Vitti, storica compagna artistica di Sordi; in seguito venne contattata anche Dori Ghezzi che però, a causa di un errore del suo agente, si presentò in ritardo al provino e perse la parte, affidata a Silvia Monti[3].
  • Cameo dell'allora capofila mondiale del traffico d'armi leggere Samuel Cummings. Sordi lo contattò di persona per chiedergli l'autorizzazione ad usare il suo nome nella pellicola, con l'interpretazione di Orson Welles. Il controverso imprenditore chiese in contropartita, a fine di un ritorno di immagine, d'interpretarsi egli stesso[3][4].
  • Nel film compare Marcello Di Folco, caratterista caro a Federico Fellini, prima di divenire Marcella Di Folco.

Colonna sonora[modifica | modifica wikitesto]

Il tema principale O rugido do Leao di Piero Piccioni, fu in seguito il tema musicale della sigla del programma RAI 2 Storia di un italiano, narrazione della storia del Novecento italiano attraverso i film di Alberto Sordi.

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Il film, che ottenne da parte dell'allora Ministero del Turismo e dello Spettacolo il nulla osta film alla proiezione n. 65721 del 14/12/1974, come previsto dalla legge n. 161 del 21 aprile 1962, venne distribuito nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 20 dicembre 1974[5][6].

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Incassi[modifica | modifica wikitesto]

Al botteghino il film ha incassato 948.994.000 lire[7], classificandosi al 22º posto tra i film di maggior successo della stagione cinematografica italiana 1974-1975.[8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ove non indicato diversamente, le informazioni contenute in questa voce hanno come fonte: Mymovies.it
  2. ^ Festival Villa Basilica
  3. ^ a b FINCHE' C'E' GUERRA C'E' SPERANZA - Le curiosità
  4. ^ Il 20 e il 21 aprile, al cinema Trevi, la rassegna "Sordi politico" offre uno spunto critico sull'opera di attore e regista di Alberto Sordi., fondazionecsc.it.
  5. ^ Finché c'è guerra c'è speranza – Nulla osta film alla proiezione n. 65721 del 14/12/1974, cinecensura.com.
  6. ^ Finché c'è guerra c'è speranza – Release Info, imdb.com.
  7. ^ Riccardo Napolitano (a cura di), Commedia all'italiana: angolazioni controcampi, vol. 1, Roma, Gangemi, 1986, p. 228, ISBN 88-7448-157-8.
  8. ^ Stagione 1974-75: i 100 film di maggior incasso, su hitparadeitalia.it. URL consultato il 2 giugno 2021.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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