Fantozzi - Il ritorno

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«Un tragico e triste mercoledì ricorreva l'anniversario della dipartita del ragionier Fantozzi Ugo.»

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Scena del film
Paese di produzioneItalia
Durata96 min
Generecomico
RegiaNeri Parenti
SoggettoPaolo Villaggio, Alessandro Bencivenni, Domenico Saverni, Neri Parenti
SceneggiaturaLeonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Paolo Villaggio, Neri Parenti, Alessandro Bencivenni, Domenico Saverni
ProduttoreFulvio Lucisano, Vittorio Cecchi Gori, Rita Rusic
FotografiaSandro D'Eva
MontaggioSergio Montanari
MusicheBruno Zambrini
ScenografiaMaria Stilde Ambruzzi
Interpreti e personaggi

Fantozzi - Il ritorno è il nono capitolo della saga fantozziana, realizzato nel 1996. Questo film, oltre ad avere Maria Cristina Maccà ad interpretare il doppio ruolo di Mariangela ed Uga Fantozzi al posto dello storico Plinio Fernando, è inoltre l'ultimo dove compare Gigi Reder (nel ruolo del Ragionier Filini), morto nel 1998.

Trama

A causa della mancanza di posti in Paradiso, un angelo somigliante all'allora segretario del PDS, Massimo D'Alema, rispedisce Fantozzi sulla terra grazie a un accordo in base al quale potrà riprendere la propria vita come se non fosse mai morto.

La nipotina Uga

Ugo viene svegliato come sempre dalla moglie Pina che stranamente si era vestita di nero davanti a lui. Pina gli affida un incarico: andare a prendere la nipote Uga a scuola. Fantozzi va e l'aspetta, e nel frattempo uno scolaro gli sottrae la benzina alla macchina con un tubo che poi getta a terra, per fare rifornimento al motorino. Appare Uga, che dice di essersi nascosta per la vergogna, perché tutte le sue amiche hanno un motorino e solo lei viene recuperata dal nonno. Cerca poi di accendersi uno spinello, ma Fantozzi le sottrae l'accendino e lo getta proprio sulla pozza di benzina facendo esplodere la Bianchina.
Successivamente, dopo la scusa di tornare a casa all'una di notte, Uga sparisce preoccupando i nonni. Fantozzi è costretto a seguire Uga in diverse discoteche in cui diceva di essere diretta senza riuscire a trovarla. A Fantozzi viene così data una notizia: gli arriva dalla finestra una noce di cocco con un messaggio il quale spiega che Uga è stata rapita. Pur con l'aiuto della Polizia Fantozzi non trova Uga, con un altro messaggio viene a sapere che è stata fissata la cifra del riscatto: 3.650.000 lire. Li depositano a una fiera dove appare un motorino in mostra con lo stesso prezzo esposto. In casa suona il campanello: finalmente ritorna Uga, accompagnata da un agente di Polizia; Pina viene a sapere che i risparmi spesi per il riscatto sono stati spesi per un Malaguti F-10 rosso 50 e appena lo viene a sapere Ugo, scambiando un altro F-10 rosso per quello di Uga, gli dà fuoco con la benzina: il proprietario del motociclo, un pony express, chiede e ottiene come indennizzo di usare il ragioniere per trainare il suo risciò.

Andropausa

Dopo la risoluzione della vicenda, Ugo viene colto da una depressione profonda provocata dall'andropausa. Distrutto da quella depressione incomincia a frequentare una linea telefonica erotica. Ugo, non rendendosi conto di dover spendere tanto per una chiamata, è costretto a nascondere tutto alla moglie che viene a sapere le condizioni del marito e il dottore da lei consultato le conferma che non è affatto un pericolo, ma le spese sono veramente eccessive. Consigliata da un impiegato, Pina si finge una di quelle donne e si fa chiamare Jessica. Riesce così a guadagnare cifre altissime e anche a mettersi in contatto con Fantozzi: dopo varie avventure, Ugo viene a scoprire che l'amata Jessica è in realtà sua moglie. Fantozzi decide di lavorare anche lui nella chat line con lo pseudonimo di "Virgilio" per pagare le bollette.

Ugo II Cuor di leone

Durante una partita di bocce, Fantozzi incontra la Signorina Silvani, che desidera sottoporsi a un intervento di chirurgia estetica. Non avendo i 5 milioni di lire che il medico pretende, li chiede a Fantozzi con l'imbroglio di aspettare un bambino da lui. Intanto il chirurgo plastico della Silvani parte per Rimini e la Silvani deve raggiungerlo per l'operazione, con la scusa che il bambino ha una carenza di mucillagine e deve essere portato proprio nella celebre località balneare: Ugo, senza farsi scoprire dalla Pina, la segue. La Silvani si reca a Rimini con Fantozzi, che è riuscito a portare i 5 milioni per il parto. Non si era accorto che la Pina doveva partire con Mariangela proprio per Rimini: sia Fantozzi che la moglie si ritrovano sullo stesso treno, ma Ugo riesce a passare inosservato. Sul treno la Silvani simula di avere le doglie e rompendo una bottiglia d'acqua per terra finge che le si sono rotte le acque. Aveva un accordo con il chirurgo: si fa ricoverare in clinica come partoriente per sottoporsi all'operazione. Quando scopre l'imbroglio Fantozzi finge d'essere felice, ma la signorina Silvani avverte il suo dolore e si scusa con lui, così, il ragioniere chiede di tenere il cuscino che la Silvani aveva tenuto sulla pancia, immaginando che quel guanciale sia il suo figlioletto Ugo II Cuor di leone.

Processo Balabam

In azienda, il Megadirettore Galattico è stato arrestato con l'accusa di corruzione: egli dichiara d'essere stato arrestato ingiustamente dando tutta la colpa a Fantozzi, che viene arrestato e poi temporaneamente scarcerato in attesa di giudizio. Mentre esce di galera il Mega-Direttore gli offre un incarico di corruzione che Fantozzi rifiuta; avendo ascoltato il dialogo, due agenti gli chiedono di collaborare con le forze dell'ordine per incriminare definitivamente il suo superiore. Fantozzi accetta, ma alla fine viene incastrato e il Mega-Direttore esce dal carcere. Il ragioniere invece viene condannato a 20 anni di prigione. Qualche anno dopo però viene scarcerato grazie all'indulto approvato dal Mega-Direttore (nominato ministro della Giustizia); libero, Fantozzi corre a casa per seguire la partita dell'Italia, nella finale dei mondiali di calcio, ma viene richiamato in paradiso. Qui dove alle porte di un sorta di "cinema paradisiaco" compare un angelo bigliettaio, il quale assegna un posto del tutto isolato al povero Fantozzi. Fantozzi dovrebbe quindi passare l'eternità a contemplare la Grande Luce e nient'altro, ma qui comincia una pausa pubblicitaria che dura, come gli spiega l'angelo somigliante a Silvio Berlusconi (allora capo dell'opposizione) "tutta l'eternità".

Critiche

Il film è stato criticato per la scena dei giovani che gettano massi dai cavalcavia contro le auto in corsa lungo l'autostrada sottostante, dato che in quel periodo in Italia (ma non solo) si erano realmente verificati svariati casi del genere. In uno degli episodi più recenti (27 dicembre 1996) aveva trovato la morte una giovane neosposa di Civitanova Marche, Maria Letizia Berdini. Per rispetto nei confronti della vittima e dei suoi familiari, in accordo con il distributore del film, l'intera sequenza è stata tagliata dalla proiezione nel Cinema Rossini, la più grande sala della città della defunta[1].

Location

La stazione ferroviaria, dove Fantozzi porta la moglie ed i soldi per la signorina Silvani, è quella di Roma Ostiense. [2]

Citazioni e riferimenti

  • La scena in cui Fantozzi simula lo sciopero della fame è seduto in sala mensa accanto ad un detenuto con davanti a sé un piatto di polpette; Fantozzi gliele ruba citando una gag già vista in Fantozzi contro tutti
  • La scena in cui Fantozzi è circondato dai poliziotti con i fucili e pistole puntati contro è una citazione di Fracchia la belva umana

Note

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