Diocesi di Susa

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Diocesi di Susa
Dioecesis Segusiensis
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Torino
Regione ecclesiasticaPiemonte
 
Mappa della diocesi
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
 
VescovoRoberto Repole
Vicario generaleDaniele Giglioli
Vescovi emeritiAlfonso Badini Confalonieri
Presbiteri40, di cui 36 secolari e 4 regolari
1.861 battezzati per presbitero
Religiosi8 uomini, 41 donne
Diaconi2 permanenti
 
Abitanti82.740
Battezzati74.466 (90,0% del totale)
StatoItalia
Superficie1.062 km²
Parrocchie61 (9 vicariati)
 
Erezione3 agosto 1772
Ritoromano
CattedraleSan Giusto
Santi patroniNostra Signora del Rocciamelone (principale),
San Giusto di Novalesa (principale),
San Mauro (secondario)
IndirizzoPiazza San Giusto 14, 10059 Susa [Torino], Italia
Sito webwww.diocesidisusa.it
Dati dall'Annuario pontificio 2021 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
Scorcio sull'abbazia di Novalesa.
L'abbazia di San Michele della Chiusa, meglio nota come Sacra di San Michele.
Sede del museo diocesano d'arte sacra di Susa.
La statua della Madonna Rocciamelone, patrona della diocesi, posta in cima al monte omonimo dal vescovo Edoardo Giuseppe Rosaz nel 1899.

La diocesi di Susa (in latino Dioecesis Segusiensis) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Torino appartenente alla regione ecclesiastica Piemonte. Nel 2020 contava 74.466 battezzati su 82.740 abitanti. È retta dal vescovo Roberto Repole.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

La diocesi comprende la Val di Susa e la Val Cenischia. Confina a nord con l'arcidiocesi di Chambéry, San Giovanni di Moriana e Tarantasia, in Francia, e con l'arcidiocesi di Torino (con la quale confina anche ad est e in parte a sud), a sud con la diocesi di Pinerolo, ad ovest con la diocesi di Gap-Embrun, in Francia.

Sede vescovile è la città di Susa, dove si trova la cattedrale di San Giusto.

Parrocchie e vicarie[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio si estende su 1.062 km² ed è suddiviso in 61 parrocchie, raggruppate in 9 vicarie:

Istituti religiosi[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2018 la diocesi ospita le seguenti comunità religiose:[1]

Istituti religiosi maschili
Istituti religiosi femminili

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Susa è ricordata per la prima volta nelle carte relative alla fondazione dell'abbazia di San Pietro di Novalesa nel 726. Nell'887 la città ed il territorio facevano parte della diocesi di Saint-Jean de Maurienne. Risale all'XI secolo la fondazione dell'abbazia di San Giusto in Susa, attuale cattedrale diocesana, che per molti secoli fu abbazia nullius dioecesis. Le abbazie e i centri religiosi della Valle di Susa testimoniano ancora oggi l'importanza, durante il Medioevo, di questo territorio quale luogo di transito per i pellegrini diretti a Roma attraverso la Via Francigena o a Santiago di Compostela per il Cammino.[2]

La diocesi fu eretta il 3 agosto 1772 da papa Clemente XIV con la bolla Quod nobis, ricavandone il territorio dalle giurisdizioni delle abbazie nullius di San Giusto di Susa e di San Pietro di Novalesa, e dall'arcidiocesi di Torino. Nel 1794 furono annesse alla diocesi di Susa le parrocchie dell'alta Valle appartenute un tempo all'arcidiocesi di Torino e amministrate dalla prevostura di San Lorenzo di Oulx, assegnate nel 1748 alla diocesi di Pinerolo.

Dopo sei anni di sede vacante, durante i quali la diocesi fu retta dal vicario capitolare Ludovico Giuseppe Majneri, il 20 luglio 1778 fu nominato il primo vescovo segusino, Giuseppe Francesco Maria Ferraris, dei signori di Genola, dottore in teologia, insigne oratore e teologo della Cattedrale di Pinerolo. La nomina a vescovo fu conferita con atto di papa Pio VI su presentazione del re di Sardegna Vittorio Amedeo III di Savoia; il vescovo fece il suo ingresso nella diocesi il 22 novembre 1778.

Nell'agosto del 1800, a causa delle guerre napoleoniche, fu impossibile nominare un nuovo vescovo, e la diocesi rimase vacante fino al 1º giugno 1803, quando, in occasione del riordino delle diocesi piemontesi voluto da Bonaparte, quella di Susa fu soppressa da papa Pio VII e incorporata nell'arcidiocesi di Torino.[3] La diocesi fu ristabilita il 17 luglio 1817 dallo stesso papa Pio VII con la bolla Beati Petri. La soppressione del 1803 aveva colpito anche l'abbazia nullius di San Michele della Chiusa, che nel 1817 fu pure ristabilita, ma perdette il privilegio dell'esenzione dalla giurisdizione episcopale e fu annessa alla diocesi di Susa.

I primi vescovi, dopo la sua restaurazione, dovettero impegnarsi per ricostruire le strutture diocesane, andate perse nel periodo francese: Giuseppe Prin (1817-1822) ripristinò il seminario vescovile e gli uffici diocesani; Francesco Vincenzo Lombard (1824-1830) indisse il primo sinodo diocesano nel 1829. Particolare attenzione merita l'opera di Edoardo Giuseppe Rosaz, fondatore della congregazione religiosa delle Suore francescane missionarie di Susa, nominato vescovo di Susa il 31 dicembre 1877 e che governò la diocesi fino alla sua morte nel 1903. Nel 1930 iniziò il suo processo di canonizzazione; fu proclamato beato il 14 luglio 1991, durante la visita pastorale a Susa di papa Giovanni Paolo II.

Tra i vescovi del Novecento si ricordano: Carlo Marozio (1903-1910), che indisse il secondo sinodo diocesano e celebrò il millenario del martirio di san Giusto; Giuseppe Castelli (1910-1921), che celebrò il primo congresso eucaristico diocesano nel giugno 1920; Umberto Rossi (1921-1932), che celebrò altri cinque congressi eucaristici e diede vita all'azione cattolica diocesana; Umberto Ugliengo (1932-1953), a cui si devono il terzo sinodo diocesano, tre congressi eucaristici, due congressi mariani e la consacrazione della diocesi al Sacro Cuore di Gesù; Giuseppe Garneri (1954-1978), che fece costruire il santuario diocesano della Madonna del Rocciamelone a Mompantero.

Il 21 novembre 1961, con la lettera apostolica In Alpium Cottiarum, papa Giovanni XXIII ha proclamato la Beata Maria Vergine del Rocciamelone e San Giusto di Novalesa patroni principali della diocesi.[4]

Dal 19 febbraio 2022 è unita in persona episcopi all'arcidiocesi di Torino.

Istituzioni culturali diocesane[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2000, nell'ambito del progetto culturale della CEI, la diocesi di Susa, tra le prime in Piemonte grazie al lavoro preliminare svolto da Severino Savi, ha fondato il museo diocesano d'arte sacra, nucleo del sistema museale diocesano, affiancandolo al centro culturale diocesano e all'archivio diocesano. Il museo ha sede nei locali adiacenti all'antica chiesa della Madonna del Ponte e raccoglie oggetti d'arte appartenuti al tesoro della cattedrale e al tesoro della Chiesa della Madonna del Ponte, assieme a opere di oreficeria, di statuaria lignea e lapidea e di tessuti provenienti da varie zone della diocesi. Tra i beni più preziosi, un reliquiario attribuito al VII secolo e il Trittico di Rotario del 1358. Il museo comprende quattro sezioni distaccate: Bardonecchia, Giaglione, Novalesa e San Giorio di Susa.[5]

La biblioteca diocesana venne istituita in occasione della fondazione del seminario vescovile nel 1778. Oggi è costituita da un fondo di circa 45.000 volumi, con alcuni pezzi antichi, tra cui un messale della Novalesa del XII secolo, un breviario del XIV secolo, un pontificale miniato del 1497 e una bibbia xilografata del 1542.[6]

I locali del seminario ospitano anche l'archivio storico diocesano, organizzato e inventariato nel 2000. Esso è costituito soprattutto dai fondi provenienti dall'archivio storico del capitolo di San Giusto di Susa e dall'archivio storico vescovile, e comprende documenti dal 1029, atto di fondazione dell'abbazia di San Giusto, ad oggi. A questi fondi se ne sono aggiunti altri, frutto del recupero del patrimonio documentario valsusino (personalità importanti, confraternite, parrocchie).[7]

Alla diocesi di Susa appartiene il settimanale locale La Valsusa, fondato nel 1897 dal vescovo Rosaz con il nome Il Rocciamelone, al quale dopo la prima guerra mondiale venne chiamato a collaborare il primo nucleo di suore che si dedicheranno alla stampa, le Paoline.

Cronotassi dei vescovi[modifica | modifica wikitesto]

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

  • Sede vacante (1772-1778)

Vescovi di origine valsusina[modifica | modifica wikitesto]

Elenco dei vescovi originari della diocesi, dopo la sua erezione:[10]

Calendario liturgico proprio della diocesi[modifica | modifica wikitesto]

Il calendario liturgico proprio della diocesi ricorda e celebra i seguenti santi e beati:[11]

Data Celebrazione Grado
15 gennaio San Mauro, patrono secondario della diocesi Memoria
31 gennaio San Giovanni Bosco, sacerdote Memoria
1º febbraio Beata Anna Michelotti, vergine Memoria facoltativa
13 marzo Sant'Eldrado, abate Memoria facoltativa
30 aprile San Giuseppe Cottolengo, sacerdote Memoria
4 maggio Beato Edoardo Giuseppe Rosaz, vescovo Memoria
6 maggio San Domenico Savio Memoria facoltativa
23 giugno San Giuseppe Cafasso, sacerdote Memoria facoltativa
25 giugno San Massimo di Torino, vescovo Memoria
1º agosto Sant'Eusebio di Vercelli, vescovo Festa
5 agosto Madonna del Rocciamelone, patrona principale della diocesi Solennità a Susa
Festa in diocesi
16 agosto San Rocco Memoria[12]
7 settembre San Grato Memoria[12]
28 settembre Beato Federico Albert, sacerdote Memoria facoltativa
15 ottobre Dedicazione della Chiesa cattedrale Festa in diocesi
Solennità nella Cattedrale
19 ottobre San Giusto di Novalesa, patrono principale Festa
27 novembre San Giovanni Vincenzo, eremita e vescovo Memoria

Santi e beati[modifica | modifica wikitesto]

Dalla sua istituzione, la diocesi ha visto alcuni esempi di santità nel suo territorio:

Nel 2021 era in corso un'inchiesta diocesana sul laico Emilio Giaccone, fondatore dell'Ente Nazionale Assistenza Orfani dei Lavoratori Italiani (ENAOLI).

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

La diocesi nel 2020 su una popolazione di 82.740 persone contava 74.466 battezzati, corrispondenti al 90,0% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1949 51.220 52.000 98,5 122 116 6 419 14 121 62
1970 58.000 59.000 98,3 99 91 8 585 9 180 64
1980 62.000 62.500 99,2 108 83 25 574 31 218 64
1990 59.900 61.973 96,7 93 81 12 644 20 128 62
1999 60.000 62.000 96,8 75 64 11 800 1 19 140 62
2000 60.000 62.000 96,8 74 63 11 810 1 28 135 62
2001 60.000 62.000 96,8 72 61 11 833 1 26 123 62
2002 64.000 65.500 97,7 66 54 12 969 1 17 110 62
2003 64.000 65.500 97,7 64 51 13 1.000 2 20 108 62
2004 64.000 65.500 97,7 59 46 13 1.084 2 18 103 62
2010 69.000 76.500 90,2 51 42 9 1.352 2 18 72 61
2014 71.000 78.102 90,9 42 34 8 1.690 2 16 62 71
2017 73.400 79.843 91,9 40 34 6 1.835 13 43 71
2020 74.466 82.740 90,0 40 36 4 1.861 2 8 41 61

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Elenco dall'Annuario diocesano 2018, pp. 23-24.
  2. ^ In questi anni è in corso una riscoperta dell'itinerario della Via Francigena dal Colle del Moncenisio attraverso la Valle di Susa.
  3. ^ Lettera apostolica Gravissimis causis, pubblicata in edizione latina e traduzione francese in: Bulletin des lois de l'Empire français, quarta serie, tomo terzo, pp. 58-69. A seguire la lettera esecutoria del cardinale Caprara, pp. 69-92.
  4. ^ (LA) Lettera apostolica In Alpium Cottiarum, AAS 54 (1962), pp. 426-428.
  5. ^ Dal sito Beweb, Museo diocesano di Susa.
  6. ^ Dal sito Beweb, Biblioteca diocesana di Susa.
  7. ^ Dal sito Beweb, Archivio storico diocesano.
  8. ^ «Come successore di Mons. Ugliengo venne nominato Mons. Giorgis Giovanni, nativo di Cuneo e già vescovo di Fiesole, ma non prese possesso della Diocesi per grave malattia». Silvio Bertolo e Pier Giorgio Pieruz, Vescovi e sacerdoti nella storia della diocesi di Susa, Susa Libri, 2004.
  9. ^ Durante la vacanza della sede fu amministratore apostolico Cesare Nosiglia, arcivescovo metropolita di Torino.
  10. ^ Dall'Annuario diocesano 2018, p. 6.
  11. ^ Calendario nel sito web della diocesi.
  12. ^ a b Solo nelle chiese che ne celebrano la memoria.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN156096211 · LCCN (ENn95009149 · WorldCat Identities (ENlccn-n95009149