Dinamide
Dinamide | |
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Regina del Bosforo Cimmerio | |
In carica | 17 a.C. – 7 con Scribonio (17-16 a.C.), Polemone I (16-8 a.C.) e Aspurgo (8 a.C.-7) |
Predecessore | Asandro |
Successore | Tiberio Giulio Aspurgo |
Nome completo | Δύναμις Φιλορωμαῖος, Dýnamis Philoromaîos |
Nascita | 62 a.C. circa |
Morte | 7 |
Dinastia | Mitridatica |
Padre | Farnace II |
Madre | sconosciuta donna sarmata |
Consorte | Asandro Scribonio Polemone I Tiberio Giulio Aspurgo |
Figli | Da Aspurgo: Tiberio Giulio Mitridate |
Dinamide Filoromeo (in greco antico: Δύναμις Φιλορωμαῖος?, Dýnamis Philoromaîos; 62 a.C. circa[1] – 7), chiamata nella storiografia moderna Dinamide del Bosforo, è stata una regina pontica, regnante nel Bosforo Cimmerio.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Origini familiari
[modifica | modifica wikitesto]Dinamide era la figlia di Farnace II del Ponto e di sua moglie, una donna di origini sarmate; era quindi nipote di Mitridate VI il Grande e Laodice. Aveva due fratelli: Dario e Arsace.
Regno (17 a.C.-7)
[modifica | modifica wikitesto]Dinamide era moglie del re del Bosforo Cimmerio Asandro e nel 17 a.C., quando alla morte del re il regno fu usurpato da Scribonio, questi, per legittimare la sua pretesa, sposò Dinamide;[2] l'impero romano, allora, inviò il nobile pontico Polemone per cacciare l'usurpatore, ma Scribonio nel frattempo fu assassinato dai suoi sudditi e Dinamide rimase a governare il regno da sola.[1] Per non scontrarsi con i Romani, Dinamide accettò di sposare Polemone, che unì sotto di lui i due regni del Bosforo Cimmerio e del Ponto.[3]
Dinamide, tuttavia, scappò da Polemone e insieme al sarmata Aspurgo, che sposò, combatté contro Polemone, che alla fine morì nell'8 a.C. Dimanide regnò quindi come unica sovrana del Bosforo, chiamandosi "imperatrice" e "amica dei Romani" e onorando Livia Augusta come sua "benefattrice". Il suo regno durò fino alla sua morte nel 7 d.C.[4] Da Aspurgo, che regnò dopo di lei, ebbe un figlio, Tiberio Giulio Mitridate.[5]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Salisbury 2001, p. 89.
- ^ Cassio Dione, LIV, 24.4.
- ^ Cassio Dione, LIV, 24.5-6; Salisbury 2001, pp. 89-90.
- ^ Salisbury 2001, p. 90.
- ^ Bunson 2014, p. 372.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Fonti primarie
- (GRC) Cassio Dione, Historia Romana. ((EN) Roman History — traduzione in inglese su LacusCurtius).
- Fonti storiografiche moderne
- Matthew Bunson, Encyclopedia of the Roman Empire, Infobase Publishing, 2014, ISBN 9781438110271.
- Joyce E. Salisbury, Encyclopedia of Women in the Ancient World, ABC-CLIO, 2001, ISBN 978-1-57607-092-5.
Altri progetti
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