Arcidiocesi di Urbino-Urbania-Sant'Angelo in Vado
Arcidiocesi di Urbino-Urbania-Sant'Angelo in Vado Archidioecesis Urbinatensis-Urbaniensis-Sancti Angeli in Vado Chiesa latina | |||
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Suffraganea dell' | arcidiocesi di Pesaro | ||
Regione ecclesiastica | Marche | ||
Arcivescovo | Giovanni Tani | ||
Vicario generale | Giuseppe Tabarini | ||
Arcivescovi emeriti | Francesco Marinelli | ||
Presbiteri | 62, di cui 50 secolari e 12 regolari 851 battezzati per presbitero | ||
Religiosi | 13 uomini, 104 donne | ||
Diaconi | 4 permanenti | ||
Abitanti | 56.785 | ||
Battezzati | 52.790 (93,0% del totale) | ||
Stato | Italia | ||
Superficie | 781 km² | ||
Parrocchie | 54 | ||
Erezione | VI secolo (Urbino) 18 febbraio 1636 (Urbania e Sant'Angelo in Vado) in plena unione dal 30 settembre 1986 | ||
Rito | romano | ||
Cattedrale | Santa Maria Assunta | ||
Concattedrali | San Cristoforo Martire San Michele Arcangelo | ||
Santi patroni | San Crescentino San Cristoforo San Michele Arcangelo | ||
Indirizzo | Piazza Pascoli 2, 61029 Urbino [Pesaro], Italia | ||
Sito web | www.arcidiocesiurbino.it | ||
Dati dall'Annuario pontificio 2018 (ch · gc) | |||
Chiesa cattolica in Italia | |||
L'arcidiocesi di Urbino-Urbania-Sant'Angelo in Vado (in latino: Archidioecesis Urbinatensis-Urbaniensis-Sancti Angeli in Vado) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Pesaro, appartenente alla regione ecclesiastica Marche. Nel 2017 contava 52.790 battezzati su 56.785 abitanti. È retta dall'arcivescovo Giovanni Tani.
Territorio
L'arcidiocesi comprende i comuni di Acqualagna, Borgo Pace, Colbordolo, Fermignano, Isola del Piano, Mercatello sul Metauro, Montecalvo in Foglia, Peglio, Petriano, Piobbico, Sassocorvaro, Sant'Angelo in Vado, Urbania e Urbino. Comprende inoltre parte dei comuni di Lunano, Fossombrone, Montefelcino, Montelabbate e Piandimeleto.
Sede arcivescovile è la città di Urbino, dove si trova la cattedrale di Santa Maria Assunta. A Urbania e a Sant'Angelo in Vado si trovano le concattedrali dedicate rispettivamente a San Cristoforo martire e a San Michele arcangelo.
Il territorio si estende su 781 km² ed è suddiviso in 54 parrocchie, raggruppate in sette unità pastorali: Urbino, Massa Trabaria, Urbania, Candigliano, Metauro, Apsa, Foglia.
Storia
L'odierna circoscrizione ecclesiastica è frutto dell'unione, attuata nel 1986, dell'arcidiocesi di Urbino con la diocesi di Urbania e Sant'Angelo in Vado.
Diocesi di Urbino
La diocesi di Urbino è attestata a partire dalla fine del VI secolo, sebbene la tradizione indichi come primo vescovo Evandro, vissuto nel IV secolo. Il primo riscontro storico certo dell'esistenza della diocesi risale al 593, anno in cui è menzionato il vescovo Leonzio, a cui Gregorio Magno affida l'amministrazione della chiesa di Rimini in assenza del vescovo Castorio. Leonzio è documentato in altre occasioni nell'epistolario gregoriano (595, 596) e morì probabilmente prima di maggio 599, poiché a questa data risultava amministratore della diocesi di Rimini il vescovo Sebastiano, che si ritiene sia stato il successore di Leonzio, benché nella lettera di Gregorio Magno che lo menziona non è indicata la sede di appartenenza.[1] La successiva cronotassi dei vescovi urbinati, fino al XII secolo, è molto lacunosa e incompleta, e incerta è l'attribuzione a Urbino dei vescovi documentati dalla tradizione.
La primitiva cattedrale della diocesi era la chiesa di San Sergio, che sorgeva fuori dalle mura cittadine. Nel 1021 il vescovo Teodorico trasferì la cattedrale episcopale in una chiesa all'interno della città, che dedicò a Santa Maria Assunta. All'epoca del successivo vescovo, il beato Mainardo, furono trasferite da Città di Castello e collocate nella cattedrale le reliquie di San Crescentino, patrono della città e della diocesi di Urbino.
Scrive Franco Negroni[2]: «Il sorgere del Comune tra i secoli XI-XII, con l'espansione rapida e notevole della città, non fu senza un certo travaglio tra vescovo e cittadini e vive furono le fazioni guelfa e ghibellina, capeggiata quest'ultima dalla famiglia Montefeltro. La città dal secolo XII contò cinque parrocchie oltre la cattedrale e accolse i nuovi ordini mendicanti: Francescani (dal loro sorgere), Domenicani (ca. 1245), Agostiniani (c.1258), Celestini (fine secolo XIII) con i rami femminili delle Clarisse, Agostiniane (tre monasteri), Santucciane (Benedettine). Il secolo XIV segnò il nascere delle gloriose confraternite di Santa Croce (1318), del Corpus Domini (ca. 1350), dell'Umiltà (1362), di San Giovanni (1393), dello Spirito Santo (ca. 1395) e la nascita o l'incremento di vari ospedali nella città e nel territorio diocesano».
Nel 1380 il beato Pietro Gambacorta diede vita, a poca distanza da Urbino, alla congregazione dei Poveri eremiti di San Gerolamo, che si diffuse in tutta Italia e all'estero.
Su istanza di Federico da Montefeltro, nella seconda metà del XV secolo venne ricostruita la cattedrale, che fu consacrata nel 1534 e ultimata con l'aggiunta della cupola agli inizi del Seicento.
Nel 1402 l'abbazia benedettina di San Cristoforo del Ponte (VIII secolo) a Casteldurante, in commenda dal 1393, ottenne lo status di nullius dioecesis da papa Bonifacio IX, ossia l'indipendenza ecclesiastica dai vescovi di Urbino; oltre Casteldurante, dall'abbazia dipendevano i castelli di Sant'Angelo in Vado e di Sassocorvaro.
Il 4 giugno 1563[3], su richiesta dell'ex vescovo, il cardinale Giulio della Rovere, Urbino fu elevata al rango di arcidiocesi metropolitana con la bolla Super universas di papa Pio IV. Originariamente le furono assegnate come suffraganee le diocesi di Cagli, Senigallia, Pesaro, Fossombrone, Montefeltro e Gubbio. Nel 1636 entrò a far parte della provincia ecclesiastica urbinate anche la diocesi di Urbania e Sant'Angelo in Vado.
Durante l'episcopato di Antonio Giannotti, il 21 novembre 1592 fu istituito il seminario diocesano nei pressi dell'antica cattedrale di San Sergio. Rimase in questa sede fino al 1874, quando l'arcivescovo Alessandro Angeloni fece costruire un nuovo grande edificio nel luogo dove sorgeva l'ex monastero di San Domenico.
Nell'epoca post-tridentina, gli arcivescovi si impegnarono per l'attuazione delle riforme introdotte dal concilio di Trento e l'arcidiocesi vide il fiorire di opere di carità, di istituzioni laicali e di assistenza, e la fondazione di numerose case di religiosi. Da segnalare: la visita pastorale attuata dall'arcivescovo Benedetto Ala (1610-1620); i sinodi arcivescovili indetti da Paolo Emilio Santorio nel 1627, da Antonio Santacroce nel 1639, da Francesco Vitelli nel 1645 e da Ascanio Maffei nel 1648; la fondazione della congregazione per l'assistenza degli infermi poveri nel 1648.
Agli inizi del Settecento l'urbinate Gianfrancesco Albani divenne papa con il nome di Clemente XI; questi si mostrò munifico e generoso nei confronti della sua città natale, così come il nipote, il cardinale Annibale Albani (1682-1751), nei confronti di chiese, monasteri, opere pie e della cattedrale.
Il patrimonio architettonico delle diocesi fu colpito dal terremoto del 3 giugno 1781, che portò distruzione soprattutto nella parte montana dell'arcidiocesi e nelle chiese di campagna. La cupola della cattedrale di Urbino cedette nel gennaio del 1789, provocando danni alle opere d'arte custodite nella chiesa.
Durante il periodo napoleonico l'arcidiocesi di Urbino fu guidata dal vescovo Spiridione Berioli (1787-1819), di tendenze filonapoleoniche, con qualche contrasto con il clero diocesano e il capitolo della cattedrale. Tuttavia, dopo la caduta di Napoleone, Berioli abbandonò le simpatie liberali. Durante il suo episcopato, nel 1801, si riaprì la cattedrale restaurata in forme neoclassiche dall'architetto romano Giuseppe Valadier.
Dopo l'annessione delle Marche al Regno d'Italia l'arcidiocesi di Urbino dovette subire la politica anticlericale del governo unitario. L'arcivescovo Angeloni (1846-1881), considerato un conservatore e reazionario, fu arrestato tre volte. Intanto, in tutta la seconda metà dell'Ottocento sorsero istituti di carità: l'orfanotrofio, la "Casa delle Convertite", la conferenza di San Vincenzo de Paoli, l'istituto Santa Felicita per l'istruzione di ragazze povere, la Banca Cattolica, le cooperative cattoliche e le casse rurali. Si deve all'Angeloni la celebrazione di sinodo provinciale nel 1859 e di due sinodi diocesani nel 1867 e nel 1880.
Nel 1900 nacque il giornale diocesano "L'Ancora", seguito da "Il Dovere", per la diffusione dell'Azione cattolica, e da "Il lavoro", che si opponeva alla stampa socialista.
Diocesi di Urbania e Sant'Angelo in Vado
Le sedi unite
Il 7 aprile 1965, alla morte del vescovo Giovanni Capobianco, la diocesi di Urbania e Sant'Angelo in Vado fu data in amministrazione all'arcivescovo urbinate Anacleto Cazzaniga, fino a quando il 23 maggio 1977 Ugo Donato Bianchi divenne, con due distinte nomine, arcivescovo di Urbino e vescovo di Urbania e Sant'Angelo in Vado, unendo così in persona episcopi le tre sedi episcopali.
Il 30 settembre 1986, con il decreto Instantibus votis della Congregazione per i Vescovi, è stata stabilita la plena unione delle tre diocesi e la nuova circoscrizione ecclesiastica ha assunto il nome attuale. Ugo Donato Bianchi è diventato il primo arcivescovo di Urbino-Urbania-Sant'Angelo in Vado.
Nel 1990 due parrocchie del comune di Piobbico (San Donato e Santa Maria), appartenenti alla diocesi di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola, vengono annesse all'arcidiocesi.[4]
La provincia ecclesiastica di Urbino ha subito sostanziali modifiche a partire dagli anni settanta del Novecento. Infatti nel 1972 e nel 1977 ha perso le diocesi di Gubbio e di Montefeltro. Dopo le modifiche attuate nel 1986, la provincia ecclesiastica urbinate era costituita dalle diocesi di Senigallia, di Pesaro e di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola. Infine, l'11 marzo 2000, nell'ambito della riorganizzazione della regione ecclesiastica Marche, Urbino, pur mantenendo il titolo arcivescovile, ha perso la dignità metropolitica ed è entrata a far parte della nuova provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Pesaro.[5]
Nel 2010 è stato riaperto al pubblico, dopo un'attenta opera di ristrutturazione e di ampliamento, il museo diocesano Albani, istituito nel 1964 in alcuni locali a pianterreno del palazzo arcivescovile di Urbino, e dedicato alla famiglia Albani, che nel Settecento si mostrò particolarmente munifica verso la cattedrale, contribuendo in maniera determinante ad accrescerne la collezione artistica.
Cronotassi dei vescovi
Vescovi e arcivescovi di Urbino
- Evandro ? † (menzionato nel 313)[6]
- Leonzio † (prima del 593 - dopo il 596)
- Sebastiano ? † (menzionato nel 599)
- Esilarato ? † (menzionato nel 680)[7]
- Temaurino † (menzionato nel 769)
- Mariano (o Mauriano) † (menzionato nell'826)
- Costantino † (menzionato nell'853)
- Pietro I † (menzionato nell'861)
- Giovanni † (menzionato nell'877)
- Alberto † (menzionato nell'887)
- Teodorico † (prima del 1021 - dopo il 22 aprile 1049 deceduto)
- Teuzone † (menzionato nel 1050 circa)
- Beato Mainardo (prima del 1056 - 9 maggio circa 1088 deceduto)
- Pietro II † (menzionato nel 1088)
- Guido I † (menzionato nel 1147)
- Giso † (prima del 1162 - dopo il 1179)
- Ugo Brandi † (prima del 1192 - dopo il 1197)
- Vivio † (menzionato nel 1204)
- Raniero † (menzionato nel 1214)
- Oddone † (marzo 1221 consacrato - ?)
- Pietro III † (menzionato nel 1250)
- Guido Brancaleoni, O.S.B. † (20 agosto 1259 - 1285 deceduto)
- Egidio † (3 ottobre 1285 - 1309 deceduto)
- Corrado, O.E.S.A. † (6 aprile 1309 - 1317 deceduto)
- Alessandro Guidi † (17 marzo 1317 - 1342 deceduto)
- Marco Rognoni, O.P. † (20 novembre 1342 - 1347 deceduto)
- Bartolomeo Carusi, O.E.S.A. † (12 dicembre 1347 - 1349 o 1350 deceduto)
- Francesco Brancaleoni † (2 maggio 1350 - 1370 deceduto)
- Guglielmo, O.F.M. † (30 marzo 1373 - 15 gennaio 1379 nominato patriarca di Costantinopoli)
- Oddone da Colonna[8] † (1380 - ?)
- Matteo Ghiri (Fiorilli) † (1409 - 26 luglio 1412 nominato vescovo di Forlì)
- Giorgio † (26 luglio 1412 - 1413 dimesso)[9]
- Matteo Ghiri (Fiorilli) † (1413 - 1423 deceduto) (per la seconda volta)
- Tommaso Tomassini, O.P. † (24 settembre 1423 - 11 dicembre 1424 nominato vescovo di Traù)
- Giacomo Balardi, O.P. † (11 dicembre 1424 - 12 settembre 1435 deceduto)
- Antonio Altan † (10 febbraio 1436 - 1450 deceduto)
- Latino Orsini † (23 dicembre 1450 - 11 settembre 1452 dimesso)
- Andrea Perciballi † (11 settembre 1452 - 26 maggio 1463 nominato vescovo di Muro Lucano)
- Girolamo Staccoli † (26 maggio 1463 - 1468 deceduto)
- Giovanni Battista Mellini † (27 aprile 1468 - 24 luglio 1478 deceduto)
- Lazzaro Racanelli, O.P. † (14 agosto 1478 - 1484 deceduto)
- Filippo Contorni † (20 settembre 1484 - 16 aprile 1491 deceduto)
- Giampietro Arrivabene † (18 aprile 1491 - 1504 deceduto)
- Gabriele de' Gabrielli † (27 marzo 1504 - 5 novembre 1511 deceduto)
- Antonio Trombetta † (7 novembre 1511 - 1514 dimesso)
- Domenico Grimani † (29 marzo 1514 - 17 luglio 1523 dimesso) (amministratore apostolico)
- Giacomo Narducci † (17 luglio 1523 - 14 gennaio 1540 deceduto)
- Dionisio Laurerio, O.S.M. (13 febbraio 1540 - 17 settembre 1542 deceduto)
- Gregorio Cortese, O.S.B. † (6 novembre 1543 - 21 settembre 1548 deceduto)
- Giulio della Rovere † (24 settembre 1548 - 18 novembre 1551 nominato amministratore apostolico di Novara)
- Felice Tiranni † (18 novembre 1551 - 1º febbraio 1578 deceduto)
- Antonio Giannotti † (11 agosto 1578 - 1597 deceduto)
- Giuseppe Ferrerio † (1597 succeduto - 16 marzo 1610 deceduto)
- Benedetto Ala † (5 maggio 1610 - 27 aprile 1620 deceduto)
- Ottavio Accoramboni † (17 maggio 1621 - 1623 dimesso)
- Paolo Emilio Santorio † (20 novembre 1623 - 4 agosto 1635 deceduto)
- Antonio Santacroce † (9 giugno 1636 - 16 novembre 1643 dimesso)
- Francesco Vitelli † (16 novembre 1643 - febbraio 1646 deceduto)
- Ascanio Maffei † (25 giugno 1646 - ottobre 1659 deceduto)
- Giacomo de Angelis † (20 settembre 1660 - 1667 dimesso)
- Callisto Puccinelli, O.S.M. † (16 marzo 1667 - 12 aprile 1675 deceduto)
- Giambattista Candiotti † (9 settembre 1675 - circa settembre 1684 deceduto)
- Antonio Roberti † (10 settembre 1685 - 26 gennaio 1701 deceduto)
- Sede vacante (1701-1709)
- Sebastiano Antonio Tanara † (1703 - 1709 dimesso) (amministratore apostolico)
- Antonio Francesco Sanvitale † (6 maggio 1709 - 17 dicembre 1714 deceduto)
- Tommaso Maria Marelli, C.O. † (7 dicembre 1716 - 23 febbraio 1739 nominato vescovo di Imola)
- Antonio Guglielmi † (22 giugno 1739 - 5 febbraio 1766 deceduto)
- Domenico Monti † (14 aprile 1766 - 8 settembre 1787 deceduto)
- Spiridione Berioli † (17 dicembre 1787 - 19 aprile 1819 deceduto)
- Ignazio Ranaldi, C.O. † (23 agosto 1819 - 2 gennaio 1827 deceduto)
- Giangrisostomo Dondini † (21 maggio 1827 - 10 novembre 1832 deceduto)
- Giovanni Niccolò Tanara † (17 dicembre 1832 - 24 novembre 1845 nominato patriarca titolare di Antiochia)
- Alessandro Angeloni † (16 aprile 1846 - 5 agosto 1881 deceduto)
- Antonio Maria Pettinari, O.F.M. † (18 novembre 1881 - 27 luglio 1885 dimesso)
- Carlo Maria Borgognini † (15 gennaio 1886 - 24 maggio 1889 nominato arcivescovo di Modena e abate di Nonantola)
- Nicodario Vampa † (30 dicembre 1889 - 27 settembre 1903 deceduto)
- Giovanni Maria Santarelli † (12 ottobre 1904 - 24 settembre 1908 deceduto)
- Ciro Pontecorvi † (29 aprile 1909 - 26 giugno 1911 deceduto)
- Giacomo Ghio † (28 marzo 1912 - 20 ottobre 1931 dimesso)
- Antonio Tani † (1º maggio 1932 - 31 dicembre 1952 dimesso)
- Anacleto Cazzaniga † (12 gennaio 1953 - 23 maggio 1977 ritirato)
- Ugo Donato Bianchi † (23 maggio 1977 - 30 settembre 1986 nominato arcivescovo di Urbino-Urbania-Sant'Angelo in Vado)
Vescovi di Urbania e Sant'Angelo in Vado
Arcivescovi di Urbino-Urbania-Sant'Angelo in Vado
- Ugo Donato Bianchi † (30 settembre 1986 - 4 aprile 1999 deceduto)
- Francesco Marinelli (11 marzo 2000 - 24 giugno 2011 ritirato)
- Giovanni Tani, dal 24 giugno 2011
Statistiche
L'arcidiocesi al termine dell'anno 2017 su una popolazione di 56.785 persone contava 52.790 battezzati, corrispondenti al 93,0% del totale.
anno | popolazione | presbiteri | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per presbitero | uomini | donne | |||
arcidiocesi di Urbino | |||||||||||
1950 | 46.700 | 47.000 | 99,4 | 116 | 108 | 8 | 402 | 10 | 82 | 97 | |
1970 | 38.450 | 38.500 | 99,9 | 84 | 74 | 10 | 457 | 10 | 94 | 111 | |
1980 | 36.200 | 38.200 | 94,8 | 84 | 71 | 13 | 430 | 13 | 85 | 111 | |
arcidiocesi di Urbino-Urbania-Sant'Angelo in Vado | |||||||||||
1990 | 50.700 | 51.000 | 99,4 | 97 | 86 | 11 | 522 | 11 | 145 | 51 | |
1999 | 52.600 | 54.000 | 97,4 | 81 | 72 | 9 | 649 | 9 | 126 | 53 | |
2000 | 53.100 | 54.500 | 97,4 | 81 | 71 | 10 | 655 | 10 | 125 | 53 | |
2001 | 53.500 | 55.000 | 97,3 | 78 | 65 | 13 | 685 | 1 | 13 | 130 | 53 |
2002 | 54.623 | 57.617 | 94,8 | 81 | 65 | 16 | 674 | 1 | 17 | 143 | 53 |
2003 | 54.600 | 57.600 | 94,8 | 79 | 63 | 16 | 691 | 1 | 16 | 143 | 54 |
2004 | 54.600 | 57.600 | 94,8 | 70 | 60 | 10 | 780 | 10 | 140 | 54 | |
2010 | 50.500 | 54.900 | 92,0 | 68 | 59 | 9 | 742 | 1 | 10 | 108 | 54 |
2014 | 54.000 | 57.000 | 94,7 | 66 | 55 | 11 | 818 | 4 | 11 | 111 | 54 |
2017 | 52.790 | 56.785 | 93,0 | 62 | 50 | 12 | 851 | 4 | 13 | 104 | 54 |
Note
- ^ Pietri (ed.), Prosopographie chrétienne du Bas-Empire…, II, pp. 2006-2007.
- ^ Storia dal sito web dell'arcidiocesi.
- ^ La bolla riporta la data del pridie nonas junii, che corrisponde al 4 giugno. Cappelletti (III, p. 206) indica erroneamente la data dal 7 luglio.
- ^ AAS 83 (1991), pp. 524-525.
- ^ Decreto Quo maiori, AAS 92 (2000), pp. 568-569.
- ^ Vescovo di Ursinum, che secondo Lanzoni potrebbe essere Bolsena (Vulsinii) o Urbino (Urbinum). Per Cappelletti e Gams invece, Evandro fu vescovo di Ajaccio in Corsica.
- ^ Avrebbe partecipato al concilio romano convocato da papa Agatone nel 680. Gams e Cappelletti lo indicano sia come vescovo di Urbino che come vescovo di Monterano. L'edizione critica degli atti del Concilio di Costantinopoli III (Rudolf Riedinger ed., Acta conciliorum oecumenicorum. Series Secunda. Volumen II/1, Berlino 1990, p. 157) assegnano Esilarato alla diocesi di Monterano.
- ^ Alcuni autori, tra cui Eubel, e la tradizione locale, ritengono che questo vescovo corrisponda al futuro papa Martino V. Tuttavia lo stesso Ughelli (col. 788) mette in dubbio questa tradizione, mentre Cappelletti (p. 184) la esclude decisamente. Sia il Dizionario biografico degli italiani che l'Enciclopedia dei papi non accennano in alcun modo all'episcopato urbinate di Martino V.
- ^ Matteo Ghiri non acconsentì al trasferimento a Forlì, per cui la nomina di Giorgio non ebbe effetto.
Bibliografia
- (LA) Ferdinando Ughelli, Italia sacra, vol. II, seconda edizione, Venezia 1717, coll. 779-808.
- Francesco Lanzoni, Le diocesi d'Italia dalle origini al principio del secolo VII (an. 604), vol. I, Faenza 1927, p. 503.
- Giuseppe Cappelletti, Le Chiese d'Italia dalla loro origine sino ai nostri giorni, Venezia 1845, vol. III, pp. 165–233.
- (EN) Umberto Benigni, v. Archdiocese of Urbino, Catholic Encyclopedia, vol. XV, New York 1912.
- (LA) Paul Fridolin Kehr, Italia pontificia, vol. IV, Berlino 1909, pp. 218–221.
- (FR) Charles Pietri, Luce Pietri (ed.), Prosopographie chrétienne du Bas-Empire. 2. Prosopographie de l'Italie chrétienne (313-604), Roma, École française de Rome, 2000, vol. II: L-Z, pp. 1288–1289 (Leontius 17) e 2006-2007 (Sebastianus 12).
- (LA) Pius Bonifacius Gams, Series episcoporum Ecclesiae Catholicae, Leipzig 1931, pp. 735–736.
- (LA) Konrad Eubel, Hierarchia Catholica Medii Aevi, vol. 1, p. 509; vol. 2, p. 302; vol. 3, p. 326; vol. 4, p. 365; vol. 5, p. 399; vol. 6, p. 426.
- (LA) Bolla Super universas, in Bullarum diplomatum et privilegiorum sanctorum Romanorum pontificum Taurinensis editio, Vol. VII, pp. 252–254.
- (LA) Decreto Instantibus votis, AAS 79 (1987), pp. 814–817.
- Cristiano Marchegiani, Il seminario tridentino: sistema e architettura. Storie e modelli nelle Marche pontificie, Pescara, Carsa edizioni, 2012 ("I saggi di Opus", 20), pp. 277–304 (Urbino), 328-329 (Urbania), 329 (Sant'Angelo in Vado).
Voci correlate
- Duomo di Urbino
- Duomo di Urbania
- Duomo di Sant'Angelo in Vado
- Palazzo Arcivescovile (Urbino)
- Museo diocesano Albani
- Diocesi di Urbania e Sant'Angelo in Vado
- Parrocchie dell'arcidiocesi di Urbino-Urbania-Sant'Angelo in Vado
Altri progetti
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Collegamenti esterni
- Annuario pontificio del 2018 e precedenti, riportati su www.catholic-hierarchy.org alla pagina Archdiocese of Urbino-Urbania-Sant'Angelo in Vado
- Sito ufficiale dell'arcidiocesi
- (EN) Arcidiocesi di Urbino-Urbania-Sant'Angelo in Vado, su GCatholic.org.
- Arcidiocesi di Urbino-Urbania-Sant'Angelo in Vado su BeWeB - Beni ecclesiastici in web
- Sito ufficiale del museo diocesano di Urbino
Controllo di autorità | VIAF (EN) 312673332 · SBN URBV392102 · WorldCat Identities (EN) viaf-312673332 |
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