Stabat Mater

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Stabat Mater
Altri titoliStava la madre
AutoreJacopone da Todi
1ª ed. originaleXIII secolo
GenerePoesia
Sottogeneresequenza
Lingua originalelatino

Lo Stabat Mater (dal latino per Stava la madre) è una preghiera - più precisamente una sequenza - cattolica del XIII secolo tradizionalmente attribuita al beato Jacopone da Todi.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Tiziano Vecellio, Mater Dolorosa, Museo del Prado, Madrid

La prima parte della preghiera, che inizia con le parole Stabat Mater dolorósa ("La Madre addolorata stava") è una meditazione sulle sofferenze di Maria, madre di Gesù, durante la Passione e la crocifissione di Cristo. La seconda parte della preghiera, che inizia con le parole Eia, mater, fons amóris ("Oh, Madre, fonte d'amore") è un'invocazione in cui l'orante chiede a Maria di farlo partecipe del dolore provato da Maria stessa e da Gesù durante la Passione e la crocifissione.

Anche se il testo è in latino, la struttura ritmica è quella del latino medievale e che poi sarà anche dell'italiano: non si hanno sillabe lunghe e brevi, ma toniche e atone, in una serie di ottonari e senari sdruccioli, che rimano secondo lo schema AAbCCb (oltre ad alcune rime interne).

La più antica attestazione del testo con notazione musicale si trova in un codice di fine Duecento del monastero femminile domenicano di Santa Maria Maddalena a Bologna.[1]

Utilizzo liturgico[modifica | modifica wikitesto]

La sequenza è stata inserita nel Missale Romanum nel 1727, sotto papa Benedetto XIII.[2]

Dopo la riforma liturgica è recitata in maniera facoltativa durante la messa dell'Addolorata (15 settembre) e le sue parti formano gli inni latini della stessa festa.

Nella messa tridentina è cantata nella Messa del venerdì della settimana di Passione (commemorazione della Madonna Addolorata - venerdì precedente la Domenica delle Palme) e nella ricorrenza solenne della stessa festa il 15 settembre. Ma popolare è soprattutto perché accompagna il rito della Via Crucis e le processioni del Venerdì Santo.

Compositori dello Stabat Mater[modifica | modifica wikitesto]

Nella storia della musica classica si ricordano i seguenti compositori:

Il testo[modifica | modifica wikitesto]

Latino

«Stabat Mater dolorósa
iuxta crucem lacrimósa,
dum pendébat Fílius.

Cuius ánimam geméntem,
contristátam et doléntem
pertransívit gládius.

O quam tristis et afflícta
fuit illa benedícta
Mater Unigéniti!

Quae moerébat et dolébat,
Pia Mater dum videbat
nati poenas íncliti.

Quis est homo, qui non fleret,
Matrem Christi si vidéret
in tanto supplício?

Quis non posset contristári,
Christi Matrem contemplári
doléntem cum Filio?

Pro peccátis suae gentis
vidit Jesum in torméntis
et flagéllis sùbditum.

Vidit suum dulcem natum
moriéndo desolátum,
dum emísit spíritum.

Eia, mater, fons amóris,
me sentíre vim dolóris
fac, ut tecum lúgeam.

Fac, ut árdeat cor meum
in amándo Christum Deum,
ut sibi compláceam.

Sancta Mater, istud agas,
crucifíxi fige plagas
cordi meo válide.

Tui Nati vulneráti,
tam dignáti pro me pati,
poenas mecum dívide.

Fac me tecum pìe flere [Fac me vere tecum flere],
Crucifíxo condolére
donec ego víxero.

Iuxta crucem tecum stare,
Et me tibi sociáre [te libenter sociare]
in planctu desídero.

Virgo vírginum praeclára,
mihi iam non sis amára,
fac me tecum plángere.

Fac, ut portem Christi mortem,
passiónis fac consòrtem
et plagas recólere.

Fac me plagis vulnerári,
cruce hac inebriári
et cruòre Fílii.

Flammis ne urar succènsus [Inflammatus et accensus],
per te, Virgo, sim defénsus
in die iudícii.

Fac me cruce custodíri
morte Christi praemuníri,
confovéri grátia.

Quando corpus moriétur,
fac, ut ánimae donétur
paradísi glória.

Amen.»

Italiano (traduzione letterale)

La Madre addolorata stava
in lacrime presso la Croce
mentre pendeva il Figlio.

E il suo animo gemente,
contristato e dolente
era trafitto da una spada.

Oh, quanto triste e afflitta
fu la benedetta
Madre dell'Unigenito!

Come si rattristava, si doleva
la Pia Madre vedendo
le pene del celebre Figlio!

Chi non piangerebbe
al vedere la Madre di Cristo
in tanto supplizio?

Chi non si rattristerebbe
al contemplare la pia Madre
dolente accanto al Figlio?

A causa dei peccati del suo popolo
Ella vide Gesù nei tormenti,
sottoposto ai flagelli.

Vide il suo dolce Figlio
che moriva abbandonato
mentre esalava lo spirito.

Oh, Madre, fonte d'amore,
fammi provare lo stesso dolore
perché possa piangere con te.

Fa' che il mio cuore arda
nell'amare Cristo Dio
per fare cosa a lui gradita.

Santa Madre, fai questo:
imprimi le piaghe del tuo Figlio crocifisso
fortemente nel mio cuore.

Del tuo figlio ferito
che si è degnato di patire per me,
dividi con me le pene.

Fammi piangere intensamente con te,
condividendo il dolore del Crocifisso,
finché io vivrò.

Accanto alla Croce desidero stare con te,
in tua compagnia,
nel compianto.

O Vergine gloriosa fra le vergini
non essere aspra con me,
fammi piangere con te.

Fa' che io porti la morte di Cristo,
fammi avere parte alla sua passione
e fammi ricordare delle sue piaghe.

Fa' che sia ferito delle sue ferite,
che mi inebri della Croce
e del sangue del tuo Figlio.

Che io non sia bruciato dalle fiamme,
che io sia, o Vergine, da te difeso
nel giorno del giudizio.

Fa' che io sia protetto dalla Croce,
che io sia fortificato dalla morte di Cristo,
consolato dalla grazia.

E quando il mio corpo morirà
fa' che all'anima sia data
la gloria del Paradiso.

Amen.

Italiano (traduzione liturgica)

Addolorata, in pianto
la Madre sta presso la Croce
da cui pende il Figlio.

Immersa in angoscia mortale
geme nell’intimo dei cuore
trafitto da spada.

Quanto grande è il dolore
della benedetta fra le donne,
Madre dell'Unigenito!

Piange la Madre pietosa
contemplando le piaghe
del divino suo Figlio.

Chi può trattenersi dal pianto
davanti alla Madre di Cristo
in tanto tormento?

Chi può non provare dolore
davanti alla Madre
che porta la morte del Figlio?

Per i peccati del popolo suo
ella vede Gesù nei tormenti
del duro supplizio.

Per noi ella vede morire
il dolce suo Figlio,
solo, nell'ultima ora.

O Madre, sorgente di amore,
fa' ch'io viva il tuo martirio,
fa' ch’io pianga le tue lacrime.

Fa' che arda il mio cuore
nell’amare il Cristo-Dio,
per essergli gradito.

Ti prego, Madre santa:
siano impresse nel mio cuore
le piaghe del tuo Figlio.

Uniscimi al tuo dolore
per il Figlio tuo divino
che per me ha voluto patire.

Con te lascia ch'io pianga
il Cristo crocifisso
finché avrò vita.

Restarti sempre vicino
piangendo sotto la croce:
questo desidero.

O Vergine santa tra le vergini,
non respingere la mia preghiera,
e accogli il mio pianto di figlio.

Fammi portare la morte di Cristo,
partecipare ai suoi patimenti,
adorare le sue piaghe sante.

Ferisci il mio cuore con le sue ferite,
stringimi alla sua croce,
inèbriami del suo sangue.

Nel suo ritorno glorioso
rimani, o Madre, al mio fianco,
salvami dall’eterno abbandono.

O Cristo, nell'ora del mio passaggio
fa' che, per mano a tua Madre,
io giunga alla mèta gloriosa.

Quando la morte dissolve il mio corpo
aprimi, Signore, le porte del cielo,
accoglimi nel tuo regno di gloria.

Amen.

Italiano (traduzione che preserva la metrica originale)

Sta la Madre dolorosa
presso il legno lacrimosa
mentre pende il Figlio;

e quell'anima gemente,
contristata e insiem dolente,
una spada penetra.

Quanto triste e al duol soggetta
mai quella benedetta
Madre all'Unigenito!

E piangeva e si doleva
Madre pia, mentre vedeva
del Figliuol gli spasimi.

Chi n'avrebbe il ciglio asciutto
se vedesse in tanto lutto
quella Madre tenera?

Chi non resta contristato
contemplando col suo Nato
spasimar la Vergine?

Pel fallir delle sue genti
Gesù vide fra' tormenti,
dai flagelli lacero.

Ella vide il Figlio amato
negli estremi desolato
esalar lo spirito.

Madre, orsù, fonte d'amore,
fa ch'io senta il tuo dolore,
fammi teco piangere.

Fa che avvampi il cuore mio
nell'amor di Cristo Dio.
affinché io piacciagli.

Santa Madre, deh! m'appaga
di Gesù l'acerba piaga
forte in cuore infiggimi.

Del tuo Figlio sì piagato
ch'ha per me tanto penato
il dolor dividimi.

Fa che teco, o Madre, io pianga
e il trafitto Dio compianga
finché duri il vivere.

Presso il Legno con te starmi
ed a Te, Madre, associarmi
nel pianto desidero.

Tra le vergini preclara,
non volermi essere amara
fammi teco piangere.

Fa ch'io pensi a la sua morte,
del suo duolo sia consorte,
le sue piaghe io veneri.

Fa ch'io sia con Lui piagato,
della Croce sia inebriato,
del suo sangue vivido.

Perché sia dal fuoco illeso
per Te, Vergin, sia difeso
nel dì del giudizio.

Giunto, o Cristo, al mio partire
Per tua Madre, deh venire
Fammi alla vittoria.

Quando il corpo morto fia,
fa che all'alma data sia
la celeste gloria!

Amen.

La penultima terzina Fac me cruce custodíri/ morte Christi praemuníri, / confovéri grátia. può essere sostituita dai versi Christe, cum sit hinc exìre, / Da per Matrem me venìre / Ad palmam victòriae.

Tra parentesi quadre sono riportate le poche differenze del testo latino rispetto al Manuale di Filotea di Riva[4].

Traduzione e preghiera adattata[modifica | modifica wikitesto]

La traduzione seguente è proposta nel 1860[4].

Stava Maria dolente
Senza respiro e voce
Mentre pendeva in croce
Del mondo il redentor.
E nel fatale istante
Crudo materno affetto
La trafiggeva il petto
Le lacerava il cor.
Qual di quell'anima bella
Fosse lo strazio indegno
No che l'umano ingegno
Immaginar no ' l può.
Veder un Figlio... un Dio...
Che palpita, che muore...
Sì barbaro dolore
Qual madre mai provò?
Alla luttuosa scena
Chi tiene il pianto a freno,
Ha un cor di pietra in seno,
O amore in core non ne ha.
Chi può non mirare in tanto
dole una madre pia col Figlio,
E non sentire pietà?
Per cancellar le colpe
D'un popol empio, ingrato,
Vide Gesù piagato
Languire e spasimar.
Vide sul maligno monte infame
Il Figlio suo diletto
Chinar la fronte al petto
E l'anima esalar.
O dolce Madre, o pura
Fonte di Santo Amore
Parte del tuo dolore
Fa che a me possa arrivar.
Fa ch'ogni altro ardor profano
Sdegnosamente io sprezzi,
Che a compiacer m'avvezzi
Sol nel divin amor.

Santa Madre, le barbare ferite,
Prezzo del mio delitto,
Dal Figlio tuo trafitto,
Passino in me.
A me dovuti son, gli strazi
ch'Ei per me soffrio
fa ch' almen io possa
pianger anche qui con te.
Teco si strugga in lagrime
Quest'anima gemente
E se ella non fu innocente,
Terga le di Lui piaghe almen.
Teco alla giusta croce accanto
Stare, Santa Madre, io voglio
Compagno del cordoglio,
Che ti divora il sen.
A tu che delle vergini
Reina in ciel t'assidi,
A tu propizia arridi
Ai voti del mio cor.
Del buon Gesù spirante
Sul fero legno esangue
La croce, le piaghe, il sangue
Fa ch'io rammenti ognor.
Del Salvator rinnova
In me lo scempio atroce:
Il sangue, il fiel, la croce
Per amor del Figlio, provar mi fa.
Ma Infiammato di te e d'amor acceso,
Nell'estremo giorno,
Rendalo a me placato,
Maria, la tua pietà.
Cristo che nulla neghi,
A chi Tua madre implora,
Del mio morir nell'ora,
Grazia dalla croce mi ristori.
E quando fia disciolto
Dal suo corporeo velo,
Fa che la mia alma in cielo
Voli a regnar con Te.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Cesarino Ruini, Un'antica versione dello Stabat Mater in un Graduale delle domenicane bolognesi, su riviste.paviauniversitypress.it, 2010. URL consultato l'11 maggio 2017.
  2. ^ (EN) Anscar J. Chupungco (a cura di), Handbook for Liturgical Studies, vol. II, Collegeville, Minnesota, 1998, p. 358 ISBN 0-8146-6162-9.
  3. ^ (EN) Hannie Van Osnabrugge, Tartini, su The ultimate Stabat Mater site. URL consultato il 29 giugno 2022.
  4. ^ a b don Giuseppe Riva, coi Tipi di Antonio Valentini e C., Manuale di Filotea, ed.ne decimaterza (riveduta e aumentata), Milano, Libraio Serafino Maiocchi, Contrada de' Profumieri n. 3219, agosto 1860, p. 472.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • La preghiera del mattino e della sera. Liturgia delle ore secondo il rito romano, CEI, Libreria Editrice Vaticana, 2005. Esistono diverse traduzioni in italiano dello Stabat Mater: per una migliore comprensione questa traduzione è libera e più aderente alle parole latine.
  • AA.VV. Mater. Percorsi simbolici sulla maternità. A cura di Elena Fontanella, Annamaria Andreoli e Cosimo Damiano Fonseca. Catalogo della mostra. Milano, 2015, L'Erma di Bretschneider, ISBN 978-88-913-0777-4. Sulla musica, contiene: Gian Mario Benzing, La “Mater dolorosa” e la musica: breve storia di un lungo percorso espressivo.

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