Nule

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Disambiguazione – Se stai cercando il comune spagnolo, vedi Nules.
Nule
comune
(ITSC) Nule
Nule – Stemma
Nule – Veduta
Nule – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Sardegna
Provincia Sassari
Amministrazione
SindacoAntonio Giuseppe Mellino (lista civica) dal 31-5-2015 (2º mandato dal 26-10-2020)
Territorio
Coordinate40°27′42″N 9°11′21″E / 40.461667°N 9.189167°E40.461667; 9.189167 (Nule)
Altitudine650 m s.l.m.
Superficie51,95 km²
Abitanti1 286[1] (30-11-2023)
Densità24,75 ab./km²
Comuni confinantiBenetutti, Bitti (NU), Orune (NU), Osidda (NU), Pattada
Altre informazioni
Cod. postale07010
Prefisso079
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT090045
Cod. catastaleF976
TargaSS
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Nome abitanti(IT) nulesi
(SC) nulesos
PatronoSanta Maria Bambina
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Nule
Nule
Nule – Mappa
Nule – Mappa
Posizione del comune di Nule nella provincia di Sassari
Sito istituzionale

Nule è un comune italiano di 1 286 abitanti della provincia di Sassari, nella regione storica del Goceano. È ubicato sull'estrema propaggine dell'altipiano di Buddusò a circa 700 metri sul livello del mare.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'area fu abitata già in epoca prenuragica e nuragica, per la presenza nel territorio di alcune tombe dei giganti e di alcuni nuraghi.

Nel medioevo fece parte del Giudicato di Torres, nella curatoria di Monte Acuto. Alla caduta del giudicato (1259) passò inizialmente sotto la signoria dei Doria, e successivamente sotto il controllo del Giudicato di Arborea. A partire dal 1350 tutta l'area passa sotto il dominio aragonese. Il paese venne inglobato nel secolo XVIII nel ducato di Monte Acuto, feudo dei Tellez-Giron di Alcantara, ai quali fu riscattato nel 1839 con la soppressione del sistema feudale.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma e il gonfalone del comune di Nule sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 4 dicembre 1984.[3] Lo stemma si blasona:

«interzato in mantello: nel primo, di rosso, al nuraghe al naturale; nel secondo, d'oro, all'albero di verde, fondato su un monte all'italiana di sei cime del medesimo; nel terzo, d'argento, al toro furioso di nero. Ornamenti esteriori da Comune.»

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Le chiese presenti nell'abitato di Nule sono sei:

Altro[modifica | modifica wikitesto]

  • Monumento ai caduti a cippo: con una statua bronzea, allegoria della Vittoria rappresentata da una donna vestita in costume tradizionale

Siti archeologici[modifica | modifica wikitesto]

  • 13 nuraghi tra cui: il Nuraghe Voes una struttura architettonica complessa che rappresenta un importante esempio di architettura megalitica nell'isola, il Nuraghe Serra Nurache, il Nuraghe Tulidda, il Nuraghe Arile, il Nuraghe su Nuragheddu, il Nuraghe Chirighina, il Nuraghe Istelai.
  • A Santu Lisei, sito nella parte più a nord del territorio di Nule, al confine col Comune di Osidda, vi sono tracce di un villaggio preistorico e vi si trova un Dolmen, reso famoso dal ritrovamento del “Bronzetto di Nule”: il toro androcefalo. La statuetta, un essere con il corpo di animale e la testa d’uomo è attualmente custodito nel Museo Archeologico di Cagliari.
  • Tombe dei Giganti: di Isporo 1 e 2

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[4]

Tradizioni e folclore[modifica | modifica wikitesto]

Sagra di Sant'Antonio da Padova[modifica | modifica wikitesto]

La sagra di Sant'Antonio da Padova o festa de Sant'Antoni paduanu si celebra da 158 anni[indicare l'anno di origine] a Nule, e consiste nella tradizione di donare “su casu furriadu chin bussiottu” (triangolino di pane con formaggio) per la festa di Sant’Antonio. Dal 30 maggio fino al 13 giugno, giorno della festa di Sant’Antonio, si tramanda la tradizione dell’antico rito: i tanti volontari, amici e le donne del paese lavorano per alcuni giorni il pane, che viene cotto al forno, infine viene distribuito col formaggio e la carne donati dai pastori. “S’Impinnu (l'impegno o ll voto)” riguarda i primi tredici giorni di giugno dedicati alla preparazione della festa di Sant’Antonio e alla distribuzione del pane e formaggio.

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Costume tradizionale di Nule

Artigianato[modifica | modifica wikitesto]

È famoso per i suoi tappeti artigianali in lana sarda, tessuti sul telaio verticale dalle mani delle artigiane del luogo. È sede di un importante museo di esposizione dell'artigianato locale.[5][6][7][8]

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
23 aprile 1995 16 aprile 2000 Luigi Giuseppe Crabolu lista civica Sindaco [9]
16 aprile 2000 8 maggio 2005 Luigi Giuseppe Crabolu Annino "Unione Democratica" Sindaco [10]
8 maggio 2005 30 maggio 2010 Angelo Crabolu "Unione Democratica" Sindaco [11]
30 maggio 2010 31 maggio 2015 Guido Sisinnio Leori lista civica "Nule si Rinnova" Sindaco [12]
31 maggio 2015 26 ottobre 2020 Antonio Giuseppe Mellino lista civica "Paris Pro Nule" Sindaco [13]
26 ottobre 2020 in carica Antonio Giuseppe Mellino lista civica "Paris pro Nule" Sindaco [14]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 30 novembre 2023.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Nule, decreto 1984-10-04 DPR, concessione di stemma e gonfalone, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 24 luglio 2022.
  4. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  5. ^ Atlante cartografico dell'artigianato, vol. 3, Roma, A.C.I., 1985, p. 20.
  6. ^ Comune di Nule, su comune.nule.ss.it. URL consultato il 10 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 4 agosto 2016).
  7. ^ Nule ed i suoi meravigliosi tappeti, su sardegnavacanzeblog.it. URL consultato il 10 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2016).
  8. ^ Tappeti Nule, su web.tiscali.it. URL consultato il 10 giugno 2016.
  9. ^ Comunali 23/04/1995, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  10. ^ Comunali 16/04/2000, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  11. ^ Comunali 08/05/2005, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  12. ^ Comunali 30/05/2010, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  13. ^ Comunali 31/05/2015, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  14. ^ Comunali 25/10/2020, su elezioni.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 25 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 31 gennaio 2021).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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