Massacro di Hebron del 1994

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Massacro di Hebron
strage
Tiposparatoria
Data25 febbraio 1994
LuogoTomba dei Patriarchi, Hebron
StatoBandiera della Palestina Palestina
Coordinate31°31′27.48″N 35°06′42.48″E / 31.5243°N 35.1118°E31.5243; 35.1118
Obiettivopalestinesi musulmani
ResponsabiliBaruch Goldstein
MotivazioneAntipalestinismo, fondamentalismo ebraico
Conseguenze
Morti30 (incluso l'attentatore)
Feriti125

Il massacro di Hebron del 1994 fu una strage commessa il 25 febbraio 1994[1] dal terrorista statunitense-israeliano Baruch Goldstein all'interno della tomba dei Patriarchi di Hebron ai danni dei palestinesi musulmani. Il massacro provocò 29 vittime e circa 125 feriti tra i fedeli presenti nella struttura, mentre Goldstein fu picchiato a morte dai superstiti.

La strage avvenne in coincidenza con la festività ebraica del Purim e durante il sacro mese islamico del Ramadan. Le azioni di Goldstein furono fortemente condannate dal governo israeliano, tanto che il Primo ministro Yitzhak Rabin lo definì "degenerato assassino" nonché "una vergogna per il sionismo e un imbarazzo per il giudaismo"[2], e da numerose comunità ebraiche nel mondo, sebbene numerose comunità coloniali israeliane, inclusa quella di Hebron, lodarono le sue gesta definendolo come un martire.[3]

I fatti[modifica | modifica wikitesto]

Baruch Goldstein, un membro d'origine statunitense[4] dell'organizzazione della Lega di Difesa Ebraica, residente a Kiryat Arba, medico ed ex ufficiale dell'esercito, penetrò nella moschea in uniforme, evitando quindi i superficiali controlli militari predisposti, e trucidò a colpi di fucile mitragliatore decine di musulmani impegnati nella preghiera canonica, causando l'esasperata reazione dei sopravvissuti, che linciarono l'attentatore, e della popolazione palestinese.

L'atto sarebbe stato compiuto, secondo alcune fonti, per vendicare l'uccisione di una bambina israeliana ma in realtà in piena coerenza con l'ideologia del kahanismo e della Lega di Difesa Ebraica,[senza fonte] quest'ultima sostenne sul proprio sito web che: «non abbiamo vergogna di dire che Goldstein fu membro fondatore dell'organizzazione».[5]

Vittime[modifica | modifica wikitesto]

Alla fine della giornata il numero delle vittime fu complessivamente di 60 morti, di cui 29 nella sola moschea della città, di altri 26 palestinesi uccisi dall'esercito israeliano e 5 israeliani uccisi dalla folla.[6]

Conseguenze[modifica | modifica wikitesto]

Dopo l'accaduto, la città nel 1997 venne divisa in due settori: Hebron 2 (circa il 20% della città), sotto controllo dell'esercito israeliano, e Hebron 1, affidata al controllo dell'Autorità Palestinese, in accordo con il cosiddetto protocollo di Hebron.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) This Week in History: The second Hebron massacre, su jpost.com, 19 febbraio 2012. URL consultato il 18 giugno 2017.
  2. ^ (EN) Clyde Haberman, West Bank Massacre: The Overview; Rabin Urges the Palestinians To Put Aside Anger and Talk, in The New York Times, 1° marzo 1994. URL consultato il 21 maggio 2024.
  3. ^ (EN) Sarah Helm, Hebron settlers shed no tears after slaughter: Militant Jews are turning mass killer Baruch Goldstein into a folk hero, writes Sarah Helm from Kiryat Arba, in The Independent, 28 febbraio 1994. URL consultato il 21 maggio 2024.
  4. ^ BBC NEWS, «Goldstein had been a member of the Jewish Defense League».
  5. ^ «We are not ashamed to say that Goldstein was a charter member of the Jewish Defense League», in JDL: Frequently Asked Questions Archiviato il 3 novembre 2011 in Internet Archive.
  6. ^ L'anniversario di Hebron da archiviostorico.corriere.it, 20 febbraio 1996, su archiviostorico.corriere.it. URL consultato il 16 febbraio 2015 (archiviato dall'url originale il 16 febbraio 2015).

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