Petilia Policastro

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Petilia Policastro
comune
Petilia Policastro – Stemma
Petilia Policastro – Bandiera
Petilia Policastro – Veduta
Petilia Policastro – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Calabria
Provincia Crotone
Amministrazione
SindacoSimone Saporito (lista civica di centro-sinistra Petilia rinasce) dal 4-10-2021
Territorio
Coordinate39°07′N 16°47′E / 39.116667°N 16.783333°E39.116667; 16.783333 (Petilia Policastro)
Altitudine436 m s.l.m.
Superficie98,35 km²
Abitanti8 562[1] (31-7-2023)
Densità87,06 ab./km²
FrazioniBadessa, Camellino, Foresta, Ospedale, Pagliarelle, Paparda, San Demetrio, Santa Spina, Villaggio Principe
Comuni confinantiCotronei, Mesoraca, Roccabernarda, Taverna (CZ)
Altre informazioni
Cod. postale88837
Prefisso0962
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT101017
Cod. catastaleG508
TargaKR
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Nome abitantipetilini o policastresi
Patronosan Sebastiano
Giorno festivo20 gennaio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Petilia Policastro
Petilia Policastro
Petilia Policastro – Mappa
Petilia Policastro – Mappa
Posizione del comune di Petilia Policastro nella provincia di Crotone
Sito istituzionale

Petilia Policastro (o Policastro Calabro, IPA: [peˈtilja poliˈkastro][3], Pulicàstru in calabrese[4]) è un comune italiano di 8 562 abitanti della provincia di Crotone in Calabria.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio comunale di Petilia Policastro è quasi del tutto montano, dominato dal monte Gariglione.[5] Il nucleo urbano principale è collocato nell'alto bacino del fiume Tacina, su un contrafforte roccioso del versante orientale del monte Petto di Mandra (m 1681 s.l.m.), tra i maggiori rilievi della Sila Piccola.

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

È l’antica Πολυκάστρον, di origine bizantina. Il nome Policastro è stato mantenuto fino al 1863, con l’aggiunta del nome Petilia, derivata dall’opinione dell'epoca che Policastro occupasse il luogo dell'antica città italica, poi colonia greca, brettia ed infine municipio romano di Petelia, che invece sorgeva presso l'ordierna Strongoli.

È incerto se la composizione del toponimo derivi da πόλις (città, cittadinanza) o παλαιός (vecchio, antico) e da castrum o Κάστρον (luogo fortificato, con difese militari)

Altri luoghi presentano il medesimo toponimo come Policastro Bussentino - borgo più popoloso del comune di Santa Marina, in provincia di Salerno, da cui deriva il nome del Golfo di Policastro - e Polykastro, ex comune greco della regione della Macedonia Centrale.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Alcuni ritrovamenti di armi in pietra testimoniano la presenza di insediamenti umani già nel paleolitico.[5]

Petilia Policastro è un antico borgo, di presumibile impianto bizantino, circondato originariamente da mura difensive. Nel suo territorio, lungo i fiumi Tacina e Soleo, sono state ritrovate testimonianze di insediamenti di origine brettia, risalenti al IV e III secolo a.C.; ancora tracce romane, dalla Repubblica al tardo impero. Lungo il torrente Cropa, esistono delle grotte di origine naturale che sono state utilizzate sin dall'antichità forse da pastori durante la transumanza.

Le indagini archeologiche condotte sotto la direzione scientifica di Domenico Marino, hanno permesso di scoprire un importante complesso databile all'Antica e Media età del bronzo (prima metà del 2° millennio a.C.) in località Comito (zona industriale). Tale complesso è inquadrabile nell'ambito della facies calabrese di Capo Piccolo, che intrattiene stretti rapporti culturali ed economici con la coeva facies eoliana di Capo Graziano, con quella siciliana di Rodì e con la Puglia salentina. Alla stessa facies sono riconducibili le due asce bronzee, del tipo a margini rialzati, rinvenute nel territorio nel 1987 ed attualmente esposte nel Museo Archeologico Nazionale di Crotone. Una di esse, finemente decorata con motivi a schema geometrico, eseguiti a bulino, è considerata un unicum a livello europeo. Presumibilmente, le due asce, unitamente ad un pugnale purtroppo disperso, costituivano il corredo della sepoltura di un personaggio di alto rango.

Scavi archeologici eseguiti in località Foresta, nel corso dei lavori per la realizzazione del Polo Scolastico, hanno messo in luce resti di un piccolo edificio rurale della tarda età ellenistica (III sec. a.C.).

L'abitato odierno, conserva ancora l'antico centro storico, mal tenuto, di chiara impronta bizantina.

Nell’XI secolo fu occupata dai normanni, poi fu compreso nel marchesato di Crotone.

Passò nel 1480 a la baronia di Nicastro de Ferdinando d'Aragona, e dal 1496 al 1557 fu dei Carafa conti di Santa Severina.[6] Nel 1443 era tassata per 409 fuochi fiscali e nel 1521 per 492.

Vi sono segni dei secoli successivi, come i palazzi seicenteschi e settecenteschi; infatti i sovrani spagnoli, nel Seicento, inviarono la famiglia baronale dei Portiglia, per avere un completo controllo del territorio circostante; di questi esiste ancora il palazzo omonimo. Ancora, il palazzo Aquila, anch'esso seicentesco. Poi quello settecentesco dei principi Filomarino e della famiglia Ferrari. Anche le chiese sono antiche: Santa Maria Maggiore del 1400; San Nicola Pontefice e l'Annunziata del 1600.

Nel centro storico, nel largo San Sebastiano, antistante l'attuale facciata della Chiesa matrice di San Nicola, è stato messo in luce un cimitero con tombe a fossa, scavate nella roccia di base, alcune con inumazioni plurime, presumibilmente familiari, con datazione precedente il XVII secolo. Importanti reperti ceramici e numismatici (spicca un denaro tornese del tipo "a castello"), rinvenuti nel saggio di scavo, sono databili ai secoli XIII-XIV.

Durante il fascismo fu costruita la Sofome, società di produzione di traverse ferroviarie in legno, la quale diede il nome all'omonima frazione.[5]

Negli ultimi anni, il nome di Petilia Policastro si è largamente diffuso in tutta Italia in quanto paese d'origine di Lea Garofalo, testimone di giustizia su fatti di mafia che, avendo scelto di denunciare le barbarie della 'Ndrangheta, venne fatta assassinare a Milano dal mafioso policastrese Carlo Cosco, già suo compagno.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma e il gonfalone di Petilia Policastro sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 19 gennaio 1999.[7]

«Stemma di azzurro, alle tre torri svelte, di rosso, mattonate di nero, merlate alla guelfa, le torri laterali di due palchi, ogni palco merlato di tre, il palco superiore finestrato di tre finestre male ordinate, infiammate al naturale, la torre centrale, più alta e più larga, di tre palchi, il palco superiore e quello mediano merlati di tre, il palco inferiore merlato di quattro, il palco superiore finestrato di tre finestre male ordinate, infiammate al naturale, il palco mediano finestrato di tre finestre, ordinate in fascia, infiammate al naturale, esse torri chiuse di nero e fondate sulla pianura di verde. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante di azzurro, il motto in lettere maiuscole di nero, ICON PETILIAE. Ornamenti esteriori da Città.»

Il gonfalone è costituito da un drappo di rosso.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Titolo di Città - nastrino per uniforme ordinaria
«Decreto del Presidente della Repubblica[8]»
— 8 febbraio 2011

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Il Santuario della Sacra Spina

Grotte Carsiche[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio di Petilia Policastro ha delle importanti grotte carsiche. Sono molto estese e raggiungono la profondità di 100 metri. Sono circondate da laghi e fiumi sotterranei e nel loro interno sono stati ritrovati dei vasi di terracotta risalenti all'età bizantina.

Grotte Basiliane di San Demetrio[modifica | modifica wikitesto]

Nel territorio petilino esistono delle grotte nel quale interno sono stati ritrovati dei resti monastici, tra i quali una croce bizantina scolpita su una parete.

Santuario della Sacra Spina[modifica | modifica wikitesto]

Il santuario custodisce una Sacra Spina, che si ipotizza facesse parte della corona di Gesù Cristo in croce. Il frammento sarebbe stato donato dalla regina Giovanna di Valois,[9] moglie di Luigi XII, al suo confessore personale, padre Dionisio Sacco, originario di Policastro.[5] La Spina venerata dal popolo perché si reputa lo abbia salvato da un terribile terremoto. In onore alla Spina, ogni secondo venerdì di Marzo si va in pellegrinaggio al Santuario seguendo la processione del Calvario, una manifestazione di costume. La Chiesa presenta una vasta navata centrale, mentre l'altare si compone di decori in stile barocco. Sopra l'altare c'è la cappella dove è conservata la Spina.

Altri luoghi[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

  • Chiesa matrice di San Nicola Pontefice
  • Chiesa dell'Annunziata ('600)
  • Chiesa di S. Francesco
  • Chiesa di S. Caterina
  • Chiesa dell'Arciconfraternita del SS. Rosario
  • Chiesa di San Sebastiano

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

  • Resti del Castello
  • Palazzo Portiglia
  • Palazzo Ferrari
  • Palazzo Filomarino
  • Palazzo Dell'Aquila
  • Palazzo Madia

Altro[modifica | modifica wikitesto]

  • Murales in vico Leone[10]

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[11]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Gli stranieri residenti a Petilia Policastro con regolare permesso di soggiorno sono 264 (al 31 dicembre 2017).

Tradizioni e folclore[modifica | modifica wikitesto]

La processione del Calvario. Rappresentazione in costume della Via Crucis.
  • Il secondo venerdì di marzo si svolge la processione del Calvario. Rappresentazione in costume della Via Crucis dalla chiesa di San Francesco fino al santuario della Santa Spina.
  • 19 marzo: U Mmitu e San Giuseppe (l'Invito di San Giuseppe). Tradizionale pasto fatto di pasta e ceci che nell'antichità veniva offerto ai poveri.
  • Il Venerdì Santo processione della Naca: processione per le vie del paese del Cristo morto insieme alla Madonna Addolorata.
  • Il 20 gennaio si festeggia San Sebastiano, santo protettore di Petilia Policastro.
  • Terza domenica di maggio: festa di San Francesco da Paola, con infiorata in piazza omonima.

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Il comune è interessato dalla strada statale 109 della Piccola Sila.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
21 novembre 1993 9 giugno 1996 Giovanni Ierardi Lista civica sindaco
9 giugno 1996 13 giugno 1999 Salvatore Lavorato lista civica sindaco
13 giugno 1999 15 settembre 2002 Michael Angelo Tavernese lista civica sindaco
15 settembre 2002 26 maggio 2003 commissario straordinario
26 maggio 2003 14 aprile 2008 Giuseppe Ceraudo lista civica di centro-sinistra sindaco
14 aprile 2008 27 maggio 2013 Dionigi Fera lista civica sindaco
27 maggio 2013 10 giugno 2018 Amedeo Nicolazzi lista civica Buongiorno Petilia sindaco [12]
10 giugno 2018 6 maggio 2021 Amedeo Nicolazzi Fratelli d'Italia lista civica #petilia primaditutto sindaco
6 maggio 2021 4 ottobre 2021 Domenico Mannino commissario straordinario
4 ottobre 2021 in carica Simone Saporito Lista civica Sindaco

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ DiPI Online - Dizionario di Pronuncia Italiana, su dipionline.it. URL consultato il 22 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 9 ottobre 2018).
  4. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 485, ISBN 88-11-30500-4.
  5. ^ a b c d Salvatore Anastasio, Azienda Promozione Turistica Crotone e Regione Calabria - Assessorato al Turismo, Crotone - Una provincia nuova tra miti e realtà, Crotone, Grafiche Cusato, p. 25.
  6. ^ http://www.gen Archiviato il 13 luglio 2013 in Internet Archive. marenostrum.com/pagine-lettere/letterac/carafa/carafa%20di%20santa%20severina.htm
  7. ^ Petilia Policastro, decreto 1999-01-19 DPR, concessione di stemma e gonfalone, su dati.acs.beniculturali.it. URL consultato il 26 marzo 2022 (archiviato dall'url originale il 26 marzo 2022).
  8. ^ Copia archiviata, su petilino.it. URL consultato il 23 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 24 novembre 2015).
  9. ^ Il cammino della Santa Spina tra gli itinerari del catalogo del ministero del Turismo • Meraviglie di Calabria, su www.meravigliedicalabria.it, 8 gennaio 2024. URL consultato il 19 gennaio 2024.
  10. ^ I murales di Caruso sul Tg2 per far scoprire “Tutto il bello che c’è” a Petilia • Meraviglie di Calabria, su www.meravigliedicalabria.it, 23 gennaio 2024. URL consultato il 23 gennaio 2024.
  11. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  12. ^ Amministrative 2013 a Petilia Policastro, i voti dei candidati lista per lista, su ilcirotano.it. URL consultato il 3 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 6 ottobre 2014).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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