Oratorio di San Quirino

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Ex oratorio di San Quirino
Facciata
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneEmilia-Romagna
LocalitàParma
Indirizzostrada agli Ospizi Civili 1
Coordinate44°48′03.97″N 10°19′27.46″E / 44.801103°N 10.324294°E44.801103; 10.324294
Religionecattolica di rito romano
Titolaresan Quirino
Ordinecarmelitani
Diocesi Parma
Consacrazione1734
Sconsacrazione1903
ArchitettoEdelberto dalla Nave
Stile architettonicobarocco
Inizio costruzioneXVIII secolo
CompletamentoXVIII secolo

L'oratorio di San Quirino è un luogo di culto cattolico sconsacrato dalle forme barocche, situato in strada agli Ospizi Civili 1 a Parma, nell'omonima provincia.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'oratorio di Sant'Angelo fu fondato nel 1331 non lontano dalla chiesa di Santa Maria del Carmine dai frati carmelitani e da Garsuccio Garsi: mutò il titolo in San Quirino nel 1335.

Nel XVIII secolo la confraternita della Beata Vergine del Carmine fece abbattere l'oratorio e ne fece edificare uno più elegante, disegnato da Edelberto dalla Nave. Il nuovo tempio fu benedetto il 7 settembre 1734.

La chiesa, di proprietà comunale, è stata abbandonata e sconsacrata nel 1903. Dal 2010 è saltuariamente aperto come luogo d'esposizione.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

L'edificio è a pianta ottagonale ed è coperto da una cupola ovale.

La facciata era decorata dall'affresco realizzato da Giovanni Bolla raffigurante una Madonna con Bambino, di cui restano solo poche tracce.

Di Bolla sono anche l'Assunta in gloria nella cupola, i Santi nei pennacchi e le figure a monocromo nell'abside. Le statue in stucco nelle nicchie sono di Pietro Reti.

Sull'altare maggiore era una Natività di Clemente Ruta; su uno degli altari laterali era un Martirio di san Quirino di Pietro Rubini. Dalla sagrestia proviene lo stendardo con la Beata Vergine e i santi Angelo e Alberto del Bertoja, ora in galleria nazionale.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Felice da Mareto, Chiese e conventi di Parma, Deputazione di Storia Patria per le Province Parmensi, Parma 1978. p. 186.

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