Chiesa di San Giovanni Battista (Parma)

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Chiesa di San Giovanni Battista
Facciata
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneEmilia-Romagna
LocalitàPedrignano (Parma)
Indirizzostrada Traversante Pedrignano 35
Coordinate44°49′51.27″N 10°22′37.3″E / 44.830908°N 10.377027°E44.830908; 10.377027
Religionecattolica di rito romano
Titolaresan Giovanni Battista
Diocesi Parma
ArchitettoBernardino Zaccagni
Stile architettonicoromanico, gotico e rinascimentale
Inizio costruzioneentro l'XI secolo
Completamento1509

La chiesa di San Giovanni Battista, nota anche come pieve di Pedrignano, è un luogo di culto cattolico dalle forme romanico-gotiche e rinascimentali, situato in strada Traversante Pedrignano 35 a Pedrignano, frazione di Parma, in provincia e diocesi di Parma; fa parte della zona pastorale di Parma Nuova Periferia.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il luogo di culto fu originariamente costruito in epoca medievale; la più antica testimonianza della sua esistenza risale al 1028, quando la cappella, dedicata a sant'Antonino, fu menzionata in un atto di vendita da parte di Ildegarda, moglie del longobardo Oddone.[1][2]

Nel 1230 l'ecclesia Sancti Iohannis de Pedregnano fu menzionata nel Capitulum seu Rotulus Decimarum della diocesi di Parma tra le cappelle dipendenti dalla vicina plebs Sancti Vitalis monacorum, appartenente ai benedettini dell'abbazia di San Giovanni Evangelista.[3][1]

In adiacenza alla pieve di San Vitale dei Monaci, situata in località Corte, i benedettini di San Giovanni Evangelista eressero, per controllare le terre da loro possedute in zona, un monastero, che col tempo venne utilizzato dai monaci e dai novizi come sede di villeggiatura nei periodi estivi. Per impedire l'accesso agli estranei, agli inizi del XVI secolo i monaci decisero di trasformare la pieve in cappella privata, perciò nel 1506 cedettero i diritti plebani alla modesta chiesa di San Giovanni Battista,[4][1] che decisero di ricostruire; assegnarono il progetto all'architetto Bernardino Zaccagni, che tra il 1507 e il 1509[3][1] riedificò tutti i prospetti esterni, il campanile e le strutture interne[5] in forme romanico-gotiche, limitando alle decorazioni un tenue stile rinascimentale.[6]

Successivamente la chiesa di San Giovanni Battista fu intitolata anche a san Vitale, come testimoniato dal resoconto della visita apostolica del vescovo Giovanni Battista Castelli del 1578.[3][1]

Per secoli i benedettini mantennero la proprietà del tempio, che affidarono a un curato nominato dall'abate di San Giovanni Evangelista, fino alla soppressione dell'ordine nel 1811, per effetto dei decreti napoleonici; in seguito l'edificio fu affidato alla diocesi di Parma.[1]

Tra il 1940 e il 1944 nella chiesa furono sostituiti il fonte battesimale e gli altari in marmo rosso.[1][7]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Portale d'ingresso
Lato est e campanile

La chiesa si sviluppa su un impianto a navata unica, con ingresso a nord e presbiterio absidato a sud.[7]

La simmetrica facciata a capanna, interamente rivestita in laterizio come il resto dell'edificio, è tripartita verticalmente da quattro alte lesene, elevate su uno zoccolo basamentale; al centro è collocato l'ampio portale d'ingresso, affiancato da motivi a candelabra in cotto e sormontato da un architrave in aggetto;[3] in sommità si apre nel mezzo un rosone delimitato da una doppia cornice modanata; a coronamento corre lungo gli spioventi del tetto un cornicione decorato con intrecci vegetali, spezzato al centro da una cornice orizzontale poggiante su un motivo a denti di sega.[7]

I fianchi e l'abside poligonale sul retro sono scanditi da una serie di lesene e illuminati da alte monofore ad arco a tutto sesto, coronate da sottili cornici in rilievo; in sommità corre lungo l'intero perimetro un cornicione in cotto, arricchito da un motivo a denti di sega nella zona absidale.[3] Al termine del prospetto sinistro si erge il campanile, illuminato al centro di ogni lato da una serie di finestrelle rettangolari sovrapposte; i quattro spigoli sono decorati con lesene, che delimitano anche le ampie monofore a tutto sesto della cella campanaria; a coronamento, oltre il cornicione modanato in aggetto, nel mezzo si eleva su un pilastrino una guglia piramidale, tra quattro piccoli pinnacoli posti sugli spigoli.[7]

All'interno la navata, coperta da una volta a botte dipinta, accoglie sui fianchi i due altari laterali in marmo rosso del 1944, sormontati da ampie nicchie ad arco a tutto sesto.[7]

Il presbiterio, lievemente sopraelevato, ospita nel mezzo l'altare maggiore ligneo a mensa, aggiunto tra il 1970 e il 1980;[7] l'abside poligonale, coperta dal catino con spicchi a vela ad arco acuto, è preceduta dall'arco trionfale a tutto sesto, decorato con antiche raffigurazioni di santi nascoste dalla volta a botte ribassata dell'aula; sul fondo, tra due monofore laterali, è conservato un affresco rappresentante la Crocifissione di Gesù Cristo, risalente ai primi anni del XVI secolo.[3][1]

La chiesa accoglie alcuni dipinti cinquecenteschi e seicenteschi e un fonte battesimale poggiante su un antico capitello corinzio di reimpiego.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h Dall'Aglio, pp. 739-740.
  2. ^ Affò, pp. 300-301.
  3. ^ a b c d e f g Fallini, Calidoni, Rapetti, Ughetti, p. 45.
  4. ^ Cherbi, p. 313.
  5. ^ Pezzana, p. 39.
  6. ^ Venturi, p. 80.
  7. ^ a b c d e f Chiesa di San Giovanni Battista "Pedrignano, Parma", su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 13 agosto 2018.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ireneo Affò, Storia della città di Parma, Tomo secondo, Parma, Stamperia Carmignani, 1793.
  • Francesco Cherbi, Le grandi epoche sacre, diplomatiche, cronologiche, critiche della chiesa vescovile di Parma, Tomo II, Parma, Stamperia Carmignani, 1837.
  • Italo Dall'Aglio, La Diocesi di Parma, II Volume, Parma, Scuola Tipografica Benedettina, 1966.
  • Marco Fallini, Mario Calidoni, Caterina Rapetti, Luigi Ughetti, Terra di pievi, Parma, MUP Editore, 2006, ISBN 88-7847-021-X.
  • Angelo Pezzana, Storia della città di Parma continuata, Tomo primo, Parma, Ducale Tipografia, 1837.
  • Adolfo Venturi, L'Arte: rivista di storia dell'arte medioevale e moderna e d'arte decorativa, Volume 22, Roma, Danesi Editore, 1919.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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