Laura Garroni

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Laura Garroni
Quarta da sinistra, in alto, fra i gappisti romani
SoprannomeCaterina
NascitaRoma, 1922
MorteRoma, 1996
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
SpecialitàArtificiere
UnitàGruppi di Azione Patriottica
RepartoGAP centrali
Anni di serviziosettembre 1943 - giugno 1944
GuerreResistenza italiana
CampagneResistenza romana
Altre caricheStudentessa
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Laura Garroni (Roma, 1922Roma, 1996) è stata una partigiana italiana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Laura Garroni nacque a Roma nel 1922. Frequento il Liceo classico Ennio Quirino Visconti frequentato allora anche da altri futuri gappisti come Carla Capponi e Giulio Cortini con cui si legò sentimentalmente. Fu in quell'ambiente che iniziò la militanza nel Movimento dei Cattolici Comunisti, assieme a Adriano Ossicini, Franco Rodano e Marisa Cinciari[1].

Franco Rodano e Laura Garroni.

Nel 1943 Giulio Cortini, che era diventato assistente di Fisica all'Università di Roma, essendo stato spiato dalla polizia fascista mentre era a colloquio con Adriano Ossicini fu arrestato con l'accusa di cospirazione[2]. Trattenuto per circa due mesi fu rilasciato poco dopo la caduta del fascismo. Immediatamente dopo la scarcerazione Laura e Giulio entrarono a far parte del Partito Comunista Italiano e, in particolare, dei Gruppi di Azione Patriottica nuclei di pochi uomini armati, molto attivi nella lotta contro i nazifascisti. Cesare e Caterina furono i rispettivi nomi di copertura tra i cosiddetti gappisti. In piena occupazione tedesca di Roma, durante la loro attività di partigiani, la coppia si sposò in chiesa il 25 ottobre 1943[3]. "Cesare" fu quindi nominato dai capi della resistenza romana, tra cui Carlo Salinari e Antonello Trombadori, responsabile del gruppo artificieri del GAP centrale e "Caterina" fece parte del suo gruppo insieme allo studente di chimica Tullio Pietrocola (1922-1976) che si può vedere alla sua destra accanto al marito nella foto storica ritraente i gappisti romani[4][5]. Del gruppo di artificieri all'inizio fecero parte anche l'architetto Giorgio Labò e il chimico Gianfranco Mattei che il 1º febbraio 1944, in seguito ad una delazione, furono arrestati, torturati, senza nulla rivelare, e uccisi dai nazifascisti[6].

Voce Operaia al Museo storico della Liberazione

Laura Garroni con il gruppo di artificieri partecipò a molte azioni di sabotaggio e, in particolare, mise a punto l'ordigno utilizzato per l'azione gappista di via Rasella contro un reparto di soldati tedeschi[7]. Inoltre in quei mesi di inizio 1944, Laura, con la sorella Silvia e altre amiche, era solita prelevare dalla casa di Carla Capponi, divenuta base dei GAP, il giornale La voce operaia per diffonderlo clandestinamente in città[8].

Dopo la liberazione di Roma, Laura Garroni lavorò come bibliotecaria all'Università degli Studi di Napoli Federico II. Nel 1947 dal marito ebbe la figlia Anna[9]. Morì a Roma nel 1996.

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

A Laura Garroni, il Comune di Roma nel 2015, sindaco Ignazio Marino[10], ha dedicato un tratto del percorso ciclopedonale che da Ponte Milvio porta a Castel Giubileo[11]. In quell'occasione analogo riconoscimento fu dato ad altre sei gappiste romane[11][12].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Portelli, p.78
  2. ^ Bonolis, intervista, p.74-75
  3. ^ Bonolis, intervista, p.78
  4. ^ Bonolis, intervista, p.79
  5. ^ L'agguato:(4)Giulio Cortini, su Vento d'aprile, ventodaprile.wordpress.com. URL consultato il 31 gennaio 2019.
  6. ^ Bonolis, intervista, p.75
  7. ^ Portelli, p.405
  8. ^ Carla Capponi, Con cuore di donna, Milano, Il Saggiatore, 2000, p. 110, ISBN 8842808547.
  9. ^ Portelli, p.163,365,395,406,427
  10. ^ Flavia Bagni, Ponte Milvio, il Sindaco intitola pista ciclabile a sette donne che hanno cambiato la storia di Roma, su comune.roma.it, Comune di Roma, 4 giugno 2015. URL consultato il 19 novembre 2018.
  11. ^ a b foto delle targhe dedicate a Laura Garroni e alle altre, su patriaindipendente.it. URL consultato il 19 novembre 2018.
  12. ^ Adele Bei, Egle Gualdi, Adele Maria Jemolo, Laura Lombardo Radice, Marisa Musu e Maria Teresa Regard. Ricordate anche, mediante appositi pannelli, Lucia Ottobrini, già decorata con medaglia d'argento, e Carla Capponi, già medaglia d'oro al valor militare

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]