Governatori romani della Gallia Comata

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La provincia della Gallia Comata (in rosso) all'interno dell'Impero romano

Questa è la lista dei governatori romani della provincia romana della Gallia Comata, localizzata nei moderni stati di Francia, Paesi Bassi e Germania. Dopo la conquista di Gaio Giulio Cesare, la provincia venne elevata allo status di provincia romana nel 50 a.C.

La provincia della Gallia Comata[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gallia Comata.

A partire dal 50 a.C. la Gallia divenne una provincia romana e si operò per la romanizzazione dei Galli, attraverso anche la costruzione di cittadine, strade e acquedotti.

Amministrativamente, la Gallia fu inizialmente ripartita in quattro province: alla già esistente Gallia Narbonense (trasformata in provincia senatoria dal 22 a.C.) si aggiunse quella Comata o delle Tres Galliae. Le due province galliche, nel 27 a.C., non solo furono per un certo periodo amministrate da un unico governatore, ma anche trasformate in province imperiali sotto il diretto controllo del princeps.[1] Non sappiamo con esattezza quando Augusto divise la Gallia Comata nelle tre sub-province (Tres Galliae), vale a dire dell'Aquitania, della Gallia lugdunense e della Gallia Belgica. Potrebbe essere avvenuto in una data compresa tra il 27 (primo soggiorno di Augusto in Gallia,[2] dopo la vittoria su Antonio) e il 16[3]/13 a.C.[4] (secondo soggiorno).

È possibile che in questo periodo la Gallia Comata, divisa in tre sub-province, fosse governata da un unico governatore centrale (il legatus Augusti pro praetore, con sede a Lugdunum) e da tre praefecti Augusti sottoposti al controllo del governatore centrale delle tres Galliae.

Più tardi, forse subito dopo l'abbandono dei progetti espansionistici di occupazione della Germania Magna (attorno al 17 d.C.), Tiberio potrebbe aver istituito due distretti militari lungo il corso del Reno, le future province di Germania superiore e Germania inferiore.

EVOLUZIONE DELLE PROVINCE TRES GALLIAE
prima della
conquista romana
dal 50 a.C.
Aquitania
Celtica
Belgica
Germania Magna (Germani)
dal 16 a.C.
Gallia Aquitania
(provincia romana)
Gallia Lugdunensis
(provincia romana)
Gallia Belgica
(provincia romana)
Germania Magna (Germani)
dal 12 a.C.
al 7 a.C.
Gallia Aquitania
Gallia Lugdunensis
Gallia Belgica
(ampliata con il distr. militare della Germania fino al Weser)
dal 7 a.C.
al 4 d.C.
Gallia Aquitania
Gallia Lugdunensis
Gallia Belgica
Germania
(provincia romana fino al Weser)
dal 4
al 9 d.C.
Gallia Aquitania
Gallia Lugdunensis
Gallia Belgica
Germania
(provincia romana fino all'Elba)
dal 17 d.C.
Gallia Aquitania
Gallia Lugdunensis
Gallia Belgica
(di cui facevano parte)
Germania inf.
(distr.militare)
Germania sup.
(distr.militare)
Germania Magna
(andata perduta)
dall'83
Gallia Aquitania
Gallia Lugdunensis
Gallia Belgica
(di cui facevano parte)
Germania inferiore
(scorporata)
Germania superiore
(scorporata)
Germania Magna
(Germani)
con la riforma
di Diocleziano
Aquitania I
Aquitania II
Lugdunensis I
Lugdunensis II
Belgica I
Belgica II
Germania I
Germania II
Germania Magna
(Germani)
da Costantino I (324)
a Teodosio I (395)
Aquitania I
Aquitania II
Lugdunensis I
Lugdunensis II
Belgica I
Belgica II
Germania I
Germania II
Germania Magna
(Germani)

Lista di governatori[modifica | modifica wikitesto]

Lista dei governatori romani della Gallia Comata
Anno
Gaio Giulio Cesare
(Cisalpina, Narbonensis e poi anche la Comata[5])
Lucio Domizio Enobarbo
(come proconsole, per succedere a Cesare[6])
Marco Antonio[10]
(Cisalpina e Comata[10])
(come proconsole[11])
27 (?)–26 a.C.
Tiberio
(come legatus Augusti pro praetore insieme alla Germania Magna fino al fiume Weser )
912
Tiberio
(come proconsole insieme alla Germania Magna)
1316

Negli anni tumultuosi che seguirono la morte di Cesare e che giunsero alla creazione del secondo triumvirato, la Gallia fu governata da numerosi comandanti militari fino all'avvento di Marco Vipsanio Agrippa che ottenne il proconsolato della nuova provincia nel 39 a.C. Gli studiosi hanno prestato scarsa attenzione alla domanda sul perché la Gallia non abbia approfittato del disordine di Roma durante le guerre civili degli anni '40 e '30 per ribellarsi "in toto"; qualcuno ha ipotizzato che la popolazione fosse stata talmente decimata da non potersi permettere una nuova rivolta, anche se questa teoria appare assai improbabile tenuto conto del numero di abitanti dell'epoca.

Nel 44 a.C., Antonio ottenne il proconsolato sia della Gallia cisalpina sia di quella Transalpina; la sua capacità di comprendere le popolazioni celtiche della Gallia, come dimostrano i suoi accordi con Commio, è ulteriormente avvalorata dalla volontà di un capo dei Sequani di portare Decimo Giunio Bruto Albino dalla sua parte. Questo Bruto aveva servito in Gallia sotto Cesare dal 56 a.C. o da prima. E sebbene la sua esperienza nelle relazioni con le popolazioni galliche fosse superiore a quella di Antonio, che aveva partecipato alla conquista della Gallia solo poco prima della battaglia di Alesia (52 a.C.), l'antipatia celtica nei suoi confronti fu forse dovuta al fatto che egli fosse uno dei cesaricidi ed avesse tradito lo stesso dittatore, visto come per i Celti risulta di estremo valore la lealtà verso i loro condottieri per i quali hanno giurato fedeltà assoluta.[16]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Cassio Dione, LIII, 12.5.
  2. ^ Cassio Dione, LIII, 22.5.
  3. ^ Cassio Dione, LIV, 19.1.
  4. ^ Cassio Dione, LIV, 25.1.
  5. ^ A Cesare fu assegnata con la Lex Vatinia per cinque anni, rinnovata poi nel 55 a.C. con la Lex Pompeia Licinia, ma si rifiutò poi di restituire tutte le province che aveva nel 49 a.C., uno dei motivi per cui scoppiò la guerra civile.
  6. ^ Enobarbo fu catturato da Cesare dopo lo scoppio delle guerra civile (MRR2 pp. 261-262).
  7. ^ Messo da Cesare forse come legatus pro praetore; nel 46 a.C. Bruto fermò una rivolta tra i Bellovaci nella Gallia Belgica, che non era ancora formalmente organizzata come provincia in questo periodo; Bruto si distinse anche nella conquista della Gallia sotto Cesare (Livio, Periochae, 114; AppianoGuerre civili).
  8. ^ Cicero, Ad Atticum 14.9.3 (datata 17 aprile 44); MRR2 p. 309.
  9. ^ Inviato da Gaio Giulio Cesare come proconsole, ad esclusione della Gallia Narbonensis (Cicero, Filippiche 3.38, Ad Atticum 15.29.1, e Ad familiares 10.1-5; MRR2 p. 329).
  10. ^ a b c Velleio Patercolo, II, 60.5.
  11. ^ Proconsole come stabilito per legge il 1 giugno del 44 a.C., probabilmente per 5 anni (MRR2 pp. 342-343, 360).
  12. ^ Cassio Dione, XLVIII, 49.2-3; Strabone, IV, 3.4.
  13. ^ Cassio Dione, LIV, 11.1-2.
  14. ^ a b c Svetonio, Vite dei CesariAugustus, 23.
  15. ^ a b c Velleio Patercolo, II, 97.1.
  16. ^ Raimund 2006, vol. 40.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti antiche
Fonti storiografiche moderne
  • (EN) Maureen Carroll, Romans, Celts & Germans: the german provinces of Rome, Gloucestershire & Charleston, Tempus Pub Ltd, 2001, ISBN 978-0-7524-1912-1.
  • (EN) J.F. Drinkwater, Roman Gaul. The Three Gauls, 58 BC-260 AD, New York, Routledge, 1984, ISBN 978-0-415-74865-0.
  • Michael Grant, Gli imperatori romani. Storia e segreti, Roma, Newton Compton, 1984.
  • (EN) Raimund Karl, Butacos, *uossos, *geistlos, *ambaχtos: Celtic Socio-economic Organisation in the European Iron Age, in Studia Celtica, vol. 40, 2006.
  • Sergio Rinaldi Tufi, Archeologia delle province romane, Roma, Carocci, 2012, ISBN 978-88-430-5701-6.
  • (EN) Pat Southern, The Roman Empire: from Severus to Constantine, London & New York, Routledge, 2001, ISBN 0-415-23943-5.
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