Grimaldi (famiglia)

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Grimaldi
Grimaldi-Goyon-Chalencon-Polignac
Deo Juvante[N 1]
Fusato d'argento e di rosso
Stato Repubblica di Genova
Bandiera di Monaco Monaco
Titoli
FondatoreGrimaldo Canella
Attuale capoAlberto II Grimaldi
Data di fondazione1162[1][N 2]
EtniaItaliana
Rami cadetti
  • Ramo di Chateaubeuf
  • Ramo di Glaltiers
  • Ramo di Carignar
  • Ramo Bueil
  • Rami di Calabria
  • Valvo Grimaldi di Geracello (ramo siciliano)
  • Ramo di Val di Massa
  • Ramo di Santa Caterina Villarmosa
  • Ramo di Antibes
    • Ramo di Busca
    • Ramo del Poggetto

I Grimaldi sono un'antica famiglia di origine genovese che regna su Monaco dal XIII secolo, prima come signori e poi come principi, ed è attualmente rappresentata dal principe sovrano Alberto II Grimaldi.

Fu una delle cinque più importanti casate della nobiltà feudale della Repubblica di Genova, assieme ai Doria, agli Spinola, ai Fieschi e agli Imperiale. Si arricchì con mercatura, finanza, acquisto di terre.

La famiglia si divise in vari rami con titoli principeschi, ducali e marchionali, tra i quali quelli di Gerace, di Salerno, Pagani, Campagna, Eboli, Antibes, Castronovo e altri, prevalentemente in Italia, Francia e Spagna.[2] Molte stirpi genovesi assunsero il cognome Grimaldi tramite l'istituto dell'Albergo dei Nobili; tra le casate illustri si trovano, ad esempio, i De Castro e i Durazzo.

Il famoso ramo di Monaco si è estinto nella linea maschile sin dal XVII secolo, dalla morte del principe Antonio I Grimaldi; tuttavia, sua figlia Luisa Ippolita, succeduta al padre, sposò Jacques François Léonor Goyon de Matignon, che divenne, dopo la morte della moglie, principe di Monaco jure uxoris, adottando il nome e le armi dei Grimaldi e garantendo in questo modo la continuità della famiglia.
Ma, a sua volta, questo ramo si estinse in linea maschile nel XX secolo, con la morte del principe Luigi II Grimaldi; tuttavia, ancora una volta, la dinastia continuò in linea femminile grazie a sua figlia Charlotte, che sposò il conte Pierre de Polignac, il quale, per contratto matrimoniale, adottò il nome e le armi dei Grimaldi; da Charlotte e Pierre discende l'attuale principe sovrano.

Il cognome è attestato come di nobile origine a Scharbeck (Belgio), Reggio Emilia, Catania, Enna, Modica, Catanzaro, Reggio Calabria, Ovada, Torino.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Origini[modifica | modifica wikitesto]

Diverse sono le ipotesi sull'origine antica della casata. C'è chi afferma che il capostipite sia Grimoaldo II[2][3], altri come Francesco Maria Emanuele Gaetani, marchese di Villabianca, affermano addirittura che l'origine sia più antica.[4] Tuttavia, il primo di cui si hanno notizie storiche certe, ed è quindi considerato come capostipite, fu il console Ottone Canella[5][6], padre di Grimaldo Canella, un uomo di Stato genovese vissuto all'epoca delle prime Crociate. Fu console del Comune di Genova negli anni 1162, 1170, e 1184. Ottone risulta fra i testimoni di un atto sottoscritto dai componenti del casato nel quale si riscontra il "nomen gentis" Grimaldo (nome ricorrente a cominciare dal figlio) e ad ogni modo apparteneva alla nobiltà feudale che, nel corso del secolo XI, iniziò ad abitare nelle mura della città entrando a far parte della nobiltà "consolare".

Antica casata genovese[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Tavole genealogiche della famiglia Grimaldi.

La casata, dopo le prime gesta del console Grimaldo, ebbe nel figlio Oberto I Grimaldi (1140 circa-1232) il vero fondatore delle fortune e del potere della famiglia, dedicandosi ai traffici commerciali marittimi e occupandosi della vita politica genovese.

I suoi quattro figli: Grimaldo (II) (1170 circa- dopo 1257), Ingo o Ingone (+ 1235 o +1225), Oberto (II) (vivente 1233-58) e Nicola (+ ante 1258) furono i capostipiti di altrettanti rami della famiglia. Durante la loro epoca i Grimaldi diventarono una delle casate più ricche e potenti di Genova.

Coinvolti nelle guerre fra guelfi e ghibellini furono spesso esiliati e poi riammessi, vivendo in questi anni spesso come ribelli, pirati e nemici della loro città. Nel XIV secolo figuravano fra i Guelfi.

Ritratto immaginario seicentesco di Ranieri I di Monaco

Furono questi gli anni di Lanfranco, uomo politico genovese, dei figli Ranieri (I), rinomato uomo d'arme ed ammiraglio e Bertone (o Bartolomeo), dal quale originò il ramo calabrese, di Francesco o Franceschino detto "Malizia", che riuscì a impadronirsi di Monaco (1297).

Fra i secoli XIII-XV però la casata, divenuta una delle quattro più grandi gentes genovesi (con Doria, Spinola e Fieschi), si estese anche oltre i confini della repubblica genovese, generando rami famosi, come la dinastia dei signori e poi principi di Monaco.

Nel 1528 costituirono il decimo Albergo dei Nobili della Repubblica di Genova.

Signori di Monaco[modifica | modifica wikitesto]

Carlo I di Monaco in un ritratto immaginario del XVII secolo

Il ramo dei Grimaldi ottenne Monaco di fatto già alla fine del secolo XIII, ma il vero fondatore della signoria fu Carlo I di Monaco detto "il Grande" (1357-1363) che fu il primo signore di Monaco (1341-1357), uomo d'arme e politico illustre della sua epoca.

Il pronipote Giovanni I di Monaco (1382-1454), signore di Monaco (1419-1454) lasciò, nel suo testamento, la disposizione (attuata tre volte) secondo la quale, in mancanza di eredi maschi, il marito o il discendente di una Grimaldi doveva prendere il nome e lo stemma della famiglia per succedere al trono di Monaco. la regola fu applicata per la prima volta con la nipote Claudina (* 1451, + 1515), signora di Monaco (1457-58) che abdicò dopo il matrimonio con il cugino Lamberto Grimaldi di Antibes (1420-1494).

Con Lamberto Grimaldi di Antibes (* 1420 + 1494) la signoria di Monaco acquistò autonomia, anche se spesso dovette destreggiarsi fra le varie potenze del tempo (Francia e Spagna in primis) e con Genova, spesso avversa.

Fra i più importanti signori di questa epoca sono da ricordare Agostino Grimaldi (1523-1532) ed il nipote Onorato (1532-1581) che si legarono alla Spagna, anche tramite i Grimaldi di Genova, con i quali continuarono ad essere in stretti rapporti. Come ricompensa per la fedeltà alla Spagna ottennero il titolo di marchesi sulla città di Campagna, conti su Canosa (di Puglia), signori su Terlizzi, Monteverde, Ripacandida e il castello di Garagnone, tutti in amministrazione feudale e posti in varie province del vicereame di Napoli.[7]

Principi di Monaco[modifica | modifica wikitesto]

Il Palazzo dei Principi di Monaco

Onorato II si proclamò primo principe sovrano di Monaco nel 1612. Questo fatto segnò, politicamente, il passaggio sotto l'egida della Francia (1642), alla quale la casata si legò in modo duraturo. Tramite questo legame i Grimaldi si videro riconoscere, da parte della corona francese, importanti feudi nell'entroterra come il ducato di Valentinois nel Delfinato, detenuto a partire dal 1641 a seguito del trattato di Péronne.

Il pronipote Antonio I (1701-1731) fu l'ultimo principe sovrano di Monaco discendente diretto in linea maschile della dinastia dei Grimaldi. Sua figlia infatti, Luisa Ippolita, unica principessa sovrana, contravvenendo ai desideri paterni e alle regole dinastiche familiari, non sposò un cugino all'interno della casata, ma il nobile francese Jacques François-Léonor de Goyon de Matignon che divenne principe di Monaco con il nome di Giacomo I, assumendo il cognome e lo stemma dei Grimaldi. Ebbe così origine la seconda casata Grimaldi (de Goyon de Matignon Grimaldi), che regnò dal 1731 al 1949, estinguendosi nei Polignac Grimaldi (la terza casata), iniziata dal principe Ranieri III.[8]

La famiglia di Ranieri III nel 1966

Alla morte di Ranieri III è succeduto il principe Alberto II.

Altri rami[modifica | modifica wikitesto]

La gens dei Grimaldi, nel corso dei secoli, si ramificò in varie zone di Italia ed ebbe delle discendenze anche in altre zone d'Europa.

Vi sono stati rami di Calabria coi marchesi di Seminara, di Sicilia con titolo di principi di Xirumi da cui il ramo cadetto modicano dei Baroni di Calamenzana, estintosi nel XX secolo, di Spagna, di Bologna, di Carignano e di Genova. Vi furono inoltre il ramo di Londra, detto dei Marchesi Grimaldi di Belforte, estintosi nel XIX secolo, quelli del Lazio e della Corsica, che compaiono nel XIII secolo nell'Ifriqiya, quello di Boglio, che nel XVI secolo annoverò un governatore di Nizza ed i cui membri vissero per secoli come feudatari di Casa Savoia, ed altri minori come quelli in Campania a Torre Annunziata, Cava e Nocera[9].

Ramo dei Grimaldi di Sicilia[modifica | modifica wikitesto]

Esponenti dei Grimaldi passarono in Sicilia in almeno due occasioni distinte. Fu infatti Enrico capostipite dei Grimaldi, figlio di Carlo, signore di Mentone; quest’ultimo ciambellano e consigliere di re Martino ottenne nel 1396 in compenso dei suoi servigi le baronie di Scibillini e Pollicarini, l’anno seguente ebbe parimenti donata la baronia ed il castello della Bozzetta, la castellania ed il regio castello di Castrogiovanni, di cui fu fatto governatore[10], ed insignito del Cingolo militare; fu genitore di Simone, Pietro e Pino da cui si diramarono tre distinte schiatte.

  1. Simone, barone di Risicalla e Carranciara, del quale ramo fiorirono: un Enrico Grimaldi barone di Risicalla e di Geracello per maritali momine con Buonaccolta di Piazza; un Simenes, ceppo dei baroni di Gallizzi, Caropepe e Favara; un Giorgio, capitan generale del principe di Monaco, indi a servigi di Carlo V[11]; un Pierandrea, barone di Santa Caterina; un altro Pierandrea primo principe di Santa Caterina per concessione di Filippo III nel 1625, che l'onorò del trattamento di suo consanguineo; linea primogenita estinta nel 1802 in Emilia Grimaldi, moglie di Diego Giardina, marchese di Santa Ninfa, i di cui titoli per la morte dei tre figli dichiarati interdetti per imbecillità passarono di dritto alla linea collaterale rappresentata dai Grimaldi, baroni di Geracello, in persona di Don Giuseppe Maria Grimaldi e Gravina riconosciuto del cennato titolo nel 1853 ed iscritto nel gran registro della Consulta Araldica del Regno nel 1871, personaggio adorno di grandi meriti, cultore dell'araldica e delle patrie antichità. Oggi questo ramo è rappresentato dai Valvo Grimaldi di Geracello[12] presso Enna.
  2. Pietro, barone della Bozzetta dal 1416; linea estinta nei principi di Valguarnera pel matrimonio di Caterina, unica figlia di Giuseppe Grimaldi della Bozzetta, che sposò Francesco Grifeo, da cui Giuseppe Grifeo Grimaldi, morto nel 1654 e Antonia Grufeo Grimaldi moglie di Francesco Valguarnera Arringhetti, principe di Valguarnera.
  3. Pino, diede origine al ceppo dei baroni di Sittibillini, linea eziandio estinta nel XVII secolo nella famiglia Trigona, marchesi di Floresta, continuando la linea collaterale rappresentata da Enrico Grimaldi Longi di Castrogiovanni.

Il secondo Grimaldi a passare in Sicilia fu nel 1554 un Agostino Grimaldi, figlio di Francesco della linea dei Grimaldi detti Cavalleroni di Genova, di cui faceva parte il cardinale Girolamo Grimaldi-Cavalleroni; barone di San Giovanni, abitante in Siracusa e poi in Modica, ove stabili sua famiglia, arricchita delle baronie di Xirumi, Serravalle, Nixima o Niscima, del Bosco, Calemezano, Piombo, Boncamero e Delia. Ebbe dei cavalieri di Montesa e di Malta; ed un Carlo Grimaldi e Rosso fu decorato del titolo di principe Grimaldi da Re Carlo II nel 1692. In seguito la famiglia si trapiantò in Mineo, da dove diffinitivamente fermò sua stanza in Catania, rappresentata dal principe Francesco Grimaldi e Colonna barone di Serravalle fratello ultrogenito del principe Giovanni Grimaldi gentiluomo di camera di Ferdinando II, ciambellano del Granduca di Toscana, cavaliere gerosolimitano, morto senza lasciar figli, rimasta essendo in Modica la linea secondaria nei baroni di Calamezano. I Grimaldi di Serravalle dimorano tuttora in Catania e possiedono il feudo di Xirumi con annesso castello[13]. Qualche studioso mette in dubbio la reale appartenenza a casa Grimaldi di detto Agostino[14].

Ramo dei Grimaldi di Antibes[modifica | modifica wikitesto]

Da Ingo Grimaldi, figlio di Oberto, nel XIII secolo ebbe origine il ramo dei Grimaldi di Antibes, un cui rappresentante, Lamberto, ottenne la signoria di Monaco sposando la parente Claudina Grimaldi.

Una linea derivata dallo stesso ramo, cui appartennero nel 1704 i Conti del Poggetto, con capostipite Nicola Grimaldi, conta ancora una numerosa discendenza. Un'altra diramazione confluì nel XIX secolo negli Scati Grimaldi.

Ramo dei Grimaldi di Calabria[modifica | modifica wikitesto]

Da Grimaldo II, figlio di Oberto e Corradina Spinola, e Orietta de Castro nacque Lanfranco, secondo signore di Monaco (il primo signore di Monaco fu Francesco, fratello o cugino di Lanfranco). Lanfranco sposò Aurelia del Carretto (i cui nonni materni erano Federico II di Svevia e Adelaide di Urslingen) dalla quale ebbe Ranieri I, Bertone, Andaro e Antonio. Ranieri (1267), che era il più grande dei fratelli, ereditò dal padre la signoria di Monaco e la trasmise ai suoi eredi. Da Bertone (m. 1323), figlio non primogenito di Lanfranco, che fu viceré di Calabria (1310), origina il ramo dei Grimaldi di Calabria nel XIV secolo. Di seguito la genealogia.

1) Grimaldo II, sp. Orietta de Castro

2) Lanfranco Grimaldi, patrizio genovese, 2° signore di monaco, sp. Aurelia del Carretto.

3) Bartolomeo I detto Bertone I (xiii, + 1325 ca.), patrizio genovese e vicerè di calabria; sp. Costanza del Balzo.

4) Bartolomeo II Grimaldi detto «Bertone II» (xiii, + prima 1379); patrizio genovese; 1° signore di messimeri, giustiziere di calabria; sposò in prime nozze Caterina Emanuela Fieschi; in seconde nozze Bigotta di Bonifacio Camillo (sua vedova nel 1379).

5) Nicola Grimaldi (xiv sec.); 2° signore di Messimeri; patrizio genovese; sposò in prime nozze Eleonora Caracciolo; in seconde nozze Ciccarella d'Aquino.

6) Giovanni I Grimaldi (xiv-xv sec.) nato dal 2° matrimonio; 3° signore di Messimeri; patrizio genovese; sposò Vittoria (o Laura) Carafa.

7) Luca Grimaldi (xv sec.); 5° signore di Messimeri; patrizio genovese; sposò Diana Sanseverino.

8) Giovanni II Grimaldi (+ 1532); 6° signore di Messimeri, patrizio genovese; sposò in prime nozze Luisa Murga; in seconde nozze Diana Ventimiglia; in terze nozze Maria Francesca Caracciolo.

9) Ferdinando Grimaldi (+ 1558); 7° signore di Messimeri (1534-1558); sposò Santa Grimaldi (una sua cugina).

10) Giovanni III Grimaldi detto «Giovannello»; 8° signore di Messimeri; 1° signore di Cuppari; sposò in prime nozze Francesca Mungio; in seconde nozze Lucrezia Filippone.

11) Giacomo Grimaldi (+ 1592); 9° signore di Messimeri; 2° signore di Cuppari; sposò Diana Massaferri (o Capitani).

12) Pietro Grimaldi (+ 1666); 5° signore di Cuppari (ereditato dal fratello Giovanni); sposò Maria Oliva.

13) Giacomo Grimaldi (+ 1699 seminara); 6° signore di Cuppari (1666).

14) Geronimo Grimaldi; 7° signore di Cuppari (1699);

15) Antonio Grimaldi; 8° signore di Cuppari; sposò Anna Maria Zerbi.

16) Pio Grimaldi; 9° signore di Cuppari; marchese e patrizio genovese; sposò Porzia Grimaldi (sua parente), del ramo dei Grimaldi di Polistena.

17) Domenico Grimaldi (*Seminara, 15 febbraio 1734 – Reggio Calabria, + 5 novembre 1805), economista, imprenditore e filosofo italiano e Francesco Antonio Grimaldi (* Seminara 1741, + napoli 1784) celebre filosofo, scrittore, poeta; questi sposò la contessa Aurora Barnaba; entrambi marchesi e patrizi genovesi (dal 1767); .

Dunque, al ramo dei Grimaldi di Calabria appartennero i Grimaldi signori di Messimeri; da essi derivò la linea di Seminara (poi riconosciuta nel titolo di marchese), della quale fecero parte i sopra ricordati Francescantonio Grimaldi (1741-1784) e Domenico Grimaldi (1734-1805), figli del marchese Pio Grimaldi dei principi di Monaco.

Altri rami ancora furono quelli dei Grimaldi di Crotone e di Catanzaro, di cui fu illustre rappresentante il ministro Bernardino.

Dal marchese Francescantonio Grimaldi, dei principi di Monaco, e dalla sua consorte contessa Aurora Barnaba, nacque Porzia che sposò Pietro Antonio Buccino. Dai due nacquero 14 figli molti dei quali morirono in tenera età.

Dei figli maschi il solo Giuseppe Maria (n. 1794) ebbe figli. Delle femmine, Maria Luisa sposò in prime nozze Domenico Capecelatro dei Duchi di Morrone ed in seconde nozze il Marchese Achille Paternò, Aurora sposò Nicola Bevere, Angelica sposò il nobile Gennaro de Monaco e Carolina, già vedova di Luigi Pinto, sposò il Marchese degli Uberti.

Dal nobile Gennaro de Monaco ed Angelica nacquero Palmerindo, Giuseppe e Filomena.

Da Palmerindo e dalla marchesa sua moglie Natalia Anselmi nacque, tra gli altri, Emilia sposata con il nobile Michele Landolfi, da cui Maria Landolfi sposata con il professore Marco Modica de Mohac.

Sempre al ramo calabrese appartenne la famiglia Grimaldi di Gerace di Calabria. A Battista Grimaldi succedeva Girolamo Principe di Gerace, fondatore di Cittanova, il 12 agosto 1618.[15][16][17][18]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni

  1. ^ Il motto latino "Deo Juvante" si traduce in italiano "Con l'aiuto di Dio".
  2. ^ Grimaldo Canella (...–1184 circa) ricoprì per la prima volta la carica di Console di Genova nel 1162. Successivamente ricoprì lo stesso ruolo per altre due volte, rispettivamente nel 1170 e nel 1184.

Fonti

  1. ^ (EN) The House of Grimaldi, su grimaldi.org. URL consultato il 23 ottobre 2017 (archiviato dall'url originale il 15 dicembre 2007).
  2. ^ a b Il blasone in Sicilia pagina 211 (TXT), su archive.org. URL consultato il 21 maggio 2011.
  3. ^ Girolamo Rossi, Il principato di Monaco: studi storici pagina 10, P.Amarante, 1864.
    «Egli disse i Grimaldi discendenti di Grimoaldo figlio di Pipino di Herstal»
  4. ^ Andrea Borrella, Annuario della nobiltà italiana 2000 volume I pagina 1081.
    «Il Villabianca scrive quanto segue sulla famiglia: "Ella ebbe origine nella Francia circa l'anno 420 di nostra salute da un cavaliere franzese, che chiamato Grimaldo...»
  5. ^ Grimaldi, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato l'11 settembre 2019.
  6. ^ Vito Antonio Vitale, Grimaldi, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1933. URL consultato l'11 settembre 2019.
  7. ^ M. Ulino, L'Età Barocca dei Grimaldi di Monaco nel loro Marchesato di Campagna, Giannini editore, Napoli 2008.
  8. ^ Lingua, p. 220
  9. ^ http://www.nobili-napoletani.it/Grimaldi.htm
  10. ^ Privilegio in R. Cancelleria f. 20 datato 1397
  11. ^ vedi R. Cancelleria f. 549 anno 1535
  12. ^ :. La masseria del geranio rosso .: B&B Bioagriturismo in Sicilia, su geraniorosso.com. URL consultato il 29 agosto 2021.
  13. ^ RagusaNews, Si è sposata Beatrice Grimaldi di Serravalle, su Ragusanews.com, 2018-01-03CET10:36:00+00:00. URL consultato il 29 agosto 2021.
  14. ^ RagusaNews, I Grimaldi/Caser di Modica e la storia, su Ragusanews.com, 2018-07-07CEST18:03:00+00:00. URL consultato il 29 agosto 2021.
  15. ^ I Grimaldi di gerace a Cittanova, su www.cittanovaonline.it. URL consultato l'8 giugno 2022.
  16. ^ Arte e storia, Tipografia Domenicana, 1916. URL consultato l'8 giugno 2022.
  17. ^ Vincenzo Guerrisi, Monografia da Altanum a Polistena territorio degli Itali-Morgeti libro documento 2021, p. 131, ISBN 9788824953078. https://www.booksprintedizioni.it/public/libri/anteprima_altanum%20a%20polistena.pdf
  18. ^ Fulvio Mazza, Gioia Tauro: storia, cultura, economia, in Le città della Calabria, vol. 14, Rubbettino Editore, 2004, p. 80, ISBN 8849810598. URL consultato il 12 marzo 2017.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Angelo M.G. Scorza, Le famiglie nobili genovesi, Genova, Fratelli Frilli Editori, 1924

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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