Sestiere di Porta Nuova: differenze tra le versioni

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Versione delle 12:35, 22 apr 2018

Sestiere di Porta Nuova
Stemma ufficiale
Stemma ufficiale
Porta Nuova medievale in una foto del 1850. Faceva parte della Contrada degli Andegari, che apparteneva al sestiere di Porta Nuova
StatoBandiera dell'Italia Italia
Città Milano
Mappa dei quartieri di
Mappa dei quartieri di

Coordinate: 45°28′19.54″N 9°11′41.66″E / 45.472094°N 9.194906°E45.472094; 9.194906

Il sestiere di Porta Nuova è uno dei sei sestieri in cui era anticamente divisa la città di Milano limitatamente ai confini del moderno centro storico, che è delimitato dalla Cerchia dei Navigli, ovvero dal tracciato delle mura medievali di Milano, di cui la Cerchia costituiva originariamente il fossato difensivo. Prende il nome dall'antica Porta Nuova medievale. Del sestiere di Porta nuova faceva parte il Palazzo della Ragione, per secoli sede del municipio di Milano, da cui dipartivano a raggiera i confini dei sei sestieri della città.

Storia

Questo sestiere deriva il nome da Porta Nuova medievale, che a sua volta prende la denominazione dalla precedente Porta Nuova romana. Porta Nuova romana fu costruita durante il periodo imperiale dell'epoca romana, e venne ricavata nella cinta delle mura romane di Milano. Venne fatta erigere lungo il nuovo perimetro di mura (da cui il nome della porta), frutto dell'estensione della cinta muraria verso nord est, che venne realizzata dopo il 291 su volere dell'imperatore Massimiano in seguito alla crescita urbanistica e all'elevazione di Mediolanum a capitale dell'Impero romano d'Occidente. Porta Nuova romana era conosciuta anche con il nome di Porta Aurea.

Come per Porta Orientale, di cui rappresentava uno "spostamento" verso est, anche da Porta Nuova dipartiva verso oriente l'arteria stradale che, attraverso Bergomum (Bergamo) e Brixia (Brescia), portava a Verona (Verona).

Poi in epoca medievalie, con la costruzione delle nuove mura cittadine, più esterne quelle precedenti, "Porta Nuova" venne spostata, seguendo la direttrice della strada lungo cui sorgeva, più esternamente, lungo il nuovo vallo difensivo. Sorte analoga ebbe Porta Nuova spagnola che venne eretta, analogamente, lungo le mura spagnole di Milano, che sostituirono quelle medievali.

Lo stemma del sestiere di Porta Nuova ha subito modifiche nei secoli. Quello che è giunto fino ai tempi moderni è descritto così da Bonvesin de la Riva:

«[...] in porta Nova sunt [clipei] albo niugroque collore quadrati: superior quidem in parte sinistra et inferius a destra fuscati, in reliquis duabus partibus dealbati. [...]»

Lo stemma giunto sino ai tempi moderni è costituito da quattro quadrati, con il primo e il quarto di colore bianco e il secondo e il terzo di colore nero. Galvano Fiamma menziona la presenza, più anticamente, anche di un leone bianco, che poi è scomparso. Questo leone bianco era sovrapposto a un sfondo interamente nero:

«[...] Isti porte deputantur clipei ubi sunt lenones albo nigroque colore quadrati; superius in parte sinistra et inferius a deztra fuschati. In aliis duabus partibus delbati. [...] Porta nova habet leones quadratos albo colore nigro [...]»

Analogamente Bernardino Corio scrive:

«[...] La nova [havea suoi militi] sotto del leone biancho [...]»

Questo stemma è quindi quasi identico a uno degli stemmi storici del sestiere di Porta Comasina: in luogo del rosso, sullo stemma del sestiere di Porta Nuova era presente il nero.

Anche Giacomo Filippo Besta conferma la presenza, un tempo, di un leone, questa volta però scaccato di bianco e nero. Questo stemma, che è successivo al precedente,quello con il leone interamente bianco, è così descritto:

«[..] Porta Nova [ha] il stendardo ed scudo bianco con leoni bianchi et negri quadrati di sopra dalla parte sinistra, et dabasso da mano dritta alquanto foschi, et nelel parti biancheggianti [...]»

Serviliano Latuada, riferendosi allo stemma più recente, quello senza leone, ci riferisce quanto segue:

«[...] Ha questa porta per suo stemma un quadrato, scaccato a color bianco e nero [...]»

Le contrade

La via della Scala nel 1855, prima della realizzazione dell'omonima piazza. I portici che si intravedono sulla destra appartengono al Teatro alla Scala. Per realizzare piazza della Scala vennero demoliti, nel 1858, diversi caseggiati, che si intravedono nella fotografia
Il Carroccio di Milano su un'antica miniatura. Era custodito all'interno del Palazzo della Ragione, che faceva parte della contrada dei Rostri: per tale motivo, questa contrada, era definita la contrada Capitana di Milano

Il sestiere di Porta Nuova era a sua volta suddiviso in cinque contrade

  • Nobile Contrada dei Bossi. La contrada prendeva il nome dalla famiglia nobiliare milanese dei Bossi. La maggior parte del quartiere annonario del sestiere apparteneva a questa contrada. I confini della contrada andavano dall'incrocio tra le vie San Protaso e Bassano Porrone all'intersezione tra le vie dell'Orso e Giuseppe Verdi. Il confine continuava lungo via Verdi, piazza della Scala, via Case Rotte , piazza San Fedele. Lungo il confine appena descritto la contrada confinava con il sestiere di Porta Comasina, in particolare con le contrade Rovello e dell'Orso. Il confine con la contrada dei Rostri, appartenente al sestiere di Porta Nuova, andava dall'incrocio tra piazza San Fedele e via Marino all'intersezione tra via San Protaso e via Porrone. All'interno dei confini della contrada erano situate la chiesa dei Santi Gervasio e Protasio ai monaci, la chiesa di San Dalmazio, chiesa dei Santi Cosma e Damiano al Carrobbio (che non va confuso con l'odierno "Carrobbio": "carrobbio" significa infatti, letteralmente, "incrocio di quattro vie"), la chiesa di San Lorenzo in Turrigia e la chiesa di Santa Maria alla Scala, che sono state tutte demolite nel corso dei secoli. Degna di nota è la storia di via Case Rotte. Essa prende il nome dalle case nobiliari dei Della Torre, che vennero distrutte quando essi persero la guerra contro i Visconti: le loro rovine, definite in documenti del XIV secolo in latino volgare Caruptis, presero poi il nome di Case rotte, da cui il nome dell'omonima via (la zona, in origine, era nota con il nome di "contrada dei Della Torre", toponimo scomparso con la loro sconfitta contro i Visconti). Legata a una di queste dimore è la già citata chiesa di Santa Maria alla Scala: fu infatti costruita, si resti di una di esse, da Regina della Scala, da cui il nome della chiesa. L'urbanistica stradale della contrada, andata persa con le demolizioni avvenute nel corso del XIX e del XX secolo, risaliva all'epoca romana.
  • Contrada dei Rostri (Capitana). La contrada era denominata "capitana" perché, ospitando il Palazzo della Ragione, aveva nei suoi confini gli uffici comunali e il locale dove era custodito il gonfalone comunale: anticamente era anche custodito anche il Carroccio. Parte del quartiere annonario del sestiere apparteneva a questa contrada, in particolare la parte dedicata all'approvvigionamento della farina. Il confine della contrada correva lungo la linea esterna del Palazzo della Ragione, dove confinava con il sestiere di Porta Orientale, fino all'incrocio tra via San Raffaele e via Marino, per poi proseguire fino a piazza della Scala. Il confine continuava poi da via Santa Margherita a via San Protaso per poi giungere a via del Gallo. All'interno dei confini della contrada si trovava la chiesa di Santa Maria del Ghisone con annesso monastero.
  • Contrada della Mazza. Il nome della contrada deriva dall'antico germanico lama, ovvero "zona paludosa", che è stato successivamente storpiato in lamazzo: da quest'ultimo vocabolo sono derivati i nomi della contrada e del centro abitato "Mazzo di Rho". Altra interpretazione è legata a un secondo significato del vocabolo antico germanico lama: fosso, con un richiamo al fossato allagabile delle mura romane di Milano. Ciò avrebbe dato il nome alla chiesa di San Donnino alla Mazza, antico luogo di culto poi scomparso, che sorgeva nei pressi del fosso della cita muraria romana e che avrebbe dato poi il nome alla contrada. Altre ipotesi sul toponimo "Mazza" vorrebbero che questo nome sia legato a un'antico tempio dedicato a Giano Bifronte, dov'era rappresentato con una clava (una "mazza" in mano"), oppure da "massa", sinonimo di curtis. I confini della contrada andavano dall'incrocio tra le vie Marino e Magnani a via Monte Napoleone, dove confinava con il sestiere di Porta Orientale, per poi proseguire lungo via Alessandro Manzoni. Il confine proseguiva poi dall'incrocio tra via Manzoni e piazza della Scala e l'intersezione tra via Marino e via Magnani, dove confinava con le contrade dei Bossi e dei Rostri. All'interno dei confini della contrada della Mazza erano situate molti edifici di culto, la chiesa di San Fedele, la chiesa di San Vittore e la chiesa di San Martino in Porta Nuova.
  • Contrada degli Andegari. Il nome della contrada, così come l'emiliano ùndeg e il veneto fòntego, potrebbero derivare da "andito", ovvero "ingresso". La contrada degli Andegari era tra le più vaste. Il suo confine passava lungo via Giuseppe Verdi, dove confinava con la contrada dei Bossi, per poi proseguire dall'incrocio tra via Manzoni e gli archi di Porta Nuova, dove confinava con la contrada della Mazza, e giungere alla Cerchia dei Navigli e arrivare fino a via Brera, dove confinava con il sestiere di Porta Comasina. All'interno dei confini della contrada erano comprese la chiesa di San Silvestro e la chiesa di San Pietro in Porta Nuova. Era cospicua la presenza di monasteri e di case religiose: qui si trovavano il monastero di Santa Caterina in Biassono, il monastero di Santa Maria d'Aurona, e il monastero di Santa Maria in Vedano. Questi tre monasteri diedero in nome a una strada, la via dei tre monasteri, che mutò poi nome in via Monte di Pietà, che esiste ancora oggi. La casa religiosa più importante che si trovava in questa contrada era la casa degli Umiliati di Brera, a cui si affiancavano la casa di Sant'Erasmo e quella di Santa Caterina. Degna di nota è l'intitolazione originaria di via Manzoni. In origine il primo tratto si chiamava corsia del Giardino, che richiamava un importante giardino, considerato all'epoca il più bello di Milano, che era situato adiacente a uno dei palazzi dei Della Torre. L'altro tratto di via Manzoni era chiamato corso di Porta Nuova, nome giunto sino quasi ai giorni nostri. Questo asse viario ha origini antichissime: era il decumano dell'antica Mediolanum.
  • Contrada della Spiga. Il nome della contrada derivava dagli Spighi, nobile famiglia milanese. I confini della contrada seguivano la Cerchia dei Navigli verso Porta Orientale, dove confinavano con le contrade della Mazza e degli Andegari, per poi toccare il'sestiere di Porta Orientale. La presenza di quartieri con un nome richiamante il concetto di "borgo" (Borgo Spesso, Borgo Santo Spirito, Borgo del Gesù e Borgo Sant'Andrea, di cui il primo è l'unico giunto sino a noi: degli altri rimane traccia nelle moderne vie Santo Spirito, del Gesù e di Sant'Andrea) testimonia la cospicua densità di abitanti presente nella contrada a fronte di una superficie non elevata. Nella contrada erano presenti la chiesa di Sant'Andrea alla Pusterla, che si trovava all'incrocio tra via Monte Napoleone e via Sant'Andrea, la chiesa di Sant'Ambrogio di Carugate e la chiesa di San Giacomo alla Fossa.

Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni