Diabolik (film 1968): differenze tra le versioni

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Versione delle 17:18, 6 set 2011

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I titoli di testa del film
Paese di produzioneItalia
Durata101 minuti
GenereAzione, thriller, commedia
RegiaMario Bava
SoggettoAdriano Baracco, Angela e Luciana Giussani, Dino Maiuri
SceneggiaturaMario Bava, Dino Maiuri, Brian Degas, Tudor Gates
ProduttoreDino De Laurentiis, Bruno Todin
FotografiaAntonio Rinaldi, Mario Bava
MontaggioRomana Fortini
MusicheEnnio Morricone
ScenografiaFlavio Mogherini
CostumiLuciana Marinucci, Giulio Coltellacci, Carlo Rambaldi (non accreditato)
TruccoOtello Fava
Interpreti e personaggi

Diabolik è un film del 1968, diretto da Mario Bava.

È ispirato all'omonimo fumetto creato da Angela e Luciana Giussani e riprende le situazioni di alcuni episodi della serie a fumetti, in particolare quelli intitolati Lotta disperata, L'ombra della notte e Sepolto vivo!.

È considerato uno dei migliori film pop degli anni sessanta,[1] un misto di pop art, optical art, psichedelia e futurismo,[1] ed ha influenzato film come CQ, diretto da Roman Coppola nel 2001. Coppola ha infatti dichiarato che il film di Bava gli è servito per dare il "mood audiovisivo" al suo lungometraggio.[2]

Trama

Diabolik ruba dieci milioni di dollari davanti all'Ispettore Ginko, raggirandolo con l'ausilio di alcuni fumogeni. Fugge quindi a bordo di un motoscafo e successivamente su una Jaguar nera, inseguito da un elicottero della polizia. Diabolik entra in una galleria, dove l'attende a bordo di una Jaguar bianca la fidanzata Eva Kant. I due, seminati i poliziotti, giungono al loro rifugio sotterraneo.

La caverna che fa da rifugio per Diabolik ed Eva Kant

Intanto il ministro degli interni convoca una conferenza stampa e annuncia il ripristino della pena di morte per combattere il crimine. Diabolik ed Eva si recano sul posto, travestiti da giornalisti, e sprigionano del gas esilarante, provocando le risate di tutti i presenti. Il giorno dopo, il ministro si dimette e l'ispettore Ginko ordina una retata in grande stile contro l'impero criminale gestito dal boss Ralph Valmont. Questi è costretto a fare un patto con l'ispettore Ginko e promette di consegnare Diabolik alla polizia.

Diabolik decide di regalare ad Eva per il suo compleanno una collana di smeraldi di proprietà di Lady Clark. Immaginando l'intenzione di Diabolik, l'ispettore Ginko fa circondare il castello di Lady Clark dalla polizia. Diabolik, indossando un costume bianco al posto del classico costume nero, si arrampica sulla torre del castello, quindi una volta entrato inganna i poliziotti inserendo una fotografia davanti alle telecamere e si impossessa, senza alcun problema, della collana.

Intanto Valmont, grazie alla descrizione di una prostituta, ottiene un identikit di Eva, quindi la rapisce e chiede a Diabolik come riscatto dieci milioni di dollari e la collana di smeraldi. I due si incontrano per lo scambio sull'aereo di Valmont. Lì Diabolik raggira Valmont e si lancia con il paracadute, trascinandolo con sé. In volo, si fa dire il luogo in cui è imprigionata Eva. Arrivato sul posto, Diabolik riesce a liberarla e uccide Valmont, quindi cade in uno stato di morte apparente ingerendo della droga. Si risveglia all'obitorio, mentre sta subendo un'autopsia, e viene portato via da Eva, travestita da infermiera.

Diabolik ed Eva Kant

Il nuovo ministro degli interni mette una taglia di un miliardo di dollari sulla testa di Diabolik. Questi, per tutta risposta, fa esplodere tutti i palazzi del fisco, provocando una crisi economica senza precedenti. Il nuovo ministro delle finanze (l'ex ministro degli interni) appare in televisione, appellandosi al buon senso dei cittadini, perché spontaneamente si rechino a pagare le tasse, provocando però l'ilarità generale.

Lo Stato decide di fondere tutti i soldi in un unico lingotto d'oro del peso di venti tonnellate. Il lingotto viene trasportato su un treno. Diabolik lo distrugge, facendolo precipitare in mare, quindi si immerge e recupera il lingotto con un sommergibile, portandolo al rifugio e fondendolo. L'ispettore Ginko riesce però a localizzare il rifugio e vi fa irruzione. Eva riesce a fuggire, mentre Diabolik viene investito da un getto d'oro fuso e immobilizzato.

Eva, vestita a lutto, si reca a rendere l'ultimo saluto al compagno, ridotto ad una statua. Viene raggiunta dall'ispettore Ginko. Diabolik, approfittando di un attimo di distrazione di Ginko, fa l'occhiolino ad Eva, dimostrando di essere ancora vivo, quindi una risata diabolica echeggia nel rifugio.

Produzione

Regia

Diabolik uscì nel 1968 e si inserì nel filone fumettistico italiano, preceduto da Kriminal, diretto da Umberto Lenzi nel 1966.

Il produttore Dino De Laurentiis acquistò i diritti del fumetto creato dalle sorelle Giussani e affidò inizialmente la regia a Tonino Cervi.[3] Dopo una settimana Cervi venne licenziato e De Laurentiis offrì la regia a Mario Bava, poiché era un film che necessitava di molti effetti speciali e Bava era considerato uno dei migliori effettisti italiani.[4] Bava era reduce dal film avventuroso I coltelli del vendicatore e accettò la regia, ottenendo così il budget più alto della sua carriera: 200 milioni di vecchie lire.[1] Budget comunque relativamente basso per gli standard di De Laurentiis.[5]

Cast

Per interpretare il personaggio di Diabolik fu scelto inizialmente Jean Sorel,[3] che però faceva parte del cast scelto da Tonino Cervi, quindi con l'arrivo di Bava fu sostituito da John Phillip Law, che stava girando contemporaneamente Barbarella, altro film prodotto da De Laurentiis. Le riprese di quel film però subirono dei ritardi, quindi De Laurentiis propose a Law di interpretare Diabolik.[6]

Per quanto riguarda il personaggio di Eva Kant fu inizialmente scelta una modella sconosciuta, amica di un uomo della produzione.[6] Dopo una settimana fu però sostituita da Catherine Deneuve.[6] Anche l'attrice francese fu però sostituita, poiché Bava non gradiva la sua interpretazione e la Deneuve rifiutava di girare scene di nudo.[6] Sul set arrivò così Marisa Mell, che ottenne la parte.

Il ruolo dell'ispettore Ginko andò al noto attore francese Michel Piccoli, mentre il personaggio di Ralph Valmont fu creato appositamente per il film e fu interpretato da Adolfo Celi.

Riprese

Le riprese del film iniziarono l'11 aprile 1967 e terminarono il 18 giugno dello stesso anno.[7]

Sul set ci furono molti screzi tra Bava e De Laurentiis, inerenti soprattutto le sequenze di violenza che Bava voleva inserire per rimanere fedele al fumetto. De Laurentiis lo convinse però a smorzarle, temendo le forbici della censura.[1] Bava ebbe anche alcuni problemi con John Phillip Law, da lui considerato troppo anonimo.[1]

Il film fu girato in interni agli studi De Laurentiis, a Roma, mentre gli esterni furono girati tra Tor di Caldano e Torino.[5]

Le scenografie del film erano molto scarne. La grande caverna che fa da rifugio per Diabolik ed Eva Kant era in realtà vuota. Tutti i dettagli furono inseriti da Bava tramite fotografie e pezzi di vetro applicate sull'obiettivo.[1] Quando Law arrivò sul set per girare la sequenza in cui Diabolik ed Eva entrano con la loro Jaguar nella caverna rimase sorpreso non vedendo nulla. Chiese quindi a Bava dove fosse la caverna e il regista lo condusse dietro una macchina da presa e gli fece vedere gli effetti che aveva preparato.[6] Anche De Laurentiis rimase piacevolmente sorpreso da questi semplici ma efficaci effetti, tanto da dichiarare: «Dirò alla Paramount che questo set ci è costato 200.000 dollari.[6]

Al termine delle riprese Mario Bava riuscì nella vera e propria impresa di non spendere tutto il budget a disposizione.[5] De Laurentiis decise così di girare un sequel del film, affidandogli nuovamente la regia, ma Bava rifiutò nettamente: «Mi ha chiamato per dirigere il seguito. Gli ho fatto dire che sono ammalato, invalido a letto, permanentemente», dichiarò il regista.[8]

Manifesti e locandine

La realizzazione dei manifesti del film, per l'Italia, fu affidata al pittore cartellonista Renato Casaro.

Titoli per l'estero

Il film uscì negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Francia come Danger: Diabolik, in Spagna come Diabolik e in Germania Ovest come Gefahr: Diabolik.[5]

Accoglienza

I film uscì in Italia il 24 gennaio 1968 e incassò in totale 265 milioni di vecchie lire,[1] un incasso mediocre rispetto alle aspettative. Deluso dagli incassi, De Laurentiis accantonò l'idea di un sequel.[1]

Critiche

Alla sua uscita, la critica cinematografica italiana si divise sul film. Tullio Kezich lo ritenne un film stupido,[9] mentre Giovanni Grazzini scrisse: «L'amalgama di avventura, di farsa, di sadismo e di nudità ne fa un film di moda».[10]

Sempre nel periodo della sua uscita, suscitò molto scalpore la scelta di Michel Piccoli per il ruolo dell'ispettore Ginko, poiché tra l'attore e il personaggio dei fumetti non sussiteva alcuna somiglianza fisica. Pare che le stesse Sorelle Giussani avessero però suggerito che "Ginko si riconosce per quello che fa, non per il suo volto". Il giudizio delle creatrici di Diabolik si rivelò in effetti esatto: le critiche dei fan infatti risparmiarono Piccoli e si concentrarono su Marisa Mell, identica a Eva Kant ma per nulla in parte.

In tempi recenti il film è divenuto un cult movie. Alberto Pezzotta scrive: «Pur restando un film su commissione, Diabolik si stacca dalla media degli analoghi film dell'epoca e riesce dove aveva fallito Modesty Blaise di Joseph Losey: vale a dire nel trasporre al cinema il mondo dei fumetti adottando lo stile delle ultime avanguardie artistiche».[1] La rivista Nocturno scrive: «Gioiello nato per esigenze "alimentari" che, pur restando distante dalla materia trattata, invita a una rilettura pop del criminale in calzamaglia inventato dalle sorelle Giussani».[3]

All'estero il film fu invece subito amato, soprattutto in Francia. La prestigiosa rivista francese Cahiers du cinema apprezzò molto il film, scrivendo: «Gli effetti anamorfici, gli sbandamenti di ordine percettivo in ogni inquadratura, la costante discontinuità spazio temporale, concorrono alla costruzione di un universo dalla bellezza prorompente, improbabile e autoritaria».[11]

Il film fu apprezzato anche dal noto critico Roger Ebert, che scrisse: «Forse perché è meno pretenzioso, Diabolik ha avuto più successo di Barbarella, ed è anche più divertente».[12]

Colonna sonora

La colonna sonora del film fu realizzata da Ennio Morricone. I brani sono i seguenti:

  1. Deep Down
  2. Yes Sir, No Sir
  3. Charading Chauffeurs In Wait
  4. Driving Decoys
  5. Into The Cave
  6. Diaboliks Hide Out
  7. The Shower (Deep Down 2)
  8. Logical Suggestion
  9. Money Orgy
  10. Criminal/Justice Solution
  11. Headlines (Organ Freak Out 1)
  12. Valmont's GoGo Pad
  13. Dumped By Dimocracy
  14. Eva's Holy Dress (Deep Down 3)
  15. Diabolik Capture-Conference
  16. Gunfight At Red Sands
  17. Eva's Sketchy I.D.
  18. Metamorphosis (Organ Freak Out 2)
  19. Emerald Bikini (Deep Down 4)
  20. Doctor Vinear's I.D. Prescription
  21. Downhill Decoy
  22. Vinear's X-Out Session/Death/Life
  23. Jenko's Plan Derails
  24. Guinness's Gold Bar
  25. Bubbles (Extracting Au from H2O)
  26. Under Wah-Wah (Extracted Au from H2O)
  27. Now Go!!
  28. Eva Alone
  29. The Pyrite Wink (Deep Down 5)
  30. Last Laff
  31. O.K. Connery
  32. Valmont (Underworld Don)

Omaggi

Slogan promozionali

  • «Non sa resistere a tutto quello che può prendere, sedurre o portare via...»

Note

  1. ^ a b c d e f g h i Alberto Pezzotta, Mario Bava, Milano, Il Castoro Cinema, 1995.
  2. ^ Gabriele Acerbo & Roberto Pisoni, Lounge Cinema, intervista a Roman Coppola contenuta in Kill, Baby Kill! Il cinema di Mario Bava, Roma, unmondoaparte, 2007.
  3. ^ a b c Autori vari, Genealogia del delitto. Guida al cinema di Mario & Lamberto Bava, Milano, Dossier Nocturno n. 24, 2004.
  4. ^ Intervista a Dino De Laurentiis presente nel documentario Diabolik. Dal fumetto al film, disponibile sul DVD della Paramount.
  5. ^ a b c d Gabriele Acerbo & Roberto Pisoni, Diabolik in saldo, intervista a Dino De Laurentiis contenuta in Kill, Baby Kill! Il cinema di Mario Bava, Roma, unmondoaparte, 2007.
  6. ^ a b c d e f Gabriele Acerbo & Roberto Pisoni, Chi ha paura di Eva Kant?, intervista a John Phillip Law contenuta in Kill, Baby Kill! Il cinema di Mario Bava, Roma, unmondoaparte, 2007.
  7. ^ Box Office / Business for Diabolik (1968), su italian.imdb.com. URL consultato il 23 febbraio 2008.
  8. ^ Intervista a Mario Bava della rivista Horror, 1971.
  9. ^ Tullio Kezich, Panorama, 1968.
  10. ^ Giovanni Grazzini, Corriere della sera, 27 gennaio 1968.
  11. ^ Jean Narboni, Cahiers du Cinema n. 200, giugno-luglio 1968.
  12. ^ Roger Ebert, Sunday Times, 4 dicembre 1968.

Collegamenti esterni