Luisa Adorno

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Mila Curradi)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Immagine giovanile di Luisa Adorno

Luisa Adorno, pseudonimo di Mila Curradi Stella (Pisa, 2 agosto 1921Roma, 12 luglio 2021), è stata una scrittrice italiana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Esercitò per tutta la vita la professione di insegnante in scuole medie e superiori. Collaborò con le riviste Il Mondo di Mario Pannunzio, Paragone, L'indice dei libri del mese, Abitare, Italianieuropei.[1]

Si distinse nel tempo per la partecipazione a numerose attività culturali: come testimone al convegno 100 anni di scrittrici, 100 libri di donne (assieme a Dacia Maraini, Fernanda Pivano, Inge Feltrinelli, Elvira Sellerio, Salone del libro di Torino 16-21 maggio 1996), come giudice nella commissione del Premio letterario Brancati-Zafferana su Letteratura e Resistenza (21-24 settembre 2005), come vicepresidente dell'Associazione amici di Leonardo Sciascia, come traduttrice - assieme a Jiřina Šťastná - del romanzo di Helena Šmahelová La fermata del treno dei boschi e come scrittrice nell'incontro alla Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia intitolato Le Storie salvano la vita? (3 luglio 2007).[2]

Vinse il premio Alpi Apuane nel 1963, con il libro L'ultima provincia (Rizzoli, 1962). Ha vinto sempre con L'ultima provincia (Sellerio, 1983) il premio Lecce De Marzi nel 1983. Ottenne nel 1985, con Le dorate stanze, il premio Prato-Europa e il Premio Nazionale Letterario Pisa sezione Narrativa;[3] nel 1990, con Arco di luminara, il Premio Viareggio[4] e il premio Racalmare-Leonardo Sciascia; nel 1995, con Come a un ballo in maschera, il Premio Donna Martina Franca; nel 1999, con Sebben che siamo donne, il premio Vittorini.[5]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Grand'Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana. - nastrino per uniforme ordinaria

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Le sue opere, miscela di autobiografia e invenzione, quasi tutte pubblicate presso Sellerio Editore, sono:

  • L'ultima provincia (romanzo, 1983; prima edizione Rizzoli 1962)
  • Le dorate stanze (romanzo, 1985)
  • Arco di luminara (romanzo, 1990 Premio letterario Racalmare Leonardo Sciascia)
  • La libertà ha un cappello a cilindro (romanzo, 1993)
  • Come a un ballo in maschera (racconti, 1995), contenente il racconto Scuola mia, su italianieuropei.it..
  • Sebben che siamo donne (romanzo, 1999)
  • Foglia d'acero (diario ritrovato di Daniele Pecorini Manzoni, 2001)
  • Tutti qui con me (romanzo, 2008)
  • Italia mia, racconto, in Grand Tour. Rivisitare l'Italia nei suoi 150 anni, Italianieuropei, 05/2010

Archivio[modifica | modifica wikitesto]

Il fondo Luisa Adorno[7], depositato presso l'Archivio di Stato di Firenze a cura dell'Archivio per la memoria e la scrittura delle donne Alessandra Contini Bonacossi, si divide in due nuclei distinti: il primo è formato dai dattiloscritti e manoscritti delle opere già edite (alcuni dattiloscritti si presentano in duplice redazione - manoscritta e fotostatica - con varianti significative) e il secondo composto da vari documenti quali recensioni, partecipazioni a convegni, presentazioni di testi, articoli già pubblicati in riviste (anche bozze di futuri racconti) e lettere varie.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Per tutte le informazioni precedenti (tranne quella relativa al fratello), si veda la dichiarazione della scrittrice pubblicata in Scritture femminili in Toscana, a cura di Ernestina Pellegrini, Le Lettere, Firenze 2006.
  2. ^ Adorno Luisa, su SIUSA Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 20 dicembre 2017.
  3. ^ Albo d'oro, su premionazionaleletterariopisa.onweb.it. URL consultato il 7 novembre 2019.
  4. ^ Premio letterario Viareggio-Rèpaci, su premioletterarioviareggiorepaci.it. URL consultato il 9 agosto 2019 (archiviato dall'url originale il 19 luglio 2014).
  5. ^ Scheda personale dell'autrice sul sito del suo editore : http://www.sellerio.it/merchant.php?bid=67[collegamento interrotto] Inattivo il 29 agosto 2012
  6. ^ Chiamata nel comunicato Luisa Adorni (sic). Comunicato, su quirinale.it, 1º giugno 2001. URL consultato l'8 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 5 giugno 2011).
  7. ^ Luisa Adorno, su SIUSA Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 20 dicembre 2017.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Annarita Zanardo, Ballando con "Madama ironia" attraverso "Le dorate stanze" della memoria: l'opera di Luisa Adorno, Università degli studi di Venezia Cá Foscari, A.A. 1997-98.
  • Ajsela Koka, Le dorate stanze della memoria nella narrativa di Luisa Adorno, Università di Tirana, A.A. 2001-02.
  • Rosita Andò, La vita e la scrittura percorsi tematici nell'opera di Luisa Adorno, Università degli studi di Catania, A.A. 2002-03.
  • Maria Rotolo, Il pozzo dell'esistenza: la memoria nell'opera di Luisa Adorno, Università di Palermo, A.A.2003-04.
  • A. Lorenzoni, Luisa Adorno tra narrativa e carte d'Archivio, Università degli studi di Firenze, A.A. 2004-2005.
  • Consuelo Dosolini, Luisa Adorno: e in mezzo c'è la vita, Scuola superiore mediatori linguistici, sede di Firenze, A.A. 2010-11.
  • E. Pellegrini, Videointervista a Luisa Adorno, su videovoci.fupress.net.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN66504642 · ISNI (EN0000 0001 1068 2525 · SBN CFIV000107 · LCCN (ENn85384486 · GND (DE119293455 · BNF (FRcb121507190 (data) · J9U (ENHE987007346906105171 · WorldCat Identities (ENlccn-n85384486