Fantozzi in paradiso

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Scena del film
Paese di produzioneItalia
Durata92 min
Generecomico
RegiaNeri Parenti
SoggettoPaolo Villaggio, Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Alessandro Bencivenni, Domenico Saverni, Neri Parenti
SceneggiaturaLeonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Paolo Villaggio, Neri Parenti, Alessandro Bencivenni, Domenico Saverni
ProduttoreMario Cecchi Gori, Vittorio Cecchi Gori
FotografiaSandro D'Eva
MontaggioSergio Montanari
MusicheBruno Zambrini
ScenografiaMaria Stilde Ambruzzi, Enzo De Camillis
Interpreti e personaggi

Fantozzi in paradiso è l'ottavo capitolo della saga fantozziana, realizzato nel 1993. Per la prima volta l'ex ragioniere Ugo Fantozzi, ormai anziano, affronta l'angoscioso problema della morte e lo fa con una malinconia esistenziale che però (secondo Morando Morandini) nella seconda parte si trasforma "in una buffoneria degna dei migliori episodi".

Tale film, che vede la partecipazione di attori che ricorreranno negli episodi a venire (oltre a Paolo Villaggio anche Anna Mazzamauro e Gigi Reder), è il primo in cui Fantozzi passa a miglior vita, ma anche l'esistenza nell'aldilà si dimostra mesta e sfortunata, in linea con quella terrena.

Inoltre, il film segna l'abbandono delle scene da parte di Plinio Fernando, nel successivo film Mariangela e Uga saranno interpretate da Maria Cristina Maccà.

Trama

Il film comincia con il funerale del ragionier Fonelli, ex collega di lavoro di Fantozzi. Il rito però è seguito da un matrimonio, e le persone si scambiano condoglianze e auguri, con un sottofondo funebre-nunziale. Al momento di lasciare la chiesa, un collega monta sulla sua bici priva di sellino e si schianta, morendo anch'egli.

La rapina

Durantre il successivo viaggio funebre in macchina, Filini e Fantozzi, sentendosi "condannati al fuoco delle loro vite grigie senza i capezzoli e senza i trofei", decidono di organizzare una rapina alla Megaditta, proprio dove loro lavoravano.
Dopo aver visto una scena cinematografica di una rapina e studiato il movimento dei ladri, si recano in un negozio di maschere portando con sé la nipotina Uga come copertura. Filini si procura due armi: una pistola da starter con fotofinish e un lanciarazzi della motonave Duilio. Mascherati con semplici occhiali con naso e baffetti finti, i due riescono a prelevare e a sottrarre all'azienda un "malloppone" si danno alla fuga rubando un'auto inglese, ma subito dopo la fuga vengono tratti a bordo della lunghissima limousine del Duca Conte Barambani, che li costringe a consegnare il malloppo, dicendo di fargli solo un favore.

Bongo e lo sfratto

Ormai sconsolato, Fantozzi decide di rintanarsi in casa e di seguire il suo sport preferito, il calcio, in televisione. Proprio durante la sfida Milan-IFK Göteborg 4-0, che cade nel giorno dei 40 anni di matrimonio, gli viene annunciato che la figlia Mariangela ed il genero Bongo (un mostruoso gorilla visto di sfuggita in Fantozzi va in pensione e in Fantozzi alla riscossa, film nei quali si intravedono solo le zampe), rimasti momentaneamente senza dimora, andranno a vivere nella sua casa: egli è contrario a questa abitazione in comune, ma viene costretto dalla moglie Pina ad accettare.
I due nuovi coinquilini dapprima gli renderanno la vita impossibile (cambiano l'arredamento, occupano il suo letto, copulano molto rumorosamente, organizzano feste notturne) e poi lo sfratteranno, costringendolo a trovare una nuova abitazione. Dopo aver cercato invano una dimora, l'unica sistemazione umana che i due coniugi riescono a trovare è rappresentata da un vecchio garage abbandonato, piccolo e stretto tuttavia abbastanza confortevole con le pareti dipinte con disegni carini. Avendo distrattamente appoggiato la spesa sul letto che si è sollevato (era un torchio per automobili), improvvisamente si abbassa di colpo investendo Fantozzi.

Brutte notizie

Durante il funerale di un altro ex collega, per le conseguenze di una bara caduta addosso allo sfortunato ragioniere e al sacerdote ("Don Fantocci"), al momento della visita medica Fantozzi scopre di avere solo una settimana di vita a causa di una malattia incurabile ai polmoni (dalle radiografie si scopre che un piccolo puntino bianco su di un polmone corrisponde all'unica parte sana).

Fantozzi, condannato dalla malattia, fa tutto ciò che si è sempre proibito:

«Mangiò 4 chili di cozze crude da Gennaro O' Vibrione, multò e rimosse un carro attrezzi parcheggiato in doppia fila, fece improvvisamente una puzza mostruosa nell'ascensore di un grande magazzino, imbrattò i muri con una scritta di coraggiosa denunzia (W la fica)... e alla fine si ritrovò senza più desideri, e con una grande angoscia nel cuore.»

Vacanza a Cortina

Tiene celata la notizia alla moglie Pina che però lo scopre e, all'insaputa del marito, nel tentativo di vederlo felice per l'ultima volta riesce a convincere la signorina Silvani a trascorrere con lui un lungo week end d'amore pagandola con un milione di lire in contanti e dei gioielli di valore. Pina, sebbene il marito angosciato non sappia che la Silvani lo sta aspettando, cerca di convincerlo ad andare fuori per una passeggiata, ma egli rifiuta; allora Pina improvvisa una messinscena cacciandolo fuori di casa chiamandolo "merdaccia". I due si recano in un lussuoso alberto di Cortina d'Ampezzo.
Dopo aver fatto un salto con gli sci dal trampolino di lancio (scontrandosi contro un deltaplano) e scalato una montagna, Fantozzi riesce anche, dopo aver tracannato una bevanda afrodisiaca, a consumare l'agognato amplesso con la donna tanto desiderata e tramite una lettera comunica alla moglie di aver finalmente trovato la compagna ideale. "Cara Pina, finalmente ho trovato una vera donna, non una come te con i capelli color topo e l'alito di fogna. Ma come ho potuto sprecare tutta la vita accanto a te? Non sono io, sei tu la merdaccia. Non più tuo, Ugo". Tuttavia, in maniera casuale, Fantozzi viene a scoprire la tresca organizzata dalla Pina e si precipita immediatamente a casa e le dichiara tutto il suo amore, sperando che lei non legga la lettera. Scopre poi di essere arrivato all'ultimo giorno di vita.

Morte di Fantozzi

Successivamente, mentre tenta di espiare i suoi peccati, la consorte gli comunica che il dottore aveva commesso un equivoco e che in realtà non è lui a dover perire, ma il sacerdote (che imprecando muore all'istante). Esultante per la notizia, Fantozzi corre all'impazzata ma viene prima investito da un camion e poi schiacciato da un rullo compressore, morendo all'istante. Al funerale dello sfortunato pensionato i suoi colleghi ed i suoi amici si stringono al dolore con la moglie e la figlia del ragioniere, tra cui si nota uno spavento di un collega del ragioniere quando vede la mostruosa figlia Mariangela. L'ultima risata è suscitata dalla bara piatta, che contiene il suo corpo schiacciato dal rullo. Al funerale è presente anche la sua "Nuvola da impiegato", amica di tanti week-end, che scarica litri di pioggia gelata sui presenti.

In paradiso e reincarnazione

Giunto nell'aldilà, si unisce immediatamente a tutte le altre numerose anime beate per prendere l'aereo che condurrà verso il Paradiso; il velivolo tuttavia verrà dirottato da alcuni terroristi e Fantozzi si ritroverà davanti a Buddha, il quale comunicherà all'ex ragioniere che dovrà reincarnarsi "fino alla assoluta purificazione". Fantozzi confesserà apertamente il suo desiderio di non voler più ripetere la squallida vita che aveva condotto in precedenza; sfortunatamente, girerà la ruota al contrario. Il ragioniere quindi torna indietro nel tempo, e nasce già abbigliato, in abito formale, il quale afferma sconsolato: " Ma tutto da capo?! Ma si ricomincia?! Come sono fortunato, io!".

Il tema della morte

Il film apre la sceneggiatura in una chiesa durante un discorso di commemorazione tenuto dal Rag. Filini, collega e grande amico di Fantozzi. Non è un caso che Paolo Villaggio abbia voluto inserire immediatamente all'inizio del film un tema che percorrerà poi tutto l'ottavo episodio: la morte. Vista in un'ottica del tutto cristiana, per Villaggio vuole essere solo un ricongiungimento a Dio che egli ben esemplifica alla fine, nell'ultima parte del film, quando (Fantozzi), trovandosi davanti uno schiacciasassi, atterrato dopo essere stato investito da un tir che transitava, alza le mani al cielo e accenna un sorriso.

La morte di Fantozzi porta dispiacere, affranto e dolore, per tutta la famiglia e i colleghi; tuttavia, durante il funerale, egli dall'alto, sopra una nuvola bianca, sorride mostrando un'espressione del tutto gioiosa, e, scherzando, dice "È venuta anche la mia nuvola, la nuvola da impiegato", quella nuvola che aveva sempre rovinato i pomeriggi di domenica di Fantozzi. Ecco quindi il tema della morte, che durante tutto il film assume sempre più aspetti, molte volte amaramente ironici: La morte è, sempre in ottica cristiana, imprevedibile e può toccare chiunque in qualsiasi momento. La signorina Silvani è una figura piuttosto interessante in questo episodio; è sia colei la quale rallegrerà gli ultimi giorni di vita di Fantozzi sia colei la quale farà di tutto per impedire al ragioniere di averla, comportandosi alle volte slealmente e perfidamente e mettendo quindi a dura prova il nostro protagonista.

Infatti ella, durante quella "vacanza d'amore" con Fantozzi, volendo contrastare in tutti i modi possibili il suo ardore, cerca di metterlo in serie difficoltà, quindi cerca quasi di porlo in condizioni di dover affrontare e sfidare la morte. Fantozzi buffamente riesce quasi sempre a cavarsela e a scamparla arrivando addirittura ad ottenere alla fine, sotto una pesante apostrofe fatta dalla moglie Pina alla Silvani la quale "non aveva ancora consumato", il suo oggetto del desiderio.

Dopo la morte, si noti chiaramente il tema dantesco della coralità delle anime del Purgatorio e del Paradiso, volutamente inserito da Villaggio. Tutte le anime si muovono all'unisono e sembrano quasi intonare un salmo di carattere penitenziale.

Il bianco caratterizza del tutto questo luogo che si connota quindi come un "locus amoenus"; se infatti Fantozzi ha lasciato la vita terrena mentre indossava un abito scuro, ecco ora indossarne uno bianco, che richiama alla mente la purezza e la perfezione di Dio. Villaggio infine non ha voluto far trionfare completamente il cristianesimo sulle altre religioni; Buddha accoglie, anzi è proprio lui a chiamare nel suo regno il ragioniere, il quale era sul punto di smarrirsi dopo aver vagato senza meta per qualche tempo. Da ciò, ben si evidenzia il punto di vista di Villaggio: il diritto di eguaglianza di tutte le religioni.

Location

Il film è stato girato a Roma, a Cortina d'Ampezzo, nell'albergo Miramonti Majestic di Cortina d'Ampezzo e nell'albergo Dolomiti di San Vito di Cadore.

Curiosità

  • Il giorno in cui Fantozzi deve morire, che viene segnato dal ragioniere sul calendario (con un teschio) è venerdì 17. Si tratta però di una scelta registica perché nel 1993 il giorno 17 aprile era sabato. Si può notare che comunque il vero calendario è stato coperto da un adesivo.
  • Sulla bara è segnato il nome "Ugo Fantocci".
  • Nella scena del trampolino a Cortina compare, facendo un cameo, il regista del film Neri Parenti nel ruolo dell'addetto all'impianto.
  • Il film fu trasmesso, in prima visione TV, la sera di Lunedì 13 Novembre 1995 alle 20.40 su Canale 5.

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