Diocesi di Oppido Mamertina-Palmi

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Diocesi di Oppido Mamertina-Palmi
Dioecesis Oppidensis-Palmarum
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova
Regione ecclesiasticaCalabria
 
Mappa della diocesi
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
 
VescovoFrancesco Milito
Vicario generaleGiuseppe Nicola Varrà
Presbiteri99, di cui 83 secolari e 16 regolari
1.746 battezzati per presbitero
Religiosi23 uomini, 174 donne
Diaconi22 permanenti
 
Abitanti179.600
Battezzati172.900 (96,3% del totale)
StatoItalia
Superficie930 km²
Parrocchie66 (4 vicariati)
 
ErezioneXI secolo
Ritoromano
CattedraleSanta Maria Assunta
ConcattedraliSan Nicola
Santi patroniMaria Santissima Annunziata
IndirizzoVia A. M. Curcio, 81, 89014 Oppido Mamertina [Reggio Calabria], Italia

Via Rocco Pugliese, 38 - 89015 Palmi [Reggio Calabria], Italia

Sito webwww.oppido-palmi.chiesacattolica.it
Dati dall'Annuario pontificio 2017 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
Ritratto di mons. Francesco Milito, attuale vescovo.
La concattedrale di Palmi.
Il palazzo vescovile di Oppido Mamertina.
Il seminario vescovile.

La diocesi di Oppido Mamertina-Palmi (in latino: Dioecesis Oppidensis-Palmarum) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova, appartenente alla regione ecclesiastica Calabria. Nel 2016 contava 172.900 battezzati su 179.600 abitanti. È retta dal vescovo Francesco Milito.

Patrona della diocesi è Maria Santissima Annunziata.

Territorio

La diocesi comprende 33 comuni della città metropolitana di Reggio Calabria: Anoia, Candidoni, Cinquefrondi, Cittanova, Cosoleto, Delianuova, Feroleto della Chiesa, Galatro, Giffone, Gioia Tauro, Laureana di Borrello, Maropati, Melicuccà, Melicucco, Molochio, Oppido Mamertina, Palmi, Polistena, Rizziconi, Rosarno, Santa Cristina d'Aspromonte, San Ferdinando, San Giorgio Morgeto, Scido, San Pietro di Caridà, Seminara, San Procopio, Sant'Eufemia d'Aspromonte, Sinopoli, Serrata, Taurianova, Terranova Sappo Minulio e Varapodio

Sede vescovile è la cittadina di Oppido Mamertina[1], dove si trova la cattedrale di Santa Maria Assunta. A Palmi sorge la concattedrale di San Nicola.

Oltre alla cattedrale[2], sono riconosciuti come santuari diocesani: il santuario della Madonna Nera di Seminara, il santuario di San Rocco in Acquaro di Cosoleto, il santuario del Santissimo Crocifisso in Terranova Sappo Minulio e il santuario Maria Santissima delle Grazie nella frazione di Tresilico di Oppido Mamertina.[3]

Vicariati e parrocchie

Lo stesso argomento in dettaglio: Parrocchie della diocesi di Oppido Mamertina-Palmi.

Il territorio si estende su 930 km² ed è suddiviso in 4 vicariati (Gioia Tauro-Rosarno, Oppido Mamertina-Taurianova, Palmi e Polistena) per un totale di 66 parrocchie.

Storia

Non si conosce la data esatta dell'istituzione della diocesi di Oppido. Essa compare per la prima volta sul finire della dominazione bizantina in Calabria, documentata in un atto di donazione del 1044.[4] È presumibile che la fondazione della diocesi sia anteriore a questa data, ma non di molto, perché non appare in nessuna Notitia Episcopatuum del patriarcato di Costantinopoli del X secolo. Il primo vescovo conosciuto è Nicola, menzionato in un diploma del 1053.[5]

Un'attenta analisi degli avvenimenti accaduti nel Mezzogiorno, nella prima metà dell'XI secolo, porta diversi studiosi, tra i quali Kehr, Duchense, Holtzmann e Bruck, a ritenere che l'istituzione della diocesi di Oppido coincide con l'epoca della ristrutturazione politico-religiosa compiuta dal catepano Basilio Busiano, nel decennio di suo governo (1018-1028). In particolare nell'anno 1025 si attuò una strategia militare mirante al rafforzamento delle difese della città di Reggio, ed è proprio in questo contesto che Oppido, ricco capoluogo politico-amministrativo della Turma delle Saline, posta sull'altopiano, lungo la Via Islamica che dal Tirreno conduceva allo Ionio, dotata di una preminenza militare e di un possente Castello che le conferiva una funzione di avvistamento e di bastione, poteva svolgere un compito di difesa della popolazione e di sbarramento agli assalti ostili provenienti da Nord. L'istituzione in Oppido del vescovado nell'anno 1025 rispondeva pienamente all'esigenza di una garanzia militare ed ecclesiastica[6].

La diocesi nasce in contesto bizantino come diocesi di rito greco, rito che si mantenne malgrado i tentativi dei Normanni di abrogarlo, e che fu ufficialmente soppresso dal vescovo Atanasio Chalkeopoulos nel 1482; tuttavia le ultime testimonianze dell'uso del rito bizantino risalgono al 1634. L'uso e lo studio del greco era così diffuso negli ambienti ecclesiastici, che il vescovo Stefano (1294-1301) fu incaricato da Carlo II d'Angiò di tradurre dal greco importanti testi di medicina, mentre il vescovo Girolamo (1449-1472) fu presentato a papa Niccolò V come maestro di greco.

Nel 1472 la diocesi di Oppido fu unita aeque principaliter a quella di Gerace sotto il vescovo Atanasio Chalkeopoulos. Nel 1536 Oppido ritornò indipendente con il vescovo Pietro Andrea Ripanti. Il periodo dell'unione «è forse il periodo più oscuro per le due comunità, cui sovrintesero da lontano unicamente dei [vescovi] commendatari, spesso di grado cardinalizio».[7]

Dopo il concilio di Trento i vescovi si resero più presenti in diocesi. Francesco de Noctucis (1542-1548) fu il primo vescovo, dopo oltre un secolo, a risiedere stabilmente in diocesi. Il vescovo Giovanni Battista Montani (1632-1662) restaurò la cattedrale e il palazzo vescovile; a Bisanzio Fili si deve la fondazione nel 1701 del seminario vescovile, che ricevette un'efficace impostazione metodica, scolastica e disciplinare grazie all'opera del vescovo Giuseppe Maria Perrimezzi (1714-1734).[8]

Il 5 febbraio 1783 l'antico abitato di Oppido fu completamente distrutto da un tremendo terremoto, che rase al suolo tutte le strutture diocesane. Lo stesso anno moriva anche il vescovo Nicolò Spedalieri e la diocesi rimase vacante per circa un decennio. Spettò al vescovo Alessandro Tommasini (1792-1818) iniziare la ricostruzione delle strutture diocesane nella nuova sede in località Tuba; in particolare ricostruì il seminario. Il vescovo Francesco Maria Coppola consacrò la nuova cattedrale il 23 giugno 1844; nuovamente distrutta dal terremoto del 1908, fu ricostruita ed inaugurata nel 1935. A Nicola Canino (1936-1951) si deve la costruzione dell'odierno palazzo vescovile, dove, in alcune sale, è ospitato dal 2003 il museo diocesano fondato dal vescovo Luciano Bux.

Dopo le dimissioni del vescovo Maurizio Raspini nel 1965, la diocesi restò vacante per 14 anni, durante i quali fu affidata in amministrazione prima a Giovanni Ferro, arcivescovo di Reggio Calabria, e poi a Santo Bergamo, vescovo ausiliare di Mileto.

Il 10 giugno 1979, in forza del decreto Quo aptius della Congregazione per i Vescovi, la piccola diocesi di Oppido ingrandì notevolmente il proprio territorio con l'acquisizione di 25 comuni della provincia di Reggio Calabria sottratti alla diocesi di Mileto, per un totale di circa 50 parrocchie: Anoia, Candidoni, Cinquefrondi, Cittanova, Feroleto della Chiesa, Galatro, Gioia Tauro, Giffone, Laureana di Borrello, Maropati, Melicuccà, Melicucco, Palmi, Polistena, Rizziconi, Rosarno, Sant'Eufemia d'Aspromonte, San Ferdinando, San Giorgio Morgeto, San Pietro di Caridà, San Procopio, Seminara, Serrata, Sinopoli e Taurianova.[9] Contestualmente la diocesi ha assunto il nome di diocesi di Oppido Mamertina-Palmi. Queste sono state le premesse per la nomina dopo molti anni di un nuovo vescovo, Santo Bergamo, il 15 giugno del medesimo anno.

La diocesi ha quindi riacquisito parte della sua antica estensione territoriale, difatti Oppido, capoluogo della Turma delle Saline, era il centro non solo amministrativo, ma anche religioso dell'aria collocata immediatamente a nord di Reggio Calabria includente l'attuale Piana di Gioia Tauro, come si evince dal corpus di 47 atti di donazione alla cattedrale di Sant'Agata (antico Kastron di Oppido), risalenti al periodo compreso tra il 1050 ed il 1064/65.[10]. Ciò ha ispirato il vescovo Francesco Milito a commissionare tre grandi dipinti collocati nel catino absidale della sua Cattedrale ove al centro troneggia il Cristo Pantocratore e, segnatamente, alla sua destra la Vergine Madre che con una pergamena in mano chiede al Figlio la benedizione della chiesa di Haghia Hagaté, cioè Oppido nell'eparchia delle Saline.[11]

Cronotassi dei vescovi

Statistiche

La diocesi al termine dell'anno 2016 su una popolazione di 179.600 persone contava 172.900 battezzati, corrispondenti al 96,3% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1948 42.000 42.000 100,0 47 47 893 20
1969 30.175 30.175 100,0 33 33 914 38 21
1980 175.000 175.000 100,0 120 100 20 1.458 20 110 74
1987 160.000 160.000 100,0 117 101 16 1.367 16 200 63
1999 174.430 177.430 98,3 104 87 17 1.677 2 21 245 64
2000 174.000 177.430 98,1 100 81 19 1.740 7 24 235 65
2001 174.000 177.430 98,1 97 79 18 1.793 7 23 230 65
2002 174.000 177.430 98,1 96 81 15 1.812 7 20 215 65
2003 174.000 177.430 98,1 99 81 18 1.757 8 24 184 65
2004 173.990 177.400 98,1 101 84 17 1.722 8 23 180 65
2013 180.200 187.200 96,3 97 86 11 1.857 22 16 150 66
2016 172.900 179.600 96,3 99 83 16 1.746 22 23 174 66

Note

  1. ^ Cfr. Riordinamento delle Diocesi in Italia dal sito ufficiale della Conferenza episcopale italiana.
  2. ^ Dal sito web della diocesi.
  3. ^ http://web.tiscali.it/tresilico/santuario.htm
  4. ^ A. Guillou, La Théotòkos de Hagia-Agathé (Oppido 1050/1064-65), Città del Vaticano 1972.
  5. ^ Rocco Liberti, Tra il Rosso e il Riganati Archiviato l'11 febbraio 2015 in Internet Archive., da “Il Quotidiano”, domenica 26 febbraio 2012 (sul sito dell'Università della Calabria).
  6. ^ Santo Rullo, Cronografia Vescovile Taurianese e Oppidese, 2002, Edizioni Tauroprint.
  7. ^ Dal sito Beweb - Beni ecclesiastici in web.
  8. ^ Informazioni dal sito web della diocesi.
  9. ^ Decreto Quo aptius, AAS LXXI (1979), p. 1360
  10. ^ Domenico Minuto, La valle delle Saline, in «Polis. Studi interdisciplinari sul mondo antico», 2 (2006), p. 326.
  11. ^ Dall'omelia del vescovo del 21 novembre 2017.
  12. ^ Su questi vescovi anonimi: Norbert Kamp, Kirche und Monarchie im staufischen Königreich Sizilien, vol 2, Prosopographische Grundlegung: Bistümer und Bischöfe des Königreichs 1194 - 1266; Apulien und Kalabrien, Monaco 1975, pp. 982–983.
  13. ^ AAS 72 (1980), p. 97.

Bibliografia

Voci correlate

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