Diocesi di Oppido Mamertina-Palmi

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Diocesi di Oppido Mamertina-Palmi
Dioecesis Oppidensis-Palmarum
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova
Regione ecclesiasticaCalabria
 
Mappa della diocesi
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
 
VescovoGiuseppe Alberti
Vescovi emeritiFrancesco Milito
Presbiteri112, di cui 89 secolari e 23 regolari
1.548 battezzati per presbitero
Religiosi27 uomini, 109 donne
Diaconi32 permanenti
 
Abitanti175.698
Battezzati173.418 (98,7% del totale)
StatoItalia
Superficie930 km²
Parrocchie66 (4 vicariati)
 
ErezioneXI secolo
Ritoromano
CattedraleSanta Maria Assunta
ConcattedraleSan Nicola
Santi patroniMaria Santissima Annunziata,[1] San Nicola di Bari[1]
IndirizzoVia A. M. Curcio, 81, 89014 Oppido Mamertina [Reggio Calabria], Italia

Via Rocco Pugliese, 38 - 89015 Palmi [Reggio Calabria], Italia

Sito webwww.diocesioppidopalmi.it
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
La concattedrale di Palmi.
Il palazzo vescovile di Oppido Mamertina.
Il seminario vescovile.

La diocesi di Oppido Mamertina-Palmi (in latino Dioecesis Oppidensis-Palmarum) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova appartenente alla regione ecclesiastica Calabria. Nel 2021 contava 173.418 battezzati su 175.698 abitanti. È retta dal vescovo Giuseppe Alberti.

Santi patroni[modifica | modifica wikitesto]

I santi patroni sono:

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

La diocesi comprende 33 comuni della città metropolitana di Reggio Calabria: Anoia, Candidoni, Cinquefrondi, Cittanova, Cosoleto, Delianuova, Feroleto della Chiesa, Galatro, Giffone, Gioia Tauro, Laureana di Borrello, Maropati, Melicuccà, Melicucco, Molochio, Oppido Mamertina, Palmi, Polistena, Rizziconi, Rosarno, Santa Cristina d'Aspromonte, San Ferdinando, San Giorgio Morgeto, Scido, San Pietro di Caridà, Seminara, San Procopio, Sant'Eufemia d'Aspromonte, Sinopoli, Serrata, Taurianova, Terranova Sappo Minulio e Varapodio.

Sede vescovile è la città di Oppido Mamertina,[3] dove si trovano la cattedrale di Santa Maria Assunta, il Palazzo Vescovile,[4] il Museo diocesano[5] e il Seminario vescovile.[6]

A Palmi sorgono la concattedrale di San Nicola e gli uffici di curia diocesana.[7]

Sono ubicati a Gioia Tauro la "casa del laicato" con l'Istituto Superiore Teologico Pastorale "San Giovanni XXIII"[8] e a Rizziconi l'auditorium diocesano "Casa di Nazareth".[9]

L'unica basilica del territorio è quella minore di Seminara dedicata a Maria Santissima dei Poveri,[10][11] mentre i santuari diocesani, oltre alla detta Basilica di Seminara[12] e alla cattedrale diocesana di Oppido Mamertina,[13] sono quelli di Maria Santissima del Rosario a Cittanova,[14] di San Rocco a Cosoleto,[15] di Maria Santissima delle Grazie a Oppido Mamertina,[16] di Maria Santissima del Carmelo a Palmi,[17] di Maria Santissima dell'Itria a Polistena,[18] di Maria Santissima di Patmos a Rosarno,[19] il Santissimo Crocifisso a Terranova Sappo Minulio.[20]

Vicariati e parrocchie[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Parrocchie della diocesi di Oppido Mamertina-Palmi.

Il territorio si estende su 930 km² ed è suddiviso in 4 vicariati (Gioia Tauro-Rosarno, Oppido Mamertina-Taurianova, Palmi e Polistena) per un totale di 66 parrocchie.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Non si conosce la data esatta dell'istituzione della diocesi di Oppido. Essa compare per la prima volta sul finire della dominazione bizantina in Calabria, documentata in un atto di donazione del 1044.[21] È presumibile che la fondazione della diocesi sia anteriore a questa data, ma non di molto, perché non appare in nessuna Notitia Episcopatuum del patriarcato di Costantinopoli del X secolo. Il primo vescovo conosciuto è Nicola, menzionato in un diploma del 1053.[22]

Un'attenta analisi degli avvenimenti accaduti nel Mezzogiorno, nella prima metà dell'XI secolo, porta diversi studiosi, tra i quali Kehr, Duchense, Holtzmann e Bruck, a ritenere che l'istituzione della diocesi di Oppido coincide con l'epoca della ristrutturazione politico-religiosa compiuta dal catepano Basilio Busiano, nel decennio di suo governo (1018-1028). In particolare nell'anno 1025 si attuò una strategia militare mirante al rafforzamento delle difese della città di Reggio, ed è proprio in questo contesto che Oppido, ricco capoluogo politico-amministrativo della Turma delle Saline, posta sull'altopiano, lungo la Via Islamica che dal Tirreno conduceva allo Ionio, dotata di una preminenza militare e di un possente Castello che le conferiva una funzione di avvistamento e di bastione, poteva svolgere un compito di difesa della popolazione e di sbarramento agli assalti ostili provenienti da Nord. L'istituzione in Oppido del vescovado nell'anno 1025 rispondeva pienamente all'esigenza di una garanzia militare ed ecclesiastica[23].

La diocesi nasce in contesto bizantino come diocesi di rito greco, rito che si mantenne malgrado i tentativi dei Normanni di abrogarlo, e che fu ufficialmente soppresso dal vescovo Atanasio Chalkeopoulos nel 1482; tuttavia le ultime testimonianze dell'uso del rito bizantino risalgono al 1634. L'uso e lo studio del greco era così diffuso negli ambienti ecclesiastici, che il vescovo Stefano (1294-1301) fu incaricato da Carlo II d'Angiò di tradurre dal greco importanti testi di medicina, mentre il vescovo Girolamo (1449-1472) fu presentato a papa Niccolò V come maestro di greco.

Nel 1472 la diocesi di Oppido fu unita aeque principaliter a quella di Gerace sotto il vescovo Atanasio Chalkeopoulos. Nel 1536 Oppido ritornò indipendente con il vescovo Pietro Andrea Ripanti. Il periodo dell'unione «è forse il periodo più oscuro per le due comunità, cui sovrintesero da lontano unicamente dei [vescovi] commendatari, spesso di grado cardinalizio».[24]

Dopo il concilio di Trento i vescovi si resero più presenti in diocesi. Francesco de Noctucis (1542-1548) fu il primo vescovo, dopo oltre un secolo, a risiedere stabilmente in diocesi. Il vescovo Giovanni Battista Montani (1632-1662) restaurò la cattedrale e il palazzo vescovile; a Bisanzio Fili si deve la fondazione nel 1701 del seminario vescovile, che ricevette un'efficace impostazione metodica, scolastica e disciplinare grazie all'opera del vescovo Giuseppe Maria Perrimezzi (1714-1734).[25]

Il 5 febbraio 1783 l'antico abitato di Oppido fu completamente distrutto da un tremendo terremoto, che rase al suolo tutte le strutture diocesane. Lo stesso anno moriva anche il vescovo Nicolò Spedalieri e la diocesi rimase vacante per circa un decennio. Spettò al vescovo Alessandro Tommasini (1792-1818) iniziare la ricostruzione delle strutture diocesane nella nuova sede in località Tuba; in particolare ricostruì il seminario. Il vescovo Francesco Maria Coppola consacrò la nuova cattedrale il 23 giugno 1844; nuovamente distrutta dal terremoto del 1908, fu ricostruita ed inaugurata nel 1935. A Nicola Canino (1936-1951) si deve la costruzione dell'odierno palazzo vescovile, dove, in alcune sale, è ospitato dal 2003 il museo diocesano fondato dal vescovo Luciano Bux.

Dopo le dimissioni del vescovo Maurizio Raspini nel 1965, la diocesi restò vacante per 14 anni, durante i quali fu affidata in amministrazione prima a Giovanni Ferro, arcivescovo di Reggio Calabria, e poi a Santo Bergamo, vescovo ausiliare di Mileto.

Il 10 giugno 1979, in forza del decreto Quo aptius della Congregazione per i Vescovi, la piccola diocesi di Oppido ingrandì notevolmente il proprio territorio con l'acquisizione di 25 comuni della provincia di Reggio Calabria sottratti alla diocesi di Mileto, per un totale di circa 50 parrocchie: Anoia, Candidoni, Cinquefrondi, Cittanova, Feroleto della Chiesa, Galatro, Gioia Tauro, Giffone, Laureana di Borrello, Maropati, Melicuccà, Melicucco, Palmi, Polistena, Rizziconi, Rosarno, Sant'Eufemia d'Aspromonte, San Ferdinando, San Giorgio Morgeto, San Pietro di Caridà, San Procopio, Seminara, Serrata, Sinopoli e Taurianova.[26] Contestualmente la diocesi ha assunto il nome di diocesi di Oppido Mamertina-Palmi. Queste sono state le premesse per la nomina dopo molti anni di un nuovo vescovo, Santo Bergamo, il 15 giugno del medesimo anno.

La diocesi ha quindi riacquisito parte della sua antica estensione territoriale, difatti Oppido, capoluogo della Turma delle Saline, era il centro non solo amministrativo, ma anche religioso dell'area collocata immediatamente a nord di Reggio Calabria includente l'attuale Piana di Gioia Tauro, come si evince dal corpus di 47 atti di donazione alla cattedrale di Sant'Agata (antico Kastron di Oppido), risalenti al periodo compreso tra il 1050 ed il 1064/65.[27]. Ciò ha ispirato il vescovo Francesco Milito a commissionare tre grandi dipinti collocati nel catino absidale della cattedrale ove al centro troneggia il Cristo Pantocratore e, segnatamente, alla sua destra la Vergine Madre che con una pergamena in mano chiede al Figlio la benedizione della chiesa di Haghia Hagaté, cioè Oppido nell'eparchia delle Saline.[28]

Cronotassi dei vescovi[modifica | modifica wikitesto]

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Vescovi di Oppido Mamertina[modifica | modifica wikitesto]

Vescovi di Oppido Mamertina-Palmi[modifica | modifica wikitesto]

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

La diocesi nel 2021 su una popolazione di 175.698 persone contava 173.418 battezzati, corrispondenti al 98,7% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1948 42.000 42.000 100,0 47 47 893 20
1969 30.175 30.175 100,0 33 33 914 38 21
1980 175.000 175.000 100,0 120 100 20 1.458 20 110 74
1987 160.000 160.000 100,0 117 101 16 1.367 16 200 63
1999 174.430 177.430 98,3 104 87 17 1.677 2 21 245 64
2000 174.000 177.430 98,1 100 81 19 1.740 7 24 235 65
2001 174.000 177.430 98,1 97 79 18 1.793 7 23 230 65
2002 174.000 177.430 98,1 96 81 15 1.812 7 20 215 65
2003 174.000 177.430 98,1 99 81 18 1.757 8 24 184 65
2004 173.990 177.400 98,1 101 84 17 1.722 8 23 180 65
2013 180.200 187.200 96,3 97 86 11 1.857 22 16 150 66
2016 172.900 179.600 96,3 99 83 16 1.746 22 23 174 66
2019 172.640 179.280 96,3 110 86 24 1.569 29 30 109 66
2021 173.418 175.698 98,7 112 89 23 1.548 32 27 109 66

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Cenni Storici, su diocesioppidopalmi.it. URL consultato il 25 dicembre 2019.
  2. ^ Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, decreto 15 febbraio 2006, Prot. 151/06/L, vedi Notitiae, 2006, nn. 479-480, p. 372
  3. ^ Cfr. Riordinamento delle Diocesi in Italia dal sito ufficiale della Conferenza episcopale italiana.
  4. ^ Riaperta a Oppido Mamertina la Sala Vescovile della Comunità [collegamento interrotto], su scuola.repubblica.it. URL consultato il 25 dicembre 2019.
  5. ^ Museo Diocesano, su culturaitalia.it. URL consultato il 25 dicembre 2019.
  6. ^ Seminario Vescovile, su oppido-palmi.chiesacattolica.it. URL consultato il 25 dicembre 2019 (archiviato dall'url originale il 1º dicembre 2019).
  7. ^ Cancelleria, su oppido-palmi.chiesacattolica.it. URL consultato il 23 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 24 febbraio 2020).
  8. ^ Istituto Superiore Teologico Pastorale, su oppido-palmi.chiesacattolica.it. URL consultato il 25 dicembre 2019 (archiviato dall'url originale il 25 dicembre 2019).
  9. ^ Multimedia, su oppido-palmi.chiesacattolica.it. URL consultato il 25 dicembre 2019 (archiviato dall'url originale il 1º dicembre 2019).
  10. ^ Eretta con bolla di papa Pio XII del 30 maggio 1955.
  11. ^ NOTE STORICHE, su madonnadeipoveri.com. URL consultato il 25 dicembre 2019.
  12. ^ Con bolla del vescovo di Mileto mons. De Chiara, il 12 dicembre 1956, alla chiesa fu riconosciuto il titolo di santuario diocesano.
  13. ^ Dal sito web Archiviato il 2 marzo 2016 in Internet Archive. della diocesi.
  14. ^ Chiesa Santuario Maria Ss. del Rosario, su cittanovaperilsociale.it, 10 maggio 2019.
  15. ^ Santuario di San Rocco <Acquaro, Cosoleto>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 18 settembre 2016.
  16. ^ http://web.tiscali.it/tresilico/santuario.htm
  17. ^ Santuario di Maria Santissima del Carmine <Palmi>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 18 settembre 2016.
  18. ^ Santuario della Madonna dell'Itria di Polistena
  19. ^ Chiesa di San Giovanni Battista <Rosarno>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 18 settembre 2016.
  20. ^ Con provvedimento del Presidente della Repubblica (19 febbraio 1963), pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana in data 17 aprile 1963, e il santuario del Santissimo Crocifisso ha avuto il riconoscimento giuridico di santuario.
  21. ^ A. Guillou, La Théotòkos de Hagia-Agathé (Oppido 1050/1064-65), Città del Vaticano 1972.
  22. ^ Rocco Liberti, Tra il Rosso e il Riganati Archiviato l'11 febbraio 2015 in Internet Archive., da “Il Quotidiano”, domenica 26 febbraio 2012 (sul sito dell'Università della Calabria).
  23. ^ Santo Rullo, Cronografia Vescovile Taurianese e Oppidese, 2002, Edizioni Tauroprint.
  24. ^ Dal sito Beweb - Beni ecclesiastici in web.
  25. ^ Informazioni dal sito web della diocesi.
  26. ^ (LA) Decreto Quo aptius, AAS LXXI (1979), p. 1360
  27. ^ Domenico Minuto, La valle delle Saline, in «Polis. Studi interdisciplinari sul mondo antico», 2 (2006), p. 326.
  28. ^ Dall'omelia del vescovo Archiviato il 28 marzo 2018 in Internet Archive. del 21 novembre 2017.
  29. ^ Su questi vescovi anonimi: Norbert Kamp, Kirche und Monarchie im staufischen Königreich Sizilien, vol 2, Prosopographische Grundlegung: Bistümer und Bischöfe des Königreichs 1194 - 1266; Apulien und Kalabrien, München, 1975, pp. 982–983.
  30. ^ Nominato vescovo titolare di Resaina.
  31. ^ Nominato vescovo titolare di Gerisso.
  32. ^ Nominato vescovo titolare di Aureliopoli di Asia.
  33. ^ Nominato vescovo titolare di Sebarga.
  34. ^ Durante la vacanza della sede furono amministratori apostolici Giovanni Ferro, arcivescovo di Reggio Calabria, e poi Santo Bergamo, vescovo ausiliare di Mileto.
  35. ^ AAS 72 (1980), p. 97.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]