Brighton & Hove Albion Football Club

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Brighton & Hove Albion FC
Calcio
The Seagulls (I Gabbiani)
Segni distintivi
Uniformi di gara
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Casa
Manica sinistra
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Maglietta
Maglietta
Manica destra
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Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Trasferta
Manica sinistra
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Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Terza divisa
Colori sociali Blu, bianco
Simboli Gabbiano
Dati societari
Città Brighton/Hove
Nazione Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra
Confederazione UEFA
Federazione FA
Campionato Premier League
Fondazione 1900
Presidente Bandiera dell'Inghilterra Tony Bloom
Allenatore Bandiera dell'Italia Roberto De Zerbi
Stadio Falmer Stadium
(30 750 posti)
Sito web brightonandhovealbion.com
Palmarès
Community Shield
Charity/Community Shield 1
Stagione in corso
Dati aggiornati al 28 maggio 2023
Si invita a seguire il modello di voce

Il Brighton & Hove Albion Football Club, noto semplicemente come Brighton, è un società calcistica inglese con sede nell'omonima città dell'East Sussex, militante dal 2017 in Premier League (prima divisione inglese); disputa le proprie partite casalinghe al Falmer Stadium.

Dopo una vittoria del Charity Shield nel 1910, il club ottenne notevole risalto mediatico tra la fine degli anni settanta e l'inizio degli anni ottanta, quando militò per quattro stagioni consecutive in First Division e raggiunse la finale di FA Cup, poi persa per 0-4 contro il Manchester United.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Fondato il 21 agosto 1900,[1] il Brighton mosse i suoi primi passi nel calcio professionistico nella Southern Football League, dove giocò ininterrottamente sino al passaggio alla Football League nel 1920; vinse una Charity Shield nel 1910, sconfiggendo l'Aston Villa per 1-0.[2] Con lo scoppio della Prima guerra mondiale, molti calciatori si arruolarono nell'esercito britannico per prestare servizio sul fronte occidentale, dato che l'attività della squadra venne sospesa per quattro anni.[3]

Ammesso alla English Football League nel 1920, il club militò per un trentennio nella Third Division South, il girone meridionale della terza divisione del calcio inglese, ottenendo l'accesso in Second Division per la prima volta nel 1958 grazie ad una vittoria per 5-0 contro il Watford.[4] La permanenza in seconda divisione durò però solamente tre anni, e nel 1963 la squadra non riuscì ad evitare la discesa in Fourth Division per la prima volta. L'acquisto dell'ex nazionale inglese Bobby Smith[5] contribuì a risollevare le sorti del club che in pochi anni riguadagnò la seconda categoria e nel 1978, guidato in panchina da Alan Mullery, ottenne la prima storica promozione nella massima serie[1].

Il Brighton riuscì a mantenere la categoria per quattro anni consecutivi fra il 1979 ed il 1983, ottenendo come miglior piazzamento il 13º posto della stagione 1981-1982. Un piazzamento di particolare rilievo fu raggiunto nel 1983, anno in cui il team raggiunse per la prima volta la finale di FA Cup, persa contro il Manchester Utd dopo il replay[6]; lo stesso anno la squadra retrocesse. Nel 1987 i Seagulls caddero nuovamente in Third Division, ma la permanenza in terza serie durò solamente una stagione[7].

Quattro anni dopo, nel 1991, il Brighton fu sconfitto dal Notts County nello spareggio per la promozione all'ultima stagione della vecchia First Division, prima dell'avvento della Premier League[8]. Nel corso del decennio successivo i problemi finanziari costrinsero i Seagulls a giocare tra Second e Third Division. La cattiva gestione del club portò il Brighton ad essere vicino alla retrocessione dalla Football League alla Conference, ovvero la retrocessione dal calcio professionistico a quello dilettantistico, evitata a fatica nel 1997[9] e nel 1998. Il club fu costretto a scendere in quarta divisione per la prima volta dopo un quarantennio e a vendere il proprio stadio, il Goldstone Ground, sede delle partite casalinghe della squadra dal 1902[10].

Il cambio della guida societaria, passata all'imprenditore Dick Knight, salvò il Brighton dal fallimento[11]. La raggiunta stabilità economica permise alla squadra di tornare dopo diversi anni nel secondo livello del calcio inglese nel 2002, grazie a tre promozioni di fila[12].

Dopo una nuova retrocessione in League One nel 2006[13], la stagione 2010-2011 vide il Brighton terminare al primo posto in classifica e tornare nuovamente in Championship a sei anni di distanza dall'ultima apparizione[14].

Dopo tre semifinali dei play-off perse in quattro anni fra il 2013 ed il 2016 (la prima delle quali contro i rivali del Crystal Palace[15]), il 17 aprile 2017, in seguito alla vittoria per 2-1 contro il Wigan, ha ottenuto la certezza aritmetica della promozione in Premier League con tre giornate d'anticipo sulla fine del campionato, che ha concluso al secondo posto[16]. La stagione nella massima serie, la prima dopo 34 anni, viene conclusa con il 15º posto in classifica con 39 punti, sette punti in più rispetto alla prima delle retrocesse. Anche nelle due stagioni successive i Seagulls riescono a mantenere la categoria, ottenendo due salvezze nel complesso tranquille. Nel 2021-2022, poi, è arrivato un nono posto, miglior piazzamento di sempre in Premier League. L'anno successivo, grazie al lavoro dell'allenatore italiano Roberto De Zerbi, il Brighton riesce ad arrivare sesto in campionato e quindi a qualificarsi all'edizione 2023-2024 dell'Europa League. L'esperienza europea si conclude agli ottavi di finale contro la Roma con un totale di 4-1.

Cronistoria[modifica | modifica wikitesto]

Cronistoria del Brighton & Hove Albion Football Club

  • 1930-1931 - 4° in Third Division South.
  • 1931-1932 - 8° in Third Division South.
  • 1932-1933 - 12° in Third Division South.
  • 1933-1934 - 10° in Third Division South.
  • 1934-1935 - 9° in Third Division South.
  • 1935-1936 - 7° in Third Division South.
  • 1936-1937 - 3° in Third Division South.
  • 1937-1938 - 5° in Third Division South.
  • 1938-1939 - 3° in Third Division South.
  • 1939-1946 - Attività sospesa per cause belliche.
  • 1946-1947 - 17° in Third Division South.
  • 1947-1948 - 22° in Third Division South.
  • 1948-1949 - 6° in Third Division South.
  • 1949-1950 - 8° in Third Division South.



  • 1970-1971 - 14° in Third Division.
  • 1971-1972 - 2° in Third Division. Promosso in Second Division.
  • 1972-1973 - 22° in Second Division. Retrocesso in Third Division.
  • 1973-1974 - 19° in Third Division.
  • 1974-1975 - 19° in Third Division.
  • 1975-1976 - 4° in Third Division.
  • 1976-1977 - 2° in Third Division. Promosso in Second Division.
  • 1977-1978 - 4° in Second Division.
  • 1978-1979 - 2° in Second Division. Promosso in First Division.
  • 1979-1980 - 16° in First Division.

  • 1980-1981 - 19° in First Division.
  • 1981-1982 - 13° in First Division.
  • 1982-1983 - 22° in First Division. Retrocesso in Second Division
Finalista in FA Cup.


  • 2000-2001 - 1° in Third Division. Promosso in Second Division.
  • 2001-2002 - 1° in Second Division. Promosso in First Division.
  • 2002-2003 - 23° in First Division. Retrocesso in Second Division.
  • 2003-2004 - 4° in Second Division, vince i playoff. Promosso in Championship.
  • 2004-2005 - 20° in Championship.
  • 2005-2006 - 24° in Championship. Retrocesso in League One.
  • 2006-2007 - 18° in League One.
  • 2007-2008 - 7° in League One.
  • 2008-2009 - 16° in League One.
Semifinalista in Football League Trophy.

Semifinalista in FA Cup.

Semifinalista di FA Cup.

Colori[modifica | modifica wikitesto]

La storica divisa del team è a strisce verticali bianco-blu, adottata fin dal 1905[17]. Dal 1965 al 1970 si optò per una maglia completamente blu, che venne in seguito ripresa nel periodo d'oro del club, negli anni ottanta e, più recentemente, nel 2020.[18].

Stemma[modifica | modifica wikitesto]

Il primo stemma del club, datato 1945, era formato dagli emblemi cittadini di Brighton e di Hove, le due località rappresentate dalla squadra, affiancati.[19] A partire dal 1975 venne introdotto un nuovo simbolo, raffigurante un delfino, soprannome che era stato adottato dal team. Il nuovo simbolo fu tuttavia sostituito solo due anni dopo, quando a seguito di un coro di scherno verso i tifosi del Crystal Palace i giocatori della squadra iniziarono ad essere chiamati seagulls (gabbiani).[20] A partire da quella data, l'animale figura nello stemma della società, introdotto in una versione leggermente semplificata nel 2010.[21]

Per il centenario del club, celebrato nel 2001-2002 è stata adottata una maglia speciale con lo stemma originario.[22]

Stadio[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Falmer Stadium.
Falmer Stadium

Dal 1900 al 1997 il Brighton ha giocato nello storico Goldstone Ground, prima che il club fosse costretto a vendere l'impianto a causa dei problemi economici che attanagliavano la società.[23] La squadra si è così trasferita per un biennio nel Priestfield Stadium di Gillingham, prima che la mobilitazione dei tifosi riportasse la sede del club in città, dove dal 1999 venne utilizzato il vecchio Withdean Stadium, in attesa che un nuovo impianto fosse terminato.[13] L'attuale stadio è dal 2011 il Falmer Stadium[24] noto anche come AMEX Community Stadium dal nome dello sponsor American Express.[25]

Società[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito le cronologie degli sponsor tecnici.

Sponsor tecnici
  • Bandiera della Germania Adidas (1983 – 1987)
  • Bandiera dell'Inghilterra Spall (1987 – 1989)
  • Bandiera dell'Inghilterra Sports Express (1989 – 1991)
  • Bandiera dell'Inghilterra Ribero (1991 – 1994)
  • Bandiera dell'Inghilterra Admiral Sportswear (1994 – 1997)
  • Bandiera dell'Inghilterra Superleague (1997 – 1999)
  • Bandiera dell'Italia Erreà (1999 – 2014)
  • Bandiera degli Stati Uniti Nike (dal 2014)

Diffusione nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

Il Brighton viene citato nel film Il maledetto United (2009), che narra la storia di Brian Clough, allenatore del club per un breve periodo fra il 1973 e il 1974.[26]

Allenatori[modifica | modifica wikitesto]

Le singole voci sono elencate nella Categoria:Allenatori del Brighton & Hove Albion F.C..
Allenatori

Calciatori[modifica | modifica wikitesto]

Le singole voci sono elencate nella Categoria:Calciatori del Brighton & Hove Albion F.C..

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Competizioni nazionali[modifica | modifica wikitesto]

Le formazioni di Brighton-Manchester Utd nel replay della finale di FA Cup.
1910
1957-1958
2001-2002, 2010–2011
1964-1965, 2000–2001
1909–1910

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

Statistiche di squadra[modifica | modifica wikitesto]

Livello Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione Totale
First Division 4 1979-1980 1982-1983 11
Premier League 7 2017-2018 2023-2024
Second Division 15 1958-1959 1991-1992 24
First Division 1 2002-2003
Championship 8 2004-2005 2016-2017
Third Division 44 1920-1921 1987-1988 55
Second Division 6 1992-1993 2003-2004
League One 5 2006-2007 2010-2011
Fourth Division 2 1963-1964 1964-1965 7
UEFA Europa League 1 2023-2024 2023-2024

Statistiche individuali[modifica | modifica wikitesto]

Dati aggiornati al 16 giugno 2022.

Record di presenze[27]
Record di reti[27]
90 Bandiera dell'Inghilterra Bobby Zamora (2000-2003, 2015-2016)

Tifoseria[modifica | modifica wikitesto]

La rivalità più sentita da parte dei tifosi seagulls è quella nei confronti del Crystal Palace, sebbene le sedi delle due squadre distino 75 chilometri. L'inimicizia è nata nel 1976 anno in cui le due compagini si incontrarono ben cinque volte nel corso della stagione (fra cui una in FA Cup[28]) e combatterono per la promozione, oltre ad essere guidate da due allenatori Alan Mullery e Terry Venables, notoriamente in contrasto fra loro[29]. Lo scontro fra le due squadre è stato denominato Derby della M23, dal nome dell'autostrada che collega Londra e Brighton[30].

Meno sentite sono le rivalità su base locale con Southampton e Portsmouth, altri club del sud dell'Inghilterra[31].

Organico[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Brighton & Hove Albion Football Club 2023-2024.

Rosa 2023-2024[modifica | modifica wikitesto]

Rosa, numerazione e ruoli, tratti dal sito ufficiale, sono aggiornati al 1° febbraio 2024.[32]

N. Ruolo Calciatore
1 Bandiera dei Paesi Bassi P Bart Verbruggen
2 Bandiera del Ghana D Tariq Lamptey
3 Bandiera del Brasile D Igor
4 Bandiera dell'Inghilterra D Adam Webster
5 Bandiera dell'Inghilterra D Lewis Dunk (capitano)
6 Bandiera dell'Inghilterra C James Milner
7 Bandiera dell'Inghilterra C Solly March
9 Bandiera del Brasile A João Pedro
10 Bandiera del Paraguay A Julio Enciso
11 Bandiera della Scozia C Billy Gilmour
12 Bandiera dell'Argentina D Valentín Barco
13 Bandiera della Germania C Pascal Groß
14 Bandiera dell'Inghilterra C Adam Lallana
15 Bandiera della Polonia C Jakub Moder
N. Ruolo Calciatore
18 Bandiera dell'Inghilterra A Danny Welbeck
20 Bandiera del Camerun C Carlos Baleba
22 Bandiera del Giappone C Kaoru Mitoma
23 Bandiera dell'Inghilterra P Jason Steele
24 Bandiera della Costa d'Avorio C Simon Adingra
28 Bandiera dell'Irlanda A Evan Ferguson
29 Bandiera dei Paesi Bassi D Jan Paul van Hecke
30 Bandiera dell'Ecuador D Pervis Estupiñán
31 Bandiera della Spagna A Ansu Fati
34 Bandiera dei Paesi Bassi D Joël Veltman
38 Bandiera del Canada P Tom McGill
40 Bandiera dell'Argentina C Facundo Buonanotte
41 Bandiera dell'Inghilterra C Jack Hinshelwood

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) B. Seal, 21 August 1901 - Brighton & Hove Take Flight, su tdifh.blogspot.com, 21 agosto 2012. URL consultato il 3 maggio 2021.
  2. ^ (EN) BRIGHTON & HOVE ALBION, su afootballreport.com, 30 ottobre 2020. URL consultato il 3 maggio 2021.
  3. ^ (EN) Early years, su brightonandhovealbion.com. URL consultato il 3 maggio 2021.
  4. ^ (EN) Promotion at last, su brightonandhovealbion.com. URL consultato il 4 maggio 2021.
  5. ^ (EN) B. Glanville, Bobby Smith obituary, in The Guardian, 19 settembre 2010. URL consultato il 4 maggio 2021.
  6. ^ (EN) The FA Cup Final, su brightonandhovealbion.com. URL consultato il 4 maggio 2021.
  7. ^ (EN) The downward spiral, su brightonandhovealbion.com. URL consultato il 4 maggio 2021.
  8. ^ (EN) One Game from the Top Flight - the 1991 Play-Off Final, su wearebrighton.com. URL consultato il 20 aprile 2021.
  9. ^ (EN) C. Flanagan, How Brighton went from the brink of extinction to the Premier League – told by their heroes, su fourfourtwo.com. URL consultato il 5 maggio 2021.
  10. ^ (EN) The last game at the Goldstone Ground remembered 20 years on, in Brighton & Hove Independent, 26 aprile 2017. URL consultato il 4 maggio 2021.
  11. ^ (EN) A Knight to the rescue, su brightonandhovealbion.com. URL consultato il 5 maggio 2021.
  12. ^ (EN) I. Winrow, Promotion agrees with Brighton, in The Guardian, 12 agosto 2002. URL consultato il 5 maggio 2021.
  13. ^ a b (EN) The Withdean years, su brightonandhovealbion.com. URL consultato il 5 maggio 2021.
  14. ^ (EN) N. Szczepanik, Brighton's Ashley Barnes sees off Dagenham to start promotion party, in The Guardian, 12 aprile 2011. URL consultato il 20 aprile 2021.
  15. ^ (EN) Championship play-off semi-final: Crystal Palace beat Brighton 2-0 to reach Wembley, in Sky Sport, 13 maggio 2013. URL consultato il 20 aprile 2021.
  16. ^ (EN) G. Smee, Brighton & Hove Albion 2 - 1 Wigan Athletic, in BBC, 17 aprile 2017. URL consultato il 20 aprile 2021.
  17. ^ (EN) Brighton & Hove Albion, su historicalkits.co.uk. URL consultato il 14 marzo 2021.
  18. ^ (EN) Brighton & Hove Albion 20-21 Home Kit Released, su footyheadlines.com, 28 luglio 2020. URL consultato il 14 marzo 2021.
  19. ^ (EN) Brighton & Hove Albion F.C., su footballcrests.com. URL consultato il 14 marzo 2021.
  20. ^ (EN) Brighton & Hove Albion, su thebeautifulhistory.wordpress.com. URL consultato il 14 marzo 2021.
  21. ^ (EN) Historical Crests: Brighton & Hove Albion FC, su worldsoccerpins.com. URL consultato il 14 marzo 2021.
  22. ^ (EN) Brighton & Hove Albion Best Ever Home Shirt: The Nominations, su wearebrighton.com, 3 aprile 2020. URL consultato il 14 marzo 2021.
  23. ^ (EN) Remembering the Goldstone: A Brief History of the Albion’s First Stadium, su wearebrighton.com, 3 aprile 2020. URL consultato il 5 maggio 2021.
  24. ^ (EN) Falmer Stadium: Brighton & Hove Albion, su football-stadiums.co.uk. URL consultato il 5 maggio 2021.
  25. ^ (EN) The Amex Stadium, su brightonandhovealbion.com. URL consultato il 5 maggio 2021.
  26. ^ (EN) The Damned United, su rottentomatoes.com. URL consultato il 14 marzo 2021.
  27. ^ a b (EN) Club records, su Brightonandhovealbion.com. URL consultato il 27 ottobre 2023 (archiviato dall'url originale il 30 maggio 2019).
  28. ^ (EN) B. Talbot, How did Albion and Palace become rivals?, su brightonandhovealbion.com, 22 febbraio 2021. URL consultato il 14 marzo 2021.
  29. ^ (EN) S. Burnton, How Brighton v Crystal Palace grew into an unlikely rivalry, in The Guardian, 27 settembre 2011. URL consultato il 14 marzo 2021.
  30. ^ (EN) M. Stavrou, Why are Brighton and Crystal Palace such fierce rivals? M23 derby explained as two sides face off in Premier League, in The Sun, 22 febbraio 2021. URL consultato il 14 marzo 2021.
  31. ^ (EN) T. Leach, Fonte's Withdean winner, Amex away days and Southampton's marked recent history with Brighton, in HampshireLive, 3 dicembre 2020. URL consultato il 14 marzo 2021.
  32. ^ (EN) Brighton & Hove Albion, su brightonandhovealbion.com.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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