Alberto Asor Rosa

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Alberto Asor Rosa

Alberto Asor Rosa (Roma, 23 settembre 1933) è un critico letterario, scrittore, politico, docente universitario italiano.

Biografia

Di formazione marxista, vicino alle posizioni operaiste di Mario Tronti, ha collaborato alle riviste Quaderni rossi, Classe operaia, Laboratorio politico e Mondo nuovo, ed è stato direttore della rivista Contropiano e, dal 1990, del settimanale del PCI Rinascita. Ha progettato e diretto la Letteratura Italiana Einaudi.

Nel 1956, a seguito della rivoluzione ungherese, fu tra i firmatari del "Manifesto dei 101", con cui numerosi intellettuali deplorarono l'intervento sovietico.

Nel 1965, col ponderoso saggio Scrittori e popolo, individua e sottopone a critica il filone populista presente nella letteratura italiana contemporanea, criticando fra gli altri il libro di Pasolini, Ragazzi di vita[1], che tratta la prostituzione maschile con toni neorealistici e senza moralismi[2].

Dal 1972 è professore ordinario di Letteratura italiana all'Università La Sapienza di Roma.

Abbandona l'attività didattica nel 2003, una volta raggiunti i limiti d'età per la pensione. Ha iniziato a dedicarsi alla narrativa, pubblicando i romanzi L'alba di un mondo nuovo (Einaudi, 2002), Storie di animali e altri viventi (Einaudi, 2005) e Assunta e Alessandro (Einaudi, 2010).

Dal 2002 è cittadino onorario della città di Artena, in cui, da bambino, passava ogni estate a casa della nonna materna.

Nel 2004 rianima la rivista Bollettino di italianistica, semestrale di critica, storia letteraria, filologia e linguistica, prendendone la direzione[3].

Riprende l'attività didattica nel 2006 presso l'università La Sapienza di Roma.

Nel 2011 ha destato scalpore e critiche un articolo, pubblicato su il manifesto, col quale ha teorizzato

«una prova di forza che, con l'autorevolezza e le ragioni inconfutabili che promanano dalla difesa dei capisaldi irrinunciabili del sistema repubblicano, scenda dall'alto, instaura quello che io definirei un normale "stato d'emergenza", si avvale, più che di manifestanti generosi, dei Carabinieri e della Polizia di Stato congela le Camere, sospende tutte le immunità parlamentari, restituisce alla magistratura le sue possibilità e capacità di azione, stabilisce d'autorità nuove regole elettorali, rimuove, risolvendo per sempre il conflitto d'interessi, le cause di affermazione e di sopravvivenza della lobby affaristico-delinquenziale, e avvalendosi anche del prevedibile, anzi prevedibilissimo appoggio europeo, restituisce l'Italia alla sua più profonda vocazione democratica, facendo approdare il paese ad una grande, seria, onesta e, soprattutto, alla pari consultazione elettorale[4]»

Le opere

Tra le sue opere di critico (accademico e militante), nelle quali ha sempre dedicato una speciale attenzione al nesso fra ideologia e forma letteraria, si ricordano:

Fra i libri di riflessione politica e memorialistica si ricordano:

Tra le sue opere narrative:

Curiosità

  • Il suo cognome è palindromo, può essere infatti letto da destra verso sinistra e viceversa senza mutare forma[5].

Collegamenti esterni

Note

  1. ^ A. Asor Rosa, Scrittori e popolo, Roma, Savelli, pp. 413-435
  2. ^ P. Friedrich, Pier Paolo Pasolini, Boston, Twayne, 1982, p. 14.
  3. ^ Il Bollettino di italianistica sul sito dell'editore romano Carocci
  4. ^ Il testo dell'articolo
  5. ^ Un articolo di Stefano Bartezzaghi su Repubblica

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