Ville di Genova: differenze tra le versioni

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=== Dal XVI al XVIII secolo ===
=== Dal XVI al XVIII secolo ===
A partire dal [[XVI secolo|Cinquecento]], con il consolidarsi della ricchezza in città. tra le famiglie nobili di origine feudale ([[Doria]], [[Spinola]], [[Fieschi]], [[Grimaldi (famiglia)|Grimaldi]] e [[Imperiale (famiglia)|Imperiale]]) e quelle dei ricchi mercanti e banchieri genovesi si diffuse un nuovo modo di concepire la villa, che da centro di produzione agricola divenne anche residenza di villeggiatura e di rappresentanza. Le aree suburbane di Genova divennero così sede delle prestigiose dimore delle ricche [[Famiglie genovesi|famiglie patrizie]] che nei mesi estivi lasciavano i palazzi in città per "recarsi in villa" a trascorrere la stagione calda.<ref name="puc"/><ref name= fuori_mura>Corinna Praga, "Genova fuori le mura"</ref><ref name="atlante"/><ref name=mibac>[http://www.ufficiostudi.beniculturali.it/mibac/multimedia/UfficioStudi/documents/1257857321452_Liguria.pdf Soprintendenza per i beni ambientali e architettonici - Genova, Censimento dei beni architettonici], a cura di Gianni Bozzo</ref>
A partire dal [[XVI secolo|Cinquecento]], con il consolidarsi della ricchezza in città tra le famiglie nobili di origine feudale (quali [[Doria]], [[Spinola]], [[Fieschi]], [[Grimaldi (famiglia)|Grimaldi]] e [[Imperiale (famiglia)|Imperiale]]) e quelle dei ricchi mercanti e banchieri genovesi si diffuse un nuovo modo di concepire la villa, che da centro di produzione agricola divenne anche residenza di villeggiatura e di rappresentanza. Le aree suburbane di Genova divennero così sede delle prestigiose dimore delle ricche [[Famiglie genovesi|famiglie patrizie]] che nei mesi estivi lasciavano i palazzi in città per "recarsi in villa" a trascorrere la stagione calda.<ref name="puc"/><ref name= fuori_mura>Corinna Praga, "Genova fuori le mura"</ref><ref name="atlante"/><ref name=mibac>[http://www.ufficiostudi.beniculturali.it/mibac/multimedia/UfficioStudi/documents/1257857321452_Liguria.pdf Soprintendenza per i beni ambientali e architettonici - Genova, Censimento dei beni architettonici], a cura di Gianni Bozzo</ref><ref name=pallavicini>[http://www.liguriavincoli.it/SchedaVincoli.asp?VINCOLO=VINC_V_STO_ART_P&CODICE=07/00108360 Relazione storico-artistica allegata al decreto di vincolo della villa Pallavicini di Rivarolo]</ref>


La moda della villeggiatura diede vita ad una vera e propria competizione tra le famiglie aristocratiche per realizzare sontuosi palazzi di villa che suscitarono l'ammirazione anche di illustri viaggiatori, chiamando a progettarli i migliori architetti dell'epoca, primo fra tutti il perugino [[Galeazzo Alessi]], che divenne uno dei protagonisti del rinnovamento culturale genovese nel Cinquecento.<ref name= TCI>Touring Club Italiano, Guida d'Italia - Liguria, 2009</ref><ref name="puc"/><ref name="fuori_mura"/> L'Alessi introdusse a Genova un modello architettonico innovativo: con il cosiddetto "cubo alessiano", caratterizzato da un compatto edificio a base quadrata, senza corte interna ma con un ampio salone al centro del [[piano nobile]], la copertura piramidale e alte [[Loggia|logge]] aperte nel prospetto principale o nella facciata posteriore, che determinavano un nuovo rapporto con lo spazio esterno, la villa diveniva un elemento dominante nel paesaggio.<ref>[https://books.google.it/books?id=f0CODAAAQBAJ&pg=PT119&lpg=PT119&dq=%22cubo+alessiano%22&source=bl&ots=VxSBQDUHeY&sig=cX1Fn-BFSIdc86c25k7ZLpJXmTg&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiYjL6D_OPWAhUOLlAKHQdGBQcQ6AEILTAA#v=onepage&q=%22cubo%20alessiano%22&f=false "Storia della Liguria"], di Giovanni Assereto e [[Marco Doria]], [[Casa editrice Giuseppe Laterza & figli|Giuseppe Laterza & Figli]], 2007]</ref><ref name="mibac"/><ref name="atlante"/>
La moda della villeggiatura diede vita ad una vera e propria competizione tra le famiglie aristocratiche per realizzare sontuosi palazzi di villa che suscitarono l'ammirazione anche di illustri viaggiatori, chiamando a progettarli i migliori architetti dell'epoca, primo fra tutti il perugino [[Galeazzo Alessi]], che divenne uno dei protagonisti del rinnovamento culturale genovese nel Cinquecento.<ref name=TCI>[[Touring Club Italiano]], Guida d'Italia - Liguria, Milano, 2009</ref><ref name="puc"/><ref name="fuori_mura"/> L'Alessi introdusse a Genova un modello architettonico innovativo: con il cosiddetto "cubo alessiano", caratterizzato da un compatto edificio a base quadrata, senza corte interna ma con un ampio salone al centro del [[piano nobile]], la copertura piramidale e alte [[Loggia|logge]] aperte nel prospetto principale o nella facciata posteriore, che determinavano un nuovo rapporto con lo spazio esterno, la villa diveniva un elemento dominante nel paesaggio.<ref>[https://books.google.it/books?id=f0CODAAAQBAJ&pg=PT119&lpg=PT119&dq=%22cubo+alessiano%22&source=bl&ots=VxSBQDUHeY&sig=cX1Fn-BFSIdc86c25k7ZLpJXmTg&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiYjL6D_OPWAhUOLlAKHQdGBQcQ6AEILTAA#v=onepage&q=%22cubo%20alessiano%22&f=false "Storia della Liguria"], di Giovanni Assereto e [[Marco Doria]], [[Casa editrice Giuseppe Laterza & figli|Giuseppe Laterza & Figli]], 2007</ref><ref name="mibac"/><ref name="atlante"/>


Le ville sorsero numerose principalmente sulla collina di [[Albaro]] e a [[Sampierdarena]], località prossime alla città, ma anche nei centri rivieraschi più vicini, a levante (da [[Quarto dei Mille|Quarto]] a [[Nervi (Genova)|Nervi]]) e ponente (da [[Cornigliano]] a [[Voltri]]) e nelle valli del [[Polcevera]] e del [[Bisagno]]. In particolare Sampierdarena tra Cinquecento e Seicento divenne una tra le più note località di villeggiatura italiane.<ref name="atlante"/>
Le ville sorsero numerose principalmente sulla collina di [[Albaro]] e a [[Sampierdarena]], località prossime alla città, ma anche nei centri rivieraschi più vicini, a levante (da [[Quarto dei Mille|Quarto]] a [[Nervi (Genova)|Nervi]]) e ponente (da [[Cornigliano]] a [[Voltri]]) e nelle valli del [[Polcevera]] e del [[Bisagno]]. In particolare Sampierdarena tra Cinquecento e Seicento divenne una tra le più note località di villeggiatura italiane.<ref name="atlante"/>
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Lottizzazioni, speculazioni edilizie e cambi di destinazioni d'uso sono proseguiti nel corso del Novecento, causando la perdita di molte ville storiche e lasciandone altre in stato di completo di abbandono. Tuttavia quanto resta di questo immenso patrimonio edilizio consente ancora oggi, pur nel deterioramento degli edifici, di percepire quello che fu lo splendore di quelle dimore di villeggiatura che avevano caratterizzato per secoli il paesaggio genovese.<ref name="puc"/><ref name="mibac"/>
Lottizzazioni, speculazioni edilizie e cambi di destinazioni d'uso sono proseguiti nel corso del Novecento, causando la perdita di molte ville storiche e lasciandone altre in stato di completo di abbandono. Tuttavia quanto resta di questo immenso patrimonio edilizio consente ancora oggi, pur nel deterioramento degli edifici, di percepire quello che fu lo splendore di quelle dimore di villeggiatura che avevano caratterizzato per secoli il paesaggio genovese.<ref name="puc"/><ref name="mibac"/>


== Ville storiche ==
==Galleria d'immagini==
In questa sezione sono elencate alcune delle ville storiche più significative per ragioni storiche o architettoniche comprese nel territorio del comune di Genova. La maggior parte delle ville superstiti sono sottoposte a vincolo architettonico da parte della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Liguria.
{{Immagine grande|Pegli-Villa Rosa-Scuole-092007.jpg|800px|Villa Rosa a [[Pegli]]}}

<gallery>
=== Ville del centro storico ===
Immagine:Genova-DSCF7566.JPG|[[Albaro]]: [[Villa Saluzzo Bombrini]], detta "il Paradiso"
Le ville suburbane nell'area storica di Genova sorsero nei [[Sestiere (Genova)|sestieri]] di [[San Teodoro (Genova)|San Teodoro]] e [[San Vincenzo (Genova)|San Vincenzo]], che prima della costruzione delle seicentesche "[[Mura di Genova#Le mura nuove|Mura nuove]]" erano al di fuori della cinta muraria cittadina. La zona di [[Castelletto (Genova)|Castelletto]] (già parte del sestiere di San Vincenzo) ospita alcune delle costruzioni realizzate a cavallo tra Ottocento e Novecento.
Immagine:Villa_Gardino_SPdA.gif|Villa Pallavicini Gardino a Sampierdarena, un tempo affacciata sul mare

Immagine:Genova-Cornigliano-DSCF7811.JPG|[[Villa Durazzo Bombrini|Villa Bombrini]] a [[Cornigliano]]
{| class="wikitable sortable"
Immagine:Villa_Rosazza.gif|Villa Rosazza dello scoglietto a Dinegro, sede di Casa America
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Immagine: Genova Fegino villa Cattaneo.jpg|Villa Cattaneo dell'Olmo a Campi in [[Val Polcevera]]
! Villa !! Immagine !! Descrizione
Immagine: Genova Sampierdarena Palazzo Fortezza.JPG|Villa Grimaldi "La Fortezza" a [[Sampierdarena]]
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Immagine: Genova Sampierdarena Villa Imperiale Scassi.jpg|Villa Imperiale Scassi a [[Sampierdarena]]
| [[Villa del Principe]] || [[File:Noack, Alfred (1833-1895) - n. 0728 - Genova - Palazzo Doria.jpg|200px]] || Costruita da [[Perin del Vaga]] per [[Andrea Doria]] nei primi decenni del Cinquecento, si trova nel quartiere di San Teodoro, all'epoca appena fuori della porta di San Tomaso della cinta muraria trecentesca. Andato perduto il parco a monte per la costruzione della ferrovia e l'espansione edilizia, resta in parte il [[giardino all'italiana]] antistante la villa, caratterizzato dalla fontana del Nettuno e suddiviso in quattro grandi aiuole con essenze mediterranee ed esotiche (nella foto una veduta ottocentesca di [[Alfred Noack]]).<ref name="puc"/>
</gallery>
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| [[Villa Rosazza]] || [[File:Italy-Genoa-palace-Rosazza.jpg|200px]] || Detta "dello scoglietto", si trova nel quartiere di San Teodoro, a monte dell'attuale piazza Dinegro. Fu costruita nel [[XVI secolo]] e rimaneggiata in stile neoclassico dal Tagliafichi, insieme al suo vasto parco.
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| [[Villa delle Peschiere]] || [[File:Villa di Tobia Pallavicino detta delle Peschiere, Genova 04.JPG|200px]] || Costruita per Tobia Pallavicini intorno alla metà del Cinquecento, secondo la tradizione sarebbe stata progettata da [[Galeazzo Alessi]]. La villa sorge sul colle di Multedo, nella zona orientale del quartiere di [[Castelletto (Genova)|Castelletto]], al sommo di un percorso di giardini terrazzati digradanti, con le [[peschiera (architettura)|peschiere]] e i [[ninfeo|ninfei]] che le hanno dato il nome. La sistemazione dei giardini, ridimensionati per l'apertura della sottostante via Peschiera, fu progettata da [[Giovanni Battista Castello|G.B. Castello]] "il Bergamasco", autore insieme ad [[Andrea Semino]] e [[Luca Cambiaso]] della decorazione degli interni.<ref name="TCI"/><ref>[http://www.liguriavincoli.it/SchedaVincoli.asp?VINCOLO=VINC_V_STO_ART_P&CODICE=07/00112950 Relazione storico-artistica allegata al decreto di vincolo della villa Pallavicini "delle Peschiere"]</ref>
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| [[Villa Gropallo dello Zerbino]] || [[File:Paolo Monti - Servizio fotografico (Genova, 1963) - BEIC 6339309.jpg|200px]] || Costruita per i [[Balbi (famiglia genovese)|Balbi]] nella seconda metà del Cinquecento, nella classica tipologia alessiana. Passò ai [[Durazzo (famiglia)|Durazzo]] nel Settecento ed infine ai [[Gropallo (famiglia)|Gropallo]]; contiene pregevoli [[affresco|affreschi]] seicenteschi di [[Gregorio De Ferrari]] (il "Tempo" e le "Stagioni") e [[Domenico Piola]]. Nel Settecento Ippolito Durazzo affidò al Tagliafichi la sistemazione del parco, curando personalmente l'impianto delle specie vegetali, comprese numerose varietà esotiche (nell'immagine la villa fotografata da [[Paolo Monti]] nel 1963).<ref name="TCI"/><ref>G.B. Cevasco in "Descrizione di Genova e del Genovesato" (vol. 3), Tipografia Ferrando, Genova, 1846.</ref>
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| [[Villa Grimaldi Sauli]] || [[File:Genova S_Vincenzo Palazzo Sauli.jpg|200px]] || Nel quartiere di San Vincenzo, nei pressi della stazione Brignole, fu costruita alla metà del Cinquecento da Galeazzo Alessi per G.B. Grimaldi. All'epoca della sua costruzione fu considerata dal [[Martin Pierre Gauthier|Gauthier]] una delle migliori ville suburbane genovesi ed il [[Giorgio Vasari|Vasari]] citò la sua [[stanza da bagno]], insolitamente ricca di ornamenti.<ref>Giorgio Vasari, "Vite de' più eccellenti pittori, scultori e architetti", Volume 15, Ed. Soc. Tipografica de' classici italiani, Milano, 1811</ref> Vi si trovavano [[affresco|affreschi]] di [[Luca Cambiaso]], oggi conservati nella galleria di [[Palazzo Bianco]], e [[Orazio Semino]]; dal [[XVIII secolo|Settecento]] visse un lungo periodo di decadenza protrattosi quasi ai nostri giorni: un recente restauro lo ha trasformato in un condominio di pregio, anche se le modifiche intervenute tempo ne hanno irrimediabilmente compromesso la struttura originaria, mentre con l'edificazione ottocentesca è scomparso il grande giardino retrostante.<ref>[http://www.ortidicarignano.it/files/seiitinerariinportoria.pdf Sei itinerari in Portoria, Edizione Samizdat, Genova, 1997]</ref>
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| [[Villa Croce]] || [[File:Villa Croce Esterno.jpg|200px]] || Situata nel quartiere di [[Carignano (Genova)|Carignano]], è attorniata da un vasto parco affacciato sulla circonvallazione a mare; costruita nell'Ottocento su un precedente edificio seicentesco, ospita il [[museo d'arte contemporanea Villa Croce]].
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| [[Villetta Di Negro]] || [[File:19092015-DSC 2913.JPG|200px]] || Fu costruita all'inizio del [[XIX secolo]] dal marchese Giancarlo Di Negro sui resti del bastione di Santa Caterina delle mura tre-cinquecentesche. Distrutta dai bombardamenti della [[seconda guerra mondiale]], al suo posto fu realizzato il [[museo d'arte orientale Edoardo Chiossone]]. Il suo vasto parco è oggi uno dei polmoni verdi del centro storico.
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| [[Villa Gruber De Mari]] || [[File:Genova villa Gruber.jpg|200px]] || Nel quartiere di Castelletto, ha un grande parco affacciato sulla circonvallazione a monte; la villa, ristrutturazione in stile neoclassico del cinquecentesco palazzo De Mari, ingloba la torre dell'edificio originario<ref name="puc"/>; il parco, sistemato [[giardino all'inglese|all'inglese]], con boschetti e radure, è oggi un giardino pubblico.
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| [[Castello d'Albertis]] || [[File:Castello d'Albertis 1.jpg|200px]] || Una delle più significative tra le ville moderne, con parco panoramico, fu costruita in stile [[architettura neogotica|neogotico]] alla fine del XIX secolo da un gruppo di architetti sotto la supervisione di [[Alfredo d'Andrade]] per l'esploratore [[Enrico Alberto d'Albertis]] sui resti del bastione di Montegalletto delle mura tre-cinquecentesche. Ospita il [[museo delle culture del mondo]].
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| [[Castello Mackenzie]] || [[File:Genova-Castello Mackenzie-016.jpg|200px]] || Nel quartiere di Castelletto, fu costruito da [[Gino Coppedè]] tra il 1893 e il 1905 per Evan Mackenzie, un ricco assicuratore fiorentino. Oggi è sede di una casa d'aste.
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| [[Castello Bruzzo]] || [[File:CastelloBruzzo1.jpg|200px]] || Nel quartiere di Castelletto, è anch'esso opera del Coppedè; fu costruito nel 1904 per Pietro Micheli.
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=== Ville del levante ===
È questa la parte della città che ha subito minori trasformazioni a carattere produttivo e dove restano numerose e meglio conservate le antiche dimore patrizie, anche con i loro parchi e giardini, pur ridimensionati dalla forte espansione residenziale.<ref name="puc"/>

==== [[Albaro]] ====
Numerose sono ancora oggi le ville storiche presenti in questo quartiere, che fu una delle zone preferite dagli aristocratici genovesi; molte di esse, ristrutturate, in parte sono suddivise in appartamenti, altre ospitano istituti scolastici e sedi universitarie, cliniche e [[casa di riposo|case di riposo]].
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! Villa !! Immagine !! Descrizione
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| [[Villa Giustiniani-Cambiaso]] || [[File:Villagiustinianicambiaso.jpg|200px]] || Sorge in posizione dominante al culmine della valletta Cambiaso, oggi parco pubblico che rappresenta quanto rimane del parco della villa che si estendeva in origine fino al mare. Fu costruita nel 1548 da Galeazzo Alessi per Luca Giustiniani. La proprietà passò nel 1787 alla famiglia Cambiaso e nel 1921 al comune di Genova; oggi appartiene alla Fondazione [[Banca Carige|Carige]] ed è sede della facoltà di [[ingegneria]] dell'[[Università degli Studi di Genova|Università di Genova]].<ref name="vincolo">[http://www.vincolimap.it/img/Vincoli_Monumentali/decreti/00108454.pdf Relazione storico-artistica allegata al decreto di vincolo della villa Giustiniani Cambiaso]</ref>
La struttura elaborata dall'architetto perugino per questa villa, con la sua forma cubica tripartita da [[lesena|lesene]], divenne il modello per la costruzione di altre ville e palazzi nel territorio genovese.<ref name="TCI"/><ref name="vincolo"/>
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| [[Villa Saluzzo Bombrini]] || [[File:Genova-Villa Saluzzo Bombrini-DSCF9228.JPG|200px]] || Villa Saluzzo Bombrini, detta ''il Paradiso'', tipico esempio di architettura tardo [[architettura manierista|manierista]], sorge in posizione dominante sulla collina di Albaro. Fu costruita per Giacomo Saluzzo da [[Andrea Ceresola]], detto il ''Vannone'', nell'ultimo decennio del [[XVI secolo]]<ref name="TCI"/>; nel 1837 divenne proprietà del marchese Henri de Podenas, nel 1886 fu venduta dagli eredi del nobile francese alla famiglia [[Giovanni Bombrini|Bombrini]], nelle cui mani è rimasta fino al 2005 quando è stata acquisita da una società immobiliare. Nel 2007 fu infine venduta a privati per destinarla ad abitazioni e uffici.<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/06/28/remondini-compra-il-paradiso-supervilla-non-hotel.html Articolo] su [[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]] del 28 giugno 2008</ref> (nell’immagine veduta su Genova dalla loggia di ponente)
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| [[Villa Saluzzo Mongiardino]] || [[File:Genova-DSCF7539.jpg|200px]] || Di fronte all'ingresso della villa Saluzzo Bombrini sorge la villa Saluzzo Mongiardino, costruita anch'essa per la famiglia Saluzzo all'inizio del [[XVIII secolo]]<ref>{{Cita news|autore = |titolo = Villa Saluzzo Mongiardino, Relazione Storico-Artistica della Sprintendenza dei Beni Ambientali ed Architettonici della Liguria allegata al decreto di vincolo|data = 1º luglio 1987}}</ref>, divenuta nel 1871 proprietà dei Brian. Il nome Mongiardino deriva dagli affittuari che la occuparono dagli [[anni 1930|anni trenta]] agli [[anni 1970|anni settanta]] del [[XX secolo]]. Ancora oggi di proprietà privata e suddivisa in appartamenti, quindi non visitabile, più che per le sue caratteristiche architettoniche e la ricca decorazione [[barocco|barocca]] degli interni è nota per il soggiorno di [[George Gordon Byron|George Byron]], tra il 1822 e il 1823, prima di imbarcarsi per partecipare alla [[Guerra d'indipendenza greca|guerra per l'indipendenza della Grecia]]<ref name="TCI"/>, dove sarebbe morto nell'aprile del 1824 per una grave malattia, come ricordato da un'[[epigrafe]] apposta sulla facciata.<ref>[http://www.genovaperta.net/prototipo/index.php?option=com_content&view=article&id=53:albaro&Itemid=67 Villa Saluzzo Mongiardino e lord Byron su www.genovaperta.net]</ref>
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| [[Villa Brignole Sale]] || [[File:Paolo Monti - Servizio fotografico (Genova, 1963) - BEIC 6339305.jpg|200px]] || Situata in via S. Nazaro, una delle tipiche [[crêuza|crêuze]] di Albaro, fu costruita da un architetto della scuola di [[Bartolomeo Bianco]] per il marchese [[Giulio Sale]] all'inizio del [[XVII secolo|Seicento]] con il rifacimento di un edificio cinquecentesco. La villa passò alla figlia Geronima e al genero [[Giovanni Francesco Brignole Sale (1582-1637)|Gio. Francesco Brignole]], che vi apportò numerose modifiche. Questi, insieme al figlio [[Anton Giulio Brignole Sale|Anton Giulio]] ospitò nella villa illustri uomini di cultura del suo tempo, tra i quali il poeta [[Savona|savonese]] [[Gabriello Chiabrera]].<ref name="genovapertaBrignole">[http://www.genovaperta.net/prototipo/index.php?option=com_content&view=article&id=53:albaro&Itemid=67 Villa Brignole Sale su www.genovaperta.net]</ref><ref name="travelitalia">[http://guide.travelitalia.com/it/guide/genova/villa-brignole-sale-albaro/ Villa Brignole-Sale su http://guide.travelitalia.com]</ref> Nel 1882 fu venduta alle [[Suore di Santa Marcellina|suore marcelline]] e trasformata in [[Collegio scolastico|educandato]] femminile ed è ancora oggi un istituto scolastico privato.<ref name="travelitalia"/> Alcune parti dell'edificio vennero distrutte da un bombardamento nel 1942 e ricostruite nel [[secondo dopoguerra in Italia|dopoguerra]] rispettando per quanto possibile la struttura originaria.<ref name="travelitalia"/><ref name="genovapertaBrignole "/> (nell'immagine la villa fotografata da [[Paolo Monti]] nel 1963).
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| [[Villa Bagnarello]] || [[File:Genova-Via San Nazaro nell'Ottocento.jpg|150px]] || Sempre in via San Nazaro si trova la villa Bagnarello, conosciuta soprattutto per il soggiorno genovese di [[Charles Dickens]], che vi dimorò da luglio a settembre del 1844 con la famiglia, per trasferirsi poi nella [[Villa delle Peschiere|villa Pallavicini "delle Peschiere"]]. Una targa ricorda la sua breve permanenza ad Albaro. Al primo impatto, come scrisse lui stesso, lo scrittore non ebbe un'impressione positiva di questa dimora, da lui definita ''"pink jail"'' (''"prigione rosa"'').<ref>Charles Dickens, Pictures from Italy, 1846</ref> In seguito, la permanenza in quel luogo, con la magnifica vista del mare e la piacevole [[brezza]] marina, lo fece ricredere fino a rimpiangerlo al momento della partenza.<ref>[http://www.victorianweb.org/authors/dickens/gallery/genoa.html Dickens a Genova su www.victorianweb.org]</ref>
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| [[Villa Allgeyer-Fuckel]] || [[File:Villa Allgeyer-Fuckel.jpg|200px]] || Costruita verso la fine del [[XVII secolo]] nel apparteneva al [[Doge (Repubblica di Genova)|doge]] [[Gerolamo Veneroso]]. Nel 1901 venne acquistata dalla famiglia Fuckel, che la fece ristrutturare dall'architetto Riccardo Haupt, che vi aggiunse anche un nuovo scalone marmoreo e una torre. Requisita durante la [[prima guerra mondiale]], essendo i Fuckel cittadini germanici, venne loro restituita nel [[periodo interbellico|primo dopoguerra]]. Nel 1939 Anna Allgeyer, vedova del Fuckel, la vendette ai [[Fratelli maristi delle scuole|padri maristi]].<ref>[http://www.liguria.beniculturali.it/PDFs/patrimonio/Beni%20visitabili/002.pdf Villa Fuckel su www.liguria.beniculturali.it]</ref>
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| [[Villa Sauli Bombrini Doria]] || [[File:Genova Albaro villa Bombrini.jpg|200px]] || Conosciuta come Villa Bombrini, è la sede del [[Conservatorio Niccolò Paganini]]. È circondata da un [[giardino all'inglese]] esteso per circa un ettaro.
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| [[Villa Raggio]] || [[File:Paolo Monti - Servizio fotografico (Genova, 1963) - BEIC 6339334.jpg|200px]] || Cinquecentesca di origine ma ristrutturata da Riccardo Haupt tra il 1898 e il 1900, sede provvisoria del conservatorio Paganini negli anni della [[seconda guerra mondiale]], è stata trasformata, in abitazioni private dopo essere stata per molti anni un istituto ospedaliero privato.<ref name="TCI"/><ref>Articoli e commenti sulla trasformazione di Villa Raggio in appartamenti privati su [http://genova.erasuperba.it/inchieste-genova/albaro-villa-raggio-residenze-parcheggi-piscina genova.erasuperba.it] e [http://www.osservatorioverde.it/notizie.ASP?ID=208 www.osservatorioverde.it]</ref>
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| [[Villa Rebuffo Gattorno]] || [[File:Genova Albaro villa Rebuffo Gattorno.jpg|200px]] || Seicentesca, con un ampio giardino antistante, ospita una residenza universitaria.
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| [[Villa Soprani]] || [[File:Paolo Monti - Servizio fotografico (Genova, 1963) - BEIC 6339308.jpg|200px]] || Sorge nella zona più a levante del quartiere di Albaro; fu costruita all'inizio del [[XVII secolo]] e conserva un ciclo di affreschi di [[Giovanni Carlone (1584-1631)|Giovanni Carlone]] con ''Scene dalle [[Le metamorfosi (Ovidio)|Metamorfosi]] di [[Ovidio]]''.<ref name="TCI"/>
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| [[Villa Canali Gaslini]] || [[File:Genova Albaro Villa Canali.jpg|200px]] || La più nota fra le ville del Novecento ad Albaro è stata una delle ultime opere a Genova di [[Gino Coppedè]]; costruita tra il 1924 e il 1925 per la famiglia Canali divenne in seguito sede del [[Consolato (diplomazia)|consolato]] del [[Impero giapponese|Giappone]] e nel periodo bellico fu occupata prima dalle truppe tedesche e poi da quelle alleate. Venne acquistata nel 1942 da [[Gerolamo Gaslini]] (industriale oleario e fondatore dell'[[Istituto Giannina Gaslini|istituto pediatrico]] intitolato alla figlia Giannina) che vi abitò a partire dal 1948. Dal 1988 è sede della ''Fondazione Gaslini''. La villa, circondata da uno scenografico giardino, sorge su un poggio in posizione dominante su corso Italia, in corrispondenza della spiaggia di San Giuliano.<ref>[http://www.fondazionegaslini.org/home/index.php/fondazione/storia-e-missione/sede La villa Canali Gaslini sul sito della Fondazione Gaslini]</ref>
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==== [[Quarto dei Mille|Quarto]] ====

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! Villa !! Immagine !! Descrizione
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| [[Villa Quartara]] || [[File:Paolo Monti - Servizio fotografico (Genova, 1963) - BEIC 6340545.jpg|150px]] || Una prima villa era stata costruita alla fine del [[XIV secolo]] ma venne riedificata intorno alla metà del [[XV secolo]] dalla famiglia Castagna. Ebbe nel corso dei secoli diversi proprietari, tra i quali le famiglie [[Doria]] e [[Spinola]] e subì nel tempo varie trasformazioni, le più importanti ad opera degli Spinola nel [[XVIII secolo|Settecento]]. Il suo parco si estende dalla via Antica Romana al mare. Nel 1815 ospitò [[papa Pio VII]] in fuga da Roma durante i [[Cento giorni]] di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]], quando [[Gioacchino Murat]] aveva attaccato lo [[Stato Pontificio]]. Nel 1889 fu acquistata da Lorenzo Quartara, sindaco dell'allora comune di Quarto, che nel 1902 la fece ampliare con una grande ala, decorata con [[affresco|affreschi]] di [[Luigi Morgari]] e modificò il parco con uno scenografico disegno geometrico. Dopo l'[[Proclama Badoglio dell'8 settembre 1943|8 settembre 1943]] fu requisita ed utilizzata come sede del comando militare germanico e in questa circostanza il parco venne deturpato con la costruzione di alcune installazioni militari. Nel 1960 la villa fu donata ai [[Ordine di San Benedetto|benedettini]] che officiavano la vicina parrocchia di Santa Maria della Castagna che vi sistemarono la loro biblioteca ed infine passò alla "Fondazione Gaslini", attuale proprietaria, che ne ha fatto la sede del CISEF Gaslini, Centro Internazionale di Studi e Formazione Germana Gaslini.<ref>[https://www.cisef.org/la_villa.php Cenni storici e immagini di villa Quartara sul sito del CISEF Gaslini]</ref><ref>[http://www.vincolimap.it/img/Vincoli_Monumentali/decreti/00108401.pdf Decreto di vincolo]</ref><ref>[https://books.google.it/books?id=aiyZDQAAQBAJ&pg=PT1005&lpg=PT1005&dq=%22Lorenzo+Quartara%22&source=bl&ots=-Vp3K93ehc&sig=NEeo9uj2ZoGPH9thkfGdul7prnk&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwi-ic3fkPXWAhWMPBQKHYIeBqYQ6AEIUDAK#v=onepage&q=%22Lorenzo%20Quartara%22&f=false Aldo Padovano, ''Il giro di Genova in 501 luoghi''], [[Newton Compton Editori]], 2016, pag. 486</ref>
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| [[Villa Carrara (Genova)|Villa Carrara]] || [[File:L'ostello - panoramio.jpg|150px]]|| All'interno di un ampio parco sorgono alcune ville appartenute alla famiglia Spinola e in seguito ai Carrara; tra queste la villa Spinola Carrara, costruita nel XVII secolo su terreni degli Spinola, ed una villa in stile neogotico affacciata sul mare, costruita all'inizio del XX secolo.
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| [[Villa Spinola Cosci]] || || Fu costruita nel XVII secolo; nel 1860 il patriota [[Candido Augusto Vecchi]] vi ospitò [[Giuseppe Garibaldi]] nei giorni che precedettero l'imbarco della [[spedizione dei Mille]]. La villa ospita il Museo Garibaldino di Quarto.<ref>[http://www.culturainliguria.it/cultura/it/Temi/Luoghivisita/architetture.do;jsessionid=62A1E3B9DD7C6052AEEC9AEFE7FA4742.node1?contentId=29262&localita=2080&area=209 Villa Spinola Cosci su www.culturainliguria.it]</ref><ref>[http://www.arte.it/guida-arte/genova/da-vedere/galleria/museo-garibaldino-2332 Il museo garibaldino di Quarto su www.arte.it]</ref>
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| [[Villa Spinola Doria D'Albertis]] || [[File:Paolo Monti - Servizio fotografico (Genova, 1963) - BEIC 6339346 corr.jpg|200px]] || Situata al centro di una vasta tenuta agricola, fu costruita per gli Spinola di San Luca, ma non è noto l'anno di costruzione. Con il passaggio, nel 1593, alla famiglia Doria, fu trasformata in una lussuosa dimora residenziale. Modifiche sono intervenute nell'Ottocento e all'inizio del Novecento.<ref>[http://www.spinola.it/work/villa-spinola-doria-dalbertis/ Villa Spinola Doria D'Albertis su www.spinola.it] (testo tratto dal [http://www.adsi.it/giornata-nazionale-adsiliguria-domenica21maggio2017/ Sito dell'Associazione Dimore Storiche Italiane])</ref>
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| [[Villa Coppedè]] || || Villa in stile neogotico con torretta, fu disegnata dall'architetto [[Gino Coppedè]] che vi abitò durante la sua permanenza a Genova. Si trova in via Rossetti nella zona di Priaruggia.
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==== [[Nervi (Genova)|Nervi]] ====
Il quartiere più a levante della [[Grande Genova]] è caratterizzato dal più vasto complesso di parchi urbani presente sul territorio comunale, derivati dalla trasformazione dei giardini delle storiche ville patrizie in parchi paesistici. I [[parchi di Nervi]], posti a monte della passeggiata lungomare e della linea ferroviaria, si estendono per circa 9 ettari e sono formati dall'unione dei parchi delle ville Saluzzo-Serra, Gropallo e Grimaldi-Fassio, acquisite dal comune di Genova tra il 1927 e il 1979. I parchi costituiscono un significativo esempio di giardino tardo settecentesco, in cui si trovano alberi d'alto fusto insieme ad arbusti tipici della macchia mediterranea e piante esotiche.<ref name="puc"/><ref name="atlante"/><ref name="TCI"/>

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! Villa !! Immagine !! Descrizione
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| [[Parchi di Nervi#Villa Gropallo|Villa Gropallo]] || [[File:Villa gropallo mbs1003.jpg|200px]] || Circondata dal vasto parco insieme al quale venne ceduta al comune di Genova, fu fatta costruire da Francesco Gropallo nel [[XVIII secolo|settecento]]; è oggi sede della biblioteca civica di Nervi.<ref name="puc"/> Il suo parco venne ristrutturato dal marchese Gaetano Gropallo nei primi anni dell'Ottocento, sostituendo le specie mediterranee con [[Cedrus libani|cedri del Libano]], [[Arecaceae|palme]] e altre piante ritenute esotiche per l'epoca. Nel 1918 i suoi eredi cedettero la proprietà a una società immobiliare e nel 1927 fu acquistata dal comune di Genova
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| [[Parchi di Nervi#Villa Saluzzo Serra|Villa Saluzzo Serra]] || [[File:Genova-GAM Nervi-DSCF6785.JPG|200px]] || La villa, costruita nel [[XVII secolo]], oggi sede della Galleria d’Arte Moderna, si apre su un vasto parco.<ref name="puc"/> Anch'essa venne acquistata nel 1927 dal comune di Genova per farne la sede della Galleria d'Arte Moderna del capoluogo ligure, inaugurata il 16 dicembre 1928. Chiusa tra il 1989 e il 2004, la galleria riaprì al pubblico nel 2004 dopo un radicale intervento di restauro e di riallestimento delle collezioni che spaziano tra la fine del Settecento a tutto il Novecento. La proprietà della villa passò nel tempo a diversi proprietari e l'edificio con passare dei secoli è stato sottoposto a diverse espansioni rispetto al disegno originario.
L'ultimo proprietario, l'armatore Carlo Barabino, nel 1926 la cedette al comune di Genova che due anni dopo ne fece la sede della [[Galleria d'arte moderna (Genova)|galleria d'arte moderna]] (che ora ospita anche le opere della [[Wolfsoniana|collezione Wolfson]]).<br />
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| [[Parchi di Nervi#Villa Grimaldi Fassio|Villa Grimaldi Fassio]] || [[File:Villa frugone 01.jpg|200px]] || Non se ne conosce con precisione la data di costruzione, che però viene collocata da vari autori nel [[XVI secolo]]. A fianco alla villa vi è una cappella sconsacrata risalente alla seconda metà del [[XVIII secolo]]. Passata nel Novecento attraverso vari proprietari, nel 1956 fu acquistata dagli armatori Fassio Tomellini, i quali apportarono significative modifiche alla struttura dell'edificio, tra cui la creazione di un nuovo salone con accesso al parco. Nel 1979 il comune di Genova acquistò da questi ultimi proprietari la villa e il parco circostante. La villa oggi ospita il museo delle [[Raccolte Frugone|raccolte dei fratelli Frugone]], inaugurato nel 1993, con opere di artisti italiani e stranieri dell'Ottocento e dei primi del Novecento. Il parco all'inglese si espande verso il mare, oltre la ferrovia, e comprende il roseto, che in passato è arrivato ad avere circa 800 varietà di [[Rosa (botanica)|rose]] differenti.
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| [[Parchi di Nervi#Villa Luxoro|Villa Luxoro]] || [[File:Genova-Parco di Nervi-Villa Luxoro-DSCF6766.JPG|150px]] || Villa con parco nella zona di Capolungo, è la più recente delle ville nerviesi, costruita nel 1903 all'estremità di levante del quartiere, dal 1951 è sede del [[museo Giannettino Luxoro]], con le ricche collezioni di quadri e antiquariato dei proprietari e successive acquisizioni. Il parco, con essenze mediterranee (sono presenti [[Pinus|pini]], palme, [[Ceratonia|carrubi]], [[Cupressus|cipressi]]), si affaccia sulla scogliera a picco sul mare.<ref name="puc"/><ref name="atlante"/>
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| [[Villa Gnecco]] || [[File:Ponte sul torrente Nervi, Genova 2008.jpg|200px]] || si trova sul [[Nervi (torrente)|torrente Nervi]], poco sopra il tratto attraversato dal ponte storico di Nervi. Costruita nel XVIII secolo, ha la caratteristica struttura a angoli rinforzati a corpi angolari avanzati, alla maniera delle fortificazioni, che racchiudono la loggia a tre arcate al centro.
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| [[Villa Cattaneo della Volta]] || [[File:Paolo Monti - Servizio fotografico (Genova, 1964) - BEIC 6362208.jpg |200px]] || La villa Cattaneo della Volta, già Fravega, sorge a mezza costa lungo il fronte della collina di [[Sant'Ilario (Genova)|Sant'Ilario]]. Era in origine una villa padronale al centro di una tenuta agricola che dalla via Aurelia si estendeva fino alla collina con giardini, agrumeti, oliveti e colture orticole.<ref name="atlante"/>
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| [[Villa Penco]] || [[File:Paolo Monti - Servizio fotografico (Genova, 1963) - BEIC 6339342.jpg|150px]] || Situata anch'essa nella fascia collinare intermedia, lungo le strade di mezzacosta, come la villa Cattaneo della Volta era di origine agricola. <ref name="atlante"/>
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=== Ville del ponente ===
==== [[Sampierdarena]] ====
Sampierdarena fu, al pari di Albaro, una delle località di villeggiatura preferite dagli aristocratici, ma con l'avvento delle industrie e la conseguente urbanizzazione scomparvero totalmente i parchi che si estendevano dal mare fino ai colli di [[Belvedere (Genova)|Belvedere]] e Promontorio, ad eccezione di parte di quello della villa Imperiale Scassi, divenuto giardino pubblico, e le ville stesse furono destinate ad usi impropri, quali uffici o magazzini, quando non vennero demolite per lasciar spazio a fabbriche ed abitazioni.

Particolarmente significativo il gruppo di tre ville cinquecentesche noto come "triade alessiana", perché costruite secondo i dettami architettonici introdotti a Genova da Galeazzo Alessi e a lungo ritenute opera dell’architetto perugino; solo ricerche condotte da studiosi nel Novecento hanno consentito la loro attribuzione a suoi collaboratori e seguaci attivi a Genova in quel periodo. Le tre ville, costruite dalle potenti famiglie genovesi [[Imperiale (famiglia)|Imperiale]], [[Grimaldi (famiglia)|Grimaldi]] e [[Lercari (famiglia)|Lercari]], sono conosciute rispettivamente con gli appellativi di "Bellezza", "Fortezza" e "Semplicità".

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! Villa !! Immagine !! Descrizione
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| [[Villa Imperiale Scassi]] || [[File:Villa Imperiale Scassi "La Bellezza".JPG|200px]] || Oggi sede scolastica, fu costruita alla metà del [[XVI secolo|Cinquecento]] dai fratelli [[Domenico Ponzello|Domenico]] e [[Giovanni Ponzello]] per la [[Imperiale (famiglia)|famiglia Imperiale]]. Per la sua sontuosità fu chiamata "la Bellezza"; alla decorazione contribuirono importanti artisti dell'epoca, quali [[Giovanni Carlone (1584-1631)|Giovanni Carlone]], [[Bernardo Castello]].<ref name="sampnet"/> All'inizio dell'[[XIX secolo|Ottocento]] fu acquistata dal [[medico]] Onofrio Scassi, che la fece restaurare da [[Carlo Barabino]] e abbellire con decori [[Neoclassicismo|neoclassici]]. Nel 1886 fu acquistata dal comune di Sampierdarena e nel 1926, con la costituzione della [[Grande Genova]], entrò a far parte del patrimonio del comune di Genova; da allora è utilizzata come sede scolastica. Oltre che per il palazzo la villa era famosa per il grandissimo parco, in gran parte sacrificato nei primi decenni del [[XX secolo|Novecento]] per la costruzione, nella parte più a monte, dell'ospedale Villa Scassi e, immediatamente dietro al palazzo, dello [[Stadio di Villa Scassi|stadio]] della [[Società Ginnastica Comunale Sampierdarenese|Sampierdarenese]], che ebbe però vita breve e venne a sua volta eliminato nel 1929 per l'apertura di via Cantore. Quanto resta è oggi un giardino pubblico, il più grande nell'area urbana di Sampierdarena.<ref name="TCI" /><ref name="guidadidgenova">[http://www.guidadigenova.it/storia-genova/sampierdarena/ Storia di Sampierdarena su www.guidadigenova.it]</ref><ref name="sampnet"/><ref name="puc"/>
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| [[Villa Grimaldi (La Fortezza)]] || [[File:Genova Sampierdarena Palazzo Fortezza 01.JPG|200px]] || Fu costruita dal [[Canton Ticino|ticinese]] [[Bernardo Spazio]] per il banchiere Giovanni Battista Grimaldi. Chiamata "la Fortezza" per la sua massiccia e severa struttura, priva di decori esterni, rimase di proprietà della [[Grimaldi (famiglia)|famiglia Grimaldi]] fino all'[[XIX secolo|Ottocento]], quando fu acquistata da Agostino Scassi e data in locazione per usi diversi, fino a divenire una fabbrica di conserve. Acquistata nel 1924 dal comune di Sampierdarena dal 1926 divenuta parte del patrimonio del comune di Genova, fu utilizzata come scuola fino al 2006. Da allora è chiusa e inutilizzata. La villa è tra le dimore genovesi i cui disegni vennero raccolti da [[Pieter Paul Rubens|Rubens]], che vi soggiornò nel 1607, nel volume illustrato "[[Palazzi di Genova]]", pubblicato ad [[Anversa]] nel 1622.<ref name="TCI"/><ref name="guidadidgenova"/><ref name="sampnet"/>
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| [[Villa Lercari Sauli]] || [[File:Genova Sampierdarena villa Lercari Sauli.jpg|200px]] || Detta "la Semplicità", per le sue forme sobrie, fu costruita da [[Bernardino Cantone]], in collaborazione con [[Bernardo Spazio]], per [[Giovanni Battista Lercari (1507-1592)|Giovanni Battista Lercari]]. Acquistata dalla famiglia [[Sauli]] alla fine del [[XVIII secolo|Settecento]], un secolo dopo, nel pieno dell'industrializzazione del territorio sampierdarenese, divenne proprietà dell'[[imprenditore]] Silvestro Nasturzio, che costruì una fabbrica sui terreni del giardino. Gravemente danneggiata durante la [[seconda guerra mondiale]] da un bombardamento aereo, nel dopoguerra fu ceduta a privati e suddivisa in appartamenti. Dell'edificio originale si conserva solo la struttura esterna, soffocata dalla presenza di edifici realizzati nell'ultimo secolo, tra cui il "Centro Civico", sorto negli [[anni 1980|anni ottanta]] sul sito dell'ex stabilimento Nasturzio.
|-[[File:Pierre Paul Rubens - Palazzi di Genova, vol. I - Figura 16.jpg|thumb|Villa Spinola di San Pietro in un'illustrazione di [[Pieter Paul Rubens|Rubens]]]]
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| [[Villa Spinola di San Pietro]] || [[File:Pierre Paul Rubens - Palazzi di Genova, vol. I - Figura 16.jpg|150px]] || La villa, di cui non è noto l'architetto, fu anch'essa fatta costruire da Giovanni Battista Lercari nella seconda metà del Cinquecento. Il nipote [[Giovanni Battista Spinola (1575-1625)|Giovanni Battista Spinola]], duca di [[Galatina|San Pietro in Galatina]], la fece ristrutturare, completando la decorazione interna. Con i lavori eseguiti tra il 1622 e il 1625 l'edificio subì sostanziali modifiche, con la chiusura delle logge e l'apertura di nuove finestre. È uno dei due palazzi sampierdarenesi descritti dal Rubens nel volume ''Palazzi di Genova'', dove è identificato come il palazzo "C". Fino all'Ottocento rimase di proprietà degli Spinola, fu poi ceduta a vari istituti religiosi e infine nel 1920 al comune di Sampierdarena che l'adibì a scuola. Un tempo in posizione aperta e dominante, dal primo Novecento è circondata e soffocata dagli edifici costruiti intorno. Attualmente è sede del liceo statale Piero Gobetti. All'interno sono [[affresco|affreschi]] di [[Bernardo Castello]], [[Giovanni Carlone (1584-1631)|Giovanni Carlone]] e [[Giovanni Andrea Ansaldo]].<ref name="TCI"/><ref name="torri">[http://www.iisl.genova.it/ricerca/images/Le%20torri%20di%20Sampierdarena.pdf Italo Pucci, "Le torri di San Pier d'Arena"], [[Istituto internazionale di studi liguri]], Genova, 2007-2012</ref><ref name="stedo">[http://www.stedo.it/sampierdarena/ Storia di Sampierdarena sul sito www.stedo.it]</ref><ref>[http://www.gobetti.it/ Sito del Liceo Gobetti, con immagini dell'interno e degli affreschi]</ref> (nell'immagine la villa Spinola di San Pietro nell'illustrazione di Rubens).
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| [[Villa Centurione del Monastero]] || [[File:Piazza del Monastero.JPG|200px]] || È così chiamata perché fu costruita nel 1587 per Barnaba Centurione sul sedime di un [[monastero]] [[XIII secolo|duecentesco]] di [[monache benedettine]], del quale conserva il [[chiostro]] nel cortile interno. L'atrio e il salone al primo piano sono decorati con affreschi di [[Bernardo Castello]]. L'edificio ha subito rimaneggiamenti all'inizio del Novecento, quando fu acquistato dal comune di Sampierdarena e trasformato in istituto scolastico.<ref name="TCI"/><ref name="stedo"/>
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| [[Villa Centurione Carpaneto]] || [[File:Paolo Monti - Servizio fotografico (Genova, 1963) - BEIC 6362147.jpg|150px]] || Si trova in piazza Montano, di fronte alla stazione ferroviaria. Cinquecentesca ma molto rimaneggiata, conserva al piano nobile [[affresco|affreschi]] di [[Bernardo Strozzi]], gli unici di questo pittore, noto soprattutto per i suoi dipinti a olio. Il palazzo incorpora sul retro una torre, forse preesistente; quanto restava del suo vasto giardino scomparve con l'apertura di via Cantore.<ref name="TCI"/><ref name="torri"/><ref name="stedo"/>
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| [[Villa Doria delle Franzoniane]] || [[File: Paolo Monti - Servizio fotografico (Genova, 1963) - BEIC 6339351.jpg|150px]] || Costruita nel Cinquecento per la famiglia Doria, nel 1764 fu acquistata dall'abate [[Paolo Gerolamo Franzoni]] per farne la sede della congregazione delle Madri Pie, da lui fondata alcuni anni prima. Conserva al suo interno affreschi della scuola dei [[Lazzaro Calvi|fratelli Calvi]] e nel [[refettorio]] un dipinto di [[Bernardo Castello]]; alla villa, caratterizzata da una torre perfettamente conservata, è annessa la piccola chiesa di Nostra Signora della Sapienza, costruita nel 1821 su disegno di Angelo Scaniglia. Nel giardino, molto ridimensionato dopo l'apertura di via Cantore, è ancora presente un grande [[ninfeo]] a grotta.<ref name="TCI"/><ref name="torri"/><ref name="stedo"/>
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| [[Villa Negrone Moro]] || [[File:Genova Sampierdarena villa Negrone Moro 01.JPG|200px]] || Situata all'estremità orientale del quartiere, risale probabilmente al [[XVI secolo]] e mostra le caratteristiche tipiche delle ville di stile alessiano, ma non se ne conosce la data precisa di edificazione, né il progettista. Era collegata a ponente con la villa Pallavicini Moro, che ormai in stato di avanzato degrado venne demolita nel 1972 e della quale resta solo la parte inferiore della facciata con il grande [[portale]] di ingresso. Già proprietà della famiglia Negrone, alla fine dell'Ottocento fu inglobata nel perimetro dell'oleificio Moro, insediatosi nei terreni retrostanti. Negli [[anni 1970|anni settanta]] con la demolizione dello stabilimento la villa venne ristrutturata a uso uffici e l'area circostante resa pubblica.<ref>[http://www.sampierdarena.ge.it/joomla/index.php?option=com_content&view=article&id=63:villa-negrone-moro-seconda-meta-del-xvi-secolo-via-giacomo-pedemonte-3&catid=47:interno&Itemid=59 Storia e immagini della villa Negrone Moro su www.sampierdarena.ge.it]</ref><ref>[http://www.sanpierdarena.net/PEDEMONTE%20Giacomo%20via%20.htm Villa Negrone Moro] e [http://www.sanpierdarena.net/DOTTESIO%20Luigi.htm villa Pallavicini Moro] su www.sanpierdarena.net</ref>
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| [[Villa Pallavicini Gardino]] || [[File:Villa Gardino SPdA.gif|200px]] || Oggi in stato di abbandono, sorge dinanzi a uno dei principali varchi portuali. In stile alessiano, fu costruita intorno alla fine del [[XVI secolo]] e apparteneva alla famiglia [[Pallavicino|Pallavicini]], che in questa zona aveva un nutrito gruppo di ville familiari, quasi tutte scomparse. Nel 1946 fu acquistata dai Gardino, che già la occupavano dal 1920 e avevano realizzato sui terreni a monte un deposito di [[legname|legnami]], trasferito altrove nel 2002, quando i terreni vennero venduti per costruire il centro direzionale di san Benigno. La villa è stata oggetto di un restauro conservativo nel 1996, ma nuovamente abbandonata appare oggi in stato di degrado.<ref>[http://www.sanpierdarena.net/CHIESA%20Pietro.htm Villa Pallavicini Gardino su www.sanpierdarena.net]</ref><ref>[http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2014/08/23/ARIu1AkB-rudere_intoccabile_ponente.shtml "Rudere intoccabile, così resta un sogno la City del Ponente"], articolo sul [[Il Secolo XIX|Secolo XIX]] del 23 agosto 2014</ref><ref>[http://genova.erasuperba.it/inchieste-genova/sampierdarena-villa-pallavicino-gardino-dimora-dimenticata "Sampierdarena, Villa Pallavicino Gardino: una dimora dimenticata", articolo su http://genova.erasuperba.it]</ref><ref>[http://www.sampierdarena.ge.it/joomla/index.php?option=com_content&view=article&id=92:villa-pallavicino-gardino-sec-xvi-via-pietro-chiesa-11&catid=48:litoraneo&Itemid=59 Villa Pallavicino Gardino su www.sampierdarena.ge.it]</ref>
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| [[Villa Serra Doria Masnata]] || [[File: Paolo Monti - Servizio fotografico (Genova, 1963) - BEIC 6362144.jpg|200px]] || Attualmente affacciata su via Cantore, fu costruita nel 1613 da [[Bartolomeo Bianco]] per il nobile Paolo Serra. In seguito la proprietà passò alla famiglia Doria, che la tenne fino ai primi dell'Ottocento. Durante l'[[assedio di Genova (1747)|assedio di Genova]] del 1746-1747 vi soggiornò il generale [[Antoniotto Botta Adorno]], comandante delle truppe austriche. Passata alla famiglia Masnata, fu da questa ceduta al comune di Sampierdarena che nel 1874 ne fece la prima sede dell'ospedale, operante fino al 1916, quando venne inaugurato quello di villa Scassi. Dopo aver ospitato per breve tempo la [[biblioteca]] comunale, dal 1933 è sede scolastica. La struttura è quella classica di scuola alessiana; con l'apertura di via Cantore perse il giardino antistante e con i restauri succedutisi nel tempo sono andati persi sia gli affreschi della facciata sia quelli interni.<ref>[http://www.sampierdarena.ge.it/joomla/index.php?option=com_content&view=article&id=81:villa-serra-doria-masnata-secc-xvi-xx-via-antonio-cantore-31&catid=47:interno&Itemid=59 Villa Serra Doria Masnata su www.sampierdarena.ge.it]</ref><ref>[http://www.sanpierdarena.net/CANTORE%20Antonio%20civici%20dispari%20a%20monte.htm Villa Serra Doria Masnata su www.sanpierdarena.net]</ref>
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==== [[Cornigliano]] ====
[[File:Castello Raggio di Genova - Cornigliano.jpg|thumb|Il Castello Raggio]]
Anche a Cornigliano sorsero numerose ville patrizie, principalmente delle famiglie Spinola e Doria, allineate lungo l'asse viario più antico che attraversava il borgo, ai piedi della collina di [[Coronata (Genova)|Coronata]] e sempre a Cornigliano sorgeva una delle ville ottocentesche più famose di Genova, che ha però avuto vita breve, il [[Castello Raggio]].

Il Castello Raggio era stato costruito negli [[anni 1880|anni ottanta dell'Ottocento]] dall'architetto [[Luigi Rovelli]] per l'imprenditore [[Edilio Raggio]], prendendo a modello il [[castello di Miramare]] di Trieste. Il "castello" sorgeva sul promontorio di Sant'Andrea, anticamente sede di un monastero benedettino, e fino alla [[prima guerra mondiale]] la famiglia Raggio vi ospitò alti rappresentanti della nobiltà e della politica. Con la [[seconda guerra mondiale]] e l'interramento del mare antistante per la costruzione dello stabilimento siderurgico [[Ilva]] fu abbandonato andando incontro ad un inarrestabile degrado e fu demolito nel 1951.<ref name=guidagenova>[http://www.guidadigenova.it/storia-genova/cornigliano/ Le ville di Cornigliano su www.guidadigenova.it]</ref><ref>[https://letteredalmondo.wordpress.com/2017/02/08/il-castello-raggio-mito-genovese/ Cenni storici sul Castello Raggio]</ref>

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! Villa !! Immagine !! Descrizione
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| [[Villa Durazzo Bombrini]] || [[File: Genova-Cornigliano-DSCF7811.JPG|200px]] || Fu costruita a partire dal 1752 dall'architetto francese Pierre Paul De Cotte per il marchese Giacomo Filippo II Durazzo. Con una scelta insolita nel panorama genovese dell'epoca, ancora legato al classico modello cinquecentesco alessiano, ma ormai affermata nel contesto transalpino, la villa è composta da un corpo di fabbrica centrale con decori in stile [[rococò]] con due ali laterali attorno ad una vasta corte. Considerata la più prestigiosa delle ville di Cornigliano a metà dell'Ottocento fu venduta dai Durazzo e in seguito acquistata dai Savoia. Tra il 1865 e il 1866 nella villa visse gli ultimi mesi della sua breve esistenza lo sfortunato principe [[Oddone Eugenio Maria di Savoia|Oddone di Savoia]]. Passò in seguito ai Bombrini, che nel 1928 ne fecero la sede degli uffici dell'[[Ansaldo]]. Nel secondo dopoguerra divenne sede dell'[[Ilva|Italsider]], dal 2008 nel contesto di riqualificazione del quartiere ospita uffici e studi professionali, il centro provinciale per l'impiego e la Genova Liguria Film Commission. Conserva la torre, il notevole scalone a sbalzo, numerosi saloni affrescati, il giardino all'italiana sul fronte e parte del giardino sul retro, adibito a parco pubblico.<ref>[http://www.percornigliano.it/eventi-a-villa-bombrini/la-villa/ La villa Durazzo Bombrini sul sito della Società Per Cornigliano SpA]</ref><ref name="guidagenova"/>
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| [[Villa Serra (Cornigliano)|Villa Domenico Serra]] || [[[[File:Paolo Monti - Servizio fotografico (Genova, 1963) - BEIC 6339332.jpg |200px]] ||Municipio del comune autonomo di Cornigliano Ligure fino alla sua soppressione nel 1926, quindi sede della circoscrizione comunale di Cornigliano fino agli anni novanta, è attualmente sede della locale sezione della polizia municipale. Conserva il giardino, adibito a parco pubblico (Giardini Luciano Melis) e due saloni stuccati.
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| [[Villa Gentile Bickley]] || [[File:Paolo Monti - Servizio fotografico (Genova, 1963) - BEIC 6362171.jpg |150px]] || Restaurata nel 1998 dopo un lungo degrado. Attuale sede della biblioteca civica "Guerrazzi", conserva numerosi saloni affrescati, la cucina settecentesca, la torre ed una piccola parte del giardino, adibito a parco pubblico.
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| [[Villa Spinola Narisano]] || [[File:Paolo Monti - Servizio fotografico (Genova, 1963) - BEIC 6362158.jpg|150px]] || Sede del centro civico e di uffici amministrativi del Municipio VI Medio Ponente. Conserva la torre ed alcuni saloni affrescati.
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| [[Villa Spinola Dufour]] || [[File:Villa Spinola Dufour di Levante Cornigliano 01.jpg|200px]] || Il complesso di villa Spinola Dufour si articola in due ville distinte ma contigue (denominate "di levante" e "di ponente"). La villa di levante, già residenza dell'architetto [[Maurizio Dufour]] ed attualmente sede di ricevimenti e congressi, è stata attentamente restaurata e presenta quasi interamente i caratteri originari, fra cui pavimenti in ardesia e cotto, saloni affrescati, una significativa porzione dell'originario affresco in facciata, la torre e buona parte del parco. La villa di ponente, anch'essa ancora dotata di torre, è sede dell'oratorio della chiesa di S. Giacomo.
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| [[Villa Doria Cevasco]] || [[File:Paolo Monti - Servizio fotografico (Genova, 1963) - BEIC 6362160 crop level.jpg|200px]] || Il complesso delle villa [[Doria]] di Cornigliano comprende due edifici nobiliari attestati su via San Giacomo Apostolo (Villa Doria Cevasco a mare e Villa Doria Dufour a monte), oggi inglobati all'interno del Parco Urbano Valletta Rio San Pietro. Entrambe le costruzioni sono ridotte a ruderi ed invase dalla vegetazione (nell'immagine di [[Paolo Monti]] del 1963: sulla sinistra i resti di villa Doria Cevasco Dufour, pesantemente danneggiata dai bombardamenti della seconda Guerra Mondiale, mentre sulla destra la torre, ora isolata, già parte dell'adiacente palazzo Spinola Muratori. Sullo sfondo i gasometri delle acciaierie, ora demoliti)
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| [[Badia di Sant'Andrea (Genova)|Villa Raggio degli Erzelli]] || [[File:Paolo Monti - Servizio fotografico (Genova, 1963) - BEIC 6362173.jpg|200px]] || Conosciuta anche come villa Vivaldi Pasqua, è una dimora signorile che ha inglobato l'abbazia cistercense di Sant'Andrea ([[XII secolo]]). Conserva la torre, buona parte del parco ed il casino di caccia sulla sommità della collina. Dopo le soppressioni napoleoniche degli ordini religiosi del 1798, la badia fu acquistata dal duca Pietro Vivaldi Pasqua, che la trasformò in una villa signorile, modificando profondamente il complesso pur conservando l'originario stile [[architettura gotica|gotico]]. Dopo vari passaggi di proprietà nel 1879, insieme a tutta l'area circostante, l'intero comprensorio fu acquistato dall'imprenditore [[Edilio Raggio]], che a poca distanza fece costruire il Castello Raggio. Gravemente danneggiata nel corso della [[seconda guerra mondiale]] e successivamente ristrutturata, divenne sede di società ed enti di ricerca fino alla metà degli [[anni 1990|anni novanta]]. Nuovamente ristrutturata dal 2008 dopo alcuni anni di abbandono, ospita le sedi di alcune aziende.
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| [[Villa Imperiale Casanova]] || [[File:Genova Campi Villa Imperiale.jpg|200px]] || Costruita dagli [[Spinola]] nella seconda metà del [[XVI secolo]] fu sede, al tempo della [[Repubblica di Genova]], di ricevimenti e banchetti per ospiti illustri prima dell'ingresso ufficiale in città. La villa, che sorge a [[Campi (Genova)|Campi]], ai piedi della collina di Coronata e alle spalle degli attuali centri commerciali, dopo anni di degrado è ora in fase di recupero. All'epoca della [[Repubblica Ligure|repubblica democratica]], tra il 1799 e il 1800, il principe Imperiale, sostenitore dei francesi, era solito organizzare nella sua villa di Campi delle feste alle quali partecipava l'élite repubblicana filo-francese. A queste feste ebbe occasione di partecipare [[Ugo Foscolo]], che si era arruolato nella Guardia Nazionale e prendeva parte con le truppe francesi alla difesa di Genova.
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| [[Villa Cattaneo dell'Olmo]] || [[File:Genova Fegino villa Cattaneo.jpg|200px]] || Si trova nella zona più settentrionale della zona di Campi, al confine con il quartiere di [[Rivarolo (Genova)|Rivarolo]] e vicina alla [[Abbazia di San Nicolò del Boschetto|Badia del Boschetto]]; è sede della [[Fondazione Ansaldo]], che raccoglie archivi cartacei, fotografie e filmati d'epoca provenienti da molte storiche aziende genovesi.
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==== [[Sestri Ponente]] ====

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| [[Villa Rossi Martini]] || [[File:Villa Rossi Sestri Ponente.jpg|200px]] || Fatta costruire dai [[Lomellini (famiglia)|Lomellini]] nel [[XVII secolo]] fu poi ceduta agli [[Spinola]]; nel 1855 fu acquistata dai Rossi-Martini, famiglia di banchieri genovesi, che ampliarono il parco. Nel 1893 vi fu ospite [[Elisabetta di Baviera]], più nota come"principessa Sissi". Nel 1931 è stata acquistata dal comune di Genova che ne ha adibito l'edificio principale a scuola elementare fino al 2004; ristrutturata, oggi ospita un centro culturale. Il parco, polmone vedere del quartiere, ricco di varie specie esotiche ed autoctone, misura circa 4 ettari.<ref name="puc"/><ref name=villesestri>[http://www.guidadigenova.it/storia-genova/sestri-ponente/ Le ville di Sestri Ponente su www.guidadigenova.it]</ref>
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| [[Villa Maria De Mari]] || [[File:Villa Maria Sestri Ponente.jpg|200px]] || Edificata nel [[XVI secolo]], passa nel Settecento alla famiglia De Mari, che diede all'edificio l'aspetto attuale, poi nel 1771 agli [[Spinola]], nel 1896 ai banchieri Rossi Martini ed infine nel 1939 alla famiglia Rollino. Il grande parco e il giardino all'italiana sono andati completamente perduti per l'espansione edilizia degli [[anni 1960|anni sessanta]] mentre la villa è in stato di abbandono. Lo spazio antistante è occupato da un bocciodromo dopolavoristico per i dipendenti dell'Ansaldo.<ref name="villesestri"/>
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| [[Villa Spinola Pallavicino]] || || Costruita ai primi del Settecento sorge lungo la costa a ponente del borgo, in via S. Alberto 5. Dopo vari passaggi di proprietà venne acquistata nel Novecento dalla famiglia sestrese dei Bagnara una cui esponente, suora laica delle [[Oblate di San Benedetto, ancelle dei poveri|oblate di San Benedetto]], la adibì a orfanotrofio femminile e asilo infantile denominandola ''Piccola casa del Sacro Cuore''. Oggi di proprietà, per lascito, dei [[Ordine di San Benedetto|Benedettini]], è in stato di semiabbandono. Nel tempo ha perso il parco a monte ma ha conservato una parte di quello che originariamente arrivava direttamente sul mare.<ref name="villesestri"/>

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| [[Villa Parodi]] || [[File:Paolo Monti - Servizio fotografico (Genova, 1964) - BEIC 6362198.jpg|200px]] || Costruita nella seconda metà del [[XVII secolo]] fu donata nel 1735 da Stefano Spinola ai [[Compagnia di Gesù|gesuiti]] che per adattarla a convento ne modificarono profondamente la struttura. Nell'Ottocento, dopo un avvicendarsi di nuovi proprietari, tra i quali la [[Durazzo (famiglia)|famiglia Durazzo]] è attualmente di proprietà del comune di Genova. Conserva parte del giardino ed è adibita ad istituto scolastico.<ref name="villesestri"/>

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| [[Villa Sciallero-Carbone]] || || Sorge nella zona di [[San Giovanni Battista (Genova)|San Giovanni Battista]], sulla collina alle spalle del centro del quartiere. Risalente al [[XVI secolo]] è stata acquistata nel 1974 dal comune di Genova per adibirla a scuola dell'infanzia e altri usi.
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==== [[Pegli]] ====
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| [[Villa Durazzo-Pallavicini]] || [[File:Facciata Villa Pallavicini.JPG |200px]] || Nota soprattutto per il suo parco romantico, è uno dei monumenti più significativi di Pegli. Il grande parco è tra i maggiori giardini storici a livello europeo. La villa sorge in posizione dominante sulla collina di San Martino.<ref name="fosca">[http://www.fosca.unige.it/gewiki/index.php/Villa_Durazzo_Pallavicini Villa Durazzo Pallavicini su www.fosca.unige.it]</ref><ref name="puc"/> Villa e parco nelle forme attuali risalgono alla metà dell'[[XIX secolo|Ottocento]], ma il complesso ha le sue origini da un palazzo di villa settecentesco della [[Grimaldi (famiglia)|famiglia Grimaldi]], completamente ristrutturato da [[Michele Canzio]] tra il 1840 e il 1846 per [[Ignazio Alessandro Pallavicini]], lontano nipote di [[Clelia Durazzo]], fondatrice del [[Giardino botanico Clelia Durazzo Grimaldi|giardino botanico]] che porta il suo nome.<ref name="fosca"/> Il parco, aperto al pubblico, divenne da subito motivo di grande richiamo vantando annualmente migliaia di visitatori.<ref name="TCI"/><ref name="fosca"/><ref name="cultura">[http://www.culturainliguria.it/cultura/it/Temi/Luoghivisita/parchiGiardini.do?contentId=29404 Villa Durazzo Pallavicini su www.culturainliguria.it]</ref>

Donata nel 1928 dai [[Pallavicino|Pallavicini]] al comune di Genova, dal 1936 il palazzo ospita il [[museo di archeologia ligure]].<ref name="TCI"/><ref name="fosca"/>
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| [[Villa Doria Centurione]] || [[File:Pegli Villa Doria Centurione 2004.JPG|200px]] || La villa Doria Centurione, esempio di [[architettura manierista]] pre-alessiana, fu costruita nel 1540 per il banchiere [[Adamo Centurione]]. Intorno al 1580 divenne proprietà del nipote [[Gianandrea Doria|Giovanni Andrea Doria]] che tra il 1590 e il 1592 la fece ristrutturare ed ampliare da [[Andrea Ceresola]], detto "il Vannone".<ref name="TCI"/><ref name="doria1">[http://www.pegli.com/mus_index.php Storia della villa Doria Centurione su www.pegli.com], basata su documentazione dei "Musei Civici di Genova" (16 dicembre 2004)</ref> Rimasta di proprietà della famiglia Doria fino al 1908, dopo alcuni passaggi di proprietà nel 1926 passò al comune Genova e nel 1930 divenne sede del Civico Museo Navale e succursale del [[liceo classico]] "Giuseppe Mazzini".<ref name="doria1"/><ref name="doria2">[http://www.museidigenova.it/it/content/la-villa-doria-centurione-e-la-torre Villa Doria Centurione sul sito www.museidigenova.it]</ref><ref name="puc"/> All'interno sono conservati [[affresco|affreschi]] [[XVI secolo|cinquecenteschi]] di [[Nicolosio Granello]], [[Ottavio Semino]] e [[Lazzaro Tavarone]].<ref name="fosca"/> Nel vasto parco, oggi pubblico, si trova un laghetto artificiale con al centro un isolotto, un'"isola fatata" realizzata da [[Galeazzo Alessi]] per il Centurione.<ref name="doria2"/><ref name=heritage>[http://www.liguriaheritage.it/heritage/it/EleganzaDelvivere/Genova.do?contentId=30098&localita=2080&area=209 Villa Doria Centurione sul sito di "Liguria Heritage"]</ref>
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| [[Villa Lomellini Rostan]] || [[File:Genova Multedo villa Rostan.jpg|200px]] || Nella zona di [[Multedo]], è situata a poca distanza dal [[Varenna (torrente)|torrente Varenna]]; fu costruita nel [[XVI secolo]] dalla famiglia [[Lomellini (famiglia)|Lomellini]] e restaurata nel [[XVIII secolo|Settecento]] da [[Agostino Lomellini]], politico e letterato, che nel 1784, dopo il suo ritiro dalla vita politica, incaricò il Tagliafichi della progettazione del [[giardino all'inglese]], uno dei più belli e ammirati d'Europa<ref name="TCI"/><ref name="rostan">[http://www.fosca.unige.it/gewiki/index.php/Villa_Rostan Villa Lomellini Rostan sul sito www.fosca.unige.it/]</ref><ref name="provincia">[http://www.provincia.genova.it/portal/template/viewTemplate?templateId=gxzl1hzxx1_layout_33yoxhzxya.psml Edifici storici del ponente genovese, sul sito della città metropolitana di Genova]</ref> Passò per via ereditaria alla famiglia Rostan che nell'[[XIX secolo|Ottocento]] vi ospitò illustri personalità di tutta l'Europa.<ref name="rostan"/> Sempre per via ereditaria, passò alla famiglia Reggio. Conserva al suo interno un ciclo di [[affresco|affreschi]] di [[Bernardo Castello]]. Il giardino disegnato dal Tagliafichi è invece scomparso nella seconda metà del [[XX secolo|Novecento]], quando in parte fu trasformato in un [[campo da calcio]] e il resto sacrificato per la realizzazione di depositi petroliferi e dello svincolo autostradale.<ref name="TCI"/><ref name="rostan"/> Tuttora di proprietà dei marchesi Reggio, dal 2005 ospita la sede sociale del [[Genoa Cricket and Football Club|Genoa]] che già utilizzava il campo sportivo come sede di allenamento.<ref name="rostan"/>
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| [[Villa Rosa]] || [[File:Villa ROSA ( ex proprietà Famiglia BERTA ).jpg|200px]] || Già villa Lomellini nel Fossato, è una villa del [[XVII secolo]] appartenuta originariamente alla famiglia Lomellini, dall'inizio del [[XX secolo|Novecento]] ospita una [[scuola primaria]]. Espropriata dal comune nel 1975 all'industriale Francesco Berta, nei primi [[anni 1990|anni novanta]] è stata oggetto di un lungo restauro.<ref>[http://www.istitutocomprensivopegli.gov.it/index.php/scuole/scuole-primarie/villa-rosa Villa Rosa su www.istitutocomprensivopegli.gov.it]</ref><ref name="fossa">[https://books.google.it/books?id=MDQECwAAQBAJ&pg=PT148&dq=la+fossa+del+lupo&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiIgvL2y7rKAhVBWxQKHZNWAzcQ6AEIHTAA#v=onepage&q=la%20fossa%20del%20lupo&f=false Cenni storici su Pegli e i Lomellini, introduzione al romanzo "La Fossa del Lupo", di E. Ottonello e M. Pezzana, Ateneo Edizioni, Genova, 2014] ISBN 9788892521742</ref>
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| [[Villa Granara]] || [[File:Genova Pegli villa Granara.JPG|200px]] || Detta "Cabiria", si trova nella località Tre Ponti, all'inizio della [[val Varenna]], ed è un tipico esempio di residenza di villa genovese, oggi suddivisa in appartamenti; sorge sulla sponda sinistra del torrente Varenna ed è collegata alla strada principale da un ponte settecentesco in pietra.<ref name="TCI"/><ref name="varenna">[http://cartogis.cittametropolitana.genova.it/cartogis/pdb/bilancio_idrico/bilancio_idrico/ambito12_13/testi/relazione%20varenna.pdf ''Studio relativo alla disponibilità idrica dei corpi idrici non significativi ricadenti nel versante ligure. Il bacino del torrente Varenna''], provincia di Genova, 2008</ref>
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==== [[Pra']] ====
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| [[Villa Sauli Podestà]] || || Nota anche come "Villa della Baronessa", fu edificata nel [[XVII secolo]] ed appartenne ai Sauli finché non fu acquistata da Luca Podestà (1848). Attualmente è sede del Centro per l'Impiego del Ponente.
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| [[Villa Doria Podestà]] || [[File:Paolo Monti - Servizio fotografico (Genova, 1964) - BEIC 6362202.jpg|200px]] || Costruita nel 1629 su progetto di [[Bartolomeo Bianco]] per [[Giacomo Lomellini]], [[Doge (Repubblica di Genova)|doge]] nel biennio 1625-1627, passò in seguito ai Doria e nel 1847 a Luca Podestà (che più tardi acquistò anche la limitrofa villa Sauli unificandone così le diverse pertinenze agricole). La realizzazione della strada litoranea sacrificò la scala esterna. Addossata lateralmente alla villa sul lato di ponente rimane la piccola cappella neoclassica. Nella seconda metà dell'Ottocento fu residenza di villeggiatura del barone [[Andrea Podestà]], sindaco di Genova. Attualmente è sede del Parco del Basilico di Pra'.

(nell'immagine, villa Doria Podestà in una foto di [[Paolo Monti]] del 1964)
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| [[Villa Adorno Piccardo]] || || Costruita probabilmente nel [[XV secolo]] per gli Adorno, nel [[XIX secolo]] fu acquistata da Francesco Piccardo. Verso il 1630 fu ampliata da Bartolomeo Bianco su incarico di Giovanni Battista Adorno; la villa subì ulteriori modifiche con l'aggiunta di due bassa ali laterali con terrazza balaustrata. Gravemente danneggiata durante la seconda guerra mondiale, negli anni sessanta perse il grande parco che la circondava. Suddivisa in appartamenti è oggi un condominio privato.
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| [[Villa De Mari (Palmaro)|Villa Pinelli Negrone De Mari]] || [[File:Ingresso Villa De Mari.jpg|200px]] || Costruita dai Pinelli nel [[XVI secolo]], nel 1580 venne affiancata da una torre. Nel 1634 fu anch'essa ampliata da Bartolomeo Bianco su incarico di Filippo Maria Pinelli. Nel [[XVIII secolo]] la proprietà passò prima ad Ambrogio Negrone e poi alla famiglia De Mari. La parte originaria, attribuita al Bianco, è riconoscibile nella zona centrale del palazzo; i due corpi aggiunti lateralmente sono frutto di un ampliamento settecentesco. Intorno al 1960, quando divenne sede del collegio delle suore Orsoline, furono aggiunti alcuni edifici sul lato a monte. L'istituto scolastico delle Orsoline rimase attivo fino al 1991. Oggi la villa ospita uffici pubblici.
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| [[Villa Negrone della Loggia]] || [[File:Villa Fiammetta.jpg|200px]] || Conosciuta come "Villa Fiammetta", si trova immediatamente a levante del torrente Branega. Costruita da Bendinelli Negrone nel 1601, unisce alla funzione di residenza di villeggiatura quella di fortezza a difesa del dominio dei Negrone, esteso alla valle del Branega. Conserva all'interno affreschi di [[Giovanni Andrea Ansaldo]].<ref name="TCI"/>
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| [[Villa Negrone di San Pietro]] || || Si trova in via Cordanieri e fa parte del complesso di San Pietro, convento [[Ordine cistercense|cistercense]] del [[XII secolo]] trasformato nel 1642 in residenza di villa dai Grimaldi demolendo parzialmente la chiesa romanica, della quale resta il campanile. La proprietà passò successivamente ai Negrone. Il volume architettonico è per la massima parte occupato da un grande salone collegato al piazzale anteriore e al giardino da due vestiboli simmetrici.<ref name="TCI"/>
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==== [[Voltri]] ====
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| [[Villa Brignole Sale Duchessa di Galliera|Villa Duchessa di Galliera]] || [[File:Parco Duchessa di Galliera.jpg|200px]] || La struttura della villa si è sviluppata in varie fasi: il corpo più antico, denominato "Paraxo", costruito dalla famiglia aristocratica Mandillo, il corpo centrale, che corrisponde al nucleo seicentesco e le due ali laterali aggiunte nel Settecento dalla famiglia [[Brignole (famiglia)|Brignole Sale]] che l'aveva acquistata nel 1675. Vari esponenti della famiglia fecero realizzare il giardino, le terrazze e la scalea. Il giardino nella prima metà dell'Ottocento ebbe fama internazionale per le sue camelie e la collezione di agrumi; per tutto il secolo vi furono accolti illustri ospiti. Nel 1888 [[Maria Brignole Sale De Ferrari]], duchessa di Galliera, che nel 1872 aveva fatto realizzare il giardino romantico, lasciò la proprietà in eredità all'Opera Pia Brignole Sale. Il parco storico, esteso per circa 32 ettari di cui 25 aperti al pubblico, appartiene dal 1985 al comune di Genova che già l'aveva in uso dal 1931. Il parco si estende fino alla sommità della collina dove sorge il [[Santuario della Madonna delle Grazie (Voltri)|santuario della Madonna delle Grazie]], dove sono le tombe della Duchessa di Galliera, del marito [[Luigi Raffaele De Ferrari|Raffaele De Ferrari]] e di alcuni familiari.<ref name="puc"/>
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| [[Villa Lomellini De Mari]] || [[File:Vesima ex convento.png|200px]] || La villa sorge a [[Vesima]], ultima frazione a ponente del comune di Genova. Deriva da un complesso religioso risalente al [[XII secolo]] fondato dalla famiglia Vento. Passò nel [[XIII secolo]] dai [[padri cruciferi]] alle [[monache cistercensi]] che vi rimasero fino alla metà del Cinquecento quando si trasferirono a Genova, nel [[Chiesa di Santa Maria in Passione|convento di Santa Maria in Passione]]; il monastero fu venduto alla famiglia Lomellini Sorba che lo trasformò in villa patrizia. Passato più volte di mano nel 1904 divenne di proprietà della marchesa Teresa Pallavicini, vedova Negrotto Cambiaso. Ristrutturata è oggi suddivisa in appartamenti privati.<ref>[http://www.lavesima.it/page_7.html La villa Lomellini De Mari su www.lavesima.it]</ref><ref name="fuori_mura"/>
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| [[Villa Giustiniani (Genova)|Villa Giustiniani]] || || Faceva parte delle numerose proprietà della famiglia Giustiniani a Voltri. Presenta elementi strutturali tipica delle ville genovesi del Quattrocento e del Cinquecento. Nel 1830 vi fu ospite [[Camillo Benso, conte di Cavour]], allora giovane ufficiale del Genio sabaudo, che qui conobbe la marchesa [[Nina Giustiniani]], con la quale avvierà un'importante amicizia. Oggi la villa ospita una scuola materna, negozi e abitazioni private.<ref>[http://www.liguriavincoli.it/SchedaVincoli.asp?VINCOLO=VINC_V_STO_ART_P&CODICE=07/00210753 Relazione storico-artistica allegata al decreto di vincolo della villa Giustiniani di Voltri]</ref>
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| [[Villa d'Albertis]] || || Affacciata sul mare lungo la strada che conduce alla frazione di Crevari, fu costruita nel [[XVII secolo]] dalla famiglia Spinola; passata ai Centurione, nel 1870 fu acquistata dall'imprenditore [[Bartolomeo D'Albertis]] (fratello del più noto esploratore [[Enrico Alberto d'Albertis]]), proprietario a Voltri di cartiere nella valle del Leira, portando la villa alla sua attuale struttura, a quattro piani, con una loggia a ponente e una torre a levante.<ref>[http://www.visitgenoa.it/sites/default/files/archivio/Brochure%20Voltri%202%20-%20Copia%20pdf.pdf Villa d'Albertis su www.visitgenoa.it]</ref> Oggi la villa ospita un residence.
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| [[Villa Dongo Piccardo]] || || Situata in via Lemerle, nel centro della cittadina, era in origine al centro di un ampio giardino e di una tenuta agricola, andati persi prima con la costruzione della linea ferroviaria e poi definitivamente per il raddoppio della stessa. All'interno sono visibili affreschi settecenteschi del pittore voltrese [[Giuseppe Canepa (pittore)|Giuseppe Canepa]]. È sede del centro salute mentale della locale [[azienda sanitaria locale|ASL]].
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=== Ville della [[val Bisagno]] ===
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| [[Villa Imperiale (Genova)|Villa Imperiale]] || [[File:Genova - Parco di Villa Imperiale.jpg|200px]] || Sorge nella zona di Terralba, nel quartiere di [[San Fruttuoso (Genova)|San Fruttuoso]], ed è circondata da un ampio parco. Costruita alla fine [[XV secolo]] per Lorenzo Cristoforo Cattaneo, nel 1502 ospitò re [[Luigi XII di Francia]], in visita a Genova. Completamente risistemata nel 1560, conserva [[stucco|stucchi]] ed [[affresco|affreschi]] di artisti dell'epoca, tra i quali il ''Ratto delle Sabine'' di [[Luca Cambiaso]], nella volta del salone al primo piano. Nel [[XVII secolo|Seicento]] passò prima ai Salvago e poi agli [[Imperiale (famiglia)| Imperiale di Sant’Angelo]], da cui prende il nome; negli [[anni 1920|anni venti del Novecento]] fu acquistata dal comune di Genova e recentemente restaurata dopo anni di degrado.<ref>[http://www.stoarte.unige.it/gewiki/index.php/Villa_Imperiale_di_Terralba Villa Imperiale di Terralba sul sito FoscaWiki]</ref><ref name="puc"/> Oggi ospita la biblioteca comunale "G. Lercari", una scuola materna e un centro sociale per anziani, mentre il parco è adibito a giardino pubblico.
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| [[Villa Piantelli]] || [[File:Genova Marassi Villa Piantelli.jpg|200px]] || La Villa Centurione Musso Piantelli si trova nel quartiere di [[Marassi]] ed è oggi sede del circolo ricreativo culturale Villa Piantelli. La villa, che appare oggi stretta tra lo [[Stadio Luigi Ferraris|stadio]] e i caseggiati di corso De Stefanis, prima dell'espansione urbanistica sorgeva al centro di un grande parco che arrivava fino alle sponde del Bisagno; fu fatta costruire dai [[Centurione (famiglia)|Centurione]] nella seconda metà del [[XVI secolo]], in un ambiente allora prettamente agricolo, conservando fino ai primi decenni del [[XX secolo|Novecento]] la sua prospettiva aperta verso il Bisagno e la collina retrostante. L'edificio, caratterizzato da due logge angolari, conserva al suo interno [[affresco|affreschi]] di [[Bernardo Castello]] (1557-1629) con episodi dell'[[Eneide]], [[Giovanni Andrea Ansaldo]] ed altre opere della scuola dei [[Lazzaro Calvi|Calvi]] e di [[Andrea Semino|Andrea]] e Cesare Semino. <ref name= "municipio">[http://www.municipio3bassavalbisagno.comune.genova.it/servlets/resources?contentId=510534&resourceName=ALLEGATO-01 Sito del Municipio III Bassa Valbisagno.]</ref><ref>[http://www.villapiantelli.it/index.php?option=com_content&view=article&id=46&Itemid=53 Sito del circolo culturale ricreativo "Villa Piantelli".]</ref>
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| [[Villa Saredo - Parodi]] || || La cinquecentesca villa Saredo Parodi si trova a Marassi, nei pressi della chiesa di Santa Margherita; per diversi anni vi hanno avuto sede uffici decentrati del comune di Genova. Nella cappella vi è un affresco di [[Valerio Castello]] raffigurante l'Incoronazione della Vergine; un altro affresco, di [[Domenico Fiasella]] (1589-1669) ispirato al mito di [[Diana]] ed [[Endimione]], si trova nella volta del piano terreno.<ref name="municipio"/>
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| [[Villa Migone]] || || Si trova a San Fruttuoso, nei pressi di Villa Imperiale; è un edificio di origine medievale, ampliato nel [[XVI secolo]] e ristrutturato nelle attuali forme neoclassiche nel 1792. Il 25 aprile 1945 vi fu firmato, con la mediazione del cardinale [[Pietro Boetto|Boetto]], temporaneamente ospite della famiglia Migone, l'[[Storia del movimento partigiano a Genova|atto di resa delle truppe tedesche]] al [[Comitato di Liberazione Nazionale]]; fu questo l'unico caso in Italia nel quale l'esercito tedesco si arrese alle [[Resistenza italiana|forze partigiane]] e non all'esercito alleato, non ancora giunto in città.<ref name="municipio" />
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| [[Villa Durazzo Grimaldi Chiarella]] || || Costruita agli inizi del Seicento, fu sede del comune di [[Bavari (Genova)|Bavari]], soppresso nel 1926.<ref>[http://www.amicidipontecarrega.it/2016/11/29/il-percorso-della-memoria-sulle-tracce-di-camillo-sbarbaro/ Villa Durazzo Grimaldi di Montesignano su www.amicidipontecarrega.it]</ref><ref>[http://www.liguriavincoli.it/SchedaVincoli.asp?VINCOLO=VINC_V_STO_ART_P&CODICE=07/00208766 Decreto di vincolo della Villa Durazzo Grimaldi di Montesignano]</ref>
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| [[Villa Durazzo a Pino Sottano]] || || Fatta costruire nel [[XVII secolo]] dalla famiglia [[Durazzo (famiglia)|Durazzo]], oggi [[casa di riposo]], conserva affreschi di [[Domenico Parodi]] e [[Bartolomeo Guidobono]].<ref name="TCI"/>
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| [[Villa Centurione Thellung]] || || Situata nella parte inferiore della collina di Fontanegli, frazione del quartiere di [[Struppa]], fu costruita nel Seicento e presenta il classico impianto cubico con tetto piramidale di stampo alessiano.<ref name="puc"/> Appartenne nell'Ottocento anche alla famiglia Mameli e secondo alcuni [[Goffredo Mameli]] qui avrebbe scritto nel settembre del 1847 [[Il Canto degli Italiani]], ma non esistono riscontri storici che confermino questa affermazione.<ref name=fontanegli>[http://www.amicidipontecarrega.it/2016/08/23/storia-e-tradizioni-della-val-bisagno-fontanegli-e-la-lavorazione-del-corallo/ Le ville di Fontanegli su www.amicidipontecarrega.it]</ref><ref>[http://www.liguriavincoli.it/SchedaVincoli.asp?VINCOLO=VINC_V_STO_ART_P&CODICE=07/00109638 Decreto di vincolo della villa Centurione Thellung di Fontanegli]</ref>
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| [[Villa Ferretto]] || || In posizione dominante sulla collina di Fontanegli, fu costruita a partire dal 1528 dalla famiglia Ferretto, originaria della [[valle Fontanabuona]], ed è la più antica delle ville che sorgono su questa collina della val Bisagno. Diversamente dalle altre, di epoca posteriore, ha un volume rettangolare allungato, sviluppato in modo da adeguarsi alla situazione altimetrica della collina. Più volte modificata all’interno, si mostra ancora integra nelle caratteristiche architettoniche esterne. Nel Novecento è stata residenza delle suore [[domenicane]], che gestivano le scuole materne ed elementari del paese, ed è oggi una casa di riposo.<ref name="fontanegli"/><ref>[http://www.villaferretto.com/html/villa2storia.html Cenni storici sulla villa Ferretto di Fontanegli]</ref>
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| [[Villa Raggi]] || || Si trova presso la chiesa di S. Pietro apostolo di Fontanegli e presenta, come la villa Centurione Thellung, un impianto cubico con tetto piramidale.<ref name="puc"/> Costruita nel Seicento, dopo un periodo di abbandono è stata recentemente restaurata.<ref name="fontanegli"/>
|}

=== Ville della [[val Polcevera]] ===
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! Villa !! Immagine !! Descrizione
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| [[Villa Pallavicini (Rivarolo)|Villa Pallavicini]] || [[File:Genova Rivarolo Villa Pallavicini.jpg|200px]] || Sorge nel centro di [[Rivarolo (Genova)|Rivarolo]], affacciata sulla omonima piazza; è oggi in stato di abbandono dopo essere stata a lungo sede di uffici municipali decentrati.<ref name="TCI"/> Costruita nel [[XVIII secolo]] dai Durazzo Pallavicini su una precedente struttura del XV o XVI secolo secondo un modello architettonico di ispirazione francese, è composta da un edificio centrale e due corpi di fabbrica laterali separati attorno ad una corte ed era in origine circondata da un vasto giardino, parte del quale perduto già nel XIX secolo per l'espansione urbanistica del borgo di Rivarolo. Quanto restava del parco scomparve definitivamente intorno alla metà del [[XX secolo|Novecento]] per la nuova urbanizzazione e per la costruzione dei due viadotti ferroviari che attraversano il quartiere passando vicino alla villa.<ref name="pallavicini"/>
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| [[Villa Spinola Parodi]] || [[File:Paolo Monti - Servizio fotografico (Genova, 1964) - BEIC 6362188.jpg|150px]] || Fu costruita a mezza costa sulla collina di Fegino nel [[XVIII secolo]] e costituiva, insieme alla scomparsa villa Durazzo-Cataldi di [[San Quirico (Genova)|San Quirico]], un notevole esempio di architettura rococò. Il vasto parco che la circondava fu trasformato intorno alla metà del Novecento in un deposito petrolifero della società Permolio, compromettendo l'area sia sul piano paesaggistico sia su quello ambientale. Dopo la dismissione degli impianti è in corso un piano di riqualificazione. L'immobile si presenta in cattive condizioni di manutenzione ma ancora integro nelle sue caratteristiche costruttive e nelle finiture interne; degni di nota lo scalone interno, le decorazioni pittoriche ottocentesche e il grande [[ninfeo]] sul retro del palazzo.<ref>[http://www.liguriavincoli.it/SchedaVincoli.asp?VINCOLO=VINC_V_STO_ART_P&CODICE=07/00108377 Relazione storico-artistica allegata al decreto di vincolo della villa Spinola Parodi di Rivarolo]</ref> (nell'immagine la villa fotografata da Paolo Monti nel 1964).
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| [[Villa Ghersi Carrega]] || [[File:Genova Bolzaneto Villa Carrega.jpg|200px]] || Costruita nel [[XVII secolo]], si trova lungo la "Via Nazionale" all'ingresso di [[Bolzaneto]] provenendo da Rivarolo. Nel corso del suo soggiorno a Genova (1624-1627) vi fu ospite il [[pittore]] [[Fiandre|fiammingo]] [[Antoon van Dyck]]. Oggi è sede del Municipio V - Valpolcevera.
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| [[Villa Clorinda]] || [[File:Genova Murta villa Clorinda.jpg|200px]] || Villa Bonarota, conosciuta come "Villa Clorinda", fu costruita nel [[XVII secolo]] sulla collina di [[Murta]], ‬in posizione dominante sulla val Polcevera, nei pressi del borgo di Lastrico; appartenne a diverse ricche famiglie genovesi (Bonarota, Doria e Costa) e oggi, con la ristrutturazione degli [[anni 1980|anni ottanta]], dopo anni di abbandono, è stata trasformata in un condominio; dispone ancora di un ampio parco. Da aprile a luglio del 1747, durante l'[[Assedio di Genova (1747)|occupazione austriaca della val Polcevera]], fu sede dello stato maggiore degli occupanti.<ref name="Persoglio">L. Persoglio, "Memorie della Parrocchia di Murta in Polcevera dal 1105 al 1873".</ref>
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| [[Villa Paola]] || [[File:Paolo Monti - Servizio fotografico (Genova, 1964) - BEIC 6362190.jpg|200px]] || Villa Noli Prato Cerruti, conosciuta come "Villa Paola", sorge anch'essa sulla collina di Murta. Costruita nel [[XVIII secolo]], immersa in un ampio parco alberato, ancora oggi ben conservato, secondo il [[Luigi Persoglio|Persoglio]] era ''"forse il più bello per architettura, per giardini e viali, per prospettiva, di quanti sono in Murta"''.<ref name="Persoglio"/> Oggi è trasformata in condominio; degna di nota la cappella al piano terreno, decorata con affreschi e con un altare marmoreo di ottima fattura.<ref>[http://www.vincolimap.it/img/Vincoli_Monumentali/decreti/00108880.pdf Relazione storico-artistica allegata al decreto di vincolo della villa Cerruti "Paola"]</ref> (nell'immagine la villa fotografata da Paolo Monti nel 1964).
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| [[Villa Cambiaso (Genova)|Villa Cambiaso]] || [[File:Genova Bolzaneto Villa Cambiaso.jpg|200px]] || Costruita nel [[XVIII secolo]] presso la frazione di Cremeno, fu residenza estiva di [[Giovanni Battista Cambiaso]], [[Doge (Repubblica di Genova)|doge]] dal 1771 al 1773, che fece costruire a proprie spese la strada di fondovalle della val Polcevera. Oggi è trasformata in condominio.
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* [[Parchi di Genova]]
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== Altri progetti ==
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Versione delle 12:06, 11 nov 2017

Voce principale: Genova.
La villa Saluzzo Bombrini, nel quartiere di Albaro

I palazzi di villa hanno rappresentato uno dei pilastri della storia sociale ed economica del Genovesato. Sin dal XIV secolo la villa divenne il simbolo del potere dell'oligarchia aristocratica e della ricca borghesia mercantile, per le quali era lo specchio del palazzo cittadino: fuori le mura ci si portavano il lusso e la magnificenza che si vivevano nelle dimore cittadine.

Più di duecentosessanta erano i palazzi di villa sul solo territorio della Grande Genova, un universo di dimore in parte andate perdute, per la maggior parte oggi in decadenza o destinate ad usi diversi, che però lasciano intravedere, attraverso le poche oggi restaurate e visitabili, la magnificenza di una classe dirigente divenuta incredibilmente ricca grazie alle proprie capacità imprenditoriali e politiche.[1]

Storia

Le origini

La diffusione delle ville suburbane, che avrebbero caratterizzato per secoli il paesaggio genovese, ebbe inizio a partire dal XIII secolo, quando nelle aree suburbane accanto ai numerosi insediamenti monastici sorsero le prime dimore dei ricchi cittadini, legate alla presenza di fondi agricoli. Le ville più antiche avevano una struttura architettonica semplice e si affacciavano con alti porticati su giardini, orti e frutteti racchiusi da alti muri.[1][2]

Tra le residenze suburbane più antiche (XIII secolo) è quella appartenuta al doge Simon Boccanegra sulla collina di S. Tecla, a San Martino, recentemente recuperata. Situata oggi entro il perimetro del complesso ospedaliero di San Martino, dopo anni di abbandono è stata restaurata nel 2005 ed è ora utilizzata come sede per seminari e congressi.

Per le difficoltà di comunicazione dell'epoca le residenze estive sorsero principalmente nelle zone collinari e costiere immediatamente al di fuori delle mura cittadine, in particolare quelle più idonee allo sviluppo di fondi agricoli. Questa vicinanza fece sì che la città e i sobborghi apparissero, già nel Trecento, a chi arrivava a Genova dal mare, come un'unica grande estensione punteggiata di sontuose dimore e giardini, come testimoniato da illustri viaggiatori, primo tra tutti il Petrarca.[1]

Dal XVI al XVIII secolo

A partire dal Cinquecento, con il consolidarsi della ricchezza in città tra le famiglie nobili di origine feudale (quali Doria, Spinola, Fieschi, Grimaldi e Imperiale) e quelle dei ricchi mercanti e banchieri genovesi si diffuse un nuovo modo di concepire la villa, che da centro di produzione agricola divenne anche residenza di villeggiatura e di rappresentanza. Le aree suburbane di Genova divennero così sede delle prestigiose dimore delle ricche famiglie patrizie che nei mesi estivi lasciavano i palazzi in città per "recarsi in villa" a trascorrere la stagione calda.[1][4][2][5][6]

La moda della villeggiatura diede vita ad una vera e propria competizione tra le famiglie aristocratiche per realizzare sontuosi palazzi di villa che suscitarono l'ammirazione anche di illustri viaggiatori, chiamando a progettarli i migliori architetti dell'epoca, primo fra tutti il perugino Galeazzo Alessi, che divenne uno dei protagonisti del rinnovamento culturale genovese nel Cinquecento.[7][1][4] L'Alessi introdusse a Genova un modello architettonico innovativo: con il cosiddetto "cubo alessiano", caratterizzato da un compatto edificio a base quadrata, senza corte interna ma con un ampio salone al centro del piano nobile, la copertura piramidale e alte logge aperte nel prospetto principale o nella facciata posteriore, che determinavano un nuovo rapporto con lo spazio esterno, la villa diveniva un elemento dominante nel paesaggio.[8][5][2]

Le ville sorsero numerose principalmente sulla collina di Albaro e a Sampierdarena, località prossime alla città, ma anche nei centri rivieraschi più vicini, a levante (da Quarto a Nervi) e ponente (da Cornigliano a Voltri) e nelle valli del Polcevera e del Bisagno. In particolare Sampierdarena tra Cinquecento e Seicento divenne una tra le più note località di villeggiatura italiane.[2]

Alcune ville sorsero anche nelle aree a margine del centro urbano, in zone che nel XVII secolo sarebbero state racchiuse entro la cerchia delle mura ma che fino ad allora erano località fuori porta. Mirabile esempio è la Villa del Principe, edificata da Perin del Vaga all'inizio del Cinquecento per Andrea Doria nella località di Fassolo, appena fuori della porta S. Tommaso, simbolo della supremazia del principe nella vita politica ed economica genovese; il parco della villa si estendeva dalla collina di Granarolo fino al mare.[1]

La costruzione delle ville proseguì nei secoli successivi, raggiungendo il suo culmine nel Seicento. Le famiglie patrizie non lesinarono le risorse destinate alla costruzione delle loro case, un immenso patrimonio edilizio e storico che comprende ancora oggi oltre duecento ville suburbane, quasi la metà delle quali tra Albaro e Nervi.[9]

Trattenimento in un giardino di Albaro, di Alessandro Magnasco

Il pennello di Alessandro Magnasco ci ha lasciato un'istantanea della vita e dell'ambiente in cui la società ricca trascorreva la sua villeggiatura nella prima metà del XVIII secolo. Nel dipinto Trattenimento in un giardino di Albaro (1735), conservato a Palazzo Bianco, si vedono piccoli gruppi di persone in un giardino (identificato come quello della villa Saluzzo Bombrini di Albaro) intente a conversazioni, danze e giochi di carte, sullo sfondo della piana del Bisagno, nella zona di San Fruttuoso, ancora tutta coltivata a orti.

File:Ville albaro.gif
In mezzo ai moderni grattacieli fanno capolino le antiche ville. A fianco delle alte torri del centro direzionale di Corte Lambruschini, si vede la Villa Saluzzo Bombrini. A destra, sul crinale della collina di Albaro, si distinguono altre ville

Nel tardo Settecento tra gli aristocratici più colti si diffuse un interesse per la botanica, che spinse molti di essi a introdurre nei loro giardini piante esotiche provenienti da tutto il mondo, dando così origine ai primi orti botanici. Nell'area genovese i più conosciuti erano quello fondato da Ippolito Durazzo sul bastione di Santa Caterina (oggi villetta Di Negro) e quello istituito da Clelia Durazzo Grimaldi a Pegli, oggi integrato nel parco della villa Durazzo-Pallavicini, realizzato nell'Ottocento da Ignazio Pallavicini.[1]

In quello stesso periodo molti edifici dei secoli precedenti vennero adattati al gusto neoclassico e pre-romantico, soprattutto ad opera di Emanuele Andrea Tagliafichi, celebre architetto paesaggista dell'epoca, che curò anche la riconversione dei parchi di molte ville alla nuova moda, come la villa Lomellini Rostan di Multedo, la villa Rosazza nel quartiere di San Teodoro e la villa Gropallo dello Zerbino (dove Ippolito Durazzo trasferì il suo giardino botanico).[1][2]

L'epoca delle sontuose dimore di villeggiatura delle famiglie patrizie finì con la discesa in Italia di Napoleone e la fine, nel 1797, della Repubblica di Genova, che ribattezzata Repubblica Ligure passò di fatto sotto il controllo della Francia repubblicana, determinando il declino della società aristocratica immortalata dal pennello del Magnasco.

XIX e XX secolo

La ricca borghesia imprenditoriale che a partire dall'Ottocento era divenuta la nuova classe dirigente fece costruire eleganti villini, soprattutto nel levante e sulle alture del centro storico, ma questi non raggiunsero più lo sfarzo delle ville patrizie, anche se non mancano eccezioni. Una di queste è rappresentato dal parco romantico, con accenti esoterici, della villa Durazzo-Pallavicini di Pegli, realizzato da Michele Canzio per il marchese Ignazio Pallavicini. Aperto fin dall'inizio alle visite del pubblico, ebbe uno straordinario successo tra i contemporanei.[1]

Tra la fine dell'Ottocento e i primi anni del Novecento, degne di nota sono le costruzioni in stile neogotico, come il castello d'Albertis, costruito da un gruppo di architetti sotto la supervisione di Alfredo d'Andrade, il castello Mackenzie e il castello Bruzzo nella zona di Castelletto, la villa Canali Gaslini in corso Italia e il castello Turke al capo di Santa Chiara, al confine tra Albaro e Sturla, tutti disegnati da Gino Coppedè nel suo personalissimo stile ispirato al gotico fiorentino.[1]

Nello stesso periodo le ville storiche, troppo grandi per le nuove necessità, venivano divise in appartamenti o cedute a comunità religiose[4], nella maggior parte dei casi perdendo comunque, per le lottizzazioni e l'espansione urbanistica, i loro rigogliosi giardini; i pochi sopravvissuti sono oggi parchi pubblici.[1][2]

Peggiore fu la sorte di quelle nel ponente cittadino, che tra Ottocento e Novecento visse un periodo di intensa industrializzazione, con le fabbriche che sorgevano sulle antiche proprietà fondiarie annesse alle ville[10], a cui si opposero inutilmente gli ultimi rappresentanti dell'aristocrazia legati alle rendite fondiarie.[11] Le ville stesse, in molti casi, vennero inglobate nel tessuto produttivo come sedi di uffici e magazzini e in molti casi andarono incontro ad un degrado spesso irreversibile.[1][2]

Lottizzazioni, speculazioni edilizie e cambi di destinazioni d'uso sono proseguiti nel corso del Novecento, causando la perdita di molte ville storiche e lasciandone altre in stato di completo di abbandono. Tuttavia quanto resta di questo immenso patrimonio edilizio consente ancora oggi, pur nel deterioramento degli edifici, di percepire quello che fu lo splendore di quelle dimore di villeggiatura che avevano caratterizzato per secoli il paesaggio genovese.[1][5]

Ville storiche

In questa sezione sono elencate alcune delle ville storiche più significative per ragioni storiche o architettoniche comprese nel territorio del comune di Genova. La maggior parte delle ville superstiti sono sottoposte a vincolo architettonico da parte della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Liguria.

Ville del centro storico

Le ville suburbane nell'area storica di Genova sorsero nei sestieri di San Teodoro e San Vincenzo, che prima della costruzione delle seicentesche "Mura nuove" erano al di fuori della cinta muraria cittadina. La zona di Castelletto (già parte del sestiere di San Vincenzo) ospita alcune delle costruzioni realizzate a cavallo tra Ottocento e Novecento.

Villa Immagine Descrizione
Villa del Principe Costruita da Perin del Vaga per Andrea Doria nei primi decenni del Cinquecento, si trova nel quartiere di San Teodoro, all'epoca appena fuori della porta di San Tomaso della cinta muraria trecentesca. Andato perduto il parco a monte per la costruzione della ferrovia e l'espansione edilizia, resta in parte il giardino all'italiana antistante la villa, caratterizzato dalla fontana del Nettuno e suddiviso in quattro grandi aiuole con essenze mediterranee ed esotiche (nella foto una veduta ottocentesca di Alfred Noack).[1]
Villa Rosazza Detta "dello scoglietto", si trova nel quartiere di San Teodoro, a monte dell'attuale piazza Dinegro. Fu costruita nel XVI secolo e rimaneggiata in stile neoclassico dal Tagliafichi, insieme al suo vasto parco.
Villa delle Peschiere Costruita per Tobia Pallavicini intorno alla metà del Cinquecento, secondo la tradizione sarebbe stata progettata da Galeazzo Alessi. La villa sorge sul colle di Multedo, nella zona orientale del quartiere di Castelletto, al sommo di un percorso di giardini terrazzati digradanti, con le peschiere e i ninfei che le hanno dato il nome. La sistemazione dei giardini, ridimensionati per l'apertura della sottostante via Peschiera, fu progettata da G.B. Castello "il Bergamasco", autore insieme ad Andrea Semino e Luca Cambiaso della decorazione degli interni.[7][12]
Villa Gropallo dello Zerbino Costruita per i Balbi nella seconda metà del Cinquecento, nella classica tipologia alessiana. Passò ai Durazzo nel Settecento ed infine ai Gropallo; contiene pregevoli affreschi seicenteschi di Gregorio De Ferrari (il "Tempo" e le "Stagioni") e Domenico Piola. Nel Settecento Ippolito Durazzo affidò al Tagliafichi la sistemazione del parco, curando personalmente l'impianto delle specie vegetali, comprese numerose varietà esotiche (nell'immagine la villa fotografata da Paolo Monti nel 1963).[7][13]
Villa Grimaldi Sauli Nel quartiere di San Vincenzo, nei pressi della stazione Brignole, fu costruita alla metà del Cinquecento da Galeazzo Alessi per G.B. Grimaldi. All'epoca della sua costruzione fu considerata dal Gauthier una delle migliori ville suburbane genovesi ed il Vasari citò la sua stanza da bagno, insolitamente ricca di ornamenti.[14] Vi si trovavano affreschi di Luca Cambiaso, oggi conservati nella galleria di Palazzo Bianco, e Orazio Semino; dal Settecento visse un lungo periodo di decadenza protrattosi quasi ai nostri giorni: un recente restauro lo ha trasformato in un condominio di pregio, anche se le modifiche intervenute tempo ne hanno irrimediabilmente compromesso la struttura originaria, mentre con l'edificazione ottocentesca è scomparso il grande giardino retrostante.[15]
Villa Croce Situata nel quartiere di Carignano, è attorniata da un vasto parco affacciato sulla circonvallazione a mare; costruita nell'Ottocento su un precedente edificio seicentesco, ospita il museo d'arte contemporanea Villa Croce.
Villetta Di Negro Fu costruita all'inizio del XIX secolo dal marchese Giancarlo Di Negro sui resti del bastione di Santa Caterina delle mura tre-cinquecentesche. Distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, al suo posto fu realizzato il museo d'arte orientale Edoardo Chiossone. Il suo vasto parco è oggi uno dei polmoni verdi del centro storico.
Villa Gruber De Mari Nel quartiere di Castelletto, ha un grande parco affacciato sulla circonvallazione a monte; la villa, ristrutturazione in stile neoclassico del cinquecentesco palazzo De Mari, ingloba la torre dell'edificio originario[1]; il parco, sistemato all'inglese, con boschetti e radure, è oggi un giardino pubblico.
Castello d'Albertis Una delle più significative tra le ville moderne, con parco panoramico, fu costruita in stile neogotico alla fine del XIX secolo da un gruppo di architetti sotto la supervisione di Alfredo d'Andrade per l'esploratore Enrico Alberto d'Albertis sui resti del bastione di Montegalletto delle mura tre-cinquecentesche. Ospita il museo delle culture del mondo.
Castello Mackenzie Nel quartiere di Castelletto, fu costruito da Gino Coppedè tra il 1893 e il 1905 per Evan Mackenzie, un ricco assicuratore fiorentino. Oggi è sede di una casa d'aste.
Castello Bruzzo Nel quartiere di Castelletto, è anch'esso opera del Coppedè; fu costruito nel 1904 per Pietro Micheli.

Ville del levante

È questa la parte della città che ha subito minori trasformazioni a carattere produttivo e dove restano numerose e meglio conservate le antiche dimore patrizie, anche con i loro parchi e giardini, pur ridimensionati dalla forte espansione residenziale.[1]

Numerose sono ancora oggi le ville storiche presenti in questo quartiere, che fu una delle zone preferite dagli aristocratici genovesi; molte di esse, ristrutturate, in parte sono suddivise in appartamenti, altre ospitano istituti scolastici e sedi universitarie, cliniche e case di riposo.

Villa Immagine Descrizione
Villa Giustiniani-Cambiaso Sorge in posizione dominante al culmine della valletta Cambiaso, oggi parco pubblico che rappresenta quanto rimane del parco della villa che si estendeva in origine fino al mare. Fu costruita nel 1548 da Galeazzo Alessi per Luca Giustiniani. La proprietà passò nel 1787 alla famiglia Cambiaso e nel 1921 al comune di Genova; oggi appartiene alla Fondazione Carige ed è sede della facoltà di ingegneria dell'Università di Genova.[16]

La struttura elaborata dall'architetto perugino per questa villa, con la sua forma cubica tripartita da lesene, divenne il modello per la costruzione di altre ville e palazzi nel territorio genovese.[7][16]

Villa Saluzzo Bombrini Villa Saluzzo Bombrini, detta il Paradiso, tipico esempio di architettura tardo manierista, sorge in posizione dominante sulla collina di Albaro. Fu costruita per Giacomo Saluzzo da Andrea Ceresola, detto il Vannone, nell'ultimo decennio del XVI secolo[7]; nel 1837 divenne proprietà del marchese Henri de Podenas, nel 1886 fu venduta dagli eredi del nobile francese alla famiglia Bombrini, nelle cui mani è rimasta fino al 2005 quando è stata acquisita da una società immobiliare. Nel 2007 fu infine venduta a privati per destinarla ad abitazioni e uffici.[17] (nell’immagine veduta su Genova dalla loggia di ponente)
Villa Saluzzo Mongiardino Di fronte all'ingresso della villa Saluzzo Bombrini sorge la villa Saluzzo Mongiardino, costruita anch'essa per la famiglia Saluzzo all'inizio del XVIII secolo[18], divenuta nel 1871 proprietà dei Brian. Il nome Mongiardino deriva dagli affittuari che la occuparono dagli anni trenta agli anni settanta del XX secolo. Ancora oggi di proprietà privata e suddivisa in appartamenti, quindi non visitabile, più che per le sue caratteristiche architettoniche e la ricca decorazione barocca degli interni è nota per il soggiorno di George Byron, tra il 1822 e il 1823, prima di imbarcarsi per partecipare alla guerra per l'indipendenza della Grecia[7], dove sarebbe morto nell'aprile del 1824 per una grave malattia, come ricordato da un'epigrafe apposta sulla facciata.[19]
Villa Brignole Sale Situata in via S. Nazaro, una delle tipiche crêuze di Albaro, fu costruita da un architetto della scuola di Bartolomeo Bianco per il marchese Giulio Sale all'inizio del Seicento con il rifacimento di un edificio cinquecentesco. La villa passò alla figlia Geronima e al genero Gio. Francesco Brignole, che vi apportò numerose modifiche. Questi, insieme al figlio Anton Giulio ospitò nella villa illustri uomini di cultura del suo tempo, tra i quali il poeta savonese Gabriello Chiabrera.[20][21] Nel 1882 fu venduta alle suore marcelline e trasformata in educandato femminile ed è ancora oggi un istituto scolastico privato.[21] Alcune parti dell'edificio vennero distrutte da un bombardamento nel 1942 e ricostruite nel dopoguerra rispettando per quanto possibile la struttura originaria.[21][20] (nell'immagine la villa fotografata da Paolo Monti nel 1963).
Villa Bagnarello Sempre in via San Nazaro si trova la villa Bagnarello, conosciuta soprattutto per il soggiorno genovese di Charles Dickens, che vi dimorò da luglio a settembre del 1844 con la famiglia, per trasferirsi poi nella villa Pallavicini "delle Peschiere". Una targa ricorda la sua breve permanenza ad Albaro. Al primo impatto, come scrisse lui stesso, lo scrittore non ebbe un'impressione positiva di questa dimora, da lui definita "pink jail" ("prigione rosa").[22] In seguito, la permanenza in quel luogo, con la magnifica vista del mare e la piacevole brezza marina, lo fece ricredere fino a rimpiangerlo al momento della partenza.[23]
Villa Allgeyer-Fuckel Costruita verso la fine del XVII secolo nel apparteneva al doge Gerolamo Veneroso. Nel 1901 venne acquistata dalla famiglia Fuckel, che la fece ristrutturare dall'architetto Riccardo Haupt, che vi aggiunse anche un nuovo scalone marmoreo e una torre. Requisita durante la prima guerra mondiale, essendo i Fuckel cittadini germanici, venne loro restituita nel primo dopoguerra. Nel 1939 Anna Allgeyer, vedova del Fuckel, la vendette ai padri maristi.[24]
Villa Sauli Bombrini Doria Conosciuta come Villa Bombrini, è la sede del Conservatorio Niccolò Paganini. È circondata da un giardino all'inglese esteso per circa un ettaro.
Villa Raggio Cinquecentesca di origine ma ristrutturata da Riccardo Haupt tra il 1898 e il 1900, sede provvisoria del conservatorio Paganini negli anni della seconda guerra mondiale, è stata trasformata, in abitazioni private dopo essere stata per molti anni un istituto ospedaliero privato.[7][25]
Villa Rebuffo Gattorno Seicentesca, con un ampio giardino antistante, ospita una residenza universitaria.
Villa Soprani Sorge nella zona più a levante del quartiere di Albaro; fu costruita all'inizio del XVII secolo e conserva un ciclo di affreschi di Giovanni Carlone con Scene dalle Metamorfosi di Ovidio.[7]
Villa Canali Gaslini La più nota fra le ville del Novecento ad Albaro è stata una delle ultime opere a Genova di Gino Coppedè; costruita tra il 1924 e il 1925 per la famiglia Canali divenne in seguito sede del consolato del Giappone e nel periodo bellico fu occupata prima dalle truppe tedesche e poi da quelle alleate. Venne acquistata nel 1942 da Gerolamo Gaslini (industriale oleario e fondatore dell'istituto pediatrico intitolato alla figlia Giannina) che vi abitò a partire dal 1948. Dal 1988 è sede della Fondazione Gaslini. La villa, circondata da uno scenografico giardino, sorge su un poggio in posizione dominante su corso Italia, in corrispondenza della spiaggia di San Giuliano.[26]
Villa Immagine Descrizione
Villa Quartara Una prima villa era stata costruita alla fine del XIV secolo ma venne riedificata intorno alla metà del XV secolo dalla famiglia Castagna. Ebbe nel corso dei secoli diversi proprietari, tra i quali le famiglie Doria e Spinola e subì nel tempo varie trasformazioni, le più importanti ad opera degli Spinola nel Settecento. Il suo parco si estende dalla via Antica Romana al mare. Nel 1815 ospitò papa Pio VII in fuga da Roma durante i Cento giorni di Napoleone, quando Gioacchino Murat aveva attaccato lo Stato Pontificio. Nel 1889 fu acquistata da Lorenzo Quartara, sindaco dell'allora comune di Quarto, che nel 1902 la fece ampliare con una grande ala, decorata con affreschi di Luigi Morgari e modificò il parco con uno scenografico disegno geometrico. Dopo l'8 settembre 1943 fu requisita ed utilizzata come sede del comando militare germanico e in questa circostanza il parco venne deturpato con la costruzione di alcune installazioni militari. Nel 1960 la villa fu donata ai benedettini che officiavano la vicina parrocchia di Santa Maria della Castagna che vi sistemarono la loro biblioteca ed infine passò alla "Fondazione Gaslini", attuale proprietaria, che ne ha fatto la sede del CISEF Gaslini, Centro Internazionale di Studi e Formazione Germana Gaslini.[27][28][29]
Villa Carrara All'interno di un ampio parco sorgono alcune ville appartenute alla famiglia Spinola e in seguito ai Carrara; tra queste la villa Spinola Carrara, costruita nel XVII secolo su terreni degli Spinola, ed una villa in stile neogotico affacciata sul mare, costruita all'inizio del XX secolo.
Villa Spinola Cosci Fu costruita nel XVII secolo; nel 1860 il patriota Candido Augusto Vecchi vi ospitò Giuseppe Garibaldi nei giorni che precedettero l'imbarco della spedizione dei Mille. La villa ospita il Museo Garibaldino di Quarto.[30][31]
Villa Spinola Doria D'Albertis Situata al centro di una vasta tenuta agricola, fu costruita per gli Spinola di San Luca, ma non è noto l'anno di costruzione. Con il passaggio, nel 1593, alla famiglia Doria, fu trasformata in una lussuosa dimora residenziale. Modifiche sono intervenute nell'Ottocento e all'inizio del Novecento.[32]
Villa Coppedè Villa in stile neogotico con torretta, fu disegnata dall'architetto Gino Coppedè che vi abitò durante la sua permanenza a Genova. Si trova in via Rossetti nella zona di Priaruggia.

Il quartiere più a levante della Grande Genova è caratterizzato dal più vasto complesso di parchi urbani presente sul territorio comunale, derivati dalla trasformazione dei giardini delle storiche ville patrizie in parchi paesistici. I parchi di Nervi, posti a monte della passeggiata lungomare e della linea ferroviaria, si estendono per circa 9 ettari e sono formati dall'unione dei parchi delle ville Saluzzo-Serra, Gropallo e Grimaldi-Fassio, acquisite dal comune di Genova tra il 1927 e il 1979. I parchi costituiscono un significativo esempio di giardino tardo settecentesco, in cui si trovano alberi d'alto fusto insieme ad arbusti tipici della macchia mediterranea e piante esotiche.[1][2][7]

Villa Immagine Descrizione
Villa Gropallo Circondata dal vasto parco insieme al quale venne ceduta al comune di Genova, fu fatta costruire da Francesco Gropallo nel settecento; è oggi sede della biblioteca civica di Nervi.[1] Il suo parco venne ristrutturato dal marchese Gaetano Gropallo nei primi anni dell'Ottocento, sostituendo le specie mediterranee con cedri del Libano, palme e altre piante ritenute esotiche per l'epoca. Nel 1918 i suoi eredi cedettero la proprietà a una società immobiliare e nel 1927 fu acquistata dal comune di Genova
Villa Saluzzo Serra La villa, costruita nel XVII secolo, oggi sede della Galleria d’Arte Moderna, si apre su un vasto parco.[1] Anch'essa venne acquistata nel 1927 dal comune di Genova per farne la sede della Galleria d'Arte Moderna del capoluogo ligure, inaugurata il 16 dicembre 1928. Chiusa tra il 1989 e il 2004, la galleria riaprì al pubblico nel 2004 dopo un radicale intervento di restauro e di riallestimento delle collezioni che spaziano tra la fine del Settecento a tutto il Novecento. La proprietà della villa passò nel tempo a diversi proprietari e l'edificio con passare dei secoli è stato sottoposto a diverse espansioni rispetto al disegno originario.

L'ultimo proprietario, l'armatore Carlo Barabino, nel 1926 la cedette al comune di Genova che due anni dopo ne fece la sede della galleria d'arte moderna (che ora ospita anche le opere della collezione Wolfson).

Villa Grimaldi Fassio Non se ne conosce con precisione la data di costruzione, che però viene collocata da vari autori nel XVI secolo. A fianco alla villa vi è una cappella sconsacrata risalente alla seconda metà del XVIII secolo. Passata nel Novecento attraverso vari proprietari, nel 1956 fu acquistata dagli armatori Fassio Tomellini, i quali apportarono significative modifiche alla struttura dell'edificio, tra cui la creazione di un nuovo salone con accesso al parco. Nel 1979 il comune di Genova acquistò da questi ultimi proprietari la villa e il parco circostante. La villa oggi ospita il museo delle raccolte dei fratelli Frugone, inaugurato nel 1993, con opere di artisti italiani e stranieri dell'Ottocento e dei primi del Novecento. Il parco all'inglese si espande verso il mare, oltre la ferrovia, e comprende il roseto, che in passato è arrivato ad avere circa 800 varietà di rose differenti.
Villa Luxoro Villa con parco nella zona di Capolungo, è la più recente delle ville nerviesi, costruita nel 1903 all'estremità di levante del quartiere, dal 1951 è sede del museo Giannettino Luxoro, con le ricche collezioni di quadri e antiquariato dei proprietari e successive acquisizioni. Il parco, con essenze mediterranee (sono presenti pini, palme, carrubi, cipressi), si affaccia sulla scogliera a picco sul mare.[1][2]
Villa Gnecco si trova sul torrente Nervi, poco sopra il tratto attraversato dal ponte storico di Nervi. Costruita nel XVIII secolo, ha la caratteristica struttura a angoli rinforzati a corpi angolari avanzati, alla maniera delle fortificazioni, che racchiudono la loggia a tre arcate al centro.
Villa Cattaneo della Volta La villa Cattaneo della Volta, già Fravega, sorge a mezza costa lungo il fronte della collina di Sant'Ilario. Era in origine una villa padronale al centro di una tenuta agricola che dalla via Aurelia si estendeva fino alla collina con giardini, agrumeti, oliveti e colture orticole.[2]
Villa Penco Situata anch'essa nella fascia collinare intermedia, lungo le strade di mezzacosta, come la villa Cattaneo della Volta era di origine agricola. [2]

Ville del ponente

Sampierdarena fu, al pari di Albaro, una delle località di villeggiatura preferite dagli aristocratici, ma con l'avvento delle industrie e la conseguente urbanizzazione scomparvero totalmente i parchi che si estendevano dal mare fino ai colli di Belvedere e Promontorio, ad eccezione di parte di quello della villa Imperiale Scassi, divenuto giardino pubblico, e le ville stesse furono destinate ad usi impropri, quali uffici o magazzini, quando non vennero demolite per lasciar spazio a fabbriche ed abitazioni.

Particolarmente significativo il gruppo di tre ville cinquecentesche noto come "triade alessiana", perché costruite secondo i dettami architettonici introdotti a Genova da Galeazzo Alessi e a lungo ritenute opera dell’architetto perugino; solo ricerche condotte da studiosi nel Novecento hanno consentito la loro attribuzione a suoi collaboratori e seguaci attivi a Genova in quel periodo. Le tre ville, costruite dalle potenti famiglie genovesi Imperiale, Grimaldi e Lercari, sono conosciute rispettivamente con gli appellativi di "Bellezza", "Fortezza" e "Semplicità".

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Villa Imperiale Scassi Oggi sede scolastica, fu costruita alla metà del Cinquecento dai fratelli Domenico e Giovanni Ponzello per la famiglia Imperiale. Per la sua sontuosità fu chiamata "la Bellezza"; alla decorazione contribuirono importanti artisti dell'epoca, quali Giovanni Carlone, Bernardo Castello.[10] All'inizio dell'Ottocento fu acquistata dal medico Onofrio Scassi, che la fece restaurare da Carlo Barabino e abbellire con decori neoclassici. Nel 1886 fu acquistata dal comune di Sampierdarena e nel 1926, con la costituzione della Grande Genova, entrò a far parte del patrimonio del comune di Genova; da allora è utilizzata come sede scolastica. Oltre che per il palazzo la villa era famosa per il grandissimo parco, in gran parte sacrificato nei primi decenni del Novecento per la costruzione, nella parte più a monte, dell'ospedale Villa Scassi e, immediatamente dietro al palazzo, dello stadio della Sampierdarenese, che ebbe però vita breve e venne a sua volta eliminato nel 1929 per l'apertura di via Cantore. Quanto resta è oggi un giardino pubblico, il più grande nell'area urbana di Sampierdarena.[7][33][10][1]
Villa Grimaldi (La Fortezza) Fu costruita dal ticinese Bernardo Spazio per il banchiere Giovanni Battista Grimaldi. Chiamata "la Fortezza" per la sua massiccia e severa struttura, priva di decori esterni, rimase di proprietà della famiglia Grimaldi fino all'Ottocento, quando fu acquistata da Agostino Scassi e data in locazione per usi diversi, fino a divenire una fabbrica di conserve. Acquistata nel 1924 dal comune di Sampierdarena dal 1926 divenuta parte del patrimonio del comune di Genova, fu utilizzata come scuola fino al 2006. Da allora è chiusa e inutilizzata. La villa è tra le dimore genovesi i cui disegni vennero raccolti da Rubens, che vi soggiornò nel 1607, nel volume illustrato "Palazzi di Genova", pubblicato ad Anversa nel 1622.[7][33][10]
Villa Lercari Sauli Detta "la Semplicità", per le sue forme sobrie, fu costruita da Bernardino Cantone, in collaborazione con Bernardo Spazio, per Giovanni Battista Lercari. Acquistata dalla famiglia Sauli alla fine del Settecento, un secolo dopo, nel pieno dell'industrializzazione del territorio sampierdarenese, divenne proprietà dell'imprenditore Silvestro Nasturzio, che costruì una fabbrica sui terreni del giardino. Gravemente danneggiata durante la seconda guerra mondiale da un bombardamento aereo, nel dopoguerra fu ceduta a privati e suddivisa in appartamenti. Dell'edificio originale si conserva solo la struttura esterna, soffocata dalla presenza di edifici realizzati nell'ultimo secolo, tra cui il "Centro Civico", sorto negli anni ottanta sul sito dell'ex stabilimento Nasturzio.
Villa Spinola di San Pietro La villa, di cui non è noto l'architetto, fu anch'essa fatta costruire da Giovanni Battista Lercari nella seconda metà del Cinquecento. Il nipote Giovanni Battista Spinola, duca di San Pietro in Galatina, la fece ristrutturare, completando la decorazione interna. Con i lavori eseguiti tra il 1622 e il 1625 l'edificio subì sostanziali modifiche, con la chiusura delle logge e l'apertura di nuove finestre. È uno dei due palazzi sampierdarenesi descritti dal Rubens nel volume Palazzi di Genova, dove è identificato come il palazzo "C". Fino all'Ottocento rimase di proprietà degli Spinola, fu poi ceduta a vari istituti religiosi e infine nel 1920 al comune di Sampierdarena che l'adibì a scuola. Un tempo in posizione aperta e dominante, dal primo Novecento è circondata e soffocata dagli edifici costruiti intorno. Attualmente è sede del liceo statale Piero Gobetti. All'interno sono affreschi di Bernardo Castello, Giovanni Carlone e Giovanni Andrea Ansaldo.[7][34][35][36] (nell'immagine la villa Spinola di San Pietro nell'illustrazione di Rubens).
Villa Centurione del Monastero È così chiamata perché fu costruita nel 1587 per Barnaba Centurione sul sedime di un monastero duecentesco di monache benedettine, del quale conserva il chiostro nel cortile interno. L'atrio e il salone al primo piano sono decorati con affreschi di Bernardo Castello. L'edificio ha subito rimaneggiamenti all'inizio del Novecento, quando fu acquistato dal comune di Sampierdarena e trasformato in istituto scolastico.[7][35]
Villa Centurione Carpaneto Si trova in piazza Montano, di fronte alla stazione ferroviaria. Cinquecentesca ma molto rimaneggiata, conserva al piano nobile affreschi di Bernardo Strozzi, gli unici di questo pittore, noto soprattutto per i suoi dipinti a olio. Il palazzo incorpora sul retro una torre, forse preesistente; quanto restava del suo vasto giardino scomparve con l'apertura di via Cantore.[7][34][35]
Villa Doria delle Franzoniane Costruita nel Cinquecento per la famiglia Doria, nel 1764 fu acquistata dall'abate Paolo Gerolamo Franzoni per farne la sede della congregazione delle Madri Pie, da lui fondata alcuni anni prima. Conserva al suo interno affreschi della scuola dei fratelli Calvi e nel refettorio un dipinto di Bernardo Castello; alla villa, caratterizzata da una torre perfettamente conservata, è annessa la piccola chiesa di Nostra Signora della Sapienza, costruita nel 1821 su disegno di Angelo Scaniglia. Nel giardino, molto ridimensionato dopo l'apertura di via Cantore, è ancora presente un grande ninfeo a grotta.[7][34][35]
Villa Negrone Moro Situata all'estremità orientale del quartiere, risale probabilmente al XVI secolo e mostra le caratteristiche tipiche delle ville di stile alessiano, ma non se ne conosce la data precisa di edificazione, né il progettista. Era collegata a ponente con la villa Pallavicini Moro, che ormai in stato di avanzato degrado venne demolita nel 1972 e della quale resta solo la parte inferiore della facciata con il grande portale di ingresso. Già proprietà della famiglia Negrone, alla fine dell'Ottocento fu inglobata nel perimetro dell'oleificio Moro, insediatosi nei terreni retrostanti. Negli anni settanta con la demolizione dello stabilimento la villa venne ristrutturata a uso uffici e l'area circostante resa pubblica.[37][38]
Villa Pallavicini Gardino Oggi in stato di abbandono, sorge dinanzi a uno dei principali varchi portuali. In stile alessiano, fu costruita intorno alla fine del XVI secolo e apparteneva alla famiglia Pallavicini, che in questa zona aveva un nutrito gruppo di ville familiari, quasi tutte scomparse. Nel 1946 fu acquistata dai Gardino, che già la occupavano dal 1920 e avevano realizzato sui terreni a monte un deposito di legnami, trasferito altrove nel 2002, quando i terreni vennero venduti per costruire il centro direzionale di san Benigno. La villa è stata oggetto di un restauro conservativo nel 1996, ma nuovamente abbandonata appare oggi in stato di degrado.[39][40][41][42]
Villa Serra Doria Masnata Attualmente affacciata su via Cantore, fu costruita nel 1613 da Bartolomeo Bianco per il nobile Paolo Serra. In seguito la proprietà passò alla famiglia Doria, che la tenne fino ai primi dell'Ottocento. Durante l'assedio di Genova del 1746-1747 vi soggiornò il generale Antoniotto Botta Adorno, comandante delle truppe austriche. Passata alla famiglia Masnata, fu da questa ceduta al comune di Sampierdarena che nel 1874 ne fece la prima sede dell'ospedale, operante fino al 1916, quando venne inaugurato quello di villa Scassi. Dopo aver ospitato per breve tempo la biblioteca comunale, dal 1933 è sede scolastica. La struttura è quella classica di scuola alessiana; con l'apertura di via Cantore perse il giardino antistante e con i restauri succedutisi nel tempo sono andati persi sia gli affreschi della facciata sia quelli interni.[43][44]
Il Castello Raggio

Anche a Cornigliano sorsero numerose ville patrizie, principalmente delle famiglie Spinola e Doria, allineate lungo l'asse viario più antico che attraversava il borgo, ai piedi della collina di Coronata e sempre a Cornigliano sorgeva una delle ville ottocentesche più famose di Genova, che ha però avuto vita breve, il Castello Raggio.

Il Castello Raggio era stato costruito negli anni ottanta dell'Ottocento dall'architetto Luigi Rovelli per l'imprenditore Edilio Raggio, prendendo a modello il castello di Miramare di Trieste. Il "castello" sorgeva sul promontorio di Sant'Andrea, anticamente sede di un monastero benedettino, e fino alla prima guerra mondiale la famiglia Raggio vi ospitò alti rappresentanti della nobiltà e della politica. Con la seconda guerra mondiale e l'interramento del mare antistante per la costruzione dello stabilimento siderurgico Ilva fu abbandonato andando incontro ad un inarrestabile degrado e fu demolito nel 1951.[45][46]

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Villa Durazzo Bombrini Fu costruita a partire dal 1752 dall'architetto francese Pierre Paul De Cotte per il marchese Giacomo Filippo II Durazzo. Con una scelta insolita nel panorama genovese dell'epoca, ancora legato al classico modello cinquecentesco alessiano, ma ormai affermata nel contesto transalpino, la villa è composta da un corpo di fabbrica centrale con decori in stile rococò con due ali laterali attorno ad una vasta corte. Considerata la più prestigiosa delle ville di Cornigliano a metà dell'Ottocento fu venduta dai Durazzo e in seguito acquistata dai Savoia. Tra il 1865 e il 1866 nella villa visse gli ultimi mesi della sua breve esistenza lo sfortunato principe Oddone di Savoia. Passò in seguito ai Bombrini, che nel 1928 ne fecero la sede degli uffici dell'Ansaldo. Nel secondo dopoguerra divenne sede dell'Italsider, dal 2008 nel contesto di riqualificazione del quartiere ospita uffici e studi professionali, il centro provinciale per l'impiego e la Genova Liguria Film Commission. Conserva la torre, il notevole scalone a sbalzo, numerosi saloni affrescati, il giardino all'italiana sul fronte e parte del giardino sul retro, adibito a parco pubblico.[47][45]
Villa Domenico Serra [[ Municipio del comune autonomo di Cornigliano Ligure fino alla sua soppressione nel 1926, quindi sede della circoscrizione comunale di Cornigliano fino agli anni novanta, è attualmente sede della locale sezione della polizia municipale. Conserva il giardino, adibito a parco pubblico (Giardini Luciano Melis) e due saloni stuccati.
Villa Gentile Bickley Restaurata nel 1998 dopo un lungo degrado. Attuale sede della biblioteca civica "Guerrazzi", conserva numerosi saloni affrescati, la cucina settecentesca, la torre ed una piccola parte del giardino, adibito a parco pubblico.
Villa Spinola Narisano Sede del centro civico e di uffici amministrativi del Municipio VI Medio Ponente. Conserva la torre ed alcuni saloni affrescati.
Villa Spinola Dufour Il complesso di villa Spinola Dufour si articola in due ville distinte ma contigue (denominate "di levante" e "di ponente"). La villa di levante, già residenza dell'architetto Maurizio Dufour ed attualmente sede di ricevimenti e congressi, è stata attentamente restaurata e presenta quasi interamente i caratteri originari, fra cui pavimenti in ardesia e cotto, saloni affrescati, una significativa porzione dell'originario affresco in facciata, la torre e buona parte del parco. La villa di ponente, anch'essa ancora dotata di torre, è sede dell'oratorio della chiesa di S. Giacomo.
Villa Doria Cevasco Il complesso delle villa Doria di Cornigliano comprende due edifici nobiliari attestati su via San Giacomo Apostolo (Villa Doria Cevasco a mare e Villa Doria Dufour a monte), oggi inglobati all'interno del Parco Urbano Valletta Rio San Pietro. Entrambe le costruzioni sono ridotte a ruderi ed invase dalla vegetazione (nell'immagine di Paolo Monti del 1963: sulla sinistra i resti di villa Doria Cevasco Dufour, pesantemente danneggiata dai bombardamenti della seconda Guerra Mondiale, mentre sulla destra la torre, ora isolata, già parte dell'adiacente palazzo Spinola Muratori. Sullo sfondo i gasometri delle acciaierie, ora demoliti)
Villa Raggio degli Erzelli Conosciuta anche come villa Vivaldi Pasqua, è una dimora signorile che ha inglobato l'abbazia cistercense di Sant'Andrea (XII secolo). Conserva la torre, buona parte del parco ed il casino di caccia sulla sommità della collina. Dopo le soppressioni napoleoniche degli ordini religiosi del 1798, la badia fu acquistata dal duca Pietro Vivaldi Pasqua, che la trasformò in una villa signorile, modificando profondamente il complesso pur conservando l'originario stile gotico. Dopo vari passaggi di proprietà nel 1879, insieme a tutta l'area circostante, l'intero comprensorio fu acquistato dall'imprenditore Edilio Raggio, che a poca distanza fece costruire il Castello Raggio. Gravemente danneggiata nel corso della seconda guerra mondiale e successivamente ristrutturata, divenne sede di società ed enti di ricerca fino alla metà degli anni novanta. Nuovamente ristrutturata dal 2008 dopo alcuni anni di abbandono, ospita le sedi di alcune aziende.
Villa Imperiale Casanova Costruita dagli Spinola nella seconda metà del XVI secolo fu sede, al tempo della Repubblica di Genova, di ricevimenti e banchetti per ospiti illustri prima dell'ingresso ufficiale in città. La villa, che sorge a Campi, ai piedi della collina di Coronata e alle spalle degli attuali centri commerciali, dopo anni di degrado è ora in fase di recupero. All'epoca della repubblica democratica, tra il 1799 e il 1800, il principe Imperiale, sostenitore dei francesi, era solito organizzare nella sua villa di Campi delle feste alle quali partecipava l'élite repubblicana filo-francese. A queste feste ebbe occasione di partecipare Ugo Foscolo, che si era arruolato nella Guardia Nazionale e prendeva parte con le truppe francesi alla difesa di Genova.
Villa Cattaneo dell'Olmo Si trova nella zona più settentrionale della zona di Campi, al confine con il quartiere di Rivarolo e vicina alla Badia del Boschetto; è sede della Fondazione Ansaldo, che raccoglie archivi cartacei, fotografie e filmati d'epoca provenienti da molte storiche aziende genovesi.
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Villa Rossi Martini Fatta costruire dai Lomellini nel XVII secolo fu poi ceduta agli Spinola; nel 1855 fu acquistata dai Rossi-Martini, famiglia di banchieri genovesi, che ampliarono il parco. Nel 1893 vi fu ospite Elisabetta di Baviera, più nota come"principessa Sissi". Nel 1931 è stata acquistata dal comune di Genova che ne ha adibito l'edificio principale a scuola elementare fino al 2004; ristrutturata, oggi ospita un centro culturale. Il parco, polmone vedere del quartiere, ricco di varie specie esotiche ed autoctone, misura circa 4 ettari.[1][48]
Villa Maria De Mari Edificata nel XVI secolo, passa nel Settecento alla famiglia De Mari, che diede all'edificio l'aspetto attuale, poi nel 1771 agli Spinola, nel 1896 ai banchieri Rossi Martini ed infine nel 1939 alla famiglia Rollino. Il grande parco e il giardino all'italiana sono andati completamente perduti per l'espansione edilizia degli anni sessanta mentre la villa è in stato di abbandono. Lo spazio antistante è occupato da un bocciodromo dopolavoristico per i dipendenti dell'Ansaldo.[48]
Villa Spinola Pallavicino Costruita ai primi del Settecento sorge lungo la costa a ponente del borgo, in via S. Alberto 5. Dopo vari passaggi di proprietà venne acquistata nel Novecento dalla famiglia sestrese dei Bagnara una cui esponente, suora laica delle oblate di San Benedetto, la adibì a orfanotrofio femminile e asilo infantile denominandola Piccola casa del Sacro Cuore. Oggi di proprietà, per lascito, dei Benedettini, è in stato di semiabbandono. Nel tempo ha perso il parco a monte ma ha conservato una parte di quello che originariamente arrivava direttamente sul mare.[48]
Villa Parodi Costruita nella seconda metà del XVII secolo fu donata nel 1735 da Stefano Spinola ai gesuiti che per adattarla a convento ne modificarono profondamente la struttura. Nell'Ottocento, dopo un avvicendarsi di nuovi proprietari, tra i quali la famiglia Durazzo è attualmente di proprietà del comune di Genova. Conserva parte del giardino ed è adibita ad istituto scolastico.[48]
Villa Sciallero-Carbone Sorge nella zona di San Giovanni Battista, sulla collina alle spalle del centro del quartiere. Risalente al XVI secolo è stata acquistata nel 1974 dal comune di Genova per adibirla a scuola dell'infanzia e altri usi.
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Villa Durazzo-Pallavicini Nota soprattutto per il suo parco romantico, è uno dei monumenti più significativi di Pegli. Il grande parco è tra i maggiori giardini storici a livello europeo. La villa sorge in posizione dominante sulla collina di San Martino.[49][1] Villa e parco nelle forme attuali risalgono alla metà dell'Ottocento, ma il complesso ha le sue origini da un palazzo di villa settecentesco della famiglia Grimaldi, completamente ristrutturato da Michele Canzio tra il 1840 e il 1846 per Ignazio Alessandro Pallavicini, lontano nipote di Clelia Durazzo, fondatrice del giardino botanico che porta il suo nome.[49] Il parco, aperto al pubblico, divenne da subito motivo di grande richiamo vantando annualmente migliaia di visitatori.[7][49][50]

Donata nel 1928 dai Pallavicini al comune di Genova, dal 1936 il palazzo ospita il museo di archeologia ligure.[7][49]

Villa Doria Centurione La villa Doria Centurione, esempio di architettura manierista pre-alessiana, fu costruita nel 1540 per il banchiere Adamo Centurione. Intorno al 1580 divenne proprietà del nipote Giovanni Andrea Doria che tra il 1590 e il 1592 la fece ristrutturare ed ampliare da Andrea Ceresola, detto "il Vannone".[7][51] Rimasta di proprietà della famiglia Doria fino al 1908, dopo alcuni passaggi di proprietà nel 1926 passò al comune Genova e nel 1930 divenne sede del Civico Museo Navale e succursale del liceo classico "Giuseppe Mazzini".[51][52][1] All'interno sono conservati affreschi cinquecenteschi di Nicolosio Granello, Ottavio Semino e Lazzaro Tavarone.[49] Nel vasto parco, oggi pubblico, si trova un laghetto artificiale con al centro un isolotto, un'"isola fatata" realizzata da Galeazzo Alessi per il Centurione.[52][53]
Villa Lomellini Rostan Nella zona di Multedo, è situata a poca distanza dal torrente Varenna; fu costruita nel XVI secolo dalla famiglia Lomellini e restaurata nel Settecento da Agostino Lomellini, politico e letterato, che nel 1784, dopo il suo ritiro dalla vita politica, incaricò il Tagliafichi della progettazione del giardino all'inglese, uno dei più belli e ammirati d'Europa[7][54][55] Passò per via ereditaria alla famiglia Rostan che nell'Ottocento vi ospitò illustri personalità di tutta l'Europa.[54] Sempre per via ereditaria, passò alla famiglia Reggio. Conserva al suo interno un ciclo di affreschi di Bernardo Castello. Il giardino disegnato dal Tagliafichi è invece scomparso nella seconda metà del Novecento, quando in parte fu trasformato in un campo da calcio e il resto sacrificato per la realizzazione di depositi petroliferi e dello svincolo autostradale.[7][54] Tuttora di proprietà dei marchesi Reggio, dal 2005 ospita la sede sociale del Genoa che già utilizzava il campo sportivo come sede di allenamento.[54]
Villa Rosa Già villa Lomellini nel Fossato, è una villa del XVII secolo appartenuta originariamente alla famiglia Lomellini, dall'inizio del Novecento ospita una scuola primaria. Espropriata dal comune nel 1975 all'industriale Francesco Berta, nei primi anni novanta è stata oggetto di un lungo restauro.[56][57]
Villa Granara Detta "Cabiria", si trova nella località Tre Ponti, all'inizio della val Varenna, ed è un tipico esempio di residenza di villa genovese, oggi suddivisa in appartamenti; sorge sulla sponda sinistra del torrente Varenna ed è collegata alla strada principale da un ponte settecentesco in pietra.[7][58]
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Villa Sauli Podestà Nota anche come "Villa della Baronessa", fu edificata nel XVII secolo ed appartenne ai Sauli finché non fu acquistata da Luca Podestà (1848). Attualmente è sede del Centro per l'Impiego del Ponente.
Villa Doria Podestà Costruita nel 1629 su progetto di Bartolomeo Bianco per Giacomo Lomellini, doge nel biennio 1625-1627, passò in seguito ai Doria e nel 1847 a Luca Podestà (che più tardi acquistò anche la limitrofa villa Sauli unificandone così le diverse pertinenze agricole). La realizzazione della strada litoranea sacrificò la scala esterna. Addossata lateralmente alla villa sul lato di ponente rimane la piccola cappella neoclassica. Nella seconda metà dell'Ottocento fu residenza di villeggiatura del barone Andrea Podestà, sindaco di Genova. Attualmente è sede del Parco del Basilico di Pra'.

(nell'immagine, villa Doria Podestà in una foto di Paolo Monti del 1964)

Villa Adorno Piccardo Costruita probabilmente nel XV secolo per gli Adorno, nel XIX secolo fu acquistata da Francesco Piccardo. Verso il 1630 fu ampliata da Bartolomeo Bianco su incarico di Giovanni Battista Adorno; la villa subì ulteriori modifiche con l'aggiunta di due bassa ali laterali con terrazza balaustrata. Gravemente danneggiata durante la seconda guerra mondiale, negli anni sessanta perse il grande parco che la circondava. Suddivisa in appartamenti è oggi un condominio privato.
Villa Pinelli Negrone De Mari Costruita dai Pinelli nel XVI secolo, nel 1580 venne affiancata da una torre. Nel 1634 fu anch'essa ampliata da Bartolomeo Bianco su incarico di Filippo Maria Pinelli. Nel XVIII secolo la proprietà passò prima ad Ambrogio Negrone e poi alla famiglia De Mari. La parte originaria, attribuita al Bianco, è riconoscibile nella zona centrale del palazzo; i due corpi aggiunti lateralmente sono frutto di un ampliamento settecentesco. Intorno al 1960, quando divenne sede del collegio delle suore Orsoline, furono aggiunti alcuni edifici sul lato a monte. L'istituto scolastico delle Orsoline rimase attivo fino al 1991. Oggi la villa ospita uffici pubblici.
Villa Negrone della Loggia Conosciuta come "Villa Fiammetta", si trova immediatamente a levante del torrente Branega. Costruita da Bendinelli Negrone nel 1601, unisce alla funzione di residenza di villeggiatura quella di fortezza a difesa del dominio dei Negrone, esteso alla valle del Branega. Conserva all'interno affreschi di Giovanni Andrea Ansaldo.[7]
Villa Negrone di San Pietro Si trova in via Cordanieri e fa parte del complesso di San Pietro, convento cistercense del XII secolo trasformato nel 1642 in residenza di villa dai Grimaldi demolendo parzialmente la chiesa romanica, della quale resta il campanile. La proprietà passò successivamente ai Negrone. Il volume architettonico è per la massima parte occupato da un grande salone collegato al piazzale anteriore e al giardino da due vestiboli simmetrici.[7]
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Villa Duchessa di Galliera La struttura della villa si è sviluppata in varie fasi: il corpo più antico, denominato "Paraxo", costruito dalla famiglia aristocratica Mandillo, il corpo centrale, che corrisponde al nucleo seicentesco e le due ali laterali aggiunte nel Settecento dalla famiglia Brignole Sale che l'aveva acquistata nel 1675. Vari esponenti della famiglia fecero realizzare il giardino, le terrazze e la scalea. Il giardino nella prima metà dell'Ottocento ebbe fama internazionale per le sue camelie e la collezione di agrumi; per tutto il secolo vi furono accolti illustri ospiti. Nel 1888 Maria Brignole Sale De Ferrari, duchessa di Galliera, che nel 1872 aveva fatto realizzare il giardino romantico, lasciò la proprietà in eredità all'Opera Pia Brignole Sale. Il parco storico, esteso per circa 32 ettari di cui 25 aperti al pubblico, appartiene dal 1985 al comune di Genova che già l'aveva in uso dal 1931. Il parco si estende fino alla sommità della collina dove sorge il santuario della Madonna delle Grazie, dove sono le tombe della Duchessa di Galliera, del marito Raffaele De Ferrari e di alcuni familiari.[1]
Villa Lomellini De Mari La villa sorge a Vesima, ultima frazione a ponente del comune di Genova. Deriva da un complesso religioso risalente al XII secolo fondato dalla famiglia Vento. Passò nel XIII secolo dai padri cruciferi alle monache cistercensi che vi rimasero fino alla metà del Cinquecento quando si trasferirono a Genova, nel convento di Santa Maria in Passione; il monastero fu venduto alla famiglia Lomellini Sorba che lo trasformò in villa patrizia. Passato più volte di mano nel 1904 divenne di proprietà della marchesa Teresa Pallavicini, vedova Negrotto Cambiaso. Ristrutturata è oggi suddivisa in appartamenti privati.[59][4]
Villa Giustiniani Faceva parte delle numerose proprietà della famiglia Giustiniani a Voltri. Presenta elementi strutturali tipica delle ville genovesi del Quattrocento e del Cinquecento. Nel 1830 vi fu ospite Camillo Benso, conte di Cavour, allora giovane ufficiale del Genio sabaudo, che qui conobbe la marchesa Nina Giustiniani, con la quale avvierà un'importante amicizia. Oggi la villa ospita una scuola materna, negozi e abitazioni private.[60]
Villa d'Albertis Affacciata sul mare lungo la strada che conduce alla frazione di Crevari, fu costruita nel XVII secolo dalla famiglia Spinola; passata ai Centurione, nel 1870 fu acquistata dall'imprenditore Bartolomeo D'Albertis (fratello del più noto esploratore Enrico Alberto d'Albertis), proprietario a Voltri di cartiere nella valle del Leira, portando la villa alla sua attuale struttura, a quattro piani, con una loggia a ponente e una torre a levante.[61] Oggi la villa ospita un residence.
Villa Dongo Piccardo Situata in via Lemerle, nel centro della cittadina, era in origine al centro di un ampio giardino e di una tenuta agricola, andati persi prima con la costruzione della linea ferroviaria e poi definitivamente per il raddoppio della stessa. All'interno sono visibili affreschi settecenteschi del pittore voltrese Giuseppe Canepa. È sede del centro salute mentale della locale ASL.

Ville della val Bisagno

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Villa Imperiale Sorge nella zona di Terralba, nel quartiere di San Fruttuoso, ed è circondata da un ampio parco. Costruita alla fine XV secolo per Lorenzo Cristoforo Cattaneo, nel 1502 ospitò re Luigi XII di Francia, in visita a Genova. Completamente risistemata nel 1560, conserva stucchi ed affreschi di artisti dell'epoca, tra i quali il Ratto delle Sabine di Luca Cambiaso, nella volta del salone al primo piano. Nel Seicento passò prima ai Salvago e poi agli Imperiale di Sant’Angelo, da cui prende il nome; negli anni venti del Novecento fu acquistata dal comune di Genova e recentemente restaurata dopo anni di degrado.[62][1] Oggi ospita la biblioteca comunale "G. Lercari", una scuola materna e un centro sociale per anziani, mentre il parco è adibito a giardino pubblico.
Villa Piantelli La Villa Centurione Musso Piantelli si trova nel quartiere di Marassi ed è oggi sede del circolo ricreativo culturale Villa Piantelli. La villa, che appare oggi stretta tra lo stadio e i caseggiati di corso De Stefanis, prima dell'espansione urbanistica sorgeva al centro di un grande parco che arrivava fino alle sponde del Bisagno; fu fatta costruire dai Centurione nella seconda metà del XVI secolo, in un ambiente allora prettamente agricolo, conservando fino ai primi decenni del Novecento la sua prospettiva aperta verso il Bisagno e la collina retrostante. L'edificio, caratterizzato da due logge angolari, conserva al suo interno affreschi di Bernardo Castello (1557-1629) con episodi dell'Eneide, Giovanni Andrea Ansaldo ed altre opere della scuola dei Calvi e di Andrea e Cesare Semino. [63][64]
Villa Saredo - Parodi La cinquecentesca villa Saredo Parodi si trova a Marassi, nei pressi della chiesa di Santa Margherita; per diversi anni vi hanno avuto sede uffici decentrati del comune di Genova. Nella cappella vi è un affresco di Valerio Castello raffigurante l'Incoronazione della Vergine; un altro affresco, di Domenico Fiasella (1589-1669) ispirato al mito di Diana ed Endimione, si trova nella volta del piano terreno.[63]
Villa Migone Si trova a San Fruttuoso, nei pressi di Villa Imperiale; è un edificio di origine medievale, ampliato nel XVI secolo e ristrutturato nelle attuali forme neoclassiche nel 1792. Il 25 aprile 1945 vi fu firmato, con la mediazione del cardinale Boetto, temporaneamente ospite della famiglia Migone, l'atto di resa delle truppe tedesche al Comitato di Liberazione Nazionale; fu questo l'unico caso in Italia nel quale l'esercito tedesco si arrese alle forze partigiane e non all'esercito alleato, non ancora giunto in città.[63]
Villa Durazzo Grimaldi Chiarella Costruita agli inizi del Seicento, fu sede del comune di Bavari, soppresso nel 1926.[65][66]
Villa Durazzo a Pino Sottano Fatta costruire nel XVII secolo dalla famiglia Durazzo, oggi casa di riposo, conserva affreschi di Domenico Parodi e Bartolomeo Guidobono.[7]
Villa Centurione Thellung Situata nella parte inferiore della collina di Fontanegli, frazione del quartiere di Struppa, fu costruita nel Seicento e presenta il classico impianto cubico con tetto piramidale di stampo alessiano.[1] Appartenne nell'Ottocento anche alla famiglia Mameli e secondo alcuni Goffredo Mameli qui avrebbe scritto nel settembre del 1847 Il Canto degli Italiani, ma non esistono riscontri storici che confermino questa affermazione.[67][68]
Villa Ferretto In posizione dominante sulla collina di Fontanegli, fu costruita a partire dal 1528 dalla famiglia Ferretto, originaria della valle Fontanabuona, ed è la più antica delle ville che sorgono su questa collina della val Bisagno. Diversamente dalle altre, di epoca posteriore, ha un volume rettangolare allungato, sviluppato in modo da adeguarsi alla situazione altimetrica della collina. Più volte modificata all’interno, si mostra ancora integra nelle caratteristiche architettoniche esterne. Nel Novecento è stata residenza delle suore domenicane, che gestivano le scuole materne ed elementari del paese, ed è oggi una casa di riposo.[67][69]
Villa Raggi Si trova presso la chiesa di S. Pietro apostolo di Fontanegli e presenta, come la villa Centurione Thellung, un impianto cubico con tetto piramidale.[1] Costruita nel Seicento, dopo un periodo di abbandono è stata recentemente restaurata.[67]

Ville della val Polcevera

Villa Immagine Descrizione
Villa Pallavicini Sorge nel centro di Rivarolo, affacciata sulla omonima piazza; è oggi in stato di abbandono dopo essere stata a lungo sede di uffici municipali decentrati.[7] Costruita nel XVIII secolo dai Durazzo Pallavicini su una precedente struttura del XV o XVI secolo secondo un modello architettonico di ispirazione francese, è composta da un edificio centrale e due corpi di fabbrica laterali separati attorno ad una corte ed era in origine circondata da un vasto giardino, parte del quale perduto già nel XIX secolo per l'espansione urbanistica del borgo di Rivarolo. Quanto restava del parco scomparve definitivamente intorno alla metà del Novecento per la nuova urbanizzazione e per la costruzione dei due viadotti ferroviari che attraversano il quartiere passando vicino alla villa.[6]
Villa Spinola Parodi Fu costruita a mezza costa sulla collina di Fegino nel XVIII secolo e costituiva, insieme alla scomparsa villa Durazzo-Cataldi di San Quirico, un notevole esempio di architettura rococò. Il vasto parco che la circondava fu trasformato intorno alla metà del Novecento in un deposito petrolifero della società Permolio, compromettendo l'area sia sul piano paesaggistico sia su quello ambientale. Dopo la dismissione degli impianti è in corso un piano di riqualificazione. L'immobile si presenta in cattive condizioni di manutenzione ma ancora integro nelle sue caratteristiche costruttive e nelle finiture interne; degni di nota lo scalone interno, le decorazioni pittoriche ottocentesche e il grande ninfeo sul retro del palazzo.[70] (nell'immagine la villa fotografata da Paolo Monti nel 1964).
Villa Ghersi Carrega Costruita nel XVII secolo, si trova lungo la "Via Nazionale" all'ingresso di Bolzaneto provenendo da Rivarolo. Nel corso del suo soggiorno a Genova (1624-1627) vi fu ospite il pittore fiammingo Antoon van Dyck. Oggi è sede del Municipio V - Valpolcevera.
Villa Clorinda Villa Bonarota, conosciuta come "Villa Clorinda", fu costruita nel XVII secolo sulla collina di Murta, ‬in posizione dominante sulla val Polcevera, nei pressi del borgo di Lastrico; appartenne a diverse ricche famiglie genovesi (Bonarota, Doria e Costa) e oggi, con la ristrutturazione degli anni ottanta, dopo anni di abbandono, è stata trasformata in un condominio; dispone ancora di un ampio parco. Da aprile a luglio del 1747, durante l'occupazione austriaca della val Polcevera, fu sede dello stato maggiore degli occupanti.[71]
Villa Paola Villa Noli Prato Cerruti, conosciuta come "Villa Paola", sorge anch'essa sulla collina di Murta. Costruita nel XVIII secolo, immersa in un ampio parco alberato, ancora oggi ben conservato, secondo il Persoglio era "forse il più bello per architettura, per giardini e viali, per prospettiva, di quanti sono in Murta".[71] Oggi è trasformata in condominio; degna di nota la cappella al piano terreno, decorata con affreschi e con un altare marmoreo di ottima fattura.[72] (nell'immagine la villa fotografata da Paolo Monti nel 1964).
Villa Cambiaso Costruita nel XVIII secolo presso la frazione di Cremeno, fu residenza estiva di Giovanni Battista Cambiaso, doge dal 1771 al 1773, che fece costruire a proprie spese la strada di fondovalle della val Polcevera. Oggi è trasformata in condominio.

Note

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab Comune di Genova, Piano Urbanistico Comunale (P.U.C.), sezione "Il Sistema delle ville storiche", di Annalisa Calcagno Maniglio, da rivista Fondazione Carige, n. 4-2003"
  2. ^ a b c d e f g h i j k "Atlante dei giardini storici della Liguria. Un progetto di valorizzazione culturale del territorio", a cura di Francesca Mazzino, Sagep Editori, 2016, ISBN 978-88-6373-324-4
  3. ^ Vedi: Wikiquote
  4. ^ a b c d Corinna Praga, "Genova fuori le mura"
  5. ^ a b c Soprintendenza per i beni ambientali e architettonici - Genova, Censimento dei beni architettonici, a cura di Gianni Bozzo
  6. ^ a b Relazione storico-artistica allegata al decreto di vincolo della villa Pallavicini di Rivarolo
  7. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y Touring Club Italiano, Guida d'Italia - Liguria, Milano, 2009
  8. ^ "Storia della Liguria", di Giovanni Assereto e Marco Doria, Giuseppe Laterza & Figli, 2007
  9. ^ "Genova tra Ottocento e Novecento – Album storico-fotografico", vol. 1, a cura di M. Lamponi, Nuova Editrice Genovese, Genova, 2006
  10. ^ a b c d Notizie storiche su Sampierdarena, sul sito www.sanpierdarena.net
  11. ^ A. Gazzola, "La città policentrica: il caso di Genova", in "Dalla città diffusa alla città diramata", FrancoAngeli, Milano, 2003
  12. ^ Relazione storico-artistica allegata al decreto di vincolo della villa Pallavicini "delle Peschiere"
  13. ^ G.B. Cevasco in "Descrizione di Genova e del Genovesato" (vol. 3), Tipografia Ferrando, Genova, 1846.
  14. ^ Giorgio Vasari, "Vite de' più eccellenti pittori, scultori e architetti", Volume 15, Ed. Soc. Tipografica de' classici italiani, Milano, 1811
  15. ^ Sei itinerari in Portoria, Edizione Samizdat, Genova, 1997
  16. ^ a b Relazione storico-artistica allegata al decreto di vincolo della villa Giustiniani Cambiaso
  17. ^ Articolo su La Repubblica del 28 giugno 2008
  18. ^ Villa Saluzzo Mongiardino, Relazione Storico-Artistica della Sprintendenza dei Beni Ambientali ed Architettonici della Liguria allegata al decreto di vincolo, 1º luglio 1987.
  19. ^ Villa Saluzzo Mongiardino e lord Byron su www.genovaperta.net
  20. ^ a b Villa Brignole Sale su www.genovaperta.net
  21. ^ a b c Villa Brignole-Sale su http://guide.travelitalia.com
  22. ^ Charles Dickens, Pictures from Italy, 1846
  23. ^ Dickens a Genova su www.victorianweb.org
  24. ^ Villa Fuckel su www.liguria.beniculturali.it
  25. ^ Articoli e commenti sulla trasformazione di Villa Raggio in appartamenti privati su genova.erasuperba.it e www.osservatorioverde.it
  26. ^ La villa Canali Gaslini sul sito della Fondazione Gaslini
  27. ^ Cenni storici e immagini di villa Quartara sul sito del CISEF Gaslini
  28. ^ Decreto di vincolo
  29. ^ Aldo Padovano, Il giro di Genova in 501 luoghi, Newton Compton Editori, 2016, pag. 486
  30. ^ Villa Spinola Cosci su www.culturainliguria.it
  31. ^ Il museo garibaldino di Quarto su www.arte.it
  32. ^ Villa Spinola Doria D'Albertis su www.spinola.it (testo tratto dal Sito dell'Associazione Dimore Storiche Italiane)
  33. ^ a b Storia di Sampierdarena su www.guidadigenova.it
  34. ^ a b c Italo Pucci, "Le torri di San Pier d'Arena", Istituto internazionale di studi liguri, Genova, 2007-2012
  35. ^ a b c d Storia di Sampierdarena sul sito www.stedo.it
  36. ^ Sito del Liceo Gobetti, con immagini dell'interno e degli affreschi
  37. ^ Storia e immagini della villa Negrone Moro su www.sampierdarena.ge.it
  38. ^ Villa Negrone Moro e villa Pallavicini Moro su www.sanpierdarena.net
  39. ^ Villa Pallavicini Gardino su www.sanpierdarena.net
  40. ^ "Rudere intoccabile, così resta un sogno la City del Ponente", articolo sul Secolo XIX del 23 agosto 2014
  41. ^ "Sampierdarena, Villa Pallavicino Gardino: una dimora dimenticata", articolo su http://genova.erasuperba.it
  42. ^ Villa Pallavicino Gardino su www.sampierdarena.ge.it
  43. ^ Villa Serra Doria Masnata su www.sampierdarena.ge.it
  44. ^ Villa Serra Doria Masnata su www.sanpierdarena.net
  45. ^ a b Le ville di Cornigliano su www.guidadigenova.it
  46. ^ Cenni storici sul Castello Raggio
  47. ^ La villa Durazzo Bombrini sul sito della Società Per Cornigliano SpA
  48. ^ a b c d Le ville di Sestri Ponente su www.guidadigenova.it
  49. ^ a b c d e Villa Durazzo Pallavicini su www.fosca.unige.it
  50. ^ Villa Durazzo Pallavicini su www.culturainliguria.it
  51. ^ a b Storia della villa Doria Centurione su www.pegli.com, basata su documentazione dei "Musei Civici di Genova" (16 dicembre 2004)
  52. ^ a b Villa Doria Centurione sul sito www.museidigenova.it
  53. ^ Villa Doria Centurione sul sito di "Liguria Heritage"
  54. ^ a b c d Villa Lomellini Rostan sul sito www.fosca.unige.it/
  55. ^ Edifici storici del ponente genovese, sul sito della città metropolitana di Genova
  56. ^ Villa Rosa su www.istitutocomprensivopegli.gov.it
  57. ^ Cenni storici su Pegli e i Lomellini, introduzione al romanzo "La Fossa del Lupo", di E. Ottonello e M. Pezzana, Ateneo Edizioni, Genova, 2014 ISBN 9788892521742
  58. ^ Studio relativo alla disponibilità idrica dei corpi idrici non significativi ricadenti nel versante ligure. Il bacino del torrente Varenna, provincia di Genova, 2008
  59. ^ La villa Lomellini De Mari su www.lavesima.it
  60. ^ Relazione storico-artistica allegata al decreto di vincolo della villa Giustiniani di Voltri
  61. ^ Villa d'Albertis su www.visitgenoa.it
  62. ^ Villa Imperiale di Terralba sul sito FoscaWiki
  63. ^ a b c Sito del Municipio III Bassa Valbisagno.
  64. ^ Sito del circolo culturale ricreativo "Villa Piantelli".
  65. ^ Villa Durazzo Grimaldi di Montesignano su www.amicidipontecarrega.it
  66. ^ Decreto di vincolo della Villa Durazzo Grimaldi di Montesignano
  67. ^ a b c Le ville di Fontanegli su www.amicidipontecarrega.it
  68. ^ Decreto di vincolo della villa Centurione Thellung di Fontanegli
  69. ^ Cenni storici sulla villa Ferretto di Fontanegli
  70. ^ Relazione storico-artistica allegata al decreto di vincolo della villa Spinola Parodi di Rivarolo
  71. ^ a b L. Persoglio, "Memorie della Parrocchia di Murta in Polcevera dal 1105 al 1873".
  72. ^ Relazione storico-artistica allegata al decreto di vincolo della villa Cerruti "Paola"

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