Villa Saluzzo Bombrini

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Villa Saluzzo Bombrini
Villa Saluzzo Bombrini
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàGenova
IndirizzoVia Francesco Pozzo, 28
Coordinate44°24′05.09″N 8°57′24.27″E / 44.401413°N 8.956743°E44.401413; 8.956743
Informazioni generali
Condizioniristrutturata
CostruzioneUltimo decennio del XVI secolo
Usocivile abitazione, uffici
Realizzazione
ArchitettoAndrea Ceresola, detto Vannone
AppaltatoreGiacomo Saluzzo

Villa Saluzzo Bombrini, detta il Paradiso[1] è una storica dimora nobiliare nel quartiere genovese di Albaro, alla confluenza delle vie Albaro e Francesco Pozzo.

Edificata per i marchesi Saluzzo da Andrea Ceresola, detto il Vannone[2], è un tipico esempio di architettura tardo manierista.

Nei pressi sono presenti altre due ville appartenute alla famiglia Saluzzo, la villa Saluzzo Mongiardino, dove dimorò per alcuni mesi tra il 1822 e il 1823 il poeta George Byron, e la villa Saluzzo Carrega Parodi, sede dal 1967 al 1993 della Società Ligure di Storia Patria, entrambe di più recente costruzione ma egualmente imponenti.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Costruita dal Vannone nell'ultimo decennio del XVI secolo su committenza di Giacomo Saluzzo[3] come residenza di villeggiatura della famiglia, nel 1837 la villa, al cui acquisto era interessato anche il celebre violinista Niccolò Paganini[4], divenne proprietà del marchese Henri de Podenas[5]; nel 1886 fu venduta dagli eredi del nobile francese alla famiglia Bombrini, nelle cui mani è rimasta fino agli anni duemila quando è stata acquisita (2005) da una società immobiliare che intendeva farne un albergo di lusso; venuta meno questa ipotesi per il diniego opposto dalla Sovrintendenza per i Beni architettonici della Liguria, poiché questa soluzione avrebbe comportato uno stravolgimento dell'edificio originario, la villa è stata acquistata nel 2007 da privati per destinarla ad abitazioni e uffici.[6]

In tempi recenti fu suddivisa in tre appartamenti, uno dei quali, con annesso un seminterrato, fu abitato dal 1959 al 1995 dalla famiglia del cantautore Fabrizio De André [7][8][9] che qui compose i suoi primi lavori.

Attualmente la villa, essendo di proprietà privata, non è visitabile; eccezionalmente è stata aperta al pubblico in occasione della XV edizione delle Giornate FAI di Primavera del 2007 organizzate il 24 e 25 marzo 2007 dal Fondo per l'Ambiente Italiano, sotto la cui egida l'edificio è posto.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Villa Saluzzo Bombrini, posta più in alto rispetto alle altre ville di Albaro, è circondata da un ampio parco con retrostante bosco ricco particolarmente di pini marittimi mentre di fronte al prospetto principale, in posizione leggermente digradante, si trova un elegante giardino all'italiana ornato da una fontana con grandi rane in bronzo.

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

Il Vannone volle distaccarsi dallo stile alessiano in voga in quel tempo a Genova, caratterizzato da una struttura cubica, tripartita da lesene, e con tetto piramidale: l'architetto lombardo realizzò invece un corpo architettonico di impianto rettangolare, privilegiando la forma allungata rispetto all'altezza, con una doppia loggia angolare aperta sul paesaggio circostante (quella di ponente, unico caso nelle ville genovesi, si estende per l'intera profondità dell'edificio, offrendo un'ampia vista sulla città).

Interno[modifica | modifica wikitesto]

Decorazione dell'interno in una foto di Paolo Monti del 1963

Gli interni, articolati su un piano terra, un piano nobile e un mezzanino, sono impreziositi da affreschi e decorazioni di Giovanni Andrea Ansaldo nell'atrio, di Lazzaro Tavarone nel salone centrale (Genovesi alla presa d'Anversa, 1622) e nella loggia di levante e Bernardo Castello nella loggia di ponente e in una delle stanze.[2]

Giardino[modifica | modifica wikitesto]

Trattenimento in un giardino di Albaro, di Alessandro Magnasco

Il giardino è collegato al piazzale superiore attraverso rampe di scale e vialetti. L'asse di ingresso che conduce alla villa, congiunto da una stretta salita, è leggermente sfalsato rispetto al portone principale che porge sull'atrio principale.

Il giardino, che ha sostanzialmente conservato l'aspetto originario, è stato identificato con quello raffigurato nel dipinto di Alessandro Magnasco Trattenimento in un giardino di Albaro (1735), conservato a Palazzo Bianco[2]; il pittore ci ha lasciato un'istantanea della vita e dell'ambiente in cui la società ricca trascorreva la sua villeggiatura nella prima metà del XVIII secolo. Nel dipinto si vedono piccoli gruppi di persone nel giardino della villa intente a conversazioni, danze e giochi di carte, sullo sfondo della piana del Bisagno, nella zona di San Fruttuoso, ancora tutta coltivata a orti.

Villa Paradisetto[modifica | modifica wikitesto]

Villa Saluzzo Bombrini con il retrostante Paradisetto

La villa ha sul retro un edificio simile conosciuto come il Paradisetto, edificato alla fine dell'Ottocento per un erede dei Bombrini e ristrutturato nel 1935 da Robaldo Morozzo della Rocca. Anche questa costruzione è stata abitata, in tempi recenti, da un esponente della scuola genovese dei cantautori, Gino Paoli[10].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il nome Paradiso non sarebbe dovuto tanto alla sontuosità dell'architettura ma soprattutto al rigoglioso giardino sottostante nel quale i nobili trascorrevano le lunghe ore estive in ozio oppure dedicandosi a giochi e tornei.
  2. ^ a b c Touring Club Italiano, Guida d'Italia - Liguria, 2009
  3. ^ Importante esponente della famiglia, Giacomo Saluzzo fu anche, dal 1613, ambasciatore della Repubblica di Genova presso l'imperatore Mattia d'Asburgo. In uno degli affreschi nella villa il Tavarone lo ritrae appunto in tale veste al cospetto dell'imperatore, davanti al quale egli resta orgogliosamente a capo coperto
  4. ^ R. Iovino – F. Oranges, "Niccolò Paganini. Un genovese nel mondo", Fratelli Frilli, Genova, 2004 (PDF), su accademialigure.it. URL consultato il 13 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 13 novembre 2014).
  5. ^ Il marchese Henri de Podenas (1785-1848), ufficiale della guardia del re di Francia Carlo X, si era trasferito a Genova, dove la moglie, dama di compagnia della duchessa di Berry, aveva seguito la nobildonna dopo l'abdicazione del sovrano in seguito alla cosiddetta Rivoluzione di luglio del 1830 (Note biografiche sul marchese de Podenas)
  6. ^ Articolo su La Repubblica del 28 giugno 2008
  7. ^ Luigi Viva, Non per un dio ma nemmeno per gioco: vita di Fabrizio De André, Feltrinelli, 2000.
  8. ^ Al giovane De André era riservata una stanza di modeste dimensioni ma con annesso un bagno situata nel seminterrato a cui si accede dal piazzale antistante la villa. Su una parete è visibile ancora un disegno a china e acquerello raffigurante un gruppo jazz stilizzato, opera di un amico del cantautore che si firma Vassallo 1961 (fonte: Servizio TV di Primocanale del 23 marzo 2007)
  9. ^ Villa Saluzzo Bombrini su ww1.zenazone.it Archiviato il 13 novembre 2014 in Internet Archive.
  10. ^ Gino Paoli e villa Paradisetto su www.rockit.it/web/>

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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