Marina Cicogna

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Marina Cicogna Mozzoni Volpi di Misurata
Marina Cicogna nel 2023
Donna
Stemma
Stemma
TrattamentoDonna
NascitaRoma, 29 maggio 1934
MorteRoma, 4 novembre 2023 (89 anni)
DinastiaCicogna-Mozzoni, Volpi di Misurata
PadreCesare Cicogna Mozzoni
MadreAnnamaria Losanna Volpi di Misurata
David di Donatello David di Donatello per il miglior produttore 1970

Statuetta dell'Oscar Oscar al miglior film in lingua straniera 1971

David di Donatello David di Donatello alla carriera 2023

Marina Cicogna Mozzoni Volpi di Misurata (Roma, 29 maggio 1934Roma, 4 novembre 2023) è stata una nobile, produttrice cinematografica, fotografa e sceneggiatrice italiana.

Prima donna produttrice cinematografica in Europa, ha prodotto alcuni fra i più importanti film italiani del cinema d'autore (Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, diretto da Elio Petri, le valse l'Oscar 1971 per il miglior film straniero).

Soprannominata la "contessa del cinema", esponente del jet set e della dolce vita romana degli anni sessanta che gravitava attorno a Via Veneto[1][2][3], è stata descritta dal New York Times come "la prima grande produttrice cinematografica italiana" e "una delle donne più potenti del cinema europeo"[4].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nasce a Roma a Palazzo Volpi, in Via del Quirinale, dal conte Cesare Cicogna Mozzoni e dalla contessa Annamaria Volpi di Misurata,[5] appartenenti rispettivamente all'antico casato lombardo dei Cicogna Mozzoni e ai veneti Volpi di Misurata: il nonno materno è il conte Giuseppe Volpi, governatore della Tripolitania, presidente della Biennale di Venezia e, come tale, fondatore della Mostra del Cinema di Venezia (1932) tanto che da lui prende nome la Coppa Volpi; il padre, banchiere estraneo al cinema, co-produce Ladri di biciclette nel 1948.

Cresce tra Milano, Venezia e Cortina (con una parentesi in Svizzera durante la guerra), in un ambiente agiato e cosmopolita: nel 1951, diciassettenne, con sua madre è tra i circa mille invitati dell'alta società internazionale e dell'arte - tra cui Salvador Dalí e Fabrizio Clerici con Leonor Fini, Orson Welles, Christian Dior, i Rothschild e l'Aga Khan - allo storico ballo in maschera ospitato da Carlos de Beistegui a Palazzo Labia, noto come il "ballo del secolo", immortalato da Cecil Beaton per Life. Proprio al Lido, fin da bambina, frequenta il mondo del cinema con incontri importanti, come quello col produttore di Via col vento David O. Selznick, appassionandosi alla settima arte.

Dopo la separazione dei genitori consegue la maturità classica e si iscrive al Sarah Lawrence College di New York, avendo come insegnante Marguerite Yourcenar, prima di optare per una scuola di fotografia. L'amicizia con la figlia di Jack Warner le schiude le porte di Hollywood, dove ha modo di conoscere, tra gli altri, Marilyn Monroe e Lauren Bacall sul set di Come sposare un milionario.

Carriera come produttrice[modifica | modifica wikitesto]

«Non ho mai prodotto un film per ragioni anche vagamente politiche, né mi interessava se il regista e i protagonisti fossero di sinistra o di destra. Mi premeva piuttosto che la trama e gli attori risultassero convincenti.»

Nel 1967 diventa titolare, assieme al fratello minore Ascanio detto “Bino”, della casa di produzione e distribuzione Euro International Films, che sua madre aveva rilevato, immettendo nel mercato cinematografico italiano una grande quantità di film prodotti all'estero spesso da case indipendenti, a partire da L'uomo del banco dei pegni di Sidney Lumet. Si afferma in un mondo esclusivamente maschile con intuizioni vincenti, come l'acquisto di Helga (primo film sull'educazione sessuale distribuito al cinema) e di Bella di giorno di Luis Buñuel, su cui nessuno scommetteva - poi Leone d'oro a Venezia - per promuovere il quale organizza una grande festa a Ca' Vendramin.

La svolta come produttrice arriva con Metti, una sera a cena (1969) di Giuseppe Patroni Griffi, da lei fortemente voluto contro lo scetticismo della stessa Euro. Seguono film come C'era una volta il West di Sergio Leone, Teorema e Medea di Pier Paolo Pasolini, Uomini contro di Francesco Rosi, Anonimo veneziano di Enrico Maria Salerno, Mimì metallurgico ferito nell'onore e Film d'amore e d'anarchia di Lina Wertmüller, Fratello sole, sorella luna di Franco Zeffirelli e soprattutto Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri che, al netto di furiose polemiche politiche, vince il Premio Oscar 1971 per il miglior film straniero.

Dopo il tragico suicidio del fratello Bino a Rio de Janeiro e la crisi finanziaria della Euro, passa per un breve periodo alla Paramount (che le rifiuta Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci e Il portiere di notte di Liliana Cavani) prima di cessare del tutto l'attività di produttrice e trasferirsi negli Stati Uniti. Nel 1976 appare come interprete in una piccola parte di Il comune senso del pudore.

Ultimi anni[modifica | modifica wikitesto]

Di ritorno in Italia, le viene offerta la presidenza di Italia Cinema (2002). Era presidente onoraria dell'Accademia Internazionale d'Arte di Ischia.

Nel 2021 è protagonista del documentario Marina Cicogna - La vita e tutto il resto di Andrea Bettinetti, presentato alla Festa del Cinema di Roma.

Nel maggio 2023 pubblica la propria autobiografia, scritta con Sara D'Ascenzo e intitolata Ancora spero dal motto quattrocentesco di casa Cicogna, e riceve il Premio alla carriera nel corso della 68ª edizione dei David di Donatello. Da tempo malata di cancro, si spegne nella sua casa romana il 4 novembre 2023 all'età di 89 anni.

Altre attività[modifica | modifica wikitesto]

Fotografa[modifica | modifica wikitesto]

Appassionata di fotografia, negli anni della dolce vita ha immortalato personalmente, in contesti privati e informali, amici celebri come Gianni Agnelli, Greta Garbo, Maria Callas e Onassis, Herbert von Karajan, Luchino Visconti, Federico Fellini, Audrey Hepburn, Brigitte Bardot, la principessa Margaret, Henry Fonda, Charlie Chaplin, Jeanne Moreau, Silvana Mangano, Claudia Cardinale, Elizabeth Taylor, Ava Gardner, Gina Lollobrigida, Valentino, Yul Brinner, Ezra Pound e Louis Malle. Gran parte di queste istantanee è confluita nel libro Scritti e Scatti (2009), diventato anche un'apprezzata mostra fotografica.

Un secondo libro fotografico, La mia Libia (2012), raccoglie foto degli anni parzialmente vissuti a Tripoli tra il 1957 e il 1967, nella settecentesca villa di famiglia.

Ha realizzato con Gucci il libro d'arte e fotografia Imitatio Vitae (2019), sui capitelli di Palazzo Ducale.

Icona di stile[modifica | modifica wikitesto]

La rivista statunitense Vanity Fair l'ha inserita nella sua International Best-Dressed Hall of Fame List (la lista delle personalità meglio vestite al mondo) per l'anno 2010. All'età di 83 anni ha posato per Gucci come testimonial, insieme ad altre modelle, della campagna Cruise Resort 2018.

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Parlava fluentemente italiano, inglese, francese e portoghese. Dichiaratamente bisessuale, ebbe flirt con Alain Delon, Warren Beatty e Farley Granger ma fu anche la compagna di vita per oltre vent'anni dell'attrice brasiliana Florinda Bolkan (da lei stessa scoperta)[6]. Fu assistita fino all'ultimo dalla compagna Benedetta Gardona, a cui era legata da oltre trent'anni e che aveva poi adottato come figlia per tutelarla.[7]

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

(film prodotti e/o co-prodotti, salvo dove Marina Cicogna ha ricoperto altri compiti, come indicato)

Opere letterarie[modifica | modifica wikitesto]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

  • Capri, Hollywood - The International Film Festival
    • 2019 – Friend of Capri
  • Ischia Global Film & Music Festival
    • 2020 – Chiavi di Ischia
  • Filming Italy Los Angeles
    • 2022 – Filming Italy Los Angeles Best Documentary Award per Marina Cicogna - La vita e tutto il resto
  • Filming Italy Best Movie Award
    • 2022 – Menzione speciale per Marina Cicogna - La vita e tutto il resto

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria
«Di iniziativa del Presidente della Repubblica»
— Roma, 20 gennaio 2012[8]

Archivio Marina Cicogna[modifica | modifica wikitesto]

A quattro mesi dalla sua scomparsa, nel marzo del 2024, viene predisposto l'archivio ufficiale a lei dedicato e curato dall'artista Eros Renzetti, amico di famiglia della produttrice. L'Archivio Marina Cicogna ha sede in palazzo Brancaccio a Roma.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Marina Cicogna: "Sul set della mia vita", su leiweb.it, 27 maggio 2009. URL consultato il 19 aprile 2014.
  2. ^ Marina Cicogna, la donna che amava anche le donne, su lamescolanza.com, 3 agosto 2000. URL consultato il 19 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 20 aprile 2014).
  3. ^ Un bel ricordo di Marina Cicogna. Agnelli senza pietà, su notiziegay.blogspot.ch, 22 gennaio 2008. URL consultato il 19 aprile 2014.
  4. ^ Countess Marina Cicogna, a Woman of the World, in The New York Times, 31 ottobre 2013. URL consultato il 5 maggio 2023.
  5. ^ Biografia di Marina Cicogna Mozzoni Volpi di Misurata, su Cinquantamila.it, 29 maggio 2020. URL consultato il 28 novembre 2021.
  6. ^ Mario Cirrito, Il mondo dorato di Marina Cicogna in mostra a Roma: "Che anni felici con la Bolkan", in Queer Blog, 27 maggio 2009. URL consultato il 19 aprile 2014.
  7. ^ Marina Cicogna morta a Roma, la contessa simbolo del cinema italiano aveva 89 anni. Al suo fianco Benedetta, la compagna di una vita (e figlia adottiva), su www.ilmessaggero.it, 4 novembre 2023. URL consultato il 4 novembre 2023.
  8. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato grande ufficiale

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • di Corcia, Tony, Valentino: ritratto a più voci dell'ultimo imperatore della moda, Torino, Lindau, 2013, ISBN 9788867081547 (Marina Cicogna racconta la sua amicizia con il couturier Valentino Garavani)
  • AA.VV., La città del cinema, Napoleone editore, Roma 1979.
  • Marina Cicogna con Sara D'Ascenzo, Ancora spero, una storia di vita e di cinema, Marsilio specchi, 2023 ISBN 9788829718788

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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