Utente:Puxanto/Sandbox/Romanzo

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Il romanzo è un genere della narrativa in prosa, caratterizzato da un testo di una certa estensione.

La parola romanzo deriva dal termine francese antico romanz o roman, che è una abbreviazione della locuzione latina romanice loqui, cioè "parlare in lingua romanza", vale a dire in lingua di derivazione latina.

I primi testi ad essere chiamati "romanzi" appartengono alla letteratura francese delle origini che ancora non si distingue del tutto da quella delle altre nazioni europee che hanno in comune la stessa eredità linguistica e cioè il latino[1].

Il romanzo si distingue dalla novella o racconto per la lunghezza e pertanto anche dalla maggiore complessità, cioè tempi più lunghi, vicende ed ambienti più elaborati, maggior numero di personaggi. Esistono comunque romanzi brevi, così come esistono racconti lunghi.

Deve essere comunque chiarito che, se in italiano, il termine romanzo si riferisce a qualunque narrazione lunga in prosa, in inglese romance sta ad indicare le forme narrative di carattere eroico-mitiche tendenti all'allegoria e in cui si presentano elementi di fantastico, mentre le narrazioni in cui la rappresentazione della vita e la cornice sociale sono realistiche vengono indicate con il termine novel.

Storia del romanzo[modifica | modifica wikitesto]

Origini del romanzo[modifica | modifica wikitesto]

Teorie sulle origini del romanzo[modifica | modifica wikitesto]

L'opinione, da parte degli studiosi, su quale siano l'origine del romanzo non è unanime data la complessità di struttura che rappresenta il genere del romanzo. Si possono identificare in linea generale due filoni di pensiero, il primo di tipo storico[2] che si divide nella:

  • La corrente di pensiero che fa risalire il romanzo alle romanzi epici cavallereschi in versi e in prosa dal XII-XIII secolo in Francia
  • La corrente di pensiero che fa risalire l'origine ai veri propri romanzi in senso moderno del XVII secolo (seguita soprattutto da storici inglesi)

il secondo di tipo retrospettivo, elaborata in particolare tra il XVIII e il XX secolo che vede in alcune opere letterarie antiche dei pre-romanzi che hanno elementi comuni al romanzo che si divide nella:

  • corrente che vede nelle opere letterarie antiche mesopotamiche, egiziane e orientali epico mitologiche degli antecedenti al genere del romanzo se pur non è presente la differenza tra la novella, romanzo e canto
  • Corrente che vede nelle prime racconti in prosa degli antichi greci e romani degli antecedenti al romanzo moderno e considera questi i primi romanzi della storia

Questa semplicazione non da l'idea del numero delle teorie, le principali[3] sono:

  • Il romanzo sarebbe un'amplificazione della novella
  • Il vescovo Pierre Daniel ritiene che le radici del romanzo sarebbero da ricercarsi nelle opere in prosa orientali alcune raccolte ne Le Mille e una notte
  • Secondo Kerényi (1927), grande storico delle religioni, il romanzo, come l'epica e la tragedia avrebbe avuto un'origine sacrale; esso avrebbe rielaborato antichissimo materiale mitologico, adattandolo ad una realtà umana e «borghese». La sua tesi vede riflesse nel romanzo le vicende della coppia divina Iside - Osiride.
  • Merkelbach (1962) osserva che tutti gli autori di romanzi antichi erano seguaci di una divinità o iniziati ai misteri. Le sue teorie focalizzano l'attenzione sull'importanza dell'elemento religioso, fondamentale anche come principio motore della trama separazione - peripezia - salvezza - ricongiungimento, alla quale possono essere ricondotti tutti i romanzi greci.
  • Weinreich evidenzia l'affinità tematica col mondo dell'epica, di cui il romanzo sarebbe una sorta di riedizione sotto nuove forme, in grado di meglio interpretare le mutate esigenze del tempo.
  • Secondo il Rohd il romanzo sarebbe maturato sotto l'influsso della seconda sofistica, dalla fusione dei racconti di viaggio con racconti d'amore. Ma al rinvenimento di papiri contenenti parti del romanzo di Caritone (I o II secolo d.C.) e del “romanzo di Nino” (I secolo a.C.), databili entro il II s. d.C., escluse un'influenza della neoretorica (II s. d.C.).
  • La sua tesi fu condivisa da Cataudella, che attribuisce al romanzo un'origine scolastica come prodotto dell'ambiente culturale proprio delle scuole di retorica.
  • Schwartz considerò la storiografia una delle fonti più cospicue di spunti, personaggi e situazioni per la nascita e lo sviluppo del romanzo.
  • Gli intrecci della Commedia Nuova contengono già elementi che preannunciano la trama dei romanzi.
  • Jaroslav Ludvikovsky definiva, nel secolo scorso, il genere letterario del romanzo, che sarebbe nato come figlio “illegittimo” della storiografia
  • La tesi del Lavagnini mette in relazione la nascita del romanzo con la rielaborazione di leggende locali: il tutto maturato in un ambito di cultura popolare
  • Rivoluzionaria fu la tesi del Barchiesi: non è interessante il luogo o il genere connesso al romanzo, quanto piuttosto gli influssi formativi che lo interessarono, come l'etica, la storiografia, la commedia nuova, l'elegia alessandrina, le orazioni della II Sofistica.
  • W. Benjamin ritiene che il romanzo moderno sia nato in conseguenza dell'isolamento e la solitudine dell'uomo moderno

tra III millennio a.C. e II millennio a.C.[modifica | modifica wikitesto]

Mesopotamia e dintorni[modifica | modifica wikitesto]

Sebbene la parola romanzo abbia fatto la sua comparsa in età moderna, caratteristiche del romanzo si ritrovano in numerose opere antiche. Forme primordiali di romanzo sono state rintracciate già al tempo della civiltà sumerica. I sumeri all'inizio tra il IV millennio a.C. e il III millennio a.C. avevano l'abitudine di tramandarsi oralmente i racconti mitologici come le varie conoscenze, solo a partire dalla fine del III millennio a.C. cominciarono a scrivere questi racconti come i resoconti dei re in tavolette di argilla. Alcuni di questi racconti appunto sono riconducibili a una categoria di romanzo in versione arcaica tra questi:

Gilgamesh, Re di Uruk

«Di colui che vide ogni cosa, voglio narrare al mondo;
di colui che apprese e che fu saggio in tutte le cose.»

Di questi racconti vennero fatte varie edizioni cambiando i particolari del racconto o cambiando lo stile infatti alcuni sono stati ritrovati sia in prosa che in poesia, oppure vengono ripresi da popolazioni successive come gli assiri, i babilonesi o gli ittiti oppure resi in lingua accadica o rivisitati in aramaico. Il tenore di questi primi romanzi è di tipo epico-mitologico e in parte storico poichè alcuni di questi raccontano la storia di un personaggio realmente vissuto rendendo la storia al limite del mitologico-avventuroso.

Ci sono opere anche tipicamente ittite come:

Egitto[modifica | modifica wikitesto]

La civiltà egizia scrisse i primi racconti riconducibili al genere del romanzo sui papiri, il tipo di questi racconti è molto vario va dal satiro al mitologico e vari altri:


A differenza delle opere mesopotamiche quelle egizie non si soffermano solo sul genere mitologico-avventuroso ma abbiamo anche il genere erotico (Papiro erotico) o col genere satirico (La casa del tesoro di Rhampsinit) ma si trovano anche filoni sentimentali, politici e fantasiosi.

Dal I millennio a.C. al 476 d.C.[modifica | modifica wikitesto]

Vari collegamenti letterari[modifica | modifica wikitesto]

I racconti mesopotamici e egizi però trovano dei parallelismi in racconti successivi databili ai primi secoli del I millennio a.C. in questo fronte notiamo analogie con i poemi dell' Iliade e dell' Odissea che trovano alcuni riscontri in racconti mesopotamici oppure la genesi in alcune sue parti (la creazione, la torre di babele, il diluvio universale) presenti sia nella Bibbia che in molti racconti orientali, da qui gli studiosi ritengono che i popoli in questione che trattano questi racconti abbiano avuto qualche relazione oppure che i racconti si siano tramandati nel tempo con delle modifiche.

Grecia[modifica | modifica wikitesto]

Tra gli antecedenti del Romanzo secondo alcuni c'è: Ciropedia di Senofonte

Gli scritti denominati successivamente romanzi in Grecia ebberò una fortuna non indifferente:

Elementi comuni alle ultime cinque opere sono la vicenda d'amore la separazione dei due amanti non voluta e il lieto fine. Sul primo ci sono pervenuti solo frammenti mentre gli ultimi cinque sono in prosa e il tempo in cui la storia si svolge non viene mai definito. Mentre nei primi due è centrale la vicenda di amore dei personaggi negli altri tre si trattano anche altre problematiche probabilmente poichè il livello culturale popolare stava crescendo. Per quanto riguarda il periodo dopo il IV secolo viene meno il romanzo poichè l'interesse verte sulle storie dei santi ovvero l'Età dell'ascetismo.

Roma[modifica | modifica wikitesto]

Tra la cultura greca e quella romana c'è sempre stati delle relazioni culturali, l'interesse per il genere romanzo dell'antica grecia deve aver creato un interesse nella cultura romana: l'opera di Cornelio Sisenna che tradusse le Fabula milesia e varie opere di Aristide di Mileto(II secolo a.C. I secolo a.C.) facendo conoscere ai romani alcune opere dei greci. Successivamente Curzio Rufo nel I secolo fece la Storia di Alessandro Magno che unisce un'opera storica con le caratteristiche del romanzesco rendendo fantastiche le gesta del re macedone. Ci sono comunque altre due grandi opere romanzesche di stampo romano e sono:

In queste opere si denota sia l'influenza della cultura greca per esempio nei riguardi dell'amore che ha connotati simili alle opere greche (Amore e Psiche che si trova nelle Metamorfosi), oppure appunto si rincontra il genere satirico che era apparso solo con le opere egiziane. Nel Satyricon si denotano anche qua molti collegamenti col romanzo greco e anche il genere erotico.

Medioevo: Dal 476 d.C. al 1492 d.C.[modifica | modifica wikitesto]

Analisi del periodo[modifica | modifica wikitesto]

Nel medioevo non si denotano romanzi in Europa almeno fino all'anno 1000 con i vari cicli epico cavallereschi intanto anche in altri territori fuori dall'Europa per varie ragioni si stava sviluppando il romanzo.

Europa[modifica | modifica wikitesto]
India[modifica | modifica wikitesto]

In india si sviluppa il romanzo solo a partire dal VI secolo, VII secolo con Dandin autore del primo ciclo di racconti in prosa indiani riconducibili a un romanzo: Dashakumaracarita ( tradotto: le gesta dei dieci principi)

Giappone[modifica | modifica wikitesto]

Il Giappone ci offre, tra il X e XI secolo il testo con una concezione simile al romanzo contemporaneo: Genji monogatari è un vero e proprio romanzo di indagine psicologica eseguita attraverso le storie di un Don Giovanni dell'epoca.

Cina[modifica | modifica wikitesto]

assiro gli annali dei re e il resto copiato dai babilonesi.accadi scrivevano in tavolette fecero: scritti epico mitologici di semi-divinità oltre all'annalistica.babilonesi fecero:costituito da canti epico-mitologici o di guerra (XIX-XVIII secolo a.C.) si ricorda il ciclo di Gilgamesh, per gli egiziani il primo libro che si avvicina al romanzo fu l'opera religiosa che racconta come nascono gli dei egizi :Libro dell'Adorazione di Ra (XVIII dinastia) più recente è il Papiro erotico ( XX Dinastia 1186-1069 a.C.). Ittiti:epico-mitologico; alcuni dei più importanti (poemi di Telipinu, di Kumarbi, di Illuyankash ecc.)sumeri: i resoconti su tavolette oltre che i racconti epico-mitologici.

Francia: i romanzi cavallereschi[modifica | modifica wikitesto]
Cina[modifica | modifica wikitesto]
   * Sumeri-ittiti

Profonda cultura anche qua racconti epico-mitologici

   * Assiro-Babilonesi-Accadici

Annali regi, annali di guerra varie opere epico-mitologiche scrittua cuneiforme in tavolette Epica della creazione, Epopea di Gilgamesh (si parla del diluvio universale biblico) del III-II Millennio a.C. SU TAVOLE CUNEIFORMI IN NUMERO DI 12 (versione standard XIII - XI secolo a.C.) Epopea di Atrahasis (XVIII secolo a.C.) parla anche lui del diluvio Enûma Elish (circa XVIII secolo a.C.) La Discesa di Ištar negli Inferi (II millennio a.C. QUELLE TROVATE) ma si pensa che la prima stesura sia stata più ampia e di origine sumerica La leggenda di Adapa (1700 a.C.)

   * India

Libri Veda:RgVeda tra 2000 a.C E 1700 a.C. FORSE ANCHE ANTERIORE Romanzo propriamente in prosa Dashakumaracarita autore Dandin VI-VII secolo d.C.

   * Egitto

Romanzo in prosa Papiro erotico XX Dinastia 1186-1069 a.C: forse Le avventure di Sinuhe (XII dinastia, ca 2061 a.C.) La casa del tesoro di Rhampsinit Il viaggio di Unamon (XXII dinastia) Papiro di Westcar (ca 2200 a.C.): è suddiviso in cinque racconti che trattano di del re Kheope e dei suoi successori

Mito di Telipinu[modifica | modifica wikitesto]

The Myth Of Telipinu The story of Telipinu is the story of an absent god. Telipinu was in such a hurry to leave that he put his boots on the wrong feet. He was obviously distracted. But what had set him off? Telipinu sets out on foot as a wandering god. What does he do and what does he think of as he walks?

As he leaves, ashes fill the windows, or soot fills the windows, and smoke fills the house. Ashes are everywhere. Also, everywhere space is filled: the gods are crammed into their shrines, sheep are crammed in the fields, and yet despite all the congestion nobody pays attention to anyone else but themselves. And at this point when everything is everywhere and everything is filled to capacity, this is the point when things just stop. Seeds no longer bring forth fruit; animals (including people) no longer breed; the hillsides are bare; trees are bare; pastures are bare; and springs have run dry. A famine exists in the land, and both humans and gods are about to perish from hunger.

And it is at this point, at this dire moment of despair, in which the scene entirely switches. The reader is whisked away to that unreal reality called Heaven (or something similar). And we are told that it was the sun-god who oragnised a gathering of one thousand gods. And the one thousand gods ate and they drank, and yet they could not satisfy their hunger nor their thirst.

At this moment, the unnamed weather-god finally realises that his son, the god Telipinu, is absent from the banquet and has not been seen at all. And straightaway the weather-god jumps to the conclusion that Telipinu must have wandered off in anger and taken all that is good for crops and life with him. Why did the weather-god assume all of this so suddenly? Had similar situations occurred in the past? Had Telipinu done this before? Had Telipinu done or said anything that would cause his father to think this?

All the gods were instructed to search for Telipinu, but I am sure that most of the gods did not look too hard. Eventually, the sun-god sends out an eagle, which should supposedly be able to find the absent god because the eagle can soar to the highest mountains and descend the deepest valleys. The eagle is also instructed to search what is called the darkling swirl of the nether waters. But the eagle returns and reports that it cannot locate the absent god.

The unnamed weather-god discusses the matter with the queen goddess, who is also unnamed. The weather-god heads out himself in search of Telipinu, and he goes to the city where Telipinu dwelt. But though he knocks on the gate to be let in, there was no one there to answer. Therefore, the weather-god smashes his way through the gate, but the text is missing, and when it resumes we are told the weather-god sat down in despair. What did the weather-god experience within the city? Emptiness? Nothing? The absence? And then despair.

At this point the queen goddess sends a bee in search of Telipinu. If the bee is able to successfully locate the absent god, it was instructed to sting Telipinu in his hands and feet. Then the bee must smear wax on him in order to purify and cleanse the absent god. Once all this was carried out, the bee was instructed to return with Telipinu to the queen goddess.

But the weather-god laughs at the queen goddess for thinking that a tiny, little bee could find the absent god; after all, a thousand gods had been unable to locate him. Nonetheless, the queen goddess affirmed that the bee would succeed.

Anyways, the bee flies off and searches all the places the eagle had previously searched (including the darkling swirl of the nether waters), and so, of course, the bee does not find the absent god. But then the bee discovers Telipinu in a grove, in a meadow, beside the city called Lihzina. It is assumed that the angry Telipinu had used up his energy due to his wandering and that the absent god had become tired and fallen asleep.

The bee follows its instructions and stings the absent god's hands and feet. The bee's sting is believed to be capable of awakening the absent god. After being stung, Telipinu's anger quickly returns. Upon being awoken by the bee sting, there follows a "violent" flood: the rivers overflow and homes are swept away. The gods begin to panic when they realise how angry Telipinu is.

And then the text is kinda weird and broken up, and lost. It is fragmented art. But it would appear as if the absent god has finally been found. And yet, just at this moment when the absent god is located, at the moment when the absent god's return is imminent, at that very moment the absent god is in fact still absent. The fragmentary nature of the text breaks up the story before informing the reader what will happen now that Telipinu is awake and still angry, perhaps even angrier than before.

When the text resumes it remains fragmentary, with pieces missing, but it seems to be something which would have been ceremonially recited as a way of purgation for Telipinu's anger. It is assumed that the ceremony is performed by Kamrusepas, who happens to also be a goddess. It is a magical ceremony, and Kamrusepas is said to be a goddess of spells, curses, and incantations. After the goddess performs the cleansing ritual, a human priest performs one too.

And yet after the magical ceremony, Telipinu still appears angry: he travels fast and is accompanied by thunder and lightning. And the dark earth is said to have been in turmoil. Perhaps now Telipinu's anger is pure, or a good anger. Perhaps Telipinu, the absent god, can be compared to Indra, who left after killing the son of Tvashtri. When Indra left, the earth also suffered while he was absent; and he was cleansed ritually of bloodshed by a magician-god named Brahmisapti. Can this be a clue as to why Telipinu left thinking unclearly at the start of the story? Had Telipinu killed someone? Was this what had upset the absent god? Was he troubled by the realisation that his power was capable of destruction? Who might Telipinu have killed? What evil had he committed?

When Telipinu returns, fertility also returns. The bad calamities from the start of the tale are reversed here at the end. This reversal of misfortunes at the ending is similar to the ending of the Book of Job. Perhaps Telipinu is the absent god who Job longs for. Perhaps Job and his wife are the king and queen who Telipinu looks kindly upon as he grants prosperity upon their lives.

Vecchia edizione[modifica | modifica wikitesto]

Il romanzo è un genere della narrativa in prosa, caratterizzato da un testo di una certa estensione.

La parola romanzo deriva dal termine francese antico romanz o roman, che è una abbreviazione della locuzione latina romanice loqui, cioè "parlare in lingua romanza", vale a dire in lingua di derivazione latina.

I primi testi ad essere chiamati "romanzi" appartengono alla letteratura francese delle origini che ancora non si distingue del tutto da quella delle altre nazioni europee che hanno in comune la stessa eredità linguistica e cioè il latino[4].

Il romanzo si distingue dalla novella o racconto per la lunghezza e pertanto anche dalla maggiore complessità, cioè tempi più lunghi, vicende ed ambienti più elaborati, maggior numero di personaggi. Esistono comunque romanzi brevi, così come esistono racconti lunghi.

Deve essere comunque chiarito che, se in italiano, il termine romanzo si riferisce a qualunque narrazione lunga in prosa, in inglese romance sta ad indicare le forme narrative di carattere eroico-mitiche tendenti all'allegoria e in cui si presentano elementi di fantastico, mentre le narrazioni in cui la rappresentazione della vita e la cornice sociale sono realistiche vengono indicate con il termine novel.

Storia del romanzo[modifica | modifica wikitesto]

Sebbene la parola romanzo abbia fatto la sua comparsa in età moderna, caratteristiche del romanzo si ritrovano in numerose opere antiche. Forme primordiali di romanzo sono state rintracciate già duemila anni prima di Cristo in Egitto appartenenti al filone fantastico, sentimentale, politico, satirico. Specialmente in età ellenistica infatti i gusti letterari tesero a narrazioni di vario genere, dall'epico al mitologico, dall'umano al fantastico, caratterizzate da una lunghezza piuttosto limitata a dispetto della tradizione omerica.

In India si possono rintracciare intorno al VII secolo d.C. forme embrionali di romanzo nella letteratura indù.

Il Giappone ci offre, tra il X e XI secolo il testo con una concezione simile al romanzo contemporaneo: La storia di Genji è un vero e proprio romanzo di indagine psicologica eseguita attraverso le storie di un Don Giovanni dell'epoca.

Anche in Cina, intorno al XIV secolo il romanzo diventa un genere popolare ed intorno al XVI secolo viene prodotto il famoso Chin P'ing Mei.

Negli anni che vanno dal XVI secolo al XVII secolo materia della narrazione è il romanzo verosimile e il romanzo si trova in una posizione intermedia tra storia ed epica.

A questo proposito sono d'esempio i romanzi picareschi, con la loro pluralità di scrittura e di riferimento a diversi sottogeneri, come il cavalleresco e l'avventuroso. Il primo vero romanzo di questo periodo è da considerarsi il Don Chisciotte che, grazie alla sua forma che demistifica la tradizione cavalleresca e cortese, rappresenta la prima opera letteraria classificabile come "romanzo" nell'accezione moderna del termine. Ma è solo alla fine del XVII secolo che l'idea di fiction prende piede nella produzione letteraria e così il romanzo comincia a prendere forma e a guadagnare uno spazio tra i generi letterari.

Fu caratteristico del XVII secolo il nascere e diffondersi, soprattutto in Francia, del romanzo, cioè di una letteratura narrativa di ampiezza e complessità assai maggiori della novella e destinata alla lettura, più amena e di svago che letteraria, di un largo pubblico.

I moralisti del tempo lo osteggiarono per lungo tempo (un'ordinanza settecentesca della corona di Spagna, che agiva in pieno accordo con la Chiesa, proibiva la diffusione dei romanzi in tutte le colonie americane a causa della vacuità, della presunta dannosità per i costumi del nuovo genere letterario).

In realtà i primi veri romanzi sono da attribuire alla prima metà del XVIII secolo. Essi si volgono nella direzione dell'epistolario e delle memorie dove la forma narrativa che viene adottata in prevalenza, diventa quella che tende di più all'autenticità e alla verosimiglianza.

Verso la fine del secolo si sviluppa un altro filone tematico che è quello del libertinaggio, che segna una tappa importante nella storia del romanzo settecentesco.

Così rivendicata la qualità del nuovo genere, appare in Inghilterra una nuova fase di rottura e un punto insieme di arrivo e di partenza per tutta la storia letteraria europea.

Quello che cambia in tutta Europa agli inizi del XIX secolo è l'intera società: l'avvento della borghesia e del nazionalismo, di spinte rinnovatrici, catalizza nel romanzo le inquietudini di un'intera epoca, con accenti diversi a seconda del Paese interessato: piace ai lettori dell'epoca il tema dello sviluppo dell'individuo. Gli argomenti-cardine di tutta la narrativa realistica sono la famiglia, le vicende e i rapporti che si realizzano al suo interno e che influenzeranno tutta la letteratura sia in Francia che fuori.

Grande fortuna ha anche il genere del romanzo storico, rappresentato in italiano dal capolavoro di Alessandro Manzoni I promessi sposi. Nell'Italia del XVIII secolo il romanzo ha una vita stentata, sia per ragioni storico-sociologiche, sia per ragioni teorico-estetiche che portavano a guardare con diffidenza a una forma narrativa così diversa da quella tradizionale.

Ancora nella seconda metà del Settecento si assiste al persistere del romanzo ispirato ai modelli stranieri, con le caratteristiche dell'avventura e della completa assenza di problematicità dei personaggi. Nella seconda metà del secolo è importante il fenomeno della letteratura d'appendice che consente al lettore il processo di immedesimazione nella vicenda.

Agli inizi del Novecento nascerà il romanzo sperimentale. Il naturalismo francese influenzerà in Italia il Verismo (Giovanni Verga, Matilde Serao, Grazia Deledda). Il romanzo è, a questo punto, un genere conosciuto e rispettato, almeno nelle sue espressioni più elevate (i "classici"): con il Novecento la forma del romanzo, e più in generale l'intera cultura, è "investita da un vero turbine". Appaiono all'orizzonte culturale e filosofico la psicoanalisi (Italo Svevo), la logica, la linguistica, e anche la tecnica narrativa cerca di adeguarsi.

Dopo aver cercato rifugio nella rappresentazione di classi subalterne (Verismo) oppure di classi alte, il romanzo non può più essere basato sulla relatività ed esso modifica la sua struttura: la trama spesso scompare, non esiste necessariamente una relazione tra la rappresentazione spaziale e l'ambiente, all'andamento cronologico si sostituisce un dissolvimento del percorso temporale e nasce un nuovo rapporto tra il tempo e l'intreccio. Cambia anche la tipologia del personaggio. Termina il mito dell'eroe che viene sostituito dai nuovi antieroi i cui tratti principali sono il senso di frustrazione, la perdita della propria identità, la mancanza di unità psichica, la sensazione di non essere autentici. I protagonisti sono gli inetti, gli uomini, appunto, senza qualità alcuna, gli ammalati fisici e psichici, dei quali spesso si mette in scena l'inutilità dell'azione e della parola.

I problemi per il romanzo del Novecento sono ancora quelli della voce narrante, e al narratore che presenta il punto di vista dominante.

Sottogeneri[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Generi letterari.

Il romanzo, a seconda delle caratteristiche distintive che si rilevano al suo interno, può essere classificato all'interno di svariati generi e, talvolta, sottogeneri o filoni.

Potrà così essere definito:

  • Romanzo di avventura quando le azioni e le vicende prevalgono sopra ogni altro aspetto del contenuto.
  • Romanzo picaresco in cui l'eroe di bassa estrazione si fa strada in un mondo ostile.
  • Romanzo psicologico-intimistico quando emerge in primo piano l'individuo, con i suoi conflitti interiori e, in generale, le sue emozioni e sentimenti, passioni e sensazioni.
  • Romanzo a sfondo sociale se si tratteggia la vita dei ceti sociali economicamente svantaggiati o si denunciano situazioni di sopruso e pregiudizio.
  • Romanzo di ambiente e di costume se si descrivono comportamenti di gruppi sociali e di individui che li rappresentano.
  • Romanzo storico se la vicenda si svolge in un periodo storico ben definito e importante per lo svolgimento dei fatti.
  • Romanzo comico-umoristico quando è condotto con un taglio che sottolinea lo stravolgimento delle situazioni normali e muove il riso.
  • Romanzo giallo (o detective story) se la trama si fonda sulla dinamica delitto-investigazione e suoi ruoli di vittima-assassino-investigatore.
  • Romanzo fantastico (o fantasy) se la trama prevede l'interazione con mondi o caratteri che vanno oltre il reale, spesso fondati in una dimensione a-storica e mitica.
  • Romanzo gotico, se l'ambientazione è generalmente situata in epoca medioevale e i personaggi sono cupi e tormentati, vittime di un destino oscuro che li sovrasta e ne determina la tragica fine o il triste fallimento.
  • Romanzo borghese
  • Romanzo di fantascienza, quando la storia è ambientata in un futuro più o meno prossimo, in cui viene proiettato nella società l'impatto di innovazioni scientifiche e tecnologiche.
  • Romanzo dell'orrore (o horror) se la storia narra di eventi sovrannaturali che coinvolgono i personaggi in eventi e situazioni angoscianti e terribili, volte a creare paura nel lettore.
  • Romanzo di fantapolitica se il tema è l'ipotetica organizzazione di uno stato o le conseguenze di ideologie, con una trasposizione in chiave fantastica, oppure proiettando elementi storici in un ipotetico futuro, o ancora descrivendo una storia alternativa a quella conosciuta (ucronia).
  • Romanzo di spionaggio (spy-story) quando dominano sulla scena i conflitti tra agenti segreti di servizi di vari paesi (spesso CIA e KGB durante la guerra fredda).
  • Romanzo rosa se è orientato al sentimentalismo.
  • Romanzo storico sentimentale quando le vicende sentimentali e romantiche dei personaggi sono collocate in un rigoroso e preciso quadro storico e di costume.
  • Romanzo nero (o noir) se è orientato alla violenza.
  • Romanzo epistolare quando le vicende dei personaggi sono trasmesse con l'espediente del carteggio epistolare.
  • Romanzo in forma di diario quando le vicende dei personaggi sono trasmesse con l'espediente del diario.
  • Romanzo didattico, quando il romanzo è un pretesto per impartire insegnamenti.
  • Romanzo di formazione, quando l'attenzione è rivolta alla evoluzione del personaggio verso la maturità e l'età adulta.
  • Romanzo filosofico quando il romanzo è un pretesto per trasmettere dei concetti filosofici.
  • Romanzo d'appendice, così chiamato perché pubblicato una volta "in appendice", a puntate, sui quotidiani e che dovendo sollecitare la curiosità del lettore fino al numero successivo, presenta una trama ricca di colpi di scena e di episodi ad effetto.
  • Romanzo fiume se affronta, all'interno dello stesso testo, storie lunghissime di intere famiglie o gruppi sociali.
  • Romanzo ciclico se appartiene a un gruppo di romanzi diversi, ciascuno a sé stante, ma legato agli altri dall'ambiente e dai personaggi.
  • Romanzo feuilleton, in origine romanzo pubblicato a puntate su di un quotidiano, spesso basato su forti sentimenti, casi sfortunati e intricate vicende.
  • Nouveau Roman, grosso modo tra gli anni cinquanta e settanta del Novecento.
  • Romanzo d'analisi che mette in mostra tutte le sfaccettature del sentimento e le pulsioni dell'inconscio.
  • Romanzo naturalista e verista, una descrizione oggettiva e quasi fotografica della realtà.
  • Romanzo thriller, caratterizzato da una forte tensione e colpi di scena, può manifestare contemporaneamente peculiarità proprie a più generi quali: azione, giallo, intrigo spy-story e fantapolitica.
  • Iperromanzo, quando l'obiettivo è superare i normali limiti del romanzo, ad esempio realizzando la contemporaneità delle azioni, oppure fornendo al lettore la possibilità di effettuare delle scelte.
  • Romanzo ipertestuale, romanzo realizzato tramite ipertesto o comunque non vincolando la lettura alla sequenzialità delle pagine.
  • Graphic novel, romanzo a fumetti.
  • Metaromanzo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Cfr. Aurelio Roncaglia, "Romanzo". Scheda anamnestica d'un termine chiave, in Strumenti di filologia romanza: Il romanzo, a cura di M. L. Meneghetti, Bologna, Il Mulno, pp. 89-106 [1]
  2. ^ alcuni studiosi soprattutto in riferimento alle origini romanzo inglese preferiscono rintracciare i primi romanzi al XVII secolo mentre altri dal medioevo cavalleresco, soprattutto da parte francese
  3. ^ per sapere le teorie principali sul romanzo vedi http://www.liceoberchet.it/ricerche/stalin/romanzo/barchiesi.htm http://www.scanzo.altervista.org/testi_04_05/romanzo_3.pdf http://www.homolaicus.com/letteratura/romanzo-antico.htm
  4. ^ Cfr. Aurelio Roncaglia, "Romanzo". Scheda anamnestica d'un termine chiave, in Strumenti di filologia romanza: Il romanzo, a cura di M. L. Meneghetti, Bologna, Il Mulno, pp. 89-106 [2]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

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Altre fonti[modifica | modifica wikitesto]

http://www.liceoberchet.it/ricerche/stalin/romanzo/barchiesi.htm http://www.scanzo.altervista.org/testi_04_05/romanzo_3.pdf http://www.homolaicus.com/letteratura/romanzo-antico.htm http://www.unich.it/filosofia/.../etimologia_del_termine_romanzo.ppt

Oriente[modifica | modifica wikitesto]

http://www.ricercaitaliana.it/firb/dettaglio_firb-RBNE01Y5XA.htm

cina[modifica | modifica wikitesto]

http://www.tuttocina.it/tuttocina/letteratura/lettcin.htm http://italian.cri.cn/chinaabc/chapter15/chapter150303.htm http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://en.wikipedia.org/wiki/Jin_Ping_Mei&ei=xTp_TP-FF8bfOOvx3MkO&sa=X&oi=translate&ct=result&resnum=2&ved=0CCIQ7gEwAQ&prev=/search%3Fq%3Dchin%2Bp%2527ing%2Bmei%26hl%3Dit

Francia cavalleresca[modifica | modifica wikitesto]

http://www.inftube.com/letteratura/Il-poema-cavalleresco-Diffusio85928.php

Aiuti[modifica | modifica wikitesto]

Origini[modifica | modifica wikitesto]

Introduzione[modifica | modifica wikitesto]

Scritti più antichi ricollegabili all'evoluzione del romanzo[modifica | modifica wikitesto]

Prime storie narrative orali e poi dal 2200 a.C. scritte sono le storie degli dei indiani Veda (Induismo siamo in India), resi in forma scritta dal 2000 a.C. e assiro gli annali dei re e il resto copiato dai babilonesi.accadi scrivevano in tavolette fecero: scritti epico mitologici di semi-divinità oltre all'annalistica.babilonesi fecero:costituito da canti epico-mitologici o di guerra (XIX-XVIII secolo a.C.) si ricorda il ciclo di Gilgamesh, per gli egiziani il primo libro che si avvicina al romanzo fu l'opera religiosa che racconta come nascono gli dei egizi :Libro dell'Adorazione di Ra (XVIII dinastia) più recente è il Papiro erotico ( XX Dinastia 1186-1069 a.C.). Ittiti:epico-mitologico; alcuni dei più importanti (poemi di Telipinu, di Kumarbi, di Illuyankash ecc.)sumeri: i resoconti su tavolette oltre che i racconti epico-mitologici.

  • Sumeri-ittiti

Profonda cultura anche qua racconti epico-mitologici

  • Assiro-Babilonesi-Accadici

Annali regi, annali di guerra varie opere epico-mitologiche scrittua cuneiforme in tavolette Epica della creazione, Epopea di Gilgamesh (si parla del diluvio universale biblico) del III-II Millennio a.C. SU TAVOLE CUNEIFORMI IN NUMERO DI 12 (versione standard XIII - XI secolo a.C.) Epopea di Atrahasis (XVIII secolo a.C.) parla anche lui del diluvio Enûma Elish (circa XVIII secolo a.C.) La Discesa di Ištar negli Inferi (II millennio a.C. QUELLE TROVATE) ma si pensa che la prima stesura sia stata più ampia e di origine sumerica La leggenda di Adapa (1700 a.C.)

  • India

Libri Veda:RgVeda tra 2000 a.C E 1700 a.C. FORSE ANCHE ANTERIORE Romanzo propriamente in prosa Dashakumaracarita autore Dandin VI-VII secolo d.C.

  • Egitto

Romanzo in prosa Papiro erotico XX Dinastia 1186-1069 a.C: forse Le avventure di Sinuhe (XII dinastia, ca 2061 a.C.) La casa del tesoro di Rhampsinit Il viaggio di Unamon (XXII dinastia) Papiro di Westcar (ca 2200 a.C.): è suddiviso in cinque racconti che trattano di del re Kheope e dei suoi successori

Greci[modifica | modifica wikitesto]

Opere che ispirarono il romanzo[modifica | modifica wikitesto]

Primi romanzi greci[modifica | modifica wikitesto]

Primo vero romanzo iliade (ix secolo a.C.) e odissea (800 a.C.-700 a.C.)

Romani[modifica | modifica wikitesto]

Opere di ispipazione del romanzo[modifica | modifica wikitesto]

Primi romanzi romani[modifica | modifica wikitesto]

Voce Romanzo[modifica | modifica wikitesto]

Il Romanzo è un genere della narrativa, nel significato moderno, in prosa, ma nel medioevo in versi (poema cavalleresco, tra XI e XIII secolo), caratterizzato da una struttura della storia più o meno complessa e da una varietà di personaggi più o meno ampia. I sottogeneri trattati in questo genere letterario sono i più i svariati si passa genere dello storico al fantastico, dal giallo alla lettera[1], perciò è difficile inquadrare i veri lineamenti del romanzo come le sue vere origini.

....

Romanzo: origini etimologiche del termine e i vari significati che assume nelle diverse zone europee[modifica | modifica wikitesto]

La parola "romanzo" origina dalle forme del francese antico romans, romant, roman o romanz[2] e dal catalano[3] romans . Romanz, in particolare, è forma sostantivata dell'aggettivo romanz, che deriva dall'avverbio latino romanice (romanice loqui, cioè "parlare alla romana").

La lingua latina già nella cultura classica era presente il latino usato nei documenti ufficiali (latino letterario) e quello della lingua parlata dai ceti inferiori ma anche dall'aristocrazia e in particolari occasioni anche i clerici (mediolatino o latino medievale[4]) dove ogni territorio dell'Impero ha la sua variante neolatina[4]. Così questo fenomeno linguistico dalla cultura del tempo viene identificato dall'avverbio romanice (o romanice loqui parlare in lingua romana) e a partire dal VI secolo avviene una scissione tra il latino dei scritti e quello parlato che nell' Età carolingia porterà a parlare di romana lingua (spesso chiamata rustica romana lingua)[5] :

«ut...homilias...transferre in rusticam romanam linguam aut theotiscam»

mentre il ceppo barbarico era indicato complessivamente come teudisca lingua:

«Ludhovicus romana, Karolus vero teudisca lingua»

Poichè la lingua volgare non veniva usata in nessun ambito letterario alto, ma solo in ambito divulgativo di cui alcuni esempi sono i giuramenti di Strasburbo, l'indovinello veronese (tra VIII al IX secolo):

«Se pareba boves, alba pratilia araba, et albo versorio teneba; et negro semen seminaba. Gratias tibi agimus omnipotens sempiterne Deus»

e il Placito capuano non si hanno molti documenti per osservare le modifiche del termine[8], in particolare nelle forme del francese antico declinanti di romans, romant, roman o romanz[9]. Romanz, in particolare, è forma sostantivata dell'aggettivo romanz, che deriva dall'avverbio latino romanice che si presentano in varie opere divulgative volgari del XI e del XII secolo, dove troviamo le varie variati:

«A la simple gent
ai fait simplement
un simple sermun
nel fis as lettrez
car il unt asez
escriz e raisun.
Por icel enfantz
lo fis en romanz
qui ne sunt letrè:
car mielz enterdrunt
la langue dont sunt
des enfances usè»

«Da come parlate il volgare mi sembrate francese.[10]»

dove romanz s'applicò inizialmente al volgare "preso in blocco"[11] Quando invece Brunetto Latini, esule fiorentino in Francia, sente di specificare a proposito del suo Tresor

«E se qualcuno domandasse perché questo libro è scritto in volgare alla maniera dei francesi, mentre noi siamo italiani, dirò che è per due ragioni: primo perché mi trovo in Francia, secondo perché questa lingua è più gradevole e più accessibile a tutti.[10]»

non parla di una sola lingua romanz, ma di due, quella selonc le raison de France e quella che Dante e Boccaccio avrebbero indicato come "volgare" (intendendo con ciò distinguere dal latino una lingua neolatina).

A partire dal XII secolo in Francia romanz e le varie varianti (tra cui romans) indicano anche particolari opere narrative in lingua volgare derivate da opere liriche in latino:

«Mais or puis ico long ico lunge penser, livres escrire e traslater faire rumanz e serventeis»

Sino a indicare nel medesimo secolo col termine romans sia canzoni di gesta (francese: chanson de geste) che il romanzo dove a partire dal XIII secolo assistiamo a una separazione sempre più marcata dei due generi poesia/romanzo. Come termine si afferma sempre di più roman.

Questo genere in prosa si viene quasi subito a diffondere anche in Italia sempre nel XIII secolo, infatti già Dante e poi Petrarca utilizzarono il termine italiano romanzo identificando la "narrazione in prosa"[6]:

«Versi d'amore e prose di romanzi»

«sogno d'infermi e fola di romanzi»

Nel XV-XVI secolo il termine roman indica un opera narrativa, in versi o in prosa cavalleresco-avventuroso erioco amoroso-pastorale che si concentrano sull'analisi e evoluzione dell'eroe.

Nel XVII secolo roman indica il romanzo moderno vicino a come noi lo conosciamo[13].

È comunque al francese che più specificamente è stato applicato il termine romanz ed è il francese la lingua che ha lasciato sul termine la sua impronta fonetica.È comunque al francese che più specificamente è stato applicato il termine romanz ed è il francese la lingua che ha lasciato sul termine la sua impronta fonetica.[11] I diversi destini del termine hanno anche modellato le diverse "vite" del romanz inteso come genere letterario nelle diverse lingue neolatine e in lingua inglese. romance nella concezione iberica non si modifica nel termine ma è una composizione dotata di uno specifico metro, un poema che discende dalla tradizione orale, nella lingua catalana[3] romance si tramuta romans per poi diventare in epoca moderna romanso, mentre il termine romance in inglese sta ad indicare le forme narrative di carattere eroico e mitico, propense all'utilizzo dell'allegoria e densamente affollate di elementi fantastici, mentre le narrazioni in cui la rappresentazione della vita e la cornice sociale sono realistiche vengono invece indicate con il termine novel .




Significato che ha assunto nei diversi territori[modifica | modifica wikitesto]

Spagnolo[modifica | modifica wikitesto]

francese[modifica | modifica wikitesto]

inglese[modifica | modifica wikitesto]

italiano[modifica | modifica wikitesto]

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Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dizionario corriere.it, Dizionario Sapere.it
  2. ^ La -z finale, sorta per ragioni etimologiche come continuazione della c di romanice, è stata poi sentita come morfema segnacaso: da romanz, sentito come nominativo, discese un romant accusativale. Con la crisi del sistema della declinazione finì per prevalere la forma romant. Perdendosi però il valore fonetico della -t finale, questa finì per scomparire e roman sarà la forma corrente a partire dal XVI secolo (cfr. Aurelio Roncaglia, "Romanzo". Scheda anamnestica d'un termine chiave, p. 3).
  3. ^ a b Dizionario etimologico online
  4. ^ a b Baldi, 1999, op cit pp 12 e 28
  5. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore ferroni56
  6. ^ a b c d Slide riassuntive sull'evoluzione del termine romanzo
  7. ^ Baldi, 1999, op cit pp 28-29
  8. ^ Baldi, 1999, op cit p 28
  9. ^ La -z finale, sorta per ragioni etimologiche come continuazione della c di romanice, è stata poi sentita come morfema segnacaso: da romanz, sentito come nominativo, discese un romant accusativale. Con la crisi del sistema della declinazione finì per prevalere la forma romant. Perdendosi però il valore fonetico della -t finale, questa finì per scomparire e roman sarà la forma corrente a partire dal XVI secolo (cfr. Aurelio Roncaglia, "Romanzo". Scheda anamnestica d'un termine chiave, p. 3).
  10. ^ a b Traduzione di Aurelio Roncaglia, cit., p. 1.
  11. ^ a b Roncaglia, cit., p. 2.
  12. ^ Aurelio Roncaglia, "Romanzo". Scheda anamnestica d'un termine chiave, p. 6
  13. ^ (cfr. Aurelio Roncaglia, "Romanzo". Scheda anamnestica d'un termine chiave, p. 3)

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]