Utente:Margherita/Bozze estive di Paola-1

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'Vi penserò e mi mancherete tutti e quanti'





Durante le vacanze cercherò di scrivere le seguenti schede libro:

  • completo l'articolo su Adorno e tolgo lo stub


Letteratura italiana


Nota bene:


La nascita della letteratura italiana canonicamente si fa risalire alla seconda metà del XII secolo con la diffusione, all'interno di circuiti assai privati e modesti, di quei manoscritti di carattere religioso, ma anche laico e giocoso, ad uso della comunità religiosa e laica, ma sempre ad un alto livello della scala sociale (p.es. i notai).

Ciò che infatti ci permette di parlare di una letteratura italiana è la lingua.

La letteratura italiana si compone di tutte quelle opere manoscritte e a stampa in lingua italiana che, come si è detto, a partire dal XII-XIII secolo si sono sviluppate in Italia, fino ai nostri giorni.

La letteratura italiana affonda le sue radici in tempi molto antichi e, come per tutte le lingue neolatine o romanze (italiano, francese, spagnolo, portoghese, rumeno, dialetti e lingue ladini del Friuli, del Trentino e dei Grigioni, Sardo) viene fatta derivare dal latino.

Essa nasce in ritardo rispetto ad altre letterature europee perché molto ancorata alla conservazione del latino .

Le origini e il Duecento[modifica | modifica wikitesto]

Nascita del volgare[modifica | modifica wikitesto]

La forma meno colta del latino, cioè il latino volgare, diede origine alle forme neolatine, fra le quali la lingua italiana.

Tra i più antichi documenti in volgare italiano sono da annoverare l' Indovinello veronese ritrovato nel 1924 nella biblioteca capitolare di Verona e datato fra i secoli VII e IX ; i Placiti campani datati 960-963; l' Iscrizione di San Clemente che risale all' XI secolo e il Ritmo di Travale del 1158.

Tra i primi documenti letterari del volgare si ricorda il testo giullaresco nominato il Ritmo laurenziano che si fa risalire fra il il1151 e il 1157, il Ritmo cassinese e il Ritmo di Sant'Alessio che risalgono alla fine del XII secolo. Ma tra i più belli è da ricordare il Cantico di Frate Sole, o Cantico delle creature scritto da San Francesco intorno al 1225.

L'influenza franco-provenzale[modifica | modifica wikitesto]

La letteratura italiana delle origine risentì molto dell'influsso francese essendo considerata la Francia, nei secoli XI e XII, il centro della cultura d'Europa. Soprattutto la letteratura di lingua d'oc che si sviluppo in Provenza dando l'avvio a una grande produzione di poesia d'amore ad opera dei trovatori influenzarono la lirica siciliana.
Tra i più noti trovatori italiani che scrissero in lingua occitanica vi fu Sordello da Goito che scrisse il Compianto in morte di ser Blacatz nel 1236.

La scuola siciliana[modifica | modifica wikitesto]

Intorno al 1230 sorse intorno all'imperatore e re di Sicilia Federico II la scuola siciliana che portò avanti la sua attività letteraria per circa un trentennio concludendosi nel 1266 con il figlio di Federico,Manfredi, morto nella battaglia di Benevento. Il tema dominante nei poeti siciliani fu quello dell'amore e le forme di questa poesia sono la canzone, la canzonetta e il sonetto.

Oltre allo stesso re Federico II e ai suoi due figli Enzo e Manfredi che si dedicarono all'attività poetica, molti furono i poeti siciliani tra i quali, il più significativo e citato da Dante nel XXIV canto del Purgatorio come il fondatore della scuola, fu Jacopo da Lentini che scrisse uno dei più ricchi canzonieri di quel periodo e diede la prima definizione dell'amore nella letteratura italiana. "Amor è un desio che ven da core/ per abondanza di gran piacimento".

Si ricorda inoltre Guido delle Colonne del quale sono pervenute cinque canzoni, Pier della Vigna di Capua nominato da Dante nel XIII canto dell'Inferno, Rinaldo d'Aquino, Giacomo Pugliese, Stefano Protonotaro da Messina al quale dobbiamo l'unica composizione conservata in lingua originale siciliana.

Annoverato da molti critici come poeta appartenente alla scuola siciliana vi fu anche Cielo d'Alcamo che scrisse il famoso contrasto Rosa fresca aulentissima.

La poesia prestilnovistica[modifica | modifica wikitesto]

I temi che avevano caratterizzato la scuola siciliana si spostano, al tempo dei liberi Comuni, in Toscana dando luogo a una scuola che si può definire siculo-toscana dove trovarono spazio, accanto ai temi amorosi, i temi politici.

Accanto a questa scuola si svilupparono, in Toscana e anche in Umbria, un genere di poesia giocosa e realistica, mentre nell' Italia settentrionale nacque un' interessante letteratura in volgare che vuole avere fini didattici e che si accompagna alle esperienze popolari e giullaresche che venivano prodotte in quel tempo dai cantori girovaghi.

La scuola cortese toscana[modifica | modifica wikitesto]

Il principale esponente della corrente poetica siculo-toscana, fu Guittone d'Arezzo (circa 1230 - 1294)del quale rimane la raccolta di Rime composta da 50 canzoni e 239 sonetti che comprende nella prima parte i temi di carattere amoroso e i temi politici, mentre nella seconda, dove l'autore si presenta come Fra Guittone in seguito alla sua crisi religiosa, dominano gli insegnamenti morali e spirituali. Sempre da attribuire a Guittone d'Arezzo è un Trattato d'amore in 12 sonetti e circa una trentina di Lettere. Tra i poeti più interessanti della scuola di Guittone, rimane il lucchese Bonagiunta Orbicciani al quale Dante nel canto XXV del Purgatorio affida il compito di definire il nuovo modo di poetare con il nome di stilnovo. Nacquero nel contempo, a Pistoia, a Pisa e Firenze, altre scuole che si rifacevano in modo più o meno rigoroso a Guittone. Si ricordano Chiaro Davanzati che nel suo Canzoniere anticipa i motivi dello stilnovo, il guelfo Monte Andrea al quale si deve il più valido trobar clus fiorentino e Dante da Maiano che scrisse un Canzoniere in uno stile intermedio tra quello siciliano e quello guittoniano.
Non è stata provata la storicità della poetessa Compiuta Donzella alla quale vengono attribuiti, da un solo codice, tre sonetti.

La poesia comico-realista[modifica | modifica wikitesto]

Verso la metà del Duecento si diffonde in Umbria e in Toscana, una poesia a carattere giocoso e realista dove il gusto dell'invettiva, della ribellione e della comicità vanno a sostituire quello della bellezza ideale.
Tra le figure letterarie di rilievo fu Rustico di Filippo che ha lasciato 58 sonetti nei quali si avverte la lezione siculo-guittoniana ma anche originali temi legati al genere comico, Neo de' Tolomei autore di alcuni sonetti a carattere caricaturale e il giullare aretino Cenne della Chitarra che scrisse canzoni ispirate alla vita rustica.
Ma i due poeti più significativi della poesia comico-realistica furono Folgore da San Giminiano e Cecco Angiolieri.

La poesia nell'Italia settentrionale[modifica | modifica wikitesto]

Nell'Italia settentrionale nasce intanto una interessante letteratura volgare a carattere didattico che si ispira sia alla tradizione provenzale che comprende l'enueg (ciò che produce fastidio)e il plazer (ciò che produce piacere), sia alla tradizione biblico-apocalittica, cioè alla letteratura escatologica dei secoli XII e XIII.
Tra i più rappresentatici autori si ricorda il cremonese Gherardo Patecchio, che scrisse un poemetto di ammaestramenti morali intitolato Slanamento de li proverbi de Salamone e un elenco in endecasillabi sui fastidi della vita dal titolo Noie, Uguccione da Lodi autore di un Libro composto in lingua veneta e in lasse monorime di versi alessandrini che tratta del giudizio divino, Giacomo da Verona che scrisse in dialetto veronese un poemetto diviso in due parti, De Ierusalem celesti e De Babilonia civitate infernali che vengono annoverati tra le fonti della Divina Commedia di Dante.
Ma tra i più validi e importanti scrittori del secolo XIII che scrissero in dialetto lombardo si ricorda Bonvesin de la Riva per i suoi poemetti legati a esigenze didattiche, i suoi contrasti di carattere allegorico, ma soprattutto per il Libro delle tre scritture composto circa nel1274, diviso in tre parti che ha come tema l'Inferno (scrittura nigra), la Passione di Cristo (scrittura rubra), il Paradiso (scrittura aurea). Il testo viene ritenuto il primo della letteratura in volgare lombarda e l'autore considerato tra i precursori di Dante.

La poesia popolare e giullaresca[modifica | modifica wikitesto]

Nella seconda metà del Duecento si diffonde nell'Italia del nord una letteratura in volgare in forma di ballata, solitamente anonima, dovuta soprattutto ai giullari costituita da lamenti di giovani fanciulle che vogliono maritarsi, di donne mal maritate, di canti nuziali.
Da Mantova ci perviene una canzone anonima per danza, mentre da Milano o da Pavia il primo esempio disatira in volgare contro il villano intitolato il Detto di Matazone da Caligano.
Dal Veneto ci perviene invece il Lamento della sposa padovana e dall'Emilia e dalla Romagna diversi sirventesi di argomento politico-cittadino.
Dalla Toscana ci pervengono tre componimenti: una tenzone di argomento politico, una parodia della Passione e un sermone epitaffio attribuite al giullare Ruggiero Apugliese.

La poesia religiosa[modifica | modifica wikitesto]

Si usa collocare nel 1260 la vera nascita della lirica religiosa al tempo in cui nacque a Perugia, sotto la guida di Raniero Fasani, la confraternita dei Disciplinati che usava come mezzo di espiazione la flagellazione pubblica. Il rito veniva accompagnato da canti corali che avevano come schema la canzone a ballo profana. Attraverso le laude, liriche drammatiche, pasquali o passionali secondo l'argomento religioso trattato, il movimento si diffuse in tutta l' Italia del Nord stabilendone il centro a Perugia e ad Assisi. Ma è il Cantico di Frate Sole o Cantico delle creature di san Francesco d'Assisi ad essere considerato il più antico componimento in volgare italiano mentre solamente con Jacopone da Todi la lauda assunse una dimensione artistica.

La prosa[modifica | modifica wikitesto]

Il peso della prosa latina è ancora molto forte in questo periodo per cui la prosa in volgare, rispetto alla poesia ,subì un certo ritardo.
Il primo a fornire i nuovi modelli per il volgare fu il grammatico bolognese Guido Faba che comprese l'importanza che la lingua volgare stava acquisendo nella vita quotidiana e in quella politica.
Nel corso del Trecento si forma una raccolta di novelle scritte in volgare fiorentino, di aurore anonimo, intitolato il Novellino con finalità morali e pedagogiche.
Tra gli altri prosatori in volgare di questo periodo si ricordano Salimbene da Parma, un frate francescano, che scrisse numerose cronache in un latino colto e nello stesso tempo popolare che accoglieva anche numerose forme di dialetto Lombardo ed emiliano; Iacopo da Varazze, frate domenicano diventato nel1292 vescovo di Genova che scrisse in latino una raccolta che venne presto diffusa in versione volgarizzata; Brunetto Latini, senza dubbio la figura principale tra i prosatori duecenteschi che scrisse in lingua d'oil il Tesoro ( Li livres dou Trésor) un testo enciclopedico che tradotto in seguito in volgare ebbe due versione e che Dante considerò una fonte preziosa per la sua Commedia citandolo come maestro ideale nel XV canto dell'Inferno e il Tesoretto ricalcando il modello del «Roman de la rose»; Bono Giamboni compilò un'opera a carattere allegorica-didascalica, Il libro de' vizi e delle virtù creando la prima opera dottrinale autonoma.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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