Pokémon Cristallo

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Pokémon Versione Cristallo
videogioco
Copertina dell'edizione statunitense del gioco
Titolo originaleポケットモンスター クリスタルバージョン
PiattaformaGame Boy Color
Data di pubblicazioneGiappone 14 dicembre 2000[1]
29 luglio 2001[2]
Zona PAL 2 novembre 2001[3]
30 settembre 2001
GenereVideogioco di ruolo
OrigineGiappone
SviluppoGame Freak, Creatures Inc.
PubblicazioneNintendo
DirezioneSatoshi Tajiri, Jun'ichi Masuda
ProduzioneSatoru Iwata, Satoshi Yamamoto, Shigeru Miyamoto, Tsunekazu Ishihara
DesignSatoshi Tajiri
ProgrammazioneShigeki Morimoto, Tetsuya Watanabe, Takenori Ohta
Direzione artisticaKen Sugimori
SceneggiaturaJun'ichi Masuda, Koji Nishino, Toshinobu Matsumiya
MusicheJun'ichi Masuda, Morikazu Aoki, Go Ichinose
Modalità di giocoGiocatore singolo e Multiplayer
SupportoCartuccia
Fascia di etàACB: G8+ · ESRBE · OFLC (AU): G8+ · PEGI: 3
SeriePokémon
Preceduto daPokémon Oro e Argento
Seguito daPokémon Rubino e Zaffiro

Pokémon Versione Cristallo[4] (ポケットモンスター クリスタルバージョン?, Poketto Monsutā Kurisutaru Bājon) è un videogioco di ruolo della serie Pokémon pubblicato dalla Nintendo per Game Boy Color. Settimo gioco della serie sviluppata dalla Game Freak, Pokémon Cristallo è il terzo ed ultimo titolo della seconda generazione, introdotta in Pokémon Oro e Argento. I videogiochi seguenti, Pokémon Rubino e Zaffiro, verranno pubblicati nel 2002 per Game Boy Advance.

Al contrario dei titoli precedenti, Pokémon Cristallo non può essere eseguito su Game Boy.[5][6] Il videogioco è compatibile con Pokémon Stadium 2 per Nintendo 64.[4]

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Come Pokémon Giallo che riprende la storia di Pokémon Rosso e Blu, anche la trama di Pokémon Cristallo è condivisa con quella dei suoi predecessori.[2][5][6] Al contrario delle versioni Oro e Argento, in Cristallo è possibile impersonare un personaggio femminile, mentre nei titoli precedenti il giocatore vestiva esclusivamente i panni di un ragazzo.[4][7] Il videogioco è ambientato nelle regioni di Johto e Kanto.[8] Al contrario dei precedenti titoli la trama è più incentrata sul Pokémon leggendario Suicune, con l'introduzione del personaggio di Eugenius.[9]

Il protagonista vive a Borgo Foglianova, sede del laboratorio del Professor Elm, in compagnia della madre. Il suo sogno è quello di diventare allenatore di Pokémon e sfidare la Lega Pokémon, una volta ottenute le otto medaglie nelle rispettive palestre della regione di Johto.[10] Un giorno viene convocato dallo scienziato che gli affida un compito: recarsi da Mr. Pokémon, prelevare l'Uovo Misterioso e riportarlo al laboratorio dove potrà essere studiato da Elm e dai suoi assistenti. Per svolgere questo compito permetterà al protagonista di scegliere uno dei Pokémon iniziali della regione di Johto: Chikorita, Cyndaquil o Totodile.[11] Una volta giunto nello studio di Mr. Pokémon il protagonista otterrà il Pokédex direttamente dalle mani del suo inventore, il Professor Oak. L'uovo ottenuto da Mr. Pokémon verrà in seguito affidato al protagonista e, una volta schiusosi, si rivelerà contenere un esemplare di Togepi.[11]

Lo scopo del protagonista sarà sfidare i capipalestra della regione di Johto, sconfiggendo il Team Rocket e il suo rivale, un ragazzo che ha rubato uno dei Pokémon del Professor Elm (Silver).[12][13] La missione secondaria sarà quella di completare il Pokédex, composto da 251 Pokémon, alcuni dei quali assenti nella versione Cristallo.[6]

Una volta ottenute otto medaglie, è possibile accedere all'Altopiano Blu per sfidare la Lega Pokémon composta dai Superquattro e dal Campione Lance.[14] Sconfitto Lance sarà possibile raggiungere il porto di Aranciopoli mediante l'M/N Acqua per catturare altre specie di Pokémon e sfidare gli otto capipalestra di Kanto, ultimo dei quali Blu nella palestra di Smeraldopoli.[10]

Una volta che il protagonista ha acquisito 16 medaglie potrà accedere al Monte Argento e sfidare l'allenatore Rosso.[15]

Modalità di gioco[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Modalità di gioco di Pokémon.
Schermata di gioco
Immagine di gioco: il personaggio giocante (che per la prima volta può essere di sesso femminile) si trova davanti alla Torre Lotta, edificio di Johto non presente nei precedenti titoli.

Il videogioco riprende le caratteristiche comuni a tutti i titoli delle serie Pokémon, come la grafica bidimensionale con vista dall'alto, a cui sono state aggiunte migliorie grafiche ed effettuate modifiche ambientali. Tra le località rinnovate figurano le Rovine d'Alfa, la Via Gelata e la Torre Bruciata. È stato inoltre eretta la Torre Lotta, in cui il giocatore può organizzare sfide simili a quelle di Pokémon Stadium.[16][17]

Come in Oro e Argento è possibile effettuare scambi con i videogiochi Pokémon Rosso e Blu e Pokémon Giallo. Alcuni Pokémon tuttavia apprendono mosse differenti rispetto alle versioni precedenti.[18]

Tra le altre novità introdotte nel gioco si possono citare la possibilità di catturare i tre Pokémon leggendari Raikou, Entei e Suicune (quest'ultimo all'interno della Torre di Latta) indipendentemente dal Pokémon scelto come starter, l'Esperto Mosse e le animazioni dei Pokémon prima degli scontri. È stato inoltre aggiunto un nuovo programma radio al PokéGear, il Password Show di Buena.[19] È inoltre possibile scegliere il sesso del protagonista.[6]

Nella versione giapponese di Pokémon Cristallo è inoltre possibile ottenere il leggendario Celebi tramite il Pokémon Mobile System GB (ポケモンモバイルシステムGB?) utilizzando il Mobile Adapter GB (モバイルアダプタGB?).[20] La periferica permetteva di collegare il Game Boy Color ad un telefono cellulare.[21]

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Pokémon Cristallo è stato ben accolto dalla critica, anche se molti commentarono che non ci fossero abbastanza nuove aggiunte e funzionalità per distinguerlo in modo significativo da Pokémon Oro e Argento. Craig Harris di IGN ha dichiarato: "L'edizione finale (si spera) per Game Boy Color è sicuramente la versione da ottenere se non sei già uno dei ennesimi miliardi di possessori dei giochi precedenti, con i lievi aggiornamenti di Cristallo al design e alla grafica. Ma non c'è molto in questa edizione che lo renda un "must buy" per chi possiede già una o due copie delle edizioni precedenti".[22]

Pokémon Cristallo è stato il secondo gioco per Game Boy Color più venduto in Giappone, con 1 871 307 copie vendute.[23] Ha venduto quasi 6,4 milioni di unità in tutto il mondo.[24]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (JA) 概要|ポケットモンスターオフィシャルサイト
  2. ^ a b (EN) Pokémon Crystal Version (US)
  3. ^ (EN) Pokémon Crystal Version (UK)
  4. ^ a b c Pokémon Versione Cristallo
  5. ^ a b Pellard, p. 6, Coming in Crystal Clear
  6. ^ a b c d (EN) Craig Harris, Pokémon Crystal, Nintendo offers up one last hurrah for the Pocket Monsters on the Game Boy Color, su ign.com, IGN, 30 luglio 2001. URL consultato il 9 luglio 2013.
  7. ^ Pellard, p. 11, Choose your Trainer
  8. ^ Pellard, p. 4.
  9. ^ Pellard, p. 10, Secrets of Suicune Revealed
  10. ^ a b (EN) Pokémon Crystal - Gym Leaders da Serebii.net
  11. ^ a b (EN) Pokémon Crystal - Gift Pokémon da Serebii.net
  12. ^ (EN) Pokémon Crystal - Team Rocket da Serebii.net
  13. ^ (EN) Pokémon Crystal - Rival Battles da Serebii.net
  14. ^ (EN) Pokémon Crystal - Elite Four da Serebii.net
  15. ^ (EN) Pokémon Crystal - Trainer Red da Serebii.net
  16. ^ Pellard, pp. 161-164, Battle Tower
  17. ^ (EN) Pokémon Crystal - Battle Tower da Serebii.net
  18. ^ Pellard, pp. 12-13, New Abilities in Crystal
  19. ^ Pellard, p. 11, Radio Rewards
  20. ^ (EN) Pokémon Crystal - Mobile System GB da Serebii.net
  21. ^ (JA) 任天堂マガジン表紙・2001年1月号(No.29) Archiviato il 20 aprile 2020 in Internet Archive.
  22. ^ Craig Harris, Pokemon Crystal Version Review, su IGN, 30 luglio 2001. URL consultato il 5 luglio 2008 (archiviato dall'url originale il 16 agosto 2012).
  23. ^ (JA) 【GBC20周年企画(2)】いちばん売れたゲームボーイカラー専用ソフトは『遊☆戯☆王DM4』! では2位は? GBC専用ソフト販売ランキングTOP10!, su Famitsū, Enterbrain, 21 ottobre 2018, p. 1. URL consultato il 21 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 3 giugno 2019).
  24. ^ Top 10 of Everything 2017, London, England, Hachette UK, 6 ottobre 2016, p. 115, ISBN 978-0600633747. URL consultato il 25 aprile 2017.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]