Bianconeri - Juventus Story

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Bianconeri - Juventus Story
Un screenshot tratto dal trailer del documentario
Titolo originaleBlack and White Stripes: The Juventus Story
Lingua originaleinglese, italiano[1]
Paese di produzioneStati Uniti d'America, Italia
Anno2016
Durata129 min
Dati tecniciB/N e a colori
Generedocumentario, biografico, drammatico
RegiaMarco La Villa, Mauro La Villa
ProduttoreMarco La Villa, Mauro La Villa, Damien Mastroprimiano
Produttore esecutivoJames Biberi, Lapo Elkann, David Franzoni
Casa di produzioneEastern Canal Film Co.
Distribuzione in italianoNexo Digital S.r.l., Good Films S.r.l.
MontaggioFivel Fingus
MusicheEnnio Morricone
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Bianconeri - Juventus Story (Black and White Stripes: The Juventus Story) è un film documentario indipendente del 2016 diretto da Marco e Mauro La Villa.[1]

Il film ripercorre la storia che ha dato origine al sodalizio imprenditoriale più antico e duraturo dello sport italiano[2] e che lega, fin dal 1923, la società calcistica Juventus Football Club di Torino alla famiglia Agnelli.

La voce narrante del film, in lingua originale, è dell'attore vincitore del Premio Oscar F. Murray Abraham mentre, nella versione in lingua italiana, è di Giancarlo Giannini.[3]

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Prendendo spunto da una frase dello storico patron della Juventus, Gianni Agnelli,[4] su quale squadra, tra le cosiddette «tre grandi» del calcio italiano, fosse arrivata per prima a cucirsi sulla maglia la prossima stella — «La vera gara tra noi e le milanesi [l'Inter e il Milan, ndr] sarà tra chi arriverà prima: noi a mettere la terza stella, loro la seconda»[5] —, il documentario ripercorre trent'anni di storia bianconera, dagli anni 1980 agli anni 2010.

Nella prima parte, viene analizzata la stagione 1981-82,[6] dove la Juventus conquista lo «scudetto della seconda stella» grazie alla vittoria al fotofinish per merito del nazionale irlandese Liam Brady.[7] Viene poi narrata l'ascesa dei bianconeri ai vertici del calcio internazionale durante gli anni 1980, 1990 e 2000, fino alla retrocessione d'ufficio nel campionato cadetto in seguito ai verdetti della giustizia sportiva riguardanti lo scandalo del calcio italiano del 2006.

Liam Brady trasforma sul campo del Catanzaro il rigore che, a un quarto d'ora dal termine del campionato 1981-82, valse ai bianconeri il ventesimo scudetto: da qui parte il racconto di Bianconeri. Juventus Story.

Nella seconda parte, invece, viene analizzato il ritorno in Serie A e l'ulteriore rinascita e modernizzazione del club a livello sportivo-finanziario. Viene spiegato come questo cambiamento sia avvenuto per merito della nuova generazione della famiglia Agnelli che dopo la morte dell'Avvocato e del fratello Umberto, ex presidenti della Juventus e della FIAT, ha preso in mano la gestione della società riportandola ai fasti del passato. Viene anche spiegato come nel suo nuovo corso la Juventus abbia saputo conseguire nuove e importanti vittorie come quella del trentesimo titolo nazionale, simboleggiata con la terza stella, o quella della stagione 2015-16, grazie alla quale la squadra ha centrato per la prima volta la cosiddetta tripletta tricolore.[8]

Nel corso del documentario vengono inoltre ripercorsi episodi non strettamente sportivi ma legati comunque alla squadra come, ad esempio, la visita alla Casa Bianca nell'agosto 1983 durante una tournée estiva in Nordamerica.[9][10] Vengono anche riproposte le vicende socio-culturali che si sono svolte in Italia e soprattutto a Torino in quegli anni,[11] e che di conseguenza hanno coinvolto la famiglia Agnelli e la Juventus.[1]

Mediante alcune interviste prendono parte al racconto: Ginevra, John e Lapo Elkann, il presidente della Juventus Andrea Agnelli, alcuni allenatori bianconeri come Giovanni Trapattoni, Marcello Lippi e Antonio Conte, giocatori come Alessandro Del Piero, Gianluca Pessotto, Gianluigi Buffon, Andrea Pirlo e Arturo Vidal, i vincitori del Pallone d'oro Pavel Nedvěd e Michel Platini ma anche personalità istituzionali come l'ex segretario di stato degli Stati Uniti e Premio Nobel per la pace Henry Kissinger.[12]

«Dopo la prima fase di ricerche, era chiaro che la famiglia Agnelli sarebbe stata protagonista: c'è un legame tra gli Agnelli e la squadra che non esiste in nessun'altra parte del mondo e in nessun altro sport.»[13]
(Marco e Mauro La Villa, 2016.)

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Realizzato dai cineasti newyorkesi Marco e Mauro La Villa,[1] e prodotto, tra gli altri, dallo sceneggiatore statunitense David Franzoni, il film è stato presentato in anteprima mondiale il 30 settembre 2016 allo Juventus Stadium di Torino.[14] È stato distribuito in Italia da Nexo Digital e Good Films in collaborazione coi media partner Radio Deejay, Corriere dello Sport – Stadio, Tuttosport e adidas in oltre trecento sale cinematografiche nazionali il 10, l'11 e il 12 ottobre del citato anno.[11]

Promozione[modifica | modifica wikitesto]

In occasione del 30º Sundance Film Festival, i registi organizzarono l'esibizione fotografica The Art of Black and White Stripes: Photography Edition, con in mostra 450 immagini inedite inerenti alla produzione del docufilm,[1][15] presentata a Park City, Utah, il 18 gennaio 2014.[16] Alla stessa maniera, durante la cosiddetta «stagione dei Premi Oscar», fu presentato un dibattito al Chateau Marmont sulla computer grafica tridimensionale usata sullo schermo, mentre un evento svolto nel sobborgo newyorchese di TriBeCa offrì un maggior approfondimento sulla colonna sonora curata da Ennio Morricone.[1] Inoltre, una prima versione del documentario fu presentata in anteprima nel luglio 2015 a New York, durante la settima edizione del Kicking + Screening Soccer Film Festival,[17] mentre in precedenza estratti di lavorazione erano stati mostrati in Brasile, nel festival dedicato al calcio realizzato in occasione del campionato del mondo 2014.[1]

La promozione su internet è stata curata, principalmente, da un sito web interamente dedicato al docufilm, dove sono stati inseriti tutti i trailer ufficiali dedicati all'evento oltre al calendario completo della programmazione nei cinema italiani.[18]

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Il film ha riscosso un grande successo al cinema incassando, nei soli tre giorni di programmazione infrasettimanale (lunedì, martedi e mercoledì), circa 944 000 euro con un numero di presenze pari a 93 500 spettatori; grazie a questi numeri ha stabilito un record per gli eventi speciali da 3 giorni.[19][20]

Altri media[modifica | modifica wikitesto]

Contemporaneamente all'uscita del documentario, il 6 ottobre 2016 è stato pubblicato un libro omonimo di 352 pagine, scritto dai fratelli La Villa e pubblicato dalla casa editrice Rizzoli. L'opera ripercorre l'intera storia del club e presenta anche ulteriori aneddoti legati al documentario, oltreché materiale inedito proveniente dagli archivi privati della società bianconera.[21]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g (EN) Alex French, Sex, Scandal and Soccer, the Italian Way, su tmagazine.blogs.nytimes.com, 17 gennaio 2014. URL consultato il 15 luglio 2016.
  2. ^ Roberto Beccantini, AGNELLI; Edoardo, Giovanni, Umberto, in Enciclopedia dello sport, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2002. URL consultato il 23 febbraio 2015.
  3. ^ "Bianconeri, Juventus Story - Il film": la Signora è al cinema, su ilsole24ore.com, 8 ottobre 2016. URL consultato il 14 ottobre 2016.
  4. ^ In risposta ad Aldo Biscardi durante la trasmissione Il processo del lunedì nel marzo 1990, cfr. Agnelli chiede la terza stella alla Juve, in La Stampa, 13 marzo 1990, p. 19.
  5. ^ Guido Vaciago, Juve, che cinema. Una vita da film, in Tuttosport, 30 settembre 2016.
  6. ^ Bianconeri Juventus Story, su nexodigital.it, 7 luglio 2016. URL consultato l'8 luglio 2016.
  7. ^ Filmato audio (EN) Juventus release sneak peak at Black and white stripes film, Daily Mail, 11 giugno 2015, a 0:04:53. URL consultato il 15 luglio 2016.
  8. ^ I numeri di un'ennesima impresa, su juventus.com, 22 maggio 2016. URL consultato il 12 luglio 2016 (archiviato dall'url originale il 23 maggio 2016).
  9. ^ Bruno Bernardi, La Juventus stasera alla Casa Bianca, in La Stampa, 11 agosto 1983, p. 17. URL consultato il 12 luglio 2016.
  10. ^ Bruno Bernardi, Casa Bianca-Juventus con Bush e Agnelli capitani, in La Stampa, 13 agosto 1983, p. 17. URL consultato il 12 luglio 2016.
  11. ^ a b Damiano Panattoni, Bianconeri. Juventus Story: Tra NY e Torino. L'intervista ai fratelli Marco e Mauro La Villa, in Ciak, n. 10, 8 ottobre 2016, p. 106, ISSN 1828-4620 (WC · ACNP).
  12. ^ Guido Vaciago, Il film Juve va al Sundance. E Kissinger racconta Agnelli, su tuttosport.com, 16 gennaio 2014. URL consultato il 12 luglio 2016 (archiviato dall'url originale il 18 ottobre 2016).
  13. ^ Filmato audio Roberto Pavanello, I registi Marco e Mauro La Villa: “Gli juventini hanno più passione”, in La Stampa, 30 settembre 2016.
  14. ^ Filmato audio Daniele Solavaggione, Arriva "Bianconeri - Juventus Story", La Stampa, 30 settembre 2016. URL consultato il 3 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 20 febbraio 2018).
  15. ^ BLACK and WHITE STRIPES: The Juventus Story, su juventus.com, 15 gennaio 2014. URL consultato l'8 luglio 2016.
  16. ^ (EN) Sharon Swart, Sundance: Fiat Heir Lapo Elkann Reveals Scenes From His Juventus Soccer Team Documentary, su hollywoodreporter.com, 19 gennaio 2014. URL consultato l'8 luglio 2016.
  17. ^ (EN) Juventus documentary Black and White Stripes sneak peak at K+S New York 2015, su kickingandscreening.com, 11 giugno 2015. URL consultato l'8 luglio 2016.
  18. ^ Elenco cinema, su nexodigital.it. URL consultato l'8 ottobre 2016.
  19. ^ Antonio Capellupo, In tre giorni "Bianconeri. Juventus Story" sfiora il milione di incasso, su cinemaitaliano.info, 13 ottobre 2016. URL consultato il 14 ottobre 2016.
  20. ^ Sandro Scarpa, La Juve al Cinema, battuta solo da Checco Zalone, su juventibus.com, 13 ottobre 2016. URL consultato il 13 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 17 ottobre 2016).
  21. ^ Daniele Cavalla, La storia della Juve al cinema, su lastampa.it, 18 luglio 2016. URL consultato il 20 luglio 2016 (archiviato dall'url originale il 18 ottobre 2016).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]