24 Ore di Le Mans 1987

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24 Ore di Le Mans 1987
Edizione n. 55 della 24 Ore di Le Mans
Dati generali
Inizio13 giugno
Termine14 giugno
Valevole anche per il Campionato del Mondo Sport Prototipi
Titoli in palio
Vittoria assolutaBandiera della Germania Hans-Joachim Stuck
Bandiera del Regno Unito Derek Bell
Bandiera degli Stati Uniti Al Holbert
su Porsche 962C
Classe C2Bandiera del Regno Unito Gordon Spice
Bandiera della Spagna Fermìn Velez
Bandiera degli Stati Uniti Philippe de Henning
su Spice SE86C
Classe GTPBandiera dell'Irlanda Dave Kennedy
Bandiera dell'Irlanda Mark Galvin
Bandiera della Francia Pierre Dieudonné
su Mazda 757
Altre edizioni
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La 55ª edizione della 24 Ore di Le Mans si è svolta il 13 e 14 giugno 1987 sul Circuit de la Sarthe. Questa gara è la 5ª manche del Campionato Mondiale Sportprototipi 1987 (WSC - World Sportscar Championship) e vi parteciparono vetture del Gruppo C1, IMSA GTP e Gruppo C2.

La Porsche 962C #17 vincitrice della gara

Contesto[modifica | modifica wikitesto]

Su richiesta della Federazione Motociclistica Internazionale per il Gran Premio motociclistico di Francia, nel 1987 viene realizzata in tempo per la 24 Ore la chicane Dunlop, che riduce la velocità di percorrenza della prima curva del tracciato da circa 260 km/h a 160 km/h[1] e incrementa le dimensioni della via di fuga.

A differenza delle edizioni precedenti, risoltesi in una contesa tra la squadra ufficiale Porsche e le sue squadre clienti, per l'edizione del 1987 si presenta al via un parco vetture più variegato[2]. Prima fra tutte vi è la Jaguar, che con la sua XJR-8 ha colto la vittoria nelle prime quattro gare del mondiale Endurance, disputatesi a Jarama, Jerez, Monza e Silverstone[3], infliggendo cocenti sconfitte alla rivale tedesca di Stoccarda e usando la 1000 km di Silverstone come banco di prova per la sua XJR-8LM, versione specifica per la gara pi importante dell'anno[2].

La Porsche 961, dotata di trazione integrale e iscritta nella classe IMSA GTX

Come al solito, tra i pretendenti alla vittoria della gara c'è la squadra ufficiale Porsche, che ha rimarcato la sua competitività già dall'inizio della stagione vincendo sia la 24 Ore di Daytona che la 12 Ore di Sebring, due prestigiosissime gare fuori campionato, con la collaudata 962C[4]. Ma le sconfitte subite mettono pressione alla squadra e a peggiorare le cose ci si mette anche l'incidente occorso sulla pista di collaudo di Weissach una settimana prima della gara, dove Hans Stuck distrugge la vettura destinata a Jochen Mass e Bob Wollek, una dei quattro soli esemplari disponibili per la 24 Ore, e per punizione si ritrova assegnato alla vettura di riserva col suo co-equipier Derek Bell[2].

Ad affiancare la Casa Madre con le loro 962C ci sono i più affezionati ed esperti team clienti, quali il Joest Racing, il Kremer Racing (entrambi già vincitori sul Circuit de la Sarthe) e il Brun Motorsport: il primo e il secondo con due vetture e il terzo con tre, insieme alla squadra francese Primagaz Compétition, che schiera una 962C e la sua Cougar C20, che monta lo stesso propulsore[5]. Anche il Richar Lloyd Racing è presente con la sua particolare 962C dal telaio "honeycomb" (progettato da Nigel Stroud come quello della precedente 956 del team) e dall'aerodinamica specifica[6].

Anche le Sauber-Mercedes, reduci dal clamoroso capottamento in velocità del 1985[7] e dai ritiri per problemi tecnici dell'anno precedente[8], erano presenti alla Sarthe con due esemplari dalla loro nuova C9 affidati alle coppie Henri Pescarolo/Mike Thackwell e Johnny Dumfries/Chip Ganassi. Il team svizzero aveva incrementato le sue potenzialità anche grazie al maggior supporto tecnico e di personale fornito dai tedeschi[2].

Iscritte alla gara anche le Toyota 87C del team Tom's, le Nissan R87 ufficiali e le sempre presenti Welter-Meunier, con le due aerodinamicissime WM P86 e WM P87 spinte da motori Peugeot V6 turbo, mentre altri team privati con vetture C1 degli anni precedenti e un nugolo di prototipi di classe C2 (principalmente vetture con telaio Tiga o Spice) riempivano la griglia[5].

Da notare infine la presenza di tre vetture di classe IMSA GTP: due Mazda 757 ufficiali, dotate di Motore Wankel e la Porsche 961 a trazione integrale, derivata dalla 959 stradale[5].

Qualifiche[modifica | modifica wikitesto]

Durante le qualifiche la squadra ufficiale di Stoccarda perde una delle sue tre vetture quando Price Cobb sbanda sull'olio lasciato in pista da qualche altro concorrente nei pressi di Maison Blanche, finisce sopra il guard rail e ricade giù perdendo molto carburante, che si incendia carbonizzando la macchina, in quanto il pilota sfugge illeso dal rottame senza essere riuscito ad attivare l'estintore di bordo[2][4]. Dopo questo incidente, Cobb non può far altro che cambiare aria e si aggrega all'equipaggio del team inglese Richard Lloyd Racing, mentre i suoi compagni di vettura vengono spostati dalla Porsche l'uno sulla 962C numero 18 (Vern Schuppan) e l'altro (Keis Nierop) sulla Porsche 961 schierata tra le IMSA GTP[4].

La Sauber C9 di Henri Pescarolo e Mike Thackwell

La pole position fu appannaggio della Porsche 962C ufficiale nº18 di Bob Wollek in 3'21"090, seguiti dai compagni di squadra. Alle spalle della prima fila tutta tedesca vi erano le tre Jaguar XJR-8LM, con le vetture nº4, 6 e 5 nell'ordine, seguite dalla Cougar C20-Porsche di Raphanel/Regout/Courage e dalle Sauber C9-Mercedes, entrambe in quarta fila. Chiudevano la top ten le 962C "clienti" dei team Joest Racing, con van der Merwe/Robinson/Hobbs, e Richard Lloyd Racing (Palmer/Weaver/Cobb/Petit)[9]. Entro le prime venti vetture troviamo anche la vecchia WM86 guidata da Raulet/Pessiot/Migault (la più moderna WM87 era al 21º posto), le Toyota e le Nissan ufficiali, con quest'ultima casa che non aveva impressionato favorevolmente[4].

La sera dopo le ultime qualifiche, avvenne un episodio increscioso: gli organizzatori consegnarono alle squadre il carburante da usare per la gara, ma subito la Porsche ne contestò la qualità nonostante le rassicurazioni dell'ACO. Per sostenere le sue tesi, la casa automobilistica di Stoccarda fece girare in strada una vettura di serie, nello specifico una Porsche 944 Turbo, e tenne sotto controllo i parametri della centralina dell'iniezione elettronica: risultò che il numero di ottano era di 97 anziché 97,8 e questo imponeva alla gestione elettronica del motore di ridurre l'"anticipo di accensione" e di conseguenza il rendimento del propulsore[2]. La Elf si offrì di fornire la necessaria quantità di additivo per correggere il difetto, declinando però ogni responsabilità sugli eventuali danni, ma la Porsche preferì non accettare e ritarò le centraline delle sue sportprototipo e le squadre clienti fecero lo stesso basandosi sulle indicazioni ricevute, allo scopo di evitare rotture ai propulsori, già a rischio di detonazione per poter essere competitivi sul piano dei consumi con le Jaguar, i cui V12 aspirati non pativano particolarmente tale carburante dalla inferiore qualità[2].

Gara[modifica | modifica wikitesto]

La gara ebbe inizio sotto un cielo plumbeo, con la pioggia che aveva appena smesso di cadere dopo aver tormentato intermittentemente il circuito per tutta la settimana precedente[2], lasciando alle scuderie l'azzardo di quali pneumatici montare e così quelle ufficiali montarono quelle intermedie, per poi passare presto alle slick con l'asciugarsi della pista in un turbinio di cambi nella classifica[2], che vide al comando fin dal via la vettura detentrice della pole, seguita dalla gemella di Hans Stuck e la Jaguar di Martin Brundle, gli unici in grado di mantenere la posizione nel caos generatosi[4].

Non passò molto tempo che le conseguenze dell'uso della benzina inadeguata si mostrarono in tutta la loro drammaticità, portando nell'arco della prima mezz'ora di gara al ritiro di entrambe le Porsche 962 del Joest Racing e di una del Kremer Racing e, poco dopo un'ora dal via, della vettura ufficiale di Jochen Mass, tutte e quattro per colpa di pistoni forati a causa della detonazione[2][4]. Un balletto di accuse si scatenò tra la Porsche e l'ACO[4], coi team privati che ritenevano che la casa madre li stesse usando come cavie per trovare la giusta taratura della centralina e trovando conforto nelle sibilline parole di Peter Schutz, dirigente di Stoccarda, seguite alla sconfitta del team ufficiale nel 1985: "La Porsche" deve vincere a Le Mans"[2].

Questo lasciava l'unica 962 ufficiale a battersi contro le Jaguar, che viaggiavano regolari, le rimanenti 962 private, la Cougar/Porsche francese e le veloci Sauber C9, con cui Dumfries aveva segnato il giro più veloce, prima di ritirarsi col motore rotto. Il suo compagno di squadra Pescarolo fu vittima di un problema meccanico e dovette mettersi ripararlo lungo la pista, per poi riuscire dopo due ore a riportare la vettura ai box, dove non trovò nessuno ad aspettarlo: avevano dichiarato l'auto "ritirata" e stavano già facendo i bagagli e ci volle tutta la sua autorevolezza per ottenere dall'ACO il permesso di rientrare in gara; a poco valsero i suoi sforzi, perché, dopo essere ripartito verso le 23.00, si ritirò alle 4:36 per lo scoppio di uno pneumatico lungo il rettilineo dell'Hunaudières[2].

Mentre Pescarolo cercava di rientrare in gara, durante il pomeriggio la 962 ufficiale superstite e le XJR-8LM si scambiavano le posizioni: allo scadere della prima ora la Jaguar nr.4 di Eddie Cheever/Raul Boesel era al comando, alla seconda e alla terza vi era la Porsche che però perdeva margine[2][4], inseguita dalle tre vetture inglesi e dalla 962 del Richard Lloyd Racing, tutti nello stesso giro e questo balletto proseguì fin dopo la mezzanotte[2], coi tedeschi che sfruttavano ogni minima goccia di carburante tra un rifornimento e l'altro, mentre gli inglesi (al comando per tutto il tardo pomeriggio, fino all'imbrunire[4]) si permettevano di giocare al "gatto col topo" in virtù del loro margine di consumo, valutabile intorno al 5%[2]. Questa situazione non lasciava margine di strategia alla Porsche: dovevano spingere al massimo, portandosi al limite di restare a secco lungo il circuito[2][4].

L'inevitabile schianto lungo il rettilineo dell'Hunaudières, che quasi ogni anno funestava la corsa, vide protagonista la Jaguar nr.5 di Winston Percy[10], che intorno alle 02:40 andò a sbattere contro il guard-rail a causa dell'esplosione di uno pneumatico posteriore deterioratosi per il lento sgonfiaggio dovuto ad una foratura, spargendo detriti per quasi 400 metri e lasciando il pilota illeso[2][4].

La Porsche 962C superstite del team Kremer Racing
La Mazda 757

Entrò quindi la "safety car" per dar modo ai commissari di pista di ripulire il tracciato, ma lo schianto di Percy ridusse le capacità del team inglese di pressare i tedeschi, in quanto le Jaguar superstiti montarono precautelarmente pneumatici più duri, rallentando così i tempi sul giro e le due ore di gara in regime di neutralizzazione permisero alla Porsche di alleviare il loro timore di non riuscire ad arrivare in fondo alla gara coi 2550 litri permessi dal regolamento[2][4].

La gara riprese alle 04:33, con la vettura nr.6 di Martin Brundle e John Nielsen che cercava di recuperare terreno sulla Porsche in testa alla corsa, arrivando verso le 06:00 a portarsi a pochi secondi da essa; ma a questo punto una serie di inconvenienti vanificò gli sforzi: dapprima, verso le 7.00 una sosta cautelativa per sostituire un treno di pneumatici che dava vibrazioni all'avantreno li fece scendere al quinto posto[4], poi, prima delle otto, la rottura di una delle testate li fece ritirare definitivamente[2][4]. Ma i guai continuarono a colpire il team inglese: Cheever, sbagliando un cambio di marcia inserì la "retro", spaccando la scatola del cambio sulla XJR-8LM nr.4 e, dopo una prima sosta per una riparazione di fortuna, rimase di nuovo fermo ai box per oltre 40 minuti, rientrando così in gara solo al quinto posto[2]. A sei ore dalla fine nessuno dei concorrenti poteva più impensierire la vettura al comando, a meno di un improbabile errore di guida dei suoi abili ed esperti piloti Bell, Stuck e Holbert, e l'ultimo quarto di gara si trasformò in una parata: vittoria per la squadra ufficiale Porsche, seguita a venti giri di distacco dalla 962 privata della Courage Compétition, che faceva suo anche il gradino più basso del podio con la sua "Cougar C20", mentre la Jaguar otteneva il quinto posto a trenta giri di distacco, preceduta anche dalla 962 del Kremer Racing[2][4], piazzandosi davanti alla Spice SE86C ufficiale, sesta assoluta, e alla Mazda 757, settima, entrambe vincitrici delle rispettive categorie[11].

Dopo la gara, le analisi sugli pneumatici della XJR-8LM di Percy rivelarono che la scelta della Jaguar di usare mescole più dure sulle due vetture ancora in gara era stata un eccesso di cautela[4].

Classifica finale[modifica | modifica wikitesto]

Ecco la classifica ufficiale al termine delle 24 ore di gara[11]

  • I vincitori di ciascuna categoria sono evidenziati in grassetto e le vetture che non hanno coperto il 70% della distanza del vincitore sono Non classificate (NC).
Pos. Classe Nr. Scuderia Piloti Vettura Pneum. Giri
Motore
1 C1 17 Bandiera della Germania Rothmans Porsche AG Bandiera della Germania Hans-Joachim Stuck
Bandiera del Regno Unito Derek Bell
Bandiera degli Stati Uniti Al Holbert
Porsche 962C D 355
Porsche Type-935 3.0L Turbo Flat-6
2 C1 72 Bandiera della Francia Primagaz Competition Bandiera della Germania Jürgen Lässig
Bandiera della Francia Pierre Yver
Bandiera del Belgio Bernard de Dryver
Porsche 962C G 335
Porsche Type-935 2.8L Turbo Flat-6
3 C1 13 Bandiera della Francia Primagaz Competition Bandiera della Francia Pierre-Henri Raphanel
Bandiera della Francia Yves Courage
Bandiera del Belgio Hervé Regout
Cougar C20 M 332
Porsche Type-935 2.8L Turbo Flat-6
4 C1 11 Bandiera della Germania Porsche Kremer Racing Bandiera del Sudafrica George Fouché
Bandiera dell'Austria Franz Konrad
Bandiera del Sudafrica Wayne Taylor
Porsche 962C Y 327
Porsche Type-935 2.8L Turbo Flat-6
5 C1 4 Bandiera del Regno Unito Silk Cut Jaguar
Bandiera del Regno Unito Tom Walkinshaw Racing
Bandiera degli Stati Uniti Eddie Cheever
Bandiera del Brasile Raul Boesel
Bandiera dei Paesi Bassi Jan Lammers
Jaguar XJR-8LM D 325
Jaguar 6.9L V12
6 C2 111 Bandiera del Regno Unito Spice Engineering Bandiera del Regno Unito Gordon Spice
Bandiera della Spagna Fermín Velez
Bandiera della Francia Philippe de Henning
Spice SE86C A 321
Ford Cosworth DFL 3.3L V8
7 GTP 202 Bandiera del Giappone Mazdaspeed Co. Ltd. Bandiera dell'Irlanda Dave Kennedy
Bandiera dell'Irlanda Mark Galvin
Bandiera del Belgio Pierre Dieudonné
Mazda 757 D 319
Mazda 13G 2.0L 3-Rotori
8 C2 102 Bandiera del Regno Unito Ecurie Ecosse Bandiera del Regno Unito David Leslie
Bandiera del Regno Unito Ray Mallock
Bandiera del Belgio Marc Duez
Ecosse C286 Y 308
Ford Cosworth DFL 3.3L V8
9 C2 121 Bandiera del Regno Unito Cosmik GP Motorsport Bandiera del Regno Unito Dudley Wood
Bandiera della Grecia Costas Los
Bandiera degli Stati Uniti Tom Hessert
Tiga GC287 G 275
Ford Cosworth DFL 3.3L V8
10 C2 114 Bandiera della Danimarca Team Tiga Ford Denmark Bandiera della Danimarca Thorkild Thyrring
Bandiera del Regno Unito John Sheldon
Bandiera del Regno Unito Ian Harrower
Tiga GC287 A 272
Ford Cosworth DBT-E 2.3L Turbo I4
11 C2 177 Bandiera della Francia Automobiles Louis Descartes Bandiera della Francia Jacques Heuclin
Bandiera della Francia Dominique Lacaud
Bandiera della Francia Louis Descartes
ALD 03 A 270
BMW M88 3.5L I6
12 C1 40 Bandiera della Francia Graff Racing Bandiera della Francia Jean-Philippe Grand
Bandiera della Francia Gaston Rahier
Bandiera della Francia Jacques Terrien
Rondeau M482 G 260
Ford Cosworth DFL 3.3L V8
13
NC
C2 127 Bandiera del Regno Unito Chamberlain Engineering Bandiera del Regno Unito Nick Adams
Bandiera del Sudafrica Graham Duxbury
Bandiera del Regno Unito Richard Jones
Spice SE86C A 240
Hart 418T 1.8L Turbo I4
14
NC
C2 178 Bandiera della Francia Automobiles Louis Descartes Bandiera della Francia Michel Lateste
Bandiera della Francia Gérard Tremblay
Bandiera della Francia Sylvain Boulay
ALD 02 A 236
BMW M88 3.5L I6
15
DNF
C2 181 Bandiera del Regno Unito Dune Motorsport Bandiera dell'Australia Neil Crang
Bandiera della Svizzera Jean Krucker
Bandiera del Regno Unito Duncan Bain
Tiga GC287 A 260
Rover V64V 3.0L V6
16
DNF
C2 108 Bandiera della Francia Roland Bassaler Bandiera della Francia Jean-François Yver
Bandiera della Francia Yves Hervalet
Bandiera della Francia Hervé Bourjade
Sauber SHS C6 A 257
BMW M88 3.5L I6
17
DNF
C1 6 Bandiera del Regno Unito Silk Cut Jaguar
Bandiera del Regno Unito Tom Walkinshaw Racing
Bandiera del Regno Unito Martin Brundle
Bandiera della Danimarca John Nielsen
Jaguar XJR-8LM D 231
Jaguar 6.9L V12
18
DNF
C2 123 Bandiera del Regno Unito Charles Ivey Racing Bandiera del Regno Unito John Cooper
Bandiera del Regno Unito Tom Dodd-Noble
Bandiera del Marocco Max Cohen-Olivar
Tiga GC287 G 224
Porsche Type-935 2.6L Turbo Flat-6
19
DNF
C2 116 Bandiera dell'Italia Luigi Taverna Technoracing Bandiera dell'Italia Luigi Taverna
Bandiera del Regno Unito Evan Clements
Bandiera della Francia Patrick Trucco
Alba AR3 A 219
Ford Cosworth DFL 3.3L V8
20
DNF
GTX 203 Bandiera della Germania Rothmans Porsche AG Bandiera della Francia René Metge
Bandiera della Svizzera Claude Haldi
Bandiera del Canada Kees Nierop
Porsche 961 D 199
Porsche Type-935 2.8L Turbo Flat-6
21
DNF
C1 23 Bandiera del Giappone Nissan Motorsport Bandiera del Giappone Kazuyoshi Hoshino
Bandiera del Giappone Kenji Takahashi
Bandiera del Giappone Keiji Matsumoto
Nissan R87E B 181
Nissan VEJ30 3.0L Turbo V8
22
DNF
C2 103 Bandiera del Regno Unito John Bartlett Racing Bandiera del Regno Unito Tim Lee-Davey
Bandiera del Regno Unito Robin Donovan
Bandiera della Francia Raymond Boutinaud
Bardon DB1/2 A 172
Ford Cosworth DFV 3.0L V8
23
DNF
C2 125 Bandiera della Francia Vetir Racing Team Bandiera della Francia Jean-Claude Justice
Bandiera della Francia Patrick Oudet
Bandiera della Francia Bruno Sotty
Tiga GC85 A 164
Ford Cosworth DFL 3.3L V8
24
DNF
C1 5 Bandiera del Regno Unito Silk Cut Jaguar
Bandiera del Regno Unito Tom Walkinshaw Racing
Bandiera dei Paesi Bassi Jan Lammers
Bandiera del Regno Unito John Watson
Bandiera del Regno Unito Win Percy
Jaguar XJR-8LM D 158
Jaguar 6.9L V12
25
DNF
C2 198 Bandiera del Regno Unito Roy Baker Racing Bandiera del Regno Unito David Andrews
Bandiera del Regno Unito Mark Peters
Bandiera degli Stati Uniti Mike Allison
Tiga GC286 A 139
Ford Cosworth DFL 3.3L V8
26
DNF
C2 101 Bandiera del Regno Unito Ecurie Ecosse Bandiera del Regno Unito Mike Wilds
Bandiera degli Stati Uniti Les Delano
Bandiera degli Stati Uniti Andy Petery
Ecosse C286 Y 135
Ford Cosworth DFL 3.3L V8
27
DNF
C1 61 Bandiera della Svizzera Sauber Bandiera del Regno Unito Mike Thackwell
Bandiera della Francia Henri Pescarolo
Bandiera del Giappone Hideki Okada
Sauber C9 M 123
Mercedes-Benz M117 5.0L Turbo V8
28
DNF
C1 3 Bandiera della Svizzera Brun Motorsport Bandiera del Regno Unito Bill Adam
Bandiera del Canada Richard Spenard
Bandiera del Canada Scott Goodyear
Porsche 962C M 120
Porsche Type-935 2.8L Turbo Flat-6
29
DNF
C1 32 Bandiera del Giappone Nissan Motorsport Bandiera del Giappone Masahiro Hasemi
Bandiera del Giappone Takao Wada
Bandiera del Giappone Aguri Suzuki
Nissan 87E D 117
Nissan VEJ30 3.0L Turbo V8
30
DNF
C1 15 Bandiera del Regno Unito Liqui Moly Equipe Bandiera del Regno Unito Jonathan Palmer
Bandiera del Regno Unito James Weaver
Bandiera degli Stati Uniti Price Cobb
Porsche 962C GTi G 112
Porsche Type-935 2.8L Turbo Flat-6
31
DNF
C1 1 Bandiera della Svizzera Brun Motorsport Bandiera della Francia Michel Trollé
Bandiera della Francia Paul Belmondo
Bandiera della Francia Pierre de Thoisy
Porsche 962C M 88
Porsche Type-935 2.8L Turbo Flat-6
32
DNF
C1 29 Bandiera del Giappone Italya Sports Bandiera della Svezia Anders Olofsson
Bandiera della Francia Alain Ferté
Bandiera della Francia Patrick Gonin
Nissan R86V Y 86
Nissan VG30ET 3.0L Turbo V6
33
DNF
C1 2 Bandiera della Svizzera Brun Motorsport Bandiera dell'Argentina Oscar Larrauri
Bandiera della Spagna Jésus Pareja
Bandiera della Germania Uwe Schäfer
Porsche 962C M 40
Porsche Type-935 2.8L Turbo Flat-6
34
DNF
C1 37 Bandiera del Giappone Toyota Team Tom's Bandiera del Regno Unito Tiff Needell
Bandiera del Giappone Masanori Sekiya
Bandiera del Giappone Kaoru Hoshino
Toyota 87C-L B 39
Toyota 3S-GTM 2.1L Turbo I4
35
DNF
C1 62 Bandiera della Svizzera Sauber Bandiera degli Stati Uniti Chip Ganassi
Bandiera del Regno Unito Johnny Dumfries
Bandiera della Nuova Zelanda Mike Thackwell
Sauber C9 M 37
Mercedes-Benz M117 5.0L Turbo V8
36
DNF
GTP 201 Bandiera del Giappone Mazdaspeed Co. Ltd. Bandiera del Giappone Yoshimi Katayama
Bandiera del Giappone Yojiro Terada
Bandiera del Giappone Takashi Yorino
Mazda 757 D 34
Mazda 13G 2.0L 3-Rotori
37
DNF
C1 36 Bandiera del Giappone Toyota Team Tom's Bandiera dell'Australia Alan Jones
Bandiera del Regno Unito Geoff Lees
Bandiera della Svezia Eje Elgh
Toyota 87C-L B 19
Toyota 3S-GTM 2.1L Turbo I4
38
DNF
C2 113 Bandiera della Francia José Thibault Bandiera della Francia José Thibault
Bandiera della Francia André Heinrich
Chevron B36 A 18
Talbot PRV 3.0L V6
39
DNF
C1 18 Bandiera della Germania Rothmans Porsche AG Bandiera della Francia Bob Wollek
Bandiera della Germania Jochen Mass
Bandiera dell'Australia Vern Schuppan
Porsche 962C D 16
Porsche Type-935 3.0L Turbo Flat-6
40
DNF
C1 51 Bandiera della Francia WM Secateva Bandiera della Francia Jean-Daniel Raulet
Bandiera della Francia François Migault
Bandiera della Francia Pascal Pessiot
WM P86 M 14
Peugeot PRV 2.8L Turbo V6
41
DNF
C1 52 Bandiera della Francia WM Secateva Bandiera della Francia Roger Dorchy
Bandiera della Francia Philippe Gache
Bandiera della Francia Dominique Delestre
WM P87 M 13
Peugeot PRV 2.8L Turbo V6
42
DNF
C2 118 Bandiera della Francia Olindo Iaccobelli Bandiera della Francia Olindo Iaccobelli
Bandiera della Francia Jean-Louis Ricci
Bandiera della Francia Georges Tessier
Royale RP40 M 13
Ford Cosworth DFL 3.3L V8
43
DNF
C2 200 Bandiera del Belgio Dahm Cars Racing Team Bandiera della Germania Peter Fritsch
Bandiera del Belgio Teddy Pilette
Bandiera del Belgio Jean-Paul Libert
Argo JM19 G 12
Porsche Type-930 3.2L Turbo Flat-6
44
DNF
C1 8 Bandiera della Germania Joest Racing Bandiera della Germania Frank Jelinski
Bandiera della Svezia Stanley Dickens
Bandiera degli Stati Uniti Hurley Haywood
Bandiera del Sudafrica Sarel van der Merwe
Porsche 962C G 7
Porsche Type-935 2.8L Turbo Flat-6
45
DNF
C1 10 Bandiera della Germania Porsche Kremer Racing Bandiera della Danimarca Kris Nissen
Bandiera della Germania Volker Weidler
Bandiera del Giappone Kunimitsu Takahashi
Porsche 962C Y 6
Porsche Type-935 2.8L Turbo Flat-6
46
DNF
C2 117 Bandiera della Norvegia Team Lucky Strike Schanche Bandiera della Norvegia Martin Schanche
Bandiera del Regno Unito Will Hoy
Bandiera del Regno Unito Robin Smith
Argo JM19B G 5
Zakspeed 1.8L Turbo I4
47
DNF
C1 7 Bandiera della Germania Joest Racing Bandiera del Sudafrica Sarel van der Merwe
Bandiera del Regno Unito David Hobbs
Bandiera degli Stati Uniti Chip Robinson
Porsche 962C G 4
Porsche Type-935 2.8L Turbo Flat-6
48
DNF
C1 42 Bandiera della Francia Noël del Bello Bandiera della Svizzera Pierre-Alain Lombardi
Bandiera della Francia Gilles Lempereur
Bandiera della Francia Jacques Guillot
Sauber C8 G 4
Mercedes-Benz M117 5.0L Turbo V8
DNS C1 19 Bandiera della Germania Rothmans Porsche AG Bandiera degli Stati Uniti Kees Nierop
Bandiera degli Stati Uniti Price Cobb
Bandiera dell'Australia Vern Schuppan
Porsche 962C D -
Porsche Type-935 3.0L Turbo Flat-6
DNQ C2 171 Bandiera della Svezia CEE Sport Racing Bandiera della Svezia Slim Borgudd
Bandiera della Svezia Tryggve Gronvall
Bandiera del Regno Unito Andrew Ratcliffe
Tiga GC286 A -
Volvo 2.3L Turbo I4

Legenda:

  • Rit.=Ritirato

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ il Circuito dal 1987 al 1989, su les24heures.fr, www.les24heures.fr. URL consultato il 14-08-2010.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u LE MANS 24 HOURS 1987 - LAST FLING, su sportscars.tv, www.sportscars.tv. URL consultato il 12-02-2011.
  3. ^ Risultati Campionato mondiale Endurance 1987, su wspr-racing.com. URL consultato il 12-02-2011.
  4. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p Chuck Dressing, 1987 Le Mans, su bigmoneyracing.com, www.bigmoneyracing.com. URL consultato l'11-02-2011 (archiviato dall'url originale il 20 novembre 2008).
  5. ^ a b c Iscritti alla 24 Ore di Le Mans 1987, su racingsportscars.com, www.racingsportscars.com. URL consultato l'11-02-2011.
  6. ^ (EN) Porsche 962C RLR, su historicclassics.com. URL consultato il 26-04-2011 (archiviato dall'url originale il 16 settembre 2011).
  7. ^ Chuck Dressing, 1985 Le Mans, su bigmoneyracing.com, www.bigmoneyracing.com. URL consultato l'11-02-2011 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  8. ^ Chuck Dressing, 1986 Le Mans, su bigmoneyracing.com, www.bigmoneyracing.com. URL consultato l'11-02-2011 (archiviato dall'url originale il 20 novembre 2008).
  9. ^ Risultati delle qualifiche, su racingsportscars.com, www.racingsportscars.com. URL consultato il 14-08-2010.
  10. ^ video dell'incidente
  11. ^ a b Risultati 24 Ore di Le Mans 1987, su wspr-racing.com. URL consultato il 12-02-2011.

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