Discriminazione: differenze tra le versioni

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[[File:20051129 northlake-il5.jpg|thumb|Un esempio di [[omofobia]], un tipo di discriminazione. Il cartello recita "God Hates Fags", che in italiano significa "[[Dio]] odia i [[frocio|froci]]".]]
[[File:20051129 northlake-il5.jpg|thumb|Un esempio di [[omofobia]], un tipo di discriminazione. Il cartello recita "God Hates Fags", che in italiano significa "[[Dio]] odia i [[frocio|froci]]".]]
Nell'ambito del comportamento e degli atteggiamenti sociali la '''discriminazione''' consiste nel trattamento, nella considerazione e/o nella distinzione non paritari attuati nei confronti di un individuo sulla base di un particolare [[gruppo sociale]], [[classe sociale]] o categoria in cui la persona viene percepita come appartenente, anziché basandosi sui suoi singoli attributi. Ciò include il trattamento sociale di un individuo o di un gruppo, in base alla loro appartenenza effettiva o percepita, all'interno di una determinata categoria sociale "''in un modo che è peggiore del modo in cui le persone vengono solitamente trattate''"<ref>{{cite web|title=discrimination, definition|url=http://dictionary.cambridge.org/dictionary/american-english/discrimination |work=Cambridge Dictionaries Online|publisher=Cambridge University|accessdate=29 March 2013}}</ref>.
La '''discriminazione''' consiste in un trattamento non paritario attuato nei confronti di un individuo o un gruppo di individui in virtù della loro appartenenza ad una particolare categoria. Alcuni esempi di discriminazione possono essere il [[razzismo]], il [[sessismo]], l'[[omofobia]] e lo [[specismo]].


Esso comprende la reazione o l'interazione iniziale del gruppo predominante il quale intende limitare i membri di un gruppo minoritario nelle opportunità e/o privilegi disponibili invece alla maggioranza delle altre persone e conducendo in tal maniera all'[[esclusione sociale]] delle persone e/o di quelle entità basandosi su decisioni e motivazioni che possono anche considerarsi per certi versi del tutto irrazionali<ref>Introduction to sociology. 7th ed. New York: [[W. W. Norton & Company]] Inc, 2009. p. 334.</ref>.
== Cenni storici ==
La discriminazione ha origini molto antiche ma nella storia l'umanità è riuscita a ridurre o eliminare buona parte di queste discriminazioni. Alcuni esempi e grandi rappresentanti di questa tendenza sono [[Martin Luther King]], attivista [[Nonviolenza|nonviolento]] per i diritti civili fondamentali per le persone di colore, e [[Nelson Mandela]], che ebbe un ruolo fondamentale nella fine del periodo fortemente discriminatorio dell'[[apartheid]].


Tradizioni culturali, politiche, idee, pratiche e leggi discriminatorie esistono ancora ai giorni nostri in molti paesi ed istituzioni in ogni parte del mondo. In alcuni luoghi i tentativi controversi come le "quote" sono stati utilizzati per beneficiare quelli che si credono essere vittime di una qualche forma di discriminazione; ma sono stati per alcuni versi definiti come "discriminazioni inverse".
== Caratteristiche ==
Due caratteristiche principali necessarie a definire ''discriminazione'' un atteggiamento nei confronti di un individuo o un gruppo di individui sono:
* un trattamento particolare, diverso rispetto agli altri individui o gruppi di individui;
* un'assenza di giustificazione per questo differente trattamento.


Negli [[Stati Uniti d'America]] è stata istituita una politica governativa conosciuta come "[[azione positiva]]" per incoraggiare i datori di lavoro e le università a ricercare ed accettare gruppi come gli [[afroamericani]] e le donne, che sono stati ruppi di rilievo ma oggetti di discriminazioni per un lungo periodo di tempo<ref>{{cite web|title=Bibliography on Race, Gender and Affirmative Action|url=http://www-personal.umich.edu/~eandersn/biblio.htm |work=Race, Gender, and Affirmative Action|publisher=University of Michigan|accessdate=28 September 2014}}</ref>. Alcuni esempi di discriminazione possono essere il [[razzismo]], il [[sessismo]], l'[[antisemitismo]], l'[[omofobia]] e lo [[specismo]].
Con questa definizione è chiaro che trattamenti particolari come i congedi di maternità non siano discriminatori perché giustificati dalla situazione.


== Etimologia ==
Tuttavia il consenso sociale è un indicatore piuttosto inaffidabile per determinare ciò che sia definibile ''discriminazione'' e ciò che non lo è. Ciò che ora è considerato ''normale'' e non discriminatorio, infatti, in un altro tempo o in un altro luogo può essere considerato ''discriminazione''. Un esempio di come uno stesso criterio di valutazione può essere discriminatorio o meno è l'[[Discriminazione generazionale|età]]: a volte usato in modo consensuale (per esempio nell'età minima per partecipare alla vita pubblica), a volte in modo discriminatorio (ad esempio quando diventa ragione di rifiuto da parte dei datori di lavoro).
Il termine "discriminate" apparve all'inizio del XVII secolo in [[lingua inglese]]; esso deriva dalla [[lingua latina]] "discriminat-"(distinto tra-) da cui trae origine il verbo "discriminare" e da "discrimen"-distinzione da cui origina il verbo "discernere"<ref>{{cite web|title=Definition of discrimination; Origin|url=http://oxforddictionaries.com/definition/english/discriminate?q=discriminate|work=Oxford Dictionaries|publisher=Oxford University|accessdate=14 January 2013}}</ref>.


A partire dalla [[guerra di secessione americana]] il termine discriminazione si è generalmente evoluto nell'uso anglo-statunitense come una comprensione del trattamento pregiudizievole di un individuo esclusivamente sulla base della sua "[[razza (categorizzazione umana)]]", in seguito generalizzato come appartenenza ad un determinato gruppo o categoria sociale etichettato come "indesiderato"<ref>Introduction to sociology. 7th ed. New York: [[W. W. Norton & Company]] Inc, 2009. page 324. Print.</ref>.
== Tutela normativa nel mondo ==
A livello internazionale la legislazione in materia di discriminazione è determinata dalla ''[[Dichiarazione Universale dei Diritti Umani]]'', redatto dalle [[Nazioni Unite]] e firmato a [[Parigi]] il 10 dicembre [[1948]], in cui si sanciva il rispetto nei confronti di ogni individuo indipendente dalla sua appartenenza ad una particolare religione, etnia, sesso, lingua. Quest'ultima carta nacque in risposta alle atrocità commesse dal [[Nazismo|regime nazista]], frutto proprio di discriminazioni razziali (verso ebrei, polacchi, slavi, zingari, ecc.), per le preferenze sessuali ([[omofobia]]) e per le opinioni politiche.
=== Unione europea ===


Discriminazione deriva dal latino, ove il verbo "discrimire" significa separare, distinguere, fare una distinzione.
Nel [[diritto dell'Unione europea]] tradizionalmente la tutela contro la discriminazione era limitata all'ambito lavorativo, in quanto lo scopo era favorire il buon funzionamento del [[mercato interno]], ma c'è stata un estensione a partire dal 2000.


== Definizioni ==
Gli [[Stati membri dell'Unione europea|stati membri dell'UE]] (ma non l'UE in quanto tale) aderiscono anche alla [[Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali]] del [[Consiglio d'Europa]]: anche questa contiene importanti norme contro la discriminazione.
I filosofi morali hanno definito la dscriminazione come un trattamento od una considerazione svantaggiosi. Questa è una definizione comparativa; un individuo non dev'essere danneggiato in modo da essere discriminato, pertanto devono essere trattati peggio degli altri per una qualche ragione arbitraria. Se qualcuno decide di donare per aiutare i bambini orfani, ma decide di donare meno - ad esempio - ai figli dei neri per un atteggiamento razzista, allora agirà in modo discriminatorio nonostante il fatto che il gruppo che ha discriminato viene a beneficiarne effettivamente<ref>Kasper Lippert-Rasmussen, "Private Discrimination: A Prioritarian, Desert-Accommodating Account", ''San Diego Law Review'', 43, 817–856 (2006); Oscar Horta, "Discrimination in Terms of Moral Exclusion", ''Theoria: Swedish Journal of Philosophy'', 76, 346-364 (2010).</ref>.


La discriminazione può poi evolvere facilmente in una forma di oppressione; è simile all'azione di riconoscere qualcuno come radicalmente "diverso" fino al punto da venire trattato in modo inumano e degradante<ref>{{Cite book|url=https://books.google.ie/books?hl=en&lr=&id=nVIJDAAAQBAJ&oi=fnd&pg=PP1&dq=equality&ots=wiVr8aYwHO&sig=5NEg0HsJ8Pn--oemqYZclhjUsFI&redir_esc=y#v=onepage&q=equality&f=false|title=Anti-Discriminatory Practice: Equality, Diversity and Social Justice|last=Thompson|first=Neil|date=2016-05-12|publisher=Palgrave Macmillan|isbn=9781137586667|language=en}}</ref>.
====Settori====

Basandosi sulla loro teoria realistica-conflittuale<ref>Sherif, M. (1967). ''Group conflict and co-operation.'' London: Routledge.</ref> e sulla teoria dell'identità sociale<ref>Tajfel, H., & Turner, J. C. (1979). An integrative theory of intergroup conflict. In W. G. Austin & S. Worchel (Eds.), ''The social psychology of intergroup relations'' (pp. 33–47). Monterey, CA: Brooks/Cole.</ref> Rubin e Hewstone hanno evidenziato e fatto una distinzione fra tre tipi principali di discriminazione<ref>{{cite journal | last1 = Rubin | first1 = M. | last2 = Hewstone | first2 = M. et al. | year = 2004 | title = Social identity, system justification, and social dominance: Commentary on Reicher, Jost et al., and Sidanius et al | url = | journal = Political Psychology | volume = 25 | issue = 6| pages = 823–844 | doi=10.1111/j.1467-9221.2004.00400.x | displayauthors = etal }}</ref>:
* la competizione realistica è guidata dall'interesse personale e mira ad ottenere risorse materiali (ad esempio favorendo un gruppo ad ottenere maggiori risorse per i suoi membri)
* la concorreenza sociale è guidata dalla necessità di autostima e mira a raggiungere uno status sociale positivo per il proprio gruppo in relazione a tutti quegli altri esterni pragonabili (ad esempio favorire un gruppo con l'intenzione di renderlo "migliore" degli altri)
* la discriminazione consensuale è guidata dalla necessità di "distinguersi positivamente" e riflette stabili e legittime gerarchie di Stato degli intergruppi (ad esempio favorendo un gruppo di alto livello in quanto "superiore" agli altri).
La posizione dell'[[Organizzazione delle Nazioni Unite]] sulla discriminazione comprende l'affermazione: "''i comportamenti discriminatori assumono molte forme, ma tutte implicano una qualche forma di esclusione o rifiuto''"<ref>{{cite web|url=http://cyberschoolbus.un.org/discrim/id_8_ud_print.asp |title=United Nations CyberSchoolBus: What is discrimination? |deadurl=yes |archiveurl=https://web.archive.org/web/20140601211521/http://cyberschoolbus.un.org/discrim/id_8_ud_print.asp |archivedate=2014-06-01 |df= }}</ref>. Organismi internazionali come il [[Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite]] puntano a contribuire a far decrescere le varie forme discriminatorie in tutti i paesi aderenti.
=== Caratteristiche ===
Due caratteristiche principali necessarie a definire la '''discriminazione''' un atteggiamento nei confronti di un individuo o un gruppo di individui sono:
* un trattamento particolare, diverso rispetto agli altri individui o gruppi di individui;
* un'assenza di giustificazione per questo differente trattamento.
Con questa definizione è chiaro che trattamenti particolari come il [[congedo parentale]] non siano discriminatori perché giustificati dalla situazione.

Tuttavia il consenso sociale è un indicatore piuttosto inaffidabile per determinare ciò che sia definibile come '''discriminazione''' e ciò che invece non lo è. Quello che ora è considerato ''normale'' e non discriminatorio, infatti, in un altro tempo o in un altro luogo può essere considerato ''discriminazione''. Un esempio di come uno stesso criterio di valutazione può essere discriminatorio o meno è l'età: a volte usata in modo consensuale (per esempio nell'età minima per partecipare alla vita pubblica), a volte in modo discriminatorio (ad esempio quando diventa ragione di rifiuto da parte dei datori di lavoro).

== Documenti delle Nazioni Unite ==
I principali documenti dell'ONU riguardanti la discriminazione comprendono:
* A livello internazionale la legislazione in materia di discriminazione è determinata dalla ''[[Dichiarazione universale dei diritti umani]]'' redatta e adottata dall'[[Assemblea gnerale delle Nazioni Unite]] a [[Parigi]] il 10 dicembre del 1948. In essa viene sancito il ripetto nei confronti di ogni individuo indipendente dalla sua appartenenza ad un particolare gruppo.
{{citazione|"''ogni individuo ha diritto a tutti i diritti e le libertà stabiliti nella presente Dichiarazione, senza alcuna distinzione di qualsiasi tipo, come la "[[razza (categorizzazione umana)]]", il [[colore della pelle umana]], il [[sesso (biologia)]], la [[lingua]], la [[religione]], l'opinione politica o di qualsiasi altra natura, l'origine nazionale o sociale, la [[proprietà privata]], la nascita o altro stato di appartenenza''"<ref>[https://www.un.org/Overview/rights.html The Universal Declaration of Human Rights<!-- Bot generated title -->] {{webarchive |url=https://web.archive.org/web/20141208000000/http://www.un.org/Overview/rights.html |date=December 8, 2014 }}</ref>.}}
Questa carta nacque in risposta alle atrocità commesse dalla [[Germania nazista]], frutto proprio di discriminazioni razziali (verso [[ebrei]], [[polacchi]], [[slavi]], [[zingari]], ecc.), per le preferenze sessuali ([[omofobia]]) e per le opinioni politiche.
* La "''Convenzione internazionale sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale''" (ICERD) impegna i suoi membri all'eliminazione della discriminazione basata sul "[[razzismo scientifico]]"; è stata adottata il 21 dicembre del 1965 ed è entrata in vigore il 4 gennaio del 1969.
* La ''[[Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione della donna]]'' (CEDAW) è un trattao internazionale adottato nel 1979 e descritto come un "disegno di legge internazione per le donne"; è entrato in vigore il 3 settembre del 1981.
* La ''[[Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità]]'' è un trattato internazionale sui [[diritti umani]]; le parti ono tenute a promuovere, proteggere e garantire il pieno usufrutto dei diritti umani da parte delle persone con disabilità e far sì che ese godano della piena uguaglianza prevista dalla legge. Il testo è stato adottato il 13 dicembre del 2006 ed aperto per la firma il 30 marzo seguente; è entrato in vigore il 3 maggio del 2008.
=== Unione Europea ===
Nel [[diritto dell'Unione europea]] tradizionalmente la tutela contro la discriminazione era limitata all'ambito lavorativo, in quanto lo scopo era favorire il buon funzionamento del [[mercato interno]], ma c'è stata un estensione a partire dal 2000.

Gli [[Stati membri dell'Unione europea]] (ma non l'UE in quanto tale) aderiscono anche alla [[Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali]] del [[Consiglio d'Europa]]: anche questa contiene importanti norme contro la discriminazione.
==== Settori ====
Il divieto di discriminazione può entrare in tre diversi settori:
Il divieto di discriminazione può entrare in tre diversi settori:
* occupazione: accesso al lavoro, condizioni di lavoro (compresi [[licenziamento]] e [[retribuzione]]), accesso a [[Orientamento professionale|orientamento]] e [[formazione professionale]], [[sindacati]];
* occupazione: accesso al lavoro, condizioni di lavoro (compresi [[licenziamento]] e [[retribuzione]]), accesso all'[[orientamento professionale]] e alla [[formazione professionale]], [[sindacati]];
* sistema di previdenza sociale: protezione sociale (comprese [[sicurezza sociale]] e [[assistenza sanitaria]]), "vantaggi sociali", [[istruzione]];
* sistema di previdenza sociale: protezione sociale (comprese [[sicurezza sociale]] e [[assistenza sanitaria]]), "vantaggi sociali", [[istruzione]];
* beni e servizi: sono inclusi abitazione e accesso alla [[giustizia]].
* beni e servizi: sono inclusi abitazione e accesso alla [[giustizia]].
==== Motivi di discriminazione oggetto di protezione ====

====Motivi di discriminazione oggetto di protezione====
Le direttive europee contengono un elenco chiuso di motivi di discriminazione oggetto di protezione:
Le direttive europee contengono un elenco chiuso di motivi di discriminazione oggetto di protezione:
* [[Sesso (biologia)|sesso]];
* [[Sesso (biologia)|sesso]];
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* età;
* età;
* [[religione]] o "convinzione personale";
* [[religione]] o "convinzione personale";
* [[Razza (categorizzazione umana)|razza]], [[etnia|origine etnica]], [[Colore della pelle umana|colore della pelle]], appartenenza a una [[minoranza nazionale]].
* 2[[Razza (categorizzazione umana)|razza]]", [[gruppo etnico]], [[colore della pelle umana|colore della pelle]], appartenenza ad una [[minoranza nazionale]].

== Tipi e forme ==
=== Casta ===
{{vedi anche|Sistema delle caste in India}}
Secondo l'[[UNICEF]] e [[Human Rights Watch]] la discriminazione di [[casta]] riguarda circa 250 milioni di persone in tutto il mondo<ref name="unicef 1">[http://www.unicef.org/protection/index_discrimination.html Discrimination], UNICEF</ref><ref>{{cite web|url=http://hrw.org/english/docs/2001/08/29/global1815.htm|title=Global Caste Discrimination|work=Human Rights Watch|accessdate=26 April 2016}}</ref><ref>[http://www.newint.org/issue380/facts.htm Caste - The Facts] {{webarchive |url=https://web.archive.org/web/20100811033342/http://www.newint.org/issue380/facts.htm |date=August 11, 2010 }}</ref>. Questa tipologia di discriminazione, così come viene percepita dall'UNICEF, è prevalente soprattutto in alcune parti dell'[[Asia]] ([[India]], [[Sri Lanka]], [[Bangladesh]], [[Cina]], [[Pakistan]], [[Nepal]] e [[Giappone]]) e dell' Africa<ref name="unicef 1"/>. A partire dal 2011 in India vi erano 200 milioni di [[Dalit]] (vedi [[Tribù e caste riconosciute dall'India]]), in precedenza noti come "intoccabili" o "fuoricasta"<ref>{{cite web|url=http://idsn.org/news-resources/idsn-news/read/article/india-official-dalit-population-exceeds-200-million/128/|title=India: Official Dalit population exceeds 200 million|date=29 May 2013|publisher=International Dalit Solidarity Network|accessdate=30 July 2014}}</ref>.
=== Credenze religiose ===
La discriminazione religiosa valuta o tratta una persona o un gruppo diversamente a causa di ciò che fanno o non credono o per i loro sentimenti verso una [[religione]] data. Per esempio la popolazione cristiana indigena dei [[Balcani]], conosciuta come "rayah" o "gregge protetto", è stata discriminata sotto l'[[impero ottomano]] ("Kanun-i-Rayah"). La parola è talvolta tradotta come "bestiame" piuttosto che "gregge" o "soggetti" per enfatizzare lo [[status sociale]] inferiore rispetto alla maggioranza musulmana<ref>Maan Z. Madina, ''Arabic-English Dictionary of the Modern Literary Language'', 1973.</ref>.
{{vedi anche|Antigiudaismo}}
Le restrizioni alle occupazioni contro l'[[ebraismo]] furono imposte dalle autorità cristiane. I governanti locali e i funzionari della [[Chiesa (istituzione)]] hanno chiuso molte professioni agli [[ebrei]] religiosi, spingendoli in ruoli marginali considerati socialmente inferiori, come l'ambito econmico-finanziario (la tassazione, la raccolta degli affitti e il prestito su interesse ([[usura]]); occupazioni tollerate all'epoca solo come "un male necessario"<ref>"[http://news.nationalgeographic.com/news/2005/07/0718_050718_ashkenazim.html Did Discrimination Enhance Intelligence of Jews?]". National Geographic News. July 18, 2005</ref>. Il numero degli ebrei a cui venne permesso di risiedere in luoghi diversi era limitato; sono stati concentrati nel [[ghetto]] e non furono autorizzati a possedere terreni propri.

In una consultazione del 1979 sulla questione la "Commissione degli Stati Uniti sui diritti civili" definiva la discriminazione religiosa in relazione ai diritti civili garantiti dal ''[[XIV emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d'America]]''. Mentre le libertà civili religiose, come il diritto di mantenere o non avere una credenza religiosa, sono essenziali per la [[libertà di religione]] (negli Stati Uniti garantiti dal ''[[I emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d'America]]''), si verifica una discriminazione religiosa quando a qualcuno viene negata "''la parità di protezione dalla legislazione vigente, l'uguaglianza di status sotto la legge, la parità di trattamento nell'amministrazione della giustizia, l'uguaglianza delle opportunità e l'accesso all'occupazione, all'educazione, all'alloggio, ai servizi e alle strutture e agli alloggi pubblici a causa dell'esercizio del loro diritto alla libertà religiosa''"<ref>U.S. Commission on Civil Rights, 1979: ''Religious discrimination. A neglected issue. A consultation sponsored by the United States Commission on Civil Rights, Washington. D.C., April 9–10, 1979''</ref>.

Nel 2015 l'avvocatessa e autrice Roberta A. Kaplan ha affermato che Kimberly Jean Davis "''è il più chiaro esempio di chi vuole usare un argomento di libertà religiosa per discriminare gli altri''"<ref name="Bromberger" >{{cite news |last=Bromberger |first=Brian |date=October 15, 2015 |title=New book details Windsor Supreme Court victory |publisher=[[Bay Area Reporter]] |url=http://www.ebar.com/news/article.php?sec=news&article=70989 |accessdate=October 16, 2015 }}</ref>.
=== Disabilità ===
La discriminazione nei confronti delle persone con disabilità viene definita con il termine [[abilismo]]. La discriminazione in materia di disabilità, che considera gli individui non disabili come [[standard]] di "vita normale", crea anbienti e servizi pubblici e privati, istruzione e lavori sociali costruiti per servire solo le persone cosiddette "standard", escludendo quelle con disabilità diverse.

Gli studi hanno dimostrato che è necessario impiegare non solo l'[[employment]] ma anche la sostenibilità della [[salute mentale]] e del benessere generale. Il lavoro soddisfa una serie di bisogni fondamentali per un individuo come lo scopo collettivo, il contatto sociale, lo [[status sociale]] e l'attività<ref>{{cite journal|last=Vornholt|first=Katharina|author2=Sjir Uitdewilligen |author3=Frans J.N. Nijhuis |title=Factors Affecting the Acceptance of People with Disabilities at Work: A Literature Review|journal=Journal of Occupational Rehabilitation|date=December 2013|volume=23|issue=4|page=464|doi=10.1007/s10926-013-9426-0}}</ref>. Una persona con disabilità è spesso individuata socialmente come del tutto isolata e in questo caso l'impego lavorativo è un modo per ridurre l'esclusione.

Negli [[Stati Uniti d'America]] l'"Americans with Disabilities Act of 1990" impone la parità di accesso a edifici e servizi ed è parallela da atti analoghi in altri paesi, come l'"Equality Act 2010" nel [[Regno Unito]].
=== Età ===
L'[[ageismo]] costituisce le discriminazioni e gli stereotipi fondati sulla base dell'età di qualcuno<ref>{{cite web|title=Definition of Ageism|url=http://oxforddictionaries.com/definition/english/ageism?q=ageism|work=Oxford Dictionaries|publisher=Oxford University Press|accessdate=4 December 2012}}</ref>; è un insieme di credenze, norme e valori che sono state usate nel corso del tempo per giustificare la discriminazione o la subordinazione basata sull'età di una persona<ref name="KirkpatrickKatsiaficas1987">{{cite book|last1=Kirkpatrick|first1=George R.|last2=Katsiaficas|first2=George N.|last3=Kirkpatrick|first3=Robert George|author4=Mary Lou Emery|title=Introduction to critical sociology|url=https://books.google.com/books?id=xdf2QupEaHgC&pg=PA261|accessdate=28 January 2011|year=1987|publisher=Ardent Media|isbn=978-0-8290-1595-9|page=261}}</ref>. Esso viene spesso diretto contro le persone anziane, gli adolescenti e i bambini<ref>Wilkinson J and Ferraro K, Thirty Years of Ageism Research. In Nelson T (ed). Ageism: Stereotyping and Prejudice Against Older Persons. Massachusetts Institute of Technology, 2002</ref><ref>[http://www.youthrights.org/oppressed.php "Young and Oppressed"]. youthrights.org. Retrieved on 11 April 2012. {{webarchive |url=https://web.archive.org/web/20110728105250/http://www.youthrights.org/oppressed.php |date=July 28, 2011 }}</ref>.

La discriminazione basata sull'età nell'assunzione lavorativa è stata dimostrata come essere esistente negli [[Stati Uniti d'America]]. Joanna Lahey, professoressa presso la "The Bush School of Government and Public Service" della [[Texas A&M University]] ha scoperto che le imprese hanno una maggioranza del 40% di probabilità di intervistare un candidato tra i giovani adulti rispetto a un candidato più anziano<ref>Lahey, J. (2005) [https://ideas.repec.org/p/crr/issbrf/ib33.html Do Older Workers Face Discrimination?] Boston College. {{webarchive |url=https://web.archive.org/web/20120414230847/https://ideas.repec.org/p/crr/issbrf/ib33.html |date=April 14, 2012 }}</ref>.

In [[Europa]] Stijn Baert, Jennifer Norga, Yannick Thuy e Marieke Van Hecke, ricercatori dell'[[Università di Gand]], hanno misurato un rapporto comparabile presente anche in [[Belgio]]. È interessante notare che hanno trovato che la discriminazione di età è eterogenea per l'attività che i candidati più anziani hanno intrapreso durante i loro anni post-istruzione aggiuntivi; pertanto vengono discriminati solo se hanno più anni di inattività o di occupazione considerata "irrilevante"<ref>Baert, S., Norga, J., Thuy, Y., Van Hecke, M. (In press) [http://users.ugent.be/~sbaert/BaertNorgaThuyVanHecke_GettingGreyHairs_JEP.pdf Getting Grey Hairs in the Labour Market: An Alternative Experiment on Age Discrimination] Journal of Economic Psychology.</ref>.

In un'indagine condotta per l'[[Università del Kent]] il 29% degli intervistati ha dichiarato di aver subito una discriminazione sulla base dell'età; si tratta di una percentuale più elevata rispetto al [[sessismo]] o al [[razzismo]]. Dominic Abrams, professore di psicologia sociale dell'università, ha concluso che l'età è la forma più diffusa di pregiudizi sperimentati nella popolazione britannica<ref>(2006) [http://www.ageconcern.org.uk/AgeConcern/media/how_ageist_is_britain.pdf How Ageist is Britain?] London: Age Concern. {{webarchive |url=https://web.archive.org/web/20051027165812/http://www.ageconcern.org.uk/AgeConcern/media/how_ageist_is_britain.pdf |date=October 27, 2005 }}</ref>.
=== Lingua ===
=== Nazionalità ===
La discriminazione sulla base della nazionalità è di solito inclusa nelle leggi sull'occupazione<ref>[http://dwd.wisconsin.gov/er/discrimination_civil_rights/publication_erd_14009_pweb.htm Race, Color, National Origin and Ancestry], State of Wisconsin {{webarchive |url=https://web.archive.org/web/20121024061935/http://dwd.wisconsin.gov/er/discrimination_civil_rights/publication_erd_14009_pweb.htm |date=October 24, 2012 }}</ref> (vedi sezione successiva per la discriminazione specifica in materia di occupazione). A volte viene intesa pr essere collegata alla discriminazione razziale<ref name="KenLaMance">Ken LaMance, [http://www.legalmatch.com/law-library/article/race-or-nationality-discrimination.html Prohibitions Against Race and Nationality]</ref>, anche se può rimanerne separata. Può variare dalle leggi che impediscono di rifiutare l'assunzione in base alla nazionalità, di porre domande sull'origine, il divieto di licenziamento, la pensione forzata, la retribuzione e le le compenszioni aggiuntive ecc sulla sola base della nazionalità<ref name="KenLaMance"/>.

La discriminazione sulla base della nazionalità può mostrarsi anche come un basso "livello di accettazione" all'interno di uno [[sport]] o gruppo di lavoro per quanto riguarda i nuovi membri del team e i dipendenti che si differenziano per nazionalità della maggioranza dei membri<ref>Christiane Schwieren, [http://sgr.sagepub.com/content/39/6/643.abstract Mechanisms Underlying Nationality-Based Discrimination in Teams. A Quasi-Experiment Testing Predictions From Social Psychology and Microeconomics], Maastricht University</ref>.

Negli [[Emirati Arabi Uniti]] e negli altri paesi del [[Consiglio di cooperazione del Golfo]] ad esempio la nazionalità non viene spesso concessa ai residenti o agli espatriati; sul posto di lavoro il trattamento preferenziale è dato ai cittadini pieni, anche se molti di loro non hanno alcuna esperienza o motivazione per fare bene il lavoro assegnatogli. I vantaggi promossi dallo Stato sono generalmente disponibili solo per i cittadini musulmani<ref>{{cite web|url=http://www.thenational.ae/thenationalconversation/comment/emiratisation-wont-work-if-people-dont-want-to-learn|title=Emiratisation won't work if people don't want to learn|author=Ayesha Almazroui|publisher=|accessdate=26 April 2016}}</ref>.
=== Occupazione e rapporto di lavoro ===
La negazione di un impiego o il rifiuto di richiedere un posto di lavoro spesso viene riconosciuto come discriminazione in materia di occupazione quando i motivi di tale esclusione non sono correlati ai requisiti della posizione e le caratteristiche protette possono includere l'[[età]], la [[disabilità]], l'[[etnia]], il [[sesso (biologia)]], l'[[identità di genere]], la [[nazionalità]], l'affiliazione [[politica]], la [[religione]], l'[[orientamento sessuale]], il [[colore della pelle umana]] e finanche l'altezza e il peso.

Le leggi federali degli [[Stati Uniti d'America]] che proteggono contro:
* La discriminazione basata sulla razza, il colore della pella e l'origine nazionale includono, tra le altre ([http://www.finduslaw.com/employment_discrimination/race_national_origin race, color and national origin discrimination]), il ([http://www.finduslaw.com/civil_rights_act_of_1964_cra_title_vii_equal_employment_opportunities_42_us_code_chapter_21]) ''[[Civil Rights Act (1964)]]''e ([http://www.finduslaw.com/executive_order_number_11478_equal_employment_opportunity_in_the_federal_government]) l'"Executive Order 11478.
* La discriminazione baata sul sesso e il genere ([http://www.finduslaw.com/federal_employment_law/employment_discrimination/harassment_gender_sex_pregnancy Sex and gender discrimination]) comprende il "Civil Rights Act (1964)" e l'"Equal Pay Act of 1963" ([http://www.finduslaw.com/equal_pay_act_of_1963_epa_29_u_s_code_chapter_8_206_d]) sulla parità di retribuzione.
* La discriminazione basata sull'età ([http://www.finduslaw.com/employment_discrimination/age Age discrimination]) comprende l'"Age Discrimination in Employment Act of 1967" ([http://www.finduslaw.com/age_discrimination_in_employment_act_of_1967_adea_29_u_s_code_chapter_14]).
* La discriminazione sulla base della disabilità fisica e mentale ([http://www.finduslaw.com/employment_discrimination/disability Physical and mental disability discrimination]) include l'"Americans with Disabilities Act of 1990" ([http://www.finduslaw.com/americans_with_disabilities_act_of_1990_ada_42_u_s_code_chapter_126]).
* La discriminazione religiosa ([http://www.finduslaw.com/employment_discrimination/religion Religious discrimination]) include il "Civil Rights Act (1964)".
* La discriminazione sullo status militare ([http://www.finduslaw.com/employment_discrimination/military_status Military status discrimination]) include il "Vietnam Era Veterans' Readjustment Assistance Act" ([http://www.finduslaw.com/vietnam_era_veterans_readjustment_assistance_act_of_1974_vevraa_38_us_code_chapter_42_4211_4215]).
La maggior parte delle altre nazioni occidentali hanno leggi simili che proteggono questi gruppi.

In relazione ai requisiti della posizione negli impiegi privati solo il 9% dei [[direttori finanziari]] sono donne, mentre rappresentano oltre il 60% tra i contabili e gli auditor. Secondo una relazione del 2013 le donne che raggiungono una posizione di responsabilità elevata sono pagate in media il 16% in meno rispetto ai loro colleghi maschi<ref>[http://www.cfo-insight.com/corporate-strategy/corporate-strategy/female-cfos-may-be-best-remedy-against-discrimination/ Frankfurt Business Media<!-- Bot generated title -->] {{webarchive |url=https://web.archive.org/web/20130209000000/http://www.cfo-insight.com/corporate-strategy/corporate-strategy/female-cfos-may-be-best-remedy-against-discrimination/ |date=February 9, 2013 }}</ref>.
=== Orientamento sessuale ===
{{vedi anche|Eterosessismo|Eteronormatività|Bifobia|Transfobia}}
L'[[orientamento sessuale]] rappresenta una "predilezione per l'[[omosessualità]], l'[[eterosessualità]] o la [[bisessualità]]<ref>''World English Dictionary'', [http://dictionary.reference.com/browse/sexual+orientation "Sexual Orientation"]</ref>". Come accade anche per la maggior parte degli altri gruppi minoritari gli omosessuali e i bisessuali sono vulnerabili ai pregiudizi e alle discriminazioni del gruppo di maggioranza; possono pertanto sperimentare con facilità l'odio dagli altri a causa delle loro preferenze sessuali (vedi [[gruppi di odio anti-LGBT]]). Un termine per tale odio basato sull'orientamento sessuale è spesso chiamato [[omofobia]].

Molti continuano ad esprimere sentimenti negativi nei confronti di quelli con orientamenti non eterosessuali e discriminano le persone che li hanno o che si pensa possano averli. Anche le persone di altri orientamenti sessuali non di maggiornaza possono presentare al loro interno frange di discriminazione (vedi [[razzismo nella comunità LGBT]]). Uno studio ha trovato il proprio campione di eterosessuali più pregiudizievoli nei confronti di coloro che di auto-definiscono come [[asessualità|asessuali]] rispetto agli omosessuali o bisessuali dichiarati<ref>{{cite journal |title=Intergroup bias toward "Group X": Evidence of prejudice, dehumanization, avoidance, and discrimination against asexuals |first1=Cara C. |last1=MacInnis |first2=Gordon |last2=Hodson |journal=Group Processes Intergroup Relations |doi=10.1177/1368430212442419 |volume=15 |number=6 |pages=725–743 |year=2012}}</ref>.
{{vedi anche|Lesbofobia}}
La discriminazione nell'occupazione basata sull'orientamento sessuale varia da paese a paese. Rivelare un orientamento sessuale di [[lesbismo]] (come menzionare un impegno diretto in un'organizzazione del [[movimento LGBT]] o citare il nome del proprio partner) riduce le opportunità di lavoro a [[Cipro]] e in [[Grecia]], ma non ha complessivamente effetti negativi in [[​​Svezia]] e in [[Belgio]]<ref>Drydakis, N. (2011) [http://www.tandfonline.com/doi/abs/10.1080/13545701.2010.541858#.VizqkSvF98E Women’s Sexual Orientation and Labor Market Outcomes in Greece.] Feminist Economics, 17, 89-117.</ref><ref>Drydakis, N. (2014) [http://dx.doi.org/10.1108/IJM-02-2012-0026 Sexual Orientation Discrimination in the Cypriot Labour Market: Distastes or Uncertainty?] International Journal of Manpower, 35, 720-744.</ref><ref>Ahmed, A. M., Andersson, L., Hammarstedt, M. (2011) [http://www.ifau.se/upload/pdf/se/2011/wp11-21-are-homosexuals-discriminated-against-in-the-hiring-process.pdf Are gays and lesbians discriminated against in the hiring situation?] Institute for Labour Market Policy Evaluation Working Paper Series 21.</ref><ref>Baert, S. (2014) [http://dx.doi.org/10.1111/irj.12078 Career Lesbians. Getting Hired for Not Having Kids?] Industrial Relations, 45, 543-561.</ref>. In quest'ultimo paese si trova addirittura un effetto positivo nel rivelare un orientamento sessuale lesbico.

Oltre a questi studi accademici nel 2009 l'"[[International Lesbian and Gay Association]]" (ILGA) ha pubblicato un rapporto basato sulla ricerca svolta da Daniel Ottosson presso il "Södertörn University College" di [[Stoccolma]]; questa ricerca ha scoperto che tra gli 80 paesi del mondo che continuano a considerare l'omosessualità illegale cinque di essi hanno la [[pena di morte]] per l'attività omosessuale, più due solo in alcune regioni del paese<ref>"[http://abcnews.go.com/Politics/story?id=7883204&page=1 New Benefits for Same-Sex Couples May Be Hard to Implement Abroad]". ABC News. June 22, 2009.</ref>. Nella relazione questo è descritto come "Omofobia sponsorizzata dallo Stato"<ref>[http://www.ilga.org/statehomophobia/ILGA_State_Sponsored_Homophobia_2009.pdf ILGA: 2009 Report on State Sponsored Homophobia (2009)] {{webarchive |url=https://web.archive.org/web/20100502074613/http://www.ilga.org/statehomophobia/ILGA_State_Sponsored_Homophobia_2009.pdf |date=May 2, 2010 }}</ref>. Ciò accade in special modo negli Stati islamici, o in due casi nelle regioni sotto il diretto controllo dell'autorità islamica<ref>[http://www.ilga.org/news_results.asp?LanguageID=1&FileID=1111&ZoneID=7&FileCategory=50 ILGA:7 countries still put people to death for same-sex acts] {{webarchive |url=https://web.archive.org/web/20091029185853/http://www.ilga.org/news_results.asp?LanguageID=1&FileID=1111&ZoneID=7&FileCategory=50 |date=October 29, 2009 }}</ref><ref>{{cite web|url=http://www.religionfacts.com/homosexuality/islam.htm|title=Islamic views of homosexuality|publisher=|accessdate=26 April 2016}}</ref>.

Il 5 febbraio del 2005 l'"Integrated Regional Information Networks" (IRIN) ha pubblicato un resoconto intitolato "[[Iraq]]: l'omosessualità maschile è ancora un tabù"; l'articolo ha affermato, tra l'altro, che il cosiddetto [[delitto d'omore]] contro un membro della famiglia [[gay]] è una pratica comune ed ha inoltre anche una certa protezione giuridica<ref>{{cite web|url=http://www.irinnews.org/report.asp?ReportID=51540&SelectRegion=Middle_East|title=IRIN - AU welcomes progress in peace process|work=IRIN|accessdate=26 April 2016}}</ref>. Nell'agosto del 2009 [[Human Rights Watch]] ha pubblicato un'ampia relazione sulla [[tortura]] di uomini accusati di essere gay in Iraq, incluso il blocco dell'[[ano]] con la colla seguito da una "cura dei [[lassativi]]"<ref>"[https://www.hrw.org/en/node/85049/section/3 They Want Us Exterminated]". Human Rights Watch. August 16, 2009.</ref>.

Anche se il [[matrimonio tra persone dello stesso sesso]] è stato legalizzato in [[Sudafrica]] a partire dal 2006 le unioni omosessuali sono spesso condannate come "non-africane"<ref>Harrison, Rebecca. "[https://www.reuters.com/article/worldNews/idUSTRE52C3MN20090313 South African gangs use rape to "cure" lesbians]". Reuters. March 13, 2009.</ref>. La ricerca condotta nel 2009 mostra che l'86% delle lesbiche nere della [[Provincia del Capo Occidentale]] vivono nella paura costante di un'aggressione sessuale<ref>Kelly, Annie. "[https://www.theguardian.com/world/2009/mar/12/eudy-simelane-corrective-rape-south-africa Raped and killed for being a lesbian: South Africa ignores 'corrective' attacks]". The Guardian. March 12, 2009.</ref>.

Un certo numero di paesi, soprattutto quelli della [[civiltà occidentale]], hanno promulgato e messo in atto misure per alleviare la discriminazione contro le minoranze sessuali, incluse le leggi contro i [[crimini d'odio]] anti-gay e la discriminazione sul posto di lavoro. Alcuni hanno anche legalizzato il matrimonio omosessuale o l'[[unione civile]] per concedere alle coppie dello stesso sesso le stesse protezioni e vantaggi goduti dalle coppie eterosessuali. Nel 2011 l'[[Organizzazione delle Nazioni Unite]] ha fatto approvare la prima risoluzione che riconosce i [[diritti LGBT nel mondo]] (vedi [[Diritti LGBT alle Nazioni Unite]]).
=== Razza o etnicità ===
=== Regione geografica ===
=== Sesso, caratteristiche sessuali, genere e identità di genere ===
=== Uso di sostanze stupefacenti ===


====Storia====
== Legislazione ==
=== Europa ===
Nel [[1957]] il [[Trattato che istituisce la Comunità economica europea]] (TCEE) ha vietato "ogni discriminazione effettuata in base alla nazionalità" (art. 7), in particolare prevedendo la "libera circolazione dei lavoratori" (art. 48) e stabilito il "principio della parità delle retribuzioni fra i lavoratori di sesso maschile e quelli di sesso femminile per uno stesso lavoro" (art. 119).
Nel 1957 il ''[[Trattato che istituisce la Comunità economica europea]]'' (TCEE) ha vietato "ogni discriminazione effettuata in base alla nazionalità" (art. 7), in particolare prevedendo la "libera circolazione dei lavoratori" (art. 48) e stabilito il "principio della parità delle retribuzioni fra i lavoratori di sesso maschile e quelli di sesso femminile per uno stesso lavoro" (art. 119).


Nel [[1976]] la [[Corte di giustizia dell'Unione europea]] ha affermato che il principio di parità delle retribuzioni può essere applicato direttamente.<ref>Corte di Giustizia, sentenza dell'8 aprile 1976, C. 43/75, Gabrielle Defrenne contro Société anonyme belge de navigation aérienne Sabena. Racc. 1976-00455 </ref>
Nel 1976 la [[Corte di giustizia dell'Unione europea]] ha affermato che il principio di parità delle retribuzioni può essere applicato direttamente.<ref>Corte di Giustizia, sentenza dell'8 aprile 1976, C. 43/75, Gabrielle Defrenne contro Société anonyme belge de navigation aérienne Sabena. Racc. 1976-00455 </ref>


Negli [[anni 1990|anni '90]] cominciarono ad esserci pressioni perché la normativa anti-discriminazione andasse oltre le discriminazioni basate sul sesso nel contesto dell'occupazione e della sicurezza sociale.
Negli [[anni 1990|anni '90]] cominciarono ad esserci pressioni perché la normativa anti-discriminazione andasse oltre le discriminazioni basate sul sesso nel contesto dell'occupazione e della sicurezza sociale.


Nel 2000 quindi è stata approvata la direttiva 2000/43/CE sull'uguaglianza razziale, che attua principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla [[Razza (categorizzazione umana)|razza]] e dall'[[Etnia|origine etnica]], anche nell'accesso a beni, servizi e protezione sociale.<ref>[http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32000L0043&from=EN Direttiva 2000/43/CE]</ref> Lo stesso anno è stata approvata anche la direttiva 2000/78/CE sulla parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro, che intende lottare contro le discriminazioni fondate sulla religione o le convinzioni personali, gli handicap, l'età o le tendenze sessuali.<ref>[http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32000L0078&from=en Direttiva 2000/78/CE]</ref>
Nel 2000 quindi è stata approvata la direttiva 2000/43/CE sull'uguaglianza razziale, che attua il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla "[[Razza (categorizzazione umana)|razza]]" e dall'[[Etnia|origine etnica]], anche nell'accesso a beni, servizi e protezione sociale.<ref>[http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32000L0043&from=EN Direttiva 2000/43/CE]</ref> Lo stesso anno è stata approvata anche la direttiva 2000/78/CE sulla parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro, che intende lottare contro le discriminazioni fondate sulla religione o le convinzioni personali, gli handicap, l'età o le tendenze sessuali.<ref>[http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32000L0078&from=en Direttiva 2000/78/CE]</ref>


Nel 2000 è stata anche proclamata la [[Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea]], che afferma che:
Nel 2000 è stata anche proclamata la ''[[Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea]]'' la quale afferma che:
{{quote|
{{quote|
1. È vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle o l'origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l'appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, l'età o le tendenze sessuali.<br />
1. È vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle o l'origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l'appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, l'età o le tendenze sessuali.<br />
2. Nell'ambito d'applicazione del trattato che istituisce la Comunità europea e del trattato sull'Unione europea è vietata qualsiasi discriminazione fondata sulla cittadinanza, fatte salve le disposizioni particolari contenute nei trattati stessi.|[http://www.europarl.europa.eu/charter/pdf/text_it.pdf Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea], art. 21.}}
2. Nell'ambito d'applicazione del trattato che istituisce la Comunità europea e del trattato sull'Unione europea è vietata qualsiasi discriminazione fondata sulla cittadinanza, fatte salve le disposizioni particolari contenute nei trattati stessi.|[http://www.europarl.europa.eu/charter/pdf/text_it.pdf Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea], art. 21.}}
Inizialmente priva di valore vincolante, lo assumerà nel 2009 con il [[Trattato di Lisbona]]. Gli stati membri però sono tenuti a rispettarla solo quando applicano il diritto dell'Unione.
Inizialmente priva di valore vincolante, lo assumerà nel 2009 con il ''[[Trattato di Lisbona]]''. Gli stati membri però sono tenuti a rispettarla solo quando applicano il diritto dell'Unione.


Nel 2004 è stata approvata la direttiva 2004/113/CE sul principio della parità di trattamento tra uomini e donne per quanto riguarda l'accesso a beni e servizi e la loro fornitura, ma non nel campo della protezione sociale.<ref>[http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32004L0113&from=IT Direttiva 2004/113/CE]</ref>
Nel 2004 è stata approvata la direttiva 2004/113/CE sul principio della parità di trattamento tra uomini e donne per quanto riguarda l'accesso a beni e servizi e la loro fornitura, ma non nel campo della protezione sociale.<ref>[http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32004L0113&from=IT Direttiva 2004/113/CE]</ref>


Il [[2007]], per un'iniziativa promossa dal [[Consiglio europeo|Consiglio]] e dal [[Parlamento europeo]], è stato proclamato l<nowiki>'</nowiki>''anno europeo delle pari opportunità per tutti'', il cui obiettivo è rendere tutti i cittadini più consapevoli del proprio diritto di godere di uguali trattamenti e vivere una vita libera da qualsiasi discriminazione.<ref>{{cita web
Nel 2007, per un'iniziativa promossa dal [[Consiglio europeo]] e dal [[Parlamento europeo]], è stato proclamato l<nowiki>'</nowiki>''anno europeo delle pari opportunità per tutti'', il cui obiettivo è rendere tutti i cittadini più consapevoli del proprio diritto di godere di uguali trattamenti e vivere una vita libera da qualsiasi discriminazione.<ref>{{cita web
|url= http://europa.eu/50/news/theme/070126_it.htm
|url= http://europa.eu/50/news/theme/070126_it.htm
|titolo= 2007 - Anno europeo delle pari opportunità per tutti
|titolo= 2007 - Anno europeo delle pari opportunità per tutti
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Nel 2008 la decisione quadro 2008/913/GAI sulla lotta contro talune forme ed espressioni di razzismo e xenofobia mediante il diritto penale obbliga gli stati membri a prevedere sanzioni penali nel caso di istigazione pubblica alla violenza o all'odio sulla base di razza, colore della pelle, religione, ascendenza, origine nazionale o etnica.<ref>[http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32008F0913&from=IT Decisione quadro 2008/913/GAI]</ref>
Nel 2008 la decisione quadro 2008/913/GAI sulla lotta contro talune forme ed espressioni di [[razzismo]] e [[xenofobia]] mediante il [[diritto penale]] obbliga gli stati membri a prevedere sanzioni penali nel caso di istigazione pubblica alla violenza o all'odio sulla base di razza, colore della pelle, religione, ascendenza, origine nazionale o etnica.<ref>[http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32008F0913&from=IT Decisione quadro 2008/913/GAI]</ref>


La [[Commissione europea]] nel 2008 ha proposto una "direttiva orizzontale", con lo scopo di garantire una tutela più omogenea. All'interno della [[procedura di consultazione]] la proposta ha ricevuto nel 2009 il parere favorevole del [[Parlamento europeo|Parlamento]], ma è stata bloccata dal [[Consiglio dell'Unione europea|Consiglio]].<ref>[http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+TA+P6-TA-2009-0211+0+DOC+XML+V0//IT Parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla religione o le convinzioni personali, la disabilità, l'età o l'orientamento sessuale]</ref>
La [[Commissione europea]] nel 2008 ha proposto una "direttiva orizzontale", con lo scopo di garantire una tutela più omogenea. All'interno della [[procedura di consultazione]] la proposta ha ricevuto nel 2009 il parere favorevole del [[Parlamento europeo]], ma è stata bloccata dal [[Consiglio dell'Unione europea]].<ref>[http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+TA+P6-TA-2009-0211+0+DOC+XML+V0//IT Parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla religione o le convinzioni personali, la disabilità, l'età o l'orientamento sessuale]</ref>
=== Italia ===
==== Italia ====
Per limitare gli effetti della discriminazione si adottano politiche di ''[[Affirmative action|discriminazione positiva]]'': si privilegiano, cioè, quelle categorie che sono state o si ritengono discriminate, ad esempio riservando agli appartenenti a questi gruppi di persone posti di lavoro in enti pubblici o università.
Per limitare gli effetti della discriminazione si adottano politiche di ''[[Affirmative action|discriminazione positiva]]'': si privilegiano, cioè, quelle categorie che sono state o si ritengono discriminate, ad esempio riservando agli appartenenti a questi gruppi di persone posti di lavoro in enti pubblici o università.


Un esempio è l'introduzione delle "''[[quote rosa]]''", proposta all'interno di alcuni partiti politici. Attualmente, infatti, nel [[Parlamento della Repubblica Italiana|Parlamento italiano]] c'è un forte squilibrio tra i due sessi:
Un esempio è l'introduzione delle "''[[quote rosa]]''", proposta all'interno di alcuni partiti politici. Attualmente, infatti, nel [[Parlamento della Repubblica Italiana]] c'è un forte squilibrio tra i due sessi:
* Al [[Senato della Repubblica|Senato]] su 315 senatori 45 sono donne (13.51%);<ref>[http://www.senato.it/leg/15/BGT/Schede/Statistiche/Composizione/SenatoriPerEta.html senato.it - Distribuzione dei Senatori per fasce di età e per sesso<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
* Al [[Senato della Repubblica]] su 315 senatori 45 sono donne (13.51%);<ref>[http://www.senato.it/leg/15/BGT/Schede/Statistiche/Composizione/SenatoriPerEta.html senato.it - Distribuzione dei Senatori per fasce di età e per sesso<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
* Alla [[Camera dei Deputati|Camera]] su 630 deputati ci sono 108 donne (17.14%).<ref>http://www.camera.it/deputatism/248/lista.asp</ref>
* Alla [[Camera dei Deputati]] su 630 deputati ci sono 108 donne (17.14%).<ref>http://www.camera.it/deputatism/248/lista.asp</ref>


In Italia esiste dal 1996 un [[dipartimento]] preposto ad eliminare eventuali discriminazioni chiamato "[[Dipartimento per le pari opportunità]]".
In Italia esiste dal 1996 un [[dipartimento]] preposto ad eliminare eventuali discriminazioni chiamato "[[Dipartimento per le pari opportunità]]".

Versione delle 12:15, 19 lug 2017

Un esempio di omofobia, un tipo di discriminazione. Il cartello recita "God Hates Fags", che in italiano significa "Dio odia i froci".

Nell'ambito del comportamento e degli atteggiamenti sociali la discriminazione consiste nel trattamento, nella considerazione e/o nella distinzione non paritari attuati nei confronti di un individuo sulla base di un particolare gruppo sociale, classe sociale o categoria in cui la persona viene percepita come appartenente, anziché basandosi sui suoi singoli attributi. Ciò include il trattamento sociale di un individuo o di un gruppo, in base alla loro appartenenza effettiva o percepita, all'interno di una determinata categoria sociale "in un modo che è peggiore del modo in cui le persone vengono solitamente trattate"[1].

Esso comprende la reazione o l'interazione iniziale del gruppo predominante il quale intende limitare i membri di un gruppo minoritario nelle opportunità e/o privilegi disponibili invece alla maggioranza delle altre persone e conducendo in tal maniera all'esclusione sociale delle persone e/o di quelle entità basandosi su decisioni e motivazioni che possono anche considerarsi per certi versi del tutto irrazionali[2].

Tradizioni culturali, politiche, idee, pratiche e leggi discriminatorie esistono ancora ai giorni nostri in molti paesi ed istituzioni in ogni parte del mondo. In alcuni luoghi i tentativi controversi come le "quote" sono stati utilizzati per beneficiare quelli che si credono essere vittime di una qualche forma di discriminazione; ma sono stati per alcuni versi definiti come "discriminazioni inverse".

Negli Stati Uniti d'America è stata istituita una politica governativa conosciuta come "azione positiva" per incoraggiare i datori di lavoro e le università a ricercare ed accettare gruppi come gli afroamericani e le donne, che sono stati ruppi di rilievo ma oggetti di discriminazioni per un lungo periodo di tempo[3]. Alcuni esempi di discriminazione possono essere il razzismo, il sessismo, l'antisemitismo, l'omofobia e lo specismo.

Etimologia

Il termine "discriminate" apparve all'inizio del XVII secolo in lingua inglese; esso deriva dalla lingua latina "discriminat-"(distinto tra-) da cui trae origine il verbo "discriminare" e da "discrimen"-distinzione da cui origina il verbo "discernere"[4].

A partire dalla guerra di secessione americana il termine discriminazione si è generalmente evoluto nell'uso anglo-statunitense come una comprensione del trattamento pregiudizievole di un individuo esclusivamente sulla base della sua "razza (categorizzazione umana)", in seguito generalizzato come appartenenza ad un determinato gruppo o categoria sociale etichettato come "indesiderato"[5].

Discriminazione deriva dal latino, ove il verbo "discrimire" significa separare, distinguere, fare una distinzione.

Definizioni

I filosofi morali hanno definito la dscriminazione come un trattamento od una considerazione svantaggiosi. Questa è una definizione comparativa; un individuo non dev'essere danneggiato in modo da essere discriminato, pertanto devono essere trattati peggio degli altri per una qualche ragione arbitraria. Se qualcuno decide di donare per aiutare i bambini orfani, ma decide di donare meno - ad esempio - ai figli dei neri per un atteggiamento razzista, allora agirà in modo discriminatorio nonostante il fatto che il gruppo che ha discriminato viene a beneficiarne effettivamente[6].

La discriminazione può poi evolvere facilmente in una forma di oppressione; è simile all'azione di riconoscere qualcuno come radicalmente "diverso" fino al punto da venire trattato in modo inumano e degradante[7].

Basandosi sulla loro teoria realistica-conflittuale[8] e sulla teoria dell'identità sociale[9] Rubin e Hewstone hanno evidenziato e fatto una distinzione fra tre tipi principali di discriminazione[10]:

  • la competizione realistica è guidata dall'interesse personale e mira ad ottenere risorse materiali (ad esempio favorendo un gruppo ad ottenere maggiori risorse per i suoi membri)
  • la concorreenza sociale è guidata dalla necessità di autostima e mira a raggiungere uno status sociale positivo per il proprio gruppo in relazione a tutti quegli altri esterni pragonabili (ad esempio favorire un gruppo con l'intenzione di renderlo "migliore" degli altri)
  • la discriminazione consensuale è guidata dalla necessità di "distinguersi positivamente" e riflette stabili e legittime gerarchie di Stato degli intergruppi (ad esempio favorendo un gruppo di alto livello in quanto "superiore" agli altri).

La posizione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite sulla discriminazione comprende l'affermazione: "i comportamenti discriminatori assumono molte forme, ma tutte implicano una qualche forma di esclusione o rifiuto"[11]. Organismi internazionali come il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite puntano a contribuire a far decrescere le varie forme discriminatorie in tutti i paesi aderenti.

Caratteristiche

Due caratteristiche principali necessarie a definire la discriminazione un atteggiamento nei confronti di un individuo o un gruppo di individui sono:

  • un trattamento particolare, diverso rispetto agli altri individui o gruppi di individui;
  • un'assenza di giustificazione per questo differente trattamento.

Con questa definizione è chiaro che trattamenti particolari come il congedo parentale non siano discriminatori perché giustificati dalla situazione.

Tuttavia il consenso sociale è un indicatore piuttosto inaffidabile per determinare ciò che sia definibile come discriminazione e ciò che invece non lo è. Quello che ora è considerato normale e non discriminatorio, infatti, in un altro tempo o in un altro luogo può essere considerato discriminazione. Un esempio di come uno stesso criterio di valutazione può essere discriminatorio o meno è l'età: a volte usata in modo consensuale (per esempio nell'età minima per partecipare alla vita pubblica), a volte in modo discriminatorio (ad esempio quando diventa ragione di rifiuto da parte dei datori di lavoro).

Documenti delle Nazioni Unite

I principali documenti dell'ONU riguardanti la discriminazione comprendono:

«"ogni individuo ha diritto a tutti i diritti e le libertà stabiliti nella presente Dichiarazione, senza alcuna distinzione di qualsiasi tipo, come la "razza (categorizzazione umana)", il colore della pelle umana, il sesso (biologia), la lingua, la religione, l'opinione politica o di qualsiasi altra natura, l'origine nazionale o sociale, la proprietà privata, la nascita o altro stato di appartenenza"[12]

Questa carta nacque in risposta alle atrocità commesse dalla Germania nazista, frutto proprio di discriminazioni razziali (verso ebrei, polacchi, slavi, zingari, ecc.), per le preferenze sessuali (omofobia) e per le opinioni politiche.

  • La "Convenzione internazionale sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale" (ICERD) impegna i suoi membri all'eliminazione della discriminazione basata sul "razzismo scientifico"; è stata adottata il 21 dicembre del 1965 ed è entrata in vigore il 4 gennaio del 1969.
  • La Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione della donna (CEDAW) è un trattao internazionale adottato nel 1979 e descritto come un "disegno di legge internazione per le donne"; è entrato in vigore il 3 settembre del 1981.
  • La Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità è un trattato internazionale sui diritti umani; le parti ono tenute a promuovere, proteggere e garantire il pieno usufrutto dei diritti umani da parte delle persone con disabilità e far sì che ese godano della piena uguaglianza prevista dalla legge. Il testo è stato adottato il 13 dicembre del 2006 ed aperto per la firma il 30 marzo seguente; è entrato in vigore il 3 maggio del 2008.

Unione Europea

Nel diritto dell'Unione europea tradizionalmente la tutela contro la discriminazione era limitata all'ambito lavorativo, in quanto lo scopo era favorire il buon funzionamento del mercato interno, ma c'è stata un estensione a partire dal 2000.

Gli Stati membri dell'Unione europea (ma non l'UE in quanto tale) aderiscono anche alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali del Consiglio d'Europa: anche questa contiene importanti norme contro la discriminazione.

Settori

Il divieto di discriminazione può entrare in tre diversi settori:

Motivi di discriminazione oggetto di protezione

Le direttive europee contengono un elenco chiuso di motivi di discriminazione oggetto di protezione:

Tipi e forme

Casta

Lo stesso argomento in dettaglio: Sistema delle caste in India.

Secondo l'UNICEF e Human Rights Watch la discriminazione di casta riguarda circa 250 milioni di persone in tutto il mondo[13][14][15]. Questa tipologia di discriminazione, così come viene percepita dall'UNICEF, è prevalente soprattutto in alcune parti dell'Asia (India, Sri Lanka, Bangladesh, Cina, Pakistan, Nepal e Giappone) e dell' Africa[13]. A partire dal 2011 in India vi erano 200 milioni di Dalit (vedi Tribù e caste riconosciute dall'India), in precedenza noti come "intoccabili" o "fuoricasta"[16].

Credenze religiose

La discriminazione religiosa valuta o tratta una persona o un gruppo diversamente a causa di ciò che fanno o non credono o per i loro sentimenti verso una religione data. Per esempio la popolazione cristiana indigena dei Balcani, conosciuta come "rayah" o "gregge protetto", è stata discriminata sotto l'impero ottomano ("Kanun-i-Rayah"). La parola è talvolta tradotta come "bestiame" piuttosto che "gregge" o "soggetti" per enfatizzare lo status sociale inferiore rispetto alla maggioranza musulmana[17].

Lo stesso argomento in dettaglio: Antigiudaismo.

Le restrizioni alle occupazioni contro l'ebraismo furono imposte dalle autorità cristiane. I governanti locali e i funzionari della Chiesa (istituzione) hanno chiuso molte professioni agli ebrei religiosi, spingendoli in ruoli marginali considerati socialmente inferiori, come l'ambito econmico-finanziario (la tassazione, la raccolta degli affitti e il prestito su interesse (usura); occupazioni tollerate all'epoca solo come "un male necessario"[18]. Il numero degli ebrei a cui venne permesso di risiedere in luoghi diversi era limitato; sono stati concentrati nel ghetto e non furono autorizzati a possedere terreni propri.

In una consultazione del 1979 sulla questione la "Commissione degli Stati Uniti sui diritti civili" definiva la discriminazione religiosa in relazione ai diritti civili garantiti dal XIV emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d'America. Mentre le libertà civili religiose, come il diritto di mantenere o non avere una credenza religiosa, sono essenziali per la libertà di religione (negli Stati Uniti garantiti dal I emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d'America), si verifica una discriminazione religiosa quando a qualcuno viene negata "la parità di protezione dalla legislazione vigente, l'uguaglianza di status sotto la legge, la parità di trattamento nell'amministrazione della giustizia, l'uguaglianza delle opportunità e l'accesso all'occupazione, all'educazione, all'alloggio, ai servizi e alle strutture e agli alloggi pubblici a causa dell'esercizio del loro diritto alla libertà religiosa"[19].

Nel 2015 l'avvocatessa e autrice Roberta A. Kaplan ha affermato che Kimberly Jean Davis "è il più chiaro esempio di chi vuole usare un argomento di libertà religiosa per discriminare gli altri"[20].

Disabilità

La discriminazione nei confronti delle persone con disabilità viene definita con il termine abilismo. La discriminazione in materia di disabilità, che considera gli individui non disabili come standard di "vita normale", crea anbienti e servizi pubblici e privati, istruzione e lavori sociali costruiti per servire solo le persone cosiddette "standard", escludendo quelle con disabilità diverse.

Gli studi hanno dimostrato che è necessario impiegare non solo l'employment ma anche la sostenibilità della salute mentale e del benessere generale. Il lavoro soddisfa una serie di bisogni fondamentali per un individuo come lo scopo collettivo, il contatto sociale, lo status sociale e l'attività[21]. Una persona con disabilità è spesso individuata socialmente come del tutto isolata e in questo caso l'impego lavorativo è un modo per ridurre l'esclusione.

Negli Stati Uniti d'America l'"Americans with Disabilities Act of 1990" impone la parità di accesso a edifici e servizi ed è parallela da atti analoghi in altri paesi, come l'"Equality Act 2010" nel Regno Unito.

Età

L'ageismo costituisce le discriminazioni e gli stereotipi fondati sulla base dell'età di qualcuno[22]; è un insieme di credenze, norme e valori che sono state usate nel corso del tempo per giustificare la discriminazione o la subordinazione basata sull'età di una persona[23]. Esso viene spesso diretto contro le persone anziane, gli adolescenti e i bambini[24][25].

La discriminazione basata sull'età nell'assunzione lavorativa è stata dimostrata come essere esistente negli Stati Uniti d'America. Joanna Lahey, professoressa presso la "The Bush School of Government and Public Service" della Texas A&M University ha scoperto che le imprese hanno una maggioranza del 40% di probabilità di intervistare un candidato tra i giovani adulti rispetto a un candidato più anziano[26].

In Europa Stijn Baert, Jennifer Norga, Yannick Thuy e Marieke Van Hecke, ricercatori dell'Università di Gand, hanno misurato un rapporto comparabile presente anche in Belgio. È interessante notare che hanno trovato che la discriminazione di età è eterogenea per l'attività che i candidati più anziani hanno intrapreso durante i loro anni post-istruzione aggiuntivi; pertanto vengono discriminati solo se hanno più anni di inattività o di occupazione considerata "irrilevante"[27].

In un'indagine condotta per l'Università del Kent il 29% degli intervistati ha dichiarato di aver subito una discriminazione sulla base dell'età; si tratta di una percentuale più elevata rispetto al sessismo o al razzismo. Dominic Abrams, professore di psicologia sociale dell'università, ha concluso che l'età è la forma più diffusa di pregiudizi sperimentati nella popolazione britannica[28].

Lingua

Nazionalità

La discriminazione sulla base della nazionalità è di solito inclusa nelle leggi sull'occupazione[29] (vedi sezione successiva per la discriminazione specifica in materia di occupazione). A volte viene intesa pr essere collegata alla discriminazione razziale[30], anche se può rimanerne separata. Può variare dalle leggi che impediscono di rifiutare l'assunzione in base alla nazionalità, di porre domande sull'origine, il divieto di licenziamento, la pensione forzata, la retribuzione e le le compenszioni aggiuntive ecc sulla sola base della nazionalità[30].

La discriminazione sulla base della nazionalità può mostrarsi anche come un basso "livello di accettazione" all'interno di uno sport o gruppo di lavoro per quanto riguarda i nuovi membri del team e i dipendenti che si differenziano per nazionalità della maggioranza dei membri[31].

Negli Emirati Arabi Uniti e negli altri paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo ad esempio la nazionalità non viene spesso concessa ai residenti o agli espatriati; sul posto di lavoro il trattamento preferenziale è dato ai cittadini pieni, anche se molti di loro non hanno alcuna esperienza o motivazione per fare bene il lavoro assegnatogli. I vantaggi promossi dallo Stato sono generalmente disponibili solo per i cittadini musulmani[32].

Occupazione e rapporto di lavoro

La negazione di un impiego o il rifiuto di richiedere un posto di lavoro spesso viene riconosciuto come discriminazione in materia di occupazione quando i motivi di tale esclusione non sono correlati ai requisiti della posizione e le caratteristiche protette possono includere l'età, la disabilità, l'etnia, il sesso (biologia), l'identità di genere, la nazionalità, l'affiliazione politica, la religione, l'orientamento sessuale, il colore della pelle umana e finanche l'altezza e il peso.

Le leggi federali degli Stati Uniti d'America che proteggono contro:

La maggior parte delle altre nazioni occidentali hanno leggi simili che proteggono questi gruppi.

In relazione ai requisiti della posizione negli impiegi privati solo il 9% dei direttori finanziari sono donne, mentre rappresentano oltre il 60% tra i contabili e gli auditor. Secondo una relazione del 2013 le donne che raggiungono una posizione di responsabilità elevata sono pagate in media il 16% in meno rispetto ai loro colleghi maschi[33].

Orientamento sessuale

Lo stesso argomento in dettaglio: Eterosessismo, Eteronormatività, Bifobia e Transfobia.

L'orientamento sessuale rappresenta una "predilezione per l'omosessualità, l'eterosessualità o la bisessualità[34]". Come accade anche per la maggior parte degli altri gruppi minoritari gli omosessuali e i bisessuali sono vulnerabili ai pregiudizi e alle discriminazioni del gruppo di maggioranza; possono pertanto sperimentare con facilità l'odio dagli altri a causa delle loro preferenze sessuali (vedi gruppi di odio anti-LGBT). Un termine per tale odio basato sull'orientamento sessuale è spesso chiamato omofobia.

Molti continuano ad esprimere sentimenti negativi nei confronti di quelli con orientamenti non eterosessuali e discriminano le persone che li hanno o che si pensa possano averli. Anche le persone di altri orientamenti sessuali non di maggiornaza possono presentare al loro interno frange di discriminazione (vedi razzismo nella comunità LGBT). Uno studio ha trovato il proprio campione di eterosessuali più pregiudizievoli nei confronti di coloro che di auto-definiscono come asessuali rispetto agli omosessuali o bisessuali dichiarati[35].

Lo stesso argomento in dettaglio: Lesbofobia.

La discriminazione nell'occupazione basata sull'orientamento sessuale varia da paese a paese. Rivelare un orientamento sessuale di lesbismo (come menzionare un impegno diretto in un'organizzazione del movimento LGBT o citare il nome del proprio partner) riduce le opportunità di lavoro a Cipro e in Grecia, ma non ha complessivamente effetti negativi in ​​Svezia e in Belgio[36][37][38][39]. In quest'ultimo paese si trova addirittura un effetto positivo nel rivelare un orientamento sessuale lesbico.

Oltre a questi studi accademici nel 2009 l'"International Lesbian and Gay Association" (ILGA) ha pubblicato un rapporto basato sulla ricerca svolta da Daniel Ottosson presso il "Södertörn University College" di Stoccolma; questa ricerca ha scoperto che tra gli 80 paesi del mondo che continuano a considerare l'omosessualità illegale cinque di essi hanno la pena di morte per l'attività omosessuale, più due solo in alcune regioni del paese[40]. Nella relazione questo è descritto come "Omofobia sponsorizzata dallo Stato"[41]. Ciò accade in special modo negli Stati islamici, o in due casi nelle regioni sotto il diretto controllo dell'autorità islamica[42][43].

Il 5 febbraio del 2005 l'"Integrated Regional Information Networks" (IRIN) ha pubblicato un resoconto intitolato "Iraq: l'omosessualità maschile è ancora un tabù"; l'articolo ha affermato, tra l'altro, che il cosiddetto delitto d'omore contro un membro della famiglia gay è una pratica comune ed ha inoltre anche una certa protezione giuridica[44]. Nell'agosto del 2009 Human Rights Watch ha pubblicato un'ampia relazione sulla tortura di uomini accusati di essere gay in Iraq, incluso il blocco dell'ano con la colla seguito da una "cura dei lassativi"[45].

Anche se il matrimonio tra persone dello stesso sesso è stato legalizzato in Sudafrica a partire dal 2006 le unioni omosessuali sono spesso condannate come "non-africane"[46]. La ricerca condotta nel 2009 mostra che l'86% delle lesbiche nere della Provincia del Capo Occidentale vivono nella paura costante di un'aggressione sessuale[47].

Un certo numero di paesi, soprattutto quelli della civiltà occidentale, hanno promulgato e messo in atto misure per alleviare la discriminazione contro le minoranze sessuali, incluse le leggi contro i crimini d'odio anti-gay e la discriminazione sul posto di lavoro. Alcuni hanno anche legalizzato il matrimonio omosessuale o l'unione civile per concedere alle coppie dello stesso sesso le stesse protezioni e vantaggi goduti dalle coppie eterosessuali. Nel 2011 l'Organizzazione delle Nazioni Unite ha fatto approvare la prima risoluzione che riconosce i diritti LGBT nel mondo (vedi Diritti LGBT alle Nazioni Unite).

Razza o etnicità

Regione geografica

Sesso, caratteristiche sessuali, genere e identità di genere

Uso di sostanze stupefacenti

Legislazione

Europa

Nel 1957 il Trattato che istituisce la Comunità economica europea (TCEE) ha vietato "ogni discriminazione effettuata in base alla nazionalità" (art. 7), in particolare prevedendo la "libera circolazione dei lavoratori" (art. 48) e stabilito il "principio della parità delle retribuzioni fra i lavoratori di sesso maschile e quelli di sesso femminile per uno stesso lavoro" (art. 119).

Nel 1976 la Corte di giustizia dell'Unione europea ha affermato che il principio di parità delle retribuzioni può essere applicato direttamente.[48]

Negli anni '90 cominciarono ad esserci pressioni perché la normativa anti-discriminazione andasse oltre le discriminazioni basate sul sesso nel contesto dell'occupazione e della sicurezza sociale.

Nel 2000 quindi è stata approvata la direttiva 2000/43/CE sull'uguaglianza razziale, che attua il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla "razza" e dall'origine etnica, anche nell'accesso a beni, servizi e protezione sociale.[49] Lo stesso anno è stata approvata anche la direttiva 2000/78/CE sulla parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro, che intende lottare contro le discriminazioni fondate sulla religione o le convinzioni personali, gli handicap, l'età o le tendenze sessuali.[50]

Nel 2000 è stata anche proclamata la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea la quale afferma che:

«1. È vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle o l'origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l'appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, l'età o le tendenze sessuali.
2. Nell'ambito d'applicazione del trattato che istituisce la Comunità europea e del trattato sull'Unione europea è vietata qualsiasi discriminazione fondata sulla cittadinanza, fatte salve le disposizioni particolari contenute nei trattati stessi.»

Inizialmente priva di valore vincolante, lo assumerà nel 2009 con il Trattato di Lisbona. Gli stati membri però sono tenuti a rispettarla solo quando applicano il diritto dell'Unione.

Nel 2004 è stata approvata la direttiva 2004/113/CE sul principio della parità di trattamento tra uomini e donne per quanto riguarda l'accesso a beni e servizi e la loro fornitura, ma non nel campo della protezione sociale.[51]

Nel 2007, per un'iniziativa promossa dal Consiglio europeo e dal Parlamento europeo, è stato proclamato l'anno europeo delle pari opportunità per tutti, il cui obiettivo è rendere tutti i cittadini più consapevoli del proprio diritto di godere di uguali trattamenti e vivere una vita libera da qualsiasi discriminazione.[52]

Nel 2008 la decisione quadro 2008/913/GAI sulla lotta contro talune forme ed espressioni di razzismo e xenofobia mediante il diritto penale obbliga gli stati membri a prevedere sanzioni penali nel caso di istigazione pubblica alla violenza o all'odio sulla base di razza, colore della pelle, religione, ascendenza, origine nazionale o etnica.[53]

La Commissione europea nel 2008 ha proposto una "direttiva orizzontale", con lo scopo di garantire una tutela più omogenea. All'interno della procedura di consultazione la proposta ha ricevuto nel 2009 il parere favorevole del Parlamento europeo, ma è stata bloccata dal Consiglio dell'Unione europea.[54]

Italia

Per limitare gli effetti della discriminazione si adottano politiche di discriminazione positiva: si privilegiano, cioè, quelle categorie che sono state o si ritengono discriminate, ad esempio riservando agli appartenenti a questi gruppi di persone posti di lavoro in enti pubblici o università.

Un esempio è l'introduzione delle "quote rosa", proposta all'interno di alcuni partiti politici. Attualmente, infatti, nel Parlamento della Repubblica Italiana c'è un forte squilibrio tra i due sessi:

In Italia esiste dal 1996 un dipartimento preposto ad eliminare eventuali discriminazioni chiamato "Dipartimento per le pari opportunità".

Note

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Bibliografia

Voci correlate

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