Cicca: differenze tra le versioni

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[[File:Filthy Habit by SillyPuttyEnemies.jpg|thumb|400px|Un mozzicone di sigaretta sulla [[neve]] sporca]]
[[File:Filthy Habit by SillyPuttyEnemies.jpg|thumb|400px|Un mozzicone di sigaretta sulla [[neve]] sporca]]


La '''cicca''' è ciò che resta di una [[sigaretta]] (o di un [[sigaro]]) dopo il suo uso. È detta anche '''mozzicone di sigaretta'''/'''di sigaro''', o, con accezione assoluta, semplicemente ''mozzicone''<ref name="cicca"/>. Nella stessa accezione assoluta, in [[Dialetti meridionali|contesti linguistici meridionali]] si usa anche il termine '''mozzone'''<ref>[http://www.treccani.it/vocabolario/mozzone/ mozzone], in ''[[Vocabolario Treccani]] on line'', [[istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani]]</ref>.
La '''cicca''' è ciò che resta di una [[sigaretta]] (o di un [[sigaro]]) dopo il suo uso. È detta anche '''mozzicone di sigaretta'''/'''di sigaro''', o, con accezione assoluta, semplicemente ''mozzicone''<ref name="cicca"/>. Nella stessa accezione assoluta, in [[Dialetti meridionali|contesti linguistici meridionali]], si usa anche il termine '''mozzone'''<ref>[http://www.treccani.it/vocabolario/mozzone/ mozzone], in ''[[Vocabolario Treccani]] on line'', [[istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani]]</ref>.


Con il termine cicca si usa indicare anche il mozzicone spento di sigaro che alcuni usano [[masticazione|masticare]], un'azione, questa, che in italiano è denominata con il verbo ''ciccare''<ref name="cicca">[http://www.treccani.it/vocabolario/cicca/ cicca], in ''[[Vocabolario Treccani]] on line'', [[istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani]]</ref><ref name="ciccare">[http://www.treccani.it/vocabolario/ciccare/ ciccare], in ''[[Vocabolario Treccani]] on line'', [[istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani]]</ref>.
Con il termine cicca si usa indicare anche il mozzicone spento di sigaro che alcuni usano [[masticazione|masticare]], un'azione, questa, che in italiano è denominata con il verbo ''ciccare''<ref name="cicca">[http://www.treccani.it/vocabolario/cicca/ cicca], in ''[[Vocabolario Treccani]] on line'', [[istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani]]</ref><ref name="ciccare">[http://www.treccani.it/vocabolario/ciccare/ ciccare], in ''[[Vocabolario Treccani]] on line'', [[istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani]]</ref>.


A dispetto del loro aspetto inoffensivo, le cicche sono causa di rilevanti problemi ecologici, sia nel campo della [[gestione dei rifiuti]] sia nel campo della gestione forestale. Tali problemi sono particolarmente legati all'abitudine diffusa di disperderle nell'[[ambiente]], sia [[Ambiente naturale|naturale]] che urbanizzato, un gesto apparentemente innocuo che implica, invece, pesanti ricadute ambientali, fino ad arrivare, in alcuni casi, a integrare pesanti profili di [[Colpa (diritto)|responsabilità penale]]. Oltre agli aspetti ecologici, la disseminazione e l'ubiquità delle cicche negli spazi pubblici può essere anche percepita come uno dei più sgradevoli sintomi di degrado del tessuto urbano, in misura inferiore alla sola presenza di [[feci]] per le strade<ref name="A. Atzori et al."/>.
A dispetto della loro apparenza inoffensiva, le cicche sono causa di rilevanti problemi ecologici, sia nel campo della [[gestione dei rifiuti]] sia nel campo della gestione forestale. Tali problemi sono particolarmente legati all'abitudine diffusa di disperderle nell'[[ambiente]], sia [[Ambiente naturale|naturale]] che urbanizzato, un gesto apparentemente innocuo che implica, invece, pesanti ricadute ambientali, giungendo, in alcuni casi, a integrare pesanti profili di [[Colpa (diritto)|responsabilità penale]]. Oltre agli aspetti ecologici, la disseminazione e l'ubiquità delle cicche negli spazi pubblici può essere anche percepita come uno dei più sgradevoli sintomi di [[Degrado ambientale|degrado del tessuto ambientale]] e urbano, in misura inferiore alla sola presenza di [[feci]] per le strade<ref name="A. Atzori et al."/>.


Assumono un certo rilievo, inoltre, aspetti relativi all'[[igiene]] e [[sanità]], legati al rischio di [[intossicazione]] per [[deglutizione|ingestione]], particolarmente in soggetti di [[età infantile]], anche se in questo caso il rischio appare strutturalmente legato a questioni di sicurezza domestica, piuttosto che alla disseminazione di cicche negli spazi pubblici frequentati dai bambini.
Assumono un certo rilievo, inoltre, aspetti relativi all'[[igiene]] e alla [[sanità]], legati al rischio di [[intossicazione]] per [[deglutizione|ingestione]], particolarmente in soggetti di [[età infantile]], anche se, in questo caso, il rischio appare più intrinsecamente legato a questioni di sicurezza domestica, piuttosto che alla disseminazione di cicche negli spazi pubblici frequentati dai bambini.


== Etimologia ==
== Etimologia ==
[[File:Cigarette on asphalt.jpg|thumb|300px|Una cicca abbandonata su un pavimento di [[asfalto]], caso esemplare di ''[[res derelictae|res derelicta]]'']]
[[File:Cigarette on asphalt.jpg|thumb|300px|Una cicca abbandonata su un pavimento di [[asfalto]], caso esemplare di ''[[res derelictae|res derelicta]]'']]


Il sostantivo ''cicca'' e il verbo ''ciccare'' [[etimologia|derivano etimologicamente]] dai vocaboli [[francesismo|francese]] ''chique'' e ''chiquer'', che sono, rispettivamente, un sostantivo e un verbo che condividono un'identica [[Radice (linguistica)|radice]] alla cui origine vi è un'[[onomatopea]] che richiama il rumore della [[masticazione]]<ref name="cicca"/><ref name="ciccare"/>.
Il sostantivo ''cicca'' e il verbo ''ciccare'' [[etimologia|derivano etimologicamente]] dai vocaboli [[francesismo|francese]] ''chique'' e ''chiquer'': si tratta, rispettivamente, di un sostantivo e di un verbo che condividono un'identica [[Radice (linguistica)|radice]] alla cui origine vi è un'[[onomatopea]] che richiama il rumore della [[masticazione]]<ref name="cicca"/><ref name="ciccare"/>.


== Status giuridico ==
== Status giuridico ==


Dal punto del [[diritto privato]], nei [[diritto romano|sistemi romanistici]], i mozziconi rientrano nella categoria delle ''[[res derelictae]]'', ovvero delle [[beni mobili|cose mobili]] che, versando in [[Abbandono (diritto)|stato di abbandono]], non sono considerate [[proprietà privata|proprietà]] di alcuno. Non appartengono invece alla categoria delle ''[[res nullius]]'', dal momento che prima del loro abbandono era di proprietà di qualcuno. In quanto proprietà di nessuno, le cicche possono essere [[Modo di acquisto della proprietà|oggetto di acquisto della proprietà]] mediante [[occupazione]]<ref>Alessandro Crosetti e Nicoletta ''Manuale di diritto forestale e ambientale'', [[Giuffrè Editore]], 2008 ISBN 9788814142710 (p. 149)</ref>.
Dal punto del [[diritto privato]], nei [[diritto romano|sistemi romanistici]], i mozziconi rientrano nella categoria delle ''[[res derelictae]]'', ovvero delle [[beni mobili|cose mobili]] che, versando in [[Abbandono (diritto)|stato di abbandono]], non sono considerate [[proprietà privata|proprietà]] di alcuno. Non appartengono invece alla categoria delle ''[[res nullius]]'', dal momento che prima del loro abbandono erano di proprietà di qualcuno. In quanto proprietà di nessuno, le cicche possono essere [[Modo di acquisto della proprietà|oggetto di acquisto della proprietà]] mediante [[occupazione]]<ref>Alessandro Crosetti e Nicoletta ''Manuale di diritto forestale e ambientale'', [[Giuffrè Editore]], 2008 ISBN 9788814142710 (p. 149)</ref>.


Dal punto di vista della [[Gestione dei rifiuti|gestione]] e del [[diritto dell'ambiente|diritto ambientale]], la cicca è da considerarsi un [[rifiuto]]<ref>Andrea Atzori, Pietro Baroni, Amedeo Levorato e Anna Moretto, ''La regolazione e il controllo dei servizi di gestione dei rifiuti urbani. Buone pratiche di regolazione locale'', [[FrancoAngeli]], 2010 ISBN 9788856829501 (p. 101)</ref>. A differenza di altri materiali congeneri, la cicca non riveste alcun interesse economico, per via delle piccole dimensioni e dello scarso valore dei materiali di cui è composta. Anche quando smaltito in maniera corretta, il mozzicone è da considerarsi un rifiuto pericoloso<ref name="IJERSPH, 1695"/>.
Dal punto di vista della [[Gestione dei rifiuti|gestione]] e del [[diritto dell'ambiente|diritto ambientale]], le cicche sono da considerarsi un [[rifiuto]]<ref>Andrea Atzori, Pietro Baroni, Amedeo Levorato e Anna Moretto, ''La regolazione e il controllo dei servizi di gestione dei rifiuti urbani. Buone pratiche di regolazione locale'', [[FrancoAngeli]], 2010 ISBN 9788856829501 (p. 101)</ref>, che rappresentano, da un punto di vista puramente numerico, la frazione più numerosa della spazzatura prodotta annualmente nel mondo<ref name="AECT, 205">M. St. J. Warne, [http://www.springerlink.com/content/p433v47q31282841 ''Variation in, and Causes of, Toxicity of Cigarette Butts to a Cladoceran and Microtox''],
«''Archives of Environmental Contamination and Toxicology''», febbraio 2006, vol. 50, n. 2, [[Springer]], pp. 205–212 ({{doi|10.1007/s00244-004-0132-y}})</ref> Dal punto di vista della sicurezza ambientale, anche quando smaltito in maniera adeguata, il mozzicone è da considerarsi un rifiuto pericoloso<ref name="IJERSPH, 1695"/>. A differenza di altri materiali congeneri, le cicche non rivestono alcun interesse economico, per via delle piccole dimensioni e dello scarso valore dei materiali di cui sono composte, salvo in passato, quando, in alcuni ambienti sociali, poteva registrarsi un interesse alla loro raccolta<ref name="ciccaiolo"/>.


== Composizione e aspetto ==
== Composizione e aspetto ==
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La cicca del sigaro, o anche di una sigaretta arrotolata a mano, viene talvolta trattenuta in bocca anche dopo che si è spenta per essere ciancicata tra le labbra <ref name="cicca"/><ref name="ciccare"/>.
La cicca del sigaro, o anche di una sigaretta arrotolata a mano, viene talvolta trattenuta in bocca anche dopo che si è spenta per essere ciancicata tra le labbra <ref name="cicca"/><ref name="ciccare"/>.


Alcune cicche possono conservare quantità più rilevanti di tabacco a causa dell'interruzione precoce dell'aspirazione, dovuta a cause diverse, come la necessità di salire su un autobus giunto all'improvviso, oppure per la deliberata volontà del fumatore di interrompere l'aspirazione per motivi di salute o altro.
Alcune cicche possono conservare quantità più rilevanti di tabacco a causa dell'interruzione precoce dell'aspirazione, dovuta a cause diverse, come la necessità di salire su un autobus giunto all'improvviso, oppure per la deliberata volontà del fumatore di non consumarla per l'intera lunghezza, per motivi di salute o altro.


=== Mestieri legati alla raccolta delle cicche ===
=== Mestieri legati alla raccolta delle cicche ===
In passato, il poco tabacco residuo poteva destare perfino un certo interesse economico, tanto che vi erano persone dedite abitualmente a raccattare le cicche abbandonate, nei luoghi più frequentati o dove si realizzavano accumuli. L'interesse poteva essere diretto, consistente nel fumare la parte residua della sigaretta o del sigaro, oppure indiretto, il ricavo del piccolo guadagno derivante dal recupero e dalla rivendita del tabacco superstite<ref name="ciccaiolo"/>. La persona dedita a tale attività era detto "ciccaiolo", o, con inflessione letteraria, "ciccaiuolo"<ref name="ciccaiolo">[http://www.treccani.it/vocabolario/ciccaiolo/ ciccaiolo], in ''[[Vocabolario Treccani]] on line'', [[istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani]]</ref>. Si trattava di persone per lo più misere o in condizione di [[indigenza]], tanto che l'attività del ''ciccaiolo'' era accompagnata da un'aura alquanto umiliante e denigratoria, perfino negli anni di estrema [[povertà]] che contraddistinsero l'immediato [[secondo dopoguerra]] [[Storia d'Italia|italiano]]. A tale proposito, ad esempio, è tramandato un significativo [[aneddoto]] proveniente dal mondo del [[cinema italiano]], che vede protagonista il regista [[Vittorio De Sica]], durante le lavorazioni del suo ''[[Ladri di biciclette]]'', e il bambino [[Enzo Staiola]], [[attore bambino|attor giovane]] del [[Neorealismo (cinema)|film neorealista]]: il regista nasconde alcune cicche nella tasca del bambino e lo offende personalmente, accusandolo, con [[dialetto romanesco|termine romanesco]], di essere un "ciccarolo", un espediente dettato dal mestiere per ottenerne le lacrime ai fini della [[verosimiglianza]] dell'[[recitazione|interpretazione scenica]]<ref>''De Sica & Zavattini: parliamo tanto di noi'', [[Editori riuniti]], 1997 ISBN 88-359-4198-9 (p. 106)</ref><ref>[[Giovanna Grassi]], [http://archiviostorico.corriere.it/1999/settembre/08/Sica_spunta_inedito_con_Ladri_co_0_9909087956.shtml ''De Sica, spunta un inedito con "Ladri di biciclette"''], ''[[Corriere della Sera]]'', 8 settembre 1999</ref>. Analoghi fenomeni sociologici toccano in diversi contesti nazionali: in [[Francia]], ad esempio, i ''clochard'' e gli indigenti dediti alla raccolta dei mozziconi in tempi di penuria economica venivano detti ''mégotiers'' (dal [[lingua francese|francese]] ''mégot'', cicca/mozzicone di sigaretta).
In passato, il poco tabacco residuo poteva destare perfino un certo interesse economico, tanto che vi erano persone dedite abitualmente a raccattare le cicche abbandonate, nei luoghi più frequentati o dove si realizzavano accumuli. L'interesse poteva essere diretto, il poter fumare la parte residua della sigaretta o del sigaro, oppure indiretto, il ricavo di piccolo guadagno derivante dal recupero e dalla rivendita del tabacco superstite<ref name="ciccaiolo"/>. La persona dedita a tale attività era detto "ciccaiolo", o, con inflessione letteraria, "ciccaiuolo"<ref name="ciccaiolo">[http://www.treccani.it/vocabolario/ciccaiolo/ ciccaiolo], in ''[[Vocabolario Treccani]] on line'', [[istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani]]</ref>. Si trattava di persone per lo più misere o in condizione di [[indigenza]], tanto che l'attività del ''ciccaiolo'' era accompagnata da un'aura alquanto umiliante e denigratoria, perfino negli anni di estrema [[povertà]] che contraddistinsero l'immediato [[secondo dopoguerra]] [[Storia d'Italia|italiano]]. A tale proposito, ad esempio, è tramandato un significativo [[aneddoto]] proveniente dal mondo del [[cinema italiano]], che vede protagonista il regista [[Vittorio De Sica]], durante le lavorazioni del suo ''[[Ladri di biciclette]]'', e il bambino [[Enzo Staiola]], [[attore bambino|attor giovane]] del [[Neorealismo (cinema)|film neorealista]]: il regista nasconde alcune cicche nella tasca del bambino e lo offende personalmente, accusandolo, con [[dialetto romanesco|termine romanesco]], di essere un "ciccarolo", un espediente dettato dal mestiere per ottenerne le lacrime ai fini della [[verosimiglianza]] dell'[[recitazione|interpretazione scenica]]<ref>''De Sica & Zavattini: parliamo tanto di noi'', [[Editori riuniti]], 1997 ISBN 88-359-4198-9 (p. 106)</ref><ref>[[Giovanna Grassi]], [http://archiviostorico.corriere.it/1999/settembre/08/Sica_spunta_inedito_con_Ladri_co_0_9909087956.shtml ''De Sica, spunta un inedito con "Ladri di biciclette"''], ''[[Corriere della Sera]]'', 8 settembre 1999</ref>. Analoghi fenomeni sociologici toccano in diversi contesti nazionali: in [[Francia]], ad esempio, i ''clochard'' e gli indigenti dediti alla raccolta dei mozziconi in tempi di penuria economica venivano detti ''mégotiers'' (dal [[lingua francese|francese]] ''mégot'', cicca/mozzicone di sigaretta).


La raccolta di cicche per terra, era una pratica in voga anche nei [[Paesi Bassi]], durante la [[seconda guerra mondiale]], quando il tabacco era merce scarsa<ref name="G. L. van Lennep"/>. In [[lingua olandese]] esisteva anche un apposito [[anglicismo]] per indicare il tabacco ricavato dalle cicche: ''bukshag'' (dall'[[lingua inglese|inglese]] ''shag'', tabacco trinciato per la fabbricazione manuale di sigarette), termine ormai caduto in desuetudine, vestigia di un lessico di tempi lontani di guerra<ref>{{lingue|en}} Pierre Brachin, ''The Dutch Language: A Survey'', [[Brill Editore|Brill Archive]], 1985 ISBN 9004075933 (p. 39)</ref><ref name="G. L. van Lennep">{{lingue|nl}} G. L. van Lennep, ''Verklarend oorlogswoordenboek''. Amsterdam: Bert Bakker, 1988 ISBN 90 351 0612 1 (p. 40)</ref><ref>{{lingue|nl}} [http://weblogs.nrc.nl/woordhoek/2008/08/27/bukshag/ Bukshag] da nrc.nl</ref>.
La raccolta di cicche per terra era una pratica in voga anche nei [[Paesi Bassi]], durante la [[seconda guerra mondiale]], quando il tabacco era merce scarsa<ref name="G. L. van Lennep"/>. In [[lingua olandese]] esisteva anche un apposito [[anglicismo]] per indicare il tabacco ricavato dalle cicche: ''bukshag'' (dall'[[lingua inglese|inglese]] ''shag'', tabacco trinciato per la fabbricazione manuale di sigarette), termine ormai caduto in disuso, vestigia desueta di un lessico di guerra appartenente a tempi lontani<ref>{{lingue|en}} Pierre Brachin, ''The Dutch Language: A Survey'', [[Brill Editore|Brill Archive]], 1985 ISBN 9004075933 (p. 39)</ref><ref name="G. L. van Lennep">{{lingue|nl}} G. L. van Lennep, ''Verklarend oorlogswoordenboek''. Amsterdam: Bert Bakker, 1988 ISBN 90 351 0612 1 (p. 40)</ref><ref>{{lingue|nl}} [http://weblogs.nrc.nl/woordhoek/2008/08/27/bukshag/ Bukshag] da nrc.nl</ref>.


=== Modalità di abbandono delle cicche ===
=== Modalità di abbandono delle cicche ===
Ciò che resta di una sigaretta fumata nelle mani di un fumatore è un oggetto normalmente privo di interesse, sgradevole<ref name="A. Atzori et al."/> alla vista e all'olfatto, di cui si rende necessario l'immediato [[Smaltimento dei rifiuti|smaltimento]], che può avvenire in vari modi.
Ciò che resta di una sigaretta nelle mani di un fumatore è un oggetto normalmente privo di interesse, sgradevole<ref name="A. Atzori et al."/> alla vista e all'olfatto, di cui si rende necessario l'immediato [[Smaltimento dei rifiuti|smaltimento]]. Questo può avvenire in vari modi.


I fumatori possono disfarsi correttamente delle cicche depositandole in [[posacenere]] o in altri appositi contenitori, idonei allo scopo, ma la scarsa diffusione di questi ultimi, unita alla scomodità di tali situazioni, fa sì che spesso i fumatori preferiscano abbandonare i mozziconi al suolo, in vari contesti [[paesaggio|paesaggistici]], sia urbani sia naturali, come è il caso, ad esempio, delle [[spiaggia|spiagge]]: questo fenomeno, dovuto in parte all'incuria e alla negligenza delle persone, è favorito, tuttavia, dalla mancanza di cestini per il loro corretto smaltimento.
I fumatori possono disfarsi correttamente delle cicche depositandole in [[posacenere]] o in altri appositi contenitori, idonei allo scopo, ma la scarsa diffusione di questi ultimi, unita alla scomodità di tali situazioni, fa sì che spesso i fumatori preferiscano abbandonare i mozziconi al suolo, in vari contesti [[paesaggio|paesaggistici]], sia urbani sia naturali, come è il caso, ad esempio, delle [[spiaggia|spiagge]]: questo fenomeno, dovuto in parte all'incuria e alla negligenza delle persone, è favorito, tuttavia, dalla mancanza di cestini per il loro corretto smaltimento.
[[File:Cendrier conique de plage.jpg|thumb|left||Posacenere conici da [[spiaggia]]]]
[[File:Cendrier conique de plage.jpg|thumb|left||Posacenere conici da [[spiaggia]]]]
Una possibile misura di contrasto è costituita dai divieti di fumo sulle aree prospicienti gli specchi d'acqua, marini e lacuali, o i margini fluviali. Emanati a volte da amministrazioni locali (una statistica statunitense, ad esempio, annoverava, nel 2008, una sessantina di località, comprese anche alcune anche grandi città, come [[Chicago]] e [[San Diego]]<ref name="IJERSPH, 1696">T. E. Novotny, K. Lum, E. Smith, V. Wang, R. Barnes, ''Cigarettes Butts and the Case for an Environmental Policy on Hazardous Cigarette Waste'', «''Int. J. Environ. Res. Public Health''», '''2009''', ''6'', p. 1696</ref>), i divieti sono strumenti che, in ogni caso, non possono essere risolutivi, visto che i mozziconi possono raggiungere le spiagge del mare e degli specchi d'acqua trasportati dal [[ruscellamento]]<ref name="IJERSPH, 1697"/>. Rimane poi aperta la questione della efficacia di simili divieti, sia con una valutazione sugli effetti prodotti, sia con un'[[analisi costi-benefici]]<ref name="IJERSPH, 1697">T. E. Novotny, K. Lum, E. Smith, V. Wang, R. Barnes, ''Cigarettes Butts and the Case for an Environmental Policy on Hazardous Cigarette Waste'', «''Int. J. Environ. Res. Public Health''», '''2009''', ''6'', p. 1697</ref>.
Una possibile misura di contrasto è costituita dai divieti di fumo sulle aree prospicienti gli specchi d'acqua, marini e lacuali, o i margini fluviali. Emanati a volte da amministrazioni locali (ad esempio, una statistica statunitense, nel 2008, annoverava una sessantina di località, comprese anche alcune anche grandi città, come [[Chicago]] e [[San Diego]]<ref name="IJERSPH, 1696">T. E. Novotny, K. Lum, E. Smith, V. Wang, R. Barnes, ''Cigarettes Butts and the Case for an Environmental Policy on Hazardous Cigarette Waste'', «''Int. J. Environ. Res. Public Health''», '''2009''', ''6'', p. 1696</ref>), i divieti sono strumenti che, in ogni caso, non possono essere risolutivi, visto che i mozziconi possono raggiungere le spiagge del mare e degli specchi d'acqua trasportati dal [[ruscellamento]]<ref name="IJERSPH, 1697"/>. Rimane poi aperta la questione della efficacia di simili divieti, sia con una valutazione degli effetti prodotti, sia con un'[[analisi costi-benefici]]<ref name="IJERSPH, 1697">T. E. Novotny, K. Lum, E. Smith, V. Wang, R. Barnes, ''Cigarettes Butts and the Case for an Environmental Policy on Hazardous Cigarette Waste'', «''Int. J. Environ. Res. Public Health''», '''2009''', ''6'', p. 1697</ref>.


Nonostante la loro piccola taglia, le cicche tendono ad avere un impatto visivo piuttosto forte, dal momento che la loro visibilità è amplificata dalla ubiquità e dalla tendenza ad accumularsi in particolari luoghi, aiutate in tutto questo dalla grande longevità. Notevole è poi la negatività [[estetica]] dell'impatto visivo procurato dalla vista di mozziconi abbandonati, considerati sgradevolissimi simboli di sporcizia e di degrado urbano e [[paesaggio|paesaggistico]]<ref name="IJERSPH, 1701">T. E. Novotny, K. Lum, E. Smith, V. Wang, R. Barnes, ''Cigarettes Butts and the Case for an Environmental Policy on Hazardous Cigarette Waste'', «''Int. J. Environ. Res. Public Health''», '''2009''', ''6'', p. 1701</ref>: in uno [[ricerca quantitativa|studio quantitativo]] condotto su un campione di popolazione italiana, basato sulla proposta di un [[questionario]], i mozziconi di sigaretta si sono rivelati tra quelli la cui presenza sul suolo pubblico risulta tra le più sgradite, superati solo dalle [[feci|deiezioni]] [[animali]]<ref name="A. Atzori et al.">Andrea Atzori, Pietro Baroni, Amedeo Levorato e Anna Moretto, ''La regolazione e il controllo dei servizi di gestione dei rifiuti urbani. Buone pratiche di regolazione locale'', [[FrancoAngeli]], 2010 ISBN 9788856829501 (p. 113)</ref>.
Nonostante la piccola taglia, le cicche tendono ad avere un impatto visivo piuttosto forte, dal momento che la loro visibilità è amplificata dalla ubiquità e dalla tendenza ad accumularsi in particolari luoghi, aiutate in tutto questo dalla grande longevità. Notevole è poi la negatività [[estetica]] dell'impatto visivo procurato dalla vista di mozziconi abbandonati, percepiti come sgradevolissimi simboli di sporcizia e interpretati come sintomi di [[Degrado ambientale|degrado]] urbano e [[paesaggio|paesaggistico]]<ref name="IJERSPH, 1701">T. E. Novotny, K. Lum, E. Smith, V. Wang, R. Barnes, ''Cigarettes Butts and the Case for an Environmental Policy on Hazardous Cigarette Waste'', «''Int. J. Environ. Res. Public Health''», '''2009''', ''6'', p. 1701</ref>: in uno [[ricerca quantitativa|studio quantitativo]] condotto su un campione di popolazione italiana, basato sulla proposta di un [[questionario]], i mozziconi di sigaretta si sono rivelati tra quelli la cui presenza sul suolo pubblico risulta tra le più sgradite, superati solo dalle [[feci|deiezioni]] [[animali]]<ref name="A. Atzori et al.">Andrea Atzori, Pietro Baroni, Amedeo Levorato e Anna Moretto, ''La regolazione e il controllo dei servizi di gestione dei rifiuti urbani. Buone pratiche di regolazione locale'', [[FrancoAngeli]], 2010 ISBN 9788856829501 (p. 113)</ref>.


Il fenomeno dell'abbandono di cicche, e quello dell'accumulo, possono essere mitigati dalla diffusione di ricettacoli idonei, come portacenere, messi a disposizione dei clienti o dei frequentatori di un sito, mentre lo smaltimento in un cestini, cassonetti, o contenitori per rifiuti ordinari è da considerarsi inappropriato dal momento che la [[brace]] residua può essere all'origine di [[incendi]].
Il fenomeno dell'abbandono di cicche, e quello dell'accumulo, possono essere mitigati dalla diffusione di ricettacoli idonei, come portacenere, messi a disposizione dei clienti di esercizi commerciali o di frequentatori di un sito, mentre lo smaltimento in cestini, cassonetti, o contenitori per rifiuti ordinari è da considerarsi inappropriato, dal momento che la [[brace]] residua può essere all'origine di [[incendi]].


=== Interesse in ambito forense ===
=== Interesse in ambito forense ===


I mozziconi abbandonati distrattamente durante il compimento di un crimine rivestono da sempre un certo interesse nel campo della [[investigazione|scienza investigativa]] e, più in generale, nelle [[scienza forense|discipline forensi]], dal momento che possono diventare importanti elementi indiziari per tentare di ricostruire il numero e l'identità dei soggetti presenti sulla scena del reato: un certo fumatore lascia, generalmente, mozziconi dello stesso tipo, della stessa marca e con il medesimo aspetto. I mozziconi rinvenuti possono aiutare a ricostruire la scena del crimine o concorrere alla formazione della [[Prova (diritto)|prova]] [[Sistema accusatorio e inquisitorio|accusatoria]]. La ricerca dei mozziconi sulla scena del crimine rappresenta un vecchio arnese del mestiere dell'investigatore e ricorre anche nella [[letteratura gialla]]. In quest'ultimo caso, il suo uso risulta così scontato e abusato da aver spinto il giallista [[S. S. Van Dine]], autore, nel 1928, di ''[[Twenty Rules for Writing Detective Stories]]'' (''Venti regole per scrivere romanzi polizieschi''), a sconsigliarne fortemente l'uso a ogni aspirante scrittore di gialli<ref>[[S. S. Van Dine]], ''[[Twenty Rules for Writing Detective Stories]]'', ([http://gaslight.mtroyal.ab.ca/vandine.htm Regola n. 20])</ref>.
I mozziconi abbandonati distrattamente durante il compimento di un crimine rivestono da sempre un certo interesse nel campo della [[investigazione|scienza investigativa]] e, più in generale, nelle [[scienza forense|discipline forensi]], dal momento che possono diventare importanti elementi indiziari per tentare di ricostruire il numero, i tempi di permanenza e l'identità dei soggetti presenti sulla scena del reato: un certo fumatore lascia, generalmente, mozziconi dello stesso tipo, della stessa marca e con il medesimo aspetto. I mozziconi rinvenuti possono aiutare a ricostruire la scena del crimine o concorrere alla formazione della [[Prova (diritto)|prova]] [[Sistema accusatorio e inquisitorio|accusatoria]]. La ricerca dei mozziconi sulla scena del crimine rappresenta un classico arnese del mestiere dell'investigatore e ricorre anche nella [[letteratura gialla]]. In quest'ultimo caso, anzi, il suo uso risulta così scontato e abusato da aver spinto il giallista [[S. S. Van Dine]], autore, nel 1928, di ''[[Twenty Rules for Writing Detective Stories]]'' (''Venti regole per scrivere romanzi polizieschi''), a sconsigliarne fortemente l'uso a ogni aspirante scrittore di gialli<ref>[[S. S. Van Dine]], ''[[Twenty Rules for Writing Detective Stories]]'', ([http://gaslight.mtroyal.ab.ca/vandine.htm Regola n. 20])</ref>.


La loro importanza in campo investigativo è aumentata notevolmente nel corso del [[XX secolo|Novecento]], quando sono diventate disponibili agli [[investigatore|investigatori]] tecnologie in grado di ricostruire l'[[impronta genetica]] del fumatore a partire da fluidi e residui organici, provenienti dalle dita o dalla bocca e assorbiti o depositati sulla superficie del mozzicone. L'interesse per questo tipo di approfondimenti è poi accresciuto dal fatto che, trattandosi di indagini su ''res derelictae'', non soggiacciono a vincoli e non incorrono in divieti e censure per [[incostituzionalità|conflitto]] con i [[costituzione|principi costituzionali]] in tema di [[diritto alla riservatezza]] e di inviolabilità della [[libertà personale]]<ref name=Genetica forense"/><ref>Per l'ordinamento giudiziario italiano, si veda la voce [[Provvedimenti del giudice per le perizie che richiedono il compimento di atti idonei ad incidere sulla libertà personale]]</ref>. Questo status giuridico le rende accessibili alle cosiddette "indagini difensive" promosse dagli [[avvocati]] di una delle [[Parte (diritto)|parti]] in causa, per il tramite di collaboratori tecnicamente idonei, nei modi e nei limiti in cui tali pratiche sono ammesse dagli ordinamenti nazionali in materia di [[procedura penale]]<ref name=Genetica forense">Adriano Tagliabracci, ''Introduzione alla genetica forense. Indagini di identificazione personale e di paternità'', [[Springer]], 2009 ISBN 9788847015111 (p. 145)</ref>.
La loro importanza in campo investigativo è aumentata notevolmente nel corso del [[XX secolo|Novecento]], quando sono diventate disponibili agli [[investigatore|investigatori]] tecnologie in grado di ricostruire l'[[impronta genetica]] del fumatore a partire da fluidi e residui organici, provenienti dalle dita o dalla bocca e assorbiti o depositati sulla superficie del mozzicone. L'interesse per questo tipo di approfondimenti è poi accresciuto dal fatto che, trattandosi di indagini su ''res derelictae'', non soggiacciono a vincoli e non incorrono in divieti e censure per [[incostituzionalità|conflitto]] con i [[costituzione|principi costituzionali]] in tema di [[diritto alla riservatezza]] e di inviolabilità della [[libertà personale]]<ref name=Genetica forense"/><ref>Per l'ordinamento giudiziario italiano, si veda la voce [[Provvedimenti del giudice per le perizie che richiedono il compimento di atti idonei ad incidere sulla libertà personale]]</ref>. Questo status giuridico le rende accessibili alle cosiddette "indagini difensive" promosse dagli [[avvocati]] di una delle [[Parte (diritto)|parti]] in causa, per il tramite di collaboratori tecnicamente idonei, nei modi e nei limiti in cui tali pratiche sono ammesse dagli ordinamenti nazionali in materia di [[procedura penale]]<ref name=Genetica forense">Adriano Tagliabracci, ''Introduzione alla genetica forense. Indagini di identificazione personale e di paternità'', [[Springer]], 2009 ISBN 9788847015111 (p. 145)</ref>.
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[[File:Celluloseacetuar.jpg|thumb|300px||[[Acetato di cellulosa]], principale costituente del filtro]]
[[File:Celluloseacetuar.jpg|thumb|300px||[[Acetato di cellulosa]], principale costituente del filtro]]
[[File:Juvenile red billed gull smoking.jpg|thumb|300px|Una cicca nel becco di un immaturo di [[gabbiano]], della specie ''[[Chroicocephalus scopulinus]]'']]
[[File:Juvenile red billed gull smoking.jpg|thumb|300px|Una cicca nel becco di un immaturo di [[gabbiano]], della specie ''[[Chroicocephalus scopulinus]]'']]
Nonostante l'apparenza insignificante, le cicche pongono seri problemi di [[impatto ambientale|ricadute ambientali]], dal momento che il frequente abbandono nell'ambiente porta a una loro presenza quasi ubiquitaria.
Nonostante l'aspetto insignificante, le cicche pongono seri problemi di [[impatto ambientale|ricadute ambientali]], dal momento che il frequente abbandono nell'ambiente porta a una loro presenza quasi ubiquitaria.
=== Stime quantitative sull'abbandono ===
=== Stime quantitative sull'abbandono ===
Sono disponibili diverse stime quantitative, globali e regionali, sulle dimensioni del fenomeno del rilascio nell'ambiente di tali materiali.
Sono disponibili diverse stime quantitative, globali e regionali, sulle dimensioni del fenomeno del rilascio nell'ambiente di tali materiali.


Ad esempio, è stato calcolato che, nella sola [[Svizzera]], in un solo anno (il 1998), siano stati raccolti 954 milioni di kg di filtri di sigarette, il che rappresenta solo una frazione di quelli realmente abbandonati<ref>[http://www.consoglobe.com/ac-environnement-biodiversite_2555_cigarette-megot-pollution-non.html ''Cigarette et mégot, pollution non stop''], da Consoglobe.com</ref>.
Ad esempio, è stato calcolato che, nella sola [[Svizzera]], in un solo anno (il 1998), siano stati raccolti 954 milioni di kg di filtri di sigarette, il che rappresenta solo una frazione di quelli realmente abbandonati<ref>[http://www.consoglobe.com/ac-environnement-biodiversite_2555_cigarette-megot-pollution-non.html ''Cigarette et mégot, pollution non stop''], da Consoglobe.com</ref>. Una stima valida per l'[[Australia]], quantifica in 24-32 miliardi di cicche abbandonate annualmente nell'ambiente<ref name="AECT, 205"/>.


A livello mondiale, si stima che il numero di cicche disperse in natura ammonti, ogni anno, a 4.500 miliardi (4,5*10<sup>12</sup>)<ref name="J. Moerman, 1"/>. Il divieto di fumo in certi locali o in certe aree sembra esacerbare (almeno a breve termine) il problema dell'abbandono, dal momento che i fumatori sono spinti a fumare all'aperto, dove è più probabile che il mozzicone venga eliminato in maniera impropria<ref name="Natura"/>.
A livello mondiale, si stima che il numero di cicche disperse in natura ammonti, ogni anno, a 4.500 miliardi (4,5*10<sup>12</sup>)<ref name="J. Moerman, 1"/><ref name="AECT, 205"/>, un'altissima percentuale (tra il 75 e il 97%) di quelle effettivamente fumate<ref name="AECT, 205"/>. Il divieto di fumo in certi locali o in certe aree sembra esacerbare (almeno a breve termine) il problema dell'abbandono, dal momento che i fumatori sono spinti a fumare all'aperto, dove è più probabile che il mozzicone venga eliminato in maniera impropria<ref name="Natura"/>.


Il tempo di latenza in natura, prima che si completi la decomposizione, varia da sei mesi a una dozzina di anni, a seconda delle condizioni ambientali e a seconda del tipo di sigaretta (senza filtro o con filtro)<ref>[http://news.fr.msn.com/ecologie/photo/galerie.aspx?cp-documentid=150917217&page=5 MSN News]</ref><ref>[http://www.lanouvelle.net/article-315480-Le-megot-de-cigarette-inoffensif-ou-destructeur.html Le mégot de cigarette inoffensif ou destructeur], Lanouvelle.net</ref>.
Il tempo di latenza in natura, prima che si completi la decomposizione, varia da sei mesi a una dozzina di anni, a seconda delle condizioni ambientali e a seconda del tipo di sigaretta (senza filtro o con filtro)<ref>[http://news.fr.msn.com/ecologie/photo/galerie.aspx?cp-documentid=150917217&page=5 MSN News]</ref><ref>[http://www.lanouvelle.net/article-315480-Le-megot-de-cigarette-inoffensif-ou-destructeur.html Le mégot de cigarette inoffensif ou destructeur], Lanouvelle.net</ref>.
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=== Depurazione delle acque reflue ===
=== Depurazione delle acque reflue ===


Riguardo alla longevità, va detto che le cicche con filtro non si disfano nemmeno immergendole nell'acqua, sulla cui superficie, anzi, galleggiano e vengono facilmente trasportate: se gettate nello scarico dello [[sciacquone]] o nelle [[caditoia|caditoie]] delle [[fognature]], possono essere causa di intasamenti e guasti in tubature e pompe. Come misura di prevenzione, all'ingresso degli [[Trattamento delle acque reflue|impianti di depurazione]] sono installate delle apposite griglie a cui è affidato il compito di trattenere mozziconi e altri oggetti di simile consistenza solida, come [[cotton-fioc]], [[ovatta]], [[straccio|stracci]], [[assorbenti igienici]], [[pannolini]] ecc. (un'operazione propedeutica che è detta, in gergo tecnico, "[[Trattamento delle acque reflue#Grigliatura|grigliatura]]"). Per mantenere l'efficienza di tali filtri si rende necessaria una continua manutenzione, con periodica pulitura delle griglie e rimozione degli accumuli solidi, il che rappresenta un costo aggiuntivo nel ciclo industriale di depurazione delle [[acqua di scolo|acque reflue]].
Riguardo alla longevità, va detto che le cicche con filtro non si disfano nemmeno immergendole nell'acqua, sulla cui superficie, anzi, galleggiano e dalla quale vengono facilmente trasportate: se gettate nello scarico dello [[sciacquone]] o nelle [[caditoia|caditoie]] delle [[fognature]], possono essere causa di intasamenti e guasti in tubature e pompe. Come misura di prevenzione, all'ingresso degli [[Trattamento delle acque reflue|impianti di depurazione]] sono installate apposite griglie a cui è affidato il compito di trattenere mozziconi e altri oggetti di analoga consistenza solida, come [[cotton-fioc]], [[ovatta]], [[straccio|stracci]], [[assorbenti igienici]], [[pannolini]] ecc. (un'operazione propedeutica che in gergo tecnico è detta "[[Trattamento delle acque reflue#Grigliatura|grigliatura]]"). Per mantenere l'efficienza di tali filtri si rende necessaria una continua manutenzione, con periodica pulitura delle griglie e rimozione degli accumuli solidi, il che rappresenta un costo aggiuntivo nel ciclo industriale di depurazione delle [[acqua di scolo|acque reflue]].


=== Inquinamento ===
=== Inquinamento ===
L'alto numero di mozziconi dispersi e latenti in natura, non rappresenta solo un problema estetico, ma anche un vero problema ecologico, dal momento che essi rappresentano una notevole fonte di [[inquinamento]] [[ambiente|ambientale]] diffuso<ref>[http://www.univers-nature.com/inf/inf_actualite1.cgi?id=3787 ''Flot de mégots : les poissons sont des fumeurs passifs !''], Univers-Nature, 6 giugno 2009</ref>.
L'alto numero di mozziconi dispersi e latenti in natura non rappresenta solo un problema estetico, ma anche un vero problema ecologico, dal momento che essi rappresentano una notevole fonte di [[inquinamento]] [[ambiente|ambientale]] diffuso<ref>[http://www.univers-nature.com/inf/inf_actualite1.cgi?id=3787 ''Flot de mégots : les poissons sont des fumeurs passifs !''], Univers-Nature, 6 giugno 2009</ref>.


==== Problemi legati alla non biodegradabilità e ai tempi di latenza ====
==== Problemi legati alla non biodegradabilità e ai tempi di latenza ====
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Il filtro in sé (vale a dire l'elemento proveniente da una sigaretta non fumata), pone questioni sulla sua biodegradabilità: secondo la ''[[British American Tobacco]]'', importante industria manifatturiera del ramo e, come tale, portatrice di un [[conflitto di interessi]], il filtro, essendo realizzato in [[carta]], colla, e fibra di [[acetato di cellulosa]], è da considerarsi come [[biodegradabilità|completamente biodegradabile]], con tempi di dissolvimento in natura variabili, che l'azienda stima da 1 mese a 3 anni<ref name="BAT Italia"/>, in dipendenza delle più o meno severe condizioni ambientali a cui esso è sottoposto<ref name="BAT Italia"/><ref name=chicagotribune/>. In base a tali dati, quindi, l'azienda sostiene che il filtro di sigaretta "[non costituisce] un problema ambientale sul lungo periodo"<ref name="BAT Italia">[http://www.batitalia.com/group/sites/bat_8d3mra.nsf/vwPagesWebLive/DO8D8LHC?opendocument&SKN=1 ''Il filtro''], ''[[British American Tobacco|British American Tobacco Italia]]''</ref>.
Il filtro in sé (vale a dire l'elemento proveniente da una sigaretta non fumata), pone questioni sulla sua biodegradabilità: secondo la ''[[British American Tobacco]]'', importante industria manifatturiera del ramo e, come tale, portatrice di un [[conflitto di interessi]], il filtro, essendo realizzato in [[carta]], colla, e fibra di [[acetato di cellulosa]], è da considerarsi come [[biodegradabilità|completamente biodegradabile]], con tempi di dissolvimento in natura variabili, che l'azienda stima da 1 mese a 3 anni<ref name="BAT Italia"/>, in dipendenza delle più o meno severe condizioni ambientali a cui esso è sottoposto<ref name="BAT Italia"/><ref name=chicagotribune/>. In base a tali dati, quindi, l'azienda sostiene che il filtro di sigaretta "[non costituisce] un problema ambientale sul lungo periodo"<ref name="BAT Italia">[http://www.batitalia.com/group/sites/bat_8d3mra.nsf/vwPagesWebLive/DO8D8LHC?opendocument&SKN=1 ''Il filtro''], ''[[British American Tobacco|British American Tobacco Italia]]''</ref>.


A questa visione ottimistica si oppongono gli [[ambientalisti]] che sono soliti eccepire sottolineando una distinzione importante, quella tra "[[biodegradazione]]" e "diluizione nell'ambiente". Si tratta di un'eccezione scientificamente fondata<ref name="IJERSPH, 1693"/>: la fibra sintetica di cui il filtro è composto non è biodegradabile, ma solo in grado di disfarsi in polvere fine<ref name="IJERSPH, 1693"/>, in tempi, peraltro, di circa 10-15 anni, ben più lunghi di quelli indicati dalla ''[[British American Tobacco]]'', al termine dei quali, comunque, permane sempre, nell'ambiente, un residuo sintetico fine che si diffonde nel suolo e nelle acque, semplicemente "diluendosi" nell'ambiente senza "svanire" mai<ref name="IJERSPH, 1693">T. E. Novotny, K. Lum, E. Smith, V. Wang, R. Barnes, ''Cigarettes Butts and the Case for an Environmental Policy on Hazardous Cigarette Waste'', «''Int. J. Environ. Res. Public Health''», '''2009''', ''6'', p. 1693</ref><ref name=chicagotribune>Louis R. Carlozo, [http://articles.chicagotribune.com/2008-06-18/features/0806170174_1_cigarette-butts-secondhand-beach-house ''Kicking butts''], ''Chicago Tribune'', 18 giugno 2008</ref>.
A questa visione ottimistica si oppongono gli [[ambientalisti]] che sono soliti eccepire sottolineando una distinzione importante, quella tra "[[biodegradazione]]" e "diluizione nell'ambiente". Si tratta di un'eccezione scientificamente fondata<ref name="IJERSPH, 1693"/>: la fibra sintetica di cui il filtro è composto non è biodegradabile, ma solo in grado di disfarsi in polvere fine<ref name="IJERSPH, 1693"/>, in tempi, peraltro, di circa 10-15 anni, ben più lunghi di quelli indicati dalla ''[[British American Tobacco]]'', al termine dei quali, comunque, permane sempre un residuo sintetico fine che si diffonde nel suolo e nelle acque, semplicemente "diluendosi" nell'ambiente senza "svanire" mai<ref name="IJERSPH, 1693">T. E. Novotny, K. Lum, E. Smith, V. Wang, R. Barnes, ''Cigarettes Butts and the Case for an Environmental Policy on Hazardous Cigarette Waste'', «''Int. J. Environ. Res. Public Health''», '''2009''', ''6'', p. 1693</ref><ref name=chicagotribune>Louis R. Carlozo, [http://articles.chicagotribune.com/2008-06-18/features/0806170174_1_cigarette-butts-secondhand-beach-house ''Kicking butts''], ''Chicago Tribune'', 18 giugno 2008</ref>.


===== Filtri biodegradabili =====
===== Filtri biodegradabili =====
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==== Rilascio di contaminanti in soluzione ====
==== Rilascio di contaminanti in soluzione ====
[[File:Cyprinus carpio smoking.jpg|thumb|left|Una [[carpa]] mentre afferra una cicca]]
[[File:Cyprinus carpio smoking.jpg|thumb|left|Una [[carpa]] mentre afferra una cicca]]


I problemi, tuttavia, si aggravano qualora si consideri non il filtro in sé, ma i mozziconi di sigarette fumate. Sono infatti le sostanze nocive che vi si accumulano, compresi i [[metalli pesanti]], che provengono solo dal filtro delle sigarette fumate e dal tabacco residuo dei mozziconi di sigarette senza filtro, a essere potenziali fonti di problemi. Infatti, il fumo di sigaretta non filtrato è costituito da gas e particelle in sospensione, un [[Tossicologia del fumo di sigaretta|miscuglio che contiene più di 4000 sostanze chimiche]], di cui almeno 250 sono considerate nocive, e almeno 50 riconosciute come [[cancerogeno|cancerogene]]<ref name="Natura" />. Tra le sostanze a rischio, le più note sono dei carcinogeni come [[benzopirene]] e [[formaldeide]]; [[metalli pesanti]] come [[arsenico]], [[piombo]] e [[cadmio]]; sostanze tossiche come [[acetone]], [[toluene]], [[nicotina]] e [[benzene]]; sostanze pericolose come [[butano]] e [[ammoniaca]]<ref name=chicagotribune/>. Il problema nasce dal rilascio e dalla dispersione nell'ambiente di queste sostanze attraverso il micro-inquinamento diffuso veicolato dall'enorme massa di mozziconi abbandonati<ref name="Natura" />. Dal momento che la maggior parte delle cicche finisce nell'acqua (per esempio, tramite le [[fognature|canalizzazioni delle fogne]]) si pone il problema dell'[[inquinamento idrico]].
I problemi, tuttavia, si aggravano qualora si consideri non il filtro in sé, ma il mozzicone di sigaretta fumato. Potenziali fonti di problemi sono, infatti, le sostanze nocive che vi si accumulano, compresi i [[metalli pesanti]], che provengono solo dal filtro delle sigarette fumate e dal tabacco residuo dei mozziconi di sigarette senza filtro. Infatti, il fumo di sigaretta non filtrato è costituito da gas e [[particolato]] in sospensione, un [[Tossicologia del fumo di sigaretta|miscuglio che contiene più di 4000 sostanze chimiche]]<ref name="AECT, 205"/>, di cui almeno 250 sono considerate nocive, e almeno 50<ref name="AECT, 205"/> riconosciute come [[cancerogeno|cancerogene]]<ref name="Natura" />. Tra le sostanze a rischio, le più note sono dei carcinogeni come [[benzopirene]], [[fenolo]] e [[formaldeide]]<ref name="AECT, 205"/>; [[metalli pesanti]] come [[arsenico]], [[piombo]] e [[cadmio]]; sostanze tossiche come [[acetone]], [[toluene]], [[nicotina]], [[benzene]], [[acido cianidrico]], [[acetaldeide]], [[nitrati]]; sostanze pericolose come [[butano]] e [[ammoniaca]]<ref name=chicagotribune/><ref name="AECT, 205"/> (l'abbondanza di sostanze chimiche deriva da quelle impiegate nella coltivazione e nella manifattura del tabacco: [[fungicidi]], [[erbicidi]], [[insetticidi]], e [[pesticidi]]<ref name="AECT, 205"/>).

Il problema nasce dal rilascio e dalla dispersione nell'ambiente di queste sostanze attraverso il micro-inquinamento diffuso veicolato dall'enorme massa di mozziconi abbandonati<ref name="Natura" />. Dal momento che la maggior parte delle cicche è esposta all'acqua, si pone il problema dell'[[inquinamento idrico]]. Una frazione delle cicche, inoltre, finisce nelle [[fognature|canalizzazioni delle fogne]] mentre un'altra frazione viene facilmente trasportata trasportata dal [[ruscellamento]] fino a raggiungere i [[corsi d'acqua]]: una stima del 2002, condotta in [[Australia]], ha quantificato nel 10% la percentuale delle cicche abbandonate che finiscono nei corsi d'acqua<ref name="AECT, 205"/>.


==== Concentrazioni di metalli pesanti nel percolato ====
==== Concentrazioni di metalli pesanti nel percolato ====
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Uno studio del 2009 ha investigato sul rilascio di [[metalli pesanti]] in [[Soluzione (chimica)|soluzione]] nei [[Percolato|percolati]], focalizzando la ricerca su dodici componenti: [[alluminio]] (Al), [[bario]] (Ba), [[cadmio]] (Cd), [[cromo]] (Cr), [[rame]] (Cu), [[ferro]] (Fe), [[piombo]] (Pb), [[manganese]] (Mn), [[nickel]] (Ni), [[stronzio]] (Sr), [[titanio]] (Ti), e [[zinco]] (Zn)<ref name="J. Moerman, 1">Jessica Moerman, [http://www.tennessean.com/assets/pdf/DN1466441113.PDF ''Not Just an Eyesore: Analysis of Metals Leached from Smoked Cigarette Litter by ICP-OES''], 2009 (studio scientifico sul rilascio dei [[metalli pesanti]] contenuti nei mozziconi), p. 1</ref>.
Uno studio del 2009 ha investigato sul rilascio di [[metalli pesanti]] in [[Soluzione (chimica)|soluzione]] nei [[Percolato|percolati]], focalizzando la ricerca su dodici componenti: [[alluminio]] (Al), [[bario]] (Ba), [[cadmio]] (Cd), [[cromo]] (Cr), [[rame]] (Cu), [[ferro]] (Fe), [[piombo]] (Pb), [[manganese]] (Mn), [[nickel]] (Ni), [[stronzio]] (Sr), [[titanio]] (Ti), e [[zinco]] (Zn)<ref name="J. Moerman, 1">Jessica Moerman, [http://www.tennessean.com/assets/pdf/DN1466441113.PDF ''Not Just an Eyesore: Analysis of Metals Leached from Smoked Cigarette Litter by ICP-OES''], 2009 (studio scientifico sul rilascio dei [[metalli pesanti]] contenuti nei mozziconi), p. 1</ref>.


L'analisi di tossicità basate su procedure approvate dalla ''[[Environmental Protection Agency]]''<ref>''[http://water.epa.gov/drink/contaminants/index.cfm#List National Primary Drinking Water Regulation]'' (NPDWR)</ref> degli [[Stati Uniti]] e dalla [[Organizzazione mondiale della sanità]]<ref>''Guidelines for Drinking-Water Quality: First Addendum to Third Edition'', III edizione, Ginevra, WHO Press, 2006.</ref>, hanno messo in luce concentrazioni di [[cadmio]] e [[piombo]], classificati come contaminanti primari dall'[[EPA]] organizzazioni, superiori a quelle massime ammissibili nelle [[Acqua potabile|acque potabili]]<ref name="J. Moerman, 71">Jessica Moerman, [http://www.tennessean.com/assets/pdf/DN1466441113.PDF ''Not Just an Eyesore: Analysis of Metals Leached from Smoked Cigarette Litter by ICP-OES''], 2009 (studio scientifico sul rilascio dei [[metalli pesanti]] contenuti nei mozziconi), p. 71</ref>. Anche le concentrazioni [[alluminio]], [[manganese]] e [[ferro]], considerati contaminanti secondari, eccedono di gran lunga i livelli ammessi dalle due organizzazione<ref name="J. Moerman, 72"/>. Per due metalli, [[stronzio]] e [[titanio]], non esistono direttive sui livelli di tossicità tossiche nelle acque, mentre per gli altri 5 presi in considerazione dalla ricerca, la loro presenza era inferiore ai limiti EPA<ref name="J. Moerman, 72"/>. Questi ultimi cinque risultati non sono comunque da sopravvalutare, perché basati su test di tossicità validi per la [[specie umana]]<ref name="J. Moerman, 72"/>. Non è escluso che tali livelli di concentrazione, pur inferiori agli standard OMS e EPA, si rivelino tossici nei confronti di [[Microorganismi|micro]] e macroorganismi<ref name="J. Moerman, 72">Jessica Moerman, [http://www.tennessean.com/assets/pdf/DN1466441113.PDF ''Not Just an Eyesore: Analysis of Metals Leached from Smoked Cigarette Litter by ICP-OES''], 2009 (studio scientifico sul rilascio dei [[metalli pesanti]] contenuti nei mozziconi), p. 72</ref>.
Le analisi di tossicità, basate su procedure approvate dalla ''[[Environmental Protection Agency]]''<ref>''[http://water.epa.gov/drink/contaminants/index.cfm#List National Primary Drinking Water Regulation]'' (NPDWR)</ref> degli [[Stati Uniti]] e dalla [[Organizzazione mondiale della sanità]]<ref>''Guidelines for Drinking-Water Quality: First Addendum to Third Edition'', III edizione, Ginevra, WHO Press, 2006.</ref>, hanno messo in luce concentrazioni di [[cadmio]] e [[piombo]], classificati come contaminanti primari dalle due organizzazioni, superiori a quelle massime ammissibili nelle [[Acqua potabile|acque potabili]]<ref name="J. Moerman, 71">Jessica Moerman, [http://www.tennessean.com/assets/pdf/DN1466441113.PDF ''Not Just an Eyesore: Analysis of Metals Leached from Smoked Cigarette Litter by ICP-OES''], 2009 (studio scientifico sul rilascio dei [[metalli pesanti]] contenuti nei mozziconi), p. 71</ref>. Anche le concentrazioni di [[alluminio]], [[manganese]] e [[ferro]], considerati contaminanti secondari, eccedono di gran lunga i livelli ammessi dalle due organizzazione<ref name="J. Moerman, 72"/>. Per due metalli, [[stronzio]] e [[titanio]], non esistono direttive sui livelli di tossicità tossiche nelle acque, mentre per gli altri 5 presi in considerazione dalla ricerca, la loro presenza era inferiore ai limiti EPA<ref name="J. Moerman, 72"/>. Questi ultimi cinque risultati non sono comunque da sopravvalutare, perché basati su test di tossicità validi per la [[specie umana]], cioè su un modello biologico scarsamente predittivo nei confronti di altre specie<ref name="J. Moerman, 72"/>. Non è escluso, infatti, che livelli di concentrazione inferiori agli standard umani fissati da OMS e EPA, si rivelino tossici nei confronti di [[Microorganismi|micro]] e macroorganismi<ref name="J. Moerman, 72">Jessica Moerman, [http://www.tennessean.com/assets/pdf/DN1466441113.PDF ''Not Just an Eyesore: Analysis of Metals Leached from Smoked Cigarette Litter by ICP-OES''], 2009 (studio scientifico sul rilascio dei [[metalli pesanti]] contenuti nei mozziconi), p. 72</ref>. Studi compiuti su due diversi organismi, un [[crostaceo]] (''Ceriodaphnia dubia'') e un [[microorganismo]] (''Vibrio fischeri''), hanno puntualmente rivelato che la tossicità si manifesta con sensibilità molto diverse tra specie diverse (nel caso specifico, una tossicità da 2,9 fino 8 volte superiore nel ''Vibrio fischeri'' rispetto a ''Ceriodaphnia dubia'', a seconda della marca di sigarette)<ref name="AECT, 205"/>.


==== Intossicanti organici ====
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=== Rischi di intossicazione nei bambini ===
=== Rischi di intossicazione nei bambini ===
[[File:POL Cigarettes 001.JPG|thumb|300px|Cicche abbandonate presso giochi per bambini]]
[[File:POL Cigarettes 001.JPG|thumb|300px|Cicche abbandonate presso giochi per bambini]]


Un altro problema è costituito dal pericolo che i bambini in tenera età. I bambini più piccoli hanno l'abitudine di esplorare il mondo portando qualsiasi oggetto alla bocca, conosciuto o sconosciuto, mentre quelli più grandi possono essere spinti a portarli alla bocca per spirito emulativo, imitando gesti appresi dagli adulti fumatori.
Un altro problema è costituito dal pericolo che i bambini in tenera età si intossichino ingerendo mozziconi. I bambini più piccoli hanno l'abitudine di esplorare il mondo portando qualsiasi oggetto alla bocca, conosciuto o sconosciuto, mentre quelli più grandi possono essere spinti a portarli alla bocca per spirito emulativo, imitando gesti appresi dagli adulti fumatori.


Succede, inoltre, che persone adulte fumino presso [[parco giochi|aree destinate ai giochi d'infanzia]], o nei pressi di [[Sabbionaia|sabbionaie]], anche durante il tempo in cui sono dediti alla sorveglianza dei bambini: i mozziconi abbandonati in questi luoghi, così come quelli disseminati sulle spiagge, possono facilmente venire a contatto con i bambini più piccoli, e quindi essere portati alla bocca, con conseguenti rischi di [[intossicazione]], più meno grave in base al rapporto con il peso corporeo e al tipo di mozziconi ingeriti (se provenienti da sigarette fumate o intonse)<ref name="CHRU Lille"/>.
Succede, inoltre, che persone adulte fumino presso [[parco giochi|aree destinate ai giochi d'infanzia]], o nei pressi di [[Sabbionaia|sabbionaie]], anche durante il tempo in cui sono occupati alla sorveglianza dei bambini: i mozziconi abbandonati in questi luoghi, così come quelli disseminati sulle spiagge, possono facilmente venire a contatto con i bambini più piccoli, e quindi essere portati alla bocca, con conseguenti rischi di [[intossicazione]], più o meno gravi in base al rapporto con il [[Peso corporeo umano|peso corporeo]] e al tipo di mozziconi ingeriti (se provenienti da sigarette fumate o intonse)<ref name="CHRU Lille"/>.


Le intossicazioni in età pediatrica causate da mozziconi di sigaretta rappresentano un evento che ricorre con una certa [[frequenza statistica|frequenza]].
Le intossicazioni in età pediatrica causate da mozziconi di sigaretta rappresentano un evento che ricorre con una certa [[frequenza statistica|frequenza]].


In cinque anni, dal 1998 al 2002, il centro antiveleni del ''Centre hospitalier régional universitaire'' di [[Lilla]] ha fronteggiato 272 casi di intossicazione da [[deglutizione]] accidentale di mozziconi in soggetti da 0 a 16 anni<ref name="CHRU Lille"/> (con un'età media molto bassa: 1,22 anni<ref name="CHRU Lille"/>). In un altro contesto, quello del Centro antiveleni di Berlino, in un solo anno (il 2007), si sono registrati 260 casi di intossicazione di bambini dovuta a mozziconi di sigaretta, con una cadenza di quasi quotidiana<ref name="Rauchfreie Kinderspielplätze, 34">{{lingue|de}} [http://www.forum-rauchfrei.de/files/rauchfreie_kinderspielplaetze%5B1%5D.pdf ''Rauchfreie Kinderspielplätze''] (''[[Parco giochi|Parchi giochi per l'infanzia]] liberi dal fumo'', Brochure del [[Distretto di Friedrichshain-Kreuzberg]], 2007, p. 34</ref>.
In cinque anni, dal 1998 al 2002, il centro antiveleni del ''Centre hospitalier régional universitaire'' di [[Lilla]] ha fronteggiato 272 casi di intossicazione da [[deglutizione]] accidentale di mozziconi in soggetti da 0 a 16 anni<ref name="CHRU Lille"/> (con un'età media molto bassa: 1,22 anni<ref name="CHRU Lille"/>). In un altro contesto, quello del Centro antiveleni di Berlino, in un solo anno (il 2007), si sono registrati 260 casi di intossicazione di bambini dovuta a mozziconi di sigaretta, con una cadenza quasi quotidiana<ref name="Rauchfreie Kinderspielplätze, 34">{{lingue|de}} [http://www.forum-rauchfrei.de/files/rauchfreie_kinderspielplaetze%5B1%5D.pdf ''Rauchfreie Kinderspielplätze''] (''[[Parco giochi|Parchi giochi per l'infanzia]] liberi dal fumo'', Brochure del [[Distretto di Friedrichshain-Kreuzberg]], 2007, p. 34</ref>.


Un rapporto del ''Rhode Island Department of Health'' riportava 146 casi di intossicazione da ingestione di cicche da parte di bambini di età inferiore ai 6 anni, un terzo dei quali mostravano sintomi di intossicazione temporanea da [[nicotina]]<ref name="IJERSPH, 1695">T. E. Novotny, K. Lum, E. Smith, V. Wang, R. Barnes, ''Cigarettes Butts and the Case for an Environmental Policy on Hazardous Cigarette Waste'', «''Int. J. Environ. Res. Public Health''», '''2009''', ''6'', p. 1695</ref>.
Un rapporto del ''Rhode Island Department of Health'' riportava, nel 1997, 146 casi di intossicazione da ingestione di cicche da parte di bambini di età inferiore ai 6 anni, un terzo dei quali mostravano sintomi di intossicazione temporanea da [[nicotina]]<ref name="IJERSPH, 1695">T. E. Novotny, K. Lum, E. Smith, V. Wang, R. Barnes, ''Cigarettes Butts and the Case for an Environmental Policy on Hazardous Cigarette Waste'', «''Int. J. Environ. Res. Public Health''», '''2009''', ''6'', p. 1695</ref>.


Per questo motivo vengono spesso avanzate, da più parti (singoli, associazioni professionali mediche, [[Portatore di interesse|portatori di interesse]], ecc.), istanze per l'istituzione di divieti assoluti di fumo in prossimità delle aree giochi destinate ai bambini<ref name="Rauchfreie Kinderspielplätze, 35">{{lingue|de}} [http://www.forum-rauchfrei.de/files/rauchfreie_kinderspielplaetze%5B1%5D.pdf ''Rauchfreie Kinderspielplätze''] (''[[Parco giochi|Parchi giochi per l'infanzia]] liberi dal fumo'', Brochure del [[Distretto di Friedrichshain-Kreuzberg]], 2007, p. 35</ref>. Può così succedere che, pur in mancanza di un specifico e generale divieto, singoli [[enti locali]] possano adottare autonome iniziative in tal senso, con provvedimenti restrittivi della libertà di fumo a valere nelle aree ludiche installate sui territori da loro amministrati<ref name="Rauchfreie Kinderspielplätze, 36">{{lingue|de}} [http://www.forum-rauchfrei.de/files/rauchfreie_kinderspielplaetze%5B1%5D.pdf ''Rauchfreie Kinderspielplätze''] (''[[Parco giochi|Parchi giochi per l'infanzia]] liberi dal fumo'', Brochure del [[Distretto di Friedrichshain-Kreuzberg]], 2007, p. 36</ref>.
Per questo motivo vengono spesso avanzate, da più parti (singoli, associazioni professionali mediche, [[Portatore di interesse|portatori di interesse]], ecc.), istanze per l'istituzione di divieti assoluti di fumo in prossimità delle aree giochi destinate ai bambini<ref name="Rauchfreie Kinderspielplätze, 35">{{lingue|de}} [http://www.forum-rauchfrei.de/files/rauchfreie_kinderspielplaetze%5B1%5D.pdf ''Rauchfreie Kinderspielplätze''] (''[[Parco giochi|Parchi giochi per l'infanzia]] liberi dal fumo'', Brochure del [[Distretto di Friedrichshain-Kreuzberg]], 2007, p. 35</ref>. Può così succedere che, pur in mancanza di un specifico e generale divieto, singoli [[enti locali]] possano adottare autonome iniziative in tal senso, con provvedimenti restrittivi della libertà di fumo a valere nelle aree ludiche installate sui territori da loro amministrati<ref name="Rauchfreie Kinderspielplätze, 36">{{lingue|de}} [http://www.forum-rauchfrei.de/files/rauchfreie_kinderspielplaetze%5B1%5D.pdf ''Rauchfreie Kinderspielplätze''] (''[[Parco giochi|Parchi giochi per l'infanzia]] liberi dal fumo'', Brochure del [[Distretto di Friedrichshain-Kreuzberg]], 2007, p. 36</ref>.
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==== Intossicazioni domestiche ====
==== Intossicazioni domestiche ====


Nonostante l'allarme sociale sia spesso suscitato dalla diffusione in spazi pubblici frequentati da bambini, cautele ancor maggiori devono essere adottata negli ambienti abitativi, dal momento che moltissime intossicazioni coinvolgono le pareti domestiche: secondo la statistica di un quinquennio di attività del Centro antiveleni di Lille (1998-2002), la quasi totalità delle ingestioni (266 su 272, ben il 97% e oltre) avviene nelle abitazioni, dove sigarette e mozziconi finiscono spesso in bocca ai bambini, che se ne impadroniscono facilmente prelevandoli da posacenere incautamente incustoditi e lasciati alla loro portata<ref name="CHRU Lille">[http://cap.chru-lille.fr/CAPBD/BAIES/detail/ca5-03avril2.htm ''Intoxication par les cigarettes chez l'enfant''], CHRU di Lille, 3 aprile 2012</ref>.
Nonostante l'allarme sociale sia spesso suscitato dalla diffusione in spazi pubblici frequentati da bambini, cautele ancor maggiori sembrano necessarie negli ambienti abitativi, dal momento che moltissime intossicazioni coinvolgono le pareti domestiche: secondo la statistica di un quinquennio di attività del Centro antiveleni di Lille (1998-2002), la quasi totalità delle ingestioni (266 su 272, ben il 97% e oltre) avviene nelle abitazioni, dove sigarette e mozziconi finiscono spesso in bocca ai bambini, che se ne impadroniscono facilmente prelevandoli da posacenere incautamente incustoditi e lasciati alla loro portata<ref name="CHRU Lille">[http://cap.chru-lille.fr/CAPBD/BAIES/detail/ca5-03avril2.htm ''Intoxication par les cigarettes chez l'enfant''], CHRU di Lille, 3 aprile 2012</ref>.


== Pericoli di incendio ==
== Pericoli di incendio ==

Versione delle 23:20, 6 nov 2012

Un mozzicone di sigaretta sulla neve sporca

La cicca è ciò che resta di una sigaretta (o di un sigaro) dopo il suo uso. È detta anche mozzicone di sigaretta/di sigaro, o, con accezione assoluta, semplicemente mozzicone[1]. Nella stessa accezione assoluta, in contesti linguistici meridionali, si usa anche il termine mozzone[2].

Con il termine cicca si usa indicare anche il mozzicone spento di sigaro che alcuni usano masticare, un'azione, questa, che in italiano è denominata con il verbo ciccare[1][3].

A dispetto della loro apparenza inoffensiva, le cicche sono causa di rilevanti problemi ecologici, sia nel campo della gestione dei rifiuti sia nel campo della gestione forestale. Tali problemi sono particolarmente legati all'abitudine diffusa di disperderle nell'ambiente, sia naturale che urbanizzato, un gesto apparentemente innocuo che implica, invece, pesanti ricadute ambientali, giungendo, in alcuni casi, a integrare pesanti profili di responsabilità penale. Oltre agli aspetti ecologici, la disseminazione e l'ubiquità delle cicche negli spazi pubblici può essere anche percepita come uno dei più sgradevoli sintomi di degrado del tessuto ambientale e urbano, in misura inferiore alla sola presenza di feci per le strade[4].

Assumono un certo rilievo, inoltre, aspetti relativi all'igiene e alla sanità, legati al rischio di intossicazione per ingestione, particolarmente in soggetti di età infantile, anche se, in questo caso, il rischio appare più intrinsecamente legato a questioni di sicurezza domestica, piuttosto che alla disseminazione di cicche negli spazi pubblici frequentati dai bambini.

Etimologia

Una cicca abbandonata su un pavimento di asfalto, caso esemplare di res derelicta

Il sostantivo cicca e il verbo ciccare derivano etimologicamente dai vocaboli francese chique e chiquer: si tratta, rispettivamente, di un sostantivo e di un verbo che condividono un'identica radice alla cui origine vi è un'onomatopea che richiama il rumore della masticazione[1][3].

Status giuridico

Dal punto del diritto privato, nei sistemi romanistici, i mozziconi rientrano nella categoria delle res derelictae, ovvero delle cose mobili che, versando in stato di abbandono, non sono considerate proprietà di alcuno. Non appartengono invece alla categoria delle res nullius, dal momento che prima del loro abbandono erano di proprietà di qualcuno. In quanto proprietà di nessuno, le cicche possono essere oggetto di acquisto della proprietà mediante occupazione[5].

Dal punto di vista della gestione e del diritto ambientale, le cicche sono da considerarsi un rifiuto[6], che rappresentano, da un punto di vista puramente numerico, la frazione più numerosa della spazzatura prodotta annualmente nel mondo[7] Dal punto di vista della sicurezza ambientale, anche quando smaltito in maniera adeguata, il mozzicone è da considerarsi un rifiuto pericoloso[8]. A differenza di altri materiali congeneri, le cicche non rivestono alcun interesse economico, per via delle piccole dimensioni e dello scarso valore dei materiali di cui sono composte, salvo in passato, quando, in alcuni ambienti sociali, poteva registrarsi un interesse alla loro raccolta[9].

Composizione e aspetto

Confronto (in sezione) tra un filtro intatto è una cicca

Il tipo di mozzicone, il suo stato e il suo odore, dipendono dalle caratteristiche del prodotto (tabacco e confezionamento) oltre che dall'uso a cui è stato sottoposto (aspirazione del fumo o consunzione spontanea; intensità dell'aspirazione; condizioni di fine uso):

  • Sigaretta con filtro: la cicca misura meno di un terzo della lunghezza della sigaretta e si compone di del filtro (un cilindro di fibra sintetica – acetato di cellulosa – rivestito in carta colorata), alcuni avanzi di tabacco e brandelli della cartina che lo avvolge, parzialmente consumati e carbonizzati, insieme a resti di cenere. A volte, il filtro è leggermente bruciacchiato. Dopo il consumo, gli elementi costitutivi della cicca (filtro, carta, tabacco) rimangono impregnati delle sostanze che sono destinati a filtrare e trattenere, in maniera più o meno satura a seconda dell'intensità con la quale la sigaretta è stata fumata.
  • Sigaretta senza filtro: la cicca si compone di sola carta, tabacco e cenere. Mancando il filtro fibroso, è generalmente più corta. L'uso di un bocchino può permettere il consumo totale del tabacco, in modo da non lasciare alcun mozzicone residuo.
    • Fabbricazione industriale: la cicca è di forma cilindrica.
    • Fabbricazione personale: la cicca ha una forma più irregolare, vagamente cilindrica, rastremata verso la parte che viene a contatto delle labbra.

La forma finale assunta dalla cicca conserva informazioni anche sul modo in cui essa si è prodotta, se a seguito di uno spegnimento intenzionale (come avviene nella maggior parte dei casi) o se per effetto di una consumazione e spegnimento spontanei. La sua forma può indicare la modalità di spegnimento intenzionale: fortemente curvata se ha subito uno schiacciamento con le dita attraverso una pressione esercitata all'estremità, o appiattita nel senso della lunghezza se è stata pestata con un piede.

Sociologia

Posacenere in luoghi particolari (come in questa caffetteria lungo le strade francesi) riducono i fenomeni di abbandono
Fenomeni di accumulo di cicche all'esterno di un luogo interdetto al fumo (un pronto soccorso di Bonn)

La cicca del sigaro, o anche di una sigaretta arrotolata a mano, viene talvolta trattenuta in bocca anche dopo che si è spenta per essere ciancicata tra le labbra [1][3].

Alcune cicche possono conservare quantità più rilevanti di tabacco a causa dell'interruzione precoce dell'aspirazione, dovuta a cause diverse, come la necessità di salire su un autobus giunto all'improvviso, oppure per la deliberata volontà del fumatore di non consumarla per l'intera lunghezza, per motivi di salute o altro.

Mestieri legati alla raccolta delle cicche

In passato, il poco tabacco residuo poteva destare perfino un certo interesse economico, tanto che vi erano persone dedite abitualmente a raccattare le cicche abbandonate, nei luoghi più frequentati o dove si realizzavano accumuli. L'interesse poteva essere diretto, il poter fumare la parte residua della sigaretta o del sigaro, oppure indiretto, il ricavo di piccolo guadagno derivante dal recupero e dalla rivendita del tabacco superstite[9]. La persona dedita a tale attività era detto "ciccaiolo", o, con inflessione letteraria, "ciccaiuolo"[9]. Si trattava di persone per lo più misere o in condizione di indigenza, tanto che l'attività del ciccaiolo era accompagnata da un'aura alquanto umiliante e denigratoria, perfino negli anni di estrema povertà che contraddistinsero l'immediato secondo dopoguerra italiano. A tale proposito, ad esempio, è tramandato un significativo aneddoto proveniente dal mondo del cinema italiano, che vede protagonista il regista Vittorio De Sica, durante le lavorazioni del suo Ladri di biciclette, e il bambino Enzo Staiola, attor giovane del film neorealista: il regista nasconde alcune cicche nella tasca del bambino e lo offende personalmente, accusandolo, con termine romanesco, di essere un "ciccarolo", un espediente dettato dal mestiere per ottenerne le lacrime ai fini della verosimiglianza dell'interpretazione scenica[10][11]. Analoghi fenomeni sociologici toccano in diversi contesti nazionali: in Francia, ad esempio, i clochard e gli indigenti dediti alla raccolta dei mozziconi in tempi di penuria economica venivano detti mégotiers (dal francese mégot, cicca/mozzicone di sigaretta).

La raccolta di cicche per terra era una pratica in voga anche nei Paesi Bassi, durante la seconda guerra mondiale, quando il tabacco era merce scarsa[12]. In lingua olandese esisteva anche un apposito anglicismo per indicare il tabacco ricavato dalle cicche: bukshag (dall'inglese shag, tabacco trinciato per la fabbricazione manuale di sigarette), termine ormai caduto in disuso, vestigia desueta di un lessico di guerra appartenente a tempi lontani[13][12][14].

Modalità di abbandono delle cicche

Ciò che resta di una sigaretta nelle mani di un fumatore è un oggetto normalmente privo di interesse, sgradevole[4] alla vista e all'olfatto, di cui si rende necessario l'immediato smaltimento. Questo può avvenire in vari modi.

I fumatori possono disfarsi correttamente delle cicche depositandole in posacenere o in altri appositi contenitori, idonei allo scopo, ma la scarsa diffusione di questi ultimi, unita alla scomodità di tali situazioni, fa sì che spesso i fumatori preferiscano abbandonare i mozziconi al suolo, in vari contesti paesaggistici, sia urbani sia naturali, come è il caso, ad esempio, delle spiagge: questo fenomeno, dovuto in parte all'incuria e alla negligenza delle persone, è favorito, tuttavia, dalla mancanza di cestini per il loro corretto smaltimento.

Posacenere conici da spiaggia

Una possibile misura di contrasto è costituita dai divieti di fumo sulle aree prospicienti gli specchi d'acqua, marini e lacuali, o i margini fluviali. Emanati a volte da amministrazioni locali (ad esempio, una statistica statunitense, nel 2008, annoverava una sessantina di località, comprese anche alcune anche grandi città, come Chicago e San Diego[15]), i divieti sono strumenti che, in ogni caso, non possono essere risolutivi, visto che i mozziconi possono raggiungere le spiagge del mare e degli specchi d'acqua trasportati dal ruscellamento[16]. Rimane poi aperta la questione della efficacia di simili divieti, sia con una valutazione degli effetti prodotti, sia con un'analisi costi-benefici[16].

Nonostante la piccola taglia, le cicche tendono ad avere un impatto visivo piuttosto forte, dal momento che la loro visibilità è amplificata dalla ubiquità e dalla tendenza ad accumularsi in particolari luoghi, aiutate in tutto questo dalla grande longevità. Notevole è poi la negatività estetica dell'impatto visivo procurato dalla vista di mozziconi abbandonati, percepiti come sgradevolissimi simboli di sporcizia e interpretati come sintomi di degrado urbano e paesaggistico[17]: in uno studio quantitativo condotto su un campione di popolazione italiana, basato sulla proposta di un questionario, i mozziconi di sigaretta si sono rivelati tra quelli la cui presenza sul suolo pubblico risulta tra le più sgradite, superati solo dalle deiezioni animali[4].

Il fenomeno dell'abbandono di cicche, e quello dell'accumulo, possono essere mitigati dalla diffusione di ricettacoli idonei, come portacenere, messi a disposizione dei clienti di esercizi commerciali o di frequentatori di un sito, mentre lo smaltimento in cestini, cassonetti, o contenitori per rifiuti ordinari è da considerarsi inappropriato, dal momento che la brace residua può essere all'origine di incendi.

Interesse in ambito forense

I mozziconi abbandonati distrattamente durante il compimento di un crimine rivestono da sempre un certo interesse nel campo della scienza investigativa e, più in generale, nelle discipline forensi, dal momento che possono diventare importanti elementi indiziari per tentare di ricostruire il numero, i tempi di permanenza e l'identità dei soggetti presenti sulla scena del reato: un certo fumatore lascia, generalmente, mozziconi dello stesso tipo, della stessa marca e con il medesimo aspetto. I mozziconi rinvenuti possono aiutare a ricostruire la scena del crimine o concorrere alla formazione della prova accusatoria. La ricerca dei mozziconi sulla scena del crimine rappresenta un classico arnese del mestiere dell'investigatore e ricorre anche nella letteratura gialla. In quest'ultimo caso, anzi, il suo uso risulta così scontato e abusato da aver spinto il giallista S. S. Van Dine, autore, nel 1928, di Twenty Rules for Writing Detective Stories (Venti regole per scrivere romanzi polizieschi), a sconsigliarne fortemente l'uso a ogni aspirante scrittore di gialli[18].

La loro importanza in campo investigativo è aumentata notevolmente nel corso del Novecento, quando sono diventate disponibili agli investigatori tecnologie in grado di ricostruire l'impronta genetica del fumatore a partire da fluidi e residui organici, provenienti dalle dita o dalla bocca e assorbiti o depositati sulla superficie del mozzicone. L'interesse per questo tipo di approfondimenti è poi accresciuto dal fatto che, trattandosi di indagini su res derelictae, non soggiacciono a vincoli e non incorrono in divieti e censure per conflitto con i principi costituzionali in tema di diritto alla riservatezza e di inviolabilità della libertà personale[19][20]. Questo status giuridico le rende accessibili alle cosiddette "indagini difensive" promosse dagli avvocati di una delle parti in causa, per il tramite di collaboratori tecnicamente idonei, nei modi e nei limiti in cui tali pratiche sono ammesse dagli ordinamenti nazionali in materia di procedura penale[19].

Ricadute ambientali

Acetato di cellulosa, principale costituente del filtro
Una cicca nel becco di un immaturo di gabbiano, della specie Chroicocephalus scopulinus

Nonostante l'aspetto insignificante, le cicche pongono seri problemi di ricadute ambientali, dal momento che il frequente abbandono nell'ambiente porta a una loro presenza quasi ubiquitaria.

Stime quantitative sull'abbandono

Sono disponibili diverse stime quantitative, globali e regionali, sulle dimensioni del fenomeno del rilascio nell'ambiente di tali materiali.

Ad esempio, è stato calcolato che, nella sola Svizzera, in un solo anno (il 1998), siano stati raccolti 954 milioni di kg di filtri di sigarette, il che rappresenta solo una frazione di quelli realmente abbandonati[21]. Una stima valida per l'Australia, quantifica in 24-32 miliardi di cicche abbandonate annualmente nell'ambiente[7].

A livello mondiale, si stima che il numero di cicche disperse in natura ammonti, ogni anno, a 4.500 miliardi (4,5*1012)[22][7], un'altissima percentuale (tra il 75 e il 97%) di quelle effettivamente fumate[7]. Il divieto di fumo in certi locali o in certe aree sembra esacerbare (almeno a breve termine) il problema dell'abbandono, dal momento che i fumatori sono spinti a fumare all'aperto, dove è più probabile che il mozzicone venga eliminato in maniera impropria[23].

Il tempo di latenza in natura, prima che si completi la decomposizione, varia da sei mesi a una dozzina di anni, a seconda delle condizioni ambientali e a seconda del tipo di sigaretta (senza filtro o con filtro)[24][25].

Depurazione delle acque reflue

Riguardo alla longevità, va detto che le cicche con filtro non si disfano nemmeno immergendole nell'acqua, sulla cui superficie, anzi, galleggiano e dalla quale vengono facilmente trasportate: se gettate nello scarico dello sciacquone o nelle caditoie delle fognature, possono essere causa di intasamenti e guasti in tubature e pompe. Come misura di prevenzione, all'ingresso degli impianti di depurazione sono installate apposite griglie a cui è affidato il compito di trattenere mozziconi e altri oggetti di analoga consistenza solida, come cotton-fioc, ovatta, stracci, assorbenti igienici, pannolini ecc. (un'operazione propedeutica che in gergo tecnico è detta "grigliatura"). Per mantenere l'efficienza di tali filtri si rende necessaria una continua manutenzione, con periodica pulitura delle griglie e rimozione degli accumuli solidi, il che rappresenta un costo aggiuntivo nel ciclo industriale di depurazione delle acque reflue.

Inquinamento

L'alto numero di mozziconi dispersi e latenti in natura non rappresenta solo un problema estetico, ma anche un vero problema ecologico, dal momento che essi rappresentano una notevole fonte di inquinamento ambientale diffuso[26].

Problemi legati alla non biodegradabilità e ai tempi di latenza

Il filtro in sé (vale a dire l'elemento proveniente da una sigaretta non fumata), pone questioni sulla sua biodegradabilità: secondo la British American Tobacco, importante industria manifatturiera del ramo e, come tale, portatrice di un conflitto di interessi, il filtro, essendo realizzato in carta, colla, e fibra di acetato di cellulosa, è da considerarsi come completamente biodegradabile, con tempi di dissolvimento in natura variabili, che l'azienda stima da 1 mese a 3 anni[27], in dipendenza delle più o meno severe condizioni ambientali a cui esso è sottoposto[27][28]. In base a tali dati, quindi, l'azienda sostiene che il filtro di sigaretta "[non costituisce] un problema ambientale sul lungo periodo"[27].

A questa visione ottimistica si oppongono gli ambientalisti che sono soliti eccepire sottolineando una distinzione importante, quella tra "biodegradazione" e "diluizione nell'ambiente". Si tratta di un'eccezione scientificamente fondata[29]: la fibra sintetica di cui il filtro è composto non è biodegradabile, ma solo in grado di disfarsi in polvere fine[29], in tempi, peraltro, di circa 10-15 anni, ben più lunghi di quelli indicati dalla British American Tobacco, al termine dei quali, comunque, permane sempre un residuo sintetico fine che si diffonde nel suolo e nelle acque, semplicemente "diluendosi" nell'ambiente senza "svanire" mai[29][28].

Filtri biodegradabili

Rilascio di contaminanti in soluzione

Una carpa mentre afferra una cicca

I problemi, tuttavia, si aggravano qualora si consideri non il filtro in sé, ma il mozzicone di sigaretta fumato. Potenziali fonti di problemi sono, infatti, le sostanze nocive che vi si accumulano, compresi i metalli pesanti, che provengono solo dal filtro delle sigarette fumate e dal tabacco residuo dei mozziconi di sigarette senza filtro. Infatti, il fumo di sigaretta non filtrato è costituito da gas e particolato in sospensione, un miscuglio che contiene più di 4000 sostanze chimiche[7], di cui almeno 250 sono considerate nocive, e almeno 50[7] riconosciute come cancerogene[23]. Tra le sostanze a rischio, le più note sono dei carcinogeni come benzopirene, fenolo e formaldeide[7]; metalli pesanti come arsenico, piombo e cadmio; sostanze tossiche come acetone, toluene, nicotina, benzene, acido cianidrico, acetaldeide, nitrati; sostanze pericolose come butano e ammoniaca[28][7] (l'abbondanza di sostanze chimiche deriva da quelle impiegate nella coltivazione e nella manifattura del tabacco: fungicidi, erbicidi, insetticidi, e pesticidi[7]).

Il problema nasce dal rilascio e dalla dispersione nell'ambiente di queste sostanze attraverso il micro-inquinamento diffuso veicolato dall'enorme massa di mozziconi abbandonati[23]. Dal momento che la maggior parte delle cicche è esposta all'acqua, si pone il problema dell'inquinamento idrico. Una frazione delle cicche, inoltre, finisce nelle canalizzazioni delle fogne mentre un'altra frazione viene facilmente trasportata trasportata dal ruscellamento fino a raggiungere i corsi d'acqua: una stima del 2002, condotta in Australia, ha quantificato nel 10% la percentuale delle cicche abbandonate che finiscono nei corsi d'acqua[7].

Concentrazioni di metalli pesanti nel percolato

Stoccolma, Città vecchia: percolazione di una cicca da parte di acque piovane di scolo

Uno studio del 2009 ha investigato sul rilascio di metalli pesanti in soluzione nei percolati, focalizzando la ricerca su dodici componenti: alluminio (Al), bario (Ba), cadmio (Cd), cromo (Cr), rame (Cu), ferro (Fe), piombo (Pb), manganese (Mn), nickel (Ni), stronzio (Sr), titanio (Ti), e zinco (Zn)[22].

Le analisi di tossicità, basate su procedure approvate dalla Environmental Protection Agency[30] degli Stati Uniti e dalla Organizzazione mondiale della sanità[31], hanno messo in luce concentrazioni di cadmio e piombo, classificati come contaminanti primari dalle due organizzazioni, superiori a quelle massime ammissibili nelle acque potabili[32]. Anche le concentrazioni di alluminio, manganese e ferro, considerati contaminanti secondari, eccedono di gran lunga i livelli ammessi dalle due organizzazione[33]. Per due metalli, stronzio e titanio, non esistono direttive sui livelli di tossicità tossiche nelle acque, mentre per gli altri 5 presi in considerazione dalla ricerca, la loro presenza era inferiore ai limiti EPA[33]. Questi ultimi cinque risultati non sono comunque da sopravvalutare, perché basati su test di tossicità validi per la specie umana, cioè su un modello biologico scarsamente predittivo nei confronti di altre specie[33]. Non è escluso, infatti, che livelli di concentrazione inferiori agli standard umani fissati da OMS e EPA, si rivelino tossici nei confronti di micro e macroorganismi[33]. Studi compiuti su due diversi organismi, un crostaceo (Ceriodaphnia dubia) e un microorganismo (Vibrio fischeri), hanno puntualmente rivelato che la tossicità si manifesta con sensibilità molto diverse tra specie diverse (nel caso specifico, una tossicità da 2,9 fino 8 volte superiore nel Vibrio fischeri rispetto a Ceriodaphnia dubia, a seconda della marca di sigarette)[7].

Intossicanti organici

Rischi di intossicazione nei bambini

Cicche abbandonate presso giochi per bambini

Un altro problema è costituito dal pericolo che i bambini in tenera età si intossichino ingerendo mozziconi. I bambini più piccoli hanno l'abitudine di esplorare il mondo portando qualsiasi oggetto alla bocca, conosciuto o sconosciuto, mentre quelli più grandi possono essere spinti a portarli alla bocca per spirito emulativo, imitando gesti appresi dagli adulti fumatori.

Succede, inoltre, che persone adulte fumino presso aree destinate ai giochi d'infanzia, o nei pressi di sabbionaie, anche durante il tempo in cui sono occupati alla sorveglianza dei bambini: i mozziconi abbandonati in questi luoghi, così come quelli disseminati sulle spiagge, possono facilmente venire a contatto con i bambini più piccoli, e quindi essere portati alla bocca, con conseguenti rischi di intossicazione, più o meno gravi in base al rapporto con il peso corporeo e al tipo di mozziconi ingeriti (se provenienti da sigarette fumate o intonse)[34].

Le intossicazioni in età pediatrica causate da mozziconi di sigaretta rappresentano un evento che ricorre con una certa frequenza.

In cinque anni, dal 1998 al 2002, il centro antiveleni del Centre hospitalier régional universitaire di Lilla ha fronteggiato 272 casi di intossicazione da deglutizione accidentale di mozziconi in soggetti da 0 a 16 anni[34] (con un'età media molto bassa: 1,22 anni[34]). In un altro contesto, quello del Centro antiveleni di Berlino, in un solo anno (il 2007), si sono registrati 260 casi di intossicazione di bambini dovuta a mozziconi di sigaretta, con una cadenza quasi quotidiana[35].

Un rapporto del Rhode Island Department of Health riportava, nel 1997, 146 casi di intossicazione da ingestione di cicche da parte di bambini di età inferiore ai 6 anni, un terzo dei quali mostravano sintomi di intossicazione temporanea da nicotina[8].

Per questo motivo vengono spesso avanzate, da più parti (singoli, associazioni professionali mediche, portatori di interesse, ecc.), istanze per l'istituzione di divieti assoluti di fumo in prossimità delle aree giochi destinate ai bambini[36]. Può così succedere che, pur in mancanza di un specifico e generale divieto, singoli enti locali possano adottare autonome iniziative in tal senso, con provvedimenti restrittivi della libertà di fumo a valere nelle aree ludiche installate sui territori da loro amministrati[37].

Intossicazioni domestiche

Nonostante l'allarme sociale sia spesso suscitato dalla diffusione in spazi pubblici frequentati da bambini, cautele ancor maggiori sembrano necessarie negli ambienti abitativi, dal momento che moltissime intossicazioni coinvolgono le pareti domestiche: secondo la statistica di un quinquennio di attività del Centro antiveleni di Lille (1998-2002), la quasi totalità delle ingestioni (266 su 272, ben il 97% e oltre) avviene nelle abitazioni, dove sigarette e mozziconi finiscono spesso in bocca ai bambini, che se ne impadroniscono facilmente prelevandoli da posacenere incautamente incustoditi e lasciati alla loro portata[34].

Pericoli di incendio

Qualora non siano state spente con la dovuta cura, cicche e sigarette possono diventare esche in grado di provocare ogni anno incendi nei boschi, nell'interno di abitazioni, o negli autoveicoli, causando notevoli danni materiali e, regolarmente, morti e feriti da ustione.

Modo corretto di disfarsi di un sigaretta in un bosco, secondo una linea guida dello US Forest Service

Spesso è impossibile identificare i colpevoli ed è probabile che, in moltissimi casi, i responsabili siano convinti della completa innocuità del gesto e non abbiano alcuna coscienza dei rischi associati, né alcuna consapevolezza della loro eventuale colpa[38][39][40][41][42].

Il rischio di incendi boschivi legato ai mozziconi è dovuto soprattutto all'improprio abbandono da parte di persone in cammino o dal lancio di mozziconi non completamente spenti sull'asfalto o sul ciglio della strada, da parte di passeggeri di auto in transito. Il rischio di tali condotte è aumentato dalla concomitanza di particolari condizioni climatiche, come l'aridità prolungata che caratterizza la stagione estiva, la presenza o l'affastellamento di stoppie o sterpaglie secche lungo il limitare della strada o del cammino, il regime locale e stagionale dei venti, ecc.

Statistiche locali confermano l'esistenza di un tale significativo rapporto causale: ad esempio, in Francia si stima che, nel dipartimento delle Bocche del Rodano il 16% dei focolai di incendio sia riconducibile a mozziconi gettati dai finestrini di autoveicoli e circa il 14% da mozziconi spenti in maniera inaccurata da persone a piedi[23].

Organismi che hanno in cura la preservazione della Natura hanno elaborato delle linee guida da osservare in ambienti particolari, come quelli forestali e agricoli, al fine di evitare che il mozzicone abbandonato possa trasformarsi in un'esca incendiaria in grado di distruggere aree di vegetazione. Ad esempio, secondo una raccomandazione elaborata dallo United States Forest Service, occorre rimuovere tutto lo strato organico e il pacciame depositatosi sul terreno fino a esporre interamente lo strato minerale del suolo per un diametro di circa 12 pollici (circa 31 cm)[43]. Il mozzicone andrà spento e disposto al centro dell'area scoperta[43] (si veda anche l'illustrazione a fianco, prodotta dallo stesso servizio forestale americano e proveniente dagli archivi della National Archives and Records Administration statunitense[43]).

Note

  1. ^ a b c d cicca, in Vocabolario Treccani on line, istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani
  2. ^ mozzone, in Vocabolario Treccani on line, istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani
  3. ^ a b c ciccare, in Vocabolario Treccani on line, istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani
  4. ^ a b c Andrea Atzori, Pietro Baroni, Amedeo Levorato e Anna Moretto, La regolazione e il controllo dei servizi di gestione dei rifiuti urbani. Buone pratiche di regolazione locale, FrancoAngeli, 2010 ISBN 9788856829501 (p. 113)
  5. ^ Alessandro Crosetti e Nicoletta Manuale di diritto forestale e ambientale, Giuffrè Editore, 2008 ISBN 9788814142710 (p. 149)
  6. ^ Andrea Atzori, Pietro Baroni, Amedeo Levorato e Anna Moretto, La regolazione e il controllo dei servizi di gestione dei rifiuti urbani. Buone pratiche di regolazione locale, FrancoAngeli, 2010 ISBN 9788856829501 (p. 101)
  7. ^ a b c d e f g h i j k M. St. J. Warne, Variation in, and Causes of, Toxicity of Cigarette Butts to a Cladoceran and Microtox, «Archives of Environmental Contamination and Toxicology», febbraio 2006, vol. 50, n. 2, Springer, pp. 205–212 (DOI10.1007/s00244-004-0132-y)
  8. ^ a b T. E. Novotny, K. Lum, E. Smith, V. Wang, R. Barnes, Cigarettes Butts and the Case for an Environmental Policy on Hazardous Cigarette Waste, «Int. J. Environ. Res. Public Health», 2009, 6, p. 1695
  9. ^ a b c ciccaiolo, in Vocabolario Treccani on line, istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani
  10. ^ De Sica & Zavattini: parliamo tanto di noi, Editori riuniti, 1997 ISBN 88-359-4198-9 (p. 106)
  11. ^ Giovanna Grassi, De Sica, spunta un inedito con "Ladri di biciclette", Corriere della Sera, 8 settembre 1999
  12. ^ a b (NL) G. L. van Lennep, Verklarend oorlogswoordenboek. Amsterdam: Bert Bakker, 1988 ISBN 90 351 0612 1 (p. 40)
  13. ^ (EN) Pierre Brachin, The Dutch Language: A Survey, Brill Archive, 1985 ISBN 9004075933 (p. 39)
  14. ^ (NL) Bukshag da nrc.nl
  15. ^ T. E. Novotny, K. Lum, E. Smith, V. Wang, R. Barnes, Cigarettes Butts and the Case for an Environmental Policy on Hazardous Cigarette Waste, «Int. J. Environ. Res. Public Health», 2009, 6, p. 1696
  16. ^ a b T. E. Novotny, K. Lum, E. Smith, V. Wang, R. Barnes, Cigarettes Butts and the Case for an Environmental Policy on Hazardous Cigarette Waste, «Int. J. Environ. Res. Public Health», 2009, 6, p. 1697
  17. ^ T. E. Novotny, K. Lum, E. Smith, V. Wang, R. Barnes, Cigarettes Butts and the Case for an Environmental Policy on Hazardous Cigarette Waste, «Int. J. Environ. Res. Public Health», 2009, 6, p. 1701
  18. ^ S. S. Van Dine, Twenty Rules for Writing Detective Stories, (Regola n. 20)
  19. ^ a b Adriano Tagliabracci, Introduzione alla genetica forense. Indagini di identificazione personale e di paternità, Springer, 2009 ISBN 9788847015111 (p. 145)
  20. ^ Per l'ordinamento giudiziario italiano, si veda la voce Provvedimenti del giudice per le perizie che richiedono il compimento di atti idonei ad incidere sulla libertà personale
  21. ^ Cigarette et mégot, pollution non stop, da Consoglobe.com
  22. ^ a b Jessica Moerman, Not Just an Eyesore: Analysis of Metals Leached from Smoked Cigarette Litter by ICP-OES, 2009 (studio scientifico sul rilascio dei metalli pesanti contenuti nei mozziconi), p. 1
  23. ^ a b c d (FR) Fumer tue... la planète !
  24. ^ MSN News
  25. ^ Le mégot de cigarette inoffensif ou destructeur, Lanouvelle.net
  26. ^ Flot de mégots : les poissons sont des fumeurs passifs !, Univers-Nature, 6 giugno 2009
  27. ^ a b c Il filtro, British American Tobacco Italia
  28. ^ a b c Louis R. Carlozo, Kicking butts, Chicago Tribune, 18 giugno 2008
  29. ^ a b c T. E. Novotny, K. Lum, E. Smith, V. Wang, R. Barnes, Cigarettes Butts and the Case for an Environmental Policy on Hazardous Cigarette Waste, «Int. J. Environ. Res. Public Health», 2009, 6, p. 1693
  30. ^ National Primary Drinking Water Regulation (NPDWR)
  31. ^ Guidelines for Drinking-Water Quality: First Addendum to Third Edition, III edizione, Ginevra, WHO Press, 2006.
  32. ^ Jessica Moerman, Not Just an Eyesore: Analysis of Metals Leached from Smoked Cigarette Litter by ICP-OES, 2009 (studio scientifico sul rilascio dei metalli pesanti contenuti nei mozziconi), p. 71
  33. ^ a b c d Jessica Moerman, Not Just an Eyesore: Analysis of Metals Leached from Smoked Cigarette Litter by ICP-OES, 2009 (studio scientifico sul rilascio dei metalli pesanti contenuti nei mozziconi), p. 72
  34. ^ a b c d Intoxication par les cigarettes chez l'enfant, CHRU di Lille, 3 aprile 2012
  35. ^ (DE) Rauchfreie Kinderspielplätze (Parchi giochi per l'infanzia liberi dal fumo, Brochure del Distretto di Friedrichshain-Kreuzberg, 2007, p. 34
  36. ^ (DE) Rauchfreie Kinderspielplätze (Parchi giochi per l'infanzia liberi dal fumo, Brochure del Distretto di Friedrichshain-Kreuzberg, 2007, p. 35
  37. ^ (DE) Rauchfreie Kinderspielplätze (Parchi giochi per l'infanzia liberi dal fumo, Brochure del Distretto di Friedrichshain-Kreuzberg, 2007, p. 36
  38. ^ Celinda Emison, Cigarette is blamed for Abilene apartment blaze, Texas News, 21 dicembre 2009
  39. ^ Hywel Trewyn, Couple 'lucky to be alive' after cigarette starts house fire in Dolgellau, Daily Post, 22 dicembre 2009
  40. ^ (EN) Raccolta di articoli di cronaca su incendi innescati da sigarette
  41. ^ Le tabac et l'environnement. Pollution, incendies, accidents. L'invasion du mégot, Centre Hospitalier d'Avignon.
  42. ^ Vivien Jaboeuf, L'invasion du mégot, The Dominion, 6 aprile 2005
  43. ^ a b c Photograph of Correct Way to Dispose of a Cigarette Butt in the Woods, illustrazione di una direttiva antincendio diramata dal Servizio forestale statunitense (17/11/1938), conservata dal NARA (ARC Identifier 2128277 / Local Identifier 374970)

Voci correlate

Altri progetti

Bibliografia

Collegamenti esterni

Organizzazioni che si occupano espressamente dell'inquinamento da mozziconi