Hype Williams

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Hype Williams, pseudonimo di Harold Williams (Queens, 1º gennaio 1970), è un regista statunitense di film e videoclip musicali di origini afroamericane e honduregne.

Williams è noto per aver dato vita ad un gran numero di video musicali di grande successo per artisti hip hop e R&B come Aaliyah (Rock the Boat), Craig Mack (Flava In Ya Ear), LL Cool J (Doin' It), Nas (If I Ruled the World (Imagine That), Street Dreams), Missy Elliott (The Rain (Supa Dupa Fly), She's a Bitch), Busta Rhymes (Put Your Hands Where My Eyes Could See), Kelis (Caught Out There), e Jay-Z (Big Pimpin')

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Williams è nato nel Queens e ha frequentato l'università di Adelphi. Ha iniziato praticando l'arte del graffitismo utilizzando HYPE come firma dei suoi graffiti. Il suo stile è stato influenzato da artisti come Keith Haring e Jean-Michel Basquiat.

Regia[modifica | modifica wikitesto]

Williams ha iniziato la sua carriera come art director; tra i suoi primi lavori ha disegnato i set e i costumi per il primo video delle TLC, "Ain't 2 Proud 2 Beg", nel 1991; nel 1993 diresse video di "How About Some Hardcore?", il primo singolo degli M.O.P.. Nel 1994 ha diretto il suo primo videoclip veramente importante: "Can It All Be So Simple" del Wu-Tang Clan. Grazie al successo di questo e dei video successivi, Williams è diventato il regista di videoclip più pagato e più richiesto alla fine degli anni 1990.

Nel 1998, Williams ha diretto il suo primo film di fiction Belly. Il film è stato accolto senza grande entusiasmo tanto dal pubblico che dalla critica. Recentemente Williams si è allontanato dalla regia di videoclip, con il progetto di ritentare con la fiction cinematografica con un remake del cartone animato degli anni 1960 Speed Racer. Nel 2003, Williams è ritornato con i video di New Edition e Ja Rule, e si sta interessando al videogioco.

Stile[modifica | modifica wikitesto]

I video dei tardi anni 1990 e primi 2000 di Hype Williams sono caratterizzati da una produzione in grande. Il regista usa spesso il grandangolo spinto (fish-eye), set molto grandi, colori molto saturati e/o neon, costumi costosi ed effetti speciali per dare ai suoi "clienti" un aspetto larger-than-life. Questo stile è particolarmente evidente nei suoi lavori per Busta Rhymes e Missy Elliott, due dei suoi clienti più assidui dal 1997 al 2001. Il largo uso di modelle in molti dei video di Williams gli hanno causato l'accusa di sfruttamento da parte di molti critici.

Dal 2003 Williams ha adottato uno stile inconfondibile che combina una ripresa sul corpo dell'artista o dell'attore e uno sfondo a tinta unita con una luce soffusa di colore diverso, in modo da dare un senso di illuminazione dello sfondo da parte del soggetto in primo piano. Questa tecnica è stata utilizzata nei video "Gold Digger" di Kanye West, "Digital girl (Remix) di Jamie Foxx, "Video Phone" di Beyoncé e "Barbie Dreams" di Nicki Minaj.

Per la maggior parte dei suoi video più recenti, Williams ha creato un effetto widescreen, che mette l'immagine principale al centro (in formato widescreen, appunto) e una seconda immagine dietro, tagliata dalla prima.

Come in passato, Williams continua oggi a introdurre ogni video con una sequenza titolata, che presenta il suo nome, il nome dell'artista e il titolo della canzone, in uno formato che si accordi allo stile del video che segue. Alcuni esempi di questo sono LL Cool J Ft JLo - Control Myself e Beyonce Ft Slim Thug - Check On It.

Videografia[modifica | modifica wikitesto]

1992[modifica | modifica wikitesto]

1993[modifica | modifica wikitesto]

  • Eric Sermon – "Hittin' Switches"
  • Positive K – "I Got a Man" (version 1)
  • Mangu – "La Playa"
  • K-7 – "Zunga Zeng"
  • M.O.P - "How About Some Hardcore"

1994[modifica | modifica wikitesto]

1995[modifica | modifica wikitesto]

1996[modifica | modifica wikitesto]

1997[modifica | modifica wikitesto]

1998[modifica | modifica wikitesto]

1999[modifica | modifica wikitesto]

2000[modifica | modifica wikitesto]

2001[modifica | modifica wikitesto]

2002[modifica | modifica wikitesto]

2003[modifica | modifica wikitesto]

2004[modifica | modifica wikitesto]

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2014[modifica | modifica wikitesto]

2016[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN59004183 · ISNI (EN0000 0001 1950 3191 · LCCN (ENnr99026570 · BNF (FRcb140181829 (data) · WorldCat Identities (ENlccn-nr99026570
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