Eccidio di Pievequinta

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Eccidio di Pievequinta
strage
Tipofucilazione
LuogoPievequinta
StatoBandiera dell'Italia Italia
ProvinciaProvincia di Forlì
ComuneForlì
Coordinate44°14′15.88″N 12°08′38.91″E / 44.237745°N 12.144141°E44.237745; 12.144141
Motivazionerappresaglia
Conseguenze
Morti10

L'eccidio di Pievequinta fu una strage nazista perpetrata il 26 luglio 1944 nell'omonima frazione di Forlì.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il 26 luglio 1944 un ufficiale tedesco fu ucciso nei pressi di Carpinello. Per rappresaglia le autorità naziste di stanza a Forlì ordinarono l'immediata esecuzione di dieci uomini detenuti in alcuni carceri del capoluogo romagnolo. Dei condannati quattro erano partigiani di brigate attive sulle montagne circostanti, mentre i restanti sei erano civili sospettati di connivenze con la Resistenza locale. In quest'ultimo gruppo rientrava anche un sacerdote, Francesco Babini, parroco di Donicilio di Verghereto.[1]

Il gruppo fu portato ad un bivio della Cervese, presso la frazione di Pievequinta, e qui fucilato. I corpi delle vittime rimasero esposti per due giorni sul luogo dell'esecuzione come monito alla popolazione.

Vittime[modifica | modifica wikitesto]

Furono uccisi a Pievequinta il 26 luglio 1944:[2]

Monumenti[modifica | modifica wikitesto]

Sul luogo dell'eccidio il 26 luglio 1946 è stato inaugurato un cippo con i nomi di tutti i Caduti[3].

Note[modifica | modifica wikitesto]