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Campionato mondiale Supersport

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Campionato mondiale Supersport
CategoriaMotociclismo
NazioneInternazionale
Prima edizione1997
MotoriItalia (bandiera) Ducati Panigale V2
Giappone (bandiera) Honda CBR600RR
Giappone (bandiera) Kawasaki ZX-6R-636
Italia (bandiera) MV Agusta F3 800
Cina (bandiera) QJ Motor SRK 800 RR
Giappone (bandiera) Suzuki GSX-R750
Regno Unito (bandiera) Triumph Street Triple RS 765
Giappone (bandiera) Yamaha YZF-R9
PneumaticiItalia (bandiera) Pirelli
Pilota campione
(2024)
Spagna (bandiera) Adrián Huertas
Squadra campione
(2024)
Italia (bandiera) Ducati
Sito web ufficialewww.worldsbk.com
Stagione dell'anno corrente
Campionato mondiale Supersport 2025

Il Campionato mondiale Supersport, spesso abbreviato con la sigla SSP, è una competizione motociclistica destinata a modelli di moto derivati dalla produzione di serie. Il calendario si affianca a quello del campionato mondiale Superbike; le due categorie si differenziano principalmente per la cilindrata.

Oltre al mondiale Supersport, viene annualmente organizzato un mondiale 300, un Europeo Velocità e numerosi trofei nazionali.

Fino al termine della stagione 2021 il Campionato è stato riservato a motori a 4 tempi con le seguenti specifiche tecniche:[1]

Classe Cilindri Cilindrata Peso minimo
da a
Supersport 600 2 600 750 161 kg
3 500 675
4 400 600

Sempre secondo regolamento approvato dalla Federazione Internazionale Motociclismo, la distanza percorsa per ogni gara deve essere almeno di 85Km fino ad un massimo di 110 km e, per iscriversi, i piloti devono aver compiuto almeno il sedicesimo anno d'età.

Andrew Pitt, campione mondiale 2008 durante le prove del GP di Brands Hatch.

Le moto ammesse a correre in questa categoria possono essere profondamente elaborate rispetto ai modelli di serie intervenendo su motore, cambio, sospensioni e freni. L'entità delle elaborazioni non arriva, comunque, agli estremi raggiunti nel mondiale Superbike.

Così come è avvenuto nel Campionato mondiale Superbike, anche nella supersport dal 2004 è stato introdotto il fornitore unico di pneumatici, la gara di appalto, anche per questa categoria, è stata vinta dalla Pirelli. In ogni caso le Supersport (così come le Superstock) non possono utilizzare le gomme slick. Gli pneumatici ammessi hanno mescola libera, ma battistrada intagliato sulla base del disegno di una gomma di serie.

Supersport Next Generation

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A partire dalla stagione 2022 su richiesta delle case alla FIM, vengono prese in considerazione motociclette al di fuori della classificazione originale della classe. Tali motociclette vengono identificate come motociclette "Supersport Next Generation" e possono sforare i limiti di cubatura imposte dalla classe, con la FIM che si impegna ad attuare delle regole di bilanciamento, in particolar modo sui giri motore, per non favorire le moto di cilindrata superiore.[2][3]

La prima categoria di questo genere ad affacciarsi al mondo delle competizioni di velocità è stata la TT Formula 2, che prevedeva motori di media cilindrata derivati dalla serie e ciclistiche libere. Il primo campionato mondiale organizzato dalla FIM per queste moto si è tenuto nel 1977. La categoria non ha conosciuto il successo sperato nonostante l'impegno di alcune case a schierare moto ufficiali. La TT Formula 2 è stata quindi abbandonata alla fine del 1986.

A colmare l'evidente vuoto lasciato dalla cancellazione della TT2 è stata l'introduzione del campionato europeo Supersport a partire dal 1990, in concomitanza con l'avvio dell'Europeo Superbike (campionato tenutosi per 8 anni). L'interesse verso le moto di "media cilindrata" derivate dalla serie cresce e nel 1995 viene istituito anche il Thunderbike Trophy, una competizione di livello europeo riservata a motociclette da 600 cm³ con motori a quattro tempi con quattro cilindri concorrente all'Europeo Supersport. Tale campionato, organizzato dalla società spagnola Dorna Sports di Carmelo Ezpeleta e inserito nel contesto delle gare del motomondiale, ha però vita brevissima e infatti già alla fine del 1996 (alla sua seconda edizione) chiude i battenti a causa di un contenzioso creatosi tra la Federazione Motociclistica Internazionale e quella italiana, con quest'ultima che criticò aspramente la decisione di aprire all'utilizzo di moto derivate dalla serie nel motomondiale.[4]

La Supersport ha finalmente assunto lo status di campionato del mondo nel 1997 con la denominazione Supersport World Series, diventata due anni dopo "Supersport World Championship" con il riconoscimento ufficiale da parte della FIM.

Lo stesso argomento in dettaglio: Statistiche del Campionato mondiale Supersport.

Albo d'oro piloti

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Anno Pilota Punti Motocicletta Squadra
1997[6] Italia (bandiera) Paolo Casoli 145 Italia (bandiera) Ducati 748 Italia (bandiera) Gio. Ca. Moto
1998[6] Italia (bandiera) Fabrizio Pirovano 171 Giappone (bandiera) Suzuki GSX-R600 Belgio (bandiera) Alstare Corona
1999 Francia (bandiera) Stéphane Chambon 153 Belgio (bandiera) Suzuki Alstare
2000 Germania (bandiera) Jörg Teuchert 136 Giappone (bandiera) Yamaha YZF R6 Germania (bandiera) Alpha Technik Yamaha
2001 Australia (bandiera) Andrew Pitt 149 Giappone (bandiera) Kawasaki ZX 6R Germania (bandiera) Fuchs Kawasaki
2002 Francia (bandiera) Fabien Foret 186 Giappone (bandiera) Honda CBR 600F Paesi Bassi (bandiera) Ten Kate Honda
2003 Australia (bandiera) Chris Vermeulen 201 Giappone (bandiera) Honda CBR 600RR
2004 Australia (bandiera) Karl Muggeridge 207
2005 Francia (bandiera) Sébastien Charpentier 210 Paesi Bassi (bandiera) Winston Ten Kate Honda
2006 194
2007 Turchia (bandiera) Kenan Sofuoğlu 276 Paesi Bassi (bandiera) Hannspree Ten Kate Honda
2008 Australia (bandiera) Andrew Pitt 214
2009 Regno Unito (bandiera) Cal Crutchlow 243 Giappone (bandiera) Yamaha YZF R6 Paesi Bassi (bandiera) Yamaha World Supersport
2010 Turchia (bandiera) Kenan Sofuoğlu 263 Giappone (bandiera) Honda CBR 600RR Paesi Bassi (bandiera) HANNspree Ten Kate Honda
2011 Regno Unito (bandiera) Chaz Davies 206 Giappone (bandiera) Yamaha YZF R6 Italia (bandiera) Yamaha ParkinGO
2012 Turchia (bandiera) Kenan Sofuoğlu 231 Giappone (bandiera) Kawasaki ZX-6R Italia (bandiera) Kawasaki Lorenzini
2013 Regno Unito (bandiera) Sam Lowes 250 Giappone (bandiera) Yamaha YZF R6 Russia (bandiera) Yakhnich Motorsport
2014 Paesi Bassi (bandiera) Michael van der Mark 230 Giappone (bandiera) Honda CBR600RR Paesi Bassi (bandiera) Pata Honda World Supersport
2015 Turchia (bandiera) Kenan Sofuoğlu 233 Giappone (bandiera) Kawasaki ZX-6R Italia (bandiera) Kawasaki Puccetti Racing
2016 216
2017 Francia (bandiera) Lucas Mahias 190 Giappone (bandiera) Yamaha YZF R6 Italia (bandiera) GRT Yamaha
2018 Germania (bandiera) Sandro Cortese 208 Finlandia (bandiera) Kallio Racing
2019 Svizzera (bandiera) Randy Krummenacher 213 Italia (bandiera) Bardahl Evan Bros.
2020 Italia (bandiera) Andrea Locatelli 333
2021 Svizzera (bandiera) Dominique Aegerter 417 Paesi Bassi (bandiera) Ten Kate Racing Yamaha
2022 498
2023 Italia (bandiera) Nicolò Bulega 503 Italia (bandiera) Ducati Panigale V2 Italia (bandiera) Aruba.it Racing
2024 Spagna (bandiera) Adrián Huertas 439

Albo d'oro coppa Europa

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  • Dall'edizione 2020, pur mantendendo lo stesso regolamento, è denominata World Supersport Challenge.
Anno Pilota Punti Motocicletta Squadra
2016 Italia (bandiera) Axel Bassani 55 Giappone (bandiera) Kawasaki ZX-6R Italia (bandiera) San Carlo Team Italia
2017 Estonia (bandiera) Hannes Soomer 28 Giappone (bandiera) Honda CBR600RR Regno Unito (bandiera) WILSport Racedays
2018 Paesi Bassi (bandiera) Rob Hartog 27 Giappone (bandiera) Kawasaki ZX-6R Paesi Bassi (bandiera) Hartog - Against Cancer
2019 Regno Unito (bandiera) Kyle Smith 17 Italia (bandiera) Pedercini Racing
2020 Italia (bandiera) Kevin Manfredi 39 Giappone (bandiera) Yamaha YZF-R6 Italia (bandiera) Altogo Racing
2021 36
2022 Turchia (bandiera) Bahattin Sofuoğlu 72 Italia (bandiera) MV Agusta F3 800 RR Italia (bandiera) MV Agusta Reparto Corse
2023 Regno Unito (bandiera) Tom Booth-Amos 56 Giappone (bandiera) Kawasaki ZX-6R Italia (bandiera) Motozoo ME AIR Racing
2024 Italia (bandiera) Simone Corsi 60 Italia (bandiera) Ducati Panigale V2 Italia (bandiera) Renzi Corse

Albo d'oro costruttori

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Anno Costruttore Punti Motocicletta
1997[6] Italia (bandiera) Ducati 223 Italia (bandiera) 748
1998[6] Giappone (bandiera) Suzuki 207 Giappone (bandiera) GSX-R600
1999 Giappone (bandiera) Yamaha 235 Giappone (bandiera) YZF-R6
2000 225
2001 219
2002 Giappone (bandiera) Suzuki 229 Giappone (bandiera) GSX-R600
2003 Giappone (bandiera) Honda 247 Giappone (bandiera) CBR6000RR
2004 204
2005 270
2006 277
2007 296
2008 315
2009 297
2010 320
2011 Giappone (bandiera) Yamaha 251 Giappone (bandiera) YZF-R6
2012 Giappone (bandiera) Honda 287 Giappone (bandiera) CBR600RR
2013 Giappone (bandiera) Kawasaki 270 Giappone (bandiera) ZX-6R
2014 Giappone (bandiera) Honda 251 Giappone (bandiera) CBR600RR
2015 Giappone (bandiera) Kawasaki 237 Giappone (bandiera) ZX-6R
2016 264
2017 Giappone (bandiera) Yamaha 266 Giappone (bandiera) YZF-R6
2018 300
2019 290
2020 365
2021 570
2022 571
2023 Italia (bandiera) Ducati 540 Italia (bandiera) Panigale V2
2024 556
  1. ^ Regolamento del Campionato del Mondo FIM Superbike e Supersport (PDF), su fim-live.com. URL consultato il 24 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale l'11 luglio 2012).
  2. ^ Come si raggiunge l’equilibrio di performance nel WorldSSP? Ce lo spiega Scott Smart, su worldsbk.com, Dorna Sports S.L., 6 aprile 2022. URL consultato il 25 febbraio 2025.
  3. ^ La next generation inizia adesso: al MotorLand Aragon al via la nuova era del WorldSSP, su worldsbk.com, Dorna Sports S.L., 6 aprile 2022. URL consultato il 25 febbraio 2025.
  4. ^ Motociclismoː esposto di Zerbi alla FIM, su adnkronos.com. URL consultato il 24 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale il 15 febbraio 2016).
  5. ^ (FR) Campioni del Mondo Supersport, su fim-live.com. URL consultato il 12 maggio 2009 (archiviato dall'url originale il 1º maggio 2009).
  6. ^ a b c d Le prime due edizioni di questo campionato furono denominate Supersport World Series cfr. Marianna Giannoni, Supersport, che storia: Paolo Casoli antesignano di Nicolò Bulega, su corsedimoto.com, CdM Edizioni, 16 febbraio 2024. URL consultato il 25 febbraio 2025.

Voci correlate

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