Utente:GIACOMO BERGOMI/Sandbox

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Giacomo Bergomi (Barco di Orzinuovi, 31 dicembre 1923 – Brescia, 22 settembre 2003) è stato un pittore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Origini ed esordi[modifica | modifica wikitesto]

Nasce il 31 dicembre 1923 a Barco di Orzinuovi da Pietro Bergomi (1887-1957), fittavolo originario di Adrara San Martino (Bergamo), e Teresa Corna (1894-1933). Giacomo è il quarto di sette fratelli. Nella seconda metà degli anni ’30 i Bergomi si trasferiscono a Cizzago, poi a Cossirano, successivamente nel Castello di Maclodio ed infine a Lograto alla Cascina “Colombéra”. Il giovane Giacomo in questi anni aiuta il padre nel lavoro dei campi o in stalla, preferendo a questa attività il disegno; disegna ovunque, sui muri, sul cemento dell’aia, sui marciapiedi. Chiamato alle armi nel gennaio 1943, è destinato al 58° Reggimento Fanteria Divisione “Piave” (Padova) e successivamente al 155° Divisione Fanteria “Emilia”; in maggio viene spostato con la mansione di attendente in Dalmazia e in Montenegro. Dopo l’annuncio dell’armistizio dell’8 settembre, raggiunge fortunosamente Bari. Qui è assegnato al 119° Reggimento “Emilia” presso reparti inglesi, poi trasferito a Napoli nel maggio 1944; vi resterà fino alla fine della guerra. Rientra a Brescia nel giugno 1945. Nel 1946 inizia la frequentazione dello studio del pittore Emilio Pasini (1872-1953), noto ritrattista bresciano, per apprendere i rudimenti della pittura. Nello studio di Pasini conosce altri pittori apprendisti allora giovanissimi come Dino Decca (1935-1999) e Iros Marpicati, Gabriele Saleri (1927-2014) con cui stringe amicizia. Nel 1947 raggiunge in diverse occasioni il fratello minore Annibale a Gioia del Colle (Bari), dove si trova per il servizio militare ed è ricoverato per motivi di salute. Annibale muore all’inizio di dicembre. Presumibilmente nel 1949 Giacomo lascia lo studio del maestro Pasini e in autunno parte per Milano. Nei primi anni ‘50 a Milano si mantiene con lavori saltuari. Inizia i corsi serali dell’Accademia Cimabue, ma dopo alcuni mesi deve abbandonare. Dipinge per strada angoli e figure della vecchia Milano che vende a turisti o a clienti occasionali. Al soggiorno milanese alterna periodici rientri a Lograto, dove esegue opere su commissione per clienti del territorio. Tra il ’54 ed il ’57 frequenta i corsi serali dell’Accademia di Brera. Ha come insegnanti Salvadori, Franchi, Cantatore ed il direttore Aldo Carpi. Stringe amicizia con Carlo Carrà con cui instaura un’importante frequentazione. Nel 1957 muore il padre Pietro. Da questo momento si intensifica la partecipazione a premi e a manifestazioni artistiche: si classifica terzo al Premio di pittura estemporanea “Madonnina d’oro” di Borgosatollo; un suo paesaggio ambrosiano figura alla mostra Milano di ieri e di oggi presso la “Permanente” di Milano; vince il premio-referendum al 3° Premio di Pittura “Orzinuovi”; espone in estate ad Iseo e si presenta al pubblico bresciano con una personale presso la Galleria dell’A.A.B.. L’anno successivo una sua opera è accettata al Concorso “1° Biennale di Pittura” di Parma ed alla 62a Mostra annuale della “Permanente” di Milano; consegue il premio acquisto al Primo Premio Nazionale Gesù Lavoratore dall’Istituto Beato Angelico di Roma; è presente con delle personali a Iseo, a Verona e a Orzinuovi. Nel 1959 espone al Palazzo dell’Arte di Cremona, a Iseo, e all’A.A.B.; partecipa alla mostra Milano d’oggi e le città lombarde attraverso l’arte al Palazzo della Permanente; vince uno dei cinque premi dell’Estemporanea di pittura “F. Galantino” a Soncino.

Gli anni ‘60[modifica | modifica wikitesto]

Gli anni Sessanta sono il tempo dell’affermazione. Nel gennaio del 1960 tiene la sua prima personale all’estero a Saint-Etienne in Francia, riscuotendo successo di critica. Nello stesso anno stabilisce il suo studio a Brescia, inizialmente in Rua Sovera nel Quartiere del Carmine e successivamente nel 1964 in via Trieste. Si intensifica la ricerca pittorica. Giunge a maturazione la lezione artistica braidense, in particolare le sollecitazioni di Carlo Carrà di liberarsi della rude materialità degli inizi in favore di una maggiore libertà e spontaneità espressiva. Il suo linguaggio pittorico si caratterizza per l’attenzione ai volumi; con il passare del tempo assorbe luminosità, diventa più solido, denso di tono, si definisce per tratto potente e rigore grafico. La produzione pittorica di questo periodo è ricca di ritratti e di paesaggi. Ritrae contadini, braccianti, girovaghi con carovane e cavalli, donne greche, ambulanti. Rappresenta scorci di vecchi quartieri della città brulicanti di vita, cascine e cascinali della campagna bresciana, ma anche paesaggi di luoghi visitati. La frequente itineranza infatti permette a Bergomi di trovare continuamente linfa ispirativa, in particolare nei viaggi che si ripetono in Puglia e in Grecia. Visita anche la Bulgaria, la Francia, la vecchia Jugoslavia, la Polonia, la Spagna, la Svizzera, la Turchia. Numerose sono le mostre personali che tiene a Brescia (1963,1965,1966,1967,1969), in provincia (Gardone Riviera 1961 - Desenzano 1965 - Palazzolo sull’Oglio 1967 - Orzinuovi 1969), ma soprattutto in altre città (Pescara 1961 – Verona 1960, 1962, 1963 - Roma 1962, 1964, 1967, 1969 – Bergamo 1963, 1965, 1966 – Bari 1966 – Forte dei Marmi 1963,1966 – Legnago 1967 – Milano 1968, 1969 – Arezzo 1969). Partecipa a esposizioni nazionali e internazionali, a diverse manifestazioni e rassegne pittoriche nelle quali ottiene riconoscimenti, tra i quali: nel 1960 il 1° premio “ex aequo” al Premio Montichiari e il premio-acquisto della Cassa di Risparmio di Crema al 1° Concorso di Pittura Estemporanea «Città di Crema»; nel 1961 il IV premio al Premio G. Giovanni Nobilini di Soncino e il secondo premio al Concorso nazionale di Busseto; nel 1963 il 1° premio al Premio di pittura Pelliccerie Madel di Brescia; nel 1964 il terzo premio al Premio di pittura “Giovanni Treccani degli Alfieri” di Montichiari, grande medaglia d’oro del Ministero dell’Interno al Concorso Nazionale di Pittura contemporanea “La Contea di Bormio” e premio per l’artista bresciano al 1° Concorso Nazionale di Pittura e Grafica “La caccia” presso la Galleria d’Arte dell’A.A.B.; nel 1965 il 1° al Premio pittura «Treccani degli Alfieri» di Montichiari, il premio della Camera di Commercio di Brescia nel Concorso nazionale di pittura estemporanea «Gabriele D’Annunzio» di Gardone Riviera e il 4° premio del Concorso di pittura estemporanea «Gussago e le sue colline»; nel 1966 la medaglia d’oro Presidente del Senato al V Concorso nazionale di pittura estemporanea “Premio Gabriele D’Annunzio” a Gardone Riviera, il premio "Agnello d'Oro” alla Biennale di Bressanone e il 1° al Concorso Mostra Nazionale di Pittura Premio “Ancora d’oro” di Desenzano del Garda; nel 1967 la medaglia premio di operosità nell’arte conferita dall’Unione della Legion d’oro del comitato italiano delle O.N.G presso le Nazioni Unite e gli istituti specializzati dell’ONU; nel 1968 il 1° Premio ex aequo Ente Manifestazioni Abbiatensi all’XI Premio di Pittura Città di Abbiategrasso.

Gli anni ‘70[modifica | modifica wikitesto]

Gli anni Settanta sono inaugurati dalla scoperta del Sud America e dal matrimonio. Con il Sud America si apre un nuovo mondo pittorico. Bergomi visita per lunghi periodi l’Ecuador (1970) ed il Venezuela (1971, 1976, 1977, 1978), incontrando le popolazioni indigene che ritrae nelle loro abitudini quotidiane. Accanto ai soggetti tradizionali si aggiungono ora gli indios delle foreste, gli andini dai ponchos sgargianti e i pescatori dell’Isola Margarita. Nel frattempo l’artista ritorna periodicamente in Puglia, compie ancora alcune visite in Bulgaria, in Grecia, in Polonia, in Romania. Inizia anche la ricerca sistematica degli oggetti del mondo contadino che confluiranno poi nel Museo a lui dedicato. Espone più volte all’estero in mostre personali: Quito in Ecuador (1970), Parigi in Francia (1971), Caracas in Venezuela (1973, 1976, 1978), Saint-Etienne in Francia (1979). Espone a Brescia (1971, 1975, 1976, 1977, 1978, 1979), in provincia (Desenzano 1973, 1979 - Chiari 1976 - Castel Mella 1978) e in altre città (Bergamo 1972 – Bari 1973 – Torino 1975 - Milano 1978, 1979 - Verona 1978). Partecipa ad alcune esposizioni nazionali e internazionali e ottiene ancora riconoscimenti in manifestazioni e rassegne pittoriche: nel 1970 è nella rosa dei cinque artisti vincitori nel referendum popolare del 2° Premio Iseo di pittura figurativa ed è tra i quattro pittori vincitori del Concorso nazionale di pittura «Momento tradizionale italiano 1970»; nel 1971 a Gaeta gli viene assegnata la medaglia d’argento alla 1° Biennale Nazionale d’Arte Figurativa «Premio Cajeta»; nel 1972 al 2° Premio di Pittura «Abbazia di Leno» vince ex-aequo accanto ai pittori Caccia e Caffi; nel 1975 vince il premio della giuria popolare all’XI Edizione del Premio Montichiari.

Gli anni ‘80[modifica | modifica wikitesto]

Negli anni Ottanta i viaggi sono poco frequenti (Ecuador 1980 – Ecuador e Venezuela 1987). Per alcuni anni trasferisce lo studio in una cascina di via S. Antonio a Mompiano (Brescia). Dedica molto tempo e risorse alla ricerca degli oggetti del mondo contadino che raccoglie in un piccolo museo prima nella casa di Collebeato, dove vive con la famiglia, e che trasferisce nel 1988 nella casa-studio di Berlinghetto. L’attività espositiva subisce un certo rallentamento e si concentra a Brescia (1980, 1981, 1982, 1985) e soprattutto in provincia (Castel Mella 1980 – Carpenedolo 1981 – Magno di Gardone Val Trompia 1981 – Castelcovati 1984 – Orzinuovi 1984 – Travagliato 1985 – Manerbio 1985 – Serle 1985 – Lograto 1987 – San Paolo 1988 – Rudiano 1989 – Borgo San Giacono 1989) con qualche eccezione (Rovereto 1980, 1981– Bergamo 1980, 1983 – Milano 1988).

Gli anni ‘90 e l’ultimo periodo[modifica | modifica wikitesto]

All’inizio degli anni Novanta la produzione pittorica si arricchisce dei paesaggi marchigiani e della ripresa della città di Ostuni, caratterizzata da tagli prospettici nuovi e da una tavolozza giocata sul contrasto dei bianchi delle case e dei blu del cielo. Dal 1998 dipinge le cascate viste in Venezuela; riprendono infatti i viaggi in Sud America (1990, 1994, 1998). L’attività espositiva è meno intensa, concentrata nella provincia bresciana (Orzinuovi 1990, 1996, 2000 - Lograto 1992, 1997, 1999 – Villa Carcina 1994 – Lonato 1995 – Puegnago 1996 – Inzino 1996 – Castenedolo 1996 – Borgo San Giacomo 1999 – Montichiari 1999 – Lumezzane 2000 – Castrezzato 2002 – Sarezzo 2002 – Castenedolo 2003). Tiene una mostra a Mantova (1992) e due a Brescia (1999, 2001 Urago Mella). Nel 1999 dona al Comune di Montichiari 3000 strumenti e oggetti della civiltà contadina in attesa della realizzazione di un museo che li possa ospitare e della catalogazione; altri 3000 sono donati al Comune di Orzinuovi. Nel 2001 si trasferisce nella casa-studio di Cellatica. Le ultime opere sono dedicate alle nevicate. La morte lo coglie inaspettatamente il 22 settembre 2003, dopo un breve viaggio in Puglia. Nell’aprile del 2004 viene inaugurato il Museo demiologico Giacomo Bergomi presso il Centro Fiera del Garda di Montichiari, dove sono collocati anche gli oggetti donati al Comune Orzinuovi nel 2006. Nel 2008 il Comune di Brescia gli ha dedicato una via nel Quartiere San Polino, nel 2016 il Comune di Orzinuovi gli ha intitolato una piazzetta (già Piazzetta Antonio Canova) e il Comune di Lograto nel 2018 una sala mostre (già Salone di Giove) presso Villa Calini Morando. Attualmente la memoria dell’artista è curata dal Gruppo Giacomo Bergomi che si occupa anche del censimento e della catalogazione delle opere.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

AA. VV., Bergomi, Edizioni del Moretto, Brescia 1983.

CARLO AGAROTTI, La civiltà contadina nel bresciano, Edizioni del Moretto, Brescia 1984.

SERGIO GIANANI, Bergomi il pittore della memoria, in “il Giornale della Bassa”, marzo 1987.

Bergomi, Grafco Uno, Flero (Brescia) settembre 1999.

AAVV, Giacomo Bergomi, Tipolitografia Editrice Lumini, Travagliato (Brescia) novembre 2000.

F. FRASSINE, Giacomo Bergomi - Schede di collezionismo, in “Stilearte”, novembre 2003, a. VIII n. 73, Stile Brescia p 5-7.

Il 30 aprile il Museo Bergomi, in “Giornale di Brescia”, 28 febbraio 2004.

Montichiari: accordo su Museo Bergomi e nuova Biblioteca, in “Giornale di Brescia”, 10 marzo 2004.

Comune di Orzinuovi, Terre di contadini e vagabondi, Orzinuovi, Rocca di San Giorgio 27 agosto-30 ottobre. Catalogo.

F. FRASSINE, Giacomo Bergomi - Schede di collezionismo, in “Stilearte”, settembre 2005, a. X n. 91, Stile Brescia p. IV-VI.

M. T. MARCHIONI, Riunito il mondo agricolo di Bergomi, in “Giornale di Brescia”, 13 settembre 2006.

F. DI CHIARA, Il Museo Bergomi "raddoppia", in “Bresciaoggi”, 13 settembre 2006.

AAVV, Giacomo Bergomi. Il colore dell’incanto. 63 opere del Maestro nella Collezione Merlini-Maffoni, Rossana e Samuele Editori, Comezzano (Brescia) dicembre 2007.

MARIO PIAVOLI, Giacomo Bergomi. Uomo collezionista pittore (documentario), 2008, Museo Giacomo Bergomi – Zefiro Film, 24’.

Da Bergomi a Di Prata, in “Giornale di Brescia”, 19 settembre 2008.

AAVV, Emozioni. Emozioni dipinte della “Collezione Merlini – Maffoni”. 83 opere dei Maestri: Bergomi, Boatto, Di Prata, Rossana e Samuele Editori, Comezzano (Brescia) dicembre 2011.

GIANBATTISTA PISCIOLI, Cronologia e principali esposizioni, in Giacomo Bergomi'', Brescia, Fondazione Dolci, 2013 pp. 150-167.

Una piazza per ricordare Giacomo Bergomi, in “Giornale di Brescia”, 27 agosto 2016 p. 27.

Mostra. Omaggio a Bergomi a villa Calini Morando, in “La Voce del popolo”, 13 dicembre 2018 p. 26.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

www.giacomobergomi.com - Nuovo sito dedicato al pittore Giacomo Bergomi attivo dal'agosto 2018

www.giacomobergomi.it - Vecchio sito dedicato al pittore Giacomo Bergomi attivo dal giugno 2006

www.montichiarimusei.it - Pagina dedicata al Museo Demologico Giacomo Bergomi all'interno del sito del sistema museale MontichiariMusei del Comune di Montichiari (BS)

www.lombardiabeniculturali.it - Museo Demologico Giacomo Bergomi, Montichiari (BS) - Catalogo dei Beni etnoantropologici conservati in Lombardia

www.stilearte.it - Giacomo Bergomi – Analisi critica: le citazioni colte e l’origine della forma - di Maurizio Bernardelli Curuz

www.dizionariopittoribresciani.it - Dizionario dei Pittori Bresciani Categoria:Pittori italiani del XX secolo Categoria:Nati nel 1923 Categoria:Nati il 31 dicembre Categoria:Morti il 22 settembre Categoria:Morti a Brescia Categoria:Studenti dell'Accademia di belle arti di Brera