Moses ben Mordecai Zacuto

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Moses Ben Mordecai Zacuto, in ebraico משה בן מרדכי זַכּוּת?, noto anche con l'acronimo ReMe"Z (Amsterdam, 1625Mantova, 1º ottobre 1697), poeta ebreo, talmudista e cabalista, fu rabbino della comunità di Mantova dal 1673 fino alla morte.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Zacuto nacque in una famiglia marrana portoghese ad Amsterdam e studiò materie ebraiche con Saul Levi Morteira.[1] Studiò anche discipline secolari e imparò il latino. Come studente di Morteira, Zacuto potrebbe essere stato, da giovane ad Amsterdam, un compagno di Baruch Spinoza.[2]

Viaggi[modifica | modifica wikitesto]

Propenso al misticismo sin da giovane, Zacuto intraprendeva devozioni e digiuni per riuscire a concentrarsi meglio: una volta digiunò per quaranta giorni per dimenticarsi il latino che aveva imparato, affermando che tale lingua non poteva essere compatibile con le verità cabalistiche. Per continuare i suoi studi talmudici andò da Amsterdam in Polonia, come appare chiaro dalla lettera di raccomandazione che consegnò ai delegati di Venezia nel 1672, che erano venuti in Italia a raccogliere contributi per le comunità ebraiche polacche oppresse.[3] Era sua intenzione di andare in pellegrinaggio in Palestina, ma fu persuaso a rimanere rabbino a Venezia, dove infatti rimase dal 1645 fino all'estate del 1673, ad eccezione di un breve soggiorno a Padova.[4] Venne poi chiamato a Mantova dove fu nominato rabbino della comunità con uno stipendio fisso di 300 ducati; lì rimase fino alla morte, ventiquattro anni dopo.[5]

Misticismo[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Cabala ebraica e Misticismo ebraico.

Zacuto si applicò con grande attenzione e passione allo studio della Cabala ebraica, sotto la guida di Benjamin ha-Levi, discepolo di Hayim Vital, e che era venuto in Italia da Safed; tale occupazione rimase una delle sue attività principali per tutta la vita. Fondò un seminario per lo studio cabalistico ed i suoi studenti prediletti, Benjamin ha-Kohen e Abraham Rovigo (1650-1713), lo visitavano spesso, rimanendo con lui a volte per mesi interi a Venezia o Mantova, per intraprendere interpretazioni dei misteri cabalistici.

Zacuto compose quarantasette poemi liturgici,[6] Alcuni sono stati stampati negli inni festivi Hen Ḳol Ḥadash,[7], mentre altri sono stati inclusi in vari libri di preghiere ebraiche.

Scrisse inoltre poesie penitenziali (Tikkun Shovavim, Venezia, 1712; Livorno, 1740) per il servizio liturgico della sera prima del Plenilunio, come anche le preghiere di Hosha`na Rabbah e occasioni simili, tutto nello spirito della Cabala. Zacuto fu anche l'autore di una poesia di mille parole, ognuna iniziante con la lettera "א" (Alef Alpin);[8] un lungo poema dal titolo Tofteh `Aruk, o L'Inferno Figurato (Venezia, 1715, 1744), in cui rappresenta le punizioni dell'inferno; il più antico poema drammatico in ebraico, pubblicato col titolo Yesod 'Olam.[9]

Nella sua opera Shorshei Hashemot ("Libro delle Radici dei Nomi") Zacuto incluse lunghe citazioni del cabalista di Fès, Rabbi Isaiah Bakish (XVI secolo).[10]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Hen Ḳol Ḥadash (inni), curato da Moses Ottolenghi (Amsterdam, 1712)
  • Tikkun Shovavim (poesie), Venezia, 1712; Livorno, 1740
  • Shudda de-Dayyane, guida per le decisioni giuridiche di legge commerciale (Mantova, 1678; ristampato nel Ha-Goren, iii. 181 et seq.)
  • Ḳol ha-ReMeZ (postumo), commentario della Mishnah (che conosceva a memoria), con elucidazioni dei commentari di Obadiah di Bertinoro e altri (Amsterdam, 1719)
  • Raccolta di responsa ebraici con decisioni halakhiche di contemporanei (Venezia, 1760)
  • Iggerot ha-ReMeZ, con lettere di contenuto cabalistico scritte da lui e da altri, oltre al suo poema 'Elef Alpin' (Livorno, 1780)
  • Yesod 'Olam (Berlino, 1874)
  • Curò e modificò anche lo Zohar (Venezia, 1663) e altri scritti. Un numero considerevole di sue opere, come il suo commentario al Talmud gerosolimitano, le omelie e gli scritti cabalistici, rimangono tuttora inediti.
  • Shorshei Hashemot (Libro delle Radici dei Nomi), XVII secolo (in ebraico), Ed. Nehora, 2010.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Un'elegia in occasione della morte di Morteira, scritta da Zacuto, fu pubblicata da D. Kaufmann in REJ, 37, 1898, p. 115.
  2. ^ Gershom Scholem & Jozeph Michman, "Zacuto, Moses ben Mordecai", voce della Encyclopaedia Judaica, cur. Michael Berenbaum e Fred Skolnik, 2ª ediz., Vol. 21, Macmillan Reference USA, 2007, pp. 435-437 (Gale Virtual Reference Library Web, 13 dicembre 2013).
  3. ^ La lettera apparentemente fa riferimento specifico alla Yeshivah di Posen.
  4. ^ "ZACUTO, MOSES BEN MORDECAI", voce della Jewish Encyclopedia che, tra l'altro, cita che Zacuto sembra avesse un fratello maggiore chiamato Nehemiah, con cui Zacuto stette per un periodo a Venezia, appena arrivatovi. Gershom Scholem, nell'articolo della Judaica menziona anche un probabile soggiorno a Verona.
  5. ^ Il suo epitaffio è riportato da Wolf (Bibl. Hebr. iv. 1200) e da Landshuth (Ammude ha-'Abodah, p. 215). Vedi relativa bibliografia s.v. della (EN) Moses ben Mordecai Zacuto, in Jewish Encyclopedia, New York, Funk & Wagnalls, 1901-1906.
  6. ^ Enumerati da Landshuth (loc.cit., pp. 216segg.). Vedi relativa bibliografia su JewishEncyclopedia - Azulai, Shem ha-Gedolim, i. 153; Daniel Levi De Barrios, Arbol de las Vidas, p. 78; Delitzsch, Zur Geschichte der Jüdischen Poesie, pp. 72segg., Ha-Goren, iii. 175segg.; Heinrich Graetz, Gesch. ix. 201segg., x. 170; Graziadio Nepi-Mordecai Ghirondi, Toledot Gedole Yisrael, p. 225; Moritz Steinschneider, Cat. Bodl. col. 1989-1992; Zunz, Literaturgesch., pp.440segg.; Julius Fürst, Bibl. Jud. iii. 201segg.; Joseph Zedner, Cat. Hebr. Books Brit. Mus., pp. 588segg.
  7. ^ Ediz. curata da Moses Ottolenghi (Amsterdam, 1712).
  8. ^ Stampata con un commentario alla fine di Iggerot ha-ReMeZ, pp. 43segg.
  9. ^ Curato da A. Berliner, Berlino, 1874.
  10. ^ Vedi l'edizione 2010: Tome 1, pp.6-79, 234; 30-28, 379; 40-35, 373; 40-52, 801; 90-2-5, 477a-478b; 90-5.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN100212052 · ISNI (EN0000 0001 1827 880X · SBN TO0V598431 · BAV 495/39692 · CERL cnp01390620 · LCCN (ENn86062002 · GND (DE130677973 · BNF (FRcb15099784p (data) · J9U (ENHE987007270137705171 · WorldCat Identities (ENlccn-n86062002