Colomba (costellazione)

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Colomba
Mappa della costellazione
Nome latinoColomba
GenitivoColumbae
AbbreviazioneCol
Coordinate
Ascensione retta6 h
Declinazione-35°
Area totale270 gradi quadrati
Dati osservativi
Visibilità dalla Terra
Latitudine min-90°
Latitudine max+45°
Transito al meridianofebbraio
Stella principale
NomePhact (α Col)
Magnitudine app.2,6
Altre stelle
Magn. app. < 31
Magn. app. < 644
Sciami meteorici
Nessuno
Costellazioni confinanti
Da est, in senso orario:
Immagine della Colomba

Coordinate: Carta celeste 06h 00m 00s, -35° 00′ 00″

La Colomba (in latino Columba, abbreviazione Col, genitivo Columbae), è una piccola costellazione poco a sud del Cane Maggiore e della Lepre.

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

La Nave Argo con a sinistra la Colomba, illustrata da Johann Hevelius.

Si tratta di una costellazione di ridotte dimensioni, ma comunque abbastanza appariscente; è identificabile grazie alla sua stella principale, Phact (α Columbae), una gigante azzurra di magnitudine 2,65; le stelle dei dintorni seguono un andamento zigzagante che ricordano vagamente un uccello in volo. La parte orientale della costellazione contiene una vasta associazione di stelle di quinta e sesta magnitudine, che dalle adiacenti costellazioni del Cane Maggiore e della Poppa prosegue verso ovest; parte di queste stelle sono visibili anche ad occhio nudo, mentre le altre contribuiscono a formare un leggero alone chiaro, apprezzabile quando la Colomba è molto alta sull'orizzonte, dunque dalle regioni meridionali della Terra; la parte più occidentale di questo gruppo di astri, poco a sudovest di Phact, viene talvolta identificata con la sigla di catalogo NGC 1963.

Il periodo più propizio per la sua osservazione nel cielo serale ricade nei mesi compresi fra novembre e aprile; dall'emisfero boreale la sua osservazione è molto penalizzata e anche il periodo della sua visibilità è molto ridotto, a causa della sua declinazione moderatamente meridionale; dall'emisfero australe invece è visibile anche per più tempo, trovandosi molto a sud dell'eclittica, e costituisce una delle figure minori più caratteristiche dei cieli dell'estate australe.

Stelle principali[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Stelle principali della costellazione della Colomba.

Fra le altre stelle spicca μ Columbae, una famosa stella fuggitiva originatasi nella regione della Nebulosa di Orione e probabilmente sospinta via da un'interazione fra il suo sistema stellare originario e un altro sistema vicino.[1]

Stelle doppie[modifica | modifica wikitesto]

La Colomba contiene alcune stelle doppie con una grande separazione fra le componenti.

  • HD 45145 è una stella di quinta magnitudine che presenta a oltre 1 primo d'arco una compagna di sesta grandezza; entrambe le componenti sono gialle e sono risolvibili anche con un binocolo. La primaria è poi a sua volta una doppia, con una compagna di nona grandezza risolvibile con un telescopio di piccole dimensioni.
  • HD 44404 e HD 44403 sono due stelle di sesta e ottava magnitudine rispettivamente, risolvibili con un potente binocolo o un piccolo telescopio.
Principali stelle doppie[2][3]
Nome Magnitudine
Separazione
(in secondi d'arco)
Colore
A B
HD 34358 05h 15m 09s -36° 39′ 10″ 6,74 6,64 23,9 ar + ar
HD 44404/03 06h 19m 48s -39° 29′ 11″ 6,61 8,19 41,0 ar + r
HD 45145/58 06h 24m 01s -36° 42′ 28″ 5,75 6,7 64,8 g + g
HD 45145 AB 06h 24m 01s -36° 42′ 28″ 5,75 9,63 12,5 g + g

Stelle variabili[modifica | modifica wikitesto]

Le uniche stelle variabili con una magnitudine massima superiore alla 8,0 sono due Mireidi, la R Columbae e la T Columbae, che in fase di massima raggiungono rispettivamente la settima e la sesta grandezza.

Principali stelle variabili[2][3][4]
Nome Magnitudine
Periodo
(giorni)
Tipo
Max. Min.
R Columbae 05h 50m 33s -29° 11′ 55″ 7,8 15,0 327,62 Mireide
T Columbae 05h 19m 17s -33° 42′ 29″ 6,6 12,7 225,84 Mireide

Oggetti del profondo cielo[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Oggetti non stellari nella costellazione della Colomba.

La Colomba giace sul bordo della Via Lattea, in direzione di una sua regione appartenente al Braccio di Orione; tuttavia non contiene oggetti interni al disco galattico, mentre ne è visibile uno dell'alone, catalogato come NGC 1851. Si tratta di un ammasso globulare molto concentrato visibile nel settore di sudovest e osservabile anche con un piccolo telescopio.

Fra le galassie, la più brillante è NGC 1808, una grande galassia spirale barrata vista leggermente di profilo, con il nucleo e la barra molto luminosi e dei bracci sottili.

Principali oggetti non stellari[3][5][6]
Nome Tipo Magnitudine
Dimensioni apparenti
(in primi d'arco)
Nome proprio
NGC 1792 05h 05m 14s -37° 58′ 48″ Galassia 10,2 5,2 x 2,6
NGC 1808 05h 07m 42s -37° 30′ 47″ Galassia 10,0 6,5 x 3,9
NGC 1851 05h 14m 06s -40° 02′ 50″ Ammasso globulare 7,1 11
NGC 2090 05h 47m 02s -34° 15′ 04″ Galassia 11,3 4,9 x 2,4

Sistemi planetari[modifica | modifica wikitesto]

Mitologia[modifica | modifica wikitesto]

La costellazione raffigurerebbe la colomba che venne mandata in avanscoperta subito prima che la Nave Argo attraversasse l'angusto ed insidiosissimo canale delle Simplegadi. La sua posizione a fianco della costellazione della Nave Argo farebbe intendere che le due figure sono legate.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Bally, J., Overview of the Orion Complex, in Handbook of Star Forming Regions, Volume I: The Northern Sky ASP Monograph Publications, vol. 4, dicembre 2008, p. 1.
  2. ^ a b Result for various objects, su simbad.u-strasbg.fr, SIMBAD. URL consultato il 4 giugno 2009.
  3. ^ a b c Alan Hirshfeld, Roger W. Sinnott, Sky Catalogue 2000.0: Volume 2: Double Stars, Variable Stars and NonstellarObjects, Cambridge University Press, aprile 1985, ISBN 0-521-27721-3.
  4. ^ The International Variable Stars Index - AAVSO, su Results for various stars. URL consultato il 20 giugno 2009.
  5. ^ The NGC/IC Project Public Database, su Results for various objects. URL consultato il 20 giugno 2009 (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2009).
  6. ^ NASA/IPAC Extragalactic Database, su Results for various stars. URL consultato il 20 ottobre 2006.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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