Mensa (costellazione)

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Mensa
Mappa della costellazione
Nome latinoMensa
GenitivoMensae
AbbreviazioneMen
Coordinate
Ascensione retta5,5 h
Declinazione-80°
Area totale153 gradi quadrati
Dati osservativi
Visibilità dalla Terra
Latitudine min-90°
Latitudine max
Transito al meridianogennaio, alle 21
Stella principale
Nomeα Mensae
Magnitudine app.5,08
Altre stelle
Magn. app. < 3Nessuna
Magn. app. < 615
Costellazioni confinanti
Da est, in senso orario:
Immagine della Mensa

La Mensa (abbreviata in Men) è una delle 88 costellazioni moderne. Si tratta di una costellazione meridionale, introdotta da Nicolas Louis de Lacaille con il nome Mons Mensae con riferimento alla Table Mountain (Montagna Tavola) in Sudafrica, dove Lacaille fece alcune importanti osservazioni del cielo meridionale.

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Mappa celeste di Johann Bayer raffigurante le costellazioni australi, con il Dorado; la Mensa ancora non era stata creata.

Questa costellazione copre una sezione a forma di chiave che si estende da 4h a 7,5h di ascensione retta, e da -71° a -85,5° di declinazione. È la seconda costellazione più meridionale (la prima è l'Ottante), ed è totalmente inosservabile da quasi tutto l'emisfero nord terrestre. Questa è, tra le 88 costellazioni moderne, la meno luminosa, poiché la sua stella più luminosa, α Mensae, è solo di quinta magnitudine; l'α Mensae, la più luminosa, è appena visibile ad occhio nudo dalla Terra, data la sua magnitudine di 5,09. Entro i suoi confini si trova una parte della Grande Nube di Magellano (il resto è nel Dorado).

Il periodo più propizio per la sua osservazione nel cielo serale ricade nei mesi della primavera e dell'estate australi; la parte più settentrionale è osservabile senza grandi difficoltà anche dalle latitudini boreali più inferiori, mentre la parte a ridosso del polo sud celeste è osservabile solo a partire da pochissimi gradi a nord dell'equatore.

Stelle principali[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Stelle principali della costellazione della Mensa.

Stelle doppie[modifica | modifica wikitesto]

Le stelle doppie visibili nella Mensa sono parecchie, ma in genere molto deboli.

  • γ Mensae è una stella arancione che ha una compagna prospettica di decima magnitudine, la cui separazione le consente di essere osservata tramite uno strumento sia in grado di rivelare stelle di decima o undicesima grandezza.
  • HD 51320 è composta da due stelle giallastre di settima e nona magnitudine, risolvibili con strumenti di media potenza; un telescopio con forti ingrandimenti è in grado di mostrare che la componente primaria è a sua volta una doppia, con componenti di magnitudine 7,31 e 9,35.
Principali stelle doppie[1][2]
Nome Magnitudine
Separazione
(in secondi d'arco)
Colore
A B
HD 33519 05h 00m 13s -78° 18′ 00″ 6,29 10,65 46,4 ar + g
γ Mensae 05h 31m 53s -76° 20′ 30″ 5,18 10,79 38,2 ar + b
HD 51320 AB-C 04h 40m 18s -58° 56′ 38″ 7,02 9,88 22,0 g + g

Stelle variabili[modifica | modifica wikitesto]

Fra le poche stelle variabili, l'unica di rilievo come ampiezza delle oscillazioni è la TZ Mensae, che in fase di massima raggiunge la magnitudine 6,19; può essere osservata al binocolo e le sue variazioni solo percepibili nell'arco di alcuni giorni.

Principali stelle variabili[1][2][3]
Nome Magnitudine
Periodo
(giorni)
Tipo
Max. Min.
U Mensae 04h 09m 36s -81° 51′ 18″ 7,0 10,0 407,28 Semiregolare
TZ Mensae 05h 30m 14s -84° 47′ 06″ 6,19 6,87 8,5690 Eclisse
WX Mensae 05h 34m 45s -73° 44′ 29″ 5,72 5,87 - Semiregolare

Oggetti del profondo cielo[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Oggetti non stellari nella costellazione della Mensa.

La parte più meridionale della Grande Nube di Magellano sconfina in Mensa dalla costellazione del Dorado, posta più a nord; alcuni ammassi aperti e nebulose sono dunque presenti, ma si tratta di oggetti piuttosto deboli, spesso fuori dalla portata di piccoli strumenti. Nella Mensa si trova PKS 0637-752, un quasar che è stato il primo oggetto fotografato dal telescopio a raggi X Chandra. Mostra grandi getti di gas sia nel visibile che nei raggi X.

Nella parte meridionale della costellazione è presente l'ammasso globulare NGC 1841, molto debole e dall'aspetto allungato.

Principali oggetti non stellari[2][4][5]
Nome Tipo Magnitudine
Dimensioni apparenti
(in primi d'arco)
Nome proprio
IC 2051 03h 52m 00s -83° 50′ 00″ Galassia 11,1 3,2 x 2,0
NGC 1841 04h 45m 23s -83° 59′ 49″ Ammasso globulare 10,9 2
PGC 17223 05h 23m : -70° : Galassia 0,9 640 x 550 Grande Nube di Magellano

Sistemi planetari[modifica | modifica wikitesto]

Il sistema planetario di π Mensae è composto da un pianeta confermato, con una massa minima superiore alle 10 masse gioviane e situato su un'orbita distante 3,29 UA dalla sua stella madre.

Sistemi planetari[1]
Nome del sistema
Tipo di stella
Numero di pianeti
confermati
π Mensae 05h 37m 09s -80° 28′ 18″ 5,65 Subgigante gialla 1 (b)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Result for various objects, su simbad.u-strasbg.fr, SIMBAD. URL consultato il 4 giugno 2009.
  2. ^ a b c Alan Hirshfeld, Roger W. Sinnott, Sky Catalogue 2000.0: Volume 2: Double Stars, Variable Stars and NonstellarObjects, Cambridge University Press, aprile 1985, ISBN 0-521-27721-3.
  3. ^ The International Variable Stars Index - AAVSO, su Results for various stars. URL consultato il 20 giugno 2009.
  4. ^ The NGC/IC Project Public Database, su Results for various objects. URL consultato il 20 giugno 2009 (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2009).
  5. ^ NASA/IPAC Extragalactic Database, su Results for various stars. URL consultato il 20 ottobre 2006.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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