Coccothraustes coccothraustes

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Frosone comune
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Classe Aves
Sottoclasse Neornithes
Superordine Neognathae
Ordine Passeriformes
Sottordine Oscines
Infraordine Passerida
Superfamiglia Passeroidea
Famiglia Fringillidae
Sottofamiglia Carduelinae
Tribù Coccothraustini
Genere Coccothraustes
Brisson, 1760
Specie C. coccothraustes
Nomenclatura binomiale
Coccothraustes coccothraustes
(Linnaeus, 1758)

Il frosone comune (Coccothraustes coccothraustes [Linnaeus, 1758]) è un uccello passeriforme della famiglia dei fringillidi. È l'unica specie del genere Coccothraustes (Brisson, 1760)[2].

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome scientifico del frosone, Coccothraustes, deriva da un non meglio identificato uccello descritto da Esichio col nome di κοκκοθραυστης (kokkothraustēs), nome a sua volta formato dalle parole greche κοκκος (kokkos, "seme") e θραυω (thrauō, "rompere"), col significato di "rompi-semi", in riferimento alle abitudini alimentari di questi uccelli.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Misura fino a 18 cm di lunghezza, con apertura alare di 29–33 cm ed un peso di 48-62 g[3]: queste misure ne fanno uno dei fringillidi di maggiori dimensioni. A parità d'età, le femmine hanno dimensioni leggermente minori ed aspetto più slanciato rispetto ai maschi.

Aspetto[modifica | modifica wikitesto]

Una femmina di frosone: i colori sono meno vividi ed il nero facciale meno esteso rispetto al maschio.
Maschio di Frosone in abito invernale

L'aspetto è quello tipico degli appartenenti alla famiglia dei fringillidi, robusto e squadrato, con grossa testa che pare innestata direttamente sul tronco ed un becco tozzo ed estremamente robusto di forma conica.
Gli occhi sono grandi, rotondi e di colore castano, mentre il tipico becco è giallastro durante l'inverno, mentre assume un colore blu metallico durante il periodo riproduttivo. Le zampe, piuttosto corte e di colore carnicino, possiedono quattro dita, di cui tre rivolte in avanti ed uno rivolto all'indietro. Il colore di fondo del piumaggio è il marrone, che sulla testa diviene via via più vivido formando un vero e proprio cappuccio di color nocciola: sul petto la colorazione invece tende a ingrigirsi e a schiarire fino a divenire biancastra sul basso ventre e sul sottocoda. Dalla nuca fino ai lati del collo è presente una banda a forma di mezzaluna di colore grigio-argenteo, che in alcune sottospecie si continua fino a congiungersi sul petto: attorno agli occhi è presente un orlo nero, con presenza di bavetta e mustacchi dello stesso colore attorno al becco. Le ali sono di colore bruno scuro nella parte prossimale e di colore bluastro in quella distale, con una banda di penne bianche a separare i due colori: la coda è di colore marrone che tende a scurirsi verso la parte distale fino a divenire nera in punta e sui bordi, dove compaiono anche penne di colore bianco.
La femmina possiede colorazione più sbiadita e tendente al grigio rispetto al maschio, con minore estensione della fascia nucale grigia e del nero attorno ad occhi e becco.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Richiamo di frosone.
Un frosone alla ricerca di cibo fra le fronde.

Si tratta di un uccello molto schivo e piuttosto difficile da osservare anche nelle aree in cui è residente e molto comune, in quanto tende generalmente a muoversi con estrema circospezione ed al minimo rumore tende a rifugiarsi nel fitto della vegetazione. Si tratta di un uccello solitario, che vive fra i rami degli alberi e scende al suolo piuttosto raramente, per abbeverarsi o cercare granaglie. Al suolo questo uccello si muove saltellando: il volo è invece molto rapido e rettilineo, sebbene sulla lunga distanza possono essere osservate traiettorie ondulatorie dalla marcata periodicità. L'animale in volo ha una sagoma molto caratteristica grazie al corpo robusto, che fa sembrare le ali relativamente piccole in proporzione.
Sebbene non sia territoriale al di fuori del periodo riproduttivo, rispetto agli altri uccelli di pari taglia (conspecifici e non) il frosone si pone in atteggiamento dominante, reclamando per sé i migliori posatoi per la notte e l'accesso alle fonti di cibo e acqua anche in maniera aggressiva.

Il verso è uno "zic" metallico, ripetuto a intervalli regolari e più forte quando l'animale è in volo: il frosone può emettere anche un corto pigolio mentre si muove fra la vegetazione, oppure dei versi sibilanti quando eccitato o spaventato. Il canto vero è proprio è molto simile a verso base è può essere udito principalmente fra febbraio ed i primi del mese di giugno, sebbene sia possibile di tanto in tanto udire esemplari isolati cantare fuori epoca: il canto è una prerogativa dei maschi, sebbene anche le femmine siano in grado di cantare.

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Un frosone mangia pinoli e granaglie da una mangiatoia a Bytom, in Polonia.

Il frosone è un uccello principalmente granivoro, che si nutre di semi, riuscendo ad aver ragione anche di quelli più duri grazie al forte becco ed alla poderosa muscolatura che ad esso si associa, e che permette a questo animale di sprigionare una carica di 30/50 kg[4], riuscendo ad aprire in tal modo anche noccioli molto duri come quelli delle ciliegie e degli spaccasassi, che sono fra i suoi cibi preferiti. Pare verosimile che la forza sprigionata dal becco del frosone sia addirittura superiore ai 50 kg, in quanto questi uccelli riescono a spaccare anche i noccioli d'oliva, azione per compiere la quale è necessaria una pressione compresa fra i 53 e gli 80 kg.

Due maschi di Frosone si contendono il cibo

Altri alimenti molto comuni del frosone sono i pinoli, i frutti del sorbo degli uccellatori e le gemme e infiorescenze di faggio: questo uccello si nutre anche gemme fresche, bacche e frutta, mentre è raro che scenda al suolo per cercare semi e granaglie. Durante i mesi primaverili si nutre anche di larve, bruchi ed insetti, che è in grado di catturare in volo[5]. In generale, la dieta del frosone è molto varia e dipende soprattutto dalla stagione di maturazione delle infruttescenze degli alberi della zona in cui questo animale vive: pertanto nei mesi estivi questi uccelli si nutrono soprattutto dei frutti e dei semi di piante quali olmo, carpine, acero e faggio, mentre a partire dall'inizio della stagione fredda ripiegano sui frutti di rosa, rosa canina e biancospino, per poi sostentarsi con ghiande e frutti di tasso durante l'inverno.

In corrispondenza delle fonti di cibo tendono a formarsi, soprattutto durante i mesi freddi quando esso viene a scarseggiare, piccoli gruppi di uccelli, che si tollerano a vicenda senza problemi[6].

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Un frosone maschio in attenzione lascia ben osservare il becco blu, tipico del periodo riproduttivo.
Uova di frosone

Il periodo riproduttivo comincia verso gli inizi del mese di aprile: generalmente i frosoni portano avanti un'unica covata l'anno, ma nei luoghi e negli anni dove la stagione calda si protrae particolarmente a lungo (oppure qualora la prima covata vada perduta) essi possono portare avanti due covate.
Durante la stagione degli amori i frosoni tendono a mostrare una territorialità piuttosto marcata, che segue due direttrici: una prima, consistente nella nidificazione in piccole colonie nell'ambito delle quali ciascuna coppia difende un piccolo areale attorno al proprio nido e tutte insieme si occupano della difesa dei nidi da eventuali intrusi o minacce, ed una seconda consistente in coppie che nidificano singolarmente e difendono areali anche piuttosto vasti, che possono arrivare a comprendere anche l'intero bosco nel quale il nido è ubicato[7].

Durante il corteggiamento, il maschio segue insistentemente la femmina con andamento zigzagante: generalmente la femmina reagisce in maniera ostile alle attenzioni del maschio, ma dopo un certo periodo di diffidenza comincia a mostrare interesse, cessando di fuggire e soffermandosi ad osservare l'aspirante partner. Esso si posiziona a questo punto con le ali leggermente spiegate ed abbassate fino a toccare il suolo, tenendo la coda aperta. Di concerto, la femmina tiene le penne il più possibile attaccate al corpo, per poi allontanarsi saltellando o volando poco lontano, col maschio che abbandona la propria posizione per seguirla: a questo punto, esso abbassa la testa verso il petto e compie una sorta di inchino, per permettere alla femmina di osservare la banda nucale grigia, per poi avvicinarsi ad essa camminando ad ali spiegate. Se la femmina acconsente all'accoppiamento, tiene il becco leggermente aperto e consente al maschio di toccarlo, mimando l'offerta di cibo.

La costruzione del nido avviene fra la fine di aprile ed i primi di maggio: il maschio passa alcune settimane a cercare il luogo migliore dove ubicarlo ed a visitare ripetutamente i luoghi ritenuti adatti ad iniziare la costruzione, la quale è però appannaggio esclusivo della femmina, col maschio che partecipa unicamente alla collocazione delle sue prime strutture. I materiali principalmente utilizzati per costruire il nido sono steli d'erba, rametti, licheni, che vengono posizionati ed intrecciati a formare una coppa che viene foderata internamente con del pelo. Esso viene collocato a un'altezza variabile, che però è generalmente compresa fra i 7 ed i 20 metri ed è difficilmente inferiore ai 3 metri, e per la sua ubicazione vengono generalmente preferiti i grandi alberi, ma possono essere trovati nidi di frosone anche in arbusti molto frondosi.

All'interno del nido viene deposto un numero di uova che varia fra le 4 e le 7, con una media di 5 (mentre covate naturalmente inferiori alle 4 uova sono molto poco frequenti): esse misurano generalmente fra i 20 e i 28 mm di lunghezza e fra i 16 e i 18 mm di larghezza ed hanno una colorazione estremamente variabile, che va dall'azzurro-verdastro al grigio, con presenza di maculature scure[8].
L'incubazione dura circa 12 giorni ed è portata avanti unicamente dalla femmina, col maschio incaricato di procurarle il sostentamento: i pulli sono ricoperti da abbondante piumino bianco e possiedono bocca e lingua di colore rosa, con la parte anteriore del palato di un brillante rosso purpureo con escrescenze biancastre. Essi vengono nutriti da ambedue i genitori con insetti e larve e sono in grado d'involarsi attorno ai 10-12 giorni d'età, sebbene i genitori continuino a prendersi cura di essi per almeno altre due settimane.

Un frosone può vivere fino a 5 anni: è tuttavia piuttosto raro che questi uccelli riescano a vivere per più di una stagione riproduttiva.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Distribuzione del frosone: in verde le aree dove la specie è residente, in azzurro le aree dove essa sverna, in giallo le aree dove questo uccello è visitatore estivo.

Il frosone ha distribuzione paleartica, in quanto è residente in gran parte dell'Europa, dell'Asia e nel Nordafrica: in particolare, il frosone è diffuso e residente dalla penisola iberica al Mar Caspio, a nord fino alla Scandinavia meridionale e alle isole britanniche (manca in Scozia, Irlanda e Islanda) e a sud fino in Africa del Nord (dove abita i monti dell'Atlante), in Asia Centrale (Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Afghanistan orientale) e orientale (Manciuria, Corea, Giappone settentrionale, mentre in Siberia e Kamčatka la specie è presente solo d'estate). Occasionalmente, esemplari di questa specie vengono segnalati anche lungo le coste dell'Alaska, ma si tratta di visite accidentali e solitarie[9].
In Italia, il frosone è residente nel Settentrione, in Sardegna e lungo l'arco appenninico peninsulare, mentre nel Centro-Sud ed in Sicilia la specie è svernante.

Un frosone si abbevera in Andalusia: per questi uccelli è fondamentale la presenza di fonti d'acqua permanente.

Il frosone popola principalmente i boschi di caducifoglie a qualsiasi quota, a patto che vi sia una presenza massiccia di alberi da frutto o dai grossi semi da cui trarre il nutrimento e di una fonte permanente d'acqua nelle immediate vicinanze: meno comune è invece osservare questo uccello nei boschi di conifere, nelle aree scarsamente alberate ed in quelle aperte o cespugliose. Essendo la sua presenza legata alla quantità di cibo disponibile, in primavera ed estate esso è quindi osservabile in querceti, lecceti, faggete, o boschi decidui misti che oltre agli alberi succitati vedano anche la presenza di frassini, olmi ed aceri, che in questo periodo maturano i propri semi: durante l'autunno, invece, il frosone si sposta verso boschi con presenza di carpini, tassi, susini e ciliegi. Colonizza anche i frutteti, i parchi ed i giardini, sebbene piuttosto raramente anche in virtù della naturale rarità e diffidenza di questi uccelli[10][11].

Il frosone è un uccello parzialmente migratore: le popolazioni residenti nelle aree fredde possono migrare a sud per passare l'inverno in climi più miti (dove non è detto che non siano già presenti popolazioni stanziali di frosone con cui i migratori possono aggregarsi ed eventualmente rimanere o farsi seguire al ritorno), per poi fare ritorno nell'areale originario. Le migrazioni possono avere anche la portata di alcune migliaia di chilometri, come dimostra il ritrovamento in Europa meridionale di uccelli inanellati in Europa centrale[12].

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Il frosone è uno degli animali che vennero classificati nella prima stesura del Systema Naturae di Linneo nel 1758: lo studioso classificò questa specie come Loxia coccothraustes, accomunandola quindi ai crocieri[13]. In seguito, la specie venne riclassificata da Pallas come rappresentante di un proprio genere, col nome di Coccothraustes vulgaris[14], ed infine riclassificata nel XIX secolo da Richard Bowdler Sharpe, che le diede il suo nome attuale[15].

Il frosone ha tradizionalmente condiviso il proprio genere di appartenenza con altre due specie, gli americani frosone dal cappuccio ed il frosone vespertino, i quali vengono però attualmente classificati entrambi in un genere a sé stante, Hesperiphona[2]; assieme ai frosoni orientali dei generi Mycerobas ed Eophona formano un clade ben definito all'interno della sottofamiglia Carduelinae, inquadrato come tribù Coccothraustini[16].

Coccosthraustes coccosthraustes japonicus, sottospecie di frosone diffusa in Estremo Oriente.

Generalmente vengono riconosciute 6 sottospecie di frosone:

Le varie sottospecie vengono distinte fra loro in base a differenze di taglia, colorazione e proporzioni delle varie parti del corpo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Birdlife International 2012, Coccothraustes coccothraustes, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ a b (EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Fringillidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato l'11 maggio 2014.
  3. ^ (EN) Hawfinch (Coccothraustes coccothraustes), su Handbook of the Birds of the World. URL consultato il 14 novembre 2016.
  4. ^ (ES) www.seovanellus.org, El Picogordo (Coccothraustes coccothraustes), su seovanellus.org. URL consultato il 2008 (archiviato dall'url originale il 9 novembre 2008).
  5. ^ (ES) Eduardo Nogueras Ocaña, El Picogordo (Coccothraustes coccothraustes), su sierradebaza.org, Fichas de aves del Parque Natural "Sierra de Baza". URL consultato il 2008 (archiviato dall'url originale il 2 luglio 2013).
  6. ^ (ES) Tecnociencia, usando como fuente la web del Ministerio de Medio Ambiente, Coccothraustes coccothraustes, su tecnociencia.es, http://www.marm.es/. URL consultato il 2008 (archiviato dall'url originale il 3 aprile 2010).
  7. ^ (EN) Guy Mountfort, The territorial behaviour of the hawfinch coccothraustes coccothraustes. [collegamento interrotto], su www3.interscience.wiley.com, InterScience, DOI:10.1111/j.1474-919X.1956.tb01434.x. URL consultato il 2008.
  8. ^ (ES) Nitido, Picogordo. Coccothraustes coccothraustes, su issuu.com, Libro Andalucía al Natural. URL consultato il 2008.
  9. ^ (ES) Juan Carlos Senar, Antoni Borrás, Picogordo (Coccothraustes coccothraustes) (PDF) [collegamento interrotto], su mma.es. URL consultato il 2008.
  10. ^ (EN) Ludwik Tomiałojć, Distribution, breeding density and nest sites of Hawfinches Coccothraustes coccothraustes in the primeval forest of Białowieża National Park, su ingentaconnect.com. URL consultato il 2008.
  11. ^ (EN) BirdGuides Ltd, PO Box 4104, Sheffield S25 9BS, Hawfinch Coccothraustes coccothraustes, su birdguides.com. URL consultato il 2008 (archiviato dall'url originale il 15 novembre 2016).
  12. ^ (ES) Benigno Asensio, Consuelo Antón, Situación del picogordo (Coccothraustes coccothraustes) en España (PDF) [collegamento interrotto], su ardeola.org. URL consultato il 2008.
  13. ^ (EN) AnimalBase team, coccothraustes Linnæus, 1758 described in Loxia, su animalbase.uni-goettingen.de, 2008.
  14. ^ (EN) Joseph Grinnell, Library. University of California. (TXT), su archive.org. URL consultato il 2008.
  15. ^ (EN) Mim. MMmllm. (www.archive.org), Library of the American Museum of Natural History. (TXT), su archive.org. URL consultato il 2008.
  16. ^ Zuccon D, Prys-Jones R, Rasmussen PC and Ericson PGP, The phylogenetic relationships and generic limits of finches (Fringillidae) (PDF), in Mol. Phylogenet. Evol., vol. 62, 2012, pp. 581-596. URL consultato l'8 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 31 agosto 2021).
  17. ^ (EN) Nicklas Strömberg, Hawfinch coccothraustes [collegamento interrotto], su globaltwitcher.auderis.se. URL consultato il 2008.
  18. ^ (EN) ITIS Report, Coccothraustes coccothraustes buvryi Cabanis, 1862, su itis.gov. URL consultato il 2008.
  19. ^ (ES) A. Gil Lletget, Aves observadas en 1932 (PDF), su bibdigital.rjb.csic.es. URL consultato il 2008 (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2014).
  20. ^ (EN) Nicklas Strömberg, Hawfinch humii [collegamento interrotto], su globaltwitcher.auderis.se. URL consultato il 2008.
  21. ^ (EN) Nicklas Strömberg, Hawfinch japonicus [collegamento interrotto], su globaltwitcher.auderis.se. URL consultato il 2008.
  22. ^ (EN) Nicklas Strömberg, Hawfinch nigricans [collegamento interrotto], su globaltwitcher.auderis.se. URL consultato il 2008.
  23. ^ (PL) NASK, Katalog polskich ptaków - Grubodziób (Coccothraustes coccothraustes), su ptaki.polska.pl. URL consultato il 2008 (archiviato dall'url originale il 25 maggio 2009).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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