Cicala (Italia)

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Cicala
comune
Cicala – Stemma
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Calabria
Provincia Catanzaro
Amministrazione
SindacoAlessandro Falvo (Cicala nel cuore) dal 4-10-2021
Territorio
Coordinate39°01′19.88″N 16°29′09.96″E / 39.02219°N 16.4861°E39.02219; 16.4861 (Cicala)
Altitudine829 m s.l.m.
Superficie9,28 km²
Abitanti870[1] (31-12-2022)
Densità93,75 ab./km²
Comuni confinantiCarlopoli, Gimigliano, Sorbo San Basile, San Pietro Apostolo.
Altre informazioni
Cod. postale88040
Prefisso0968
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT079030
Cod. catastaleC674
TargaCZ
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Nome abitanticicalesi
Patronosan Giacomo Maggiore Apostolo
Giorno festivo25 luglio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Cicala
Cicala
Cicala – Mappa
Cicala – Mappa
Posizione del comune di Cicala all'interno della provincia di Catanzaro
Sito istituzionale

Cicala è un comune italiano di 870 abitanti[1] della provincia di Catanzaro in Calabria, situato ai piedi della Sila Piccola.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio comunale si presenta allungato secondo la direzione Nord-Ovest/Sud-Est, delimitato praticamente dai percorsi delle fiumare "Sant'Elia" e "Pomo" ad Est e "Vecchiarelli" e "Corace" ad Ovest che, scendendo dalla Sila, costituiscono il sistema idrico principale del territorio comunale; territorio caratterizzato da una pressoché uniforme ascensione di quota che passa da un minimo di 550 m s.l.m. della punta più a valle (presso la congiunzione dei fiumi Pomo e Corace in località "Due Fiumi") ad un massimo di 1088 m s.l.m. della parte più alta, il monte "Monticello". Dal punto di vista dei rilievi il territorio presenta tutte le caratteristiche della zona montuosa della Sila Piccola, cui praticamente appartiene, solcata da profondi avvallamenti torrentizi. L'uso del suolo è prevalentemente caratterizzato dalla presenza di castagneti e di querceti, ed in parte da vigneti, seminativi arborei in genere e boschi cedui nella fascia territoriale compresa fra le località "Volta del Torno", "Pietro Gualtieri" e "Cintarella".

Il clima infine è caratterizzato da una media ventosità e da una particolare piovosità che contribuisce, insieme alla già abbondante dotazione idrica, alla formazione delle zone verdi boschive che caratterizzano tutta la zona.

Il territorio cicalese appartiene alla Comunità Montana dei Monti Reventino, Tiriolo e Mancuso.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Fondato nel XVI secolo, Cicala ha certamente avuto presenze sul territorio risalenti al Neolitico, com'è stato affermato dallo studioso Domenico Lovisato: «[…] azze, scalpelli, martelli e ciottoli, dell'epoca della pietra, ritrovati in Calabria […] le armi formate di rocce calabresi si trovano in abbondanza sulla parte settentrionale della provincia di Catanzaro, come Tiriolo Superiore e Cicala.»[3]

Dopo l'età Neolitica non si hanno più tracce di insediamenti fino al 1595, quando Giovanna Branai Castriota († dopo 1595), figlia di Ferdinando, Marchese di Città Sant'Angelo, Conte di Spoltore e Camilla di Capua[4] (discendenti di Vrana Konti) e moglie del fu Alfonso Carafa diede a un villaggio stanziato nel territorio appartenente al feudo di Tiriolo il nome di “Castriota”.

Per difficoltà economiche, nel 1610 il feudo di Tiriolo,[5] compresi i casali, fu venduto da Francesco Maria Carafa[6] (nipote di Giovanna Branai Castriota) al Patrizio genovese e conte di Messina Carlo Cigala,[7] che lo acquistò per 80.000 ducati. In questo territorio era compreso anche il villaggio di "Castriota".[8]

Da alcuni atti custoditi nell'archivio storico di Catanzaro si legge che nel 1616 alcuni uomini della "Trempa di Castagna" chiesero al Conte Cigala di fondare un casale nella "Stagliata di Fantuzzo" e di concedere loro dei capitoli di immunità. Da quel momento il villaggio Castriota prese il nome di Cigala, per poi essere cambiato in Cicala.

Si suppone che il centro abitato in origine si sviluppò principalmente sulla cosiddetta "Via Rande" (Via Grande, composta da Via Vittorio Emanuele II e da una parte di Via Garibaldi), intorno ai Palazzi dei Mancusi e dei Cigala. Subì gravissimi danni durante il terremoto del 1783 e nel 1806, sotto la dominazione napoleonica, in seguito a ripetuti episodi insurrezionali, il piccolo centro presilano fu incendiato e parzialmente distrutto anche se, tuttavia, in breve tempo risorse; tale distruzione è confermata dai documenti dell'Archivio Comunale che esistono proprio a far data dagli anni intorno al 1810.

Grande rilievo, negli anni precedenti ed immediatamente successivi l'Unità d'Italia, ebbero le bande di briganti che imperversavano nella zona e che furono costante motivo di grave preoccupazione per i governi dell'epoca.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Nello stemma comunale è rappresentata una «cicala svolazzante su un castagno con frutti d'oro, posto su un cielo azzurro.»[9]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Di particolare rilievo artistico-storico sono le due Chiese che testimoniano la profonda e radicata fede religiosa.

  • La prima, dell'Immacolata (ad oggi sconsacrata), risalirebbe al tardo monachesimo e la sua presenza sarebbe da collegare alla più famosa Abbazia di Santa Maria di Corazzo dalla quale la Chiesa dell'Immacolata sarebbe dipesa essendo, tra l'altro, luogo di transito sulla via di Corazzo per i numerosi pellegrini che vi si recavano.
  • La seconda, in stile barocco, risalente alla fine del XVI secolo, è dedicata al Santo Patrono, l'Apostolo Giacomo: ospita nelle due navate di destra e di sinistra due pregevolissimi altari in legno che vi sarebbero giunti provenienti dall'Abbazia di Corazzo, quando questa andò in rovina.

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

  • Interessanti sono anche alcuni fabbricati in stile liberty o in pietra, con balconi e portali, considerati beni architettonici del paese come: Palazzo Cigala, Palazzo Mancusi, Palazzo Talarico P., Palazzo Astorino, Palazzo Mancuso, Palazzo Voce, Palazzo Talarico G., Palazzo Astorino (II).
  • Nei dintorni del paese, troviamo la presenza di altre caratteristiche costruzioni, ricordiamo: il Mulino Talarico - loc. "Pendino", il Mulino Mancusi - loc. "Castaneto", il Mulino Leo-Mancusi - loc. "Due Fiumi", il Casale Le Pera - loc. "Giardino" e Villa Mancusi - località "Fossa del Mattino".

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Festa di San Giacomo Maggiore Apostolo[modifica | modifica wikitesto]

La festa di San Giacomo M.A.[10], Santo Patrono di Cicala, si tiene ogni anno il 25 luglio. Durante la processione viene trasportata in spalla la statua di San Giacomo M.A., essa si presenta come un'immagine policroma a foglia d'oro, realizzata in legno di pero e scolpita a tutto tondo, la tunica è di colore rosso che ricorda il suo martirio, il mantello giallo ocra, sulle spalle porta una "mozzetta" nera con due conchiglie, cappello, bisaccia a tracolla e nella mano destra un bastone, segni del pellegrino.

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Frutto maturo del Castagno.

Per molti anni Cicala si è sostentata grazie al castagno, sfruttato sia per il legno che per il frutto; infatti secondo la tradizione ogni anno nel paese si tiene la "Sagra della castagna". Cicala si pone tra le più importanti realtà produttive regionali di lavorazione, conservazione e distribuzione castanicola, grazie alla qualità (nota in tutta la zona) del frutto. Legate a questa fase dell'economia cicalese sono varie industrie di legname e alcune aziende alimentari che si occupano della lavorazione e trasformazione della castagna e di altri prodotti agricoli locali.

Negli ultimi anni la coltivazione della castagna è stata seriamente minata dall'infestazione del Cinipide del castagno che, come in altre zone del pianeta, ne ha decimato la produzione ledendo pesantemente l'economia del piccolo borgo presilano, dove i molti coltivatori hanno visto letteralmente svanire un'importante fetta di reddito proveniente da una tradizione secolare. Degno di nota è l'impegno della comunità nello sconfiggere tale piaga attraverso l'introduzione in natura del Torymus sinensis[11], antagonista del Cinipide, che ha già portato risultati estremamente positivi nella coltura castanicola in Giappone.

Inoltre all'inizio degli anni duemila, collocata presso la contrada Milocca, è sorta la nuova zona P.I.P (zona industriale) che ospita la maggior parte delle piccole e medio imprese presenti nel territorio comunale.

Le principali produzioni industriali presenti nell'area cicalese si occupano di: trasformazione dei prodotti derivati dalla castagna; trasformazione di prodotti agro-alimentari in genere; produzione di salumi tipici calabresi; produzione di caldaie e impianti di riscaldamento.

Altre attività imprenditoriali degne di nota sono rappresentate principalmente da imprese agricole nelle declinazioni di coltivazione del fondo e selvicoltura.

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

La fermata di Cicala (in verde) nel tratto ferroviario Cosenza-Catanzaro Città.

La stazione ferroviaria di Cicala si trova sul tratto della linea Catanzaro-Cosenza delle Ferrovie della Calabria. L'azienda Ferrovie della Calabria collega inoltre Cicala a numerose località vicine per mezzo di un servizio quotidiano di autolinee.

Cicala è attraversata dalla strada statale 109 della Piccola Sila.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[12]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2022
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Sito Istituzionale del Comune di Cicala
  4. ^ (EN) Castriota, su maltagenealogy.com. URL consultato il 29 marzo 2019.
  5. ^ Nel 1593 ereditò dal padre i titoli di duca di Nocera, marchese di Civita Sant'Angelo e conte di Soriano e un ingente patrimonio feudale distribuito in varie province del Regno di Napoli. In Principato Citra si trovavano Nocera, San Pietro di Scafati e Sanseverino; in Abruzzo Ultra, Civita Sant'Angelo, Spoltore, Monte Silvano, Moscufo, Vicoli; in Calabria Ultra, infine, Soriano, Stefanacone, Belloforte, San Demetrio, Vallelonga, Filogaso, Pannaia, San Nicola, Bazzano, Pizzoni, Cutro, Le Castella, San Giovanni, Roccabernarda, Rocca Felluca, Carrafa, Arenuso, Tiriolo, Settinizano, Migliarina, Gimigliano, Maida, San Pietro, Curinga, Girifalco, Montepavone, Chiara valle Torre, Simbari, Brugnatore, Lacconia. Le entrate di questo vasto complesso venivano valutate nel 1595 intorno ai 55.000 ducati annui. Carafa, Francesco Maria, su treccani.it. URL consultato il 12 ottobre 2019.
  6. ^ Francesco Maria Carafa, su gw.geneanet.org. URL consultato il 12 ottobre 2019.
  7. ^ Famiglia Cigala
  8. ^ Storia di Ciacala, su comune.cicala.cz.it. URL consultato il 12 ottobre 2019.
  9. ^ Comune di Cicala, Art. 4 Stemma e Gonfalone (PDF), in Statuto.
  10. ^ San Giacomo M.A. Sito della Parrocchia
  11. ^ Parte da Cicala la lotta contro il cinipede che rovina i castagneti - Nuova Cosenza Quotidiano d'informazione della Calabria, su nuovacosenza.com. URL consultato il 1º marzo 2019.
  12. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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