Bentivoglio (Italia)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Bentivoglio
comune
Bentivoglio – Stemma
Bentivoglio – Bandiera
Bentivoglio – Veduta
Bentivoglio – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Emilia-Romagna
Città metropolitana Bologna
Amministrazione
SindacoErika Ferranti (centro-sinistra) dal 26-5-2014[1] (2º mandato dal 27-5-2019)
Territorio
Coordinate44°38′07″N 11°25′08″E / 44.635278°N 11.418889°E44.635278; 11.418889 (Bentivoglio)
Altitudine19 m s.l.m.
Superficie51,11 km²
Abitanti5 783[2] (31-12-2023)
Densità113,15 ab./km²
FrazioniSan Marino, Santa Maria in Duno, Castagnolo Minore, Saletto, Fabbreria, Baraccone, San Marco, Castiglia, Palazzo Bersani, Case Nuove[senza fonte].
Comuni confinantiArgelato, Castel Maggiore, Granarolo dell'Emilia, Malalbergo, Minerbio, San Giorgio di Piano, San Pietro in Casale
Altre informazioni
Cod. postale40010
Prefisso051
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT037005
Cod. catastaleA785
TargaBO
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[3]
Cl. climaticazona E, 2 329 GG[4]
Nome abitantibentivogliesi
Patrono24 maggio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Bentivoglio
Bentivoglio
Bentivoglio – Mappa
Bentivoglio – Mappa
Posizione del comune di Bentivoglio nella città metropolitana di Bologna
Sito istituzionale

Bentivoglio (Bäntvói o Bentvói in dialetto bolognese settentrionale[5]) è un comune italiano di 5 783 abitanti della città metropolitana di Bologna in Emilia-Romagna, situato nella pianura bolognese. Fa parte dell'Unione Reno Galliera.

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

In origine il territorio di Bentivoglio era denominato come una delle sue frazioni, Santa Maria in Duno. Il nome recente deriva dalla nobile famiglia Bentivoglio e solo dal 1º gennaio 1886 tale nome designa l'intero comune.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Primi insediamenti[modifica | modifica wikitesto]

I primi insediamenti nel territorio Bentivogliese risalgono alla Civiltà villanoviana, sono state infatti ritrovate alcune tombe a cremazione databili al 930 a.C. e una stele del VI secolo a.C. I Romani effettuarono i primi interventi di bonifica del territorio, allora, paludoso. Attraverso alcuni resti ritrovati si è inoltre scoperto che con l'arrivo dei Romani si svilupparono numerose installazioni rurali nel territorio. La zona centrale del territorio in età medievale era denominata "Ponte Poledrano", questo nome era dovuto al passaggio dei puledri sul ponte del canale Navile.

Importanza del Navile[modifica | modifica wikitesto]

Il canale Navile ha origini antiche, fin dal XII secolo portava l'acqua del Reno dalla chiusa di Casalecchio a Malalbergo, per riconnettersi poi con le valli del Po e Venezia, fungendo lungo tutto il tracciato da via di comunicazione per il trasporto delle merci, a partire dalla seta. Nel 1930 il riso delle risaie di Bentivoglio arrivava a Bologna sui barconi che percorrevano il Navile. Lungo il suo percorso vennero costruiti numerosi edifici fortificati tra i quali la Rocca di Ponte Poledrano nel 1390, situata di fianco al Mulino sorto invece nel 1300 sul percorso del Navile, a difesa del confine verso i marchesi d'Este di Ferrara.

Bonifica[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1817 la famiglia Pizzardi acquistò dal marchese Carlo Bentivoglio d'Aragona il castello di Ponte Poledrano con il mulino, la pila da riso, le terre e le valli limitrofe. I Pizzardi, in particolare Carlo Alberto, intrapresero opere di bonifica del territorio che portarono ad un totale prosciugamento delle paludi e quindi alla creazione di un ambiente più igienico, oltre che all'avviamento di un importante centro di produzione risicola e al potenziamento dello storico mulino, rimasto attivo fino al 1977, riaperto il 5 ottobre 2014.[6]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Il MiBACT recensisce 20 beni architettonici tutelati nel comune[7], ai quali si aggiungono quelli senza tutele.

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

  • Chiesa di San Marino, parrocchiale nella frazione di San Marino.
  • Chiesa e Canonica di San Martino in Castagnolino e pertinenze
  • Complesso parrocchiale di Santa Maria e San Folco in frazione Saletto
  • Chiesa con oratorio di Sant'Andrea in Santa Maria in Duno

Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]

Particolare della torre crollata
Castello

Il Castello, denominato "Domus Jocunditatis", fu voluto da Giovanni II Bentivoglio, signore di Bologna dal 1463 al 1506, e venne costruito tra il 1475 e il 1481 attorno alla torre comunale di cui fu nominato castellano. Il Castello venne utilizzato dai Bentivoglio come dimora di campagna, senza eccessive preoccupazioni difensive. Venne ampiamente restaurato dal 1889 al 1897 da Alfonso Rubbiani, il quale ricostruì l'ala crollata, riedificò la cinta merlata e suddivise le stanze secondo le vecchie piante, inventandosi anche numerosi particolari, come il rivellino di accesso e la scala che dal cortile conduce al piano nobile. Vennero inoltre aggiunte due statue rappresentanti Ginevra Sforza e Giovanni II Bentivoglio, entrambe opera di Giuseppe Romagnoli. Il restauro diede un'impronta ottocentesca a una delle principali opere del Rinascimento bolognese. Nella prima guerra mondiale accolse un ospedale militare della CRI. Nel 1945, durante la ritirata, la Wehrmacht distrusse la trecentesca torre del castello, allo scopo di eliminare i punti sopraelevati, utilizzabili per avvistamento. Al suo interno il castello custodisce varie decorazioni che trattano il tema della vita nei campi, come un importante ciclo di affreschi, detto Le storie del pane, opera di un artista anonimo, dove vengono illustrate tutte le fasi della produzione del pane. Nel ventunesimo secolo l'edificio ospita i laboratori di ricerca dell'Istituto Ramazzini e inoltre viene utilizzato per le attività culturali organizzate dal comune.[8]

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

Palazzo Rosso

Costruito nel 1887 ad opera del Marchese Carlo Alberto Pizzardi, il palazzo prende il nome dai mattoni rossicci con cui fu fatto edificare. Inizialmente l'entrata propendeva sul Navile, ed era accessibile tramite un ponte, ancora esistente. In seguito, l'ingresso principale divenne il sostegno sul lato opposto. L'edificio, costruito su progetto di Alfonso Rubbiani, presenta elementi decorativi e pitture murali realizzate da Giulio e Achille Casanova e da Augusto Sezanne fino al 1897 e oltre, secondo lo stile Liberty bolognese.[9][10] Il palazzo Rosso è composto da tre piani, adibiti in precedenza a varie funzioni: il piano terra era la sede degli uffici; il primo piano, denominato piano nobile, era l'abitazione vera e propria dei Pizzardi, con un balcone e varie finestre particolarmente ampie; il secondo ed ultimo piano, invece, era l'abitazione dei dipendenti. All'interno del palazzo si trova la Sala dello Zodiaco, riuscito esempio dell'Aemilia Ars. Nella Sala si possono osservare elementi vegetali, animali e simbologie celesti tra le quali, da qui il nome, la rappresentazione della fascia dello zodiaco con alcune costellazioni. Vi sono inoltre rappresentate le fasi lunari e del globo terrestre unite alla stilizzazione del Sole, rappresentato coi soli raggi di un intenso colore rosso. Dopo la morte nel 1922 di Carlo Alberto Pizzardi il palazzo, provvisto di acqua corrente, luce elettrica ed un impianto igienico, venne affittato a varie famiglie. Durante la seconda guerra mondiale il palazzo venne leggermente danneggiato, nel 1981 il comune ne acquista la gestione e nel 1992 ne diviene il proprietario, iniziando già dall'anno seguente il primo trasferimento della Biblioteca Municipale che viene restituita alla cittadinanza completamente rinnovata e ampliata.[11] Il Palazzo Rosso, con il Mulino Pizzardi e le pertinenze, è tutelato. Oltre alla biblioteca, il palazzo è sede del Consiglio Comunale e ospita varie attività culturali.

Facciata del Palazzo Vivaio sul Navile
Palazzo Vivaio

Costruito dal Marchese Pizzardi nel 1889, il Palazzo Vivaio era adibito a seconda dimora per i residenti del Castello durante i lavori di restauro. Ai piani superiori del Palazzo erano collocati gli alloggi, al di sotto di questi vi si trovavano le cantine, una falagnameria e una fabbreria. Il palazzo fu costruito con un lato poggiato sulla sponda del Canale Navile, ed è un condominio con varie abitazioni private ai piani superiori, ed un circolo Arci al piano inferiore.[12]

Villa Smeraldi

Situata nell'ampia frazione di San Marino, Villa Smeraldi prende il nome dall'ultimo proprietario Rigoberdo Smeraldi, stabilitovisi dal 1922 al 1942 per dirigere personalmente l'azienda agricola collegata. Gli edifici ottocenteschi costruiti nella proprietà sono la residenza padronale, l'abitazione del fattore, la torre del granaio, la stalla, la legnaia, la colombaia, la ghiacciaia, la casa colonica, la porcilaia e la casa dell'ortolano. Tuttavia queste costruzioni sono solo una parte della proprietà, vi è infatti un grande parco all'inglese che comprende un ampio lago, attraversabile tramite un ponte adornato di quattro particolari statue, entrambi costruiti attorno alla seconda metà dell'Ottocento, varie montagnole (alcune presumibilmente erette con il terreno proveniente dallo scavo per il lago) ed altri luoghi completamente immersi nel verde.[13] La residenza patronale di Villa Smeraldi fu particolarmente coinvolta nella seconda guerra mondiale: alcuni ambienti vennero affittati alla società telefonica TIMO, mentre successivamente vi si insediò un comando tedesco agli ordini del generale Fridolin von Senger und Etterlin che sfruttò la torre per gli avvistamenti e gli innumerevoli luoghi del parco nascosti dal verde per dissimulare alcune postazioni antiaeree.[14] Dal 1973 Villa Smeraldi ospita l'importante Museo della civiltà contadina, contenente migliaia di testimonianze del lavoro e della vita nelle campagne bolognesi tra Ottocento e Novecento. Il parco circostante è divenuto pubblico ed è accessibile tutti i giorni, inoltre vi hanno sede vari eventi legati al territorio come feste dell'agricoltura, mercati contadini o semplici giornate dedicate al paese.

Altre architetture[modifica | modifica wikitesto]

  • Scuola elementare-media di Bentivoglio
  • Unità immobiliari di Via Marconi 38/2
  • Palazzo "Botteghe"
  • Ex Centro Zootecnico San Carlo
  • Ospedale di Bentivoglio, parco e pertinenze
  • Antica Villa Paleotti ora Monari con il circostante parco
  • Corte Signora
  • Risaia Bianchina
  • Corte Colombarola
  • La Casazza
  • Cimitero
  • Ex Casa del Fascio
  • Palazzo del Comune

Siti archeologici[modifica | modifica wikitesto]

  • Villa rustica di epoca romana

Aree naturali[modifica | modifica wikitesto]

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[15]

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
12 giugno 1985 28 giugno 1990 Gianfranco Montanari PCI Sindaco [18]
28 giugno 1990 14 giugno 2004 Fabrizio Sarti PCI, PDS, lista civica Sindaco [18]
14 giugno 2004 26 maggio 2014 Vladimiro Longhi centro-sinistra Sindaco [18]
26 maggio 2014 in carica Erika Ferranti centro-sinistra Sindaco [18]

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Ha sede nel Comune la società di calcio A.S.D. Bentivoglio, militante nel campionato di Eccellenza 2021-2022. Inoltre Bentivoglio è la città natale del calciatore Giacomo Raspadori e dell'atleta olimpica Martina Santandrea.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Scheda del consiglio comunale
  2. ^ Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ Luigi Lepri e Daniele Vitali (a cura di), Dizionario Bolognese Italiano / Italiano-Bolognese, Bologna, Pendragon, 2007, pp. 348-354, ISBN 978-88-8342-594-3. URL consultato il 7 luglio 2014.
  6. ^ Il mulino di Bentivoglio, su amicidelleacque.org, Associazione Amici delle vie d'acqua e dei sotterranei di Bologna, 26 ottobre 2014. URL consultato il 10 maggio 2019 (archiviato il 18 settembre 2016).
  7. ^ Geolocalizzazione del Patrimonio culturale dell'Emilia-Romagna > Ricerca beni architettonici > Bentivoglio, su patrimonioculturale-er.it, Segretariato Regionale per l'Emilia-Romagna del MiBACT. URL consultato il 12 febbraio 2021.
  8. ^ Il castello - Comune di Bentivoglio
  9. ^ Redazione Pianura Bolognese (a cura di), Palazzo Rosso, su Turismo in Pianura, sito ufficiale di informazione turistica della Pianura Bolognese, Città Metropolitana di Bologna, 4 febbraio 2021. URL consultato il 18 gennaio 2022 (archiviato dall'url originale il 18 gennaio 2022).
  10. ^ Bologna riabbellita. Alfonso Rubbiani fra Otto e Novecento. Due restauri: Budrio e San Martino in Soverzano, su badigit.comune.bologna.it, Biblioteca dell'Archiginnasio, maggio 2014. URL consultato il 18 gennaio 2022. pubblicato con licenza CC-BY 3.0
  11. ^ Le ville e i castelli, su Orizzonti di pianura, portale turistico istituzionale di dodici Comuni della pianura bolognese. URL consultato il 18 gennaio 2022 (archiviato dall'url originale il 10 settembre 2011).
  12. ^ Palazzo Vivaio - Comune di Bentivoglio
  13. ^ Gruppo Fotografico Bentivoglio e dintorni, su Bentivoglio e dintorni. URL consultato il 22 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2013).
  14. ^ Museo della civiltà contadina - S.G.M.
  15. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  16. ^ Museo della civiltà contadina Istituzione "Villa Smeraldi", su beniculturali.it, MiBACT. URL consultato il 13 febbraio 2021.
  17. ^ Museo della civiltà contadina e della canapa "G. Romagnoli", su beniculturali.it, MiBACT. URL consultato il 13 febbraio 2021.
  18. ^ a b c d http://amministratori.interno.it/

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN148387340 · SBN BZML000102
  Portale Emilia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Emilia