Canopo: differenze tra le versioni

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Durante l'età classica, circa 2000-3000 anni fa, la declinazione di questa stella era molto simile a quella attuale: non era osservabile né da [[Roma]] e né da [[Atene]], ma diventava visibile dalle coste africane, da [[Creta (isola)|Creta]] e da [[Cipro]]; era pertanto sconosciuta ai popoli del nord Europa, ma non da quelli mediterranei.
Durante l'età classica, circa 2000-3000 anni fa, la declinazione di questa stella era molto simile a quella attuale: non era osservabile né da [[Roma]] e né da [[Atene]], ma diventava visibile dalle coste africane, da [[Creta (isola)|Creta]] e da [[Cipro]]; era pertanto sconosciuta ai popoli del nord Europa, ma non da quelli mediterranei.


Grazie proprio alla sua posizione, lontana dal [[piano orbitale]] del [[sistema solare]] (a differenza di Sirio), e alla sua luminosità, Canopo è spesso usata dalle [[sonda spaziale|sonde spaziali]] per orientarsi nello spazio, usando una speciale camera conosciuta come "Canopus Star Tracker".
Grazie proprio alla sua posizione, lontana dal [[piano orbitale]] del [[sistema solare]] (a differenza di Sirio), e alla sua luminosità, Canopo è spesso usata dalle [[sonda spaziale|sonde spaziali]] per orientarsi nello spazio, usando una speciale camera conosciuta come "Canopus Star Tracker".<ref>{{cita libro|autore=Wertz, J.R.|titolo=Spacecraft Attitude Determination and Control|editore=D. Reidel|anno=1980|id=ISBN 9027712042}}</ref><ref>{{cita libro|autore=Sidi, M.J.|titolo=Spacecraft Dynamics & Control|editore=Cambridge University Press|anno=2000|id=ISBN 0521787807}}</ref>


==Ambiente galattico==
==Ambiente galattico==

Versione delle 07:38, 16 feb 2009

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati del termine Canopo, vedi Canopo (disambigua).
Canopo
Canopo
File:Immagine:Canopus.jpg
Canopo ripresa dalla Stazione Spaziale Internazionale (ISS)
ClassificazioneSupergigante gialla
Classe spettraleF0Ia
Distanza dal Sole310 anni luce [2]
CostellazioneCarena
Coordinate
(all'epoca J2000.0)
Ascensione retta6h 23m 57,109s[1]
Declinazione-52° 41′ 44,378″[1]
Lat. galattica25,29° [3]
Long. galattica261,21° [3]
Dati fisici
Diametro medio99 528 000 km
Raggio medio71,5 R
Massa
8-9 [4] M
Temperatura
superficiale
7500 K [5] (media)
Luminosità
20000 [6] L
Indice di colore (B-V)0,15 [3]
Metallicità90% del Sole
Età stimata?
Dati osservativi
Magnitudine app.-0,62[1]
Magnitudine ass.-5,53[1]
Parallasse10,43 ± 0,53 mas[1]
Moto proprioAR: 19,99 mas/anno
Dec: 23,67 mas/anno [1]
Velocità radiale20,5 km/s[1]
Nomenclature alternative
Canopus, Suhel, Suhayl, α Car, CD-52°914, FK5 245, GC 8302, HD 45348, HIP 30438, HR 2326, SAO 234480

Coordinate: Carta celeste 06h 23m 57.109s, -52° 41′ 44.378″

Canopo (α Car / α Carinae / Alfa Carinae, IPA: /kaˈnɔːpo/ Canòpo[7]) è la seconda stella più brillante del cielo notturno, con una magnitudine apparente di −0,62; giace nella parte nordoccidentale della costellazione della Carena – di cui è la stella più brillante –, a sud della Poppa e del Cane Maggiore.

La sua luminosità apparente è pari, ad occhio nudo, a circa la metà di quella di Sirio, mentre appare molto più brillante della terza, il sistema di α Centauri; nonostante ciò, è meno nota popolarmente di altre stelle anche meno brillanti, come Arturo, Vega e Rigel. La causa di ciò è che può essere osservata solo da latitudini pù meridionali del 37°N; inoltre, appare in un'area di cielo relativamente isolata e lontana da grandi o caratteristiche formazioni stellari, come la Croce del Sud.[8]

Canopo è propriamente una supergigante gialla, un rarissimo tipo di stella supergigante di classe spettrale F (data la sua temperatura superficiale pari a 7500 K,[5] che le conferisce un caratteristico colore bianco-giallastro), che si ritiene essere uno stato transitorio tra la fase di supergigante rossa e quella di supergigante blu. La sua magnitudine assoluta è pari a −5,53,[1] che, associata alla sua distanza da Terra, pari a circa 310 anni luce,[2] dà una luminosità pari a 20.000 volte la luminosità solare.[6] Nonostante la grande luminosità, si ritiene che la stella non possieda una massa molto elevata: il valore su cui la comunità scientifica è maggiormente orientata è pari a circa 8-9 masse solari, il che la pone al limite tra le stelle di massa intermedia e le stelle massicce.[4] Le dimensioni della stella sono piuttosto vaste (il raggio sarebbe pari a circa 71,5 volte quello della nostra stella), ma sono comunque inferiori a quelle delle ben più imponenti supergiganti rosse, come Betelgeuse o Antares.

Canopo è comunque una stella nota fin dall'antichità: era conosciuta dagli Egizi, i quali la potevano osservare senza difficoltà, così come ai Greci, che la consideravano il remo più meridionale della grande costellazione della Nave Argo.

Osservazione

La costellazione della Carena, con la stella Canopo visibile a destra.

Canopo si trova nell'emisfero australe, ad una declinazione di -52° 42' (epoca 2000); è visibile sull'orizzonte meridionale nei mesi invernali anche dalle isole siciliane di Linosa e Lampedusa, o dalla costa africana del Mediterraneo (oltre che dagli Stati Uniti del sud). Da località come Melbourne, in Australia, o Wellington, in Nuova Zelanda, si presenta invece circumpolare, e domina i cieli notturni dell'estate australe.[9][10] Si presenta ad occhio nudo come una stella di un colore bianco-giallastro, in una posizione relativamente isolata rispetto ad altre stelle appariscenti.

Con una magnitudine apparente pari a −0,62, Canopo è la seconda stella del cielo in ordine di luminosità, dopo Sirio; la sua brillantezza può rivaleggiare con quella di alcuni pianeti, come Mercurio e Marte, mentre appare decisamente meno luminosa di Giove e Venere.[11] La sua grande lontananza dall'eclittica fa però in modo che questa stella e gli oggetti del Sistema Solare si trovino sempre lontani sulla volta celeste.

Dall'emisfero australe, Canopo è una delle prime stelle a rendersi visibile subito dopo il tramonto del Sole o nel chiarore dell'alba; in particolari e rare situazioni potrebbe anche essere scorta con il Sole rasente l'orizzonte, a patto di trovarsi in alta quota e con condizioni meteorologiche estremamente ottimali, come spesso accade in Antartide.[12]

Sirio e Canopo distano fra loro nella volta celeste circa 36°, quasi esclusivamente in declinazione, così di fatto Canopo si trova 36° a sud di Sirio e culminano a pochi minuti di differenza l'una dall'altra; alla latitudine di 35°S, circa quella di città come Buenos Aires e Sidney, quando entrambe le stelle sono al culmine, entrambe le stelle si trovano a 18° dallo zenit, una verso nord e l'altra verso sud.[13]

Canopo nelle epoche precessionali

Movimento del polo sud celeste durante le epoche precessionali; Canopo è la stella luminosa in alto.

Si tratta della stella luminosa più vicina al polo sud dell'eclittica (ad appena 13°52'), il che significa che, nel corso dell'avanzamento della precessione degli equinozi,[14][15] non raggiunge mai declinazioni inferiori ai 52°. In quest'epoca si trova nel punto più settentrionale visibile, ed è in lenta "discesa" verso sud, assieme a Sirio e α Centauri; nell'epoca precessionale opposta, avvenuta (e che riavverrà fra) circa 12.000 anni, Canopo possiede una declinazione molto più australe di quella attuale, e può, con una buona approssimazione, essere utilizzata come Stella Polare Australe, indicatrice del polo sud celeste. Per la precisione si troverà a 9°35' dal polo sud.[16]

Durante l'età classica, circa 2000-3000 anni fa, la declinazione di questa stella era molto simile a quella attuale: non era osservabile né da Roma e né da Atene, ma diventava visibile dalle coste africane, da Creta e da Cipro; era pertanto sconosciuta ai popoli del nord Europa, ma non da quelli mediterranei.

Grazie proprio alla sua posizione, lontana dal piano orbitale del sistema solare (a differenza di Sirio), e alla sua luminosità, Canopo è spesso usata dalle sonde spaziali per orientarsi nello spazio, usando una speciale camera conosciuta come "Canopus Star Tracker".[17][18]

Ambiente galattico

L'associazione Scorpius-Centaurus, coincidente in gran parte con le costellazioni di Centauro e Lupo.

Canopo fa parte della cosiddetta Associazione Scorpius-Centaurus, una brillante associazione stellare che raggruppa stelle formatesi nella stessa regione di cielo e con condizioni simili;[6] i membri più brillanti di quest'associazione sono in prevalenza di colore blu e la loro età è relativamente piccola, stimabile attorno ai 5-15 milioni di anni. In linea di massima si può affermare che quasi tutte le stelle azzurre brillanti visibili fra le costellazioni dello Scorpione, del Lupo, del Centauro, della Croce del Sud e della Carena (compreso l'ammasso delle Pleiadi del Sud) fanno parte di quest'associazione.[19]

Canopo si trova nel Braccio di Orione, lo stesso braccio di spirale minore posto tra il Braccio di Perseo e il Braccio del Sagittario, al cui interno è situato anche il nostro sistema solare;[20] i due bracci sono separati da circa 6500 anni luce di distanza.[21]

L'area di cielo in cui si trova Canopo è visibilmente priva di altre stelle appariscenti: poco a nord-ovest si trova infatti τ Puppis, che è solo di terza magnitudine;[9] circa 17 gradi più a sud si trova invece la Grande Nube di Magellano, la quale è però una galassia satellite della nostra.[22] La scia luminosa della Via Lattea corre invece una ventina di gradi a nord-ovest;[9] questo tratto appare molto ricco di stelle grazie alla presenza di una vastissima fascia di stelle giovani e luminose lunga ben 3000 anni luce e nota come Cintura di Gould, in questo tratto particolarmente ricca.[23]

Caratteristiche fisiche e strutturali

Canopo è una stella evoluta molto brillante: si tratta infatti non solo della seconda stella più brillante del cielo vista dal nostro sistema solare, ma anche della stella supergigante di classe F più luminosa nel nostro settore galattico,[24] nonché la stella evoluta supergigante più luminosa se osservata ai raggi X.[25] Stelle come queste sono relativamente rare e per questo poco conosciute; secondo i modelli evolutivi tradizionalmente accettati, siste una discrepanza fra la diffusione reale di questo tipo di stelle e quella prevista. Alcuni scienziati,[26] studiando nel dettaglio alcune stelle come Canopo, giunsero alla conclusione che l'abbondanza di queste stelle sarebbe meglio spiegabile con modelli evoluzionistici che considerino pure gli effetti della rotazione.[5]

Dimensioni

Il diametro di Canopo misurerebbe 0,6 UA (il diametro angolare misurato è di 0,0066 secondi d'arco),[5] pari a 65 volte quello del Sole.[27] Se si immagina di porre Canopo al centro del Sistema Solare, occuperebbe 3/4 dell'orbita di Mercurio. Un pianeta con condizioni climatiche simili alla Terra potrebbe stare ad una distanza tre volte superiore a quella di Plutone.[6]

Distanza e luminosità

File:Opo0316b.jpg
La Via Lattea in direzione della Nave Argo; si vedono Canopo e Sirio, Orione, le Nubi di Magellano e, con la sigla SCP, il polo sud celeste.

Secondo le misure del satellite Hipparcos, Canopo si trova ad una distanza di 310 anni luce (pari a 96 parsec) dalla Terra.[2] Prima di Hipparcos le stime variavano notevolmente, alcune fino a 1200 anni luce di distanza.[27] Se quest'ultimo valore fosse stato corretto, Canopo sarebbe stata una delle stelle più brillanti della Via Lattea. Usando la stima corretta, Canopo è comunque 15.000 volte più luminosa del Sole (alcune stime parlano di 200.000 volte) ed è la stella più brillante nel raggio di circa 700 anni luce. È molto più luminosa dell'unica stella che sembra più luminosa vista dalla Terra: Sirio è appena 22 volte più luminosa del Sole, e sembra più brillante solo perché è molto più vicina.[27] In effetti, per una grande percentuale delle stelle vicine a noi, Canopo è "la stella più brillante del cielo". Se si trovasse al centro del sistema solare, Canopo si estenderebbe fin quasi all'orbita di Mercurio; perché un pianeta si trovi nella zona abitabile, dovrebbe trovarsi a tre volte la distanza dell'orbita di Plutone.[27]

La difficoltà nella misura della distanza di Canopo derivava dalla sua natura inusuale. La classificazione di Canopo secondo il SIMBAD è F0II, ossia una stella gigante brillante; tuttavia secondo altri autori[28] la classificazione più corretta sarebbe F0Ia,[29] che più si adatterebbe ad una stella con una luminosità pari a 13.000 - 15.000 L.[30][5] Le supergiganti di tipo F sono in effetti rare e abbastanza poco conosciute; potrebbero essere stelle che stanno evolvendo da o per lo stato di supergigante rossa, lasciandosi alle spalle la fase stabile di sequenza principale,[6] come pure, al contrario, stelle che evolvono verso lo stadio di variabile blu luminosa.[5] Questo rese difficile stimare quanto la stella potesse essere intrinsecamente luminosa, e quindi a quale distanza si trovasse. La misura diretta della distanza è stata l'unico modo per risolvere il problema, ma poiché la stella è troppo lontana per misurare la parallasse con osservazioni condotte da Terra, si è dovuto aspettare la misura da satellite, che ha fornito un valore di 10,43 ± 0,53 millisecondi d'arco.[1] La sua età è invece oggetto di dibattito, proprio a causa della rarità di questo tipo di stelle.[31]

Metallicità

Nel corso degli anni ottanta è stata analizzata in dettaglio la metallicità di questa stella.[32]

Secondo questi studi, l'azoto sarebbe presente in quantità 5 volte superiore rispetto al Sole; tuttavia, questo valore non è dato per certo, poiché si basa su solo tre deboli linee di emissione e potrebbe dunque venire confutato nel corso di ulteriori studi, specialmente condotti nel vicino infrarosso.[33] Il sodio sarebbe presente in percentuale leggermente superiore rispetto al Sole, una caratteristica in genere comune nelle stelle giovani.[34] Tramite l'analisi dei parametri delle interazioni di Van der Waals C6 ottenute dalle righe spettrali si è determinato che la presenza di alluminio è tre volte inferiore alla percentuale riscontrata nello spettro della nostra stella; anche in questo caso, potrebbero esserci delle imprecisioni di calcolo.[35] Più in generale, si può affermare che, con l'eccezione di alcuni elementi presenti in quantità maggiore o leggerissimamente minore, la composizione di Canopo non è molto differente da quella del nostro Sole, specialmente se si considerano gli elementi più pesanti.[36]

Fotosfera, atmosfera e campo magnetico

Canopo ripresa alla distanza di 6 UA col programma di simulazione Celestia.

La fotosfera di Canopo è stata studiata da un gran numero di interferometri a Terra. Sulla superficie della stella sono presenti diverse celle convettive.[5] Alcuni scienziati utilizzarono il modello del trasferimento radiativo per mostrare che la convezione fotosferica sulle supergiganti rosse può essere individuata dai moderni interferometri nel vicino infrarosso;[37] sebbene Canopo sia una supergigante gialla e non una supergigante rossa, la presenza sulla sua superficie di strutture fotosferiche e di un campo magnetico variabile suggerisce che il modello sia valido anche per questo tipo di astri.[5] La temperatura superficiale sarebbe compresa fra due valori estremi pari a 7350 ± 30 K[32] e a 7550 K. [38]

L'atmosfera di Canopo è stata studiata tramite un gran numero di strumenti astronomici, fra i quali il Telescopio Spaziale Hubble, il Chandra X-Ray Observatory e il FUSE; durante queste osservazioni sono state scoperte una serie di proprietà inaspettate.[39]

La caratteristica più insolita è la presenza di un vento stellare particolaremnte forte, la cui velocità si aggira sui 4000 km/s, un valore eccezionale per un vento stellare relativamente basso, di circa 5000 Kelvin; lo studio del vento stellare sulle supergiganti gialle è particolaremnte interessante, poiché per questo tipo di stelle la sua struttura e il meccanismo di guida è sconosciuto.[39]

Il telescopio Candra ha rilevato la presenza di una corona con dei picchi di temperature che arrivano fino a 20 milioni di K;[39] Nonostante ciò, l'estensione dell'atmosfera di Canopo è relativamente piccola rispetto ad altre stelle, se rapportata al raggio della stella.[31] La presenza di FeI sulla superficie di Canopo è notevolmente inferiore a quella del Sole.[40]

Tramite l'effetto Zeeman, nel 1986 si è indagato sulla natura del campo magnetico di Canopo; si è così trovato che la stella possiede un campo molto debole e leggermente variabile da 2,5 a 5σ. Tramite l'analisi del periodogramma si è poi ottenuto il periodo del ciclo di variazione, che risulta essere di circa 6,90 giorni; la variazione è armonica. Questo breve periodo tenderebbe a escludere l'interpretazione secondo la quale la variabilità del campo magnetico sarebbe legata ad una rotazione obliqua; il periodo di pulsazione radiale fondamentale di Canopo può essere stimata come pari ad alcuni giorni, ma senza aver stabilito la natura armonica della variazione ogni speculazione è prematura.[41] Uno studio successivo mette però in dubbio la variabilità del campo magnetico; secondo questa ricerca, la causa della variabilità riscontrata nelle analisi non sarebbe dovuta al campo magnetico proprio della stella, ma all'instabilità degli stessi strumenti utilizzati per determinarla.[42]

Evoluzione futura

Essendo una supergigante gialla nel cui nucleo ha luogo la fusione nucleare dell'elio,[25] Canopo è previsto che si evolva o nello stadio di supergigante rossa o in una variabile blu luminosa, comunque in tempi astronomicamente brevi. Alcuni scienziati[43] studiando le stelle che sono state e che saranno le più luminose viste da Terra, hanno suggerito che Canopo potrebbe esplodere come supernova prima ancora di ritornare, con l'allontanamento di Sirio da noi, ad essere la stella più luminosa del cielo notturno, in un tempo compreso fra 480.000 e 990.000 anni. D'altra parte, in studi più recenti si è ipotizzato che Canopo abbia una massa di poco inferiore di quella minima prevista per diventare una supernova; la sua luminosità suggerisce che la sua massa originaria sia di circa otto o nove volte quella del Sole, pertanto potrebbe accadere ciò che è successo alla compagna di Sirio, Sirio B, ossia che nello stadio estremo della sua esistenza possa perdere gli strati esterni e concentrare la massa del suo nucleo a formare una nana bianca con una densità particolarmente elevata. Gran parte delle nane bianche sono composte da carbonio e ossigeno, ma in questo caso la sua massa sarebbe sufficiente per trasformarla in una rara nana bianca neon-ossigeno.[4]

Luminosità apparente comparata nel tempo

Grafico delle luminosità di alcune delle stelle più luminose nel corso del tempo.

Canopo divenne per la prima volta la stella più brillante nel cielo terrestre circa 3,7 milioni di anni fa e vi rimase fino a 1,37 milioni di anni fa; il momento di massima vicinanza al Sole avvenne 3,11 milioni di anni fa, quando le due stelle si trovarono a circa 177 anni luce di distanza e Canopo raggiunse una magnitudine apparente pari a −1,86. In seguito, per alcune centinaia di migliaia di anni fu superata in luminosità da altre due stelle, fra le quali Algol, che transitarono a pochissimi anni luce da noi, diventando dei veri "fari" nel cielo stellato.[44]

Canopo ritornò ad essere la stella più brillante del cielo circa 950.000 anni fa, quando si trovava a 252 anni luce di distanza e possedeva una magnitudine apparente di −1,09. Circa 420.000 anni fa, la sua luminosità fu nuovamente superata da altre due stelle che transitarono vicine a noi: la prima fu Aldebaran e la seconda Capella, entrambe visibili in particolare nel cielo boreale, quando transitarono nella direzione oggi occupata dalle attuali costellazioni di Cassiopea, Andromeda e Perseo. Quando queste stelle si allontanarono da noi, Canopo tornò ad essere la più luminosa: 160.000 anni fa, già si trovava a 302 anni luce e la sua magnitudine era molto simile a quella odierna, ma nonostante ciò restò la stella più brillante del cielo fino all'avvicinarsi, 90.000 anni fa, della stella Sirio, che divenne da allora la stella più luminosa del cielo.[44]

Entro 210.000 anni, la luminosità di Sirio, ormai in diminuzione, verrà superata da quella di Vega, in avvicinamento a noi; probabilmente, quando anche Vega si sarà riallontanata, la stella più luminosa del cielo tornerà ad essere Canopo, che a quel punto, fra 480.000 anni, avrà una magnitudine di −0,40. Affinché, al ritmo attuale, la sua luminosità scenda alla magnitudine 0, occorreranno quasi un milione di anni, mentre per diventare di magnitudine 1 ce ne vorranno ben 5 milioni.[44]

Canopo nella storia e nella cultura

La Nave Argo disegnata da Johannes Hevelius.

A causa della sua grande luminosità, Canopo, nonostante sia una stella difficile da osservare da latitudini come quelle del bacino del Mediterraneo, ha avuto grande influenza nella cultura e nella mitologia di diversi popoli antichi; dalla Cina centro-meridionale e dall'India la stella appare invece perfettamente osservabile.

Etimologia

Il nome "Canopo" viene fatto comunemente derivare da due origini diverse, entrambe menzionate nel testo di riferimento sulla mitologia stellare, Start Names: Their Lore and Meaning di Richard Hinckley Allen;[45] quale delle due sia corretta è materia di speculazione.

La prima teoria deriva dalla leggenda della Guerra di Troia: poiché la costellazione Carena faceva parte della gigantesca costellazione della Nave Argo, che rappresentava la nave usata da Giasone e gli Argonauti, alla stella più brillante di questa costellazione fu dato il nome del pilota di una nave menzionata in un'altra leggenda greca; Canopus era infatti il pilota della nave di Menelao, che fece rotta verso Troia nel suo tentativo di riconquistare Elena di Troia dopo che era stata presa da Paride. Come la nave giunse in Egitto, Canopo fu morso da un serpente e morì; fu così che in suo onore sarebbe stata intitolata sia la città portuale che sorge nell'area dello sbarco, Canopo appunto, sia la stella più brillante che appare poco sopra l'orizzonte meridionale in questo sito geografico.[7]

L'altra etimologia del nome è quella che viene dal Copto Kahi Nub (Terra d'oro), che si riferisce al modo in cui questa stella appare vicino all'orizzonte in Egitto, arrossata dall'estinzione atmosferica. In Egitto c'è anche l'antico porto, oggi in rovina, chiamato, come visto in precedenza, con lo stesso nome della stella, vicino alla foce del Nilo; la Battaglia del Nilo si svolse nelle vicinanze di questo sito.[7]

Una terza possibilità è data dalle lingue semitiche, come ad esempio dall'arabo Janub ( جنوب ). Il muro sudorientale della Ka'bah islamica punta verso Canopo ed è chiamata appunto Janub. [46]

Presso i Greci la stella era nota come Kanobos o Kanopus; il nome fu in seguito trascritto come Canobus, fino all'attuale nome, derivato dal latino Canopus. L'astronomo greco Arato, nel 270 a.C., come pure Eudosso e Ipparco, la chiamano Pedalion, ossia il timone, mentre l'oratore romano Cicerone la chiama con la variante latina del termine timone, Gubernaculum. In inglese, vista la tradizione di mantenere la variante latina dei nomi delle stelle, il nome in uso è Canopus.[47]

Culti medio-orientali

Statue rappresentanti Agastya, uno dei Sette Saggi della tradizione Hindu, associato alla stella Canopo.

Per molti secoli, i popoli arabi provarono grande rispetto e fascino nei confronti della stella Canopo. Uno dei nomi che questi popoli assegnavano alla stella era Suhail; Suhail è anche il nome assegnato a diverse altre stelle del sud, si pensi ad esempio alla stella λ Velorum, nota come Al Suhail. Questa parola deriverebbe da Sahl, di cui sarebbe un diminutivo, col significato di "piano", "piatto", probabilmente in riferimento al fatto che si osserva sempre più alta sull'orizzonte scendendo verso sud, ossia verso le pianure del sud Arabia e specialmente dell'Africa sahariana; è interessante notare infatti come Sahl sarebbe la parola all'origine del termine Sahel, che indica la fascia a sud del deserto del Sahara.[48]

Contrapposto a Suhail vi è il termine Wezen, ossia "pesante"; Canopo riporta anche il nome Wezen, probabilmente in riferimento al fatto che una stella così luminosa, se resta vicina all'orizzonte, può essere solo a causa della sua "pesantezza", che non la fa elevare nel cielo, restando sempre molto bassa e quasi rasente il suolo. Anche altre stelle riportano come nome proprio Wezen, come ad esempio δ Canis Majoris.[48]

Una leggenda araba racconta la storia di un giovane chiamato Suhail, che potrebbe essere Canopo, che sposò la nubile Al Jauzah, rappresentata dalla costellazione di Orione; egli in seguito la uccise e fu costretto a scappare, inseguito da Sirio. Un'altra versione della storia afferma che Al Jauzah ripudiò Suhail, spingendolo con violenza verso sud a calci. Entrambe le versioni probabilmente sono nate per spiegare la grande separazione di Canopo, visibile molto a sud, rispetto ad altre stelle molto luminose ma più alte nel cielo, come Sirio, la costellazione di Orione, Procione e le altre brillanti costellazioni invernali.[49]

Anche presso i beduini del Negev e del Sinai la stella era nota come Suhayl; assieme alla Stella Polare, era l'astro principale utilizzato per orientarsi durante la notte. Poiché, a differenza della Polare, che è sempre visibile, appare e sparisce sotto l'orizzonte, Canopo venne associata alla imprevedibilità e alla instabilità della natura.[50]

In altre culture

In Cina Canopo è nota come 老人星 (Lǎorénxīng, la stella dell'Anziano) oppure سهيل (Suhayl) in una variante araba;[45] presso il popolo cinese fu oggetto di culto fino al 100 a.C.[47] Presso gli aborigeni australiani invece, la stella era chiamata Waa, il corvo.[51]

Secondo l'astronomia Hindu, Canopo è invece chiamata Agasti o Agastya; Agastya è il più grande dei rishi di Saptarshi, ossia dei sette saggi che percepiscono dall'essere supremo Brahman gli inni dei Veda, mentre si trovano in meditazione profonda. Figlio di Varuna, la divinità dell'acqua, Agastya è spesso citato dalla letteratura in sanscrito.[47] L'associazione fra questa stella con una figura legata all'acqua è probabilmente dovuta al fatto che la presenza di Canopo in cielo indica l'acquietarsi della stagione monsonica, mentre il suo tramontare nelle ore serali preannuncia l'arrivo della stagione delle piogge.[52]

Note

  1. ^ a b c d e f g h i Database entry for Canopus, su simbad.u-strasbg.fr, SIMBAD, Centre de Données astronomiques de Strasbourg. URL consultato il 5 febbraio 2008.
  2. ^ a b c Canopus (Alpha Carinae), su daviddarling.info, The Internet Encyclopedia of Science. URL consultato il 15 febbraio 2009.
  3. ^ a b c Canopus, su alcyone.de. URL consultato il 15 febbraio 2009.
  4. ^ a b c Schaaf, 112
  5. ^ a b c d e f g h Domiciano de Souza, A.; Bendjoya, P.; Vakili, F.; Millour, F.; Petrov, R. G., Diameter and photospheric structures of Canopus from ;AMBER/VLTI interferometry, in Astronomy and Astrophysics, vol. 489, n. 2, ottobre 2008, pp. L5-L8, DOI:10.1051/0004-6361:200810450. URL consultato il 14 febbraio 2009.
  6. ^ a b c d e Kaler JB, The Hundred Greatest Stars, Springer, 2002, p37, ISBN 0387954368.
  7. ^ a b c Schaaf, 107
  8. ^ Schaaf, p. 104
  9. ^ a b c Come si evince da: Tirion, Sinnott, Sky Atlas 2000.0 - Second Edition, Cambridge University Press, ISBN 0-933396-15-8.
  10. ^ Una declinazione di 53°S equivale ad una distanza angolare dal polo sud celeste di 37°; il che equivale a dire che a sud del 37°S l'oggetto si presenta circumpolare, mentre a nord del 37°N l'oggetto non sorge mai.
  11. ^ Sirio ha una magnitudine pari a -1,46; Mercurio e Marte possono possedere una magnitudine negativa, in alcuni casi, arrivando anche a -2. Giove e Venere hanno rispettivamente magnitudine -3 e -5.
  12. ^ C. Henshaw, On the Visibility of Sirius in Daylight, in Journal of the British Astronomical Association, vol. 94, 1984, pp. 221–222. URL consultato il 20 ottobre 2007.
  13. ^ Schaaf, 106
  14. ^ La precessione, su www-istp.gsfc.nasa.gov. URL consultato il 30 aprile 2008.
  15. ^ Corso di astronomia teorica - La precessione, su astroarte.it. URL consultato il 2 maggio 2008.
  16. ^ Canopo si trova a 13°52' dal polo dell'eclittica, il quale, data l'inclinazione dell'asse terrestre, sta a 23°27' dal polo sud; sottraendo dunque all'inclinazione dell'asse la distanza della stella dal polo sud eclittico, si ottiene il valore di 9°35'. Il moto proprio di Canopo è quasi irrilevante.
  17. ^ Wertz, J.R., Spacecraft Attitude Determination and Control, D. Reidel, 1980, ISBN 9027712042.
  18. ^ Sidi, M.J., Spacecraft Dynamics & Control, Cambridge University Press, 2000, ISBN 0521787807.
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Bibliografia

Testi generici

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Template:Bibliografia

Pubblicazioni scientifiche

Carte celesti

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Voci correlate

Voci generiche

Voci affini

Liste

Collegamenti esterni

  • Jim Kaler, Canopus, su astro.uiuc.edu, Stars. URL consultato il 6 giugno 2007.
  • Canopus, su alcyone.de, Alcyone. URL consultato il 6 giugno 2007.
  • David Darling, Canopus (Alpha Carinae), su daviddarling.info, The Encyclopedia of Astrobiology, Astronomy and Space Flight. URL consultato il 6 giugno 2007.
  • Star Tales – Carina