Loxodonta africana: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
aggiunta di testo e fonti
Riga 1: Riga 1:
{{F|mammiferi|gennaio 2012}}
{{Tassobox
{{Tassobox
|nome = Elefante africano di savana
|nome = Elefante africano di savana
Riga 51: Riga 50:
L''''elefante africano''' ('''''Loxodonta africana''''' <span style="font-variant: small-caps">([[Johann Friedrich Blumenbach|Blumenbach]], [[1797]])</span>), noto anche come '''elefante africano di savana''', è il [[Megafauna|più grande animale terrestre vivente]], con i maschi più grandi che possono raggiungere un'altezza al [[garrese]] fino a 3,96 metri (13,0 piedi). Entrambi i sessi hanno le zanne, che spuntano tra i 1 e i 3 anni, e crescono per tutta la vita.<ref name=Laws1966>{{cite journal |last1=Laws |first1=R. M. |year=1966 |title=Age criteria for the African elephant: ''Loxodonta a. africana'' |journal=African Journal of Ecology |volume=4 |issue=1 |pages=1–37 |doi=10.1111/j.1365-2028.1966.tb00878.x}}</ref><ref name=probos_mass/>
L''''elefante africano''' ('''''Loxodonta africana''''' <span style="font-variant: small-caps">([[Johann Friedrich Blumenbach|Blumenbach]], [[1797]])</span>), noto anche come '''elefante africano di savana''', è il [[Megafauna|più grande animale terrestre vivente]], con i maschi più grandi che possono raggiungere un'altezza al [[garrese]] fino a 3,96 metri (13,0 piedi). Entrambi i sessi hanno le zanne, che spuntano tra i 1 e i 3 anni, e crescono per tutta la vita.<ref name=Laws1966>{{cite journal |last1=Laws |first1=R. M. |year=1966 |title=Age criteria for the African elephant: ''Loxodonta a. africana'' |journal=African Journal of Ecology |volume=4 |issue=1 |pages=1–37 |doi=10.1111/j.1365-2028.1966.tb00878.x}}</ref><ref name=probos_mass/>


L'elefante africano di savana è distribuito geograficamente in 37 paesi [[Africa|africani]] e abita le foreste, le praterie e i boschi, zone umide e terreni agricoli. Dal 2004, è stato elencato come [[Specie vulnerabile|vulnerabile]] nella [[Lista Rossa IUCN|lista rossa IUCN]]. È minacciato principalmente dalla [[distruzione dell'habitat]] e in alcune parti del suo areale anche dal [[bracconaggio]] per la carne e l'[[avorio]].<ref name=iucn/> È un mammifero sociale, che viaggia in mandrie composte da femmine e dalla loro prole guidate da una matriarca. I maschi adulti di solito vivono da soli o in piccoli gruppi di scapoli. È un erbivoro, che si nutre di erbe, piante rampicanti, foglie e corteccia. Ci sono due specie di elefanti originarie dell'Africa, il che rende il termine elefante africano piuttosto vago. La seconda specie appartenente al genere ''Loxodonta'' è l'[[Loxodonta cyclotis|elefante africano di foresta]] (''L. cyclotis''), che solo recentemente è stato riconosciuto come specie a sé stante.
L'elefante africano di savana è distribuito geograficamente in 37 paesi [[Africa|africani]] e abita le foreste, le praterie e i boschi, zone umide e terreni agricoli. Dal 2004, è stato elencato come [[Specie vulnerabile|Vulnerabile]] nella [[Lista Rossa IUCN]]. È minacciato principalmente dalla [[distruzione dell'habitat]] e in alcune parti del suo areale anche dal [[bracconaggio]] per la carne e l'[[avorio]].<ref name=iucn/> È un mammifero sociale, che viaggia in mandrie composte da femmine e dalla loro prole guidate da una matriarca. I maschi adulti di solito vivono da soli o in piccoli gruppi di scapoli. È un erbivoro, che si nutre di erbe, piante rampicanti, foglie e corteccia. Ci sono due specie di elefanti originarie dell'Africa, il che rende il termine elefante africano piuttosto vago. La seconda specie appartenente al genere ''Loxodonta'' è l'[[Loxodonta cyclotis|elefante africano di foresta]] (''L. cyclotis''), che solo recentemente è stato riconosciuto come specie a sé stante.


==Descrizione==
==Descrizione==
[[File:African-Elephant-Scale-Chart-SVG-Steveoc86.svg|thumb|left|Dimensioni medie degli adulti con il più grande individuo documentato in grigio]]
L'elefante africano di savana è il più grande [[animale]] terrestre del nostro [[Terra|pianeta]]. Mediamente, i maschi misurano 6-6,5 metri di lunghezza, circa 3-3,8 metri di altezza al [[garrese]] e il [[peso corporeo|peso]] si aggira sui 4 000–6 000&nbsp;kg, a volte raggiungono anche gli 8 000 kg: sono pertanto mediamente più grandi dei maschi di [[Elephas maximus|elefante asiatico]]. Un esemplare maschio cacciato nel [[1974]] nel Parco Nazionale di Mucusso, nell'[[Angola]] meridionale, era alto ben 3,96 m (13 [[piede (unità di misura)|ft]]) e pesava addirittura 10,4 tonnellate.<ref name = "Wood">{{Cita libro|autore= Wood, Gerald |titolo=The Guinness Book of Animal Facts and Feats|anno= 1983 | isbn = 978-0-85112-235-9}}</ref><ref name=probos_mass>{{Cita pubblicazione|cognome1= Larramendi |nome1= A. |anno= 2016 |titolo= Shoulder height, body mass and shape of proboscideans |rivista= Acta Palaeontologica Polonica |volume= 61 | doi = 10.4202/app.00136.2014 |url= https://www.app.pan.pl/archive/published/app61/app001362014.pdf }}</ref>
L'elefante africano di savana è l'[[Megafauna|animale terrestre vivente più grande]] e più pesante della terra, con un'altezza massima registrata al garrese di un maschio adulto di 4 metri (13,1 piedi), ed un peso massimo stimato di 10,6 tonnellate (11,7 tonnellate corte). Un esemplare maschio cacciato nel [[1974]] nel Parco Nazionale di Mucusso, nell'[[Angola]] meridionale, era alto ben 3,96 m (13 [[piede (unità di misura)|ft]]) e pesava addirittura 10,4 tonnellate.<ref name = "Wood">{{Cita libro|autore= Wood, Gerald |titolo=The Guinness Book of Animal Facts and Feats|anno= 1983 | isbn = 978-0-85112-235-9}}</ref><ref name=probos_mass>{{Cita pubblicazione|cognome1= Larramendi |nome1= A. |anno= 2016 |titolo= Shoulder height, body mass and shape of proboscideans |rivista= Acta Palaeontologica Polonica |volume= 61 | doi = 10.4202/app.00136.2014 |url= https://www.app.pan.pl/archive/published/app61/app001362014.pdf }}</ref> In media, i maschi sono alti circa 3,20 metri (10,5 piedi) al garrese e pesano 6,00 tonnellate (6,61 tonnellate corte), mentre le femmine sono molto più piccole con un'altezza al garrese di circa 2,60 metri (8,53 piedi), ed un peso di 3,00 tonnellate (3,31 tonnellate corte).<ref name=probos_mass/><ref>{{cite journal |last1=Laws |first1=R. M. |last2=Parker |first2=I. S. C. |last-author-amp=yes |year=1968 |title=Recent studies on elephant populations in East Africa |journal=Symposia of the Zoological Society of London |volume=21 |issue= |pages=319–359 |url=}}</ref><ref>{{cite journal |last1=Hanks |first1=J. |year=1972 |title=Growth of the African elephant (''Loxodonta africana'') |doi=10.1111/j.1365-2028.1972.tb00870.x |journal=East African Wildlife Journal |volume=10 |issue=4 |pages=251–272}}</ref><ref>{{cite book |last1=Laws |first1=R. M. |last2=Parker |first2=I. S. C. |last3=Johnstone |first3=R. C. B. |year=1975 |title=Elephants and Their Habitats: The Ecology of Elephants in North Bunyoro, Uganda |publisher=[[Clarendon Press]] |location=[[Oxford]], the [[United Kingdom|UK]]}}</ref> Gli elefanti raggiungono le loro dimensioni massime quando completano la fusione delle [[epifisi]] delle [[ossa lunghe]], che si verifica nei maschi intorno ai 40 anni e nelle femmine intorno ai 25 anni.<ref name=probos_mass/><!-- <ref>{{cite book |last=Wood |first=G. |title=The Guinness Book of Animal Facts and Feats |year=1983 |isbn=978-0-85112-235-9 |publisher=Guinness Superlatives |location=Enfield, Middlesex |chapter= |page= |chapterurl=https://archive.org/details/guinnessbookofan00wood/page/|url=https://archive.org/details/guinnessbookofan00wood/page/ }}</ref> -->


=== Proboscide ===
Le femmine sono più piccole, arrivano a 3-3,5 tonnellate di peso e raramente superano i 270–280&nbsp;cm di altezza; rispetto alla specie asiatica, la taglia delle femmine non ha pertanto sostanziali differenze.
La [[proboscide]] è un'allungamento prensile del labbro superiore e del naso. La proboscide termina nelle narici sovrastate da due lobi, simili a dita, con cui l'elefante è in grado di maneggiare oggetti di piccole dimensioni.<ref name=Laurson1978>{{cite journal |last1=Laurson |first1=B. |last2=Bekoff |first2=M. |last-author-amp=yes |title=''Loxodonta africana'' |journal=Mammalian Species |date=1978 |issue=92 |pages=1–8 |doi=10.2307/3503889 |jstor=3503889}}</ref> Questo organo altamente sensibile e specilializzato è innervato principalmente dal [[nervo trigemino]] e si pensa che sia composto da circa 40-60.000 [[muscoli]]. Grazie a questa impressionante struttura muscolare, la proboscide è molto forte e riesce a sollevare circa il 3% del peso corporeo dell'animale. La proboscide ha vari usi tra cui annusare, toccare, nutrirsi, bere, spruzzare, produrre suoni, caricare, difendersi ed attaccare.<ref name=Shoshani1978/> La perdita funzionale della proboscide dovuta a [[paralisi]] flaccida di quest'ultima a volte costringe l'elefante a tenere la proboscide sopra le zanne e a camminare in acque profonde per bere.<ref name=Kock1994>{{cite journal |last1=Kock |first1=N. D. |last2=Goedegebuure |first2=S. A. |last3=Lane |first3=E. P. |last4=Lucke |first4=V. |last5=Tyrrel l|first5=D. |last6=Kock |first6=M. D. |last-author-amp=yes |year=1994 |title=Flaccid Trunk Paralysis in Free-ranging Elephants (''Loxodonta africana'') in Zimbabwe |journal=Journal of Wildlife Diseases |volume=30 |issue=3 |pages=432–435 |doi=10.7589/0090-3558-30.3.432 |pmid=7933290}}</ref>
Questo animale ha [[orecchio|orecchie]] enormi, che oltre ad assicurargli un [[udito]] molto fine sono anche utili per la dispersione di calore. La struttura fisica presenta diverse differenze con il parente asiatico.

=== Denti ===
La [[formula dentaria]] dell'elefante africano di savane è:
{{Formula dentaria
|allineamento=sinistra
|molari= 6
|premolari= 0
|canini= 0
|incisivi= 1
|molariinf= 6
|premolariinf=
|caniniinf=0
|incisiviinf=0
|totale= 26
|didascalia=
|legenda= si}}
{{clear|left}}
[[File:Loxodonta africana - Molar of an adult.JPG|thumb|Molare di un elefante africano adulto]]
L'elefante africano di savane presenta sei molari in ciascun quadrante delle fauci, che eruttano ad età diverse e differiscono per dimensioni.<ref name=Laws1966/> I primi molari crescono fino ad una dimensione di circa 2 centimetri (0,79 pollici) di larghezza per 4 centimetri (1,6 pollici) di lunghezza, ed eruttano all'età di un anno per poi cadere all'età di circa 2 anni. I secondi molari iniziano ad eruttare all'età di sei mesi circa, crescendo fino a 4 centimetri (1,6 pollici) di larghezza per 7 centimetri (2,8 pollici) di lunghezza, per poi cadere a 6-7 anni. I terzi molari eruttano ad un'anno, crescendo fino a 5,2 centimetri (2,0 pollici) di larghezza per 14 centimetri (5,5 pollici) di lunghezza per poi cadere a 8-10 anni. I quarti molari eruttano a 6-7 anni, crescendo fino a 6,8 centimetri (2,7 pollici) di larghezza per 17,5 centimetri (6,9 pollici) di lunghezza, per poi cadere all'età di 22-23 anni. Gli [[Alveolo dentario|alveoli dentali]] dei quinti molari sono visibili dall'età di 10-11 anni. Crescono fino a una a 8,5 centimetri (3,3 pollici) di larghezza per 22 centimetri (8,7 pollici) di lunghezza, ed eruttano dall'età di 45-48 anni. Gli alveoli dentali dei sesti ed ultimi molari sono visibili all'età di 26–28 anni. Crescono fino a 9,4 centimetri (3,7 pollici) di larghezza per 31 centimetri (1,0 piedi) di lunghezza, ed eruttano a 65 anni.<ref>{{cite journal |last=Jachmann |first=H. |year=1988 |title=Estimating age in African elephants: a revision of Laws' molar evaluation technique |journal=African Journal of Ecology |volume=22 |issue=1 |pages=51–56 |doi=10.1111/j.1365-2028.1988.tb01127.x}}</ref>

==== Zanne ====
[[File:Nezpracovaný kel samice afrického savanového slona.JPG|thumb|right|Zanna di un'elefante africano di savana]]
Le zanne crescono da [[denti da latte]] che si sviluppano nella [[mascella]] e sono costituiti da una [[Corona (odontoiatria)|corona]], una [[Radice (odontoiatria)|radice]] ed una [[polpa dentaria]], che si formano completamente subito dopo la nascita. Inizialmente, le zanne raggiungono una lunghezza di 5 centimetri (2 pollici).<ref>{{cite journal |last1=Raubenheimer |first1=E. J. |last2=Van Heerden |first2=W. F. P. |last3=Van Niekerk |first3=P. J. |last4=De Vos |first4=V. |last5=Turner |first5=M. J. |last-author-amp=yes |year=1995 |title=Morphology of the deciduous tusk (tush) of the African elephant (''Loxodonta africana'') |journal=Archives of Oral Biology |volume=40 |issue=6 |pages=571–576 |doi=10.1016/0003-9969(95)00008-D |pmid=7677604 |url=https://repository.up.ac.za/bitstream/handle/2263/28439/Complete.pdf?sequence=10#page=135}}</ref> Dopo 1-3 anni di vita, le zanne eruttano dalla mascella e crescono per tutta la vita.<ref name=Laws1966>{{cite journal |last1=Laws |first1=R. M. |year=1966 |title=Age criteria for the African elephant: ''Loxodonta a. africana'' |journal=African Journal of Ecology |volume=4 |issue=1 |pages=1–37 |doi=10.1111/j.1365-2028.1966.tb00878.x}}</ref> Le zanne sono composte da [[dentina]] e rivestite da un sottile strato di [[Cemento (anatomia)|cemento]]. Le punte presentano uno strato conico di [[Smalto (odontoiatria)|smalto]] che di solito si consuma quando l'elefante ha cinque anni.<ref>{{cite book |editor1=Shoshani, J. |editor2=Tassy, P. |year=1996 |title=The Proboscidea: Evolution and Palaeoecology of Elephants and Their Relatives |author1=Shoshani, J. |chapter=Skeletal and other basic anatomical features of elephants |location=New York |publisher=Oxford University Press |pages=9–20}}</ref> Le zanne dei maschi crescono più velocemente di quelle delle femmine. Il peso medio delle zanne all'età di 60 anni è di 109 kg (240 libbre) nei maschi e di 17,7 kg (39,0 libbre) nelle femmine.<ref name=Laws1966/> La zanna di elefante africano più lunga conosciuta misurava 3,51 metri (11,5 piedi) e pesava 117 kg (258 libbre).<ref>{{cite journal |last1=Raubenheimer |first1=E. J. |last2=Bosman |first2=M. C. |last3=Vorster |first3=R. |last4=Noffke |first4=C. E. |last-author-amp=yes |year=1998 |title=Histogenesis of the chequered pattern of ivory of the African elephant (''Loxodonta africana'') |journal=Archives of Oral Biology |volume=43 |issue=12 |pages=969–977 |doi=10.1016/S0003-9969(98)00077-6|pmid=9877328}}</ref>

=== Pelle ed orecchie ===
L'elefante africano di savana ha una pelle spessa e ruvida di colore grigio-marrone con radi peli sul corpo, tranne che sulla coda dove formano un lungo ciuffo. Le sue grandi orecchie coprono interamente le spalle,<ref>{{cite book |last1=Jardine |first1=W. |year=1836 |title=The Naturalist's Library |volume=Volume V. Natural History of the Pachydermes, Or, Thick-skinned Quadrupeds |location=Edinburgh, London, Dublin |publisher=W.H. Lizars, Samuel Highley, W. Curry, jun. & Company |pages=124–132 |chapter=The Elephant of Africa |chapterurl=https://books.google.com/books?id=XyYOAAAAQAAJ&pg=PA124#v=onepage&f=false}}</ref> e possono crescere fino a 2 metri × 1,5 metri (6,6 piedi × 4,9 piedi).<ref name=Estes1999>{{cite book |last=Estes |first=R. D. |title=The Safari Companion: A Guide to Watching African Mammals Including Hoofed Mammals, Carnivores, and Primates |publisher=Chelsea Green Publishing Company |location=Vermont |year=1999 |edition=Revised and expanded |isbn=1-890132-44-6 |url=https://books.google.com/books?id=Xqp7poFviNcC |chapter=Elephant ''Loxodonta africana'' Family Elephantidae, Order Proboscidea |page=223–233}}</ref> Le grandi orecchie aiutano gli elefanti africani a ridurre il calore corporeo; sbattendole creano correnti d'aria ed espongono i lati interni delle orecchie dove i grandi vasi sanguigni aumentano la dispersione del calore durante la [[Stagione secca|stagione calda]].<ref name=Shoshani1978>{{cite journal |last1=Shoshani |first1=J. |year=1978 |title=General information on elephants with emphasis on tusks |journal=Elephant |volume=1 |issue=2 |pages=20–31 |doi=10.22237/elephant/1491234053 |url=https://digitalcommons.wayne.edu/cgi/viewcontent.cgi?article=1016&context=elephant|doi-access=free }}</ref> Le orecchie dell'elefante africano sono appuntite e di forma triangolare. Il cranio dell'animale è appiattito frontalmente, mentre il dorso è marcatamente curvo.<ref name=Grubb_al2000>{{Cite journal |author1=Grubb, P. |author2=Groves, C. P. |author3=Dudley, J. P. |author4=Shoshani, J. |year=2000 |title=Living African elephants belong to two species: ''Loxodonta africana'' (Blumenbach, 1797) and ''Loxodonta cyclotis'' (Matschie, 1900) |journal=Elephant |volume=2 |issue=4 |pages=1–4 |doi= 10.22237/elephant/1521732169|doi-access=free }}</ref>

==Distribuzione e habitat==
[[File:Elephant, Selous Game Reserve.jpg|thumb|right|Un elefante nel [[Riserva di caccia del Selous|Selous]], [[Tanzania]]]]
Gli elefanti africani di savana sono diffusi in buona parte dell'[[Africa sub-sahariana]], tra cui [[Uganda]], [[Kenya]], [[Tanzania]], [[Botswana]], [[Zimbabwe]], [[Namibia]], [[Zambia]] e [[Angola]]. Questi animali si spostano in una grande varietà di habitat, che comprendono foreste subtropicali e [[Foresta temperata|temperate]], [[praterie]] secche e stagionalmente allagate, [[zone umide]] e terreni agricoli dal livello del mare ai pendii montuosi. In [[Mali]] e [[Namibia]], abita anche aree desertiche.<ref name="iucn"/>

In [[Etiopia]], l'elefante africano è stato storicamente documentato fino ad un'altitudine di 2.500 metri (8.200 piedi). Alla fine degli anni '70, la popolazione si era ridotta a due branchi, uno nella valle del [[Daua|fiume Dawa]] e uno vicino al confine con il Kenya.<ref>{{cite journal |last1= Yalden |first1=D. W. |last2=Largen |first2=M. J. |last3=Kock |first3= D. |last-author-amp=yes |year=1986 |title=Catalogue of the Mammals of Ethiopia. 6. Perissodactyla, Proboscidea, Hyracoidea, Lagomorpha, Tubulidentata, Sirenia, and Cetacea |journal=Monitore Zoologico Italiano |volume=Supplemento 21 |issue=1 |pages=31–103 |doi=10.1080/03749444.1986.10736707 |doi-access=free}}</ref>

== Tassonomia ==
[[File:Elephant (Loxodonta Africana) 03.jpg|thumb|Un'esemplare al [[Kruger National Park]], [[South Africa]]]]
Originariamente, l'elefante africano era conosciuto come ''Elephas africanus'', il [[nome scientifico]] proposto da [[Johann Friedrich Blumenbach]] nel 1797.<ref>{{cite book |author=Blumenbach, J. F. |year=1797 |title=Handbuch der Naturgeschichte |trans-title=Handbook of Natural History |edition=Fifth |location=Göttingen |publisher=Johann Christian Dieterich |chapter=2. ''Africanus'' |page=125 |chapterurl=http://www.deutschestextarchiv.de/book/view/blumenbach_naturgeschichte_1797?p=147}}</ref> Il nome ''Loxodonta'' venne proposto come nome del [[Genere (tassonomia)|genere]] per gli [[Loxodonta|elefanti africani]] da [[Georges Cuvier]], nel 1824. Il nome ''Loxodonta'' fa riferimento alla forma a diamante dello smalto dei molari, che differiscono notevolmente dalla forma dello [[Smalto (odontoiatria)|smalto]] dei [[molari]] dell'[[elefante asiatico]].<ref name=Cuvier>{{cite book |editor1=Geoffroy-Saint-Hilaire, É. |editor2=Cuvier, F. |year=1824 |title=Histoire Naturelle des Mammifères, avec des figures originales, coloriées, dessinées d'après des animaux vivans |volume=Tome 6 |location=Paris |publisher=A. Belain |last1=Cuvier |first1=G. |chapter=Éléphants d’Afrique |pages=117–118 |chapterurl=https://archive.org/details/histoirenaturel6geof/page/n115}}</ref>

Nel XIX e XX secolo, diversi esemplari zoologici furono descritti da naturalisti e curatori di [[Museo di storia naturale|musei di storia naturale]] di varie parti dell'Africa, tra cui:
* ''Elephas'' (''Loxodonta'') ''oxyotis'' e ''Elephas'' (''Loxodonta'') ''knochenhaueri'' di [[Paul Matschie]], nel 1900. Il primo era un esemplare abbattuto lungo il [[Atbara|fiume Atbara]] nell'[[Etiopia]] settentrionale, mentre il secondo era un'esemplare abbattuto nell'area di [[Kilwa (Tanzania)|Kilwa]], in [[Tanzania]].<ref>{{cite journal |author=Matschie, P. |year=1900 |title=Geographische Abarten des Afrikanischen Elefanten |journal=Sitzungsberichte der Gesellschaft Naturforschender Freunde zu Berlin |volume=3 |pages=189–197 |url=https://archive.org/details/sitzungsberichte1900gese/page/196}}</ref>
* ''Elephas africanus toxotis'', ''selousi'', ''peeli'', ''cavendishi'', ''orleansi'' e ''rothschildi'' di [[Richard Lydekker]], nel 1907, che riteneva che le dimensioni delle orecchie fossero un carattere distintivo per classificare più sottospecie. Questi esemplari vennero abbattuti, rispettivamente, in Sud Africa, [[Mashonaland]] nello [[Zimbabwe]], nei [[Monti Aberdare]] e l'area del [[Lago Turkana]] in Kenya, nel [[Somaliland]] e nel [[Sudan]] occidentale.<ref>{{cite journal |author=Lydekker, R. |year=1907 |title=The Ears as a Race-Character in the African Elephant |journal=Proceedings of the Zoological Society of London |issue=January to April |pages=380–403 |url=https://archive.org/details/proceedingsofzoo19071446zool/page/380}}</ref>
* L'[[Loxodonta pharaoensis|elefante nordafricano]] (''L. a. pharaohensis'') di [[Paul E. P. Deraniyagala]], nel 1948, era un esemplare proveniente da [[Fayum]], in [[Egitto]].<ref>{{cite book |author=Deraniyagala, P. E. P. |year=1955 |title=Some extinct elephants, their relatives, and the two living species |publisher=Ceylon National Museums Publication |location=Colombo}}</ref>
Oggi questi nomi sono tutti considerati [[Sinonimo (tassonomia)|sinonimi]] di ''Loxodonta africana''.<ref name=MSW3/>

=== Filogenesi ===
Uno studio genetico basato sull'analisi [[DNA mitocondriale|mitogenomica]] ha rivelato che l'elefante africano e quello [[Elefante asiatico|asiatico]] si sono separati geneticamente circa 7,6 milioni di anni fa.<ref>{{cite journal |last1=Rohland |first1=N. |last2=Malaspinas |first2=A. S. |last3=Pollack, J. L. |last4=Slatkin, M. |last5=Matheus, P. |last6=Hofreiter, M. |last-author-amp=yes |year=2007 |title=Proboscidean mitogenomics: chronology and mode of elephant evolution using mastodon as outgroup |journal=PLOS Biology |volume=5 |issue=8 |page=e207 |doi=10.1371/journal.pbio.0050207 |pmc=1925134 |pmid=17676977}}</ref> L'analisi [[filogenetica]] del [[DNA nucleare]] di elefanti africani di savane e di foresta, dell'elefante asiatico, del [[Mammuthus primigenius|mammut lanoso]] e del [[mastodonte americano]] ha rivelato che l'elefante africano di savana e l'[[Loxodonta cyclotis|elefante africano di foresta]] formano un [[Sister group|gruppo gemello]] geneticamente divergente di almeno 1,9 milioni di anni fa. Sono quindi considerate specie distinte. Tuttavia, il [[flusso genico]] tra le due specie potrebbe essersi verificato dopo la scissione.<ref>{{cite journal |last1=Rohland |first1=N.| last2=Reich |first2=D. |last3=Mallick |first3=S. |last4=Meyer |first4=M. |last5=Green |first5=R. E. |last6=Georgiadis |first6=N. J.|last7=Roca |first7=A. L. |last8=Hofreiter |first8=M. |last-author-amp=yes |year=2010 |title=Genomic DNA Sequences from Mastodon and Woolly Mammoth Reveal Deep Speciation of Forest and Savanna Elephants |journal=PLOS Biology |volume=8 |issue=12 |page=e1000564 |doi=10.1371/journal.pbio.1000564 |pmc=3006346 |pmid=21203580}}</ref>


Il dorso è curvo, il [[cranio]] appiattito frontalmente, la [[proboscide]] presenta due appendici digitiformi. Le [[zanne]], che sono gli [[incisivi]] superiori allungati, sono molto grandi e nei maschi superano il metro e mezzo di lunghezza. Il suo nome scientifico ''Loxodonta'' significa in [[lingua greca|greco]] "dente obliquo" e si riferisce proprio a queste poderose appendici.
<gallery widths="180" heights="180">
<gallery widths="180" heights="180">
African bush elephant skeleton.jpg|Lo scheletro di una femmina di elefante africano in mostra al [[Museo di Osteologia]], [[Oklahoma City]], Oklahoma
African bush elephant skeleton.jpg|Lo scheletro di una femmina di elefante africano in mostra al [[Museo di Osteologia]], [[Oklahoma City]], Oklahoma
African Bush Elephant Skull.jpg| Il teschio di un elefante africano maschio in mostra al Museo di Osteologia, Oklahoma City
African Bush Elephant Skull.jpg| Il teschio di un elefante africano maschio in mostra al Museo di Osteologia, Oklahoma City
Loxodonta africana - Skull of baby.JPG|Il teschio di un cucciolo di elefante africano
Loxodonta africana-cyclotis skulls PZSL.png|Confronto tra il cranio di un'elefante africano di savana (sinistra) e quello di un'elefante africano di foresta (destra)
</gallery>
</gallery>


==Biologia==
==Biologia==
[[File:Loxodonta africana - Molar of an adult.JPG|thumb|left|Il molare di un elefante africano adulto]]
Questo animale non è un [[erbivoro]] selettivo, ma necessita di una ricca produzione vegetale. La parte preponderante del suo pasto quotidiano è costituita da vegetazione erbacea come le [[graminacee]], ma si nutre abbondantemente anche di fogliame, frutti, corteccia.
Questo animale non è un [[erbivoro]] selettivo, ma necessita di una ricca produzione vegetale. La parte preponderante del suo pasto quotidiano è costituita da vegetazione erbacea come le [[graminacee]], ma si nutre abbondantemente anche di fogliame, frutti, corteccia.


Grazie alla sua lunga e robusta proboscide è in grado di raggiungere anche i rami più alti. Se non riesce ad arrivarvi, spesso l'elefante ricorre a una soluzione drastica, e abbatte l'[[albero]] per nutrirsi delle sue fronde. Un branco di elefanti quindi esercita un certo impatto sull'[[ambiente (biologia)|ambiente]], arrivando anche a [[disboscamento|disboscare]] piccole aree di vegetazione. Mediamente, questo animale deve ingerire circa 300&nbsp;kg di cibo al giorno. Grazie alla notevole lunghezza del suo [[intestino]] riesce a digerire qualsiasi tipo di vegetale. Proporzionatamente, gli elefanti depositano 250&nbsp;kg di [[escrementi]] al giorno, che fungono da immensa riserva per gli [[scarabeo stercorario|scarabei stercorari]].
Grazie alla sua lunga e robusta proboscide è in grado di raggiungere anche i rami più alti. Se non riesce ad arrivarvi, spesso l'elefante ricorre ad una soluzione drastica, e abbatte l'[[albero]] per nutrirsi delle sue fronde. Un branco di elefanti quindi esercita un certo impatto sull'[[ambiente (biologia)|ambiente]], arrivando anche a [[disboscamento|disboscare]] piccole aree di vegetazione. Mediamente, questo animale deve ingerire circa 300&nbsp;kg di cibo al giorno. Grazie alla notevole lunghezza del suo [[intestino]] riesce a digerire qualsiasi tipo di vegetale. Proporzionatamente, gli elefanti depositano 250&nbsp;kg di [[escrementi]] al giorno, che fungono da immensa riserva per gli [[scarabeo stercorario|scarabei stercorari]].


[[File:Serengeti Elefantenbulle.jpg|thumb|left|Un elefante africano maschio nel [[Serengeti National Park|Serengeti]], [[Tanzania]]]]
[[File:Serengeti Elefantenbulle.jpg|thumb|left|Un elefante africano maschio nel [[Serengeti National Park|Serengeti]], [[Tanzania]].]]
[[File:Kruger Elephant.JPG|thumb|left|Un elefante al [[Kruger National Park]] Sud Africa]]
[[File:Kruger Elephant.JPG|thumb|left|Un Elefante al [[Kruger National Park]] Sud Africa.]]
L'elefante è un animale sociale che vive in grandi branchi, che possono arrivare a contare anche una settantina di individui. Questi gruppi hanno struttura matriarcale e sono guidati solitamente dalla femmina più anziana. Talvolta i maschi, specie quelli più anziani, vivono solitari, mentre le femmine solitamente rimangono nel branco tutta la vita. Gli elefanti dimostrano grande attaccamento fra i vari membri del gruppo.
L'elefante è un animale sociale che vive in grandi branchi, che possono arrivare a contare anche una settantina di individui. Questi gruppi hanno struttura matriarcale e sono guidati solitamente dalla femmina più anziana. Talvolta i maschi, specie quelli più anziani, vivono solitari, mentre le femmine solitamente rimangono nel branco tutta la vita. Gli elefanti dimostrano grande attaccamento fra i vari membri del gruppo.


Riga 81: Riga 124:
Questo animale ama molto l'[[acqua]] che è fondamentale per rinfrescarsi e pulirsi; usa la sua [[proboscide]] per raccogliere parecchi litri d'acqua e spruzzarsela addosso a mo' di doccia.
Questo animale ama molto l'[[acqua]] che è fondamentale per rinfrescarsi e pulirsi; usa la sua [[proboscide]] per raccogliere parecchi litri d'acqua e spruzzarsela addosso a mo' di doccia.


La [[Sesso (biologia)|maturità sessuale]] varia con le condizioni ambientali e solitamente viene raggiunta da entrambi i sessi fra gli 8 e i 13 anni. Nelle femmine l'estro si verifica mediamente ogni due mesi. La fase di eccitazione sessuale dei maschi viene definita ''musth'' (o ''must'') e li porta alla ricerca di femmine tramite stimoli olfattivi; in questa fase i maschi sono particolarmente aggressivi.
La [[Sesso (biologia)|maturità sessuale]] varia con le condizioni ambientali e solitamente viene raggiunta da entrambi i sessi fra gli 8 e i 13 anni. Nelle femmine l'estro si verifica mediamente ogni 2 mesi. La fase di eccitazione sessuale dei maschi viene definita ''musth'' (o ''must'') e li porta alla ricerca di femmine tramite stimoli olfattivi; in questa fase i maschi sono particolarmente aggressivi.

La [[gestazione]] dell'elefante africano è la più lunga di tutti i [[mammiferi]], e dura 20-22 mesi, ai termini del quale nasce un solo piccolo (parti gemellari sono possibili ma rarissimi). Alla nascita, il cucciolo maschio pesa 120&nbsp;kg, la femmina 90–100&nbsp;kg, e sono entrambi lunghi circa 1,20 metri. Il neonato ha la pelle rugosa e ricoperta di peli radi; dopo mezz'ora dalla nascita è in grado di reggersi in piedi. Per i primi tre anni il piccolo rimane sempre con la madre, che lo [[allattamento materno|allatta]] e lo protegge costantemente. In caso di allontanamento momentaneo o di morte della madre il [[cucciolo]] viene preso in consegna da altre femmine del branco.


La [[gestazione]] dell'elefante africano è la più lunga di tutti i [[mammiferi]], e dura 20-22 mesi, ai termini del quale nasce un solo piccolo (parti gemellari sono possibili ma rarissimi). Alla nascita, il cucciolo maschio pesa 120&nbsp;kg, la femmina 90–100&nbsp;kg, e sono entrambi lunghi circa 1,20 metri. Il neonato ha la pelle rugosa e ricoperta di peli radi; dopo mezz'ora dalla nascita è in grado di reggersi in piedi. Per i primi 3 anni il piccolo rimane sempre con la madre, che lo [[allattamento materno|allatta]] e lo protegge costantemente. In caso di allontanamento momentaneo o di morte della madre il [[cucciolo]] viene preso in consegna da altre femmine del branco.
[[File:Loxodonta africana - old bull (Ngorongoro, 2009).jpg|thumb|left| Un anziano elefante africano maschio nel cratere dello [[Ngorongoro]]. I maschi senza zanne sono rari.]]
[[File:Loxodonta africana - old bull (Ngorongoro, 2009).jpg|thumb|left| Un anziano elefante africano maschio nel cratere dello [[Ngorongoro]]. I maschi senza zanne sono rari.]]
L'elefante è un animale notoriamente molto longevo; vive mediamente 70-75 anni; in almeno un caso noto un individuo ha superato gli 80 anni. Rispetto al parente [[elefante asiatico|asiatico]] ha un [[carattere (psicologia)|carattere]] più aggressivo e resistente all'[[addomesticamento]].
L'elefante è un animale notoriamente molto longevo; vive mediamente 70-75 anni; in almeno un caso noto un individuo ha superato gli 80 anni. Rispetto al parente [[elefante asiatico|asiatico]] ha un [[carattere (psicologia)|carattere]] più aggressivo e resistente all'[[addomesticamento]].


== Minacce ==
==Distribuzione e [[habitat]]==
L'elefante africano è minacciato principalmente dalla [[Distruzione dell'habitat|perdita]] e la frammentazione dell'habitat in seguito alla conversione del suo habitat naturale in terreni per l'allevamento del bestiame, per piantagioni di colture non legnose e per la costruzione di aree urbane e industriali. Di conseguenza, il conflitto uomo-elefante è in aumento.<ref name="iucn"/>
[[File:Elephant, Selous Game Reserve.jpg|thumb|right|Un elefante nel [[Riserva di caccia del Selous|Selous]], [[Tanzania]]]]
Gli elefanti sono diffusi in gran parte dell'[[Africa subsahariana]]. Il loro habitat tipico è la grande [[savana]] alberata, ma possono adattarsi anche ad altri ambienti (per esempio [[foresta|foreste]]). In ogni caso, le fonti d'acqua sono fondamentali per questo animale, che difficilmente si trova in ambienti aridi (tuttavia, ci sono elefanti in alcune zone [[deserto|desertiche]] della [[Namibia]]).


=== Bracconaggio ===
==Sistematica==
[[File:Shot elephant.jpg|thumb|left|Elefante abbattuto da un gruppo di nativi africani]]
[[File:Loxodonta africana (crossing the Zambezi).jpg|thumb|Un elefante che attraversa lo [[Zambesi]]]]
I bracconieri prendono di mira sopratutto gli elefanti maschi per le loro zanne, il che porta ad un rapporto tra i sessi distorto e influisce sulle possibilità di sopravvivenza di una popolazione. L'accesso dei bracconieri ai [[Mercato nero|mercati neri]] non regolamentati è facilitato dalla [[corruzione]] e dai periodi di [[guerra civile]] in alcuni paesi compresi nella distribuzione geografica degli elefanti.<ref>{{cite journal |last1=Lemieux |first1=A. M. |last2=Clarke |first2=R. V. |year=2009 |title=The international ban on ivory sales and its effects on elephant poaching in Africa |journal=The British Journal of Criminology |volume=49 |issue=4 |pages=451–471 |doi=10.1093/bjc/azp030|doi-access=free }}</ref>
In alcune classificazioni l'elefante africano ha diverse sottospecie più o meno riconosciute a seconda delle zone. La sottospecie nominale vera e propria ''(Loxodonta africana africana)'' è quella dell'Africa meridionale, gli elefanti della [[Namibia]] non sono considerati una sottospecie ma hanno delle caratteristiche particolari perfettamente adattate al territorio desertico: sono infatti detti volgarmente "elefanti del deserto".


Nel giugno 2002, un container imballato con più di 6,5 tonnelate (6,4 tonnellate lunghe; 7,2 tonnellate corte) di [[avorio]] è stato confiscato a [[Singapore]]. Conteneva 42.120 sigilli hanko e 532 zanne di elefanti africani originari dell'Africa meridionale, abbattuti nello Zambia e nei paesi limitrofi. Tra il 2005 e il 2006, un totale di 23.461 tonnellate (23.090 tonnellate lunghe; 25.861 tonnellate corte) di avorio, più 91 zanne non pesate di elefanti africani, sono state confiscati in 12 grandi partite spedite in Asia.<ref>{{cite journal |last=Wasser |first=S. K. |last2=Mailand |first2=C. |last3=Booth |first3=R. |last4=Mutayoba |first4=B. |last5=Kisamo |first5=E. |last6=Clark |first6=B. |last7=Stephens |first7=M. |date=2007 |title=Using DNA to track the origin of the largest ivory seizure since the 1989 trade ban |journal=Proceedings of the National Academy of Sciences |volume=104 |issue=10 |pages=4228–4233 |doi=10.1073/pnas.0609714104|pmc=1805457 |pmid=17360505}}</ref>
L'elefante africano orientale del [[Kenya]] e della [[Tanzania]] viene classificato come ''(Loxodonta africana knochenhaueri)'' mentre gli elefanti africani dell'Africa occidentale tipici del [[Ghana]] sono nella sottospecie elefante africano occidentale ''(Loxodonta africana oxyotis)'' e ricordano vagamente i vicini elefanti di foresta ''([[Loxodonta cyclotis]])'' che, secondo classificazione recenti, costituiscono una specie a sé stante. Precisiamo che la suddivisione dell'elefante africano ''(L. africana)'' in varie sottospecie è molto discutibile e accettata in pochissime classificazioni.

Quando il commercio internazionale dell'avorio ha riaperto nel 2006, la domanda ed il prezzo dell'avorio sono aumentati in tutta l'Asia. Nel 2005, La popolazione di elefanti africani di savana nel Parco Nazionale Zakouma, nel [[Ciad]], contava 3.900 individui. Nel giro di cinque anni più di 3.200 elefanti vennero abbattuti. Il parco non aveva guardie sufficienti per combattere il bracconaggio e le loro armi erano obsolete. Reti ben organizzate hanno facilitato il contrabbando dell'avorio attraverso il Sudan.<ref name=Poilecot2010>{{cite journal |last1=Poilecot |first1=P. |year=2010 |title= Le braconnage et la population d'éléphants au Parc National de Zakouma (Tchad) |journal=Bois et Forêts des Tropiques |volume=303 |issue=303 |pages=93–102 |doi=10.19182/bft2010.303.a20454 |url=https://www.researchgate.net/publication/291781119|doi-access=free }}</ref> In quegli anni il bracconaggio aumentò anche in Kenya.<ref>{{cite journal |last1=Douglas-Hamilton |first1=I. |year=2009 |title=The current elephant poaching trend |journal=Pachyderm |issue=45 |pages=154–157 |url=http://savetheelephants.org/wp-content/uploads/2016/11/2009ElephantPoachingTrendSWARA.pdf}}</ref> Nella [[Riserva nazionale Samburu|Riserva Nazionale di Samburu]], 41 maschi vennero uccisi illegalmente tra il 2008 e il 2012, una cifra pari al 31% della popolazione di elefanti della riserva.<ref>{{cite journal |last1=Wittemyer |first1=G. |last2=Daballen |first2=D. |last3=Douglas-Hamilton |first3=I. |year=2013 |title=Comparative Demography of an At-Risk African Elephant Population |journal=PLOS ONE |volume=8 |issue=1 |page=e53726 |doi=10.1371/journal.pone.0053726|pmid=23341984 |pmc=3547063 |bibcode=2013PLoSO...853726W }}</ref>

Questi abbattimenti erano legati alle [[Confisca|confische]] dell'avorio e all'aumento dei prezzi sul mercato nero locale.<ref>{{cite journal |last1=Wittemyer |first1=G. |last2=Northrup |first2=J. M. |last3=Blanc |first3=J. |last4=Douglas-Hamilton |first4=I. |last5=Omondi |first5=P. |last6=Burnham |first6=K. P. |year=2014 |title=Illegal killing for ivory drives global decline in African elephants |journal=Proceedings of the National Academy of Sciences |volume=111 |issue=36 |pages=13117–13121 |doi=10.1073/pnas.1403984111 |pmid=25136107 |pmc=4246956 |url=|bibcode=2014PNAS..11113117W }}</ref> Circa 10.370 zanne vennero confiscate a [[Singapore]], [[Hong Kong]], [[Taiwan]], [[Filippine]], [[Tailandia]], [[Malesia]], [[Kenya]] e [[Uganda]] tra il 2007 e il 2013. L'analisi genetica di alcuni campioni di zanne mostrarono che provenivano da elefanti africani selvatici uccisi in [[Tanzania]], [[Mozambico]], [[Zambia]], [[Kenya]] e [[Uganda]]. La maggior parte dell'avorio era contrabbandato attraverso i paesi dell'Africa orientale.<ref>{{cite journal |first=S. K. |last=Wasser |last2=Brown |first2=L. |last3=Mailand |first3=C. |last4=Mondol |first4=S. |date=2015 |title=Genetic assignment of large seizures of elephant ivory reveals Africa's major poaching hotspots |journal=Science |volume=349 |issue=6243 |pages=84–87 |doi=10.1126/science.aaa2457 |last5=Clark |first5=W. |last6=Laurie |first6=C. |last7=Weir |first7=B. S.|pmc=5535781 |pmid=26089357 |bibcode=2015Sci...349...84W}}</ref>
[[File:Marabous and vultures over a dead elephant in Savuti - Botswana - panoramio.jpg|thumb|Le carcasse degli elefanti attirano numerosi [[Saprofagia|animali spazzini]] che aiutano i ranger a tracciare le attività dei bracconieri]]
Tra il 2003 e il 2015, venne segnalato l'abbattimento illegale di 14.606 elefanti africani dai ranger di 29 paesi dell'area. Il Ciad è un importante paese di transito per il [[contrabbando]] dell'avorio nell'Africa occidentale. Questa tendenza è stata ridotta aumentando le sanzioni per il bracconaggio e migliorando le forze dell'ordine.<ref name=AfESG2016>{{cite book |last1=Thouless |first1=C. R. |last2=Dublin |first2=H. T. |last3=Blanc |first3=J. J. |last4=Skinner |first4=D. P. |last5=Daniel |first5=T. E. |last6=Taylor |first6=R. D. |last7=Maisels |first7=F. |last8=Frederick |first8=H. L. |last9=Bouché |first9=P. |year=2016 |title=African Elephant Status Report 2016 : an update from the African Elephant Database |publisher=IUCN SSC African Elephant Specialist Group |location=Gland |isbn=978-2-8317-1813-2 |series=Occasional Paper of the IUCN Species Survival Commission No. 60 |url=https://www.dropbox.com/s/7a8w3kk6r9hzm0r/AfESG%20African%20Elephant%20Status%20Report%202016.pdf?dl=1}}</ref>

Durante il 20° secolo, la popolazione di elefanti africani era stata gravemente decimata.<ref name=Ceballos>Ceballos, G.; Ehrlich, A. H.; Ehrlich, P. R. (2015). ''The Annihilation of Nature: Human Extinction of Birds and Mammals''. Baltimore, Maryland: Johns Hopkins University Press. pp. 102. {{ISBN|1421417189}}.</ref> Il bracconaggio dell'elefante risale agli anni 1970 e 1980, considerati i più grandi omicidi della storia. Sfortunatamente, la specie è messa in pericolo a causa delle limitate aree di conservazione previste in Africa. Nella maggior parte dei casi, gli elefanti venivano uccisi vicino al limite delle aree protette.<ref name="iucn"/>

Oltre ad essere bracconati, le carcasse degli elefanti vengono spesso avvelenate dai bracconieri, per evitare che esse vengano scoperte dagli avvoltoi che aiutano i ranger a tracciare l'attività dei bracconieri. Ciò mette in pericolo anche numerose specie di uccelli spazzini che si nutrono delle carcasse di grandi animali. Il 20 giugno 2019, le carcasse di 468 [[Gyps africanus|grifoni dorsobianco africani]], 17 [[Trigonoceps occipitalis|avvoltoi testabianca]], 28 [[Necrosyrtes monachus|capovaccai pileati]], 14 [[Torgos tracheliotos|avvoltoi orecchiuti]] e 10 [[Gyps coprotheres|grifoni del Capo]] (complessivamente 537 [[avvoltoi]] in via di estinzione), oltre a 2 [[Aquila rapax|aquile rapaci]], sono state trovate nel Botswana settentrionale. Si sospetta che tutti questi uccelli siano morti dopo aver mangiato le carcasse avvelenate di 3 elefanti nella zona.<ref name="NDTV AFP 06-2019">{{cite news |publisher=[[NDTV]] |work=[[Agence France-Press]] |title=Over 500 Rare Vultures Die After Eating Poisoned Elephants In Botswana |url=https://www.ndtv.com/world-news/over-500-rare-vultures-die-after-eating-poisoned-elephants-in-botswana-2056740 |date=2019-06-21 |access-date=2019-06-28}}</ref><ref name="CNN 06-2019">{{cite news |last=Hurworth |first=Ella |title=More than 500 endangered vultures die after eating poisoned elephant carcasses |publisher=[[CNN]] |url=https://edition.cnn.com/2019/06/21/africa/botswana-vultures-endangered-elephants-intl-hnk/index.html |date=2019-06-24 |access-date=2019-06-28}}</ref><ref name="Smithsonian 06-2019">{{cite news |last=Solly |first=Meilan |title=Poachers' Poison Kills 530 Endangered Vultures in Botswana |publisher=[[Smithsonian (magazine)|Smithsonian]] |url=https://www.smithsonianmag.com/smart-news/poachers-poison-kills-530-endangered-vultures-botswana-180972477/ |date=2019-06-24 |access-date=2019-06-28}}</ref><ref name="Afrik21 06-2019">{{cite news |last=Ngounou |first=Boris |title=BOTSWANA: Over 500 vultures found dead after massive poisoning |publisher=Afrik21 |url=https://www.afrik21.africa/en/botswana-over-500-vultures-found-dead-after-massive-poisoning/ |date=2019-06-27 |access-date=2019-06-28}}</ref>

=== Perdita dell'habitat ===
Vaste aree dell'Africa subsahariana sono state trasformate per uso agricolo e per la costruzione di infrastrutture. Questo disturbo lascia gli elefanti senza un habitat stabile e limita la loro capacità di muoversi liberamente. Le grandi società associate al [[Disboscamento|disboscamento commerciale]] e all'[[estrazione mineraria]] hanno smantellato la terra, offrendo ai bracconieri un facile accesso all'habitat dell'elefante africano.<ref name="Zoo">{{cite news|url=http://www.marylandzoo.org/animals-conservation/elephant-program/facts-about-african-elephants/|title=Facts About African Elephants - The Maryland Zoo in Baltimore|work=The Maryland Zoo in Baltimore|access-date=2017-11-13}}</ref> Man mano che lo sviluppo umano cresce, la popolazione umana affronta più frequentemente il problema del contatto con gli elefanti, a causa della necessità della specie di cibo e acqua. Gli agricoltori che risiedono nelle aree vicine alle aree selvatiche o alla riserve entrano spesso in conflitto con gli elefanti africani che razziano i loro raccolti. In molti casi, gli agricoltori uccidono gli elefanti all'istante se questi si avvicinano troppo al loro villaggio o ai loro raccolti.<ref name=Ceballos/> Sono stati, inoltre, segnalati elefanti morti per l'intossicazione causata della dispersione della [[pianta]] [[Specie invasiva|invasiva]], ''[[Cryptostegia grandiflora]]''.<ref name="ort1">{{cite journal |last1=Ortega |first1=Joaquín |last2=Corpa |first2=Juan M. |last3=Orden |first3=José A. |last4=Blanco |first4=Jorge |last5=Carbonell |first5=María D. |last6=Gerique |first6=Amalia C. |last7=Latimer |first7=Erin |last8=Hayward |first8=Gary S. |last9=Roemmelt |first9=Andreas |last10=Kraemer |first10=Thomas |last11=Romey |first11=Aurore |last12=Kassimi |first12=Labib B. |last13=Casares |first13=Miguel |title=Acute death associated with ''Citrobacter freundii'' infection in an African elephant (''Loxodonta africana'') |journal=Journal of Veterinary Diagnostic Investigation |date=15 July 2015 |volume=27 |issue=5 |pages=632–636 |doi=10.1177/1040638715596034 |url=https://journals.sagepub.com/doi/pdf/10.1177/1040638715596034 |accessdate=12 July 2020}}</ref>

=== Patologie ===
Le osservazioni del [[Parco nazionale d'Etosha]] indicano che l'elefante africano può morire a causa dell'[[antrace]] soprattutto a novembre, alla fine della stagione secca.<ref name="lin1">{{cite journal |last1=Lindeque |first1=P. M. |last2=Turnbull |first2=P. C. |last-author-amp=yes |title=Ecology and epidemiology of anthrax in the Etosha National Park, Namibia |journal=The Onderstepoort Journal of Veterinary Research |date=1994 |volume=61 |issue=1 |pages=71–83 |pmid=7898901 |url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/7898901/}}</ref> Le spore di antrace si diffondono attraverso i tratti intestinali di avvoltoi, sciacalli e iene che si nutrono delle carcasse. Nel 2019, l'antrace ha ucciso oltre 100 elefanti in Botswana.<ref>{{cite news |title=Botswana: Lab tests to solve mystery of hundreds of dead elephants |publisher=BBC |date=2020 |url=https://www.bbc.com/news/world-africa-53273361 |accessdate=3 July 2020}}</ref> Si pensa che gli elefanti selvatici possano contrarre la [[tubercolosi]] fatale dagli esseri umani.<ref name="mill1">{{cite journal |last1=Miller |first1=M.A. |last2=Buss |first2=P. |last3=Roos |first3=E.O. |last4=Hausler |first4=G. |last5=Dippenaar |first5=A. |last6=Mitchell |first6=E. |last7=van Schalkwyk |first7=L. |last8=Robbe-Austerman |first8=S. |last9=Waters |first9=W.R. |last10=Sikar-Gang |first10=A. |last11=Lyashchenko |first11=K.P. |last12=Parsons |first12=S.D.C. |last13=Warren |first13=R. |last14=van Helden |first14=P. |last-author-amp=yes |title=Fatal Tuberculosis in a Free-Ranging African Elephant and One Health Implications of Human Pathogens in Wildlife |journal=Frontiers in Veterinary Science |date=2019 |volume=6 |pages=18 |doi=10.3389/fvets.2019.00018 |pmid=30788347 |url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/30788347/}}</ref> L'infezione degli organi vitali da parte dei batteri ''[[Citrobacter freundii]]'' ha causato la morte di un elefante selvatico altrimenti sano dopo la sua cattura ed il suo ricollocamento.<ref name="ort1" />

La causa della morte di oltre 400 elefanti selvatici nel [[delta dell'Okavango]], in [[Botswana]], nel 2020 è sconosciuta, ma si sospetta che sia stata causata da una pericolosa [[neurotossina]]. Gli elefanti iniziarono a morire nell'aprile 2020 nella zona umida nel nord-ovest del paese. Sia gli esemplari giovani sia gli adulti vagano confusi, emaciati e in difficoltà, crollando a terra quando la tossina sospetta alterava le loro funzioni motorie e le loro gambe si paralizzavano. Il bracconaggio, l'avvelenamento e l'antrace sono stati esclusi come potenziali cause.<ref>{{cite news |last1=Brown |first1=W. |title=Nerve agent fear as hundreds of elephants perish mysteriously in Botswana |newspaper=The Telegraph |date=2020 |url=https://news.yahoo.com/hundreds-elephants-die-mysteriously-botswana-160803566.html |accessdate=3 July 2020}}</ref>


==Conservazione==
==Conservazione==
[[File:Berlin Tierpark Friedrichsfelde 12-2015 img13 African elephant.jpg|thumb|L'accoppiamento di due elefanti africani al [[Tierpark Berlin|Tierpark di Berlino]]]]
[[File:An elephant in Kruger National Park.jpg|thumb|Un elefante africano nel [[Kruger National Park]]|alt=]]
[[File:Villeneuve d'Ascq.- Eté2016 Carthago-Asnapio (5).jpg|thumb|Gli elefanti africani venivano utilizzati spesso per la mostra del Parc archéologique Asnapio, [[Francia]]]]
Grazie alla sua mole, l'elefante africano, perlomeno da adulto, non ha nemici naturali. A volte può entrare in [[competizione]] con grossi erbivori quali [[Rhinocerotidae|rinoceronti]], [[Hippopotamus amphibius|ippopotami]] o [[bubalus|bufali]] presso le pozze d'acqua, e può capitare che i piccoli vengano assaliti da grossi predatori come i [[Panthera leo|leoni]], ma sono quasi sempre protetti dalle madri. Il nemico principale di questo [[pachiderma]] rimane l'[[uomo]], che spesso conduce una [[caccia]] illegale per impossessarsi delle sue zanne d'[[avorio]].
L'elefante africano è stato inserito nell'[[CITES|Appendice I]] della [[Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione|Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione]], dal 1989. Nel 1997, Botswana, Namibia e Zimbabwe lo hanno inserito nell'[[CITES|Appendice II]]. Così ha fatto anche il Sudafrica nel 2000. Sono stati avviati diversi programmi di conservazione su base comunitaria in diversi paesi, che hanno contribuito a ridurre il conflitto uomo-elefante e ad aumentare la tolleranza delle popolazioni locali nei confronti degli elefanti.<ref name="iucn"/>

Nel 1986, è stato avviato l'African Elephant Database con l'obiettivo di raccogliere e aggiornare le informazioni sulla distribuzione e lo stato delle popolazioni di elefanti in Africa. Il database include i risultati di indagini aeree, conteggi di sterco, interviste con la popolazione locale e dati sul bracconaggio.<ref name=AfESG2016/>

I ricercatori hanno scoperto che riprodurre i suoni registrati delle [[Apis mellifera scutellata|api africane]] è un metodo efficace per allontanare gli elefanti dagli insediamenti e dai villaggi.<ref>{{cite journal |first1=L. E. |last1=King |first2=I. |last2=Douglas-Hamilton |first3=F. |last3=Vollrath |year=2007 |title=African elephants run from the sound of disturbed bees |journal=Current Biology |volume=17 |issue=19 |pages=R832–R833 |doi=10.1016/j.cub.2007.07.038 |pmid=17925207}}</ref>

=== Status ===
Nel 1996, i valutatori della [[Lista Rossa IUCN]] per l'elefante africano hanno considerato la specie in [[Specie in pericolo|Pericolo]] di estinzione. Dal 2004, l'animale è stato classificato come [[Specie vulnerabile|Vulnerabile]], poiché si stima che la popolazione mondiale aumenti a un tasso del 4% all'anno. Circa il 70% della sua distribuzione si trova al di fuori delle aree protette.<ref name="iucn"/>

Nel 2016, la popolazione globale è stata stimata a 415.428 ± 20.111 individui distribuiti su un'area totale di 20.731.202 km2 (8.004.362 miglia quadrate), di cui il 30% fa parte di arre protette. Il 42% della popolazione totale vive in nove paesi dell'Africa meridionale che comprendono 293.447 ± 16.682 individui; La più grande popolazione dell'Africa vive in Botswana con 131.626 ± 12.508 individui.<ref name=AfESG2016/>


=== In cattività ===
Pur non essendo in serio rischio di [[estinzione]], la sua popolazione è diminuita notevolmente rispetto al passato e in molti paesi africani sono in atto politiche di protezione di questo animale.
Il comportamento sociale degli elefanti in cattività imita quello di quelli in natura. Le femmine sono tenute con altre femmine, in gruppi, mentre i maschi tendono a essere separati dalle loro madri in giovane età, e sono tenuti separati dal branco delle femmine. Secondo Schulte, negli anni '90, in Nord America, alcune strutture consentivano l'interazione tra maschi e femmine. Altrove, i maschi potevano solo annusarsi l'un l'altro. Maschi e femmine potevano interagire solo per scopi specifici, come l'allevamento. In tal caso, le femmine venivano trasferite nell'habitat del maschio, anziché viceversa. Le femmine sono più presenti in cattività perché più facili e meno costose da ospitare.<ref>{{cite journal |last=Schulte |first=B. A. |title=Social structure and helping behavior in captive elephants |journal=Zoo Biology |date=2000 |volume=19 |issue=5 |pages=447–459 |url=https://www.researchgate.net/publication/230242723 |doi=10.1002/1098-2361(2000)19:5<447::aid-zoo12>3.0.co;2-#}}</ref>
{{Citazione necessaria|Questo animale nei parchi del Sudafrica è protetto e ci sono progetti di spostare il maggior numero possibile di esemplari nei parchi. La caccia di frodo resta comunque il maggior rischio per il pachiderma.}}


== Note ==
== Note ==

Versione delle 22:04, 14 ago 2020

Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Elefante africano di savana


Maschio (sopra), femmina e cucciolo (sotto) di Loxodonta africana

Stato di conservazione
Vulnerabile[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Ordine Proboscidea
Famiglia Elephantidae
Genere Loxodonta
Specie L. africana[2]
Nomenclatura binomiale
Loxodonta africana[2]
(Blumenbach, 1797)
Sinonimi

Elephas africanus

Sottospecie
Areale

L'elefante africano (Loxodonta africana (Blumenbach, 1797)), noto anche come elefante africano di savana, è il più grande animale terrestre vivente, con i maschi più grandi che possono raggiungere un'altezza al garrese fino a 3,96 metri (13,0 piedi). Entrambi i sessi hanno le zanne, che spuntano tra i 1 e i 3 anni, e crescono per tutta la vita.[3][4]

L'elefante africano di savana è distribuito geograficamente in 37 paesi africani e abita le foreste, le praterie e i boschi, zone umide e terreni agricoli. Dal 2004, è stato elencato come Vulnerabile nella Lista Rossa IUCN. È minacciato principalmente dalla distruzione dell'habitat e in alcune parti del suo areale anche dal bracconaggio per la carne e l'avorio.[1] È un mammifero sociale, che viaggia in mandrie composte da femmine e dalla loro prole guidate da una matriarca. I maschi adulti di solito vivono da soli o in piccoli gruppi di scapoli. È un erbivoro, che si nutre di erbe, piante rampicanti, foglie e corteccia. Ci sono due specie di elefanti originarie dell'Africa, il che rende il termine elefante africano piuttosto vago. La seconda specie appartenente al genere Loxodonta è l'elefante africano di foresta (L. cyclotis), che solo recentemente è stato riconosciuto come specie a sé stante.

Descrizione

Dimensioni medie degli adulti con il più grande individuo documentato in grigio

L'elefante africano di savana è l'animale terrestre vivente più grande e più pesante della terra, con un'altezza massima registrata al garrese di un maschio adulto di 4 metri (13,1 piedi), ed un peso massimo stimato di 10,6 tonnellate (11,7 tonnellate corte). Un esemplare maschio cacciato nel 1974 nel Parco Nazionale di Mucusso, nell'Angola meridionale, era alto ben 3,96 m (13 ft) e pesava addirittura 10,4 tonnellate.[5][4] In media, i maschi sono alti circa 3,20 metri (10,5 piedi) al garrese e pesano 6,00 tonnellate (6,61 tonnellate corte), mentre le femmine sono molto più piccole con un'altezza al garrese di circa 2,60 metri (8,53 piedi), ed un peso di 3,00 tonnellate (3,31 tonnellate corte).[4][6][7][8] Gli elefanti raggiungono le loro dimensioni massime quando completano la fusione delle epifisi delle ossa lunghe, che si verifica nei maschi intorno ai 40 anni e nelle femmine intorno ai 25 anni.[4]

Proboscide

La proboscide è un'allungamento prensile del labbro superiore e del naso. La proboscide termina nelle narici sovrastate da due lobi, simili a dita, con cui l'elefante è in grado di maneggiare oggetti di piccole dimensioni.[9] Questo organo altamente sensibile e specilializzato è innervato principalmente dal nervo trigemino e si pensa che sia composto da circa 40-60.000 muscoli. Grazie a questa impressionante struttura muscolare, la proboscide è molto forte e riesce a sollevare circa il 3% del peso corporeo dell'animale. La proboscide ha vari usi tra cui annusare, toccare, nutrirsi, bere, spruzzare, produrre suoni, caricare, difendersi ed attaccare.[10] La perdita funzionale della proboscide dovuta a paralisi flaccida di quest'ultima a volte costringe l'elefante a tenere la proboscide sopra le zanne e a camminare in acque profonde per bere.[11]

Denti

La formula dentaria dell'elefante africano di savane è:

6 0 0 1 1 0 0 6
6 0 0 0 0 0 0 6
Totale: 26
1.Incisivi; 2.Canini; 3.Premolari; 4.Molari;
Molare di un elefante africano adulto

L'elefante africano di savane presenta sei molari in ciascun quadrante delle fauci, che eruttano ad età diverse e differiscono per dimensioni.[3] I primi molari crescono fino ad una dimensione di circa 2 centimetri (0,79 pollici) di larghezza per 4 centimetri (1,6 pollici) di lunghezza, ed eruttano all'età di un anno per poi cadere all'età di circa 2 anni. I secondi molari iniziano ad eruttare all'età di sei mesi circa, crescendo fino a 4 centimetri (1,6 pollici) di larghezza per 7 centimetri (2,8 pollici) di lunghezza, per poi cadere a 6-7 anni. I terzi molari eruttano ad un'anno, crescendo fino a 5,2 centimetri (2,0 pollici) di larghezza per 14 centimetri (5,5 pollici) di lunghezza per poi cadere a 8-10 anni. I quarti molari eruttano a 6-7 anni, crescendo fino a 6,8 centimetri (2,7 pollici) di larghezza per 17,5 centimetri (6,9 pollici) di lunghezza, per poi cadere all'età di 22-23 anni. Gli alveoli dentali dei quinti molari sono visibili dall'età di 10-11 anni. Crescono fino a una a 8,5 centimetri (3,3 pollici) di larghezza per 22 centimetri (8,7 pollici) di lunghezza, ed eruttano dall'età di 45-48 anni. Gli alveoli dentali dei sesti ed ultimi molari sono visibili all'età di 26–28 anni. Crescono fino a 9,4 centimetri (3,7 pollici) di larghezza per 31 centimetri (1,0 piedi) di lunghezza, ed eruttano a 65 anni.[12]

Zanne

Zanna di un'elefante africano di savana

Le zanne crescono da denti da latte che si sviluppano nella mascella e sono costituiti da una corona, una radice ed una polpa dentaria, che si formano completamente subito dopo la nascita. Inizialmente, le zanne raggiungono una lunghezza di 5 centimetri (2 pollici).[13] Dopo 1-3 anni di vita, le zanne eruttano dalla mascella e crescono per tutta la vita.[3] Le zanne sono composte da dentina e rivestite da un sottile strato di cemento. Le punte presentano uno strato conico di smalto che di solito si consuma quando l'elefante ha cinque anni.[14] Le zanne dei maschi crescono più velocemente di quelle delle femmine. Il peso medio delle zanne all'età di 60 anni è di 109 kg (240 libbre) nei maschi e di 17,7 kg (39,0 libbre) nelle femmine.[3] La zanna di elefante africano più lunga conosciuta misurava 3,51 metri (11,5 piedi) e pesava 117 kg (258 libbre).[15]

Pelle ed orecchie

L'elefante africano di savana ha una pelle spessa e ruvida di colore grigio-marrone con radi peli sul corpo, tranne che sulla coda dove formano un lungo ciuffo. Le sue grandi orecchie coprono interamente le spalle,[16] e possono crescere fino a 2 metri × 1,5 metri (6,6 piedi × 4,9 piedi).[17] Le grandi orecchie aiutano gli elefanti africani a ridurre il calore corporeo; sbattendole creano correnti d'aria ed espongono i lati interni delle orecchie dove i grandi vasi sanguigni aumentano la dispersione del calore durante la stagione calda.[10] Le orecchie dell'elefante africano sono appuntite e di forma triangolare. Il cranio dell'animale è appiattito frontalmente, mentre il dorso è marcatamente curvo.[18]

Distribuzione e habitat

Un elefante nel Selous, Tanzania

Gli elefanti africani di savana sono diffusi in buona parte dell'Africa sub-sahariana, tra cui Uganda, Kenya, Tanzania, Botswana, Zimbabwe, Namibia, Zambia e Angola. Questi animali si spostano in una grande varietà di habitat, che comprendono foreste subtropicali e temperate, praterie secche e stagionalmente allagate, zone umide e terreni agricoli dal livello del mare ai pendii montuosi. In Mali e Namibia, abita anche aree desertiche.[1]

In Etiopia, l'elefante africano è stato storicamente documentato fino ad un'altitudine di 2.500 metri (8.200 piedi). Alla fine degli anni '70, la popolazione si era ridotta a due branchi, uno nella valle del fiume Dawa e uno vicino al confine con il Kenya.[19]

Tassonomia

Un'esemplare al Kruger National Park, South Africa

Originariamente, l'elefante africano era conosciuto come Elephas africanus, il nome scientifico proposto da Johann Friedrich Blumenbach nel 1797.[20] Il nome Loxodonta venne proposto come nome del genere per gli elefanti africani da Georges Cuvier, nel 1824. Il nome Loxodonta fa riferimento alla forma a diamante dello smalto dei molari, che differiscono notevolmente dalla forma dello smalto dei molari dell'elefante asiatico.[21]

Nel XIX e XX secolo, diversi esemplari zoologici furono descritti da naturalisti e curatori di musei di storia naturale di varie parti dell'Africa, tra cui:

Oggi questi nomi sono tutti considerati sinonimi di Loxodonta africana.[2]

Filogenesi

Uno studio genetico basato sull'analisi mitogenomica ha rivelato che l'elefante africano e quello asiatico si sono separati geneticamente circa 7,6 milioni di anni fa.[25] L'analisi filogenetica del DNA nucleare di elefanti africani di savane e di foresta, dell'elefante asiatico, del mammut lanoso e del mastodonte americano ha rivelato che l'elefante africano di savana e l'elefante africano di foresta formano un gruppo gemello geneticamente divergente di almeno 1,9 milioni di anni fa. Sono quindi considerate specie distinte. Tuttavia, il flusso genico tra le due specie potrebbe essersi verificato dopo la scissione.[26]

Biologia

Questo animale non è un erbivoro selettivo, ma necessita di una ricca produzione vegetale. La parte preponderante del suo pasto quotidiano è costituita da vegetazione erbacea come le graminacee, ma si nutre abbondantemente anche di fogliame, frutti, corteccia.

Grazie alla sua lunga e robusta proboscide è in grado di raggiungere anche i rami più alti. Se non riesce ad arrivarvi, spesso l'elefante ricorre ad una soluzione drastica, e abbatte l'albero per nutrirsi delle sue fronde. Un branco di elefanti quindi esercita un certo impatto sull'ambiente, arrivando anche a disboscare piccole aree di vegetazione. Mediamente, questo animale deve ingerire circa 300 kg di cibo al giorno. Grazie alla notevole lunghezza del suo intestino riesce a digerire qualsiasi tipo di vegetale. Proporzionatamente, gli elefanti depositano 250 kg di escrementi al giorno, che fungono da immensa riserva per gli scarabei stercorari.

Un elefante africano maschio nel Serengeti, Tanzania.
Un Elefante al Kruger National Park Sud Africa.

L'elefante è un animale sociale che vive in grandi branchi, che possono arrivare a contare anche una settantina di individui. Questi gruppi hanno struttura matriarcale e sono guidati solitamente dalla femmina più anziana. Talvolta i maschi, specie quelli più anziani, vivono solitari, mentre le femmine solitamente rimangono nel branco tutta la vita. Gli elefanti dimostrano grande attaccamento fra i vari membri del gruppo.

Quando un esemplare anziano si accascia al suolo, si possono osservare gli altri esemplari tentare di risollevarlo e rimanergli accanto finché non spira. I piccoli si mantengono all'interno del branco, e sono efficacemente protetti da tutti gli adulti in caso di attacco di predatori. La difesa dei cuccioli è anche uno dei possibili motivi che possono portare un elefante adulto a mostrarsi aggressivo verso gli esseri umani.

Una elefantessa con il suo piccolo

Questo animale ama molto l'acqua che è fondamentale per rinfrescarsi e pulirsi; usa la sua proboscide per raccogliere parecchi litri d'acqua e spruzzarsela addosso a mo' di doccia.

La maturità sessuale varia con le condizioni ambientali e solitamente viene raggiunta da entrambi i sessi fra gli 8 e i 13 anni. Nelle femmine l'estro si verifica mediamente ogni 2 mesi. La fase di eccitazione sessuale dei maschi viene definita musth (o must) e li porta alla ricerca di femmine tramite stimoli olfattivi; in questa fase i maschi sono particolarmente aggressivi.

La gestazione dell'elefante africano è la più lunga di tutti i mammiferi, e dura 20-22 mesi, ai termini del quale nasce un solo piccolo (parti gemellari sono possibili ma rarissimi). Alla nascita, il cucciolo maschio pesa 120 kg, la femmina 90–100 kg, e sono entrambi lunghi circa 1,20 metri. Il neonato ha la pelle rugosa e ricoperta di peli radi; dopo mezz'ora dalla nascita è in grado di reggersi in piedi. Per i primi 3 anni il piccolo rimane sempre con la madre, che lo allatta e lo protegge costantemente. In caso di allontanamento momentaneo o di morte della madre il cucciolo viene preso in consegna da altre femmine del branco.

Un anziano elefante africano maschio nel cratere dello Ngorongoro. I maschi senza zanne sono rari.

L'elefante è un animale notoriamente molto longevo; vive mediamente 70-75 anni; in almeno un caso noto un individuo ha superato gli 80 anni. Rispetto al parente asiatico ha un carattere più aggressivo e resistente all'addomesticamento.

Minacce

L'elefante africano è minacciato principalmente dalla perdita e la frammentazione dell'habitat in seguito alla conversione del suo habitat naturale in terreni per l'allevamento del bestiame, per piantagioni di colture non legnose e per la costruzione di aree urbane e industriali. Di conseguenza, il conflitto uomo-elefante è in aumento.[1]

Bracconaggio

Elefante abbattuto da un gruppo di nativi africani

I bracconieri prendono di mira sopratutto gli elefanti maschi per le loro zanne, il che porta ad un rapporto tra i sessi distorto e influisce sulle possibilità di sopravvivenza di una popolazione. L'accesso dei bracconieri ai mercati neri non regolamentati è facilitato dalla corruzione e dai periodi di guerra civile in alcuni paesi compresi nella distribuzione geografica degli elefanti.[27]

Nel giugno 2002, un container imballato con più di 6,5 tonnelate (6,4 tonnellate lunghe; 7,2 tonnellate corte) di avorio è stato confiscato a Singapore. Conteneva 42.120 sigilli hanko e 532 zanne di elefanti africani originari dell'Africa meridionale, abbattuti nello Zambia e nei paesi limitrofi. Tra il 2005 e il 2006, un totale di 23.461 tonnellate (23.090 tonnellate lunghe; 25.861 tonnellate corte) di avorio, più 91 zanne non pesate di elefanti africani, sono state confiscati in 12 grandi partite spedite in Asia.[28]

Quando il commercio internazionale dell'avorio ha riaperto nel 2006, la domanda ed il prezzo dell'avorio sono aumentati in tutta l'Asia. Nel 2005, La popolazione di elefanti africani di savana nel Parco Nazionale Zakouma, nel Ciad, contava 3.900 individui. Nel giro di cinque anni più di 3.200 elefanti vennero abbattuti. Il parco non aveva guardie sufficienti per combattere il bracconaggio e le loro armi erano obsolete. Reti ben organizzate hanno facilitato il contrabbando dell'avorio attraverso il Sudan.[29] In quegli anni il bracconaggio aumentò anche in Kenya.[30] Nella Riserva Nazionale di Samburu, 41 maschi vennero uccisi illegalmente tra il 2008 e il 2012, una cifra pari al 31% della popolazione di elefanti della riserva.[31]

Questi abbattimenti erano legati alle confische dell'avorio e all'aumento dei prezzi sul mercato nero locale.[32] Circa 10.370 zanne vennero confiscate a Singapore, Hong Kong, Taiwan, Filippine, Tailandia, Malesia, Kenya e Uganda tra il 2007 e il 2013. L'analisi genetica di alcuni campioni di zanne mostrarono che provenivano da elefanti africani selvatici uccisi in Tanzania, Mozambico, Zambia, Kenya e Uganda. La maggior parte dell'avorio era contrabbandato attraverso i paesi dell'Africa orientale.[33]

Le carcasse degli elefanti attirano numerosi animali spazzini che aiutano i ranger a tracciare le attività dei bracconieri

Tra il 2003 e il 2015, venne segnalato l'abbattimento illegale di 14.606 elefanti africani dai ranger di 29 paesi dell'area. Il Ciad è un importante paese di transito per il contrabbando dell'avorio nell'Africa occidentale. Questa tendenza è stata ridotta aumentando le sanzioni per il bracconaggio e migliorando le forze dell'ordine.[34]

Durante il 20° secolo, la popolazione di elefanti africani era stata gravemente decimata.[35] Il bracconaggio dell'elefante risale agli anni 1970 e 1980, considerati i più grandi omicidi della storia. Sfortunatamente, la specie è messa in pericolo a causa delle limitate aree di conservazione previste in Africa. Nella maggior parte dei casi, gli elefanti venivano uccisi vicino al limite delle aree protette.[1]

Oltre ad essere bracconati, le carcasse degli elefanti vengono spesso avvelenate dai bracconieri, per evitare che esse vengano scoperte dagli avvoltoi che aiutano i ranger a tracciare l'attività dei bracconieri. Ciò mette in pericolo anche numerose specie di uccelli spazzini che si nutrono delle carcasse di grandi animali. Il 20 giugno 2019, le carcasse di 468 grifoni dorsobianco africani, 17 avvoltoi testabianca, 28 capovaccai pileati, 14 avvoltoi orecchiuti e 10 grifoni del Capo (complessivamente 537 avvoltoi in via di estinzione), oltre a 2 aquile rapaci, sono state trovate nel Botswana settentrionale. Si sospetta che tutti questi uccelli siano morti dopo aver mangiato le carcasse avvelenate di 3 elefanti nella zona.[36][37][38][39]

Perdita dell'habitat

Vaste aree dell'Africa subsahariana sono state trasformate per uso agricolo e per la costruzione di infrastrutture. Questo disturbo lascia gli elefanti senza un habitat stabile e limita la loro capacità di muoversi liberamente. Le grandi società associate al disboscamento commerciale e all'estrazione mineraria hanno smantellato la terra, offrendo ai bracconieri un facile accesso all'habitat dell'elefante africano.[40] Man mano che lo sviluppo umano cresce, la popolazione umana affronta più frequentemente il problema del contatto con gli elefanti, a causa della necessità della specie di cibo e acqua. Gli agricoltori che risiedono nelle aree vicine alle aree selvatiche o alla riserve entrano spesso in conflitto con gli elefanti africani che razziano i loro raccolti. In molti casi, gli agricoltori uccidono gli elefanti all'istante se questi si avvicinano troppo al loro villaggio o ai loro raccolti.[35] Sono stati, inoltre, segnalati elefanti morti per l'intossicazione causata della dispersione della pianta invasiva, Cryptostegia grandiflora.[41]

Patologie

Le osservazioni del Parco nazionale d'Etosha indicano che l'elefante africano può morire a causa dell'antrace soprattutto a novembre, alla fine della stagione secca.[42] Le spore di antrace si diffondono attraverso i tratti intestinali di avvoltoi, sciacalli e iene che si nutrono delle carcasse. Nel 2019, l'antrace ha ucciso oltre 100 elefanti in Botswana.[43] Si pensa che gli elefanti selvatici possano contrarre la tubercolosi fatale dagli esseri umani.[44] L'infezione degli organi vitali da parte dei batteri Citrobacter freundii ha causato la morte di un elefante selvatico altrimenti sano dopo la sua cattura ed il suo ricollocamento.[41]

La causa della morte di oltre 400 elefanti selvatici nel delta dell'Okavango, in Botswana, nel 2020 è sconosciuta, ma si sospetta che sia stata causata da una pericolosa neurotossina. Gli elefanti iniziarono a morire nell'aprile 2020 nella zona umida nel nord-ovest del paese. Sia gli esemplari giovani sia gli adulti vagano confusi, emaciati e in difficoltà, crollando a terra quando la tossina sospetta alterava le loro funzioni motorie e le loro gambe si paralizzavano. Il bracconaggio, l'avvelenamento e l'antrace sono stati esclusi come potenziali cause.[45]

Conservazione

L'accoppiamento di due elefanti africani al Tierpark di Berlino
Gli elefanti africani venivano utilizzati spesso per la mostra del Parc archéologique Asnapio, Francia

L'elefante africano è stato inserito nell'Appendice I della Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione, dal 1989. Nel 1997, Botswana, Namibia e Zimbabwe lo hanno inserito nell'Appendice II. Così ha fatto anche il Sudafrica nel 2000. Sono stati avviati diversi programmi di conservazione su base comunitaria in diversi paesi, che hanno contribuito a ridurre il conflitto uomo-elefante e ad aumentare la tolleranza delle popolazioni locali nei confronti degli elefanti.[1]

Nel 1986, è stato avviato l'African Elephant Database con l'obiettivo di raccogliere e aggiornare le informazioni sulla distribuzione e lo stato delle popolazioni di elefanti in Africa. Il database include i risultati di indagini aeree, conteggi di sterco, interviste con la popolazione locale e dati sul bracconaggio.[34]

I ricercatori hanno scoperto che riprodurre i suoni registrati delle api africane è un metodo efficace per allontanare gli elefanti dagli insediamenti e dai villaggi.[46]

Status

Nel 1996, i valutatori della Lista Rossa IUCN per l'elefante africano hanno considerato la specie in Pericolo di estinzione. Dal 2004, l'animale è stato classificato come Vulnerabile, poiché si stima che la popolazione mondiale aumenti a un tasso del 4% all'anno. Circa il 70% della sua distribuzione si trova al di fuori delle aree protette.[1]

Nel 2016, la popolazione globale è stata stimata a 415.428 ± 20.111 individui distribuiti su un'area totale di 20.731.202 km2 (8.004.362 miglia quadrate), di cui il 30% fa parte di arre protette. Il 42% della popolazione totale vive in nove paesi dell'Africa meridionale che comprendono 293.447 ± 16.682 individui; La più grande popolazione dell'Africa vive in Botswana con 131.626 ± 12.508 individui.[34]

In cattività

Il comportamento sociale degli elefanti in cattività imita quello di quelli in natura. Le femmine sono tenute con altre femmine, in gruppi, mentre i maschi tendono a essere separati dalle loro madri in giovane età, e sono tenuti separati dal branco delle femmine. Secondo Schulte, negli anni '90, in Nord America, alcune strutture consentivano l'interazione tra maschi e femmine. Altrove, i maschi potevano solo annusarsi l'un l'altro. Maschi e femmine potevano interagire solo per scopi specifici, come l'allevamento. In tal caso, le femmine venivano trasferite nell'habitat del maschio, anziché viceversa. Le femmine sono più presenti in cattività perché più facili e meno costose da ospitare.[47]

Note

  1. ^ a b c d e f g (EN) Blanc, J. 2008, Loxodonta africana, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ a b c (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Loxodonta africana, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  3. ^ a b c d Age criteria for the African elephant: Loxodonta a. africana, in African Journal of Ecology, vol. 4, n. 1, 1966, pp. 1–37, DOI:10.1111/j.1365-2028.1966.tb00878.x.
  4. ^ a b c d A. Larramendi, Shoulder height, body mass and shape of proboscideans (PDF), in Acta Palaeontologica Polonica, vol. 61, 2016, DOI:10.4202/app.00136.2014.
  5. ^ Wood, Gerald, The Guinness Book of Animal Facts and Feats, 1983, ISBN 978-0-85112-235-9.
  6. ^ Recent studies on elephant populations in East Africa, in Symposia of the Zoological Society of London, vol. 21, 1968, pp. 319–359.
  7. ^ Growth of the African elephant (Loxodonta africana), in East African Wildlife Journal, vol. 10, n. 4, 1972, pp. 251–272, DOI:10.1111/j.1365-2028.1972.tb00870.x.
  8. ^ Elephants and Their Habitats: The Ecology of Elephants in North Bunyoro, Uganda, Oxford, the UK, Clarendon Press, 1975.
  9. ^ Loxodonta africana, in Mammalian Species, n. 92, 1978, pp. 1–8, DOI:10.2307/3503889.
  10. ^ a b General information on elephants with emphasis on tusks, in Elephant, vol. 1, n. 2, 1978, pp. 20–31, DOI:10.22237/elephant/1491234053.
  11. ^ Flaccid Trunk Paralysis in Free-ranging Elephants (Loxodonta africana) in Zimbabwe, in Journal of Wildlife Diseases, vol. 30, n. 3, 1994, pp. 432–435, DOI:10.7589/0090-3558-30.3.432.
  12. ^ H. Jachmann, Estimating age in African elephants: a revision of Laws' molar evaluation technique, in African Journal of Ecology, vol. 22, n. 1, 1988, pp. 51–56, DOI:10.1111/j.1365-2028.1988.tb01127.x.
  13. ^ Morphology of the deciduous tusk (tush) of the African elephant (Loxodonta africana), in Archives of Oral Biology, vol. 40, n. 6, 1995, pp. 571–576, DOI:10.1016/0003-9969(95)00008-D.
  14. ^ Skeletal and other basic anatomical features of elephants, in The Proboscidea: Evolution and Palaeoecology of Elephants and Their Relatives, New York, Oxford University Press, 1996, pp. 9–20.
  15. ^ Histogenesis of the chequered pattern of ivory of the African elephant (Loxodonta africana), in Archives of Oral Biology, vol. 43, n. 12, 1998, pp. 969–977, DOI:10.1016/S0003-9969(98)00077-6.
  16. ^ The Elephant of Africa, in The Naturalist's Library, Edinburgh, London, Dublin, W.H. Lizars, Samuel Highley, W. Curry, jun. & Company, 1836, pp. 124–132.
  17. ^ R. D. Estes, Elephant Loxodonta africana Family Elephantidae, Order Proboscidea, in The Safari Companion: A Guide to Watching African Mammals Including Hoofed Mammals, Carnivores, and Primates, Revised and expanded, Vermont, Chelsea Green Publishing Company, 1999, pp. 223–233, ISBN 1-890132-44-6.
  18. ^ Living African elephants belong to two species: Loxodonta africana (Blumenbach, 1797) and Loxodonta cyclotis (Matschie, 1900), in Elephant, vol. 2, n. 4, 2000, pp. 1–4, DOI:10.22237/elephant/1521732169.
  19. ^ Catalogue of the Mammals of Ethiopia. 6. Perissodactyla, Proboscidea, Hyracoidea, Lagomorpha, Tubulidentata, Sirenia, and Cetacea, in Monitore Zoologico Italiano, Supplemento 21, n. 1, 1986, pp. 31–103, DOI:10.1080/03749444.1986.10736707.
  20. ^ Blumenbach, J. F., 2. Africanus, in Handbuch der Naturgeschichte, Fifth, Göttingen, Johann Christian Dieterich, 1797, p. 125.
  21. ^ Éléphants d’Afrique, in Histoire Naturelle des Mammifères, avec des figures originales, coloriées, dessinées d'après des animaux vivans, Paris, A. Belain, 1824, pp. 117–118.
  22. ^ Matschie, P., Geographische Abarten des Afrikanischen Elefanten, in Sitzungsberichte der Gesellschaft Naturforschender Freunde zu Berlin, vol. 3, 1900, pp. 189–197.
  23. ^ Lydekker, R., The Ears as a Race-Character in the African Elephant, in Proceedings of the Zoological Society of London, January to April, 1907, pp. 380–403.
  24. ^ Deraniyagala, P. E. P., Some extinct elephants, their relatives, and the two living species, Colombo, Ceylon National Museums Publication, 1955.
  25. ^ Proboscidean mitogenomics: chronology and mode of elephant evolution using mastodon as outgroup, in PLOS Biology, vol. 5, n. 8, 2007, DOI:10.1371/journal.pbio.0050207.
  26. ^ Genomic DNA Sequences from Mastodon and Woolly Mammoth Reveal Deep Speciation of Forest and Savanna Elephants, in PLOS Biology, vol. 8, n. 12, 2010, DOI:10.1371/journal.pbio.1000564.
  27. ^ The international ban on ivory sales and its effects on elephant poaching in Africa, in The British Journal of Criminology, vol. 49, n. 4, 2009, pp. 451–471, DOI:10.1093/bjc/azp030.
  28. ^ S. K. Wasser, Using DNA to track the origin of the largest ivory seizure since the 1989 trade ban, in Proceedings of the National Academy of Sciences, vol. 104, n. 10, 2007, pp. 4228–4233, DOI:10.1073/pnas.0609714104.
  29. ^ Le braconnage et la population d'éléphants au Parc National de Zakouma (Tchad), in Bois et Forêts des Tropiques, vol. 303, n. 303, 2010, pp. 93–102, DOI:10.19182/bft2010.303.a20454.
  30. ^ The current elephant poaching trend (PDF), in Pachyderm, n. 45, 2009, pp. 154–157.
  31. ^ Comparative Demography of an At-Risk African Elephant Population, in PLOS ONE, vol. 8, n. 1, 2013, DOI:10.1371/journal.pone.0053726.
  32. ^ Illegal killing for ivory drives global decline in African elephants, in Proceedings of the National Academy of Sciences, vol. 111, n. 36, 2014, pp. 13117–13121, DOI:10.1073/pnas.1403984111.
  33. ^ S. K. Wasser, Genetic assignment of large seizures of elephant ivory reveals Africa's major poaching hotspots, in Science, vol. 349, n. 6243, 2015, pp. 84–87, DOI:10.1126/science.aaa2457.
  34. ^ a b c African Elephant Status Report 2016 : an update from the African Elephant Database, Gland, IUCN SSC African Elephant Specialist Group, 2016, ISBN 978-2-8317-1813-2.
  35. ^ a b Ceballos, G.; Ehrlich, A. H.; Ehrlich, P. R. (2015). The Annihilation of Nature: Human Extinction of Birds and Mammals. Baltimore, Maryland: Johns Hopkins University Press. pp. 102. ISBN 1421417189.
  36. ^ Over 500 Rare Vultures Die After Eating Poisoned Elephants In Botswana, in Agence France-Press, NDTV, 21 giugno 2019.
  37. ^ Ella Hurworth, More than 500 endangered vultures die after eating poisoned elephant carcasses, CNN, 24 giugno 2019.
  38. ^ Meilan Solly, Poachers' Poison Kills 530 Endangered Vultures in Botswana, Smithsonian, 24 giugno 2019.
  39. ^ Boris Ngounou, BOTSWANA: Over 500 vultures found dead after massive poisoning, Afrik21, 27 giugno 2019.
  40. ^ Facts About African Elephants - The Maryland Zoo in Baltimore, in The Maryland Zoo in Baltimore.
  41. ^ a b Acute death associated with Citrobacter freundii infection in an African elephant (Loxodonta africana), in Journal of Veterinary Diagnostic Investigation, vol. 27, n. 5, 15 July 2015, pp. 632–636, DOI:10.1177/1040638715596034. URL consultato il 12 July 2020.
  42. ^ Ecology and epidemiology of anthrax in the Etosha National Park, Namibia, in The Onderstepoort Journal of Veterinary Research, vol. 61, n. 1, 1994, pp. 71–83.
  43. ^ Botswana: Lab tests to solve mystery of hundreds of dead elephants, BBC, 2020. URL consultato il 3 July 2020.
  44. ^ Fatal Tuberculosis in a Free-Ranging African Elephant and One Health Implications of Human Pathogens in Wildlife, in Frontiers in Veterinary Science, vol. 6, 2019, p. 18, DOI:10.3389/fvets.2019.00018.
  45. ^ Nerve agent fear as hundreds of elephants perish mysteriously in Botswana, 2020. URL consultato il 3 July 2020.
  46. ^ African elephants run from the sound of disturbed bees, in Current Biology, vol. 17, n. 19, 2007, pp. R832–R833, DOI:10.1016/j.cub.2007.07.038.
  47. ^ B. A. Schulte, Social structure and helping behavior in captive elephants, in Zoo Biology, vol. 19, n. 5, 2000, pp. 447–459, DOI:10.1002/1098-2361(2000)19:5<447::aid-zoo12>3.0.co;2-#.

Altri progetti

Collegamenti esterni

Controllo di autoritàLCCN (ENsh85001722 · GND (DE4140577-8 · J9U (ENHE987007292932005171