Palazzo Chigi

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Palazzo Chigi
Presidenza del Consiglio dei ministri e
Residenza ufficiale del Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLazio
LocalitàRoma
IndirizzoPiazza Colonna, 370
Coordinate41°54′04.45″N 12°28′47.18″E / 41.901235°N 12.479771°E41.901235; 12.479771
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1562
Inaugurazione1580
StileRinascimentale-Manierista, Barocco
UsoSede della Presidenza del Consiglio dei ministri
Realizzazione
ArchitettoGiacomo Della Porta
ProprietarioStato italiano
CommittenteAldobrandini

Palazzo Chigi è un edificio storico situato nel centro di Roma tra piazza Colonna e via del Corso.

Dal 1961 è la sede del Governo della Repubblica Italiana e residenza del presidente del Consiglio dei ministri, adiacente al palazzo Montecitorio.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Residenza nobiliare[modifica | modifica wikitesto]

Il nome del palazzo è quello di una facoltosa famiglia di banchieri di origini senesi, i Chigi, che lo acquistarono ad opera di Agostino nel 1659.

Nella sua storia il palazzo fu residenza di alcune tra le più importanti famiglie nobiliari di Roma. Il 20 aprile 1770 Wolfgang Amadeus Mozart vi tenne un concerto alla presenza di Carlo Edoardo Stuart.

Fu poi sede dell'ambasciata del Belgio, del Regno di Sardegna, della Spagna e dell'Impero austro-ungarico.

Sede istituzionale[modifica | modifica wikitesto]

Mussolini e una delegazione russa presso l'attuale sala del Consiglio dei ministri

Nel 1916 venne acquistato definitivamente dallo Stato italiano. Divenne sede prima del Ministero delle colonie e poi del Ministero degli Esteri nel 1922, quando la carica era ricoperta da Benito Mussolini, che stabilì il suo studio presso la galleria Deti. Affacciandosi dal suo balcone che fa angolo tra via del Corso e piazza Colonna (la cosiddetta Prua d'Italia)[1], pronunciò i primi discorsi che poi avrebbe replicato dal balcone di Palazzo Venezia. Dal 29 marzo 1961 è divenuto la sede ufficiale del Governo, prima ospitata presso il Palazzo del Viminale.

Il palazzo subì verso la fine del XX secolo un restauro, terminato il 7 novembre 1999. L'intervento ha coinvolto non solo le facciate, ma anche gli ambienti dello studio presidenziale, che il presidente Amato aveva trasferito in un'altra sala del palazzo, e che per l'occasione fu ristabilito nella sua collocazione originaria.[2]

Il 28 aprile 2013, durante il giuramento del Governo Letta dinanzi al presidente della Repubblica, fuori dal palazzo un uomo, Luigi Preiti, apre il fuoco contro due carabinieri, Giuseppe Giangrande e Francesco Negri, ferendo questi ultimi e una passante incinta.[3]

Pianta ed esterni[modifica | modifica wikitesto]

La struttura esterna del palazzo prende forma nella fase iniziale cinquecentesca, ma gli interni sono stati oggetto di continue modifiche: l'ultima di esse risale al 1916, quando sul palazzo il governo del Regno d'Italia esercitò il diritto di prelazione ai sensi della legge del 1909 sui beni di rilevante valore artistico.

Palazzo Chigi è caratterizzato da una pianta regolare di forma rettangolare. L'ingresso principale è quello su via del Corso, anche se la facciata più celebre è quella che dà su Piazza Colonna. Dall'ingresso sulla piazza, aperto solo dal 1740, si accede all'elegante Cortile d'onore, da cui si accede alle sale del primo piano mediante un imponente scalone d'onore, opera dell'architetto Felice della Greca e fatto costruire dai Chigi nella seconda metà del Seicento.

Salire lo scalone d'onore, dopo aver varcato il portone principale di Palazzo Chigi ed aver attraversato il cortile con la fontana di travertino che porta lo stemma dell'antica famiglia nobiliare, è un’esperienza che accomuna tutti i gli ospiti di rango che il Presidente del consiglio incontra nella sede del Governo.

Dallo scalone si accede al piano nobile, che ospita le sale più importanti del palazzo. Queste sale che si affacciano nell'angolo tra via del Corso e piazza Colonna, furono costruite, su commissione della famiglia Aldobrandini, dall'architetto romano Matteo da Castello nel XVI secolo.

Gli interni[modifica | modifica wikitesto]

Le sale più importanti di Palazzo Chigi si trovano al piano nobile. Esse corrispondono attualmente allo studio del Presidente del Consiglio, alla sala che funge da anticamera, alla sala del Consiglio dei ministri e ad alcuni salottini attigui.

Questa parte del Palazzo coincide pressappoco con l'antico edificio fatto costruire dalla famiglia Aldobrandini su progetto di Matteo da Castello, il famoso architetto della Roma cinquecentesca.

Le sale sono:

  • La sala delle "Galere"
  • La sala dei mappamondi
  • La sala del Consiglio dei ministri
  • Il salottino giallo
  • L'anticamera del Presidente del Consiglio
  • Lo studio del Presidente del Consiglio
  • La galleria Deti
  • La sala delle Repubbliche Marinare
  • Il primo salone degli arazzi
  • Il secondo salone degli arazzi
  • La sala verde
  • Il salone d'oro
  • La sala delle marine
  • La sala pompeiana

La Sala dei Galeoni o delle Galere[modifica | modifica wikitesto]

Panoramica sulla Sala dei Galeoni

La Sala prende il nome dai cinque bassorilievi in stucco bianco raffiguranti delle galere in navigazione, collocati sopra le porte della sala nel 1917 quando Palazzo Chigi divenne sede del Ministero delle colonie.

Gli stucchi richiamano il ricco cornicione che gira intorno alle pareti, decorato con 72 volti di donna, uno diverso dall'altro, che simboleggiano le etnie del mondo. La Sala è impreziosita da un grande lampadario di Murano di gusto settecentesco, ma di recente fattura. Alle pareti due grandi tele di Giovan Battista Pace, che riproducono gli affreschi del Cavalier d’Arpino situati nel Palazzo dei Conservatori in Campidoglio: la Battaglia di Tullo Ostilio contro i Veienti e i Fidenati e il Combattimento tra gli Orazi e i Curiazi.

Nella Sala si trovano le due terrecotte settecentesche Il Giorno e la Notte di Bartolomeo Cavaceppi. Nella sala si trova anche una copia dell'affresco Incontro di Leone Magno con Attila di Raffaello Sanzio (l'originale è custodito nei Musei Vaticani).

Solitamente questa Sala è utilizzata per le dichiarazioni alla stampa del Presidente del Consiglio al termine degli incontri con i Capi di Stato e di Governo.[4]

Panoramica sulla Sala dei Mappamondi

La Sala delle Quattro Stagioni o dei Mappamondi[modifica | modifica wikitesto]

Funge da anticamera alla sala del Consiglio dei ministri, ed è così chiamata per la presenza di due globi del XVII secolo posti ai lati della porta che accede alla sala del Consiglio, rappresentanti la sfera celeste e la sfera terrestre.

Notevoli le porte settecentesche con specchi e intagli dorati e le decorazioni realizzate nel 1857 in stile neoclassico. Gli affreschi raffigurano le quattro stagioni ed altre figure allegoriche.[5]

L'anticamera del Presidente[modifica | modifica wikitesto]

La sala si affaccia direttamente su Piazza Colonna ed è dotata di una raffinata fascia affrescata con alcuni quadretti, posti in corrispondenza delle finestre, illustranti episodi tratti dalla vita del cardinale Pietro Aldobrandini. Il pregevole camino risale al XVIII secolo.

Sopra il camino è posta una specchiera e due salotti romani tutti del '700 e un arazzo delle manifatture di Bruxelles del XVI secolo.[6]

Lo studio del Presidente del Consiglio[modifica | modifica wikitesto]

Vi si accede direttamente dall'anticamera, si tratta di un ambiente alquanto sobrio, decorato solo con alcuni semplici fregi del XVII secolo. Dietro la scrivania, viene conservata una preziosa Sant'Agnese del Domenichino, copia di un originale del Tiziano conservato nel museo del Prado di Madrid.

Sopra la porta di accesso alla Galleria Deti, i restauri dell'ultimo decennio del XX secolo, hanno riportato alla luce una secentesca raffigurazione dell'episodio biblico di Giona e la balena.[7]

La Sala del Consiglio dei ministri[modifica | modifica wikitesto]

La sala del Consiglio dei Ministri a Palazzo Chigi

È la sala che si affaccia sul balcone centrale della facciata su via del Corso. Le pareti sono decorate da quattro arazzi della scuola del Rubens, da un coro ligneo di gusto cinquecentesco (proveniente dalla distrutta cappella interna dei Chigi) e da un caminetto della fine del XVIII secolo in marmo bianco. Il soffitto è decorato con travi di legno, arricchito con un fregio del 1665 del pittore austriaco Giovanni Paolo Schor.[8]

La galleria Deti[modifica | modifica wikitesto]

Palazzo Chigi visto da Via del Corso; il balcone in primo piano è la cosiddetta Prua d'Italia

Posta all'angolo tra il corso e piazza Colonna, la galleria prende il nome dal suo ideatore, il cardinale Giovanni Battista Deti. Questa sala, oggi adibita a salotto di cortesia, fu riccamente decorata con stucchi dorati e affrescata con soggetti biblici e figurazioni araldiche da Flaminio Allegrini tra il 1616 ed il 1625

Nel 1925 Tito Zaniboni tentò di attentare alla vita di Benito Mussolini, che aveva in questo ambiente il suo studio privato di ministro degli esteri, sparandogli quando si fosse affacciato dal terrazzo della galleria Deti.[9]

Il Salone d'Oro[modifica | modifica wikitesto]

Si trova al secondo piano nobile di Palazzo Chigi con affaccio su piazza Colonna.

Presenta una ricchissima decorazione dorata (donde il nome), che ricopre sia le pareti che il soffitto, realizzata tra il 1765 e il 1767 in occasione del matrimonio del principe Sigismondo Chigi con Maria Flaminia Odescalchi.

Sotto la guida dell'architetto Giovanni Stern, hanno operato:

  • Tommaso Righi per i putti, i grifoni e le figure femminili e maschili che, in bassorilievo, decorano le pareti e per le grandi ninfe cacciatrici sopra le porte, sostenenti i dipinti del fiammingo Giovanni De Momper;
  • Andrea Mimmi per il pavimento intarsiato;
  • Giovanni Angeloni per i lacunari del soffitto e il fregio che lo circonda;
  • Giovan Battista Gaulli (detto il Baciccio) per la tela seicentesca al centro del soffitto “Diana spiante il sonno di Endimione” del 1668;
  • Luigi Valadier per la decorazione a fogliame in metallo fuso e dorato che incornicia gli specchi e forma la base delle lampade.

Assieme alla Sala delle Marine va a formare l'appartamento del Presidente.[10]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Era in programma che proprio in occasione di uno di questi discorsi scattasse l'attentato orchestrato da Tito Zaniboni, che si sarebbe dovuto appostare dall'hotel Dragoni all'angolo opposto di largo Chigi.
  2. ^ Gli ambienti avevano già subito uno sciagurato intervento di restauro negli anni sessanta, che avevano coperto l'originaria decorazione pittorica. Per ulteriori dettagli sul restauro degli anno '90 cfr. il Sito del Governo Archiviato l'11 ottobre 2009 in Internet Archive..
  3. ^ Governo, il giuramento al Quirinale. La sparatoria cancella il clima di festa, in Corriere della Sera, 28 aprile 2013. URL consultato il 30 aprile 2013 (archiviato il 30 aprile 2013).
  4. ^ Sala delle Galere o dei Galeoni, su governo.it, 16 novembre 2015. URL consultato il 19 marzo 2020 (archiviato il 14 luglio 2019).
  5. ^ Sala dei Mappamondi o delle Quattro Stagioni, su governo.it, 16 novembre 2015. URL consultato il 19 marzo 2020 (archiviato l'8 luglio 2019).
  6. ^ L'Anticamera del Presidente o Anticamera Deti, su governo.it, 16 novembre 2015. URL consultato il 19 marzo 2020 (archiviato il 15 luglio 2019).
  7. ^ Presentazione dello studio del Presidente del Consiglio nel Sito del Governo, su governo.it. URL consultato il 18 febbraio 2010 (archiviato il 10 ottobre 2010).
  8. ^ La Sala del Consiglio dei Ministri, su governo.it, 16 novembre 2015. URL consultato il 19 marzo 2020 (archiviato l'11 luglio 2019).
  9. ^ La Galleria Deti, su governo.it, 16 novembre 2015. URL consultato il 19 marzo 2020 (archiviato l'8 luglio 2019).
  10. ^ Il Salone d'Oro, su governo.it, 16 novembre 2015. URL consultato il 19 marzo 2020 (archiviato il 15 luglio 2019).

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