Vincenzo Scotti

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Vincenzo Scotti

Sottosegretario di Stato al Ministero degli affari esteri
Durata mandato12 maggio 2008 –
8 novembre 2011
ContitolareStefania Craxi
Alfredo Mantica
Capo del governoSilvio Berlusconi
PredecessoreFamiano Crucianelli
Donato Di Santo
Gianni Vernetti
Bobo Craxi
SuccessoreStaffan de Mistura
Marta Dassù

Ministro degli affari esteri
Durata mandato28 giugno 1992 –
29 luglio 1992
Capo del governoGiuliano Amato
PredecessoreGianni De Michelis
SuccessoreEmilio Colombo

Ministro dell'interno
Durata mandato16 ottobre 1990 –
28 giugno 1992
Capo del governoGiulio Andreotti
PredecessoreAntonio Gava
SuccessoreNicola Mancino

Capogruppo della Democrazia Cristiana alla Camera dei deputati
Durata mandato25 settembre 1989 –
15 ottobre 1990
PredecessoreMino Martinazzoli
SuccessoreMarco Giordani

Sindaco di Napoli
Durata mandato30 aprile 1984 –
5 agosto 1984
PredecessoreFrancesco Picardi
SuccessoreMario Forte

Ministro per il coordinamento della protezione civile
Durata mandato4 agosto 1983 –
26 marzo 1984
Capo del governoBettino Craxi
PredecessoreLoris Fortuna
SuccessoreGiuseppe Zamberletti

Ministro per i beni culturali e ambientali
Durata mandato28 luglio 1981 –
13 novembre 1982
Capo del governoGiovanni Spadolini
PredecessoreOddo Biasini
SuccessoreNicola Vernola

Ministro del lavoro e della previdenza sociale
Durata mandato11 marzo 1978 –
4 aprile 1980
Capo del governoGiulio Andreotti
Francesco Cossiga
PredecessoreTina Anselmi
SuccessoreFranco Foschi

Durata mandato1º dicembre 1982 –
4 agosto 1983
Capo del governoAmintore Fanfani
PredecessoreMichele Di Giesi
SuccessoreGianni De Michelis

Ministro per il coordinamento delle politiche comunitarie
Durata mandato4 aprile 1980 –
27 giugno 1981
Capo del governoFrancesco Cossiga
Predecessorecarica istituita
SuccessoreLucio Abis

Sottosegretario di Stato del Ministero del tesoro
Durata mandato29 luglio 1976 –
11 maggio 1978
Capo del governoGiulio Andreotti
PredecessoreLucio Gustavo Abis
SuccessoreSalvatore Lima

Deputato della Repubblica Italiana
Durata mandato5 giugno 1968 –
14 aprile 1994
LegislaturaV, VI, VII, VIII, IX, X, XI
Gruppo
parlamentare
Democratico Cristiano
CircoscrizioneNapoli
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoNoi Sud (dal 2010)
In precedenza:
DC (1968-1994)
Terzo Polo (2006)
MpA (2007-2010)
Titolo di studioLaurea in giurisprudenza
ProfessioneSindacalista

Vincenzo Scotti (Napoli, 16 settembre 1933) è un politico, sindacalista e imprenditore italiano. A lungo nei vertici della Democrazia Cristiana e Ministro in diversi governi tra il 1978 e il 1992. Dopo un periodo d'inattività politica, fu sottosegretario agli affari esteri del governo Berlusconi IV.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Vincenzo Scotti nel 1968

Ottenne la laurea magna cum laude in Giurisprudenza nel 1955 all'Università degli Studi di Roma "La Sapienza", con una tesi su Economia dello sviluppo e regioni arretrate. Dal 1954 al 1958 è stato responsabile del Centro di Ricerca della CISL, occupandosi delle politiche di sviluppo in Italia e in particolare nel Mezzogiorno.

È stato fondatore e presidente per vent'anni dell'Università degli Studi Link Campus University.

Carriera politica[modifica | modifica wikitesto]

Alle elezioni politiche del 1968 viene eletto deputato tra le file della Democrazia Cristiana, entrando a far parte della Commissione Finanze. Ripetutamente rieletto nel Collegio di Napoli-Caserta, alle politiche del 1979 raggiunge il massimo delle preferenze con 219.000 voti.

Nel 1976 viene nominato Sottosegretario di Stato al Bilancio. Dal 1978 al 1992 ricopre la carica di ministro in diversi dicasteri: Ministro per i beni culturali e ambientali nel 1981-82 nei Governi Spadolini I e Spadolini II; Ministro dell'interno nel 1990-1992 nei Governi Andreotti VI e Andreotti VII; Ministro degli affari esteri dal giugno al luglio 1992 nel Governo Amato I. Nel 1983 concluse il primo accordo fra sindacati, Governo e Confindustria, che divenne noto come "Accordo Scotti".

Nell'aprile 1984 viene eletto sindaco di Napoli, carica che mantiene fino ad agosto dello stesso anno. Nel 1989 è capogruppo DC alla Camera. Nel 1991, da ministro dell'interno, con il decreto-legge n. 345/91, istituisce la Direzione Investigativa Antimafia. Nel periodo del suo dicastero - 1990-1992 - sono state promulgate le leggi importanti che hanno permesso alle forze dell'ordine e ai magistrati di agire contro l'organizzazione mafiosa.[senza fonte]

Vincenzo Scotti nel 1977 ad un convegno a Siracusa

Durante il suo mandato di Ministro dell'Interno, avvenne la Strage di Capaci, dove morì il giudice Giovanni Falcone e la sua scorta. Nei due mesi successivi, nei quali si verificò anche la Strage di via D'Amelio, era stato sostituito in tale posizione dal collega di partito democristiano Nicola Mancino.[1]

Mentre ricopre la carica di Ministro degli Esteri nel primo governo Amato, il suo partito vara un regolamento interno che sancisce l'incompatibilità tra la carica di ministro e di parlamentare. Scotti è l'unico ministro che opta per rimanere deputato, lasciando pertanto l'esecutivo.[2]

Alle elezioni politiche del 2006 guida una lista denominata Terzo Polo[3], presente solo in alcune circoscrizioni del Lazio e dell'Italia meridionale, che raccoglie risultati complessivamente assai modesti: lo 0,04% sia alla Camera (16.174 voti)[4] sia al Senato (13.260 voti).[5]

Nel 2007 aderisce al Movimento per le Autonomie, con cui è candidato alle politiche del 2008, venendo nominato dal segretario federale Raffaele Lombardo presidente nazionale del partito. Non eletto, il 12 maggio 2008 è stato nominato Sottosegretario di Stato al Ministero degli Affari Esteri. Alle elezioni europee del 2009 si candida con la lista elettorale "L'Autonomia" nella circoscrizione Italia Meridionale: ottiene 30.446 voti, ma non viene eletto.[6] Il 22 gennaio 2010, dopo essere stato espulso[7] dal MpA, diventa presidente nazionale del nuovo partito Noi Sud.

Agli inizi di novembre del 2011, insieme con alcuni deputati del suo partito come Luciano Sardelli e Antonio Milo, scrive una lettera in cui invita il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a dimettersi e accettare un governo di unità nazionale. Dopo aspre critiche rivolte da alcuni giornali di centro-destra circa la sua posizione nell'esecutivo, l'8 novembre rassegna le dimissioni da Sottosegretario agli Affari Esteri.

Vicende giudiziarie[modifica | modifica wikitesto]

I fondi neri del SISDE[modifica | modifica wikitesto]

Rinviato a giudizio per peculato e abuso d'ufficio per lo scandalo dei fondi neri del Sisde nel 1993, le accuse penali sono poi decadute per sopravvenuta prescrizione. La Corte dei conti gli ha imposto di risarcire allo Stato 2.995.450 euro, giudicandolo colpevole insieme all'ex direttore del Sisde, Alessandro Voci, di aver fatto acquistare un palazzo a Roma con fondi riservati del Sisde a un prezzo maggiorato di 10 miliardi di lire per la creazione di fondi neri. È stato assolto dall'accusa di corruzione nella gestione della nettezza urbana e in quello dei Mondiali di Italia 90.[8]

L'inchiesta sulle sale Bingo[modifica | modifica wikitesto]

Un'inchiesta giornalistica di Report del 1º ottobre 2002, intitolata "Dietro al Bingo", rivela alcuni retroscena sulla legalizzazione del gioco della tombola (rinominata in Bingo) e i coinvolgimenti politici. In particolare Milena Gabanelli avrebbe affermato che imprenditori privati e multinazionali spagnole del gioco d'azzardo si sarebbero lanciati nell'affare nel 1999 quando sotto il governo D'Alema il gioco della tombola diventa Bingo, anche se il decreto legge che lo rende operativo e che trasformerebbe in illegali tutte le tombole di quartiere nasce il 21 novembre 2000 quando al Ministero delle Finanze vi era Ottaviano Del Turco e al Tesoro Vincenzo Visco.[9]

Nella vicenda venne coinvolto anche Vincenzo Scotti, che fondò assieme a Luciano Consoli, "Formula Bingo", una società nella quale è presidente, che svolge consulenze per l'apertura delle sale bingo e rapidamente ottiene 214 delle 420 concessioni[9][10] messe in campo sino a quel momento, grazie anche all'alleanza con Codere, una multinazionale spagnola del gioco d'azzardo. Codere e "Formula Bingo" danno un'impronta industriale e altamente lucrativa al gioco casalingo della tombola, dove sono necessari grandi costi e investimenti da parte dei concessionari (i quali -stando all'inchiesta- per rifarsi necessitano di giochi più lucrosi e speculativi).

Con questa operazione "Formula Bingo" guadagna l'1,50% su ogni cartella venduta dalla sue 214 consociate. Scotti è anche presidente di Ascob, l'associazione dei concessionari. È lo stesso Scotti, infatti, che, in Senato, preme per rendere abusive le tombole nei circoli e consentire l'introduzione di slot machine e videopoker nelle Sale Bingo.[11]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro ai benemeriti della cultura e dell'arte - nastrino per uniforme ordinaria

Libri[modifica | modifica wikitesto]

  • Romano Benini con Vincenzo Scotti, Sorvegliata speciale. Le reti di condizionamento della Prima Repubblica, Rubbettino, 2023. ISBN 9788849873733
  • Vincenzo Scotti, Romano Benini, Silvia Sticca, Giovanni Tartaglia Polcini "Da Corleone alla rete silente", Eurilink University Press, 2022, ISBN 9791280164445
  • Vincenzo Scotti e Sergio Zoppi, "Governare l'Italia. Da Cavour a De Gasperi a Conte oggi" Eurilink University Press, 2020, ISBN 9791280164001
  • Vincenzo Scotti e Sergio Zoppi, "Non fu un miracolo. L'Italia e il meridionalismo negli anni di Giulio Pastore e Gabriele Pescatore, Eurilink Uiversity Press, 2016, ISBN 9788897931829
  • Vincenzo Scotti, "Pax mafiosa o guerra. A venti anni dalle stragi di Palermo", Eurilink,2012, 9788895151571

Note[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Sottosegretario di Stato del Ministero degli Affari Esteri Successore
Vittorio Craxi 18 maggio 2008 - 8 novembre 2011
(Governo Berlusconi IV)
Staffan de Mistura
Marta Dassù
(dal 29/11/11)
Predecessore Ministro degli affari esteri della Repubblica Italiana Successore
Gianni De Michelis 28 giugno 1992 - 29 luglio 1992
(Governo Amato I)
Emilio Colombo
Predecessore Ministro dell'interno della Repubblica Italiana Successore
Antonio Gava 16 ottobre 1990 - 12 aprile 1991
(Governo Andreotti VI)
Vincenzo Scotti I
Vincenzo Scotti 12 aprile 1991 - 28 giugno 1992
(Governo Andreotti VII)
Nicola Mancino II
Predecessore Sindaco di Napoli Successore
Francesco Picardi 30 aprile 1984 - 5 agosto 1984 Mario Forte
Predecessore Ministro per il coordinamento della protezione civile della Repubblica Italiana Successore
Loris Fortuna 4 agosto 1983 - 26 marzo 1984
(Governo Craxi I)
Giuseppe Zamberletti
Predecessore Ministro del lavoro e della previdenza sociale della Repubblica Italiana Successore
Tina Anselmi 11 marzo 1978 - 20 marzo 1979
(Governo Andreotti IV)
Vincenzo Scotti I
Vincenzo Scotti 20 marzo 1979 - 4 agosto 1979
(Governo Andreotti V)
Vincenzo Scotti II
Vincenzo Scotti 4 agosto 1979 - 4 aprile 1980
(Governo Cossiga I)
Franco Foschi III
Michele Di Giesi 1º dicembre 1982 - 4 agosto 1983
(Governo Fanfani V)
Gianni De Michelis IV
Predecessore Ministro per i beni culturali e ambientali della Repubblica Italiana Successore
Oddo Biasini 28 luglio 1981 - 7 agosto 1982
(Governo Spadolini I)
Vincenzo Scotti I
Vincenzo Scotti 23 agosto 1982 - 13 novembre 1982
(Governo Spadolini II)
Nicola Vernola II
Predecessore Sottosegretario di Stato del Ministero del bilancio e della programmazione economica Successore
Salvo Lima 29 luglio 1976 - 11 marzo 1978 Lucio Gustavo Abis
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