Genocidio armeno: differenze tra le versioni
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Toynbee ritiene che i morti furono 1.200.000, McCarthy 600.000 . Gli storici stimano che la cifra vari fra i 500.000 e 2.000.000 di morti, ma il totale di 1.200.000/1.300.000 è quello più diffuso e comunemente accettato. |
Toynbee ritiene che i morti furono 1.200.000, McCarthy 600.000 . Gli storici stimano che la cifra vari fra i 500.000 e 2.000.000 di morti, ma il totale di 1.200.000/1.300.000 è quello più diffuso e comunemente accettato. |
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== Negazionismo del genocidio armeno<ref>''[http://www.comunitaarmena.it/comunicati/turchia%207000%20anni%20di%20storia.html Lettera del Consiglio per la Comunità armena di Roma al Presidente della Repubblica On. Giorgio Napolitano]', lettera aperta della comunità armena di Roma sul tema del negazionismo, 31 |
== Negazionismo del genocidio armeno<ref>''[http://www.comunitaarmena.it/comunicati/turchia%207000%20anni%20di%20storia.html Lettera del Consiglio per la Comunità armena di Roma al Presidente della Repubblica On. Giorgio Napolitano]', lettera aperta della comunità armena di Roma sul tema del negazionismo, 31 gennaio 2007</ref> == |
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=== Il punto di vista armeno === |
=== Il punto di vista armeno === |
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Il negazionismo del genocidio armeno indica un atteggiamento storico-politico che, utilizzando a fini ideologici-politici modalità di negazione di fenomeni storici accertati, nega contro ogni evidenza il fatto storico del genocidio del popolo armeno. |
Il negazionismo del genocidio armeno indica un atteggiamento storico-politico che, utilizzando a fini ideologici-politici modalità di negazione di fenomeni storici accertati, nega contro ogni evidenza il fatto storico del genocidio del popolo armeno. |
Versione delle 18:37, 17 dic 2014
L'espressione Genocidio armeno, talvolta Olocausto degli Armeni[1][2] o Massacro degli Armeni (in lingua armena Հայոց Ցեղասպանութիւն Hayoc’ C’eġaspanowt’yown o Մեծ Եղեռն Medz Yeghern "Grande Crimine", in turco Ermeni Soykırımı "Genocidio armeno", a cui talvolta viene anteposta la parola "sözde", "cosiddetto") si riferisce a due eventi distinti ma legati fra loro: il primo è relativo alla campagna contro gli armeni condotta dal sultano ottomano Abdul-Hamid II negli anni 1894-1896; il secondo è collegato alla deportazione ed eliminazione di armeni negli anni 1915-1916. Il termine genocidio è associato soprattutto al secondo episodio, che viene commemorato dagli Armeni il 24 aprile. Il 24 aprile 2010 è stato commemorato il 95º Anniversario del Genocidio Armeno[3].
Nello stesso periodo storico l'Impero Ottomano aveva condotto (o almeno tollerato) attacchi simili contro altre etnie (come gli assiri e i greci), e per questo alcuni studiosi credono che ci fosse un progetto di sterminio.[4]
Sul piano internazionale, ventuno stati[5] hanno già ufficialmente riconosciuto un genocidio negli eventi descritti.[6][7][8][9]
Primo massacro armeno
Nel 1890 nell'Impero ottomano si contavano circa 2 milioni di armeni, in maggioranza appartenenti alla Chiesa apostolica armena. [10] Gli armeni erano sostenuti dalla Russia nella loro lotta per l'indipendenza, poiché la Russia aspirava ad indebolire l'Impero ottomano per annetterne dei territori ed eventualmente appropriarsi di Costantinopoli. Per reprimere il movimento autonomista armeno, il Governo ottomano incoraggiò fra i curdi, che popolavano anch'essi il territorio dell'Armenia storica, sentimenti di odio anti-armeno.
L'oppressione che dovettero subire dai curdi e l'aumento delle tasse imposto dal governo turco esasperò gli armeni fino alla rivolta, alla quale l'esercito ottomano, affiancato da milizie irregolari curde, rispose assassinando migliaia di armeni e bruciandone i villaggi (1894).
Due anni dopo, probabilmente per ottenere visibilità internazionale, alcuni rivoluzionari armeni occuparono la banca ottomana a Istanbul. La reazione fu un pogrom anti-armeno da parte di turchi ottomani in cui persero la vita 50.000 armeni.
Secondo massacro armeno
Nel periodo precedente la prima guerra mondiale nell'impero ottomano si era affermato il governo dei «Giovani Turchi». Essi avevano paura che gli armeni potessero allearsi coi russi, di cui erano nemici.
Il 1909 registrò uno sterminio di almeno 30.000 persone nella regione della Cilicia[11].
Nel 1915 alcuni battaglioni armeni dell'esercito russo cominciarono a reclutare fra le loro fila armeni che prima avevano militato nell'esercito ottomano. Intanto l'esercito francese finanziava e armava a sua volta gli armeni, incitandoli alla rivolta contro il nascente potere repubblicano.[12] Nella notte tra il 23 e il 24 aprile 1915 vennero eseguiti i primi arresti tra l'élite armena di Costantinopoli. L'operazione continuò l'indomani e nei giorni seguenti. In un solo mese, più di mille intellettuali armeni, tra cui giornalisti, scrittori, poeti e perfino delegati al Parlamento furono deportati verso l'interno dell'Anatolia e massacrati lungo la strada.
Arresti e deportazioni furono compiute in massima parte dai «Giovani Turchi». Nelle marce della morte, che coinvolsero 1.200.000 persone, centinaia di migliaia morirono per fame, malattia o sfinimento. Queste marce della morte furono organizzate con la supervisione di ufficiali dell'esercito tedesco in collegamento con l'esercito turco, secondo le alleanze ancora valide tra Germania e Impero Ottomano (e oggi con la Turchia) e si possono considerare come "prova generale" ante litteram delle più note marce ai danni dei deportati ebrei durante la seconda guerra mondiale.[13][14][15] Altre centinaia di migliaia furono massacrate dalla milizia curda e dall'esercito turco. Le fotografie di Armin T. Wegner sono la testimonianza di quei fatti.[16]
Malgrado le controversie storico-politiche, che saranno trattate nella sezione che segue, un ampio ventaglio di analisti concorda nel qualificare questo accadimento come il primo genocidio moderno,[17][18][19] e soprattutto molte fonti occidentali enfatizzano la "scientifica" programmazione delle esecuzioni.[20]
Riconoscimento di genocidio
La maggior parte degli storici tende a considerare le motivazioni addotte dai Giovani Turchi come propaganda, e a sottolinearne il progetto politico mirante alla creazione in Anatolia di uno Stato turco etnicamente omogeneo. Altri studiosi, sostenendo l'inesistenza di un progetto di genocidio, richiamano l'attenzione sul fatto che non tutti i numerosi armeni d'Istanbul furono coinvolti nel massacro e che non fu approntato un piano sistematico di eliminazione paragonabile a quello messo in pratica dai nazisti contro gli ebrei durante la Seconda guerra mondiale.[21]
Il governo turco continua ancora oggi a rifiutare di riconoscere il genocidio ai danni degli armeni[22] ed è questa una delle cause di tensione tra Unione Europea e Turchia.[23] Una recente legge francese punisce con il carcere la negazione del genocidio armeno. Per converso, già da tempo la magistratura turca punisce con l'arresto e la reclusione fino a tre anni il nominare in pubblico l'esistenza del genocidio degli armeni in quanto gesto anti-patriottico. In tale denuncia, comunque ritirata, è incappato lo scrittore turco Orhan Pamuk, a seguito di un'intervista ad un giornale svizzero in cui accennava al fenomeno.[24] Il governo turco attuale sta favorendo l'apertura al riconoscimento di questa pagina di storia, come dimostrato anche dalla riapertura di alcune chiese armene nel sud-est del paese (la zona curda) a Van e a Diyarbakır, su iniziativa del sindaco del BDP Osman Baydemir. I socialdemocratici del Partito Repubblicano e i nazionalisti tuttavia si oppongono tenacemente a questi cambiamenti.
Va ricordato che l'apparente coerenza di tesi da parte della storiografia turca contro l'esistenza del genocidio è dovuta in buona parte al clima di repressione che si respira nel paese. Ad esempio, lo storico turco Taner Akçam, il primo a parlare apertamente di genocidio, viene arrestato nel 1976 e condannato a dieci anni di reclusione per i suoi scritti; l'anno successivo riesce a fuggire e a rifugiarsi in Germania; oggi lavora negli Stati Uniti, presso lo Strassler Family Center for Holocaust and Genocide Studies della Clark University, dopo essere stato Visiting Associate Professor of History alla University of Minnesota.[25]
Posizione della comunità internazionale
Questa è la lista dei paesi che ad oggi hanno ufficialmente riconosciuto il genocidio:
- Argentina (2 leggi,[26][27] 3 risoluzioni[28][29][30])
- Armenia[31]
- Belgio[32]
- Canada (1996,[33] 2002,[34] 2004[35])
- Cile[36]
- Cipro[37]
- Francia (2001 atto del Parlamento[38][39][40][41][42][43])
- Grecia[44]
- Italia[45]
- Lituania[46]
- Libano[47]
- Paesi Bassi[48]
- Polonia[49]
- Russia[50]
- Slovacchia[51]
- Svezia
- Svizzera[52]
- Uruguay (1965,[53] 2004[54])
- Vaticano[55]
- Venezuela[56]
Inoltre, il Congresso degli Stati Uniti ha approvato a marzo 2010 una risoluzione che chiede al presidente Obama il riconoscimento di tale tragedia.[57]
Numero dei morti
L'esatto numero di morti è controverso. Le fonti turche tendono a minimizzare la cifra, quelle armene a gonfiarla.
Nel 1896 il governo ottomano registrava in 1.440.000 gli Armeni residenti in Anatolia. Secondo il Patriarcato armeno di Costantinopoli, nel 1914 gli Armeni anatolici andavano da un minimo di 1.845.000 ad un massimo di 2.100.000. Le stime variano da un minimo di 950.000 secondo le fonti scritte turche fino a 3.500.000 secondo le ipotesi degli Armeni.
Lo storico Arnold J. Toynbee, che fu ufficiale dell'intelligence britannica in Anatolia nella prima guerra mondiale, stima in 1.800.000 il numero complessivo degli Armeni di quel paese. L'Enciclopedia Britannica indica come probabile il numero di 1.750.000.[58][59]
Il numero degli armeni morti nel secondo massacro è ancora più controverso. Fonti turche stimano il numero dei morti in 200.000, mentre quelle armene arrivano a 2.500.000. Talat Pasha, Gran Visir nel 1917-1918 e importante Giovane Turco, stima la cifra in 300.000 morti.
Toynbee ritiene che i morti furono 1.200.000, McCarthy 600.000 . Gli storici stimano che la cifra vari fra i 500.000 e 2.000.000 di morti, ma il totale di 1.200.000/1.300.000 è quello più diffuso e comunemente accettato.
Negazionismo del genocidio armeno[60]
Il punto di vista armeno
Il negazionismo del genocidio armeno indica un atteggiamento storico-politico che, utilizzando a fini ideologici-politici modalità di negazione di fenomeni storici accertati, nega contro ogni evidenza il fatto storico del genocidio del popolo armeno.
Il fatto è ritenuto storicamente accertato. Interessi ideologici-politici-storici tendono a renderne difficile la constatazione da parte di quanti in qualche modo si sentano vicini agli autori dell'olocausto degli armeni, o abbiano difficoltà culturali-storiche ad accettarlo, o per interessi geo-politici considerano dannoso ammetterlo.[61]
Il negazionismo è un atteggiamento storico culturale, che fa uso di una serie di strumenti dialettici per negare l'evidenza dei fatti. Le motivazioni per assumere un atteggiamento negazionista possono essere disparate, tuttavia nel caso del genocidio armeno gli interessi politici concreti prevalgono su quelli culturali, avendosi una utilizzazione del metodo negazionista in funzione di non fare concessioni politiche, necessarie in caso di ammissione del fatto.
In realtà furono utilizzati vari espedienti per mantenere il silenzio, dalla minimizzazione del numero degli uccisi, dalla presentazione delle circostanze come necessità di difesa, dalla scissione dei massacri in singole azioni di dimensione inferiore al complesso.[62]
Il punto di vista turco
L'impostazione ufficiale del governo turco è che le morti degli armeni durante il "trasferimento" o "deportazione" non possono essere semplicemente considerate "genocidio", una posizione che è stata appoggiata da una miriade di giustificazioni divergenti: che le uccisioni non erano deliberate o non erano orchestrate dal governo, che le uccisioni erano giustificate dalla minaccia filorussa costituita dagli armeni[63] come gruppo culturale, il fatto che gli armeni siano meramente morti di fame, o qualcuna delle varie caratterizzazioni che richiamano le fameliche "bande armene".[64][65][66] Alcune argomentazioni tentano di screditare l'ipotesi del genocidio sul piano semantico o mettendone in risalto lo specifico anacronismo (la parola genocidio non sarebbe stata neppure coniata prima del 1943).[67]
Anche i dati delle perdite turche nella Prima guerra mondiale sono spesso invocati per ridimensionare il numero dei morti armeni.[68] Fonti ufficiali turche hanno affermato che la stessa "tolleranza del popolo turco"[69] rende impossibile il genocidio armeno. Un documento militare fa leva su un episodio storico dell'XI secolo per confutare il genocidio armeno: "Furono i selgiuchidi che salvarono gli armeni caduti in loro dominio nel 1071 dalla persecuzione bizantina ed assicurarono loro il diritto di vivere come spetta ad un uomo."[69][70]
Nel 2005, il primo ministro turco Recep Tayyip Erdoğan invitò gli storici turchi, armeni ed internazionali a rivalutare i "fatti del 1915" (la sua locuzione preferita in proposito)[71] usando gli archivi reperibili in Turchia, Armenia ed altri paesi.[72] Il presidente armeno Robert Kocharyan rifiutò l'offerta dicendo:
«It is the responsibility of governments to develop bilateral relations and we do not have the right to delegate that responsibility to historians. That is why we have proposed and propose again that, without pre-conditions, we establish normal relations between our two countries.»
«È responsabilità dei governi sviluppare relazioni bilaterali e noi non abbiamo il diritto di delegare tale responsabilità agli storici. Ecco perché abbiamo proposto ed ancora proponiamo che, senza pre-condizioni, stabiliamo normali relazioni tra i nostri due paesi.»
Inoltre, il ministro degli esteri turco dell'epoca, Abdullah Gül, invitò gli Stati Uniti ed altri paesi a contribuire a quella commissione incaricando degli studiosi di "investigare su questa tragedia ed aprire strade a turchi ed armeni per riunirsi."[74]
Il governo turco continua a contrastare il riconoscimento formale del genocidio da parte di altri paesi, ed a mettere in discussione che un genocidio sia mai accaduto.
Le tensioni tra Unione Europea e Turchia
In vista dell'ingresso della Turchia nell'Unione Europea il negazionismo del governo turco ha creato difficoltà al negoziato. La Turchia continua tuttora a negare il genocidio ai danni degli armeni. La Francia considera invece reato negarlo.[75] Il Parlamento italiano si occupò del problema nel 1998 con una mozione presentata da Giancarlo Pagliarini per il riconoscimento dell'Olocausto armeno, firmata da 165 parlamentari di diversi partiti. Il 17 novembre del 2000 la Camera dei deputati italiana, sulla scia del Parlamento europeo e dello Stato Vaticano, ha votato una risoluzione che riconosce il genocidio armeno e invita la Turchia a fare i conti con la propria storia.
Filmografia
- Ravished Armenia, di Oscar Apfel (1919)
- Mayrig, di Henri Verneuil (1991)
- Quella strada chiamata paradiso, di Henri Verneuil (1992), seguito del precedente
- Ararat, di Atom Egoyan (2002)
- Screamers di Carla Garapedian (2006), documentario
- Memories di Avedis Ohanian (2006), documentario
- La masseria delle allodole, di Paolo e Vittorio Taviani (2007), basato sul romanzo omonimo di Antonia Arslan
- Storie senza storia, di Paolo Facco e Federico Rorato, (2008), documentario
Il Genocidio nella musica
Il Genocidio Armeno è stato argomento di molti testi del famoso gruppo alternative metal System of a Down, i cui membri Serj Tankian, Daron Malakian, Shavo Odadjian e John Dolmayan hanno in comune la triste perdita di familiari (nonni e bisnonni). Il nonno di Tankian è uno dei pochi superstiti di tale Genocidio. Tra le canzoni di denuncia del gruppo, spiccano Holy Mountains, P.L.U.C.K e "Yes, it's genocide".[senza fonte] Un'altra band metal-core statunitense che dedica una canzone al genocidio armeno sono gli "Integrity" sul loro album "Systems Overload" (Victory Records, 1995), intitolata "Armenian Persecution"
Note
- ^ Richard G. Hovannisian, The Armenian holocaust: a bibliography relating to the deportations, massacres, and dispersion of the Armenian people, 1915-1923, Armenian Heritage Press, 1980. ISBN 978-0-935411-05-8
- ^ Alberto Rosselli, a cura di M. Cimmino, L'olocausto armeno. Breve storia di un massacro dimenticato, Editore Solfanelli, 2010. ISBN 88-89756-97-7.
- ^ United Nations Sub-Commission on Prevention of Discrimination and Protection of Minorities, July 2, 1985
- ^ Schaller, Dominik J. and Zimmerer, Jürgen (2008) Late Ottoman genocides: the dissolution of the Ottoman Empire and Young Turkish population and extermination policies – introduction, Journal of Genocide Research, 10(1):7–14
- ^ Recognition of the Armenian Genocide: List of countries
- ^ Kamiya, Gary. Genocide: An inconvenient truth salon.com. October 16, 2007.
- ^ Letter from the International Association of Genocide Scholars to Prime Minister Recep Tayyip Erdoğan, June 13, 2005
- ^ Jaschik, Scott. Genocide Deniers. History News Network. October 10, 2007.
- ^ Kifner, John. Armenian Genocide of 1915: An Overview. The New York Times.
- ^ la Chiesa armena non aveva partecipato al Concilio di Calcedonia e non ne aveva sottoscritto le tesi. Storicamente etichettata come "monofisita", la Chiesa armena afferma di non concordare con questa attribuzione poiché essa, pur essendo in disaccordo con la formula stabilita nel concilio di Calcedonia, considera il monofisismo, così come professato da Eutiche, un'eresia. La Chiesa armena aderisce invece alla dottrina di Cirillo di Alessandria (370-444), che considera la natura di Cristo come unica, frutto dell'unione di quella umana e divina. Per distinguere questa dottrina da quella di Eutiche, essa viene denominata «Miafisismo»
- ^ Hagop H. Terzian, Giligie Aghedu, Istanbul, 1912. Il libro, allora proibito dalle autorità è stato ristampato in traduzione inglese con il titolo Cilicia 1909: The Massacre of Armenians, Taderon Press e Gomidas Institute, 2009, ISBN 978-1-903656-95-2. Cfr Book Review Cilicia 1909 su asbarez.com
- ^ Che sorgerà ufficialmente nel 1923 dopo la lotta anti-imperialista di liberazione nazionale e la vittoria di Mustafa Kemal Atatürk.
- ^ Samuel Totten, Paul Robert Bartrop, Steven L. Jacobs (eds.) Dictionary of Genocide. Greenwood Publishing Group, 2008, ISBN 0-313-34642-9, p. 19
- ^ Noël, Lise. Intolerance: A General Survey. Arnold Bennett, 1994, ISBN 0-7735-1187-3, p. 101
- ^ Encyclopedia of Race, Ethnicity, and Society, by Richard T. Schaefer, 2008, p. 90
- ^ Collegamenti esterni sulla figura e sull'opera di Wegner:
- Armin Wegner's photography depicting the Armenian Genocide
- Brief an Hitler Armin Wegner's letter to Adolf Hitler, 1933 (German language)
- Armin T. Wegner Society
- Biography of Armin T. Wegner
- Armin T. Wegner on Find A Grave
- On May 23, 1967, Yad Vashem decided to recognize Armin Wegner as Righteous Among the Nations
- ^ Council of Europe Parliamentary Assembly Resolution, April 24, 1998
- ^ Ferguson, Niall. The War of the World: Twentieth-Century Conflict and the Descent of the West. New York: Penguin Press, 2006, p. 177. ISBN 1-59420-100-5
- ^ A Letter from The International Association of Genocide Scholars
- ^ Senate Resolution 106 — Calling on the President to ensure that the foreign policy of the United States reflects appropriate understanding and sensitivity concerning issues related to Human Rights, Ethnic Cleansing, and Genocide Documented in the United States Record relating to the Armenian Genocide, su thomas.loc.gov, Library of Congress.
- ^ Questa la tesi sostenuta, tra gli altri, da Guenter Lewy A questo proposito lo studioso armeno Boghos Levon Zekiyan spiega che la persecuzione degli armeni di Istanbul fu solo il punto di partenza delle milizie turche, destinato a colpire esclusivamente gli intellettuali, le menti pensanti: l'obiettivo della deportazione riguardava non tanto gli Armeni in quanto componente etnica, ma piuttosto gli Armeni come componente territoriale dell'Anatolia, nel quadro del progetto detto della Grande Turchia (o del panturchismo). Boghos Levon Zekiyan sottolinea che "gli armeni residenti nella capitale erano estranei alla legge di deportazione, ovviamente per un riguardo alle missioni diplomatiche straniere" mentre in Anatolia "un'operazione così ampia era facilitata nell'esecuzione dallo stato di guerra in cui si trovava impegnata tutta l'Europa" ('L'Armenia e gli armeni', Ed. Guerini, 2000, pp. 53-54).
- ^ BBC News Europe, Q&A: Armenian 'genocide', BBC News, 12 ottobre 2006. URL consultato il 29 dicembre 2006 (archiviato dall'url originale il 1º marzo 2007).
- ^ Armenian genocide denial: The case against Turkey, By Alan S. Rosenbaum, Jewish News, 2007
- ^ Daren Butler and Ercan Ersoy, "Kerinçsiz puts patriotism before free speech, EU". Reuters via Turkish Daily News, 21 July 2006.
- ^ Clark University has appointed prominent historian Taner Akçam to occupy the Robert Aram and Marianne Kaloosdian and Stephen and Marion Mugar Professorship in Armenian Genocide Studies
- ^ Argentina Law, March 18, 2004, Armenian National Institute, Inc.
- ^ Argentina Law, January 15, 2007
- ^ Argentina Senate Resolution, May 5, 1993, Armenian National Institute, Inc.
- ^ Argentina Senate Resolution, April 20, 2005, Armenian National Institute, Inc.
- ^ Argentina Senate Resolution, August 20, 2003, Armenian National Institute, Inc.
- ^ [Закон Армянской Советской Социалистической Республики "Об осуждении геноцида армян 1915 года в Османской Турции", Ведомости Верховного Совета Армянской ССР, 1988, 30 ноября, № 22, с. 312]
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- ^ The Armenian Review — Pag. 92,
- ^ TURKSES Voice of Turks - The So-Called Armenian Genocide
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- ^ Il Dizionario Merriam-Webster effettivamente fa nascere genocide nel 1944.
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- ^ "Turkey's Memory Lapse: Armenian Genocide Plagues Ankara 90 Years On - International - Spiegel online - News."
- ^ (TR) 1915 yılı olayları, in Sabah, 27 luglio 2007. URL consultato il 3 settembre 2008.«Erdoğan, eylülde ABD Kongresi'nin gündemine gelmesi beklenen soykırım iddialarına ilişkin genelgesinde, kamu kurumlarının, '1915 yılı olayları', '1915 yılı olayları ile ilgili Ermeni iddiaları veya varsayımları' ifadelerini kullanmalarını istedi.»
- ^ Turkey's Initiative to Resolve Armenian Allegations Regarding 1915, su turkishembassy.org, Embassy of Turkish Republic at Washington, D.C.. URL consultato il 29 giugno 2008.
- ^ Minister Oskanian Comments on Turkish Foreign Minister Abdullah Gul's Recent Remarks, su armeniaforeignministry.com, Armenian Ministry of Foreign Affairs, 4 novembre 2006. URL consultato il 23 aprile 2007.
- ^ Türkiye Cumhuriyeti VaÅington Büyükelçiliği
- ^ Levy Bernard Henri, Perché una legge contro i negazionisti, sul Corriere della Sera del 30.11.2008, pag. 28.
Bibliografia
Bibliografia generale italiana (in ordine cronologico)
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- Antonia Arslan, Il libro di Mush, Skira, 2012, ISBN 978-88-572-1151-0
- Maria Immacolata Macioti, Il genocidio armeno nella storia e nella memoria, Edizioni Nuova Cultura, Roma 2011, ISBN 978-88-6134-708-3
- Varujan Vosganian, Il libro dei sussurri, Keller editore, 2011 (trad. di Anita Bernacchia), ISBN 978-88-89767-23-8 (disponibile anche la versione spagnola El libro de los susurros, ed. Pre-Textos, Valencia, 2010, 584 pag. Trad. Joaquin Garrigos. ISBN 978-84-92913-84-8)
- Gilbert Sinoué, Armenia, Neri Pozza Editore, 2011, ISBN 978-88-545-0397-7 (Tit. orig. Erevan, Flammarion 2009)
- Henry Morgenthau, Diario, 1913-1916, Guerini e Associati, 2010, ISBN 978-88-6250-235-1
- Ondine Khayat, Le stanze di lavanda - Il romanzo di un'infanzia armena, Edizioni PIEMME, 2009, ISBN 978-88-566-0246-3
- Emanuele Aliprandi, 1915, cronaca di un genocidio: il massacro degli armeni raccontato dai giornali italiani dell'epoca, &MyBook, 2009, ISBN 978-88-96096-45-1
- Antonia Arslan, La strada di Smirne, ed. Rizzoli, 2009
- Hrant Dink, L'inquietudine della colomba. Essere armeni in Turchia, Guerini e Associati, 2008, ISBN 978-88-8335-998-9
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- Cetin Fethije, Heranush mia nonna, Alet ed., 2008
- Raphael Stainville, Grande Male, San Paolo, 2008, ISBN 978-88-215-6074-3
- Ajemian Ahnert Margaret, Le rose di Ester - Una madre racconta il genocidio armeno, ed. Rizzoli, 2008, ISBN 978-88-17-02484-6
- Antonia Arslan, La masseria delle allodole, ed. BUR, 2007, ISBN 88-17-01633-0
- Marcello Flores, Il genocidio degli armeni, ed. Il Mulino, 2007, ISBN 88-15-11853-5
- E. Miller Donald e Lorna Touryan Miller, Survivors. Il genocidio degli armeni raccontato da chi allora era bambino, ed. Guerini e Associati, 2007, ISBN 88-8335-878-3
- Alberto Rosselli, L'olocausto armeno, ed. Solfanelli, 2007, ISBN 88-89756-17-9
- Paolo Cossi Medz Yeghern, Il Grande Male, Ed. Hazard, 2007, ISBN 88-7502-090-6 (a fumetti)
- Kemal Yalçin, Con te sorride il mio cuore, Edizioni Lavoro, 2006
- Guenter Lewy, Il massacro degli armeni, Einaudi, 2006, ISBN 88-06-17841-5
- Alice Tachdjian Polgrossi, Pietre sul cuore. Diario di Varvar, una bambina scampata al genocidio degli armeni, ed. Sperling & Kupfer, 2006, ISBN 88-8274-975-4
- Diego Cimara, Il genocidio turco degli armeni, ed. Editing (Treviso), 2006, ISBN 88-6094-027-3
- Edgar Hilsenrath, La fiaba dell'ultimo pensiero, ed. Marcos y Marcos, 2006, ISBN 978 8871684512
- Taner Akçam, Nazionalismo turco e genocidio armeno. Dall'Impero ottomano alla Repubblica, ed. Guerini e Associati, 2005, ISBN 88-8335-719-1
- Flavia Amabile, Marco Tosatti, Mussa Dagh-Gli Eroi Traditi, Guerini e Associati, 2005. ISBN 88-8335-631-4
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- Franz Werfel, I quaranta giorni del Mussa Dagh, ed. Corbaccio, 2003
- Flavia Amabile, Marco Tosatti, La vera storia del Mussa Dagh, Guerini e Associati, 2003
- Yves Ternon, Gli Armeni. 1915-1916: il genocidio dimenticato, Rizzoli, 2003, ISBN 88-17-87206-7
- Marco Impagliazzo, Una finestra sul massacro. Documenti inediti sulla strage degli armeni (1915-1916), ed. Guerini e Associati, 2000, ISBN 88-8335-133-9
- Claude Mutafian, Metz Yeghérn. Breve storia del genocidio degli armeni, Guerini e Associati, 1995, ISBN 978-88-8335-187-7
- Hrand Nazariantz, L'Armenia, il suo martirio e le sue rivendicazioni, con introduzione di Giorgio D'Acandia (pseud. di Umberto Zanotti Bianco), Battiato, Catania 1916.
Bibliografia sul negazionismo
- The Banality of Denial, by Yair Auron, Rutgers University Press, New Brunswick, 2003, ISBN 0-7658-0834-X, 338 pp.
- Investigation into the negation of a genocide, by Yves Ternon, Brackets, 1989
- Revolution and Genocide, by Robert Melson, 1992, 386 p.
- Encyclopedia of Genocide, ed. by Israel Charny, 1999
- The History and Sociology of Genocide: Analyses and Case Studies, by Kurt Jonassohn, 1990, 480 p.
- A Little Matter of Genocide: Holocaust and Denial in the Americas, by Ward Churchill, 1997, City Lights Books, ISBN 0-87286-323-9
- The Crime of Destruction and the Law of Genocide, by Caroline Fournet, 2007, Ashgate Publishing, 182 p., ISBN 0-7546-7001-5
- Stay the Hand of Vengeance: The Politics of War Crimes Tribunals, by Gary Jonathan Bass, Princeton University Press, pp. 106–146
- A Problem from Hell: America and the Age of Genocide, by Samantha Power, NY: Basic Books, 2002, pp. 1–16
- Armenia: The Survival of a Nation, by Christopher J. Walker. Revised Second Edition. New York, NY: St. Martin's Press, 1990. 476 pp.
- Remembrance and Denial: The Case of the Armenian Genocide, by Richard G. Hovannisian, 1998
- The Key Elements in the Turkish Denial of the Armenian Genocide, by Vahakn Dadrian, 1999
- The Psychological Satisfaction of Denials of the Holocaust or Other Genocides by Non-Extremists or Bigots, and Even by Known Scholars, by Israel W. Charny, "IDEA" journal, July 17, 2001, Vol.6, no.1
- Professional ethics and the denial of the Armenian genocide, by Smith, Roger W.; Markusen, Eric; and Lifton, Robert Jay // Holocaust and Genocide Studies, # 9 (1), 1995, p. 1-22
- Le Monde Diplomatique - The long denied Armenian Genocide: Turkey's carefully forgotten history, by Taner Akçam, Le Monde Diplomatique, 2000
- U.S. Denial of the Armenian Genocide, by Stephen Zunes, "Foreign Policy in Focus", October 22, 2007
Voci correlate
- Armeni
- Genocidio assiro
- Genocidio greco
- Giacomo Gorrini
- Negazionismo
- Negazionismo dell'Olocausto
- Negazionismo del genocidio armeno
- Negazionismo del genocidio assiro
- Massacri hamidiani
- Mayrig
- System of a Down
Altri progetti
- Wikiquote contiene citazioni di o su genocidio armeno
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su genocidio armeno
Collegamenti esterni
- Video della conferenza del prof. Dadrian (60 minuti)
- (EN) Armenian National Institute
- Gariwo, Genocidio Armeni
- «Il genocidio degli Armeni» (in sei parti)
- «La strage degli Armeni»
- Sito italiano sul genocidio dedicato alla scuola
- Sito della comunità armena di Roma
- Sito ufficiale per il riconoscimento del Genocidio Armeno
Collegamenti esterni sul negazionismo
- Denial of the Armenian Genocide, Armenian Genocide Resource Library for Teachers
- Armenian genocide denial by Turkey, Genocide Watch
- A source of news and information on the No Place for Hate/Anti-Defamation League Armenian Genocide denial issue
- Armenian Genocide Denial and Free Speech, by FacingHistory.ORG, 2008
- Selected Bibliography on Denial of the Armenian Genocide, Zoryan Institute, 2001.
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