Nerone nell'eredità storica culturale

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Voce principale: Nerone.
Statua moderna di Nerone. Claudio Valenti, 2010, Anzio (RM)

L'imperatore romano Nerone, scrittore e artista, è ricordato anche in alcune opere della cultura di massa ma soprattutto nella tradizione storica popolare dove il nome Nerone coincide con avvenimenti estremamente negativi a lui impropriamente attribuiti.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Contrariamente alla storiografia ufficiale, il popolo della città continuò a tributargli una sorta di spontaneo culto popolare[1] fino al XII secolo, quando papa Pasquale II interruppe la tradizione di portar fiori al mausoleo dei Domizi Enobarbi, ov'era sepolto Nerone, facendolo demolire e costruire al suo posto una cappella che sarebbe poi divenuta Santa Maria del Popolo. Il papa, superstizioso e volendo costruire una nuova chiesa, decise per il luogo dove si trovavano le rovine del mausoleo, tagliò il noce millenario, e, si dice, ritrovò l'urna con le ceneri, che venne distrutta.[2] Nella tradizione popolare romana molti sono i luoghi riferiti e intitolati a Nerone per la semplice presenza di resti antichi.

In particolare un sarcofago monumentale marmoreo lungo la Via Cassia ha dato il nome Tomba di Nerone ad una vasta area circostante. Basta però guardare il lato dell'avello opposto al tracciato stradale per leggere l'epigrafe che lo attribuisce al console Publio Vibio Mariano. I romani del popolo credevano che le ceneri di Nerone, la cui memoria era durata nei secoli come quella di un governante rimpianto, forse buttate nel Tevere, erano state invece traslate in questo sepolcro.[3][4]

Il marchese de Sade e i decadenti lo consideravano un esteta che voleva superare ogni limite umano.[5] Il poeta greco Konstantinos Kavafis scrisse una lirica che narra gli ultimi tempi di Nerone e l'ascesa di Galba, intitolata La scadenza di Nerone. Nerone è noto anche nella cultura popolare e nel cinema: spesso ne vengono accentuati i tratti stravaganti e dispotici. Il più celebre è Quo vadis, interpretato tra gli altri da Peter Ustinov, che ricevette una nomination agli Oscar del 1952 per il ruolo dell'imperatore.

Solo in epoca recente la figura di Nerone è stata storicizzata anche nel cinema, eliminando le rappresentazioni caricaturali: un esempio di ciò è Nerone, miniserie in due episodi prodotta da Lux Vide e Rai Fiction nel 2004. La figura dell'imperatore viene qui rivista come quella di un attore e artista che fu coinvolto suo malgrado dall'ambizione della madre nell'impero, cui egli non era in grado di far fronte, se non con il proprio particolare temperamento artistico.[N 1]

Nel 2010 la città di Anzio ha inaugurato il primo monumento al mondo dedicato a Nerone, una statua bronzea, con la seguente targa commemorativa: "Nerone Claudio Cesare Augusto Germanico, nato ad Anzio il 15/12/37 d.C. con il nome di Lucio Domizio Enobarbo, figlio di Gneo Domizio Enobarbo e di Agrippina Minore, sorella dell'imperatore Caligola. Nel 54 d.C. divenne imperatore per acclamazione dei pretoriani. Durante il suo principato l'impero conobbe un periodo di pace, di grande splendore e di importanti riforme. Morì il 9/06/68 d.C.". In passato la stessa cittadina gli aveva dedicato una via, in quanto "cittadino" famoso che ha reso noto il nome di Anzio in tutto il mondo.[6]

Cinema (parziale)[modifica | modifica wikitesto]

Peter Ustinov interpreta Nerone in Quo vadis (1951)

Letteratura[modifica | modifica wikitesto]

  • Un chante de fete de Neròn (1827) di Victor Hugo
  • Quo vadis? (1895) di Henryk Sienkiewicz
  • Cristo, Nerone e il segreto di Maddalena (2006) Francesco Arcucci, Katia Ferri
  • L'aquila sul Nilo (2010) di Guido Cervo
  • Nerone. Il fuoco di Roma (2011) di Andrea Biscaro
  • Roma in fiamme. Nerone, principe di splendore e perdizione (2011). Serie Il romanzo di Roma di Franco Forte
  • Il primo apostolo di James Becker (2011)
  • Nerone di Jurgen Malitz, il Mulino, 2003
  • Nerone. Duemila anni di calunnie (1993) di Massimo Fini.

Opere musicali[modifica | modifica wikitesto]

Spiritismo[modifica | modifica wikitesto]

  • La gematria dell'espressione latina QeSaR NeRON (Caesar Neron, l'imperatore Nerone) trasposta nell'alfabeto ebraico rende il numero 666, chiamato anche Numero della Bestia. Ciò fu associato all'idea di un imperatore che adorava false divinità pagane, rendendosi persecutore dei cristiani e in particolare il mandante della crocifissione di san Pietro e della decollazione di san Paolo apostoli e martiri.[senza fonte]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

  • Il 19 marzo 1945 Adolf Hitler emette il decreto Nerone (in tedesco Nerobefehl), per ordinare la distruzione delle infrastrutture tedesche, al fine di impedire il loro uso da parte delle forze alleate durante la loro avanzata in Germania.
  • Il software Nero Burning ROM, sviluppato nel 1997 dalla società tedesca Nero AG, prende il nome dall'imperatore romano e dalla sua supposta responsabilità nel Grande incendio di Roma, come risulta evidente dal gioco di parole tra ROM e il nome tedesco, nonché la pronuncia del nome inglese, della città di Roma.

Teatro[modifica | modifica wikitesto]

Televisione (parziale)[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni
  1. ^ "Aveva un sogno: diventare un grande attore. È stato costretto a fare l'imperatore. L'impero è stato il suo palcoscenico" (tagline del film TV).
Fonti
  1. ^ Svetonio, L, LVII
  2. ^ Massimo Fini, 1993
  3. ^ Eugenia Equini Schneider, 1984
  4. ^ Pizz – Il rudere che si erge sulla Cassia col nome di "Tomba di Nerone" costituisce veramente il sepolcro dell'imperatore?, in Il Tevere, 5 dicembre 1932.
  5. ^ Alberto Perconte Licatese, Nerone fu davvero un genio del male?, su Laboratorio Culturale "Arianna", Alberto Perconte Licatese, 28 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2021).
  6. ^ Monumento a Nerone. Il nome di Anzio sui più importanti giornali del mondo, su Vivi Anzio Nettuno, 2 luglio 2010 (archiviato dall'url originale il 16 settembre 2010).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]