Alberto Capozzi

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Alberto Angelo Capozzi

Alberto Angelo Capozzi (Sestri Ponente, 8 luglio 1886Roma, 27 giugno 1945) è stato un attore italiano, attivo dall'epoca del cinema muto.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Sestri Ponente, in provincia di Genova l'8 luglio 1886 da famiglia facoltosa (il padre era armatore) e sembrò destinato al sacerdozio.[1] Nel 1905, attratto dalle scene, fu scritturato nella compagnia di Virgilio Talli e lavorò con Lyda Borelli, Irma Gramatica e Oreste Calabresi.[1]

Scoperto dal cinema, fu scritturato dalla casa di produzione Ambrosio Film di Torino e interpretò il ruolo del bel giovane elegante. Dopo la Grande Guerra lavorò anche all'estero (fu in Francia dal 1928 al 1930). Ritornato in Italia, con l'avvento del sonoro lavorò in molti film e, grazie alla sua perfetta dizione, diventò anche doppiatore. In quell'epoca, Alberto Capozzi partecipò ad uno dei più curiosi stratagemmi per doppiare i dialoghi in lingua straniera: venivano aggiunte delle scene e gli attori italiani raccontavano ciò che gli altri attori americani si erano detti poco prima.[2]

Ritornò a Genova nel 1942 per girare con Gilberto Govi il film Colpi di timone. L'ultima sua apparizione sullo schermo è del 1942, nel film La freccia nel fianco, di Alberto Lattuada con Mariella Lotti e Leonardo Cortese. Il film fu interrotto dalle vicende dell'Armistizio e ripreso da Carlo Ponti, dopo la liberazione di Roma.

Capozzi morì a Roma il 27 giugno 1945 e riposa nella tomba di famiglia al campo 1 del cimitero dei Pini Storti a Sestri Ponente.

Filmografia parziale[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Approfondimento biografico su Sempreinpenombra.wordpress.com (URL consultato il 22-01-2010)
  2. ^ Romana Zacchi, Massimiliano Morini, Manuale di traduzioni dall'inglese pag. 7, Pearson Paravia Bruno Mondad, 2002, ISBN 978-88-424-9775-2.
  3. ^ Roberto Chiti, Enrico Lancia, Roberto Poppi, I film pag. 111, Gremese, 2005, ISBN 978-88-8440-351-3.
  4. ^ Alessandro Blasetti, Franco Prono, Il cinema che ho vissuto pag. 345, Dedalo, 1982, ISBN 978-88-220-5008-3.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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