Meret (divinità)

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Meret nella copia di un graffito presente a Giza (ASAE 71).

«Nessun dolore è nato nella mia dimora. Cantanti e fanciulle si sono riunite, hanno fatto acclamazioni come quella di Meret: con le chiome intrecciate, piacenti, con le trecce e dagli alti seni - sacerdotesse riccamente adornate, unte di mirra, profumate di loto, le loro teste inghirlandate con corone. Tutte insieme ubriacatevi di vino!»

Meret (o Mert) è una divinità egizia appartenente alla religione dell'antico Egitto. Era associata alla gioia, al canto e alla danza[2], e si riteneva che con la sua musica e le sue movenze partecipasse alla stabilità dell'ordine cosmico[3][4].

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Meret era spesso considerata la controparte femminile del dio Hapy, il dio del Nilo. Il suo nome potrebbe riferirsi a questa sua posizione: infatti, significa solamente "la Amata". In quanto paredra di Hapy, era generalmente raffigurata con i medesimi attributi del dio, con il capo sormontato da fiori di loto o da piante di papiro, rispettivamente piante araldiche dell'Alto e del Basso Egitto[5][6]. Dal momento che Hapy era considerato il dio dell'abbondanza, Meret poteva essere raffigurata con un bacile pieno di offerte: era vista come il simbolico "recipiente" della generosità di Hapy.

Fra i ceti più poveri, dove il prestigio dello Stato era avvertito come secondaria rispetto a un buon raccolto, Meret era di gran lunga più venerata come sposa del generoso dio Hapy che non come patrona dell'Alto e Basso Egitto. In quanto divinità strettamente associata alla raccolta dei prodotti della terra, frutto delle inondazioni del Nilo, Meret era considerata una divinità gioiosa, legata al canto e alla danza[2]. In senso lato, Meret era anche appellata "Signora del tesoro" e rappresentata, come geroglifico, nel termine che designava l'oro[4].

Secondo una credenza più tarda, attestatasi nel "Libro delle Porte", Meret sarebbe stata la dea dell'ottava ora della notte. Poteva essere associata a Mut[7].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Miriam Lichtheim, Ancient Egyptian Literature, Vol 3, The University of California Press 1980, p. 56.
  2. ^ a b Lurker, Manfred. Dictionary of Gods and Goddesses, Devils and Demons, Routledge, 1987. ISBN 0-7102-0877-4. p. 231.
  3. ^ Richard H. Wilkinson, The Complete Gods and Goddesses of Ancient Egypt, Thames and Hudson 2003, p.152.
  4. ^ a b Meretr, su reshafim.org.il. URL consultato il 24 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 6 maggio 2017).
  5. ^ Meret con fiori di loto (JPG), su lesphotosderobert.com.
  6. ^ Meret con fiori di loto 2 (JPG), su alain.guilleux.free.fr.
  7. ^ James Hastings, Encyclopedia of Religion and Ethics, Kessinger Publishing, 2003, Part 24, p.712.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Edward Brovarski: Two writing boards from Giza. In: Annales du Service des Antiquités de l´Egypte. 71. Ausgabe, 1987, S. 43f.
  • Waltraud Guglielmi: Die Göttin Mr.t: Entstehung und Verehrung einer Personifikation. Brill, Leiden u.a. 1991, ISBN 90-04-08814-8.
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